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Analisi sulla prima, seconda e terza scena del II atto del Macbeth, Appunti di Letteratura Inglese

Appunti per l'esame della professoressa Paola Partenza. Gli appunti riguardano la prima, seconda e terza scena (in parte) del II atto del "Macbeth" di William Shakespeare. Gli appunti comprendono la critica esposta a lezione dalla Partenza.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 25/01/2024

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daria-gervasini 🇮🇹

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Scarica Analisi sulla prima, seconda e terza scena del II atto del Macbeth e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! ATTO SECONDO Prima scena o Il sogno di Banquo delle sorelle fatali: l’aspetto onirico è un aspetto che è sempre stato considerato un elemento analogico alla coscienza, come se rivelasse la coscienza del personaggio. Banquo potrebbe quindi essere la prova dell’assassinio di Duncan. Banquo dà dimostrazione che quei valori in cui crede sono fortemente radicati, per cui se deve combattere deve essere alla luce del sole e nell’ambito della lealtà. Macbeth mostra di star cercando di coinvolgere Banquo, e ciò vuol dire che lui è fragile e ha bisogno di compagni dalla sua parte. o Il pugnale diventa una sorte di allucinazione, una visione diabolica, e sarà il pugnale che condurrà alla morte di Duncan. Questa allucinazione è allo stesso tempo un desiderio di compiere l’azione e insieme la paura di farlo, l’allucinazione serve come preambolo. Questa tensione interiore, che oggi definiremmo coscienza, dovuta alla sua natura, lo mette in crisi, ma è come se lui non riuscisse più a tornare indietro. A livello di coscienza sa che quella è un’azione sbagliata. Tra la percezione e l’azione si crea una spaccatura: vorrei, ma c’è qualcosa che mi frena, ma devo andare avanti Egli, infatti, non solo ha progettato, ma anche già promesso l’azione a Lady Macbeth, con la promessa di renderla regina. Ci troviamo di fronte ad un uomo nudo, la sua nudità interiore, che deriva dal fatto che è continuamente in bilico tra un’azione necessaria perché promessa e perché soddisfa la propria ambizione, e la percezione che ha che quella azione sia sbagliata. Shakespeare mette in evidenza non solo il carattere di Macbeth, ma una personalità che può essere compromessa. Se noi lo compariamo alla parte iniziale, ci troviamo di fronte ad una persona che ha ucciso sul campo di battaglia senza rimorso perché era giusto così, mentre l’atto che sta per compiere ora è un atto di violenza pura, senza giustificazione, ed è anche questo che provoca la sua allucinazione, che ciò che sta per compiere non è per una causa giusta ma per soddisfare la sua ambizione. o Macbeth dice che Duncan potrebbe andare al paradiso o all’inferno. Duncan è il re, ma è anche un essere umano, per cui anche se nella tragedia è esaltato come un personaggio positivo, dovrà comunque anch’egli fare i conti con la sua coscienza e con le sue azioni. Seconda scena o Lady Macbeth dice che se nel sonno il re non avesse somigliato a suo padre lo avrebbe ucciso lei. Ciò vuol dire che nella preparazione della stanza ha guardato Duncan dormire, e le ha ricordato suo padre, altrimenti sarebbe stata capace di uccidere. Fino ad ora ci è sembrata assolutamente malvagia, ma questa scena ci dice che lei ha un buon rapporto con suo padre, e qui si vede la genitorialità. Abbiamo quindi un ribaltamento, le parole non sono la realtà: Macbeth è dubbioso ma impugna il pugnale; invece, lady Macbeth è quella che parla, ma si ritrae di fronte all’immagine del re che le ricorda suo padre. La coscienza religiosa di Macbeth richiama il Dr Faustus: nel Dr Faustus il sangue, prima di essere donato al diavolo, si raggruma, come se la natura si volesse opporre, come se la coscienza prendesse il sopravvento. A Macbeth accade la stessa cosa, ma ad azione compiuta. Egli ha paura di guardare di nuovo in faccia Duncan. Il simbolo delle mani è molto importante. o Uccidere il sonno significa non solo non dormire, ma anche il fatto che il sonno è fondamentale nella vita degli individui, perché gli uomini giusti trovano la pace nel sonno. Macbeth non sarà più lo stesso, non trarrà più beneficio dal sonno, tutto sarà completamente scompigliato. o Lady Macbeth dice che si sono macchiati dello stesso