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ANALISI TESTO "Pace non trovo et non ò da far guerra" di PETRARCA, Sintesi del corso di Italiano

Il documento contiene l'analisi del componimento poetico "Pace non trovo et non ò da far guerra" scritto da Francesco Petrarca.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 14/09/2020

belena01
belena01 🇮🇹

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Scarica ANALISI TESTO "Pace non trovo et non ò da far guerra" di PETRARCA e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! Burgoci Elena 3BTT 20/03/2020 Pace non trovo et non ò da far guerra è un componimento poetico scritto da Francesco Petrarca e raccolto nel canto CXXXIV dell’opera più famosa e importante dell’autore: Rerum vulgarium fragmenta, conosciuta anche come il Canzoniere. Il poeta si trova in un momento di sconforto e disperazione e si sfoga scrivendo le sensazioni e i sentimenti che l’amore per Laura provocano in lui. Pace non trovo, e non posso fare la guerra che temo e spero; e ardo di passione e sono di ghiaccio; e volo sopra il cielo, e sono sdraiato a terra; e niente stringo, e ho tutto il mondo tra le mie mani. Qualcuno mi tiene prigioniero, ma non apre la porta del suo cuore, né mi imprigiona dentro ad esso; né mi tiene per sè e nè mi lascia andare; Amore non mi uccide e non mi toglie il ferro di dosso ( le catene); non mi vuole vivo, né morto. Vedo senza occhi, e non ho lingua ma grido; e voglio morire, e chiedo aiuto; e odio me stesso, e amo qualcun’altro. Mi nutro di dolore, e rido e piango allo stessto tempo; la morte e la vita non mi piacciono in egual modo; in questo stato sono, donna, per colpa vostra. L’opera in questione è un sonetto. Il componimento è quindi costituito da quattro strofe: due quartine (4 versi) e due terzine (3 versi). I versi che lo compongono sono endecassillabi. Lo schema rimico è: ABAB per quanto riguarda le quartine, si tratta quindi di una rima alternata e CDE per le terzine e si tratta di una rima ripetuta. La parola “voi” (v. 14) e la parola “altrui” (v.11) costituiscono una rima siciliana. <<(l’ho visto dal libro)>> Sono presenti anche rime interne: giaccio-giaccio(v 2-3) e veggio-cheggio (v 9-10). La sintassi è semplice. Nel testo prevale il periodo paratattico, dunque le coordinate, ed è dominato dal polisindeto. È molto frequente l’utilizzo della congiunzione “e”, presente anche come “et”ed “ed”. Il registro è medio e il ritmo è ben scandito grazie alla presenza di pause, al termine di ogni verso, che vengono indicate dai segni di punteggiatura (. ; :). Sono presenti latinismi. (veggio; cheggio..) Le figure retoriche presenti sono diverse e si classificano in base alla loro natura. Vi sono figure di suono, d’ordine e di significato. Come figura di suono c’è: l’allitterazione e il fonosimbolismo (ed ardo e son un ghiaccio). Le vocali “a” e “o” evocano sensazioni cupe. Come figura d’ordine c’è: l’anafora (e/et; né/né; et non/et non), l’anastrofe (et nulla stringo, et tutto ‘l mondo abbraccio; né per suo mi riten; et non m’ancinde Amore) e il parallelismo (pace/guerra; temo/spero; ardo/ son un ghiaccio; volo/ giaccio; cielo/terra; nulla/tutto ‘l mondo; apre/serra; odio/amo; morte/vita. Come figura di significato c’è: la personificazione (Amore), l’ossimoro (piangendo rido), la metafora (et volo sopra ‘l cielo), il paradosso (veggio senza occhi; non ò lingua et grido) e l’antitesi, che predomina sull’intera poesia. Petrarca organizza il discorso secondo uno schema binario, cioè basato su coppie di parole o espressioni che sono poste in opposizione tra di loro e stanno a significare il dissidio interiore del poeta, di cui la causa principale è l’amore per Laura. Nella prima quartina compaiono numerosi termini antitetici: pace non trovo, et non ò da far guerra; e temo, et spero; et ardo e son un ghiaccio; et volo spora ‘l cielo, et giaccio in terra; et nulla stringo e tutto il mondo abbraccio. Nella prima strofa, così come nella terza e nella quarta lo scrittore sottolinea lo stato traballante, d’indecisione, incertezza e confusione in cui egli si trova. Nella seconda strofa, invece, si rivolge a due diverse entità: ad Amore e di conseguenza anche a Laura, la donna che ama. I due soggetti tengono Petrarca in sospeso, appeso al dubbio, in attesa di una risposta. La presenza dei vari “né” sta come ad indicare che nessuna delle opzioni possibili sia adatta allo scrittore. Analisi testo “Pace non trovo et non ò da far guerra” di Petrarca
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