Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Paniere compilato FILOLOGIA GERMANICA 3 Raffaghello Cristina (domande aperte), Panieri di Filologia Germanica

Risposte alle domande aperte del paniere di FILOLOGIA GERMANICA 3 della prof. Raffaghello Cristina.

Tipologia: Panieri

2020/2021

In vendita dal 11/06/2021

Ratt_Panieri
Ratt_Panieri 🇮🇹

4.5

(187)

76 documenti

1 / 33

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Paniere compilato FILOLOGIA GERMANICA 3 Raffaghello Cristina (domande aperte) e più Panieri in PDF di Filologia Germanica solo su Docsity! Lezione 2 1) Come procedette Ulfla per tradurre la Bibbia Ulfila tradusse la Bibbia in visigotico, fatta eccezione del Libro dei Re e dell’Epistola agli Ebrei in quanto il primo era considerato troppo violento e il secondo non fa parte dei libri canonici. Ulfila non usò l’alfabeto runico in quanto troppo legato al paganesimo, invece sviluppò un alfabeto basato su quello greco da cui desunse venti lettere. Egli ebbe anche molta cautela nell’armonizzare quest’alfabeto alle esigenze fonetiche gotiche, aggiungendo a volte grafemi dell’alfabeto latino e runico quando era necessario. 2) Che cos'è la Skeireins La Skeireins è una spiegazione del vangelo di Giovanni suddivisa in sette capitoli. Anche se il lessico è simile a quello usato da Ulfila, la paternità dell’opera è ancora dubbia. È anche sconosciuta la sua origine: non siamo a conoscenza, infatti, se è un’opera originale oppure una traduzione. L’opera ci è giunta incompleta (dei 78 folii originali solo 8 ci sono pervenuti). 3) Quali sono i manoscritti che ci tramandano la traduzione della Bibbia di Ulfila I manoscritti che ci tramandano la traduzione della Bibbia di Ulfila sono il Codex Argenteus (il più prezioso, risalente agli inizi del VI secolo), il Codex Carolinus (il più antico, è bilingue latino-gotico e palinsesto), il Codex Giessensis (anch’esso bilingue latino-gotico) e i Codices Ambrosiani A,B,C,D (tutti palinsesti). 4) Chi illustri la figura di Ulfila Ulfila nacque da padre goto e madre cappadoce. Il suo nome significa ‘piccolo lupo’ (deriva dal sostantivo ‘wulfs’ e il diminutivo ‘ila’). Si convertì alla religione cristiana probabilmente quando i suoi nonni materni furono presi prigionieri dai Goti (tra i prigionieri cappadoci erano presenti dei sacerdoti cristiani). Ulfila diventò vescovo dopo esser caduto sotto l’influsso di Eusebio di Nicomedia: fu quest’ultimo a nominarlo. Fu costretto a varcare il Danubio con i suoi Goti cristianizzati nel 348 a causa della persecuzione di Atanarico, stanziandosi così a Mesia. La sua opera più importante è la traduzione della Bibbia in Gotico. Lezione 3 1) Si illustri il contenuto del Vercelli Book (ms.Vercelli, Biblioteca Capitolare 117) Nel Vercelli Book sono contenuti sei componimenti (Sogno della Croce, Andreas, Destini degli Apostoli, Dialogo tra l’anima e il corpo I, Elena, Bi manna lease ) e ventitré omelie che riguardano le feste religiose più importanti come Pasqua, Natale, Pentecoste e gli argomenti cari all’omiletica medievale quali la caducità delle cose terrene, l’importanza a seguire il bene e a evitare il male nonché il Giudizio Universale. 2) Quando e da chi fu ideata e coordinata la stesura della Cronaca Anglosassone? L’ideatore, promotore e coordinatore della Cronaca Anglosassone fu Alfredo il Grande (871-899). Essa fu bassata sugli annali dei monasteri, sull’Historia ecclesiastica gentis Anglorum di Beda e in parte sul Chronicon di Paolo Orosio. ci è pervenuta in sette manoscritti, riconducibili a quattro diverse redazioni e comprende il periodo tra il regno di Alfredo sino al 1154 (recensione Peterborough, mss. E-F). 3) Quali sono le opere più significative del periodo inglese medio? Le opere più significative del periodo inglese medio sono il Beowulf (metà VIII), l’Inno alla Creazione di Caedmon (665 sec.), gli Inni Caedmoniani (composti dai poemetti Genesi, Esodo, Daniele, Cristo e Satana), le varie opere di Cynewulf (Cristo e Giuliana, Elena, I destini degli apostoli, Dialogo tra l’anima e il corpo), la Cronaca Anglosassone, i Sermones Catholici e il Sermos Lupi ad Anglos. 4) Si illustri la figura di Wulfstan Di Wulfstan abbiamo notizie a partire dal 996. Dapprima vescovo di Londra, divenne vescovo di Worcester (1002-1016) e arcivescovo di York (1016-1023). Autore di sermoni, il cui più famoso è il Sermo Lupi ad Anglos, scritto nel 1014. Inoltre fu consigliere di re Aeþelred prima e di re Canuto poi e sotto la sua guida furono redatte le leggi per entrambi di sovrani. Infine è conosciuto per la redazione di ulteriori opere giuridiche come Hadbot e le Leggi dei preti della Northumbria. 5) Si illustri la trama del Beowulf La dell’opera è quella dell’eroe Beowulf, il quale viene a conoscenza che la reggia del re di Danimarca Hrothgar è infestata dal mostro Grendel, decide di recarsi in suo aiuto. L’eroe riesce ad uccidere il mostro e sua madre, ma cinquant’anni dopo, richiamato per annientare un altro mostro, ormai vecchio e privo di forze, pur riuscendo ad ucciderlo, perde la vita. 6) Si illustri la figura di Caedmon Caedmon era un guardiano di animali che non sapeva né leggere né scrivere. Una notte, mentre si svolgeva una gara fra cantori, preso come da divina ispirazione compose un inno alla Creazione. Gli furono inoltre attribuiti altri quattro inni (Genesi, Esodo, Daniele, Cristo e Satana) denominati insieme semplicemente “Inni Caedmoniani”. 7) Che cosa si intende per Eptarchia anglosassone L’Eptarchia Anglosassone denota l’esistenza dei sette regni nelle isole britanniche, che poi si unirono per formare il Regno d’Inghilterra grazie agli sforzi di Alfredo il Grande. I sette regni erano: Wessex, Essex, Sussex, Kent, Anglia Orientale, Mercia e Northumbria. 8) Illusrare la figura di re Alfredo il Grande Alfredo il Grande fu il re del Wessex dal 871 all’899. Viene generalmente ricordato per due eventi: l’unificazione dei regni dell’Eptarchia Anglosassone nel Regno d’Inghilterra e la stesura e coordinazione della Cronaca Anglosassone 9) Si illustri la coesistenza tra il futhark e l'alfabeto latino In Inghilterra l’uso dell’alfabeto fu introdotto nel corso del VII secolo dai missionari provenienti dall’Italia e dall’Irlanda. Tuttavia l’alfabeto runico, denominato futhark dai primi sei segni che lo compongono, coesistette a lungo con l’alfabeto latino. Ne sono un esempio, come vedremo, i due componimenti ad opera di Cynewulf che recano la sua firma, proprio in caratteri runici. 10) Si illustri il contenuto dell'Exeter Book (ms. Exeter, Cathedral Library 3501) L’ Exeter Book è costituito da tre codicilli separati che riflettono tre periodi diversi. Il primo contiene componimenti che riguardano la salvezza dell’anima: Cristo I/II/III e Guthlac A/B. Il secondo, più antico, deriva da modelli continentali e comprende Azarias, Giuliana, Viandante, Navigante, Rovine, Deor e tre componimenti allegorici (Fenice, Pantera, Balena). Il terzo contiene i Frammenti Omiletici, Dialogo tra l’Anima e il Corpo di Cynewulf (senza l’episodio del dialogo tra l’anima santa e dannata) la Discesa agli Inferi, il giorno del giudizio e 95 indovinelli. 11) Si illustri la figura di Cynewulf Non si sa molto della vita di Cynewulf. Ciò che si sa è che fu il poeta che appose il suo nome, in caratteri runici e sotto forma di Acrostico, a quattro poemetti: Cristo, Giuliana, Elena e i Destini degli Apostoli. Si sa, inoltre, che si convertì tardi alla vita religiosa. La Genesi è divisa in due parti: Genesi A e Genesi B, quest’ultima è stata scritta in 337 versi. La Genesi A fu scritta in anglosassone e la Genesi B presenta affinità con la prima. Alcuni attribuiscono la paternità di quest’opera a Caedmon, anche se essa è ancora dubbia. 4) Quali furono i principali monasteri sassoni? Quando e come vennero fondati? I principali monasteri sassoni furono Werden e Corvey. Corvey fu la prima fondazione monastica sassone in assoluto, fondata da Adalhard di Corbie nell’817 mentre Werden fu la più importante, fondata nel 799 dal frisone Liudger. 