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Analisi vv. 1-77 dell'Antigone di Sofocle con riferimenti alla figura di Antigone in altri tragediografi greci, Appunti di Greco

Il documento riporta una breve introduzione alla figura di Sofocle, una esposizione dei fatti precedenti alla tragedia "Antigone" ed una analisi dei primi 77 versi del testo. Inoltre è presente una breve descrizione della figura di Antigone all'interno de “I sette a Tebe” di Eschilo e de “Le Fenicie” di Euripide.

Tipologia: Appunti

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ludovicobf
ludovicobf 🇮🇹

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Scarica Analisi vv. 1-77 dell'Antigone di Sofocle con riferimenti alla figura di Antigone in altri tragediografi greci e più Appunti in PDF di Greco solo su Docsity! Indice: pag. 2: Introduzione a Sofocle pag. 3: Antigone: antefatti e temi pag. 4: Analisi dei vv. 1-77 dell'Antigone di Sofocle (Con testo greco per i vv. 21-77) pag. 9: La figura di Antigone ne “I sette a Tebe” di Eschilo e ne “Le Fenicie” di Euripide SOFOCLE Vita Sofocle nasce a Colono tra il 497 e il 496 da una famiglia benestante. Fu anche un uomo politico di grande rilievo: fu presidente dei tesorieri della lega Delio-Attica, fu stratega anche dopo la morte di Pericle e ebbe l'incarico di ricostruire la democrazia ad Atene dopo la disfatta in Sicilia. Muore verso il 406 e siamo certi che morì dopo Euripide, perché fece vestire il coro in segno di lutto in onore del tragediografo. Siamo certi anche che morì prima della rappresentazione delle Rane di Aristofane perché nella commedia si trovava nell'Ade. Scrisse circa 120-130 tragedie, di cui noi ne possediamo solo 7 (Antigone 442 a.C (unica datazione certa), Filottete 409 a.C, Edipo Colono 401 a.C, Edipo re, Aiace, Trachinie, Elettra) e un dramma satiresco non integrale, grazie a un ritrovamento papiraceo. Politica: all’interno delle opere di un autore troviamo dei temi,dei messaggi Edipo a Colono: fine del mito di Edipo, parla del suo esilio, quando si riavvicina alle figlie Elettra: sorella di Oreste, la tragedia esopne la vendetta contro Clitemnestra Trachinie: Parla di Eracle che si innamora di un’altra donna e il centauro Nesso dà a Deianira una veste per ucciderla. Aiace: Parla della pazzia di Aiace che lo porterà al suicidio Filottete: Il protagonista era stato abbandonato sul'isola di Lemno, ma dopo anni un oracolo svela ai greci che senza le armi di Filottette la guerra non sarebbe mai stata vinta. Perciò Odisseo e Neottolemo vanno da lui per ottenereil suo arco. Poetica 1. La tragedia sofoclea rappresenta grandi figure che sono emblema della condizione umana di solitudine e dolore, a cui non c'è rimedio. 2. L'uomo ha problemi con se stesso e con la città, in ogni caso c'è un rapporto problematico con la realtà. 3. Si passa dal μαθος αλ παθος (esattamnete il contrario di Eschilo), l'uomo apprende la sua condizone e per questo soffre. 4. La sua tragedia rappresenta il contrasto tra libertà e necessità, uomo e legge (es. Antigone). 5. I protagonisti delle tragedie sono condannati a sbagliare e quindi soffrire. 6. Non si trovano riferimenti alla realtà contemporanea ma ci sono delle allusioni (es. la peste). 