Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

José Saramago: Cecità - Analisi e riflessioni, Appunti di Analisi E Critica Televisiva

Analisi e riflessioni sul romanzo di josé saramago, 'cecità'. Una società in cui la cecità è una malattia che colpisce la popolazione, e la moglie del medico è l'unica a mantenere la vista. L'autore critica la società e le sue strutture di potere, e il libro è una critica alla crudeltà umana e all'egoismo. Stato uno dei libri più letti in italia negli ultimi anni, soprattutto nel 2020, anno del coronavirus, dei lockdown e delle quarantene.

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 30/04/2024

ale467
ale467 🇮🇹

4.4

(2042)

2.5K documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica José Saramago: Cecità - Analisi e riflessioni e più Appunti in PDF di Analisi E Critica Televisiva solo su Docsity! Analisi narratologica e critica: Cecità - Josè Saramago Comunicazione digitale d’impresa Letterature e trasculturalitá 1 “Non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere” - cit. tratta dal libro “Cecità” Jose Saramago 2 Analisi narratologica Nel leggere questo romanzo notiamo immediatamente alcune caratteristiche che lo distinguono dagli altri. Innanzitutto si tratta di uno dei capolavori letterari della distopia contemporanea, ovvero fa parte di quei romanzi collocati in un apparente futuro irreale, che ci portano a riflettere sulla società di oggi. Dietro alla distopia, infatti, si cela quasi sempre la denuncia di certi aspetti della realtà contemporanea. Leggendo, ci rendiamo conto che le vicende narrate sono molto meno improbabili di quello che sembrano e iniziamo a pensare che quello potrà essere il futuro della società odierna. La storia punta i riflettori sulla nostra società e sulle sue strutture di potere. Improvvisamente, tutti diventano ciechi, il contagio si estende a macchia d’olio come un virus, obbligando il governo a prendere provvedimenti. Si decide di isolare i contagiati in un ex manicomio dove gli internati sono abbandonati a se stessi, dimenticati dallo stato e dalle istituzioni. All’interno della struttura le persone iniziano ad organizzarsi in piccoli gruppi, ma quando l’istinto di sopravvivenza prende il sopravvento nasce il desiderio di dominare che si trasforma nel “diritto del più forte”. Ben presto la situazione si aggrava e nel manicomio i ciechi affamati, spaventati e abbandonati a se stessi, minacciano, aggrediscono e uccidono. È la regressione della società allo stato di natura, in un ipotetica condizione in cui gli uomini non sono associati tra di loro e disciplinati da un apparato governativo e dalle relative leggi, secondo Hobbes si assisterebbe alla guerra di tutti contro tutti. È l’essere umano a provocare la propria cecità, che possiamo interpretare come l’indifferenza del singolo di fronte alla sofferenza del prossimo. Come a voler rappresentare uno spiraglio di luce in tutta questa oscurità e malvagità troviamo un personaggio: “la moglie del medico” l’unica ad aver ancora il dono della vista, che, in base alle sue possibilità, farà di tutto pur di aiutare gli altri sia all’interno del manicomio, sia in giro per la città, arrivando persino ad ospitare alcuni dei ciechi a casa sua, dando loro cibo, acqua e un riparo sicuro. Il finale però concede al lettore il senso di compiutezza, assicurando un lieto fine: la cecità, così come è arrivata, inspiegabilmente scompare, lasciando ai personaggi una nuova consapevolezza, quella di non essere mai più “ciechi” di fronte a quello che succede intorno a loro. Per quanto riguarda alcune caratteristiche più tecniche, sicuramente ci troviamo di fronte ad uno stile di scrittura molto particolare. Il romanzo non è contestualizzato e alcuni temi sono generalizzati o “lasciati in secondo piano” così come la causa della cecità che non verrà mai indicata, ma lasciata a libera interpretazione. Il modo in cui sono descritti gli avvenimenti nel testo potrebbe farci pensare che il mondo in cui i personaggi si stanno muovendo ci possa 5 essere descritto solo dagli occhi sani della moglie del medico, ma leggendo attentamente ci rendiamo conto della presenza di un narratore esterno onniscente, che descrive tutto, anche vicende in cui l’attrice non è presente, per questo motivo si tratta di una narrazione a focalizzazione zero: un narratore che conosce tutti i fatti e che legge i pensieri e gli animi dei personaggi e li giudica. È come se il narratore raccontasse le vicissitudini dall’alto. I personaggi inoltre, non hanno un nome, ma ognuno ha un soprannome che si riferisce ad un particolare che li