5) Si illustrino le opere più rilevanti di area basso tedesca della fase media Le opere più significative del basso tedesco medio sono Sachsenspiegel (redatto tra il 1221-1224 in cui il diritto viene reso noto a tutti), Reineke Vos (opera satirica che riprende il Roman de Renard francese) ed il Weltkronik (una cronaca universale). 6) Perché il basso tedesco medio divenne importante nel XIV secolo? A partire dal XIII secolo il basso tedesco inizia a guadagnare importanza perché viene adottato da due ceti: il clero e i mercanti. Guadagnò ulteriore importanza nel XIV secolo, in quanto divenne la lingua ufficiale della Lega Anseatica 7) Come fu scritto il Heliand? L’Heliand è un testo particolarmente lungo, scritto in 5975 versi allitteranti da un monaco anonimo per ordine di Ludovico il Pio. Il testo risale a metà del IX secolo e ci è giunto incompleto, in quanto non ci è pervenuto il finale. Lezione 6 1) Si illustri la figura di Snorri Sturlusson Snorri Sturlusson fu il maggiore erudito del medioevo islandese vissuto tra il 1178 e il 1241. È conosciuto principalmente per la composizione dell’Edda in prosa e Heimskringla. Egli concepì la sua Edda come manuale per gli scaldi, anche se solo la seconda parte (Skaldrskaparmal) è stata scritta per questo scopo. 2) Quali sono le opere storiografiche di area islandese? Le opere storiografiche di area islandese sono due: la Heimskringla od Orbis Terrarum di Snorri Sturlusson e il Libellus Islandorum o Islendingabok di Ari Thorgillsson. Nell’opera di Snorri furono inserite anche la Saga di Re Olaf e la Saga del re Sverri. 3) Si illustri l'Edda in poesia L’Edda in Poesia è un canzoniere classico islandese. È composta da ventinove carmi, di cui dieci mitologici e diciannove relativi ad alcuni personaggi storici o fittizi. La datazione dell’Edda in poesia è incerta, gli studiosi attribuiscono la data della sua creazione tra la morte di Attila (453) e la datazione del manoscritto su cui è stata ritrovata (Codex Regius, 1270). L’opera è anonima. 4) Si illustri l'Edda in prosa Al contrario dell’Edda in Poesia, l’Edda in Prosa non è anonima: è stata firmata, infatti, da Snorri Sturlusson. Essa venne inizialmente concepita come manuale per gli scaldi (i poeti di corte). Tuttavia soltanto la seconda parte è dedicata a questo argomento (Skaldrskaparmal); mentre la prima concerne il sogno del re Gylfi o l’inganno del re Gylfi (Gylfaginning); la terza è un panegirico in onore del re di Novergia Haakon (Hattatal). 5) Chi erano i poeti scaldi? Gli scaldi erano poeti di corte professionisti, legati a un signore, la cui poesia è particolarmente ricca. Di solito erano poeti-compositori pagati dai nobili per comporre versi che celebravano le gesta proprie o degli antenati. La loro poesia non è anonima, tanto che si conoscono i nomi di uno dei primi scaldi (Bragi il Vecchio) e il più importante poeta scaldigo (Egil Skallagrimsson). 6) Quali sono le opere che appartengono alla letteratura giuridica islandese? Le opere che appartengono alla letteratura giuridica islandese sono la Gragas, una raccolta di leggi repubblicane composte da Gragas Ia, Gragas Ib e Gragas II che riguardano i doveri degli ecclesiastici e Gragas II che concerne il diritto familiare, e lo Jarnsiða o Liber Haconis. 7) Si illustrino le maggiori figure del medioevo danese Le maggiori figure del medioevo danese furono i re Canuto il Grande, il quale fece acquistare potenza alla Danimarca in Europa settentrionale e riunì sotto il suo regno l’Inghilterra, e Canuto il Santo, che supporto la Chiesa Cattolica Romana. 8) Si illustrano che cosa sono il landsmal e il riksmal I termini “riksmal” e “landsmal” emergono dopo l’indipendenza della Norvegia dalla Svezia. Dopo il periodo di dominio ci fu il riconoscimento di una nuova identità linguistica ma la nascita di questa identità avvenne a livelli separati: il “riksmal” indica infatti la lingua letteraria per eccellenza, mentre il “landsmal” indica la cosiddetta “lingua paesana”. Lezione 7 1) Com'era organizzato il lavoro negli scriptoria medievali? L’attività di copiatura dei codici avveniva nello stesso scriptorium sotto la direzione del capo-scrivano. I codici più sontuosi venivano prodotti da un solo scriba-artista; mentre i codici meno pregiati erano approntati da più copisti. Le figure più rilevanti, comunque, erano quelle del copista (chi copiava il testo) e il correttore (che revisionava il lavoro dello scriba). Infine, un’altra posizione di rilievo era occupata dal minaturista, ovvero colui che si occupava esclusivamente di creare e realizzare le miniature (che venivano decise PRIMA della stesura di un testo, poi apportate DOPO la copiatura). 2) Chi effettuava la miniature? Le miniature erano effettuate dal miniaturista, ovvero un monaco addetto al compito esclusivo di decidere e disegnare le miniature sui codici copiati. Le miniature venivano decise PRIMA della stesura di un codice tra il committente e lo scriba o un suo rappresentante e solo DOPO la stesura del testo venivano apportate. Lezione 8 1) Com'erano le condizioni di lavoro negli scriptoria? I monaci dedicavano moltissime ore al giorno alla copiatura dei testi, generalmente dall’alba al tramonto. I copisti erano seduti su uno sgabello con lo schienale alto, davanti ad un banco con inclinazione regolabile. La copiatura era un’attività faticosa e impegnativa e i monaci incontravano spesso difficoltà a causa delle condizioni ambientali e dell’igiene. Inoltre erano previste durissime pene se gli scribi si dimostravano negligenti, generalmente 130 genuflessioni a chi sbagliava grafia e 30 a chi rompeva il pennino. 2) Negli scriptoria monastici, il copista e il correttore erano la stessa persona? Non sempre il copista e il correttore erano la stessa persona negli scriptoria monastici. I monasteri più ricchi impiegavano due persone diverse come copista e correttore, mentre altri meno abbienti e prestigiosi assegnavano entrambi i compiti alla stessa persona. Questa scelta aveva un grande effetto sulla qualità finale del testo. 3) Era valutata la figura del copista? Ci furono degli scribi famosi in aera germanica insulare e continentale? Se sì,qQuali ? Nonostante fosse una carica estremamente pesante svolta anche in condizioni igieniche poco curate, la figura del copista era considerata molto rilevante, tanto che molti personaggi importanti come abati e vescovi furono ritratti in vesti di copista. Ci sono giunti anche i nomi di diversi scribi famosi sia in area insulare (Eadwig Basan, Eadfrith, Wigbald, Cuthbert e Withart) che in area continentale (Herimannus e Harker). Lezione 9 1) Come cambiarono le modalità di lavoro quando iniziarono ad apparire le prime Università e le scuole cattedrali? Quando iniziarono ad apparire le prime università e scuole cattedrali cambiarono le varie richieste di copiatura dei testi. I monasteri iniziarono ad ampliare la loro produzione libraria e a ridurre i costi dei libri. Iniziò a diffondersi ovunque la concezione del lavoro di equipe tipica degli scriptoria medievali, affiancando la figura degli artigiani specializzati accanto a quella del monaco-copista. Si formò gradualmente anche una nuova figura professionale, quella dello stationarius, ovvero una sorta di monaco libraio-editore specializzato nella riproduzione di testi scolastici a basso costo. 2) Normalmente dov'era collocato lo scriptorium? Si illustrino le differenze nel corso del tempo e dello spazio, qualora ce ne fossero state Nei monasteri benedettini lo scriptorium faceva parte del locale della chiesa, secondo il modello del monastero di San Gallo. Esso era situato nel locale al piano rialzato, sopra la biblioteca, collocato sul lato nord del coro. Gli scribi lavoravano insieme nello stesso ambiente. In seguito, con la fondazione di alcuni ordini quali il certosino e il cistercense, questa regola venne modificata, poiché i monaci operavano nel silenzio delle loro celle. 