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Analisi sceneggiatura: Il silenzio degli Innocenti, Tesine universitarie di Storia Del Cinema

Analisi della sceneggiatura: Il silenzio degli Innocenti

Tipologia: Tesine universitarie

2021/2022
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Caricato il 06/07/2022

annarita-balestrieri
annarita-balestrieri 🇮🇹

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Scarica Analisi sceneggiatura: Il silenzio degli Innocenti e più Tesine universitarie in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! Maria Claudia Merenda Matricola 1968436 Esame di Teoria e Tecnica della Sceneggiatura A.A. 2021/2022 THE SILENCE OF THE LAMBS Analisi della sceneggiatura de’ “Il Silenzio degli Innocenti” (J. Demme) 1 IL CONTESTO Il cinema americano degli anni ’90 è il cinema della protesta, dell’innovazione; è un cinema che si spoglia delle imposizioni ed indossa le vesti della contestazione e della liberazione, portando a compimento un processo che ha avuto inizio con l’abbandono del Codice Hays. Gli Stati Uniti d’America riemergono da dodici anni di governo conservatore e, con l’elezione del democratico Bill Clinton (1993) come nuovo presidente, il desiderio di cambiamento incomincia a diffondersi a macchia d’olio; per andare incontro alle nuove esigenze del pubblico, al centro dei film realizzati in questo periodo vi sono tematiche come il pacifismo, l’ambientalismo, il consumismo, la società dei mass media, le discriminazioni razziali, la comunità LGBTQA+ e via discorrendo. Sono gli anni in cui Hollywood accoglie alcuni tra i film più significativi della storia del cinema, di cui Schindler’s list (S. Spielberg), Goodfellas (M. Scorsese) e The Matrix (Wachowski Sisters) sono solo alcuni titoli. Per portare avanti l’analisi del film che prenderemo in considerazione, tuttavia, è necessario fare un passo indietro. È il 1988 quando Thomas Harris dopo la pubblicazione del suo secondo romanzo, Il delitto della terza luna (in inglese Red Dragon, 1981), decide di offrire al suo pubblico una nuova apparizione del serial killer, nonché psichiatra, Hannibal Lecter. Non più come presenza marginale, ma come ombra che si posa sulle pagine del libro, il dottor Lecter stavolta si ritrova ad essere una sorta di guida per la giovane agente dell’FBI Clarice Starling nella risoluzione del caso “Buffalo Bill” e, sul piano personale, nel ritrovare finalmente la pace nel silenzio degli innocenti. Il romanzo diverrà, soltanto tre anni dopo, la base per la sceneggiatura – scritta da Ted Tally – dell’omonimo film, diretto da Jonathan Demme ed interpretato da Anthony Hopkins e Jodie Foster rispettivamente nei ruoli del dottor Hannibal Lecter e dell’agente Clarice Starling. Non soltanto il film è stato inserito dall’American Film Institute nella classifica dei cento migliori film statunitensi di tutti i tempi, ma è stato il terzo – dopo It Happened One Night (Frank Capra, 1945) e One Flew Over the Cuckoo’s Nest (Miloš Forman, 1975) – ad essersi assicurato alla Notte degli Oscar i cosiddetti Big Five: miglior film, miglior regista, miglior sceneggiatura non originale, miglior attrice protagonista e miglior attore protagonista (in questo caso, con una presenza on-screen inferiore alla mezz’ora). Il clamoroso successo del fim ha fatto sì che la storia di Hannibal Lecter e dei personaggi che lo circondano continuasse 2 Ogni viaggio è fatto di persone che lo compiono. L’Odissea non sarebbe tale senza l’uomo che le ha conferito il nome, l’Epopea di Gilgamesh non esisterebbe senza il re di Uruk che si è fatto protagonista delle imprese in essa raccontate, la Divina Commedia non può esser considerata un viaggio attraverso i tre regni dell’aldilà senza un uomo che li attraversa. Che siano eroi, tricksters, mentori od ombre, ogni cammino sembra ricalcare quegli archetipi e quelle tappe stabilite dal mito che Joseph Campbell ha individuato, e che Christopher Vogler ha inserito nello schema del viaggio dell’eroe. Si tratta, ad ogni modo, di eroi dai mille volti: le tappe possono essere adattate alla propria cultura e al proprio modo di pensare e rielaborate per far sì che ogni eroe possa compiere il proprio viaggio unico ed inimitabile. Ne’ Il Silenzio degli Innocenti sarebbe impossibile parlare del viaggio di Clarice Starling, la quale rientra perfettamente nell’archetipo dell’eroe, senza accompagnarla all’altra figura che si intreccia col suo cammino: Hannibal Lecter. Se volessimo sbrigliare la trama de’ Il Silenzio degli innocenti attraverso il modello del viaggio dell’eroe di Vogler, allora questa può essere sintetizzata nei seguenti punti: Clarice Starling Hannibal Lecter IL MONDO ORDINARIO Il primo atto si apre con la presentazione della