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Antefatti della seconda guerra mondiale: l'Europa verso una nuova guerra, Sintesi del corso di Storia Contemporanea

Capitoli 18-19 riassunti dal libro intitolato '' l'età contemporanea '', autori: Lupo - Ventrone

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 26/09/2019

jeje2929
jeje2929 🇮🇹

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Scarica Antefatti della seconda guerra mondiale: l'Europa verso una nuova guerra e più Sintesi del corso in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Capitolo 18 – Totalitarismi a confronto Unione Sovietica: industrializzazione e collettivizzazione delle campagne Già sappiamo della lotta di potere all’interno del Partito comunista dell’Unione Sovietica, dopo la morte di Lenin ( 1923 ) tra la fazione di Stalin e quella di Trockij. Questa lotta si sovrappose a una discussione interna sull’indirizzo da dare alla politica economica sovietica. Vi erano 2 orientamenti : 1. Il primo era quello del gruppo di Bucharin, il quale sosteneva di andare avanti con la NEP lasciando libero spazio al mercato contadino e quindi a lui non importava se i kulaki ( contadini ricchi ) si sarebbero stati arricchiti da questa politica economica poiché egli affermava che la NEP avrebbe avuto un senso solo se dai kulaki fosse derivato un ceto di imprenditori contadini. 2. Il secondo orientamento era quello di Trockij: si prendeva in considerazione l’idea di una grande industrializzazione perché il socialismo non aveva senso in un quadro moderno senza l’industrializzazione. In che modo si sarebbe fatto tutto ciò ? Traendo capitali ed energie dall’agricoltura per reinvestirli nell’industria. I due orientamenti contrapposti presero il nome rispettivamente di << destra >> e << sinistra >>. Stalin rimase al centro, il suo obiettivo era quello di espellere Trockij con l’aiuto di Bucharin e ci riuscì. A questo punto Stalin lanciò un << piano quinquennale >> per lo sviluppo dell’industria ( 1928 ) attraverso il quale le aziende contadine furono costrette a confluire con le loro proprietà in aziende statali, chiamate ‘’ kolchoz ‘’. Ma i contadini cominciarono ad alimentare il mercato nero, a nascondere le merci perché fondamentalmente quest’ultimi si videro costretti a condividere tutti i loro beni con lo stato; così iniziarono le rivolte. Le fughe in massa dai kolchoz furono contrastate con l’introduzione di una nuova servitù contadina: vennero creati dei passaporti interni affinché le persone non circolassero liberamente e rastrellamenti per evitare le fughe. In stati come l’Ucraina o il Caucaso, nel 1931, i contadini preferirono il sabotaggio piuttosto che regalare tutto allo Stato infatti il raccolto del 1932 non potè che essere cattivo quindi Stalin prese dei provvedimenti e furono scatenate per le campagne squadre di individui armati alla ricerca di enormi quantità di grano che i kulaki tenevano nascoste con lo scopo di riaffermare i diritti dei contadini. Tra il 1932-33 esplose un’enorme carestia soprattutto in alcuni contesti regionali come quello ucraino e quello caucasico; la storiografia riporta che sia stato proprio Stalin a indurre artificialmente questa carestia per eliminare i nemici proprio dove erano più forti, ossia nelle aree non russe. Nel 1933 la situazione alimentare cominciò a normalizzarsi,il 60% delle famiglie contadine si arrese a far parte dei kolchoz e i prodotti agricoli ripresero a funzionare. Allora Stalin e i suoi si convinsero, visto l’esito positivo, che la repressione era il miglior metodo di politica; conseguenze di questa scelta: l’autonomia dei governi locali venne ridotta drasticamente. Circa due milioni di kulaki vennero deportati in quello che dallo scrittore Solženicyn venne chiamato <<Archipelago Gulag>> ovvero un insieme di campi di concentramento dove i kulaki lavoravano gestiti dalla polizia politica. Il lavoro forzato divenne da quel momento una componente stabile dell’economia sovietica e l’industria si sviluppò con una rapidità che a livello mondiale non aveva mai avuto precedenti, soprattutto quella pesante degli armamenti poiché Stalin aveva il terrore di essere attaccato dai capitalisti. Il nazismo va al potere All’inizio degli anni 30 del 900’ mentre l’unione sovietica si impegnava nell’industrializzazione, mentre negli Stati Uniti vi era la Grande crisi con Roosevelt, in Germania il presidente della Repubblica era Hindenburg ( 83 anni ) che nominò cancelliere ( capo del governo ) Bruning al quale consentì di governare senza chiamare in causa il parlamento ( Reichstag ) perché condivideva ben poco lo spirito liberaldemocratico cui si erano ispirati i fondatori della Repubblica di Weimar. Nelle elezioni politiche del 1930, il partito nazionalsocialista, con a capo il Fuhrer Adolf Hitler, conseguì 6 milioni e mezzo di voti e divenne d’un tratto una grande forza politica. Sull’altro versante, a sinistra, vi erano due forze contrapposte: il partito comunista e il partito social democratico, le quali causarono scontri in piazza con le milizie. Fu in questa occasione ch si celebrarono le elezioni del 1932 per la presidenza della repubblica. Si candidarono Hindenburg ( nuovamente perché era già presidente ) e Hitler, prevalse il primo citato. Per alcuni aspetti le due destre ( i quali esponenti sono Hindenburg e Hitler ) avevano degli obiettivi in comune come la rifondazione di un regime autoritario e la restituzione del ruolo di grande potenza alla Germania ma d’altra parte erano distanti perché il partito conservatore di Hindenburg si appoggiava agli aristocratici e ai grandi imprenditori invece quello di Hitler su piccoli commercianti e auspicava ad una rifondazione nazionale su una base nazionale e socialista ( da qui il nome del partito ). Nel 1932 le due destre si trovarono in una situazione di stallo cui Hindenburg rispose indicendo due elezioni dalle quali furono i nazisti a uscirne vittoriosi diventando il partito di maggioranza relativa ma non assoluta, non sufficiente per formare un governo. Hindenburg si convinse che per uscire dalla situazione di stallo bisognava dar fiducia a Hitler, il quale fu nominato cancelliere il 30 gennaio 1933. Per ragionare sull’azione di governo di Hitler, partiamo dalla politica economica: 1. Creazione di opere pubbliche per ridurre i disoccupati; 2. Molta parte delle risorse venne impiegata nel riarmo dell’esercito tedesco Così la Germania cominciò ad uscire dall’esperienza politico-istituzionale della Repubblica di Weimar e questo cambiamento venne visto come una rivincita nazionale. Il nuovo regime venne chiamato infatti << Terzo Reich >>, ossia terzo impero e venne visto come continuatore dei due imperi precedenti ( quello nato nel 1870 e addirittura il medievale Sacro romano impero ). La svastica nazista divenne bandiera del paese. Il terzo Reich Le quarte elezioni in un anno (1933) diedero una maggioranza ai nazisti e ai loro alleati nazionalconservatori. Prime novità di questo nuovo governo che si andava formando furono: 1. Creazione della Gestapo, polizia politica; 2. Apertura del primo campo di concentramento, Dachau, dove sarebbero stati reclusi i tedeschi considerati nemici del popolo. Alla morte di Hindenburg (1934) un referendum consegnò il potere nelle mani di Hitler, consentendogli di cumulare la carica di cancelliere e quella di presidente. Caratteristiche del nuovo governo: 1. Il governo Hitleriano poco si occupò di definire una normativa chiara e non si fece condizionare da scrupoli legali, ogni decisione fu giustificata senza riferimenti a criteri particolari se non quello della difesa dello stato e del Volk ( popolo ). Si può ben dire che il Terzo Reich ebbe un carattere antigiuridico. 2. Significativo è il Fuhrerprinzip ( principio del capo ): non era la legge a costituire il supremo principio di legalità ma la volontà del Fuhrer, a cui veniva attribuita forza cogente ( obbligatoria ) anche quando il suo volere fosse stato espresso in maniera informale. 3. Hitler organizzava delle riunioni con i membri dell’élite nazista che gestiva organismi e istituzione per discutere eventuali problemi o prendere decisioni. Ma le sue sentenze erano sempre molto contraddittorie e proprio quest’indeterminatezza sulle proprie reali intenzioni aveva uno scopo: egli poteva tra le varie interpretazioni della sua volontà decidere quella che, in quel momento, gli sembrava più confacente ai suoi progetti. Dopo il 1933, mentre la maggioranza dei tedeschi si compiaceva per l’ordine ristabilito, il caos cominciò ad incombere su minoranze sociali definite << asociali >> come: oppositori politici, malati fisici e 1. Il duce aveva un progetto: gli italiani devono ‘’nascere fascisti ‘’. Si impegnò a cancellare ogni alternativa, ‘’ pensare da fascista ‘’ era l’unico orizzonte mentale possibile; 2. bisognava imprimere negli italiani lo spirito della patria e far loro abbandonare certi comportamenti: come quello di non sposarsi o fare pochi figli. Il buon italiano doveva infatti rafforzare la nazione sia dal punto di vista qualificativo che quantificativo; 3. Era vietato usare del << lei >> ( termine francesizzante ) ed era d’obbligo dare del << voi >> ( che viceversa era << romano >> ). 4. Venne creata l’Opera nazionale dopolavoro per gestire il tempo libero dei lavoratori; 5. Creazione CONI ( comitato olimpico nazionale italiano ) per stimolare l’abitudine sportiva; 6. Venne introdotta l’assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi e un fondo per l’indennità di disoccupazione; 7. Istituzione Opera nazionale balilla per un addestramento premilitare ai ragazzi, divisi in fasce d’età: ovvero Figli della lupa, Balilla e Avanguardisti. La volontà totalitaria del fascismo si può misurare anche analizzando il comportamento con la Chiesa. Il pontefice era rimasta l’unico soggetto in grado di rivolgersi agli italiani con un messaggio diverso e quindi eventualmente contrastando Mussolini. Le due dottrine erano separate da profonde differenze: quella cattolica sosteneva che l’individuo doveva essere difeso dall’invadenza del potere politico spesso se questo diventava totalizzante quindi già questo elemento basta per comprendere la diffidenza della Chiesa nei confronti del regime. L’AC ( azione cattolica ) fu accusata di fare politica, le sue sedi assalite e poi chiuse. Il papa rispose con un enciclica ‘’ Non abbiamo bisogno ‘’ e definì quella di Mussolini un’ideologia dello stato pagano e la chiamò ‘’’ statolatria ‘’. Alla fine si giunse ad un compromesso: l’AC fu dichiara << apolitica >> e i suoi compiti limitati alla formazione etico – religiosa dei giovani, in cambiò il regime ne tollerò l’esistenza. Un altro elemento << totalitario >> può essere la relazione carismatica tra capo e masse: avevamo enormi masse di gente in divisa che inneggiava alla persona del capo, il quale sta in alto da solo, esibendosi attraverso parole roboanti e gesti accentuati. E infine parliamo del fatto che sia nazismo che fascismo strumentalizzavano le logiche della società tramite le radio, i cinema, i notiziari di propaganda proiettati obbligatoriamente prima dei film nelle sale ( chiamati in Italia << cinegiornali Luce >>). Così il regime riesce ad arrivare anche nelle zone più remote della nazione propagandando quell’attualità artificiale, cioè facendo vedere solo quello che conveniva al governo. Come vediamo questo quadro non corrisponde al modello della Arendt ma non possiamo prescindere dagli sforzi del fascismo di acquisire un controllo totalizzante che è evidente. Infatti come vedremo nel capitolo seguente questi elementi totalitari si rafforzeranno con l’emergere di pensieri razzisti in connessione con la Guerra d’Etiopia ( 1935 – 36 ) e sul varo di una legislazione persecutoria antisemita ( 1938 ). Capitolo 19 – Il mondo verso una nuova guerra Revisionismo I paesi soddisfatti degli esiti della Grande guerra ( I guerra mondiale ) erano: la Gran Bretagna, Francia, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Polonia e Romania. Tra i paesi insoddisfatti invece: Austria, Ungheria e soprattutto la Germania. Ambigua era la situazione dell’Italia uscita vincitrice dal conflitto ma convintasi che aveva molto da recriminare per la sistemazione postbellica. I sentimenti dei giapponesi erano molto simili a quelli degli italiani. I sovietici rappresentavano un’incognita e gli americani si mantenevano fuori dai giochi. In questo periodo era diffuso il cosiddetto ‘’ revisionismo ‘’ ossia una revisione dei trattati di pace. Vediamo la situazione in Germania. Qui avevamo Hitler che passato alla guida del Terzo Reich aveva ordinato l’uscita dalla Società delle nazioni ( ne era uscito anche il Giappone e nel 1937 anche l’Italia come vedremo ). I nazisti puntavano a una politica ‘’ pangermanista ‘’ : volevano includere nel Terzo reich tutte le minoranze di lingua tedesca e creare un grande spazio egemonico nell’Europa orientale che rischiava di buttare a terra la carta geopolitica allora attuale. Un progetto di questo genere prevedeva l’inglobamento dell’Austria e non solo perché parlavano il tedesco anche minoranze in Cecoslovacchia, Polonia, paesi baltici e perfino in Unione sovietica. Hitler fece la prima mossa verso l’Austria, qui il potere era nelle mani di un leader del partito cristiano-sociale chiamato Engelbert Dollfuss, il quale si opponeva al ‘’pangermanismo ‘’ infatti venne ucciso durante un colpo di stato organizzato dai nazisti. Il tentativo di golpe ( colpo di stato ) fallì anche grazie a Mussolini che intervenne per dissuadere Hitler dall’intervento. Mussolini preferiva avere vicino la debole Austria piuttosto che la potente Germania. I vincitori della Grande guerra sapevano bene quanto fosse pericoloso il pangermanismo quindi Hitler fu costretto a mettere da parte i suoi progetti sull’Austria. Nel frattempo non stette con le mani in mano e nel 1935 il suo governo annunciò la ricostituzione dell’aviazione da guerra, la reintroduzione del servizio militare obbligatorio e l’abrogazione del trattato di Versailles ( infatti schierò un esercito nella regione del Reno, in violazione del suddetto trattato ). Il secondo piano era quello di preparare il paese alla guerra diminuendo i rifornimenti delle materie prime e sostenendo l’industria degli armamenti. Così, nel 1938, la Germania giunse ad impiegare per il settore militare il 28,2% del suo reddito quasi il quadruplo della Francia in vista del riscatto dopo l’umiliazione subita nel 1919. L’asse anglofrancese L’Europa dei primi anni 30 era immersa nella crisi economia. In Gran Bretagna questi anni rimasero alla storia come ‘’ gloomy years ‘’( gli anni bui ) e il governo imboccò la strada del protezionismo, per la prima volta. Inoltre vi fu un taglio della spesa pubblica e un aumento della pressione fiscale. Una ripresa si ebbe solo nel 1935, con l’inizio di ‘’ welfare state ‘’ ovvero di politiche pubbliche messe in atto da uno Stato che interviene, in un’economia di mercato, per garantire l’assistenza e il benessere dei cittadini. Miglioramenti: i cittadini iniziarono a godere di più benessere, gli abitanti ottennero la proprietà della casa in cui abitavano, due milioni circolava con le automobili e iniziarono ad andare al cinema e in vacanza. Le elezioni del 1929 videro il successo dei laburisti¹ che inserirono al governo per la prima volta una donna Margaret Bondfield, al dicastero² del lavoro poi però nelle elezioni del 1935 a prevalere furono i conservatori. Quest’ultimi puntavano ad un accordo con la Germania in funzione antisovietica ma anche per garantire semplicemente l’equilibrio tra le forze europee. In Francia la situazione era instabile perché tra il 1929 e il 1936 nacquero ben 20 governi diversi. Ricordiamo un evento del 1934 quando ‘’ le Ligues ‘’, un insieme di formazioni della destra estrema e filofascista ‘’ scesero in piazza per impedire l’insediamento al governo del radicale Daladier, in questa occasione scesero in piazza anche comunisti e socialisti i quali volevano difendere la democrazia. Per quanto riguarda la politica estera la Francia creò nel 1935 un’alleanza con i sovietici poiché la ‘’ Piccola Intesa ‘’ ³ di cui la Francia faceva parte non era sufficiente per contrastare un’eventuale iniziativa tedesca. Questa opzione però non ebbe dei risultati perché quando tedeschi occuparono la Renania, la Francia si limitò ad accettare il fatto compiuto. ¹è un partito politico britannico di sinistra, storicamente riconducibile al socialismo democratico e alla socialdemocrazia, ² è un ministero statale ³ alleanza della Francia con cecoslovacchi, rumeni e jugoslavi La guerra d’Etiopia L’Italia faceva parte del club dei vincitori ma come abbiamo già detto era insoddisfatta per l’ingiusto trattamento a Versailles, parliamo di quella che andò chiamata ‘’ vittoria mutilata ‘’. Questa retorica si accentuò alla metà degli anni Trenta quando Mussolini