3) Da cosa dipendeva il buon funzionamento di una biblioteca medievale? L’arricchimento delle biblioteche era indispensabile per il buon funzionamento di una biblioteca medievale. Infatti esistevano vescovi e abati che si impegnavano tantissimo nell’acquistare o accettare donazioni di nuovi codici, in genere da altre istituzioni religiose, da laici o anche da monaci stessi. Buona parte dei testi era comunque fornita dallo stesso scriptorium al monastero. Lezione 10 1) Quali sono le peculiarità della pergamena? La pergamena era ricavata da pelli di animali e oggi, con pergamena, intendiamo la materia fornita sia dalle pelli dei bovini, sia degli ovini. Originariamente, invece, la pergamena designava la materia scrittoria fornita da pelli di capra o pecora. Il valore della pergamena dipendeva dal tipo di pelle e dall’età dell’animale. Si preferivano le pelli degli animali appena nati o nati morti. Non venivano invece usate le pelli degli animali adulti, poiché erano di difficile lavorazione, essendo particolarmente spesse e ruvide. 2) Che importanza ha l'inchiostro nella valutazione di un manoscritto? 4) Da cosa era costituito un fascicolo? Il fascicolo era costituito da più folii accorpati gli uni dentro gli altri, normalmente solidali a due a due, poiché provenivano dalla piegatura di un folium in due (bifolium). 5) Che differenza c'è tra binione, ternione e quaternione? La differenza tra binione, ternione e quaternione sta nel numero di bifolii impiegati: un binione consisteva in due bifolii, ternione in tre bifolii e quaternione in quattro bifolii. 6) Come avveniva, dipendentemente dalle varie aree germaniche, il sistema di foratura e rigatura dei folii? Di solito negli scriptoria continentali la foratura e la rigatura erano effettuate prima della piegatura dei fascicoli. Al contrario, in ambiente insulare (in Inghilterra e in Irlanda), entrambi i procedimenti erano eseguiti dopo la piegatura dei fascicoli. Relativamente alla rigatura le linee erano eseguite in funzione del testo scritto: più prezioso era il codice, più complesso era il sistema di rigatura. 7) Come veniva effettuata la rigatura dei folii? Le linee della rigatura erano eseguite in funzione del testo scritto: più prezioso era il codice, più complesso era il sistema di rigatura. Infatti, soprattutto nei codici sontuosi, foratura e rigatura erano frutto di precisi calcoli matematici e geometrici. Solo i codici a basso costo non le presentavano. Fino all’XI e ancora agli inizi del XII secolo la rigatura era eseguita a secco, sempre col punctorium; mentre dal XII secolo la rigatura era effettuata a piombo o a inchiostro (inclusi il rosso e il violetto). 8) Si illlustri come veniva ottenuta "la-piega-in-ottavo" La piega-in-ottavo consisteva nel prendere un’unica pelle, disposta nel senso testa-coda orizzontale, la quale era piegata tre volte (piega-in-ottavo) a iniziare dal senso parallelo alla colonna vertebrale dell’animale, procedendo poi per due volte in senso verticale. 9) In che cosa consisteva la regola di Gregory o la regola vis-à-vis? La regola di Gregory (o vis-à-vis) consisteva nel porre il lato della carne all’esterno del fascicolo e fare in modo che i fogli si succedessero “a coppia”, lato della carne con lato della carne, lato del pelo con lato del pelo. 10) Si illustri come veniva ottenuta la "piega-in-quarto" La piega-in-quarto consisteva nel disporre i bifolii in senso verticale (testa-coda dell’animale) e piegarli due volte, in un primo momento in senso orizzontale (perpendicolare alla colonna vertebrale), in un secondo momento in senso verticale. Lezione 13 1) Quali sono le differenze delle modalità di lavoro degli scribi nel mondo classico e nel mondo medievale? Nel medioevo il metodo di lavoro dello scriba cambia sensibilmente rispetto al mondo antico. Tramite le raffigurazioni medievali possiamo notare come la copiatura visiva divenne il metodo prediletto negli scriptoria monastici, anche se non fu l’unico metodo utilizzato. In alcuni monasteri, per esempio, fu utilizzata anche la copiatura sotto dettatura, facendo coesistere così entrambi i sistemi di copiatura dei codici. 2) Che differenze c'erano tra la riproduzione visiva e la riproduzione sotto dettatura di un codice? Nella copiatura visiva il monaco aveva davanti a sé sia il testo da copiare che il testo di destinazione. Nella copiatura sotto dettatura invece il testo poteva essere dettato sia da un’altra persona che auto-dettato. Entrambi i metodi producevano errori ma non sempre erano distinguibili, e a volte erano generati dall’inesperienza dello scriba stesso. 3) Che tipi di errori poteva commettere un copista a differenza che usasse il sistema sotto dettatura o quello per copiatura visiva nel riprodurre un manoscritto? Gli errori potevano essere sia di natura visiva (per la copiatura visiva) o uditiva (per la copiatura sotto dettatura), ma a volte anche altri tipi di errori potevano essere commessi. Per esempio, nella copiatura sotto dettatura, la persona che dettava il testo poteva compiere un errore visivo e tramandarlo agli scribi. Inoltre, altri errori potevano dipendere anche dall’inesperienza dello scriba stesso. 4) Si illustrino vantaggi e svantaggi dei sistemi di riproduzione di un testo per copiatura visiva o sotto dettatura Gli errori provocati dalla dettatura del testo sono superficiali e, una volta eliminati, consentono una conservazione di un testo migliore rispetto a quello ottenuto con la copiatura visiva poiché lo scriba doveva tenere il passo col dettatore. La copiatura visiva, invece, produce più errori visivi ma lo scriba ha il modo di esaminare il modello per comprenderne il significato e può scorrere con l’occhio i righi di scrittura in avanti e indietro. 5) Il fattore linguistico (lingua madre del copista) e lingua del manoscritto da riprodurre è importante nella copiatura del testo? Se sì, per quali motivi? La lingua madre del copista è importante nel processo di copiatura del testo, soprattutto se la copiatura è fatta sotto dettatura. Questo perché se lo scriba ha una lingua madre diversa da quella del testo o del dettatore si potrebbero creare errori uditivi che avranno poi riscontri nel testo. Lezione 14 1) Si illustrino le differenze tra gli errori di dittogtrafia, di aplografia e di praeposteratio Gli errori di dittografia consistono in duplicazioni di sillabe, parole o intere sezioni di testo. L’errore di praeposteratio invece consiste nel fraintendimento di una parola con un’altra simile, le abbreviazioni errate, la sostituzione di termini difficili con alcuni più banali e la trasposizione dell’ordine delle parole. 2) Si illustri in che cosa consiste l'omoteleuto o saut du meme au meme o eye-skip Quando uno scriba copiava un testo poteva sbagliarsi nel riprendere la copiatura in una sezione con due parole simili. Se riprendeva a copiare nella seconda occorrenza di quella parola avrebbe omesso erroneamente un’intera sezione del testo: questo errore si chiama omoteleuto o saut du meme au meme o eye-skip. 3) Si illustri in che cosa consiste la trasposizione La trasposizione è lo spostamento di passi contigui. A volte alcune parole o frasi potevano essere omesse involontariamente durante le fasi di lettura, memorizzazione, dettatura o scrittura. Se il copista si accorgeva dell’errore, lo correggeva. Però se non vi era più spazio nel folium, era costretto a riportarlo in un altro spazio (in interlinea o a margine). Tuttavia, se il copista successivo non si accorgeva per distrazione di questo, la trasposizione era inevitabile; infatti il passo saltato veniva ricopiato fuori posto e tramandato in un ordine inverso. Lezione 15 1) Qual era il compito del correttore? Il correttore era colui il quale modificava deliberatamente la copia, introducendovi innovazioni e variazioni, quindi manipolandola con l’intento di migliorare il testo. Nel revisionare il testo appena copiato, il correttore poteva procedere in due modi: ex libro, se correggeva per mezzo del suo esemplare di copiatura; ex ingenio se correggeva il testo in base ai suoi intendimenti. 