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La Trama Nascosta della Protagonista: Momenti Fondamentali in "L'Arminuta", Guide, Progetti e Ricerche di Letteratura Italiana

I quattro momenti chiave che consentono di seguire la trama e comprendere le vicissitudini della protagonista in "l'arminuta" di elsa morante. Il documento illustra come la protagonista, una ragazza senza nome, viene rimossa dalla sua realtà conosciuta e catapultata in un mondo nuovo, la sua relazione con la sorella adriana e i fratelli, e la verità sconosciuta dietro gli abbandoni. Anche un'evoluzione del personaggio e un'analisi della psicologia delle donne nel romanzo.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2021/2022

Caricato il 07/02/2024

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Scarica La Trama Nascosta della Protagonista: Momenti Fondamentali in "L'Arminuta" e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! 4. LA VICENDA “A volte basta poco e la vita cambia all'improvviso” Ambientazione: La vicenda si svolge in un Abruzzo mai nominato eppure presente fin dalle prime pagine nel modo di parlare dei personaggi, popolare e colorito anche se mai del tutto dialettale, anni ‘70. Intro: E’ una storia di smarrimento, sradicamento, dolore, di legami che si spezzano violentemente e senza preavviso, ma è anche una storia di legami indissolubili destinati a durare per sempre. Tutto questo a partire dalla storia della protagonista: il romanzo racconta la storia di una ragazzina di tredici anni che viene completamente stravolta dagli eventi. La protagonista è, come suggerisce lo stesso titolo, l’Arminuta: è una protagonista senza nome che, di fatto, rimarrà sempre e solo l’Arminuta per noi lettori. “Arminuta” che in dialetto abruzzese significa ritornata: già il titolo racchiude in sé tutta la trama del romanzo→il romanzo della Pietrantonio parla, infatti, di un RITORNO. Quello dell’arminuta è, però, un ritorno forzato, improvviso e doloroso ed è un ritorno alla sua VERA FAMIGLIA, la famiglia biologica, quindi, che fino a quel momento la protagonista del romanzo non aveva mai conosciuto. A raccontare la storia è proprio la protagonista che dopo circa 20 anni ricorda il passato e ricorda quella voragine emotiva che l’ha portata a diventare l’ARMINUTA. Ho individuato almeno 4 momenti fondamentali che ci aiutano a raccontare la trama e a seguire le vicissitudini della protagonista: 1.La mia famiglia per forza→ espressione con la quale la protagonista si riferisce alla sua famiglia biologica. Corrisponde all’inizio del romanzo e, quindi, al momento in cui la vita della protagonista cambia irrimediabilmente: viene sradicata dalla realtà in cui ha sempre vissuto e catapultata in un mondo nuovo, un mondo che non le appartiene e una famiglia “nuova”, la sua “famiglia per forza” come la definisce la stessa protagonista all’inizio del romanzo: l’arminuta a soli 6 mesi era stata affidata dalla sua famiglia naturale a degli zii benestanti (quasi come un pacco postale) che l’avevano presa con loro, l’avevano cresciuta e che, di fatto, lei aveva sempre considerato i suoi genitori. E adesso, dopo più di 13 anni, ritornava da loro. Il “ritorno” alla casa natia è estremamente doloroso, perché quella in cui viene catapultata l’arminuta è una realtà non solo diversa, ma per certi versi opposta a quella in cui è cresciuta fino a quel momento: -L’Arminuta è abituata alla vita di città, è cresciuta nella bambagia… VS: trova così a dover lasciare non solo amici, abitudini e familiari, ma anche a dover passare da una vita agiata ad una decisamente più umile: -La sua “famiglia per forza” vive in una miseria che sfiora l'indigenza assoluta. Si ritrova in una vita in paese, in una casa povera, caotica (tanto diversa dalla sua) → è una casa piccola casa in cui ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sulla tavola. E’ un mondo in cui non c'è spazio per le smancerie, non ci sono abbracci, carezze, solo le botte quando qualcuno con il suo comportamento non segue i rituali imposti dalla miseria per campare di poco non avendo niente. Le condizioni della famiglia sono tali che quando viene messo qualcosa in tavola bisogna essere svelti ad accaparrarsi qualche pezzo pena restare a stomaco vuoto, persino continuare a studiare è un lusso. Viene vista da tutti