passò dal moderatismo all’avventurismo. Perché questo mutamento? Le spiegazioni sono due: 1. Egli si attiene alle dinamiche di politica interna evidenziate nel capitolo precedente, quindi dinamiche di politica totalitaria sulla società italiana. I fascisti sostenevano che una volta arrivato il momento di combattere, il regime avrebbe dato prova della superiorità di un sistema basato su obbedienza e fede rispetto a quello basato su libertà individuale; 2. La seconda spiegazione rimanda alla sfera internazionale. L’avventurismo venne attuato in un teatro periferico attraverso le guerre per la conquista dell’Etiopia, avvenute tra il 1935 e il 1936. Questo stato era un paese indipendente ( l’unico in Africa ) e faceva parte della Società delle Nazioni, quest’ultima stabilì sanzioni economiche all’Italia per evitare la conquista ma i provvedimenti furono inefficaci a fermare le operazioni militari italiane. Allontanatasi da Francia e Gran Bretagna, potenze che volevano evitare la conquista, l’Italia si avvicinò alla Germania di Hitler. La potenza tedesca e quella italiana ritrovandosi isolate in Europa nel 1936 giunsero all’accordo chiamato ‘’ asse Roma-Berlino ‘’, in seguito l’Italia aderì anche al ‘’ patto anti-Comintern ‘ ,siglato l’anno prima da Germania e Giappone, e uscì dalla Società delle Nazioni. Ma parliamo della conquista dell’Etiopia. Feroci furono i metodi: bombardamenti e armi chimiche proibite dalle convenzioni di guerra del tempo. Fu tracciata così una contrapposizione tra Italia fascista che mostrava doti guerrieri e ‘’ l’Italietta liberale ‘’del passato che aveva subito la vergognosa sconfitta di Adua, sempre in Etiopia. Ogni colonialismo è incentrato su idee razziste e anche quello dell’Etiopia lo fu infatti Mussolini sancì misure legislative per affermare la superiorità dei bianchi sui neri. Presto arrivò anche la svolta semita che fu dovuta a pressioni dell’alleato nazista alle quali l’Italia dovette cedere. Quindi in Italia 51 mila ebrei furono spinti ai margini della vita sociale: esclusi dalle istituzioni pubbliche, dal PNF. Resoconto: le guerre coloniali, la legislazione razzista, l’abolizione della Camera dei deputati indicano i tentativi del fascismo di affermare il totalitarismo. Puntualizziamo che il fascismo aveva l’appoggio della monarchia di Vittorio Emanuele III di Savoia il quale si compiacque nell’aggiungere al titolo di re anche quello di imperatore di Etiopia. Lasciò così che il vecchio statuto albertino venisse ignorato nella pratica, senza mai essere abolito formalmente. Fronti popolari: Francia e Spagna Con il VII congresso dell’Internazionale comunista nel 1935 si ebbe una svolta: ai comunisti di tutto il mondo fu spiegato che i social democratici non andavano più visti come nemici ma come preziosi alleati con cui costituire ‘’ Fronti popolari ‘’ antifascisti in ogni paese. In Francia in questo periodo si succedettero vari governi sostenuti sempre dal Fronte suddetto. Invece in Spagna dopo il regime autoritario di Primo De Riviera ,caduto nel 1930, seguì una Repubblica. Nel 1936 la sinistra si presentò alle elezioni sotto l’insegna del Fronte popolare e vinse. Per la prima volta i comunisti partecipavano ad una maggioranza di governo. Di lì in poi si succedono vari assassini politici perché dall’altra parte in opposizione ai comunisti avevamo invece 2 forze politiche: il movimento fascista della Falange e gli alti comandi militari con capo il generale Emilio Mola e solo più tardi il comandante Francisco Franco; questi attuarono vari assassini politici per rovesciare la repubblica. L’uccisione di uno dei leader della destra fu l’occasione che portò gli oppositori al governo comunista ad attuare un colpo di stato. La cruzada ( crociata ) dei militari poteva contare anche dell’aiuto italiano e tedesco che combatterono da alleati. Dopo vari scontri ebbero la meglio i militari e dopo la morte di Mola, Francisco Franco prese in mano la situazione. Dopo fucilazioni sommarie, stupri, evirazioni e violenze orribili la Repubblica si arrese e la guerra finì ( 1939 ). Allora Franco iniziò la costruzione di un regime dittatoriale. Germania nazista all’offensiva
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