2) Che differenza c'era tra la revisione di un testo ex libro e la revisione di un testo ex ingenio? Nel revisionare il testo appena copiato, il correttore poteva procedere in due modi: ex libro, se correggeva per mezzo del suo esemplare di copiatura; ex ingenio se correggeva il testo in base ai suoi intendimenti. Naturalmente i risultati erano molto diversi. 3) Si descrivano i diversi risultati che potevano esserci a seconda se il copista e il correttore era la stessa persona e/o se si procedeva ex libro e/o ex ingenio Se copista e correttore fosse stata la medesima persona ed egli avesse usato soltanto il suo modello di copiatura, la revisione non avrebbe determinato alcuna alterazione della fisionomia originaria del testo, invece se la correzione fosse stata eseguita negligentemente, la copia avrebbe conservato gli errori involontari, come quelli di distrazione. Qualora il correttore avesse modificato la copia ex ingenio (quindi per congettura) o ex libro (avvalendosi di altri esemplari), il testo appena riprodotto avrebbe potuto assumere aspetti differenti. 4) Che cos'è la diffrazione o la dispersione delle varianti? Se il correttore immetteva una sua innovazione, essa poteva configurarsi come nuova anomalia o nuovo errore. Se poi i copisti e i correttori fossero stati più di uno, le congetture difficilmente sarebbero collimate. In questo caso l’anomalia veniva rimpiazzata nelle varie copie da differenti correzioni per congettura, le quali a loro volta potevano dare origine ad altri errori o varianti. Questo fenomeno viene conosciuto come “diffrazione” o “dispersione delle varianti”. 5) In quale testo è maggiormente riscontrabile il fenomeno della diffrazione o dispersione delle varianti? Il testo dov’è maggiormente riscontrabile il fenomeno della diffrazione o dispersione delle varianti è Vita Sancti Egidii, il quale era stato scritto originariamente in latino. Lezione 16 1) In che cosa consistevano le principali modifiche che di solito immettevano i copisti nei manoscritti? Molte modifiche a cui i testi furono soggetti durante la loro trasmissione consistono nelle aggiunte, nelle riduzioni, nei tagli nonché negli adattamenti e nei rimaneggiamenti. È importante sottolineare che nel medioevo vi era la tendenza generale a manipolare le opere altrui. Infatti molti furono gli amanuensi (e anche i miniaturisti) che condivisero questa usanza, tant’è che i copisti agirono come revisori, compilatori, commentatori e addirittura creatori di nuove composizioni 2) Le opere di ambiente germanico, soprattutto i testi poetici, ci sono pervenuti nella loro forma originaria o sono stati soggetti a rimaneggiamenti? Se sì, perché? Nel mondo germanico le opere avevano conosciuto una lunga tradizione orale prima di essere fissate per iscritto. Alcuni scribi furono essi stessi poeti cantori, quindi modifiche e rimaneggiamenti furono inevitabili. 2) Quali sono i manoscritti che ci tramandano il Heliand? I codici che ci tramandano il Heliand sono i mss. Londra, British Library, Cotton Caligula A. vii; Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Pal. Lat. 1447 e Berlino, Museum für deutsche Geschichte R56/2537 e Monaco, Staatsbibliothek Cgm. 25 della prima metà del IX secolo che purtroppo è lacunoso per la mancanza di alcuni folii. 3) Quando e come avvenne la conversione al Cristianesimo dei Sassoni? Inizialmente la conversione dei Sassoni fosse sentita come una sottomissione a Carlo Magno (785). La loro accettazione della nuova religione, invece, fu la conseguenza dell’attività catechetica dei missionari anglosassoni e dei loro seguaci. La spinta iniziale alla cristianizzazione sassone venne da Utrecht che era stata la sede vescovile di San Willibrord (Clemente) tra i Frisoni. Di qui egli mosse l’anglosassone Aluberht, consacrato chorepiscopus (arcidiacono) nel 767 per svolgere la sua missione evangelizzatrice tra i Sassoni. Successivamente nell’817 fu fondata la prima fondazione monastica sassone: Corvey. Lezione 22 1) Chi era Notker III il Teutonico e quali sono le opere a lui collegate? Notker III il Teutonico fu conosciuto soprattutto per la sua attività di traduttore: le sue traduzioni più famose sono quelle del De Consolatione Philosophia e del De Nuptiis philologiae et Mercurii. Egli lavorò nel monastero di San Gallo e adottò la minuscola carolina ad archi acuti. 2) Quali furono le tipizzazioni della scrittura carolina a San Gallo? La minuscola carolina conobbe un grande splendore a San Gallo per la trascrizione delle Enarrationes in psalmos di Sant’Agostino e i Commentaria in psalmos di Cassiodoro. Ci furono comunque delle tipizzazioni della scrittura carolina a San Gallo, come lo stile di Hartmut o minuscola di Hartmut (dal nome del prevosto Hartmut che ne fu il maggior rappresentante) caratterizzata da un’evoluzione in senso decorativo. 3) Che cos'è la textura gotica e in quali scriptoria si diffuse essenzialmente? La cosiddetta textura gotica appare in Germania solo nei secoli XIII e XIV. Fu un tipo di scrittura dall’aspetto ovale delle lettere, la spezzatura delle curve e la tendenza a sovrapporre le lettere l’una sull’altra. Si diffuse in molti scriptoria di area alta e basso tedesca. 4) Come avvenne la transizione verso la scrittura gotica? Qual è il manoscritto tipico redatto in scrittura gotica? La scrittura gotica apparve in Germania nei secoli XIII e XIV, sebbene già dalla fine dell’XI secolo, in molti scriptoria di area alto e anche basso tedesca i fossero mostrate quelle trasformazioni che trovarono poi pieno sviluppo in età gotica. All’inizio del XIII secolo, la scrittura gotica che fu usata per i testi (la cosiddetta textura) assunse tutte le sue forme caratterizzanti. Il manoscritto tipico redatto in scrittura gotica è il testimone che ci tramanda circa seimila strofe risalenti dal XII al XIV secolo delle composizioni dei 140 poeti detti Minnesänger. 5) Per quale motivo è importante il monastero di San Gallo? Il monastero di San Gallo si distinse fin dalla metà dell’VIII secolo per la quantità e la qualità della documentazione conservata e soprattutto per le importanti rielaborazioni dei tipi di scrittura. Il periodo d’oro del monastero risale all’epoca in cui fu abate Grimoald, il cancelliere di Ludovico il Germanico. La miniaturistica raggiunse altissimi livelli, come l’esecuzione del Salterio di Folchart tra l’872 e l’883. La minuscola carolina conobbe un grande splendore a San Gallo per la trascrizione delle Enarrationes in psalmos di Sant’Agostino e i Commentaria in psalmos di Cassiodoro. Lezione 23 1) Come avvenne la conversione al Cristianesimo dei Danesi? I Danesi furono i primi Germani settentrionali a essere convertiti al nuovo Credo. L’iniziativa della loro conversione avvenne per merito di Ludovico il Pio, il quale inviò l’arcivescovo Ebo di Rheims per predicare il Verbo divino tra i Danesi tra l‘823 e l’827, ma senza successo. E neppure ci riuscì Ansgar, monaco di Corbie. Ritornò successivamente in insieme ad altri monaci e la conversione ebbe successo nel 960, con il battesimo di Harald Blaatland. 2) L'infusso anglosassone fu importante per la Cristianizzazione dei Germani settentrionali? L’influsso anglosassone fu determinante per la cristianizzazione dei germani settentrionali. Molti furono i monaci di origine anglosassone che tentarono di convertire quelle popolazioni, soprattutto danesi e svedesi e il sistema alfabetico latino di scrittura che adottarono successivamente fu modificato secondo il loro modello. 3) Come avvenne la conversione al Cristianesimo degli Svedesi? Dopo aver abbandonato la Danimarca, Ansgar si dirisse in Svezia. Inizialmente non ebbe successo, ma quando egli tornò in Svezia si insediò a Birka, dove per sua iniziativa venne eretta la prima diocesi svedese con a capo Gauzbert. In seguito vennero ripresi i tentativi di cristianizzazione della Svezia ancora legata al paganesimo. Qui la cristianizzazione avvenne con mille difficoltà; infatti furono molti i missionari che subirono il martirio. Il primo re cristiano della Svezia fu Olafr Skotkonung e, solo in seguito il nuovo Credo, venne accettato anche dai suoi sudditi. Tuttavia la reazione pagana restò fino al 1070. 