7. I protagonsiti e il coro sono spesso contrapposti (uomo contro polis). 8. Gli eroi sono condannati dagli dei. Drammaturgia 1. Non ci sono trilogie ad argomento unico. 2. Introduce la struttura a dittico, il testo è spezzato in due parti e spesso nella seconda parte il protagonista scompare. 3. Lunghe ρησεις, dialoghi solitari per far cogliere la centralità dell'individuo. 4. Introduce il terzo attore stabile. 5. Aumenta il coro da 10 a 15 componenti. 6. Il protagonsita si trova quasi sempre in scena. 7. Αναγνορεσις: il riconsocimento, o in genrale la presa di coscienza diventano fondamentali nelle sue tragedie. 8. Spesso ci sono oracoli, profezie ed enigmi. Οὕτως ἔχει σοι ταῦτα, καὶ δείξεις τάχα εἴτ' εὐγενὴς πέφυκας εἴτ' ἐσθλῶν8 κακή.” “AN: Creonte ha onorato uno dei nostri due fratelli con la tomba e disonorato l’altro. Dicono che Eteocle sia stato trattato da Creonte secondo giustizia e legge, lo fece seppellire sotto terra, onorato tra i morti (di laggiù); l’altro, che è morto miseramente, il cadavere di Polinice, dicono che sia stato annunciato ai cittadini il fatto che nessuno lo seppellisse in una tomba né lo compiangesse, per gli uccelli che guardano alla gioia del cibo. Dicono che il buon Creonte abbia annunciato queste cose per te e per me, e dico soprattutto per me. Dicono che venga qui per annunciare chiaramente queste cose a coloro che non le sanno, e (dicono) che considera l’azione non come un niente (= ci tiene molto). E si prepara/si mette davanti una morte per pubblica lapidazione per colui che fa qualcuna di queste cose. Le cose per te stanno così, e tu (Ismene) potrai dimostrare subito se sei nata di buona stirpe oppure se sei malvagia pur venendo da buona famiglia (=lett. “malvagia di buoni”).” Sintesi: Antigone parla dell'editto di Creonte, dice che un fratello è stato seppellito con tutti gli onori mentre l'altro è stato imposto di non seppellirlo, lasciarlo mangiare dagli uccelli. Antigone crede che l'editto sia fatto apposta per lei in particolare. La pena se non verrà rispettata la legge è la morte per lapidazione. Poi si rivolge ad Ismene, le dice che potrà dimostrare se essere buona o malvagia. Analisi: 1. τάφου: la tomba. Il nome dipende da entrambi i participi προτίσας e ἀτιμάσας. La collocazione all'interno della frase fa risaltare il concetto su cui si fissa Antigone ovvero la tomba. 2. νῷν: genitivo di noi al duale, τὼ κασιγνήτω: i fratelli (duale) 3. La giustizia in senso astratto (δίκῃ) non coincide per niente con la legge della città (νομος) 4. Buon Creonte: è ironico 5. L'editto non era diretto ad Antigone, era generale. Anzi, egli non pensava affatto che ad opporvisi sarebbe stata una donna. 6. Creonte ci tiene a questa sua legge, vuole che la conoscano tutti e che si sappia che l'azione della sepoltura non è un niente. 