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Analisi Mbembe - The idea of a world without borders, Appunti di Estetica

Analisi della conferenza di Mbembe - L'idea di un mondo senza confini: riassunto e analisi + appunti presi a lezione - Le caratteristiche del nostro presente: l'esposizione, il nuovo ruolo della ragione e la separazione. - La costruzione e trasformazione dei confini e la spazializzazione della Terra. - Le politiche migratorie e il nuovo concetto di "vita". - Il discorso sulla razzializzazione, il discorso sull'Africa. - Le proposte di Mbembe per un mondo senza frontiere e confini.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 10/10/2021

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Scarica Analisi Mbembe - The idea of a world without borders e più Appunti in PDF di Estetica solo su Docsity! L’IDEA DI UN MONDO SENZA CONFINI - Achille Mbembe Le caratteristiche del nostro presente: l’esposizione degli uni nei confronti degli altri Mbembe inizia il suo discorso facendo due considerazioni: 1) Sostiene che la mobilità umana è uno dei problemi più importanti che il nostro mondo si trova ad affrontare in questa prima metà del XXI secolo. O almeno, è uno dei maggiori problemi che caratterizzato il nostro presente globale. 2) Sostiene che il nostro presente è globale, un mondo collegato a livello planetario: lui chiama il nostro presente “un tempo di governo planetario”. Una delle ragioni principali per cui parla di “tempo di governo planetario” è che in tutto il mondo la combinazione di tre elementi ha portato a un certo numero di conseguenze che si aggraveranno man mano che andiamo avanti. Questi tre elementi sono: - capitalismo veloce (contrapposto al capitalismo lento) - forme ipertecnologiche di guerra - saturazione del quotidiano da tecnologie digitali e computazionali Quali sono le conseguenze? Egli ne individua prima di tutto due: 1) Accelerazione della velocità: la velocità è diventata un elemento chiave per costituire il potere o per ridistribuirlo in modo ineguale e su scala globale. Qualsiasi società e cultura che oggi è priva di questa risorsa chiamata “velocità”, si trova in difficoltà. 2) Confusione degli spazi, ambiguità dei confin ssa è causata proprio dall’intensificazione dei collegamenti, che ha fatto in modo che i confini e gli spazi assumessero una nuova forma che non avevano mai avuto prima. Mbembe parla di una nuova condizione in cui ognuno di noi è esposto agli altri in un modo completamente nuovo, e si tratta di una condizione di esposizione irreversibile: non si possono tagliare le connessioni e tornare indietro, è troppo tardi. E se vogliamo veramente farlo, il prezzo sarà colossale. > Una condizione nuova dell'umanità è quindi quella dell'esposizione: noi siamo esposti l'uno all’altro in un modo che non si è mai verificato nella storia umana. Le caratteristiche del nostro presente: il nuovo ruolo della ragione Questa condizione,però, non è l’unica che caratterizza il nostro presente: questi sono anche i tempi in cui la ragione ha raggiunto i suoi limiti, si sta trasformando. Siamo in un momento in cui, come era già avvenuto in passato, la ragione come facoltà umana è ancora sotto processo, ma in nuovi del tutto nuovi e in un contesto del tutto nuovo. > La ragione è una facoltà che abbiamo sempre riconosciuto solo negli esseri umani, e nella tradizione euro-americana (di cui tutti siamo eredi) è sempre stata vista come la più importante delle facoltà umane, quella facoltà che ha aperto le porte della conoscenza, della virtù, della libertà e della saggezza. Essa, anche se disugualmente distribuita tra gli uomini, era prerogativa di loro soltanto, e li distingueva dalle altre specie viventi, rendendoli degli “esseri eccezionali”. Oggi, tuttavia, la ragione è sotto processo e si sta trasformando in due modi principali: 1) Le macchine e intelligenze artificiali stanno iniziando ad occupare lo spazio di quella che prima era considerata come una prerogativa della specie umana, ma che ormai non lo è più. > Laragione, quindi, viene messa sotto processo dalle macchine che abbiamo inventato 2) Laragione ha lasciato posto ad altre modalità di espressione, ad esempio a una riabilitazione degli affetti e delle emozioni, che fa in modo che nelle lotte politiche dei nostri tempi siano la passione e le viscere a parlare, anziché la ragione. Possiamo quindi affermare che quando si tratta di questioni di mobilità umana in tutto il mondo la ragione non è la prima facoltà a cui ci appelliamo, ma vengono prima mobilitati altri modi. > Questa è un’altra caratteristica chiave dei nostri tempi. Le caratteristiche dei nostri tempi: la separazione Ci sono ovviamente molte altre caratteristiche. Il nostro tempo, ad esempio, è un tempo in cui noi non vogliamo sapere nulla delle persone che bussano alla nostra porta, non vogliamo sapere nulla di quelle persone che capitano tra di noi, ma che “non sono come noi”, che non appartengono al “noi”. > Nonci interessa conoscere le altre persone, e ci si convince così che noi non abbiamo bisogno di esse, che non vogliamo che siano come noi, ma vogliamo solo che se ne vadano. Prevale un’urgenza, un desiderio di espulsione, che ci spinge a tagliare qualsiasi relazione con loro. Potremmo quindi descrivere i nostri tempi come i tempi della separazione. Mbembe fa riferimento al Sud Africa, dove insegna, e dice che noi pensavamo di aver sconfitto l’apartheid in Sud Africa, per poi invece trovare una nuova forma di apartheid a livello mondiale. Ad esempio, dagli anni ’90, l'Europa ha ridisegnato il suo spazio attraverso l’idea della separatezza. Egli parla di tre elementi che contraddistinguono questa forma di separazione: - recinto - contrazione - contenimento Il nostro è un tempo in cui ci sono infiniti luoghi recintati e confinati, luoghi di contenimento e di contrazione delle persone: in tutto il mondo si innalzano campi, recinti, fortificazioni, muri. È una sorta di guerra permanente contro le persone, in cui i confini vengono continuamente mobilitati, per controllare i movimenti delle persone. La costruzione e la trasformazione dei confini Questi confini accelerano e decelerano: da una parte accelerano i movimenti, ma dall’altra li ostacolo e fanno in modo di impedirli, e lo fanno attraverso un lavoro continuo di selezione, identificazione e controllo per ricategorizzare le persone e dividere l'umanità tra persone che hanno la possibilità di muoversi e persone che non ne hanno la possibilità. > 1 confini, quindi, non sono più solo linee di demarcazione, ma sono luoghi di violenza volta e praticata in nome della separazione e dell’espulsione. Ciò che è in atto è una trasformazione tecnologica dei confini grazie ad alcuni strumenti: barriere fisiche e virtuali di separazione, digitalizzazione dei database di ricerca dei sistemi, sviluppo di nuovi dispositivi di tracciamento, sensori, droni, satelliti, rilevatori a infrarossi, microchip contenenti dettagli personali.. > Tutto è messo in atto per trasformare la natura del confine in una realtà mobile e onnipresente. Mbembe parla anche del fatto che la pelle stessa delle persone è diventata una frontiera, in quanto inseparabile dalla persona. Egli lega infatti questo discorso al fatto che la razza gioca un ruolo cruciale: si stanno infatti presentando di nuovo tutta una serie di fenomeni di razzismo e razzializzazione delle persone, con il vecchio mito sulla superiorità della cultura occidentale intesa come “la cultura della razza bianca”, che si riattiva in Europa, in America, in Australia e così via. > Sitratta di cose che pensavamo di aver superato, ma che stanno tornando, e che sarebbe falso e sbagliato non considerare.
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