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Anni Venti fino al secondo Novecento,Ungaretti,Montale,Il Neorealismo,Pavese,Levi,Calvino, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Anni Venti fino al secondo Novecento.Giuseppe Ungaretti: vita e poetica,raccolta poetica "L'Allegria","Veglia","Fratelli","Sono una creatura","I Fiumi","Soldati","San Marino,“Mattina” della seconda raccolta sentimento del tempo,“Madre”,“Il Dolore”,“non gridate più”.Eugenio Montale: vita e poetica.Il Neorealismo.Cesare Pavese: vita e poetica,“La casa in collina”,“E dei caduti che facciamo?”,“scrivere per non dimenticare”.Primo Levi: vita e poetica,il romanzo “Sentiero dei nidi di ragno”.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 28/03/2023

annatrevi
annatrevi 🇮🇹

4.7

(6)

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Scarica Anni Venti fino al secondo Novecento,Ungaretti,Montale,Il Neorealismo,Pavese,Levi,Calvino e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! Dagli anni Venti al secondo Novecento A pari del nazismo e dello stalinismo, la dittatura fascista si fonda su un ampio consenso popolare, garantendosi l’appoggio della gran parte dell’opinione pubblica grazie alla gestione degli strumenti di propaganda. Lo sfruttamento dei mezzi di comunicazione come il cinema e la radio e la diffusione di una cultura favorevole al regime, con la creazione del ministero per la cultura popolare e la fondazione nel 1929 dell’Accademia d’Italia (massima costituzione dell’Italia). Numerosi sono gli intellettuali che appoggiano il regime, contribuendo a diffondere i principi tra le masse e sottoscrivendo nel 1925 il manifesto degli intellettuali fascisti di Giovanni Gentile (venne ucciso da dei partigiani). Emerge anche una terza via tra gli intellettuali italiani, che coincide con il distacco programmatico dall’impegno politico e il rifugio in una letteratura che, si svolge a esplorare la condizione umana in senso esistenziale. In questa direzione si orienta sia la narrativa, con la prosa d’arte dei letterati che ruotano intorno alla rivista “La Ronda”, sia soprattutto la lirica, dominata dal movimento dell’Ermetismo. Nel periodo tra le due guerre i canali privilegiati del dibattito ideologico sono ancora le riviste. Si possono distinguere sulla base di 3 schieramenti: quelle che sostengono l’ideologia del regime, di opposizione e quelle che si interessano esclusivamente al dibattito letterario. Tra gli anni Quaranta e la prima metà degli anni Cinquanta prevale un atteggiamento culturale attivo e militante che si esprime nelle forme di una prosa attenta alle problematiche del dopoguerra e della ricostruzione, all’arretratezza delle aree periferiche del Meridione d’Italia e alle condizioni di vita del ceto popolare: sono gli anni di affermazione del Neorealismo. In ambito letterario, la produzione poetica appare caratterizzata da una sorta di “ritmo all’ordine”, di recupero di toni e forme più legate alla tradizione. Si può dire che già all’inizio degli anni Venti si configurano 3 diverse tendenze:  L’Ermetismo è un movimento organico, dominante negli anni tra le due guerre. Comprende poeti che prendono a modello la raccolta di Giuseppe Ungaretti Sentimento del tempo e sono attivi negli anni trenta a Firenze; soltanto la parola poetica appare in grado di illuminare il senso profondo dell’esistenza, attraverso analogie, ellissi e ardite sinestesie. A partire dagli anni Trenta emerge un crescente interesse per forme narrative più realistiche, che trovano piena espressione nel Neorealismo che si sviluppa tra il 1945 e la metà degli anni Cinquanta. I neorealisti trasformando nella loro opera un rinnovamento impegno politico e sociale, mirando a una rappresentazione diretta della realtà sociale italiana. I neorealisti adottano in genere un linguaggio piano e colloquiale. Tra le tematiche a loro care prevalgono la guerra, la lotta partigiana, le difficoltà della ricostruzione nel dopoguerra e la vita del popolo. Giuseppe Ungaretti Nasce l’8 febbraio 1888 ad Alessandria d’Egitto