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Anatomia del diaframma, del mediastino e del cuore, Sintesi del corso di Anatomia I

Sintesi basata sulle sbobine.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 03/04/2020

federosemary
federosemary 🇮🇹

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Scarica Anatomia del diaframma, del mediastino e del cuore e più Sintesi del corso in PDF di Anatomia I solo su Docsity! Muscolo Diaframma l diaframma è un muscolo impari e cupoliforme, che separa la cavità toracica da quella addominale. Tenendo conto delle inserzioni, del diaframma si distinguono una parte sternale, una parte costale e una parte lombare: - parte sternale: origina dalla superficie interna del processo xifoideo; - parte costale: origina dalle superfici interne delle ultime sei coste; - parte lombare: origina dalle vertebre lombari con tre coppie di pilastri, ovvero sia fasci muscolari che si portano verso il basso e che prendono il nome di pilastri mediali, intermedi e laterali. Le tre coppie di pilastri controlaterali non sono perfettamente simmetriche, soprattutto i pilastri mediali, e si originano in punti diversi: - il pilastro mediale destro origina dai corpi delle prime tre vertebre lombari ed è più grande, il pilastro mediale sinistro invece origina soltanto dai corpi delle prime due vertebre lombari. L’asimmetria è spiegata dal fatto che fra i due pilastri decorre l’aorta discendente, che è posta leggermente più a sinistra rispetto alla linea mediana, e che attraversando il diaframma da toracica diviene addominale. - i pilastri intermedi originano dal corpo di L1; - i pilastri laterali originano dai processi costiformi di L1; sono inoltre nastriformi, a differenza dei pilastri medi e intermedi che hanno una sezione maggiormente rotonda.  Centro tendineo Sulla faccia superiore del diaframma è presente un ampio tendine, a forma di “trifoglio” detto centro frenico o centro tendineo del diaframma, in cui possono essere individuate due foglie laterali e una foglia mediale.  Rapporti Essendo posto tra torace e addome il diaframma, è in rapporto con organi toracici, organi addominali e organi toraco-addominali, che lo attraversano. Gli organi toracici che prendono rapporto con il diaframma sono il cuore e i polmoni, entrambi indirettamente attraverso le proprie membrane sierose (pericardio e pleura). Le principali strutture toraciche che attraversano il diaframma portandosi nell’addome sono invece l’aorta discendente, l’esofago e la vena cava inferiore. - forame aortico: l’aorta non attraversa il diaframma attraverso un vero e proprio foro, poiché essa posteriormente è in diretto rapporto con il legamento longitudinale anteriore della colonna vertebrale, e a destra e a sinistra è invece circondata dai due pilastri mediali; insieme all’aorta attraversano il diaframma la vena azygos e il dotto toracico. - forame o iato esofageo: fora il diaframma per consentire il passaggio dell’esofago ed è posto anteriormente all’aorta; insieme all’esofago attraversano il diaframma i nervi vaghi, destro e sinistro, una volta nell’addome ruotano divenendo nervo vago anteriore e posteriore. - forame della vena cava inferiore: fora il diaframma per consentire il passaggio della vena cava inferiore e del nervo frenico destro; il nervo frenico sinistro invece, attraversa il diaframma con un foro ad hoc.  Vascolarizzazione Il diaframma è vascolarizzato da due coppie di arterie freniche, superiori e inferiori, destre e sinistre. Le arterie freniche superiori sono rami parietali dell’aorta discendente toracica, le arterie freniche inferiori di quella addominale. Le arterie freniche superiori e inferiori sono poste in comunicazione grazie a rami perforanti disposti a formare un circolo anastomotico.  