4) Quali furono i centri monastici più importanti della Svezia e le personalità più illustri che diedero il loro contributo alla stesura delle prime opere religiose? I centri monastici più importanti furono Sigtuna e Skanninge e personalità di grande spicco furono i domenicani Petrus de Dacia, Boetius del Dacia, Matthias (canonico di Linkoping), Santa Cristina Stumbelen, Birgitta Birgersdotter (la futura Santa Brigida, madre di Caterina di Svezia, morta a Roma nel 1373). Lezione 24 1) In che cosa consistono gli influssi insulari sull'alfabeto latino impiegato in Danimarca? A seguito della conversione alla nuova Fede, iniziò a essere impiegato l’alfabeto latino, il quale durante il regno di Canuto il Grande (1016-1035) e Canuto il Santo (1080-1086), l’influsso tedesco lasciò il posto a quello anglosassone. Il risultato fu la compilazione di due Passiones in onore di Canuto il Santo, composte in latino sul modello dell’agiografia anglosassone. La prima fu redatta intorno al 1095 da un anonimo monaco della fondazione di Odense, la seconda venne scritta intorno al 1120 da un religioso anglosassone, un certo Ælnoth. 2) In Svezia, nella fase iniziale della conversione al Cristianesimo, ci furono delle resistenze nell'accettare la nuova Fede? Se sì, da chi sono testimoniate? In Svezia la cristianizzazione avvenne con mille difficoltà; infatti furono molti i missionari che subirono il martirio. Il primo re cristiano della Svezia fu Olafr Skotkonung e, solo in seguito il nuovo Credo, venne accettato anche dai suoi sudditi. Tuttavia la reazione pagana restò fino al 1070, secondo quanto ci tramanda Adamo di Brema nella sua opera Gesta Hammaburgensis ecclesiae Pontificum. 3) In che cosa consistono gli influssi continentali sull'alfabeto latino impiegato in Danimarca? A seguito della conversione alla nuova Fede, iniziò a essere impiegato l’alfabeto latino, il quale subì diversi influssi nel corso dei secoli. Nella prima metà dell’XI secolo l’influsso basso tedesco è predominante. Infatti furono molto frequenti gli scambi nella Germanica settentrionale di religiosi danesi e, in Danimarca, di vescovi, abati e monaci che provenivano dalla Lotaringia, dagli antichi territori alemanni nonché dalle diocesi di Magonza e Colonia. L’influsso venne esercitato sulla liturgia, nella venerazione dei Santi e nella musica sacra; inoltre anche la scrittura minuscola carolina recherà tracce dell’influsso basso tedesco. 4) Si illustrino le tradizioni delle scritture in Danimarca tra l'XI e il XIII secolo Tra l’XI e l’inizio del XIII secolo la documentazione sacra e profana in Danimarca venne scritta in latino. Inoltre, riguardo alle forme scrittorie adottate, la paleografia danese segue le linee principali della scrittura dell’Occidente europeo. L’alfabeto latino fu modificato con l’aggiunta di nuovi simboli sul modello anglosassone. Dalla seconda metà del XII secolo fino ai primi decenni del XIII la Danimarca, come tutte le aree di influsso normanno e angioino, conobbe la forma grafica di transizione, spesso chiamata proto gotica. 5) Chi erano Canuto il Santo e Canuto il Grande? Canuto il Santo e Canuto il Grande furono due re della Danimarca. Durante il loro regno l’influsso anglosassone si incominciò ad affermare sull’alfabeto latino. Durante il regno di Canuto il Santo Aelnoth, un religioso anglosassone, scrisse due Passiones in suo onore. Canuto il Grande, invece, attuò una politica filo- papale che permesse alla Danimarca di vantare una Chiesa ricca e autorevole. 6) Quali furono le figure più rilevanti legate alla storiografia in Danimarca? Alla storiografia Danese sono legate le personalità di Sven Aggesøn e Sassone Grammatico, autori rispettivamente della Brevis Historia regum Daciae (tardo XII secolo) e dei Gesta Danorum (1186-1216). Sassone. Lezione 25 1) Come avvenne la conversione al Cristianesimo in Norvegia? La conversione della Norvegia fu singolare, poiché i Norvegesi non furono convertiti in patria, bensì nei territori colonizzati dell’Occidente europeo. Il Cristianesimo incontrò una notevole resistenza e per questo furono messi in atto mezzi repressivi per adottare la nuova religione. Di questa conversione coatta furono protagonisti, negli anni intorno al 1000 il sovrano Oláfr Tryggvason (995-1000), il figlioccio di re Æþelred d’Inghilterra e soprattutto Oláfr Haraldson detto il Santo (1014-1030), entrambi convertiti e battezzati fuori dalla Norvegia, precisamente in Inghilterra. 2) Quali furono le fonti storiografiche più importanti redatte in Norvegia? Le fonti storiografiche redatte in Norvegia più importanti furono l’anonima Historia Norwegiae (1180 circa) e la Historia de antiquitate regum Norwagensium del monaco Theodricus, scritte entrambe in latino nel tardo XII secolo; al contrario le historiae in volgare, dalla fine del XII secolo in poi, furono redatte da autori islandesi. 3) Quali furono le scuole locali fondate dal clero in Islanda? La prima scuola islandese fu istituita a Skálaholt dal vescovo Isleifr Gizurarson. A uno dei suoi figli, Teitr, si deve l’istituzione di una scuola secondaria a Haukaldalr divenuta famosa grazie al suo allievo più prestigioso, Ari Þorgilsson. Una terza scuola fu fondata a Oddi, retta da Sæmundr Sigfusson. 4) Quail furono le più importanti opere storiografiche islandesi? I rapporti tra la Britannia e Roma erano molto frequenti, infatti i Romani attribuirono grande importanza alla Britannia, tant’è che ne furono la dimostrazione le fortificazioni che vennero costruite a scopo difensivo e i ritrovamenti archeologici di suppellettili, monete e altri oggetti. 5) Quali sono i prestiti celtici rimasti in inglese? Della lingua celtica restano solo tracce a livello di sostrato, una serie di toponimi come London, Leeds, Dover; di idronimi come Avon e Thames. Altri termini celtici che restano nel lessico inglese sono binn ‘mangiatoia’, brocc ‘tasso’, bannock ‘focaccia d’avena’, dunn ‘oscuro’, dun ‘collina’, iron ‘ferro’ e cumb ‘valloncello’. 6) Come avvenne la colonizzazione della Britannia da parte dei Germani invasori? Le nuove stirpi germaniche non si assestarono in un unico regno, bensì in una serie di sette unità politiche autonome, tant’è che nella seconda metà del VI secolo, l’isola è divisa nella cosiddetta Eptarchia di cui fanno parte i regni del Kent, dell’Essex, Wessex, Sussex, Northumbria, West Anglia e Mercia. Solo con l’ascesa al trono di re Alfredo il Grande (871) l’isola sarà unificata nel regno sassone occidentale (Wessex). 7) L'inglese antico che tipo di lingua è? È simile o diverso dall'inglese moderno? L’inglese antico (sviluppatosi poi in medio e moderno) appartiene al gruppo germanico occidentale ed è particolarmente affine al frisone. L’inglese antico non è una lingua unitaria come l’inglese moderno, bensì è frammentata in una serie di dialetti, come l’anglico, il sassone e il kentico. 8) Qual è la periodizzazione della lingua inglese? In quante fasi è diviso? L’inglese antico appartiene al gruppo germanico occidentale ed è particolarmente affine al frisone. È diviso in tre fasi: antico, medio (o Middle English) e moderno. L’inglese antico è particolarmente affino all’antico sassone e frisone. Originariamente l’isola britannica era occupata dai Celti ma in inglese moderno pochissimi termini celtici. 9) Quali sono i prestiti latini in inglese? L’inglese ebbe diversi prestiti latini, sia perché le tribù germaniche ne avevano già avuti diversi prima della colonizzazione dell’isola che per via della cristianizzazione. Sono generalmente termini inerenti alla costruzione delle strade e case, degli accampamenti militari, del commercio, dei prodotti alimentari e della sfera religiosa. 10) Quali sono le tracce che il danese lasciò sull'inglese? A seguito della dominazione danese, la lingua sarà influenzata da prestiti di origine scandinava come laga ‘legge’ > i.a. lagu > i. mod. law; da influssi visibili ancora oggi nella fonologia (infatti che l’inglese antico era l’unica lingua germanica che palatalizzava le consonanti velari; mentre oggi pronunciamo egg ‘uovo’ con velarizzazione della consonante occlusiva sonora) e sky ‘cielo’ (cfr. norr. sky ‘nuvola’) e nella morfologia (come il pronome di terza persona plurale usato ancora oggi they, them; mentre in inglese antico la forma era hie nonché till ‘fino a’). 