da genitori luchesi (toscani). Il padre è impegnato come operaio nella costruzione del canale di Suez, ma muore in un incidente. Completa gli studi ad Alessandria in una scuola di lingua francese, conosce l’opera di Baudelaire. Nel 1912 si trasferisce a Parigi per completare la sua formazione; si iscrive a facoltà di lettere ed entra in contatto con alcuni personaggi più in vista della cultura europea. Pubblica le sue prime poesie nel 1915 sulla rivista si orientamento futurista “Lacerba”. Tornato in Italia, prende l’abilitazione all’insegnamento del francese. Quando l’Italia entra nella Prima guerra mondiale (24 magio 1915) sia arruola volontario come soldato semplice di fanteria e viene inviato sul fronte Carso. Le prime poesie vengono scritte in trincea, le annotava su pezzi di carta o su vecchi giornali e le portava in un tascapane. Il tenente Serra, proprietario dello stabilimento tipografico Friulano, fa pubblicare le liriche di Ungaretti nel volume Il porto sepolto. Nel 1918 il suo reggimento viene trasferito in Francia, alla fine della guerra si fermò a Parigi e lavora come corrispondente per “il popolo italiano”. Nel 1921 si trasferisce a Roma dando la sua adesione al fascismo anche per l’amicizia con Mussolini. Nel 1919 pubblica “Allegria di naufragi” che comprende le poesie de il porto sepolto, vanno a formare un diario poetico della terribile esperienza della guerra. La raccolta verrà pubblicata nel 1931, con delle modifiche anche al titolo, diventando L’allegria (lirica di guerra). Tra il 1920 e il 1936 svolge un’attività di giornalista e conferenziere che lo porta a viaggiare molto. Questo periodo è segnato dalla nascita dei figli e da una crisi religiosa che lo induce ad avvicinarsi al cattolicesimo. Da questa svolta nascono le poesie di Sentimento del tempo, pubblica nel 1933, aprono una nuova fase nella produzione poetica di Ungaretti all’insegna di un’astratta riflessione sul trascorrere del tempo e sul senso del dolore dell’uomo. Si dedica anche all’attività di traduttore. Nel 1936 accetta il posto di insegnante di lingua e letteratura italiana all’università San Paolo del Brasile. La permanenza in Brasile è segnata da due tragici eventi: la morte del fratello e quella del figlio. Dopo lo scoppio del Seconda guerra mondiale, nel 1942 il poeta torna in patria e ottiene la cattedra di letteratura italiana all’università di Roma. La sofferenza per i drammi privati e collettivi è al centro della raccolta Il dolore che riporta la componente autobiografica ma sia avvicina ai toni tristi della poesia civile. Nel dopoguerra continua il suo lavoro di traduttore. Le sue poesie sono apprezzate anche a livello internazionale e sfiora il Nobel per 2 volte. Nel frattempo riprende la composizione di un poema drammatico ispirato all’Eneide di Virgilio, pubblica in frammenti con il titolo La terra promessa. Ormai vedovo si trasferisce a Milano; nel 1969 Mondadori completa la pubblicazione di tutta la sua produzione nel Volume d’un uomo. Nel 1970 viene colto da un malore in un viaggio negli Stati uniti, rientrato in Italia, muore a Milano nella notte tra il 1 e il 2 giugno. La poetica La poetica di Ungaretti può essere divisa in due momenti:  Prima fase che comprende le liriche nate dall’esperienza della guerra troviamo L’Allegria;  Seconda fase comprende la raccolta Sentimento del tempo e i versi de Il dolore; Ungaretti ritorna a forme più vicine alla tradizione, caratterizzate dal gusto per l’analogia e per le immagini ricercate e complesse. A partire dagli anni Quaranta, avviò una complessiva riorganizzazione della sua poetica, riunisce le diverse raccolte pubblicate in precedenza con il titolo Vita d’un uomo. La decisione di offrire al Eugenio Montale Nasce nel 1896 a Genova (casa estiva di famiglia nelle Cinque Terre). Studia da autodidatta e frequenta il corso per allievi ufficiali volontariamente, diventando sottotenente e combatte sul fronte trentino. Si trasferisce a Firenze dove diventa direttore di un importante istituzione letteraria. Nel 1933 conosce Irma Brandeis (ebrea americana) che deve abbandonare il paese causa delle leggi razziali a cui dedica la raccolta “Le occasioni” (1939). Non aderisce al fascismo e alla fine della guerra entra nel CLN (Comitato Liberazione Nazionale). Nel 1956 esce la “Bufera ed altro” in cui confronta la storia e l’attualità ma fa anche riflessioni sulla morte. Nel 1957 vince il premio Nobel e nel1981 muore a Milano. La Poetica  Tramonto degli ideali e delle certezze a causa delle guerre mondiali  Il mondo è dominato dal caos, dal dolore e dalla sofferenza  Sensazione del male di vivere dovuta ad un’esistenza priva di senso  Il poeta deve essere testimone del male di vivere  Correlativo oggettivo = esprime il dolore con gli oggetti e situazioni concrete che riportano a precisi stati d’animo La poesia di Montale è la continua ricerca di un senso irraggiungibile. Spesso il male di vivere ho incontrato: in questa poesia compare per la prima volta l’espressione male di vivere affermando di avere spesso sperimentato questa condizione di sofferenza ritrovandola in molti aspetti della natura; inoltre afferma l’indifferenza serve per allontanarsi dal dolore. Meriggiare pallido e assorto: fa parte di “Ossi di seppia”, è stata scritta nel 1916, è una delle prime poesie composte da Montale. Descrive il paesaggio ligure, descritto nell’accecante solarità del mezzogiorno, diventa emblema del “male di vivere”, di una condizione universale di disarmonia e di impossibile desiderio di comunione con la natura. Spesso il male di vivere ho incontrato: (Ossi di seppia), in questa lirica, compare per la prima volta l’espressione “male di vivere”, diventando poi noto per esprimere il disagio esistenziale dell’uomo moderno. In una sorta di pessimistico bilancio esistenziale, il poeta afferma di aver spesso sperimentato questa condizione di sofferenza, ritrovandola in diversi aspetti della natura. Raramente ha conosciuto la cessazione del dolore, che ha potuto ritrovare solo in un atteggiamento di distacco, in quella “indifferenza” di cui forse soltanto gli dei sono capaci. Neorealismo Si sviluppa tra il 1943 e il 1955 ed è un movimento dell’espressione di uno stato d’animo diffuso, di un’esigenza di ritrovamento che si propone di ritrarre criticamente la realtà per contribuire a modificarla. La differenza tra il neorealismo e il realismo e l’intento costruttivo, gli scrittori neorealisti scelgono di ispirarsi al realismo di Verga e a modelli più recenti, come i romanzi degli americani, caratterizzati da una particolare immediatezza espressiva. In ambito italiano, vengono presi a modello le prime opere di Vittorini e Pavese. Gli scrittori neorealisti privilegiano il romanzo e scelgono alcuni ambiti specifici che è possibile ricondurre a due aree tematiche:  Il dramma della guerra, l’orrore dei campi di sterminio nazisti alla stagione della resistenza.  L’analisi sociale dei problemi legati alla ricostruzione post bellica, con particolare attenzione alla realtà arretrata del meridione e alla vita del popolo; nella sua genuinità ma anche nella sua miseria materiale. I neorealisti recuperano strutture di stampo duecentesco, caratterizzate dalla linearità dell’intreccio e dall’utilizzo di un narratore onnisciente. La ripresa di forme più di tesa menti narrative si accompagna l’adozione di un linguaggio volutamente semplice e comprensibile a un vasto pubblico popolare. Il movimento neorealista si divide in due fasi: 1. Nella prima, tra il 1943 1948 si sviluppa in maniera spontanea e priva di 1:00 riflessione teorica, legata al desiderio collettivo di raccontare le esperienze belliche; 2. il secondo momento è contrassegnato da un vivace dibattito sul problema dei rapporti fra letteratura e politica. Il 1955 e anche l’anno in cui si chiude la fase più sviluppata del neorealismo: gradualmente emergono infatti i limiti della narrativa neorealista, legati al rischio del populismo, atteggiamento culturale di generica e acritica esaltazione del popolo, considerato soltanto nei suoi aspetti positivi. Cesare Pavese Nasce nel 1908 a Santo