assassinio, hanno entrambi le mani sporche di sangue, ma si vergognerebbe ad avere un cuore bianco, cioè dice che Macbeth è debole, anche se ha compiuto l’omicidio. La visione del sangue sulle mani, segno della sua azione, non gli fa cambiare prospettiva, il cuore rimane bianco, e Lady Macbeth lo accusa di questo. A questo punto la tensione dello spettatore è al massimo, e questo è tipico della tragedia. Però Shakespeare pensa anche in riferimento alla tradizione classica che per lo spettatore è importante quello che potremmo definire relief, sollievo. Terza scena La scena del portiere ha il compito di relief. Il personaggio è nel dormiveglia, seccato perché qualcuno sta bussando nel cuore della notte. È il personaggio del fool, il giullare, che serve a dare relief, ma anche a dire la verità, mascherato dai cosiddetti puns, giochi di parole, caratteristica del linguaggio shakespeariano. In questi giochi di parole apparentemente senza senso, il portiere ci sta spiegando qualcosa. Parla per esempi: o l’opportunista (deve portare i fazzoletti per asciugare il sudore e le lacrime), o fabbricante di equivoci (personaggio traditore e ambiguo, dell’ambiguità, in grado di ingannare il mondo ma non il cielo), o sarto inglese (cuce addosso alle persone l’abito adatto, permette di misurare e indossare l’abito adatto solo a te). È un mod da parte del personaggio di coinvolgere per la prima volta il pubblico. Lui è il portiere del diavolo, e tutto ciò che si è verificato è tanto orribile che è troppo freddo per l’inferno. È il portiere di Macbeth e Lady Macbeth, il diavolo. Tanti personaggi rappresentati, che per un sentiero di primule se ne vanno all’inferno. Oltre a inserire un riassunto di ciò che è accaduto, sottolinea anche il fatto che neanche il demonio riuscirebbe a compiere un’azione così efferata, nella freddezza di compiere un’azione di questo tipo. Espressione massima del male. Sono coloro che hanno mentito sul piatto della bilancia, e poi hanno tradito. Questo relief è relativo, perché richiama una sorta di vaticinio interiore, disseminando inconsapevolmente ciò che è accaduto. Il relief adesso continua, perché il discorso con Macduff sottolinea la comicità del personaggio. Il portiere ha la sua funzione immediata, e poi viene abbandonato dall’autore. La sua è una funzione estremamente importante, perché l’uccisione di Duncan rappresenta il climax della tragedia, il momento più alto della tensione, e la percezione dello spettatore si deve allentare. Ha una duplice funzione: diventare un doppio del fool, che nel divertire racconta la verità. Lady Macbeth, a differenza di Macbeth, presenta delle peculiarità che rappresentano tratti distintivi della figura femminile. È una donna manipolatrice, astuta, ossessionata, avida di potere, e la sua avidità si manifesta in modo maggiore rispetto al marito (dice agli spiriti di toglierle il sesso, perché vorrebbe essere un uomo, vorrebbe non avere paura ma il coraggio per poter agire, a differenza di Macbeth che invece mostra molti momenti di esitazione). Sovvertimento della figura femminile come angelo del focolare. Il collegamento con l’ambiente domestico significa anche occuparsi della famiglia e dell’ambiente domestico, ma anche l’addomesticamento della donna, sempre succube del suo ruolo. Il concetto di addomesticamento è uno degli elementi contro cui la teoria femminista si scaglia. Nel periodo in cui Shakespeare scrive ci sono delle donne, anche appartenenti alle upper classes, tenteranno di sovvertire l’ordine. Gli inglesi fanno corrispondere al periodo elisabettiano il rinascimento; Elisabetta è stata una grande fautrice della cultura, una grande diffusione dei testi tradotti dal latino. La caratterizzazione shakespeariana non è pura, non fa riferimento solo all’espressione anglosassone, ma proviene anche da profili di altre opere tradotte, e questo spiega perché lui scrive Giulio cesare oppure Romeo e Giulietta. Ciò significa che il periodo in cui Shakespeare vive è ricchissimo, in cui la circolazione della cultura serve anche a determinati autori per prendere ispirazione da altri. La grandezza di Shakespeare sta nel fatto che lui non copia personaggi, per cui se nella tradizione c’è una figura femminile in un determinato modo, egli la rielabora, e fa una innovazione basata sulla tradizione.
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