Clinica Il polso aortico è apprezzabile perché l’aorta poggia su una superficie ossea, che funge da cassa di risonanza; alterazione del polso aortico sono dunque percepibili e possono essere dovute a diverse patologie come: - Ernia discale anteriore: rara, comprime l’aorta; - Aneurisma aortico: dilatazione del vaso. Cavità toracica La cavità toracica è suddivisa in due logge pleuriche (destra e sinistra), che contengono i polmoni, e da una porzione centrale chiamata mediastino, il quale contiene organi importanti come il cuore e il timo, e le sezioni toraciche di organi come l’esofago e la trachea. Mediastino È limitato: - superiormente: base del collo; - inferiormente: dal centro frenico del diaframma; - anteriormente: faccia interna dello sterno; - posteriormente: corpi vertebrali; Il mediastino è suddiviso in due compartimenti principali: il mediastino superiore e il mediastino inferiore. I due compartimenti sono suddivisi da un piano che ha come punto di riferimento l’angolo di Louis, o angolo sternale, corrispondente posteriormente al margine superiore di T5 o a volte al corpo di T4. Il mediastino inferiore è a sua volta suddiviso in mediastino anteriore, mediastino medio e mediastino posteriore.  Vestibolo mediastinico È una regione posta fra la regione cervicale e il mediastino superiore, compresa fra la sezione superiore del manubrio dello sterno e il margine inferiore della prima costa. Il vestibolo mediastinico è suddiviso in una zona ventrale, una zona media e una zona dorsale. - zona ventrale: timo e tiroide, con differenze legate all’età; - zona media: fasci vascolo-nervosi del collo; - zona dorsale: esofago e trachea.  Mediastino Superiore - timo (porzione superiore); - trachea; - esofago (porzione toracica superiore); - arco aortico e rami (tronco brachiocefalico, succlavia, carotide comune); - legamento arterioso (residuo del dotto di Botallo, collegante aorta e tronco polmonare durante la vita fetale); - vene brachiocefaliche dx e sx; - vena intercostale superiore sinistra; - vena cava superiore; - nervi vaghi dx e sx; - nervi frenici dx e sx; - nervo laringeo ricorrente sinistro; - dotto toracico; - linfonodi; - tessuto adiposo.  Mediastino Anteriore opaco. L’epicardio che ricopre il cuore in quanto tale, non forma riflessioni particolari, al contrario di quanto fa invece la sezione di pericardio che ricopre i grandi vasi arteriosi e venosi, che forma i cosiddetti seno trasverso e seno obliquo. - il seno trasverso posto posteriormente all’aorta ascendente e al tronco polmonare; - il seno obliquo posto obliquamente e compreso fra le quattro vene polmonari.  Pericardiocentesi È possibile che all’interno dei seni cardiaci si possa accumulare del liquido in eccesso, ciò porta al cosiddetto tamponamento cardiaco, ovvero a una ridotta funzionalità del miocardio a causa della compressione. Per drenare il liquido in eccesso si dispone un’operazione detta pericardiocentesi grazie a una ago-cannula che viene inserita in un punto compreso fra il processo xifoideo e la settima cartilagine costale. Cuore  Sede e limiti Il cuore è ricoperto dal pericardio ed è racchiuso all’interno del mediastino medio. I limiti sono: - superiormente: grossi vasi arteriosi e venosi, antero-superiormente è in rapporto col timo; - inferiormente: centro tendineo del diaframma (foglia anteriore). In prossimità di tale zona di contatto sono situati il cardias e il fondo dello stomaco, la vicinanza fra tali strutture spesso può causare confusione a livello sintomatologico; - anteriormente: è ricoperto dai polmoni, tranne per una piccola regione triangolare detta aia cardiaca; - posteriormente: strutture del mediastino posteriore;  Orientamento del cuore (asse cardiaco) Il cuore può essere immaginato come una piramide quadrangolare “atipica”, avente: - la base o faccia posteriore rivolta posteriormente; - l’apice posto in basso a sinistra; - una faccia anteriore obliqua, la più ampia, rivolta superiormente, detta sternale; - una faccia inferiore, detta diaframmatica; - due facce laterali, dette polmonari dx e sx.  Margini del cuore - margine dx o acuto: delimita a destra la faccia sterno-costale da quella diaframmatica. Pressoché orizzontale, è diretto da dietro in avanti e verso sinistra. Corrisponde, per breve tratto, all’atrio destro e per la massima estensione al ventricolo destro. - margine sx o ottuso: segna, a sinistra, il graduale passaggio tra la faccia sternale e la faccia diaframmatica. Ha un decorso quasi verticale, lievemente obliquo in avanti, in basso e a sinistra. È formato prevalentemente dal ventricolo sinistro e, nel tratto superiore, dall’atrio corrispondente.  Configurazione esterna del cuore La descrizione anatomica del cuore è effettuata da destra a sinistra, e dall’alto verso il basso. o Peduncolo vascolare Il peduncolo vascolare del cuore è costituito dall’insieme di tutti i vasi, sia arteriosi che venosi, che direttamente emergono o confluiscono dalle quattro camere cardiache, ovvero sia: l’aorta, la vena polmonare dx, la vena polmonare sx, la vena cava superiore, la vena cava inferiore, le due arterie polmonari dx e le due arterie polmonari sx.  Faccia anteriore (o sternale) 1. vena cava superiore, che si immette nell’atrio dx; 2. aorta ascendente: questa prosegue formando l’aorco aortico, da cui emergeranno tre arterie: 1) tronco brachiocefalico o arteria anonima, che poi si divide in arteria succlavia dx (1) e arteria carotide comune dx (2); 2) arteria carotide comune sx; 3) arteria succlavia dx. Dopo l’arco aortico il vaso continua come aorta discendente toracica. 3. tronco polmonare, che emerge dal ventricolo dx, e si divide, passando al di sotto dell’arco aortico, in arteria polmonare dx e arteria polmonare sx. Osservando la faccia anteriore del cuore è osservabile soltanto l’arteria polmonare sx; Al di sotto di queste: 4. auricola dx: l’auricola o orecchietta è una particolare porzione dell’atrio, dotata di contrattilità, perché presenta sul versante interno i cosiddetti muscoli pettinati; 5. solco coronario anteriore (o solco atrio-ventricolare): divide l’atrio dx dal ventricolo dx; 6. ventricolo dx: occupa la maggior porzione della faccia anteriore; 7. auricola sx: ovviamente più in alto, se ne scorge una piccola parte; 8. solco interventricolare anteriore: divide i due ventricoli; 9. ventricolo sx: occupa una piccola parte della faccia anteriore ed è visibile l’apice. Ancora più sotto è possibile scorgere a volte la: 10. vena cava inferiore. Entrambi i solchi ospitano una componente di tessuto adiposo e i vasi della circolazione coronarica di cui si parlerà in seguito.  Faccia inferiore (o diaframmatica) 1. vena cava superiore; 2. arco aortico; 3. arterie polmonari dx e sx (al di sotto dell’arco aortico); Al di sotto di queste: 4. vene polmonari superiore dx e vena polmonare superiore sx; 5. vene polmonari inferiore dx e vena polmonare inferiore sx; Al di sotto di queste: 6. atrio dx; 7. vena cava inferiore; 8. atrio sx (posto fra le vene polmonari); 9. auricola sx; Al di sotto di questi: 10. seno coronario: grossa vena che raccoglie il sangue refluo proveniente dalle vene coronarie; Al di sotto di questo: 11. solco coronario: occupato dall’arteria coronaria dx; Al di sotto di questo: 12. ventricolo dx; 13. solco interventricolare posteriore; 14. ventricolo sx: occupa la maggior parte della superficie;  Faccia posteriore (o mediastinica) Per quanto riguarda la base del cuore non c’è molto da aggiungere, si scorgono maggiormente gli atri e il peduncolo vascolare rispetto ai ventricoli. Si nota molto il cosiddetto seno delle vene cave, ovvero sia la regione dell’atrio dx, che risulta particolarmente liscia, posta fra la vena cava superiore e quella inferiore. o Aia cardiaca La proiezione del cuore sulla parete toracica prende il nome di aia di ottusità cardiaca, poiché il cuore, una volta percossa la parete toracica con i polmoni pieni d’aria, darà un suono più ottuso. L’aia cardiaca può essere individuata grazie ai seguenti punti di repere: - margine superiore della 2° cartilagine costale destra, a 1 cm dal margine destro dello sterno; - 5° articolazione sterno-condrale di destra; - Margine superiore della 5° articolazione costo-condrale di sinistra; - Margine superiore della 3° cartilagine costale di sinistra, a 2 cm dal margine sinistro dello sterno. - faccia laterale: costituisce l’auricola sx.  Valvole cardiache Le valvole cardiache sono strutture che regolano il flusso del sangue all'interno del cuore. Si tratta di appendici di tessuto essenzialmente fibroso, rivestite da endocardio, che controllano il passaggio del sangue attraverso gli orifizi (osti) che collegano atri con i ventricoli ed i ventricoli con aorta o arteria polmonare. L'apertura e la chiusura delle valvole è interamente legata alle variazioni pressorie intracardiache. Le valvole cardiache sono quattro: - valvola tricuspide: regola il flusso sanguigno dall’atrio dx al ventricolo sx; - valvola bicuspide o mitrale: regola il flusso sanguigno dall’atrio sx al ventricolo sx; - valvola semilunare polmonare: regola il flusso sanguigno dal ventricolo dx alle arterie polmonari; - valvola semilunare aortica: regola il flusso sanguigno dal ventricolo sx all’arco aortico. Le due valvole atrio-ventricolari sono maggiormente posteriori rispetto alle due valvole semilunari (la più anteriore è la polmonare), tuttavia giacciono tutte e quattro nello stesso piano: ciò è importante perché il connettivo che costituisce lo scheletro fibroso del cuore rafforza gli osti valvolari in modo tale che tutto giaccia sullo stesso piano e sia più stabile.  Valvola tricuspide La valvola tricuspide, situata subito al di sotto dello sbocco della vena cava inferiore e del seno coronario, è formata da tre cuspidi o lembi, costituiti da un sottile strato di tessuto connettivo, avente uno spessore inferiore al millimetro, ma dotato di grande resistenza; in base alla loro posizione, le cuspidi sono classificate in settale, anteriore e posteriore. I lembi sono collegati a un anello valvolare e tramite questo alla parete del cuore. Le cuspidi sono collegate ai tre muscoli papillari, trabecole del miocardio ventricolare (distinti in settale, anteriore e posteriore), tramite le corde tendinee, sottilissimi filamenti di tessuto connettivo dotati di grande resistenza alla trazione. Il muscolo papillare settale  prende contatto con la cuspide settale quella anteriore. Il muscolo papillare anteriore  prende contatto con la cuspide anteriore e quella posteriore. Il muscolo papillare posteriore  prende contatto con la cuspide posteriore e quella settale. Lo scopo della valvola è quello di impedire il reflusso del sangue verso l’atrio: durante la sistole ventricolare, si ha la contrazione dei muscoli papillari, i quali tirano le corde tendinee verso il basso, impedendo che la pressione causi il ribaltamento delle cuspidi verso l’atrio e dunque il reflusso di sangue. La chiusura della valvola tuttavia non è perfetta: la trazione sulle cuspidi esercitata sulle cordee tendinee comporterà la formazione di piccole fessure, entro cui potrebbe avvenire il reflusso; per tale motivo sono presenti infatti delle “minicuspidi”, dotate di proprie corde tendinee, per permettere la chiusura totale della valvola  Valvola bicuspide o mitrale Come suggerisce il nome stesso, la valvola bicuspide è formata da due sole cuspidi, l’antero- mediale e la postero-laterale. A sinistra i muscoli papillari sono anch’essi due, uno anteriore e uno posteriore; tutt’e due sono collegati tramite le corde tendinee a entrambe le cuspidi. A livello del ventricolo sinistro è esercitata una pressione maggiore, vi è quindi la presenza di una muscolatura sviluppata, tuttavia le cuspidi sono soltanto due, ne deriva dunque il fatto che il numero di cuspidi non è proporzionale alla resistenza che la valvola è in grado di sviluppare nei confronti del reflusso. La presenza di due sole cuspidi ridurrebbe la formazione di quelle fessure accennate prima.  Valvole semilunari Entrambe le valvole, polmonare e aortica, sono costituite da tre unità membranose, le cuspidi, che assumono una forma di semiluna o di nido di rondine; ogni semiluna costituisce una valvola a sé. Le semilune sono molto sottili, specialmente in una loro parte, posta nel loro margine libero, denominata lunula. Ogni semiluna possiede due lunule, intermezzate da un ispessimento fibroso centrale che prende il nome di nodulo di Morgagni, nella valvola polmonare, e di nodulo di Aranzio nella valvola aortica. Una particolarità della valvola aortica è quella di presentare nella cuspide dx lo sbocco dell’arteria coronaria dx, e nella cuspide sx lo sbocco dell’arteria coronaria sx. Le valvole si aprono passivamente durante la sistole ventricolare, per poi richiudersi rapidamente alla fine della stessa, in previsione della diastole ventricolare, in modo da evitare il reflusso verso il ventricolo. I noduli provvedono alla chiusura delle valvole in previsione della diastole ventricolare: il quale provvede alla chiusura della valvola durante la diastole ventricolare, impedendo il reflusso. Durante la sistole il sangue si accumulerà all’interno delle semilune, in particolare nelle lunule che sono più sottili e dilatabili; ciò comporterà l’avvicinamento dei margini liberi delle tre semilune verso il centro, fino a quando si avrà l’incontro dei tre noduli fibrosi che decreterà la chiusura della valvola. o Focolai di auscultazione delle valvole cardiache Il funzionamento delle valvole cardiache, è alternato: quando sono chiuse entrambe le atrio-ventricolari, saranno aperte le semilunari, e viceversa. Le valvole, nel loro ritmico aprirsi e chudersi, emettono dei suoni diversi che possono essere auscultati nei diversi quattro focolai: - tricuspide: 5° spazio intercostale sx, sul margine sternale; - mitrale: 5° spazio intercostale sx, a metà tra il margine sternale e la linea emiclaveare; - polmonare: 2° spazio intercostale sx, a 1 cm dal margine sternale;. - aortica: 2a spazio intercostale dx, a 1 cm dal margine sternale.  Scheletro fibroso Piano valvolare  Le quattro valvole sono disposte su un piano che non è propriamente orizzontale: le due valvole atrio- ventricolari si trovano posteriormente rispetto alle valvole semilunari; fra le due semilunari, la polmonare è quella posta in posizione più anteriore (e anche superiore). Il piano valvolare è arricchito inoltre da strutture costituite da tessuto connettivo. Ogni ostio valvolare è costituito da un anello fibroso: è necessario, per permettere una corretta funzionalità delle valvole, che l’ostio non sia costituito anch’esso da tessuto muscolare. I quattro anelli fibrosi sono collegati fra di essi da strutture anch’esse costituite da tessuto connettivo: il tendine del cono, di natura maggiormente fibrosa rispetto alle altre strutture, collega l’anello della valvola polmonare con quello della valvola aortica, mentre i trigoni fibrosi (uno a dx e uno a sx), collegano gli anelli delle valvole atrio-ventricolari con quello della valvola aortica. Dalle strutture fibrose del piano valvolare, verso gli atri e poi i ventricoli, partono i cosiddetti fasci fibrosi, i quali sono importantissimi poiché costituiscono i “binari” su cui si assemblano i miocardiociti per formare i fasci muscolari di cui è costituito il miocardio; inoltre fungono da sede entro cui si annidano i vasi della circolazione interna del cuore. L’insieme di tutte le strutture fibrose cardiache prende il nome di scheletro fibroso del cuore. Si distinguono tre tipologie di fasci fibrosi: - Fasci propri o fasci and ansa che si originano da un anello fibroso di una valvola atrio-ventricolare in particolare, formando un'ansa e riportandosi su quella stessa; - Fasci elicoidali o comuni che partono dal margine dell'anello di una delle quattro valvole, si dirigono verso l'apice del cuore dove formano un'ansa (loop) per poi risalire dall'apice verso la base, cioè verso il piano delle valvole però raggiungendo il lato opposto (partono da destra e vanno a sinistra o viceversa); - Fasci suturali (obliqui) che come quelli propri si dipartono da un anello e vanno a inserirsi sullo stesso ma solo dopo che gli stessi hanno attraversato il piano anatomico del cuore e quindi aver sconfinato (partono da sinistra, sconfinano a destra e poi ritornano a sinistra o viceversa). I fasci elicoidali sono importantissimi poiché grazie al loro particolare andamento, non permettono soltanto l’accorciamento dei ventricoli durante la sistole, ma sono responsabile del tipico movimento a spirale, che permette di “spremere” a pieno il contenuto dei ventricoli.  Sistema di conduzione del cuore Il miocardio non è costituito unicamente da miocardiociti di natura contrattile, i quali nel complesso costituiscono il cosiddetto miocardio comune o di lavoro, ma anche da cellule muscolari in grado anche di condurre un impulso elettrico, le quali vanno invece a costituire il cosiddetto miocardio specifico o di conduzione. I miocardiociti che costituiscono il sistema di conduzione del cuore si organizzano in nodi e in fasci. I nodi sono artefici dell’origine dell’impulso, ai fasci è affidato il compito di propagarlo. Le cellule nodali sono quindi dotate di autoritmicità, ovvero sono in grado di generale un impulso autocontraendosi; possono comunque essere sottoposte a regolazione da parte dal sistema nervoso vegetativo, infatti il nervo vago ha azione brachicardica, essendo in grado di abbassare la frequenza cardiaca di circa 20 battiti/s. Il sistema nervoso si divide in sistema nervoso centrale (SNC) e sistema nervoso periferico (SNP). Il sistema nervoso centrale è costituito dal midollo spinale, collocato all’interno del canale vertebrale, e dall’encefalo, contenuto all’interno della scatola cranica. Il midollo spinale è costituito dalla sostanza grigia, posta più interiormente, e la sostanza bianca, posta perifericamente; l’encefalo è invece costituito da tre componenti: cervello, cervelletto e tronco encefalico. Il sistema nevoso periferico è costituito dai nervi, che si diramano dal midollo spinale, ed è diviso in sistema nervoso autonomo, a controllo delle attività viscerali, e il sistema nervoso somatico, a controllo della contrazione della muscolatura volontaria e della trasmissione ed elaborazione delle informazioni sensitive e sensoriale. Il sistema nervoso autonomo si suddivide a sua volta in sistema nervoso ortosimpatico e sistema nervoso parasimpatico; è detto autonomo innanzitutto perché controlla autonomamente le funzioni viscerali, e poi perché è costituito da catene di gangli esterne al SNC. Esistono tre catene di gangli: - catene di gangli paravertebrali: poste lateralmente alla colonna vertebrale; - catene di gangli prevertebrali: poste anteriormente alla colonna vertebrale, ma soltanto in sede addominale; - midollare delle surrene: costituita da gangli modificati; è in grado di rilasciare i suoi neuromediatori (adrenalina e noradrenalina) non nello spazio intersinaptico come fanno tutti gli altri, ma bensì nel sangue, così che possano raggiungere l’intero organismo. Il sistema nervoso parasimpatico è rappresentato per il 90% dal nervo vago, decimo delle dodici paia di nervi cranici, ed è in grado di diminuire la frequenza cardiaca, mentre il sistema nervoso ortosimpatico l’aumenta. In particolare il nervo vago agisce sul nodo seno-atriale diminuendo la frequenza cardiaca di circa 20 battiti al minuto. La frequenza cardiaca media si aggira tra i 60 e gli 80 battiti al minuto (i valori sono leggermente più bassi in media per i soggetti di sesso femminile), ma non si può asserire l’esistenza di un “valore normale” poiché la frequenza cardiaca dipende da moltissimi fattori e condizioni, oltre al sistema nervoso autonomo è ad esempio implicata la pressione arteriosa. Il sistema nervoso presenta due componenti principali, quella motoria e quella sensitiva, ognuna di esse poi può essere di natura viscerale o somatica. - La motricità viscerale ha come target 4 tipi differenti di tessuto: il muscolo liscio, il muscolo cardiaco, le ghiandole e il tessuto adiposo. Agendo su questi soli distretti corporei, il sistema nervoso riesce a effettuare un controllo di tutte le funzioni viscerali, in questo caso attraverso movimenti involontari come ad esempio la peristalsi intestinale, o il rilascio del secreto da parte di una ghiandola. - La sensibilità viscerale è garantita dalla presenza di specifici recettori a livello viscerale detti intercettori o enterocettori. Viene quindi effettuato un controllo di tutte le funzioni vegetative; grazie alle informazioni provenienti da tali recettori, il sistema nervoso è poi in grado di agire. - La motricità somatica ha come unico target i muscoli scheletrici; grazie alla contrazione volontaria dei muscoli si avrà l’avvicinamento o l’allontanamento di due segmenti ossei che avrà come risultato il movimento. - La sensibilità somatica è garantita dalla presenza di recettori sia a livello viscerale, ma anche sulle superfici cutanee; A queste quattro componenti nel sistema nervoso si aggiunge la sensibilità specifica che è determinata dagli organi di senso e che è costituita dai sensi. I nervi spinali, che arrivano e si dipartono dal midollo spinale, hanno una radice dorsale, che è sensitiva, e che quindi raccoglie tutte le informazioni afferenti, e una radice ventrale, che è motoria, che invece è transitata dalle informazioni efferenti. La radice dorsale è costituita è caratterizzata da un rigonfiamento detto ganglio della radice dorsale, poiché contiene al suo interno i corpi cellulari dei neuroni sensitivi, la radice ventrale invece non presenta tale rigonfiamento, perché il corpo cellulare dei neuroni motori è contenuto all’interno della materia grigia del midollo spinale.  Parete cardiaca Il cuore è costituito da tre strati, dal più esterno al più interno: epicardio, miocardio ed endocardio. - L’epicardio non è altro che la porzione viscerale del pericardio; essendo una membrana sierosa, è costituito da uno strato di cellule epiteliale che costituiscono il mesotelio, e da uno strato di cellule connettivali detto connettivo sotto-mesoteliale, ricco di fibre collagene e fortemente adeso al miocardio, ragion per cui sono molto difficili da separare. - Il miocardio è lo strato più rilevante e costituisce il muscolo vero e proprio, ma ne esistono due diversi tipi: o il miocardio comune, che a sua volta è suddiviso dal miocardio di lavoro, costituito dalle cellule che adoperano la contrazione, e dalle cellule mioendocrine, le quali producono una serie di fattori ce contribuiscono alla regolazione locale dell’attività cardiaca, come il fattore natriuretico atriale, che viene rilasciato nel sangue e che agisce a livello renale abbassando la pressione sanguigna. o il miocardio specifico, costituito da cellule nodali e cellule di conduzione. - L’endocardio è costituito da cellule epiteliali e riveste le cavità interne del cuore; è del tutto paragonabile all’endocardio dei vasi.  Circolazione coronarica  Arterie del cuore Le arterie coronarie originano dalla base dell’aorta ascendente, ovvero sia il punto in cui il sangue ha i livelli di pressione e concentrazione di ossigeno più elevati. Il sangue coronarico è libero di perfondere soltanto la diastole, perché durante la sistole il miocardio sarà talmente contratto da chiudere i vasi. Gli osti delle due arterie sono situate nei seni aortici, nel destro per quanto riguarda l’arteria coronaria dx, nel sinistro invece per l’arteria coronaria sx. - l’arteria coronaria dx procede nel solco coronario dx in direzione postero-inferiore. Riflettendosi posteriormente continuerà come arteria circonflessa dx; in prossimità della crux cordix (il solco cruciforme che si forma con l’incontro del solco coronario e il solco interventricolare posteriore) si separerà in più branche fra cui l’arteria discendente posteriore detta anche interventricolare posteriore perché decorre propria nel solco interventricolare posteriore. Nel 40% la discente posteriore è una branca dell’arteria circonflessa sx. L’arteria coronaria dx e i suoi rami (arteria discendente posteriore, arteria del margine acuto, arteria del nodo, rami atriali e ventricolari dx), irrorano l’atrio dx, il ventricolo dx e il terzo posteriore del setto interventrcolare. - l’arteria coronaria sx si ramifica subito in arteria circonflessa sx che si porta posteriormente e in arteria discendente anteriore, che invece decorre nel solco interventricolare anteriore. L’arteria coronaria sx e le sue branche (arteria discendete anteriore, arteria del margine ottuso, rami atriali e ventricolari sx) irrorano l’atrio sx, il ventricolo sx e i due terzi anteriori del setto interventricolare.  Vene del cuore Il ritorno venoso nel cuore è assicurato da una grande vena detta seno coronario, la quale sbocca direttamente nell’atrio destro. Il seno coronario in realtà rappresenta l’ultimo componente sul quale convogliano tutte le vene superficiali del cuore, le principali sono tre: - vena magna: decorre lungo il solco interventricolare anteriore e in seguito lungo il solco coronario sx prima di sboccare nel seno coronario; - vena media: decorre lungo il solco interventricolare posteriore prima di sboccare nel seno coronario; - vena parva: decorre lungo il solco coronario dx, accompagnando l’arteria coronaria dx, prima di confluire anch’essa nel seno coronario. Ovviamente quelle citate non sono le uniche vene del cuore: rami minori atriali e ventricolari confluiscono comunque nelle tre vene principali o direttamente nel senso coronario. Oltre alle vene superficiali, esistono delle vene che decorrono lungo le cavità interne del cuore, ovvero sia le cosiddette vene di Tebesio; la maggior parte di queste è collocata a livello atriale, soprattutto a destra. Fra i rami profondi arteriosi e venosi si instaurano delle anastomosi artero-venose, dalle dimensioni arteoriali, entro cui scorre del sangue by-passando i letti capillari portandolo direttamente da un distretto arterioso a uno venoso o viceversa; queste anastomosi servono distretti con ristretta attività metabolica, evitando un inutile rallentamento del flusso sanguigno passando attraverso letti di capillari.  Angiografia digitale Per effettuare un’angiografia dei vasi coronari è necessario iniettare il mezzo di contrasto il più vicino possibile a questi; per far ciò si inserisce in catetere solitamente nell’arteria femorale, o in quella iliaca, fino a arrivare all’aorta, arco aortico e valvola aortica dove si inietta il mezzo di contrasto.  Bypass Possono essere effettuati utilizzando segmenti o mobilitando diverse arterie o vene, come la vena safena o l’arteria mammaria.  Organogenesi del cuore Il cuore deriva embriologicamente dal mesoderma, il suo sviluppo termina al secondo mese di gestazione; è necessario che il sistema cardiocircolatorio si sviluppi subito poiché, via via che l’embrione cresce senza di
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