come una aliena perché la diversità tra lei e il resto della famiglia è lampante fin dal principio, in questa altra famiglia, l’Arminuta non riesce a trovare un proprio posto. MA il vero dramma della protagonista, che rende ancor più doloroso questo allontanamento forzato dalla sua casa, è anche il non conoscere le reali motivazioni di questo cambiamento così radicale: la ragazzina chiederà più e più volte spiegazioni alla madre naturale, ma non avrà risposta. Non avendo alcuna risposta col passare del tempo ne cercherà una in sè stessa e arriverà a supporre che, avendo visto negli ultimi tempi la madre adottiva star poco bene, che una possibile malattia di Adalgisa potesse essere il motivo di questo suo allontanamento, ma di fatto l’arminuta resta all’oscuro del perché le due donne, sua madre e Adalisa avessero deciso per lei questo destino, il mistero che verrà risolto solo nelle ultime pagine del romanzo. Resta il fatto che la bambina all’improvviso si ritrova con due madri assenti: una che l’ha cresciuta e poi rispedita indietro senza un motivo apparente ed una che ha avuto il coraggio di darla via quando aveva solo sei mesi. In lei non muore la speranza di essere ripresa dalla zia, così le invia lettere, alla quale riceverà risposta solo tramite beni materiali come ad esempio soldi, materiale scolastico e arredi per la casa: la zia dopo averla restituita continua a prendersi cura di lei, ma solo economicamente. Le domande rimangono sempre senza risposa: Perché l'hanno data via a sei mesi ad una loro cugina? Perché adesso viene restituita senza essere interpellata? Non sa più chi è, da dove viene, dove finisce la verità e inizia la bugia.   (“Ero l’Arminuta, la ritornata. Parlavo un’altra lingua e non sapevo più a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo.” - “Restavo orfana di due madri viventi. Una mi aveva ceduta con il suo latte ancora sulla lingua, l’altra mi aveva restituita a tredici anni. Ero figlia di separazioni, parentele false o taciute, distanze. Non sapevo più d chi provenivo. In fondo non lo so neanche adesso.”) 2. Non eravamo abituati ad essere fratelli→ queste sono le parole che l’A. dedica a Vincenzo, uno dei fratelli con il quale costruirà un rapporto particolare. Catapultata in questa nuova vita l’arminuta si sente estranea alla casa in cui vive, al mondo in cui vive. D’altronde a trattarla come un’estranea e un’aliena sono anche coloro che popolano questo nuovo mondo, vedendola così diversa. A scuola lei è l’arminuta, appunto, non è ben vista per la diversità rispetto ai compagni, per la sua bravura e preparazione, per il suo modo di parlare tanto diverso da quello degli altri. Anche in casa l’arminuta viene di fatto trattata come un’estranea: In casa la accolgono non come un dono, ma come una disgrazia, una bocca in più da sfamare.  Evoluzione del personaggio:  L’arminuta rimarrà sempre un personaggio in balia degli eventi, PERO’ è possibile notare un’evoluzione del personaggio: se all’inizio si limita a chiedere incessantemente spiegazioni alla madre biologica, verso la fine del romanzo è proprio lei a prendere l’iniziativa e cercare un confronto diretto con Adalgisa, la madre adottiva, per chiederle spiegazioni una volta per tutte. E’ lei, nel rapporto tra le due, a prendere l’iniziativa e ad affrontare, se pure con tanto dolore, la madre che l’ha abbandonata. Mi sembra chiaro come alla fine del rom. la protagonista sia investita da una forza e da un’intraprendenza, che non riconosciamo in lei all’inizio del romanzo: sono stati gli eventi dolorosi, la forza per la sopravvivenza e, anche, l’influenza della sorellina che, pur essendo più piccola di lei, le ha insegnato tanto. Gli altri personaggi sono raccontati dal punto di vista della ragazza. Qui troviamo una forte differenza tra l'introspezione di uno o dell'altro: mentre alcuni come la sorella, il fratello e le due mamme, sono spesso al centro dei pensieri della protagonista, tutti gli altri sembrano solo orbitarle intorno, fastidiosi ma non problematici. In generale l'autrice indugia ben di più sulla psicologia delle donne, che degli uomini. Quindi   conosciamo,   attraverso   le   parole   della protagonista, gli altri personaggi del romanzo…..  