7. δημόλευστον : il popolo prende a sassate (punizione). In realtà Antigone verrà sepolta viva. 8. ἐσθλῶν: genitivo di origine, malvagia da una famiglia buona Vv. 39-60 “ΙΣ. Τί δ', ὦ ταλαῖφρον, εἰ τάδ' ἐν τούτοις1, ἐγὼ1   40 λύουσ2' ἂν εἴθ' ἅπτουσα2 προσθείμην πλέον; ΑΝ. Εἰ ξυμπονήσεις καὶ ξυνεργάσῃ σκόπει3. ΙΣ. Ποῖόν τι κινδύνευμα; ποῖ γνώμης ποτ' εἶ4; ΑΝ. Εἰ τὸν νεκρὸν ξὺν τῇδε κουφιεῖς χερί. ΙΣ. Ἦ γὰρ νοεῖς θάπτειν σφ', ἀπόρρητον πόλει;   45 ΑΝ. Τὸν γοῦν ἐμὸν καὶ τὸν σόν, ἢν σὺ μὴ θέλῃς5, ἀδελφόν5· οὐ γὰρ δὴ προδοῦσ' ἁλώσομαι. ΙΣ. Ὦ σχετλία, Κρέοντος ἀντειρηκότος; ΑΝ. Ἀλλ' οὐδὲν αὐτῷ τῶν ἐμῶν ‹μ'› εἴργειν μέτα6. ΙΣ. Οἴμοι· φρόνησον, ὦ κασιγνήτη, πατὴρ   50 ὡς νῷν ἀπεχθὴς δυσκλεής τ' ἀπώλετο, πρὸς αὐτοφώρων7 ἀμπλακημάτων διπλᾶς ὄψεις ἀράξας αὐτὸς7 αὐτουργῷ χερί· ἔπειτα μήτηρ καὶ γυνή, διπλοῦν ἔπος, πλεκταῖσιν ἀρτάναισι λωβᾶται βίον·   55 τρίτον δ' ἀδελφὼ δύο μίαν καθ' ἡμέραν αὐτοκτονοῦντε7 τὼ ταλαιπώρω μόρον κοινὸν κατειργάσαντ' ἐπαλλήλοιν χεροῖν. Νῦν δ' αὖ μόνα δὴ νὼ λελειμμένα σκόπει ὅσῳ κάκιστ' ὀλούμεθ'8, εἰ νόμου βίᾳ   60 ψῆφον τυράννων ἢ κράτη παρέξιμεν.” “IS: Se le cose sono queste, io sfortunata, che cosa potrei aggiungere di più, obbedendo o disobbedendo? AN: Guarda (= decidi) se farai questa fatica con me, se compirai questa azione con me. IS: Qual è il rischio? Che cosa pensi? AN: Se solleverai il cadavere con queste stesse mani. IS: Dunque pensi forse di seppellirlo? Cosa proibita per la città? AN: Il mio, il tuo fratello, se anche tu non vuoi. Ed io non sarò sorpresa mentre tradisco. IS: Sventurata, anche se Creonte ha emesso un editto contrario? AN: Non gli è affatto possibile per tenermi lontana dalle mie cose (=impedirmelo) IS: Ahimè pensa, sorella mia, a nostro padre che andò in rovina odiato e disonorato, dopo aver trafitto lui stesso con la sua mano i due occhi a causa dei delitti che lui stesso ha portato fuori. Ora pensa alla madre e moglie, doppia parola, che ha rovinato la sua vita con intrecci. Pensa ai fratelli che, in un solo giorno, dopo essersi uccisi sventurati si prepararono un comune triste destino con le mani dell’altro; ed ora guarda noi due sole abbandonate, quanto andremo in rovina, se andremo contro il voto ed il potere dei tiranni con la violenza nei confronti della legge.” Sintesi: si apre un conflitto tra le sorelle, Ismene è contraria a seppellire il fratello, dice che la legge glielo impedisce e quindi non può farlo. Antigone dice che nonostante l'editto Creonte non può impedirglielo. Ismene allora le ricorda le sventure della famiglia (Edipo si accecato, Giocasta uccisa, i fratelli morti in una guerra uno contro l'altro) e le chiede quanto ancora andranno in rovina se disubbidiranno alla legge. Analisi: 1. Εγω alla fine del verso è in posizione enfatica e in chiara contrapposizione con εν τουτοις. Ismene vuole sottolineare l'αμηχανια di donna davanti al corso degli eventi: “cosa potrei opporre io?” 2. Letteralmente sciogliendo e stringendo, indica l'adoperarsi in una e l'altra direzione 3. σκοπει: l'imperativo rende perfettamente l'atteggiamento della protagonista 4. Ismene è molto incerta, è titubante, continua a chiedere ad Antigone se è sicura 5. Antigone antepone al giudizio politico della città su Polinice il suo valore di membro della famiglia. La posizione di ἢν σὺ μὴ θέλῃς fa suggerire due interpretazioni. Da una parte sembra che Ismene voglia gia rifiutare il seppellimento di Polinice, dall'altra che voglia rinnegare il fratello, e di conseguenza, secondo Antigone, tutta la stirpe. 6. Antigone indica ancora una volta che il tiranno non può invadere i diritti del γενος. A proposito si nota la posizione nettamente contrapposta tra αὐτῷ e ἐμῶν. 7. αυτος: ripetizione, anafora. 8. Ismene non è solo razionale e misurata, non vuole nemmeno commuovere la sorella, ma vuole farle capire che andrà incontro a terribili sventure che perseguitano la stirpe di Laio da sempre. Vv. 61-77 “ΙΣ. Ἀλλ' ἐννοεῖν χρὴ τοῦτο μὲν γυναῖχ' ὅτι ἔφυμεν, ὡς πρὸς ἄνδρας οὐ μαχουμένα1· ἔπειτα δ' οὕνεκ' ἀρχόμεσθ' ἐκ κρεισσόνων καὶ ταῦτ' ἀκούειν κἄτι τῶνδ' ἀλγίονα.   65 Ἐγὼ2 μὲν οὖν αἰτοῦσα τοὺς ὑπὸ χθονὸς3 ξύγγνοιαν ἴσχειν, ὡς βιάζομαι τάδε, τοῖς ἐν τέλει βεβῶσι4 πείσομαι· τὸ γὰρ περισσὰ πράσσειν οὐκ ἔχει νοῦν οὐδένα5. ΑΝ. Οὔτ' ἂν κελεύσαιμ' οὔτ' ἄν, εἰ θέλοις ἔτι   70 πράσσειν, ἐμοῦ γ' ἂν ἡδέως δρῴης μέτα6. Ἀλλ' ἴσθ' ὁποία σοι δοκεῖ7, κεῖνον δ' ἐγὼ8 θάψω· καλόν μοι τοῦτο ποιούσῃ θανεῖν9. Φίλη μετ' αὐτοῦ κείσομαι10, φίλου μέτα, ὅσια πανουργήσασ'11· ἐπεὶ πλείων χρόνος12   75 ὃν δεῖ μ' ἀρέσκειν τοῖς κάτω τῶν ἐνθάδε. Ἐκεῖ γὰρ αἰεὶ κείσομαι· σοὶ δ' εἰ δοκεῖ, τὰ τῶν θεῶν ἔντιμ' ἀτιμάσασ' ἔχε.” “Is. Ma bisogna riflettere su questo, che siamo nate donne, che non possono lottare contro gli uomini; e inoltre, poiché siamo sottomesse da chi è più forte, occorre ascoltare tutte queste cose e anche cose più dolorose di queste. Io quindi, pregando quelli di sottoterra (i defunti) di perdonarmi poiché sono costretta a fare queste cose, obbedirò a coloro che si sono recati al potere (chi comanda) : infatti non ha alcun senso fare cose troppo grandi. A. Non ti potrei dare ordini, e nemmeno se tu volessi ancora agire, agiresti volentieri assieme a me. Sii pure quella che a te sembra, io lo seppellirò. Per me è bello morire facendo questo. Io giacerò amata assieme al mio amato, dopo aver fatto terribili riti sacri. Poiché tempo maggiore è quello che occorre che io soddisfi a quelli di laggiù rispetto a quelli di quassù, là giacerò per sempre. Se a te pare, abbi dopo averle disonorate le cose onorevoli degli dei (disonora pure ciò che gli dei onorano).” Sintesi: Ismene sostiene di non poter agire contro Creonte: essendo una donna infatti crede di dover sottostare agli uomini. Non ha quindi intenzione di seguire la sorella. Antigone replica dicendo che non desidera nemmeno che si unisca a lei perché sa che non cambierà mai idea. Torna a dire che seppellirà il fratello e poi morirà. Sara felice però di come morirà perché sarà con onore, la sorella invece sarà disonorevole. Analisi: 1. Totale remissività di Ismene, sta dicendo: “non possiamo andare contro la forza (forza anche fisica e violenta) dei tiranni, siamo donne e dobbiamo sottostare agli uomini.” 2. V. 65 Εγω a inizio verso sottolinea con vigore la posizione di Ismene. 3. Sottinteso anche gli dei che stanno sottoterra. 4. perifrasi τοῖς ἐν τέλει βεβῶσι (participio perfetto dativo plurale dal verbo βαινω) 5. La posizione finale di Ismene è in chiara opposizione ad Antigone. Non vuole agire contro il potere costituto. Si trova costretta a sottomettersi a uomini potenti, crede che tentare di fare di più non abbia senso. 6. Passaggio ambiguo, forse volutamente. O ἡδέως è riferito all'azione di Ismene, quindi
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