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analisi Prologo Don Chisciotte, Sintesi del corso di Letteratura Spagnola

Analisi dettagliata Prologo "don Chisciotte" Cervantes

Tipologia: Sintesi del corso

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Caricato il 14/09/2021

federicaf19
federicaf19 🇮🇹

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Scarica analisi Prologo Don Chisciotte e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Don Quijote. Note sul prologo e sulle massime opere cervantine. 29 settembre 2016 IL PROLOGO Secondo il codice letterario del tempo un’opera aveva bisogno di una concessione alla pubblicazione, di una dedica, di alcuni sonetti di lode e di un prologo in cui l’autore si rivolgeva al lettore. Il prologo era strutturato secondo criteri precisi, come la falsa modestia, la captatio benevolentiae. Il prologo segue un ordine preciso anche dal punto di vista retorico; c’è l’esordio, l’argomentazione e la conclusione. Cervantes con il Don Quijote giunge a rovesciare la convenzione letteraria del prologo, rivolgendosi sempre al lettore, a cui tiene particolarmente (scrive per essere letto, non da pochi ma da molti). Il prologo della Galatea inizia con la locuzione: “curiosos lectores”, ed è un prologo ancora piuttosto convenzionale. Poi si arriva al prologo del primo libro del Quijote, in cui Cervantes si rivolge ad un “desocupado lector”. Nelle Novelas ejemplares si ripete questa locuzione “Ilector amantisimo”, lettore amatissimo. Nella seconda parte del Quijote l’autore si rivolge ad un “lector ilustre, o quier plebeyo” (o quier= o quien). Sempre nel prologo del primo libro del Quijote compare anche la locuzione ‘“lector carisimo”. Ciò denota un forte bisogno da parte di Cervantes di avere un contatto con il lettore. Il “curioso lector” della Galatea è un lettore ancora convenzionale. La curiosità è una categoria che nasce dall’amore, la curiosità di sapere. L’idea di curiosità, che può essere anche negativa, la ritroviamo sia all’interno della Galatea, dove c’è un personaggio geloso e quindi curioso di sapere, ma anche in una novela intercalada nel primo Quijote, El curioso impertinente. Questa novella narra di due amici, uno dei quali si sposa e vive felice con sua moglie finché il tarlo della gelosia si impossessa di lui e conseguentemente decide di mettere alla prova la fedeltà della consorte. Ciò denota una curiosità di sapere fuori luogo; impertinente viene infatti tradotto come indiscreto, fuori luogo. Dopo varie vicissitudini egli chiede all’amico di tentare la moglie, in un primo tempo l’amico si rifiuta, successivamente cede. La novella prende l’avvio da un episodio dell’Orlando Furioso che ha come protagonista Rinaldo, il quale si rifiuta di bere da un calice d’argento. Se bevendo dal calice d’argento il vino si fosse sparso, ciò avrebbe voluto dire che la moglie di costui lo tradiva. Rinaldo evita di mettersi alla prova perché capisce che quella curiosità è impertinente e non c’è bisogno di andare troppo a fondo. La categoria della curiosità viene quindi trasferita sul lettore. Il prologo della Galatea è sempre un prologo convenzionale. Con il prologo del primo Quijote Cervantes sovverte la convenzione letteraria e si rivolge ad un desocupado lector, che può essere tradotto come sfaccendato, ozioso lettore. Qui si intravede una nuova categoria di lettore, quello che legge per diletto, per passare il tempo. L'autore fa finta di dover scrivere il prologo ma dice di essersi arenato perché non sa quel che scrivere. È una sorta di meta prologo, nel quale l’autore riflette circa la convenzione letteraria del prologo. Cervantes riflette su cosa scrivere e sa di doverlo fare perché le regole dell’epoca vogliono così. All’improvviso arriva un amico che dice che scrivere un prologo è molto facile, basta metterci un po’ di citazioni latine, un po’ di poesie, un po’ di filosofia e di sacre scritture, cioè i luoghi comuni. La funzione dell’amico è chiaramente parodica e ha come scopo quello di sovvertire le convenzioni del tempo. In Cervantes il tema dell’amicizia maschile è molto importante. L’amico viene detto “gracioso y muy entendido” ovvero spiritoso, arguto e colto, che ne sapeva molto. L'intervento dell’amico può essere anche un’allusione al fatto che spesso i prologhi delle opere venivano scritti da altre persone e non dall’autore stesso. Il personaggio dell’amico entra a deshora, all'improvviso, potrebbe essere anche una personificazione del prologo 0, come nel teatro classico, latino, il messaggero. Con il suo prologo Cervantes mette in discussione l’artificio convenzionale del prologo e nel frattempo si rivolge al lettore in maniera completamente nuova, perché la sua opera è nuova. Il rapporto non è con un lettore qualsiasi ma un lettore che sa scegliere e rifondare l’opera letteraria.
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