protagonista: Clarice Starling, promettente agente dell’FBI, che viene mostrata al pubblico durante uno dei suoi allenamenti in Accademia. Appare già come una donna caparbia che corre verso il suo futuro. Il viaggio di Hannibal Lecter incomincia tra le mura della propria cella, al Baltimore State Hospital. Lì, si presenta come uno dei serial killer più pericolosi tenuti sotto controllo dal Dottor Chilton. LA CHIAMATA ALL’AVVENTURA Clarice viene chiamata dal suo superiore, Jack Crawford, il quale le affida l’incarico di supportare le indagini su Buffalo Bill. Riconosciuti i suoi meriti accademici, le affida il compito di parlare con Hannibal “the Cannibal” Lecter presso il Baltimore State Hospital. La chiamata di Hannibal arriva nel momento in cui conosce Clarice: lei invocherà il suo aiuto per le indagini su Buffalo Bill e gli chiederà di compilare un questionario sul profiling psicologico. IL RIFIUTO DELLA CHIAMATA Nonostante l’evidente timore provato dalla donna nel doversi ritrovare faccia a faccia con uno dei serial killer più pericolosi Hannibal non rifiuta mai palesemente la chiamata: la posticipa. La sua curiosità, alimentata dall’interesse nei 5 degli Stati Uniti, non rifiuta l’incarico che le viene affidato. È questo il momento in cui viene a galla il suo fatal flaw: la necessità di compiacere il suo superiore, a costo di rimetterci. confronti di Clarice, ha la meglio. Accetterà di aiutare la donna, ma alle sue condizioni: sfruttando un’opportunità che, alla fine, lo condurrà alla libertà vera e propria. L’INCONTRO CON IL MENTORE A primo impatto, il ruolo di mentore sembrerebbe essere ricoperto da Crawford. La verità è che la figura che la trascina verso il successo è quella di Hannibal Lecter. L’ex psichiatra è l’unico che pare saperla leggere come un libro aperto, nel bene e nel male, e che individua sin dal primo incontro l’immensa ambizione che caratterizza Clarice. Dal suo canto, Hannibal si ritrova davanti alla propria cella quella che diventerà un’allieva, un oggetto di studio e soprattutto il suo passe-partout verso la libertà. IL SUPERAMENTO DELLA PRIMA SOGLIA Si tratta qui di due soglie fisiche: la prima corrisponde alla discesa nella sezione dell’ospedale in cui è rinchiuso Hannibal attraverso delle scale buie; la seconda è una soglia che Clarice non può fisicamente attraversare, ossia la barriera tra lei ed Hannibal. Qui, il guardiano della soglia è rappresentato da Chilton. Corrisponde al momento in cui Hannibal lascia il primo indizio: cercare Miss Mofet, una sua vecchia paziente. Da qui in poi, non potrà più fare a meno di accettare le sfide che Clarice gli porrà. PROVE, ALLEATI E NEMICI Nel secondo atto, Clarice inizia a condurre le proprie indagini, aiutata dai suggerimenti criptici di Hannibal. Nel frattempo, Buffalo Bill rapisce l’ultima delle sue vittime: Catherine Martin, figlia della senatrice Ruth Martin. Col passare del tempo, la sua alleanza con Hannibal si solidifica. Clarice diventa un’alleata per Hannibal nel momento in cui gli offre un’occasione: essere trasferito altrove. È il momento in cui Chilton, col suo essere restio al trasferimento, conferma di essere il nemico principale di Hannibal. L’AVVICINAMENT O ALLA CAVERNA PIÙ PROFONDA Anche qui il significato è doppio: da un lato si parla di una caverna emotiva, quando Hannibal – dalla propria gabbia – fa riemergere il passato di Clarice; dall’altro, esso coincide col momento in cui la donna ottiene il tassello finale, contenuto tra gli stessi file del caso, che la porrà sulla strada giusta per la cattura di Buffalo Bill. È l’attimo in cui Hannibal dà l’indizio finale a Clarice, il momento in cui le promette tacitamente di rivedersi: tra le sbarre della propria gabbia le sfiora lievemente il dito col proprio, nel gesto più intimo di tutto il film. Il tocco è la metafora di ciò che sta per accadere: una gabbia non può fermarlo. 6 LA PROVA CENTRALE Clarice si ritrova a casa del killer con la convinzione di star parlando con un testimone. Dopo l’improvvisa realizzazione ed un tentativo di arrestarlo, inizia la lotta: pur essendo spaventata ed al buio, Clarice riesce ad ucciderlo. Durante l’orario dei pasti, Hannibal sorprende le due guardie e le assassina brutalmente, il tutto sulle iconiche note dell’aria di Bach. LA RICOMPENSA La donna riesce a salvare Catherine, chiudendo definitivamente il caso ed ottenendo così il rispetto dei suoi colleghi. La libertà è la ricompensa che aspetta Hannibal Lecter dopo la sua fuga; da quel momento, non saranno più in grado di arrestarlo. LA VIA DEL RITORNO Clarice torna in Accademia per il suo diploma e riceve le congratulazioni di Crawford: ha risolto il caso da sola ed ha superato ogni sua aspettativa. Hannibal, libero, torna a quel