11) Quali sono i prestiti francesi che penetrarono in inglese? Molti termini francesi entrarono nel vocabolario inglese, tanto da far sembrare la lingua inglese quasi romanza all’epoca. I prestiti riguardano i termini relativi alla nobiltà che utilizziamo ancora oggi, i quali sono tutti di origine francese prince, princesse, duke, baron; quelli inerenti alla moda, ai divertimenti tipici dei nobili (come dance, carol) e quelli riguardanti la cucina. 12) Che cosa ci tramanda Beda il Venerabile? Beda il Venerabile fu il maggiore erudito del medioevo anglosassone e ci tramanda come iniziarono le prime migrazioni dei popoli germanici in Britannia, evento che dopo sfociò in una vera e propria invasione. Precisamente, ci tramanda che alcune etnie germaniche provenienti dal continente, quali Angli, Sassoni, Iuti e un contingente di Frisoni furono chiamate in aiuto dal regulo britannico Vortigern per difendere l’isola dalle continue incursioni di Pitti e Scoti, popolazioni settentrionali di origine celtica. Lezione 28 1) Si illustri il tipo di grafia in uso originariamente sull'isola quando venne diffuso il Cristianesimo Quando gli Angli, i Sassoni, gli Iuti e i Frisoni invasero la Britannia conoscevano solo l’alfabeto runico. Tuttavia, come sappiamo, il futhark è adatto a una scrittura epigrafica, non corsiva e quindi, con l’avvento del Cristianesimo, venne diffuso l’alfabeto latino nell’isola, sebbene l’utilizzo dell’alfabeto fosse continuato fino al IX secolo. 2) Si illustrino in generale le regole di pronuncia in merito alle vocali e se ne descriva una a scelta Le regole di pronuncia non hanno un’esattezza assoluta, poiché non ci sono ovviamente delle testimonianze dell’epoca. Servono solo per dare delle norme approssimative di lettura. A, e, i, o, u non presentano problemi, A + nasale si pronuncia con un suono intermedio tra la /a /e la /o/, Y inizialmente si pronuncia come la /u/ francese. Ma molto presto, nel sassone occidentale, la y viene pronunciata /i/ mentre OE è piuttosto rara e si pronuncia come la /ö / del tedesco moderno (v. schön). 3) Si illustrino in generale le regole di pronuncia in merito ai dittonghi e se ne descriva uno a scelta Le regole di pronuncia non hanno un’esattezza assoluta, poiché non ci sono ovviamente delle testimonianze dell’epoca. Per quanto riguarda i dittonghi ea, eo, io, ie a volte sono pronunciati vocali semplici, a volte dittonghi. Sono dittonghi quando continuano antichi dittonghi indoeuropei *eo > ea; *eu> eo/io. Ea dopo consonante palatale c, g, sc vale æ in sillaba tonica (cealf ‘vitello’); invece vale a in sillaba non accentata. 4) Si illustrino in generale le regole di pronuncia in merito alle consonanti e se ne descriva una a scelta Per quanto riguarda le consonanti b, d, l, m, n, p, t, x non presentano problemi. C, g in inglese antico sono le originarie occlusive sorde e sonore velari dell’indoeuropeo e del germanico. Sc è esito di un antico sk ed ha sempre pronuncia palatale in sceal, sculan, scip, englisc, flaesc, bisceop e scheoh, mentre si mantiene il valore velare in alcuni termini di origine o influsso straniero. 5) Si illustri il tipo di accento dell'inglese antico L’inglese antico, come tutte le lingue germaniche, reca l’accento sulla sillaba radicale. Quindi l’accento è sempre sulla prima sillaba della parola, a meno che questa prima sillaba non sia un prefisso. Fra le parole con prefisso, tuttavia, bisogna distinguere se si tratta di sostantivi o verbi, giacché i nomi recano l’accento sul prefisso; mentre i verbi hanno l’accento sulla radice. 6) Si illustri la differenza di pronuncia del nesso consonantico sc Sc è esito di un antico sk ed ha sempre pronuncia palatale in sceal, sculan, scip, englisc, flaesc, bisceop e scheoh, mentre si mantiene il valore velare in alcuni termini di origine o influsso straniero come scool, scinn, ascian, waxan, dixas, fixas. Lezione 29 1) si illustrino gli esiti delle vocali lunghe nel passaggio da germanico a inglese antico Il germanico presenta le seguenti vocali lunghe: I U O E Nel passaggio da germanico ad inglese antico avvengono i seguenti esiti: * Germ. *ē > i.a. ā che ha lo stesso esito di a, quindi > æ * E-2 si semplifica: Germ. *ē2 > i.a. ē. * Germ. * ā, *ō > i.a. ō (germ. *brōþor > i.a. brōþor ). * Germ. *ī > i.a. ī (germ. *swīna > i.a. swīn) * Germ. *ū >i.a. ū (germ. *mūs >i.a. mūs) 2) Che cosa si intende per frattura? La frattura consiste in una pseudo dittongazione, instabile, delle vocali palatali brevi in sillaba radicale æ, e, i (e in qualche caso anche delle corrispondenti lunghe) se sono seguite da liquide (l, r) + consonante e da aspirata (h)+ consonante. Nelle lingue germaniche questo fenomeno è presente solo in inglese antico e in norreno. 3) Che cosa si intende per metafonia? Per metafonia si intende il cambiamento di timbro della vocale radicale (quindi tonica) per influsso della vocale o semivocale contenuta nella sillaba seguente; si tratta dunque di un fenomeno di assimilazione regressiva. A seconda del suono vocalico che esso causa, si può parlare di metafonia da i /J (metafonia palatale), metafonia da u/w, metafonia da o/a (metafonia velare). 4) In che cosa consiste la pseudo dittongazione dovuta a consonante palatale? La pseudo dittongazione dovuta a consonante palatale è chiamata anche frattura. È dovuta dalle vocali palatali brevi in sillaba radicale æ, e, i (e in qualche caso anche delle corrispondenti lunghe) se sono seguite da liquide (l, r) + consonante e da aspirata (h)+ consonante. 5) Che cosa si intende per metafonia palatale e metafonia velare? A seconda del suono vocalico che esso causa, si può parlare di metafonia da i /J (metafonia palatale), metafonia da u/w, metafonia da o/a (metafonia velare). Nel caso della metafonia palatale assistiamo a una assimilazione di tutto il suono tonico alla i/j che segue; mentre negli ultimi due casi assistiamo a una metafonia velare che provoca una pseudo dittongazione con risonanza velare ed effetti identici a quelli della frattura. 6) Che cos'è il livellamento o appianamento? Nei dialetti anglici (northumbrico e merciano) dinanzi ai suoni gutturali c, g, h nonché dinanzi ad h, invece dei dittonghi ea, eo, io, si hanno vocali semplici: e anziché ea; eo/i anziché io; æ anziché ea. Questo La maggior parte dei sostantivi appartenenti alla declinazione debole in consonante è costituita dai temi in nasale. Si distinguono in due sottocategorie: quella dei temi in –on (maschili, femminili e neutri) e quella dei temi in –in (solo femminili). La declinazione debole in nasale, inoltre, è particolarmente importante poiché su di essa è basata la declinazione debole degli aggettivi. Lezione 34 1) Che differenza c'è tra la flessione degli aggettivi in indoeuropeo e in germanico? In Germanico gli aggettivi presentano due flessioni: la flessione forte e la flessione debole, come per i sostantivi. In Indoeuropeo questo non è presente (è presente una flessione unica che vale sia per sostantivi che aggettivi), poiché è un’innovazione del germanico. 2) si illustrino gli aggettivi a flessione forte in vocale e quando vengono usati La flessione forte, in vocale, viene usata quando l’aggettivo è indeterminato (ossia quando non è preceduto dall’articolo determinativo, dall’aggettivo possessivo o dal pronome dimostrativo), quando è usato come predicato, attributo o apposizione. 