contraddistingue. Possiamo distinguerli tramite espressioni impersonali come: “la moglie del medico”, “la ragazza dagli occhiali scuri”,”il vecchio con la benda”, “il ragazzino strabico” Descriverli è difficile, quasi impossibile, perché il testo non fornisce descrizioni fisiche, l’autore vuole farci concentrare sulla loro personalità piuttosto che sull’estetica. Il linguaggio non è immediatamente intuitivo, le descrizioni sono molto frequenti e dettagliate e i dialoghi sono inseriti in una sorta di flusso narrativo composto da frasi genericamente lunghe dove il discorso diretto e indiretto libero si fondono. La punteggiatura è minimalista, si notano periodi molto lunghi, in cui virgole e punti sono gli unici caratteri di riferimento. Persino i numerosi dialoghi diretti presenti nel testo non sono delimitati dai corretti segni di punteggiatura che la grammatica imporrebbe. Il segno prevalente è la virgola, i discorsi, infatti,non sono introdotti dai due punti e le virgolette e non ci sono nemmeno i punti interrogativi ad aiutarci a distinguere le domande dalle affermazioni. I discorsi dei vari personaggi sono riconoscibili mediante l’uso della virgola che scandisce l’inizio, seguita da una parola dalla lettera maiuscola. Il messaggio che l’autore vuole lanciare lo possiamo trarre da una citazione che troviamo all’interno del testo: “A volte, più che di un mondo nuovo, c’è bisogno di occhi nuovi per guardare il mondo” secondo l’autore infatti non bastano gli occhi per vedere, si deve andare oltre le apparenze e i sensi per comprendere un mondo che non conosciamo. 6 Analisi critica, comparativa, conclusioni e riflessioni personali A mio parere “Cecità” è un libro veramente interessante, innovativo e pieno di spunti che ci permettono di riflettere, su noi stessi e su ciò che ci circonda. Leggendo la trama mi è subito sembrato interessante e curioso e devo dire che è stato all’altezza delle mie aspettative. Sicuramente non è una lettura che mi sento di consigliare a tutti, per diverse motivazioni: innanzitutto la modalità di scrittura utilizzata da Saramago non è delle più intuitive e scorrevoli e certamente non è adatta ad un lettore “alle prime armi”. A primo impatto, infatti, ci si trova di fronte ad un muro di testo senza spazi o segni grafici che aiutino a separare i discorsi. Una volta abituati allo stile però, diventa scorrevole, un fiume di parole che ti trascina fino alla fine della storia, capace di far immergere il lettore nel racconto e farlo sentire parte integrante dei personaggi facendogli provare in prima persona ciò che stanno passando. Allo stesso tempo la decostruzione del tempo lineare della narrazione e l’uso continuo del flashback, caratteristiche sperimentali e innovative dell’opera, contribuiscono a rendere impegnativa la lettura. Nonostante tutto questo, le vicende sono narrate in modo tale da incuriosire il lettore facendolo calare all’interno dei fatti e questo permette di continuare la lettura con lo stesso interesse dalla prima all’ultima pagina. Un altro motivo da tenere in considerazione è la pesantezza dei temi trattati, l’autore vuole farci riflettere sulla natura umana e su cosa l’uomo sia capace di fare quando si sente minacciato. Saramago ci dice la verità, e la verità è fatta di cose che non tutti vogliono sentire o vedere, non mancano infatti le descrizioni dettagliate che passano da sangue,vomito e scarsa igiene ad uccisioni e stupri. La prosa trasmette un senso di angoscia, paura, ansia e in alcune occasioni lascia con un certo senso di disagio che un po’ disorienta. L’espediente della pandemia diventa un pretesto per riflettere sull’uomo, sulla crudeltà di cui è capace pur di sopravvivere e arriva a descrive il fondo che può toccare l’umanità quando perde la speranza. La vaghezza dei tempi e luoghi lascia intendere che tutto ciò possa accadere ovunque, da un momento all’altro, e le persone, senza un nome, non vengono etichettate, perché potrebbero essere chiunque, potremmo essere anche noi. Tutto ciò fa di questo romanzo un testo molto attuale e, una delle domande che mi ha lasciato è : “e se tutto ciò accadesse ora? Ci comporteremmo esattamente così?”. In questa epoca di pandemia più che mai possiamo rivederci in questo testo e riflettere sulle paure dell’uomo, sull’egoismo e sulla differenza che,anche una sola persona, può fare nell’agire quotidiano. Non a caso “Cecità” è stato uno dei libri più letti in Italia negli ultimi anni, soprattutto nel 2020, anno del corona virus, dei lockdown e delle quarantene, con i quali sembra avere delle somiglianze. 7
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved