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Antigone di Sofocle (analisi, trama), Sintesi del corso di Greco

l'Antigone è tragedia simbolo della produzione sofoclea, e in particolare è una tragedia che nell’età romantica (XIX sec.)

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 28/09/2022

claud.d
claud.d 🇮🇹

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Scarica Antigone di Sofocle (analisi, trama) e più Sintesi del corso in PDF di Greco solo su Docsity! ANTIGONE- LA TRAMA l'Antigone è tragedia simbolo della produzione sofoclea, e in particolare è una tragedia che nell’età romantica (XIX sec.) è stata adorata dalla critica perché nell’antigone si trova la figura di chi lotta eroicamente contro la tirannide, coloro che impongono con la forza e con la violenza le proprie opinioni sulla comunità. In realtà l’A. va letta e collocata nell’alveo della poetica sofoclea e solo così può darci il senso e le chiavi del testo fino alle sue radici. Testo complesso.Viene messa in scena nel 442 e ottiene grande successo visto che nel 441 Sofocle fu nominato stratega. Non possiamo non associare le due cose anche per il valore fortemente politico della tragedia nel senso del cittadino che riflette sul valore delle leggi degli uomini e quelle non scritte cioè quelle della religio. La domanda di partenza è sempre la stessa: come può l’uomo essere felice? come l’uomo può evitare il dolore, la morte? A queste domande che sono le stesse poste da Eschilo troviamo le risposte nella tragedia. TRAMA: Ci troviamo nel punto in cui si è conclusa la vicenda dei 7 contro Tebe di Eschilo. Eteocle e Polinice giacciono sul campo. Creonte, tiranno di Tebe stabilisce che siano dati grandi onori ad Eteocle che ha combattuto in difesa della città e viceversa stabilisce che Polinice sia maledetto e affinchè questo avvenga lui che ha combattuto contro la sua città, ha portato l’esercito di Argo contro Tebe per cui rimarrà insepolto. Guai a chi proverà a dare sepoltura a Polinice. Antigone, sorella di entrambi non accetta un editto di questo genere e incontra la sorella Ismene, quarta figlia di Edipo e la invita a collab. con lei per dare sepoltura al fratello Polinice. Ma Ismene nel dialogo con Antigone confessa la sua fragilità: non voler disobbedire alle leggi dello stato perché alle donne compete obbedire ai più forti e alla volontà dei maschi. Antigone con una forza maschile rifiuta una logica così debole e allontana Ismene e il suo tentativo di sottomissione alle leggi di Creonte e va a dare sepoltura al fratello. La sepoltura va vista come rito funebre che consiste nello scagliare sulla salma una manciata di terra, Tuttavia Creonte aveva posto delle guardie che dovevano sorvegliare il corpo di Polinice, per cui le guardie riferiscono a Creonte che qualcuno ha provato a dare gli onori funebri al corpo, Creonte va su tutte le furie e o le guardie gli portano il responsabile dell’atto o pagheranno amaramente la loro mancata vigilanza. Le guardie si riportano presso il cadavere di P. e trovano A. che ripete la cerimonia esequiale cioè sta rimettendo un altro pugno di terra sul corpo, la catturano e la portano da C. Qui vi è lo scontro tra C. e A. laddove A. difende i nomoia agrafoi cioè le leggi non scritte, della religione che maledicono chi non dà sepoltura ai propri defunti e dall’altra parte C. che pur essendo zio di P. evoca la sua responsabilità nei confronti della città e con un discorso che potremmo ritenere giusto e opportuno dice che egli non applicherà mai le leggi distinguendo tra parenti ed estranei ma dice che tutti devono rispettare le leggi indipendentemente dal ghenos. C, è garante della giustizia sulla terra. A. insiste nella sua posizione e dinanzi a questa volontà forte, C. che in realtà ha paura di manifestare la debolezza del suo potere di fronte a una donna, manifesta la sua natura tirannica perché dinanzi a una volontà che non si piega impone la forza della legge. A. davanti a questa violenza sceglie la morte e sarà sepolta viva. Ironia tragica; per volontà di C. un morto resterà insepolto e una viva sarà chiusa in un sepolcro perchè si oppone alle leggi della città. Segue il lamento di A. che per una volta ritorna alla sensibilità femminile: rimpiange la vita che le fugge di mano, i figli che non potrà generare e non potranno consolarla nella vecchiaia, rimpiange lo sposo che non potrà abbracciare. La volontà tirannica di C. induce le guardie a velocizzare questo processo di condanna di A. che viene chiusa in un antro. Nel frattempo il vate, l'indovino Tiresia avvicina C.e gli anticipa che sta per cadere sulla città l’ira degli dei perché il corpo di un
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