La famiglia per forza La famiglia dell’Arminuta è una famiglia numerosa: oltre ai “nuovi genitori” ci sono diversi “nuovi” fratelli: Sergio, Vincenzo, Adriana e il piccolo Giuseppe; tra i “nuovi” fratelli di sangue ci sono Sergio e “l’altro” neanche il nome di battesimo ci è dato sapere, tanto la distanza con la protagonista è marcata, insolubile. Da quel momento in poi l’arminuta dovrà condividere la stanza con questi estranei e il letto con questa sorella Adriana. Adriana: “Dopo lo scatto metallico è comparsa una bambina con le trecce allentate,  vecchie di qualche giorno”← È suo il primo volto che l’arminuta vede all’inizio della sua nuova vita: è lei che le apre la porta quando arriva per la prima volta nella sua nuova casa e nel nuovo modo tanto diverso dal suo. Adriana è una bimba di dieci anni che sin da subito diventa la compagna di letto dell’arminuta, è una ragazzina vispa, sveglia, schietta. E’ il personaggio reso meglio ed è un personaggio veramente interessante perchè contiene in se stessa due necessità opposte: perchè lei è una ragazzina che ha dovuto imparare a causa dell’ambiente in cui vive a stare al mondo come un’adulta ma che, al contempo, è ancora una bambina e, quindi, ha tutta la spontaneità e vivacità di una ragazzina della sua età. Quindi è un personaggio che scatena tante emozioni nel lettore, perchè è un personaggio che stupisce alle volte, che intenerisce, che fa sorridere etc. La dolcezza e la risolutezza possono conquistare il lettore. Adriana è una ragazzina ingenua ma dall’animo puro, l’unica in grado di amarla per quello che è: sin dal primo incontro diventa per lei è una guida, una spalla e una confidente per la sorella ritornata. In un ambiente così ostile è la sua unica luce. Adriana invidia l’Arminuta e al contempo, pur più piccola e indifesa, si sente in dovere di proteggerla, perché non si macchi e non si rompa nel mondo difficile a cui lei è tanto più abituata.  Adriana mi ha inchiodata alla verità: Ma Adriana è anche la spietata Parca che recide il filo della speranza. Eppure, superato questo banco di prova, il loro legame resterà saldo anche dopo decenni. Tra le due sorelle si instaura un legame quasi più profondo di quello che può legare due persone che hanno passato una vita insieme ← e questo lo sappiamo dalle parole della narratrice adulta.  Una mamma in miniatura: nonostante abbia solo 10 anni in molte occasioni è Adriana, tra le due sorelle, a sembrare più grande e a comportarsi di conseguenza: quando, per esempio, svolge mansioni al suo posto perché l’Arminuta non è mai stata abituata a compiere le faccende di casa oppure quando è pronta a prendersi le botte dalla madre al posto della sorella perchè tanto lei è c’è abituata mentre la sorella non è come loro, non va nemmeno sfiorata→ come quando la ragazza rompe l’ultima mezza bottiglia d’olio rimasta in casa e Adriana non solo le prende, ma cade sui cocci e si fa male. O come quando, a scuola, attraversa tutto il cortile che separa le elementari dalle medie per andare in classe di sua sorella ad accertarsi che stesse bene, che fosse tutto a posto, perché sa, lei non è come noi, lei l’anno scorso andava a scuola alla città. Questa maturità di Adriana la vediamo nei confronti di Giuseppe, il fratellino minore nato con un ritardo mentale il cui l'accudimento richiede senso pratico, manualità e anche tanta maturità, cose che Adriana manifesta con naturale dimestichezza, al contrario dell’Arminuta. Adriana diventa per l’Arminuta una sorta di mamma in miniatura.Tutto il conforto perso a causa di una mamma ora invisibile, sparita, andata e di un’altra granitica, che non la conosce e quindi non sa comportarsi con lei è meravigliosamente contenuto nella piccola Adriana. “Mia sorella.  Come un fiore  improbabile,  cresciuto su un piccolo grumo di  terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza.” Vincenzo: “Solo Vincenzo non partecipava ai dispetti, a volta gridava ai fratelli di smetterla , infastidito dal loro baccano.”  