Stefano Belbo, nel paesaggio delle Langhe che ricorre nei suoi romanzi come immagine simbolo dell’infanzia perduta. Rimane orfano di padre a sei anni, studia Torino. Nel mio 935 viene arrestato per attività antifasciste e condannato a tre anni di confino a Brancaleone calabro. Dopo un anno può tornare a Torino e qui trova lavoro presso l’editore Einaudi e pubblica il suo primo volume di poesie, Lavorare stanca. L’esordio nella narrativa avviene nel 1941, con il romanzo breve paesi tuoi, che diverrà uno dei punti di riferimento della narrativa per lo stile volutamente antiletterario. Pavese non partecipa attivamente alla resistenza e dopo l’8 settembre 1943 si rifugia a Monte ferrato. Dopo la liberazione si scrive al partito comunista e collabora al quotidiano l’unità. Approfondisce l’interesse per il mito l’antropologia da cui nascono i dialoghi con Leo co. Gli anni che seguono sono i più fecondi sul piano artistico: nel 1948 esce. la casa in collina. Il successo letterario non compensa il senso di disperata solitudine che opprime pavesi che il 27 agosto 1950 si suicida in una stanza d’albergo di Torino ingerendo una dose massiccia di sonniferi. La produzione letteraria di Pavese è unitaria e legata da ricordi situazioni personaggi fra loro simili. Al centro della del romanzo vi sono personaggi segnati dalla solitudine; questo senso di dolorosa estraneità e inadeguatezza compagno desiderio di sfuggire alla responsabilità della vita adulta attraverso recupero della dimensione infantile. Parte dell’opera di Pavese vuoto intorno alla contrapposizione tra infanzia e maturità qui corrisponde il contrasto tra campagna e città. La campagna è il luogo dell’innocenza infantile ma è anche il mondo degli istinti anche nella lingua lo stile si caratterizza per l’accostamento di un registro realistico e di un registro lirico. Ne deriva uno stile originale e antiletterario che si differenzia sia dal preziosismo della prosa degli anni 30 sia dei modi più tipici della narrativa neutralista. La casa in collina: Durante la guerra Corrado passa le notti in collina, ospitato in una casa abitata da due donne, per sfuggire ai bombardamenti che imperversano su Torino. Non è l’unico a evitare la città e una notte, vincendo il proprio carattere solitario, raggiunge un gruppo di persone che cantano fuori da un’osteria. Nel gruppo ritrova Cate, la donna con cui aveva avuto una storia otto anni prima, nel frattempo divenuta madre di un bambino chiamato da tutti Dino. Corrado torna spesso da loro, spinto del resto dal dubbio che il figlio di Cate sia anche suo. In compagnia del gruppo, di cui è divenuto un assiduo frequentatore, assiste all’evolversi delle sorti della guerra: l’arresto di Mussolini, l’armistizio, la guerra civile; sente la situazione diventare sempre più tesa e vede come tutti gli altri prendano decisioni attive nel merito. Ma il protagonista sceglie di non essere coinvolto in prima persona e, dopo l’arresto degli altri, si chiude sempre più in se stesso e si nasconde: prima rifugiandosi in un collegio gestito da preti, poi, dopo che anche Dino lo aveva lasciato per raggiungere i partigiani, dandosi alla fuga verso il proprio paese d’origine. E dei caduti che facciamo?: è tratto dal capitolo conclusivo del “La casa in collina”, in cui il protagonista Corrado, tornato al paese natale nelle Langhe (Piemonte) devastate dalla guerra, riflette sulla propria esperienza e sulla personale incapacità di partecipare attivamente alla Resistenza. Il romanzo, in larga parte autobiografico, costituisce una sorta di lucido esame di coscienza da parte di Pavese, che guarda non senza senso di colpa a una guerra civile che, con i suoi caduti, chiama in causa ogni singolo individuo e richiama alla necessità di una piena partecipazione alle vicende storiche collettive. Scrivere per non dimenticare: alla seconda guerra mondiale mediale è drammaticamente legato allo sterminio di oltre 6 milioni di ebrei nei Lager nazisti. Fra i sopravvissuti al genocidio molti
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