che è stato prima del suo arresto: un assassino che stavolta, però, ha un conto in sospeso con il suo nemico. LA RESURREZIONE Una chiamata da parte di Hannibal Lecter aprirà una nuova strada per Clarice: la sua storia, d’altronde, è appena iniziata. Hannibal annuncia, nel corso della telefonata, che avrà un vecchio amico per cena. IL RITORNO CON L’ELISIR Clarice ha finalmente messo a tacere gli agnelli che gridavano nella sua testa. Il film si conclude con Hannibal Lecter che, tranquillo come non mai, s’incammina sulla stessa strada del suo vecchio amico Chilton. «Brave Clarice. Will you let me know if ever the lambs stop screaming?» Clarice ed Hannibal CLARICE STARLING Clarice è una giovane e promettente agente in procinto di diplomarsi presso l’Accademia dell’FBI di Quantico, in Virginia, alla quale viene affidato un compito dal suo superiore, Jack Crawford: indagare sugli omicidi del serial killer Buffalo Bill. Sin dalla sua prima apparizione nel film, durante il suo addestramento, Clarice si rivela essere una donna caparbia, determinata e che sa perfettamente quali sono i suoi obiettivi e come arrivarci. 7 piccole informazioni, come briciole di pane da seguire; allo stesso tempo, è chiaro che la sua curiosità da psichiatra lo spinge ad osservare Clarice come un caso da sviscerare e, soprattutto, a premere sulle cosiddette note dolenti in virtù del “vedere cosa accade”. Come la Baba Yaga delle favole russe, anche Hannibal Lecter indossa diverse maschere: è qui che quella di mentore scivola via dal suo volto per permettere all’ombra di palesarsi, rappresentando tutti i traumi che minacciano la stabilità di Clarice. Il loro legame è fondamentale per l’andamento della narrazione perché si basa su una sfida – intellettuale, psicologica, emotiva – che l’uno pone all’altra; e, in quanto mentore ed allieva, entrambi crescono e s’insegnano qualcosa a vicenda. FILM E SCENEGGIATURA: UN CONFRONTO Basterebbe una prima lettura della sceneggiatura per notare come le differenze tra il testo iniziale e l’effettiva realizzazione cinematografica siano numerose, ragion per cui qui sottolineeremo quelle che sembrano essere più influenti per l’articolazione della storia e la caratterizzazione dei personaggi. Innanzitutto, la sceneggiatura non presenta la scena con cui il film si apre: vediamo Clarice che si sta già dirigendo verso l’ufficio di Crawford, senza che ci venga mostrato il momento in cui le giunge la chiamata. Molte delle loro interazioni, peraltro, sono state rappresentate sulla pellicola in maniera più sintetica, tralasciando attimi in cui il loro legame sembra farsi più teso. Un esempio può esser rappresentato dalla conversazione che i due hanno prima di effettuare l’autopsia sul corpo ritrovato di una delle vittime di Buffalo Bill: se nel film la scena s’interrompe, nella sceneggiatura originale il dibattito continua e sembra farsi più acceso. 10 La Clarice del film, inoltre, sembra essere più fragile di quella descritta dalla sceneggiatura, come ci testimonia la scena dell’autopsia poc’anzi citata. Nel film vediamo la protagonista restare indietro, per poi avvicinarsi al cadavere con titubanza; nella sceneggiatura, Clarice è la prima ad afferrare gli strumenti da lavoro per portare avanti il proprio compito, incurante di quanto possa essere disgustata dall’odore del corpo in decomposizione, ed è in grado di estrarre da sé il bozzolo dalla bocca della vittima. Inoltre, molti flashback che ritraggono il passato di Clarice sono stati eliminati, quasi a voler dare l’impressione di volersi focalizzare sulla donna che è e non più sulla ragazzina che è stata. Forse, addirittura, per sottolineare come Clarice stessa voglia nascondere il turbamento che la morte del padre ancora le provoca. Durante la penultima conversazione tra Clarice ed Hannibal, poco prima della fuga di quest’ultimo, la sceneggiatura prevedeva che le loro voci fossero udite in voice over, al di sopra di un flashback che ritraeva Clarice nell’esatto momento in cui ha visto per la prima volta gli agnelli mandati al macello. Nel film, il flashback è stato sostituito da un primo piano dei protagonisti in cui, nonostante sia Hannibal quello imprigionato, è Clarice a sembrare in gabbia: è il momento in cui lo psichiatra tiene il coltello dalla parte del manico. 11 E se il film si conclude con Clarice che pronuncia ripetutamente il nome del Dottor Lecter e con quest’ultimo che si allontana tra la folla lasciando appesa la cornetta del telefono, in una delle versioni vi è una scena in più: vediamo infatti Frederick Chilton nel suo studio, con del nastro adesivo a coprirgli la bocca, mentre osserva Hannibal «like a rabbit trapped in headlights». 12
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