E’ il fratello più grande e rappresenta, sicuramente dopo Adriana, la persona più vicina all’Arminuta: tra l’indifferenza e la freddezza della madre nei suoi confronti e i maltrattamenti da parte dell’altro fratello, Sergio, Vincenzo pur con il suo fare rude tipicp del mondo in cui è nato e cresciuto è con lei affabile e protettivo e sembra essere l’unico che è riuscito a vederla veramente. Quello di Vincenzo è un personaggio misterioso: lui è in qualche modoil ribelle della famiglia, spariva per giorni seguendo gli zingari con cui amava passare il suo tempo e lavorare girovagando nella provincia, ma di fatto non è mai chiaro cosa faccia durante le sue assenze. Vincenzo la guarda come se fosse già una donna, a lui non interessa il loro legame di sangue, perché in fondo non si sono mai visti prima, inoltre essendo così diversi dubitano di essere realmente imparentati. Per lei prova un amore puro: non la sente come una sorella, perché non l’ha mai vista per tredici anni. Vincenzo, il fratello maggiore, con cui riconoscere un legame di sangue è difficile e viene molto più naturale guardarsi e scoprirsi come sconosciuti.  Nuove prospettive: parlando di Vincenzo è interessante secondo me fare presente cosa l’arminuta abbia rappresentato per lui: quello che sarebbe potuto essere lui se non fosse nato in quella realtà, in quella famiglia, dove non c’è mai una carezza, dove non c’è ascolto, dove si mangia in silenzio, dove c’è ignoranza← aspetto sottolineato dalla professoressa Perili (personaggio secondario, ma comunque rilevante) che era stata l’insegnante di V., prima che lui abbandonasse gli studi, e che adesso era diventata l’insegnante dell’arminuta. Più e più volte, infatti, lei insiste sulle capacità e sull’intelligenza ed esprime la sua volontà che V. riprenda a studiare. Quindi l’armintua, che non aveva mai conosciuto, porta bellezza e un modo di vivere completamente diverso dal suo che lo porta a vedere nuove prospettive← tutto questo è appena accennato nel romanzo, perchè, come sappiamo, V. muore improvvisamente a causa di un incidente, però è un elemento interessante che caratterizza il romanzo e che fa chiedere al lettore: chissà cosa sarebbe successo se fosse sopravvissuto e se avessa ascoltato il consiglio della professoressa. Infine abbiamo i due personaggi che hanno tessuto la trama della vita della protagonista a sua insaputa che sono le due madri: quella adottiva, Adalgisa, e quella biologica, di cui non conosciamo il nome. Mamma biologica: La donna che mi aveva concepito La mia prima madre La madre  Una donna a cui non hanno mai insegnato ad amare: viene descritta dalla protagonista come una donna dura, granitica, sanguigna, è una donna che parla solamente il dialetto abruzzese. E’ reticente alle domande dalla figlia ritornata sulla sua nuova situazione, le domanda su Adalgisa. ma lei non le concede mai le risposte alle tante domande che tormentano la figlia. E’ una donna che si chiude spesso nel silenzio ed è poi spinta a chiudervisi ancora di più quando l’avvenimento tragico della morte di V. arriva a sconvolgere l’equilibrio già precario di questa famiglia. Una donna a cui non hanno mai insegnato ad amare non sa come si fa e, senza dubbio, fa fatica a impararlo e a dimostrarlo.  Ognuno ama a suo modo: nel corso nel romanzo vi sono degli episodi che mostrano una certa morbidezza nella dura corazza della madre biologica in cui seppure a suo modo anche lei dimostra alla figlia dell’affetto: in gesti quotidiani che potrebbero sembrare scontati, ma che non lo sono prendendo in considerazione il carattere granitico della madre biologica. Per fare un esempio: come quando prepara un mattone scaldato al forno per fare in modo che alla ragazza non salga la febbre dopo che era stata ore fuori al freddo. Questo aspetto più dolce del personaggio lo si può scorgere anche nel sentimento ambivalente che lei prova nei confronti di Adalgisa: da una parte prova gratitudine nei confronti della cugina per aver cresciuta sua figlia così diversa rispetto agli altri suoi figli, averle dato quindi la possibilità di una vita migliore, dall’altra però prova del rancore verso la cugina. Infatti, proprio in una conversazione con la figlia palesa il rancore nei confronti di Adalgisa per non averle permesso di frequentare la figlia, in realtà, era stato previsto all’inizio, nel momento in cui l’Arminuta è stata affidata agli zii. Quindi anche quello della madre è un personaggio interessante che per essere compreso va letto più in profondità e oltre la superficie. VS Adalgisa: la madre di prima, la madre della città, la madre del mare la madre adottiva che poi diventa semplicemente Adalgisa (verso la fine del romanzo)
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