3) si illustrino gli aggettivi a flessione debole in consonante e quando vengono usati La flessione debole, in consonante nasale, viene usata quando l’aggettivo è determinato (ossia quando è preceduto dall’articolo determinativo, dall’aggettivo o dal pronome dimostrativo), al comparativo, al superlativo e con i numerali. Lezione 35 1) Si illustri la formazione del cmparativo e del superlativo Nelle lingue germaniche il comparativo e il superlativo sono formati mediante l’aggiunta del suffisso di origine indoeuropea -JES/-JOS/-JS al grado positivo dell’aggettivo. Per il comparativo, il germanico utilizza il grado zero –JS con l’aggiunta del suffisso –AN: si ottiene quindi *isan che in inglese antico corrisponde con –RA, da cui poi si ha il rotacismo della –s in –r. Il superlativo, invece, si forma sempre col suffisso ie. JES/- JOS/-JS, ma con l’aggiunta del suffisso secondario -THO> -ISTHO> germ.*-ista > i.a. –est; anche in questo caso vi è metafonia palatale 2) Si illustrino i comparativi e i superalativi irregolari Ci sono quattro aggettivi che formano il comparativo e il superlativo ricorrendo a una radice diversa rispetto al grado normale: buono ‘gōd’ (betera; sēlra, sēlla/betest, betsta; sēlest), yfel ‘cattivo’ (wirsa/wirrest, wirst), micel ‘grande’ (māra/mǣst), lytel ‘piccolo’ (lǣssa/lǣsta). Lezione 36 1) Si illustri la categoria dei pronomi interrogativi In inglese antico i pronomi interrogativi, relativamente al genere, presentano un’unica forma per il maschile e il femminile e una per il neutro. Inoltre, riguardo ai casi, conservano tracce di strumentale. Nom. hwa hwæt Gen. hwæs Dat. hwǣm/hwām Acc. hwone hwæt Strum. hwȳ 2) Si illustri la categoria dei pronomi personali I pronomi personali di prima e seconda persona singolare sono indifferenti nel genere ed esprimono il plurale con radicali diversi (Es. ie. EGO-/ME). Inoltre, riguardo al numero, a volte essi conservano il duale. Il pronome personale di terza persona, al contrario di quelli di prima e seconda, conserva anche i tre generi. 3) Si illustri la categoria dei pronomi dimostrativi i pronomi dimostrativi hanno un doppio tema: *so per il maschile e il femminile al nominativo singolare e *to per il neutro (nominativo) e per i casi obliqui del maschile e femminile nonché per le forme del plurale del maschile, femminile e neutro. Inoltre, come in tutte le lingue germaniche, presto il pronome dimostrativo (sē, sīo/sēo, þæt) inizia a svolgere la funzione di articolo determinativo. Lezione 37 1) Si illustrino i pronomi personali (Guarda domanda 2 lez. Prec.) – (nom, gen, dat, acc) 1° pers. Sing: (ic,miin, mee, mee) / 2° pers. Sing. (thuu, thiin, thee, thee) / 1° pers. Duale (wit, uncer, unc, unc) / 2° pers. Duale (git, incer, inc, inc) / 1° pers. Plur. (wee, uure / uuser, uus, uus/uusic) / 2° pers. Plur (gee, iiower/eeower, iiow/eeow, iiow/eeow) III pers. Singolare maschile femminile neutro Nom. hē hīo/hēo hit Gen. his hire/hiere/hyre his Dat. him hire/hiere/hyre him Acc. hine/hiene hīe/hī hit Plurale Maschile, femminile e neutro Nom. hīe/hī/hēo Gen. hira/hierahyra/hiora/heora Dat. him/heom Acc. hīe/hī/hēo 2) Si illustri la formazione dell'articolo determinativo La formazione dell’articolo determinativo, come in tutte le lingue germaniche, è legata al pronome dimostrativo: presto esso inizia a perdere la sua funzione originaria e inizia a svolgere la funzione di articolo determinativo. 3) Si illustrino i pronomi dimostrativi (Guarda domanda 3 lez. Prec.) Lezione 38 1) Si illustrino gli avverbi di luogo e gli avverbi che indicano i punti cardinali Gli avverbi di luogo possono indicare stato in luogo, moto a luogo e moto da luogo. Essi si formano talvolta con radici e desinenze diverse rispetto al tema originario. Tra quelli più importanti riscontriamo feorr ‘lontano’, (be)foran ‘davanti, heer ‘qui’, (be)hindan ‘dietro’, hwaer ‘dove’, inne ‘dentro’, neeah ‘vicino’, (be)niothan ‘sotto’, thaer ‘là’, uppe ‘sopra’, uue ‘fuori’. Per quanto riguarda gli avverbi che indicano i punti cardinali, non sono attestate le forme per lo stato in luogo (suuth / suuthan, north / northan, eeast / eeastan, west / westan). 2) Si illustri la formazione degli avverbi e se ne descrivano i suffissi usati Come tutte le lingue indoeuropee e germaniche, anche in inglese antico ci sono diversi tipi di avverbi, come gli avverbi di modo che si formano normalmente con l’aggiunta del suffisso –e all’aggettivo corrispondente. Vi sono poi avverbi formati con il suffisso –a, come sōna ‘subito’, twiwa ‘due volte’. È anche piuttosto frequente formare avverbi da aggettivi con l’aggiunta del suffisso –lic e –lice. A volte vengono anche usate forme nominali fisse con valore avverbiale. Infine gli avverbi di modo (specie quelli uscenti in –e) formano il comparativo e il superlativo rispettivamente coi suffissi –or e –ost. 3) è possibile che alcuni avverbi si formino senza l'aggiunta di suffissi? Se sì, si illustrino le eventuali formazioni Si, a volte vengono anche usate forme nominali fisse con valore avverbiale. Alcuni esempi sono l’accusativo singolare ealne weg ‘sempre’, fela, feola ‘molto’; il genitivo singolare dæges ‘di giorno’, nīhtes ‘di notte’, selfwilles ‘volontariamente’, sōþes ‘davvero’; il genitivo plurale geāra ‘prima’, il dativo singolare elne ‘vigorosamente’, ealle ‘interamente’ e al dativo plurale gēardagum ‘un tempo’, wundrum ‘meravigliosamente’. 4) è possibile che gli avverbi formino il comparativo e il superlativo? Se sì, si illustrino le eventuali forme utilizzate Si, gli avverbi di modo (specie quelli uscenti in –e) formano il comparativo e il superlativo rispettivamente coi suffissi –or e –ost e sono indeclinabili, come wīde ‘ampiamente’, wīdor, wīdost. Tuttavia alcuni avverbi formano il comparativo con –is, il quale in inglese antico cade, lasciando però traccia di metafonia palatale, come gōd ‘buono’, bet ‘meglio’; ær ‘prima’; fierr ‘più lontano’. Lezione 39 1) Si illustri se e in quali condizioni sia possibile declinare i numerali cardinali I numerali cardinali da uno a tre sono sempre declinabili. Ān segue la flessione forte tenendo presente che all’accusativo maschile la forma è ǣnne < *ainina. La forma debole āna si usa nel significato di ‘solo’. Il plurale si riscontra col significato di unico. Tweegen e Thryy hanno entrambi una declinazione propria. Invece i numerali cardinali da quattro a diciannove non si flettono se precedono il nome, ma si declinano secondo i temi in –i se seguono i nomi a cui si riferiscono o se sono usati come nomi. 2) Si illustri come si formano i numerali ordinali in germanico e in inglese antico Come in tutte le lingue germaniche, essi si formano col cardinale corrispondente e l’aggiunta del suffisso ie. TO > germ. *–đa, -þa. Fanno eccezione ‘primo’ e ‘secondo’. Infatti per ‘primo’ si usa il superlativo dell’avverbio ‘prima’ mentre per ‘secondo’ si usano le forme dell’aggettivo ‘altro’. 3) Come si formano i numerali undici e dodici e quali peculiarità hanno anche rispetto ad altre lingue di origine indoeuropea? passato: in questo modo si aggiungono a questi verbi preterito-presenti dei preteriti di tipo secondario derivato, ossia dei preteriti di forma debole, costruite con il suffisso –te in dentale. Per questa ragione vengono chiamati “ibridi”: hanno la forma al preterito ma formano il passato come i verbi deboli. Lezione 43 1) Si illustrino le caratteristiche del verbo'andare' Il verbo andare (gaan) appartiene alla categoria dei verbi atematici. Si trattano di un tipo di verbi particolarmente arcaici di origine indoeuropea; sono verbi che vengono coniugati senza vocale di congiungimento tra la radice e la desinenza. La forma ‘gagan’ di questo verbo è tipica dell’inglese antico ed è una forma raddoppiata. La sua declinazione è la seguente: Indicativo presente: gaa, gaaeest, gaaeeth gaath / Preterito: eode-geong, eodon / Part. Preterito: gaggan 2) Si illustrino le caratteristiche del verbo 'fare' Il verbo fare (doon) appartiene alla categoria dei verbi atematici. Si trattano di un tipo di verbi particolarmente arcaici di origine indoeuropea; sono verbi che vengono coniugati senza vocale di congiungimento tra la radice e la desinenza. La sua declinazione è la seguente: Indicativo presente: doo, deest, deeth, dooth / Preterito: dyde, dydon / Part. Preterito: doon 3) Si illustrino le caratteristiche del verbo 'essere' Il verbo essere (beeon) appartiene alla categoria dei verbi atematici. Si trattano di un tipo di verbi particolarmente arcaici di origine indoeuropea; sono verbi che vengono coniugati senza vocale di congiungimento tra la radice e la desinenza. Questo verbo è formato da tre radici, tutte di origine indoeuropea ES- (usata con significato durativo), BHEU- (usata per un’azione puntuale) e WES- (usata per il passato). 4) Si descrivano le caratteristiche generali dei verbi atematici I verbi atematici sono verbi privi del suffisso e le forme nominali si flettono e costruiscono come i sostantivi. Si tratta di un tipo di verbi particolarmente arcaici di origine indoeuropea; sono verbi che vengono coniugati senza vocale di congiungimento tra la radice e la desinenza, quindi sono detti atematici. Esempi di verbi atematici sono gaan (andare), doon (fare) e beeon (essere). Lezione 44 1) Si illustri la figura di Hrothgar Hrothgar è un personaggio di Beowulf. Egli rappresenta l’elemento “buono” dell’opera, incarna infatti l'ideale di sovrano buono e saggio, di monarca che ha abbracciato la nuova Fede (quella del rex imago Dei) nonché il modello di sapientia et fortitudo. 2) Si illustri la figura della madre di Grendel e di Grendel stesso Grendel e sua madre sono personaggi di Beowulf. Sono gli antagonisti di Beowulf, i quali vivono in lande desolate, dotati di forza fisica sovrumana. Grendel è caratterizzato dal suo aspetto bestiale e ha la peculiarità dell'essere che vive negli abissi oscuri. Anche la madre di Grendel è ancorata alla sfera del male. Essa ha importanza rilevante in tutto il poema, sebbene non venga mai chiamata per nome. Una particolarità è che la madre di Grendel è ovviamente una donna, sebbene i pronomi e gli aggettivi a lei pertinenti siano al maschile. 3) Si illustri la tradizione manoscritta del Beowulf Il Beowulf ci è pervenuto in codex unicus nel ms. Londra, British Library, Cotton Vitellius A XV. un manoscritto composto da due codici distinti. Il primo contiene la versione anglosassone dei Soliloquia di Sant’Agostino, fatta tradurre da re Alfredo. Il secondo codice è il più antico ed è conosciuto come Beowulf manuscript o Nowell Codex. Esso fu scritto da due mani diverse: lo scriba A scrisse in minuscola quadrata, lo scriba B in tarda minuscola di tipo insulare. 4) Si illustri il concetto di morale in Beowulf La morale di Beowulf è la seguente: è positivo essere coraggiosi e potenti, generosi verso gli altri, ma non bisogna essere presuntuosi o superbi. Infatti, la superbia è condannata; d’altronde è proprio la superbia a condurre Beowulf alla morte: egli resta sconfitto perché crede presuntuosamente di potercela fare a combattere da solo il secondo mostra, benché siano trascorsi cinquant’anni. 5) Si illustrino i punti di contatto tra il Beowulf e l'epica classica Beowulf ha diversi punti di contatto con l’epica classica, specialmente con l’Eneide e l’Odissea. Ad esempio Beowulf si fa costruire una nave come Odisseo trattenuto da Calipso si fa costruire una zattera, approda su una spiaggia come Odisseo, viene insultato da Unferth come Odisseo da Eurialo e infine continua il ricevimento sin quando tutti vanno a dormire come Odisseo. Inoltre la lotta con Grendel può essere considerata come un paragone all’accecamento dei ciclopi. Lezione 45 1) Si illustrino gli scopi per cui venne redatto il Vercelli book Il Vercelli Book è un codice riprodotto per scopi didattici. Fu probabimente compilato per una persona pia e si rivelò subito adatto a essere portato in viaggio. Contiene ventitrè omelie e sei componimenti poetici: le omelie erano pensate per essere lette durante le funzioni liturgiche o per la meditazione individuale nonché per i pellegrini che si recavano a Roma. 2) Sulla presenza del Vercelli book a Vercelli, si illustrino entrambe le ipotesi di tradizione diretta e indiretta La presenza del Vercelli Book fuori dall’Inghilterra è ancora sconosciuta, tuttavia sono state avanzate diverse congetture, tra cui il legame al grande flusso di pellegrini che si recavano a Roma. Nel medioevo il pellegrinaggio era considerato un evento dello spirito e, compiendolo, ci si rendeva conto della caducità delle cose terrene. Il Vercelli Book corrisponde perfettamente a questo scopo. L’altra ipotesi, quella indiretta, è sempre collegata all’influsso dei pellegrini: potrebbe essere stato inviato dall’Inghilterra al monastero di Bobbio per essere riprodotto per scopi didattici. 3) Si illustri il contenuto del Vercelli book Il Vercelli Book èi un codice adatto a essere portato in viaggio, consta di 136 folii le cui misure, particolarmente ridotte, sono di cm. 31 x 20 e i righi per ciascun folium vanno da 23 a 32. Contiene Contiene ventitrè omelie e sei componimenti poetici: Andreas, i Fati degli Apostoli, Dialogo tra l’anima e il corpo I, vi manna lease, il Sogno della Croce ed Elena. Lezione 46 1) Tradurre e dare un commento linguistico dei seguenti versi: ne thurh threata geþræcu þræd me ne hlimmeth ne aet me hrutende hrisil scritheth La traduzione dei versi è “Né a causa della violenza dei colpi il filo non risuona per me, né scivola via da me la rumorosa navetta.” Esso fa parte dell’indovinello contenuto nell’Exter Book conosciuto come enigma di Leida, tramandato in versione latina, in dialetto anglico della Northumbria e in sassone occidentale. 2) Tradurre e dare un commento linguistico dei seguenti versi: Wyrmas ne mec awæfan wyrda cræftum þa þe geolo godwebb geatwum frætwað La traduzione dei versi è “I bachi non mi tessono con l’arte del ricamo, quelli che adornano la seta gialla con ornamenti.” Esso fa parte dell’indovinello contenuto nell’Exter Book conosciuto come enigma di Leida, tramandato in versione latina, in dialetto anglico della Northumbria e in sassone occidentale. Wyrmas all’inizio della frase significa letteralmente ‘vermi’. 3) Tradurre e dare un commento linguistico dei seguenti versi: Ne wat ic mec beworhtne wulle flysum haerum thurh heahcraeft, hygethoncum min La traduzione dei versi è “Né a causa della violenza dei colpi il filo non risuona per me, né scivola via da me la rumorosa navetta.” Esso fa parte dell’indovinello contenuto nell’Exter Book conosciuto come enigma di Leida, tramandato in versione latina, in dialetto anglico della Northumbria e in sassone occidentale. Lezione 47 1) Tradurre la sezione seguente: thaes ymb iiii niht Aethered cyning ond Ælfred his broþur þaer micle fierd to Readingum gelæddon “Dopo circa quattro giorni, allora re Æþelred e suo fratello Alfredo condussero colà il grande esercito inglese (fierd) fino a Reading” 2) Tradurre la sezione seguente ond thaer wearth Sidroc eorl ofslægen se alda, ond Sidroc eorl se gioncga, ond Osbearn eorl ond Fraena eorl, ond Hareld eorl, ond tha begen gefliemde “e dunque il nobile Sidroc, il più anziano, fu ucciso e il nobile Sidroc –il più giovane – insieme al nobile Osbearn, Fraena e Aroldo; entrambi gli eserciti vennero messi in fuga” 3) Tradure la sezione seguente tha Deniscan ahton wæl-stowe gewald; ond thaer wearth Hwahmund bisceop ofslaegen, ond fela godra monna “i Danesi ebbero la meglio sul campo di battaglia. Infatti (lett. ‘allora’) il vescovo Heahmund (di Sherborne) fu ucciso insieme a molti buon uomini” 4) Tradure la sezione seguente Ond thaes ofer Eastron gefor Aethered cyning, ond he ricsode v gear, ond his lic lith aet Winburnan. “Allora dopo Pasqua il re Æþered morì (lett. ‘partì’) dopo aver regnato cinque anni e il suo corpo riposa a Winborne.” 5) Tradurre la sezione seguente Ond thaes geares wurdon viiii folc gefeoht gefohten wiþ thone here on thy cynerice be suthan Temese. “e in quell’anno nove schiere si scontrarono in combattimento contro quell’ esercito nel suo regno a sud del Tamigi.” 6) Tradurre la sezione seguente Ond þæs ymb iiii niht gefeaht Aethelred cyning ond Ælfred his brothur with alne þone here on Æscesune, ond hie waerun on twæm gefylcum “E dopo circa quattro giorni re Æþelred e suo fratello Alfredo combatterono contro tutto l’esercito ad Ashdown ed essi erano in divisi in due battaglioni”
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved