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Antigone, Sofocle. Traduzione di Davide Susanetti, Appunti di Storia Della Filosofia

Riassunto utile per l'esame di Storia della filosofia della prof.ssa Macor, laurea in Scienze dell'educazione.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 10/06/2019

Francescaz-99
Francescaz-99 🇮🇹

4.5

(21)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Antigone, Sofocle. Traduzione di Davide Susanetti e più Appunti in PDF di Storia Della Filosofia solo su Docsity! 1 ANTIGONE, SOFOCLE. Ambito letterario, Sofocle è un commediografo. Atene del V secolo → pensiero tragico (Eschilo, Euripide, Sofocle che visse dal 496-406) specifico della città. Nasce la tragedia: fenomeno tipico di Atene. Era la manifestazione globale in onore di Dioniso (durante le festività religiose); era un momento culturale per la formazione ed era svolta all’aperto. Di Sofocle ci rimangono solo alcuni frammenti, è quello che ci rimane è l’Antigone. Antigone era la figlia di Edipo (re di Tebe che voleva liberare la città dalla pestilenza). Edipo si rivolge a un indovino che gli dice che l’assassino del re precedente è ancora vivo (è proprio Edipo). Ha 4 figli: Antigone e Ismene sono le due femmine, Eteocle (Tebe) e Polinice (attacca Tebe) che sono i due maschi. Vi è una guerra fra questi due per la successione al trono, ma vi è una lotta e muoiono entrambi. Creonte nega la sepoltura di Polinice (nemico della patria). Antigone si rifiuta di questo perché secondo lei è più importante la legge religiosa. L’atto di Antigone provoca cambiamento. Presentazione personaggi: • Antigone (disobbedienza civile); • Ismene; • Coro (è molto importante perché è un personaggio collettivo formato dagli anziani tebani e i cittadini di Atene. Disobbedienza civile-reagisce alle scelte di Antigone. Ciò che avviene nell’opinione pubblica riguardo al gesto di Antigone); • Creonte (leggi della città); • Guardia; • Emone (fidanzato di Antigone); • Tiresia (indovino cieco); • Messaggero; • Euricide (moglie di Creonte). PROTOFEMMINISTA: un atto coraggioso da parte di una donna. Ci sono più voci femminili decisive. ❖ Violazione di una legge: bisogna rispettare il potere del re e non violare la legge. Inoltre la legge emanata da un uomo viene violata da due donne, che invece devono obbedire e sottostare alle leggi. ❖ Antigone riconosce di commettere un crimine perché non rispetta una legge, ma lo fa per rispettare una legge più sacra. Ci sono due legislazioni in conflitto (insanabilità del conflitto). Le leggi religiose sono superiori, sono sempre esistite e sempre esisteranno (non scritte). L'opera racconta la storia di Antigone, che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re di Tebe, Creonte. Scoperta, Antigone viene condannata dal re a vivere il resto dei suoi giorni imprigionata in una grotta. In seguito alle profezie dell'indovino Tiresia e alle suppliche del coro, Creonte decide infine di liberarla, ma troppo tardi, perché Antigone nel frattempo si è suicidata impiccandosi. Questo porta al suicidio il figlio di Creonte, Emone (promesso sposo di Antigone), e poi la moglie di Creonte, Euridice, lasciando Creonte solo a maledire la propria stoltezza. (Antigone è nipote di Creonte perché sua madre era la sorella del re) Prologo (vv. 1-99): Sorge l'alba, il giorno dopo che Eteocle e Polinice, figli di Edipo, si sono dati la morte l'un l'altro nel combattere per il trono di Tebe. Antigone, sorella dei due, informa l'altra sorella Ismene che Creonte, nuovo re della città, parrebbe intenzionato a dare onoranze funebri al corpo di Eteocle, lasciando invece insepolto quello di Polinice. La cosa non è stata ancora annunciata ufficialmente, ma se così sarà, Antigone afferma che cercherà di dare comunque sepoltura a Polinice, sfidando l'ordine del re, e chiede alla sorella di aiutarla. Ismene, spaventata, si tira indietro: Antigone dovrà tentare l'impresa da sola. 2 Antigone commette un crimine per rispettare un dovere che è sacro (legge monarchica vs. legge sacra, dell’Ade). È un atto di ribellione, di disobbedienza civile e vuole che tutti lo sappiano (deve far capire il problema). Parodo (vv. 100-162): Entra il coro di anziani tebani, trionfante perché l'esercito invasore guidato da Polinice è stato sconfitto da quello tebano con a capo Eteocle, e annuncia l'imminente arrivo del nuovo re Creonte. Primo episodio (vv. 163-331): Creonte, nel proclamarsi re di Tebe, come previsto decreta che il corpo di Polinice sia lasciato in pasto a uccelli e cani, e che chiunque si opponga a questa decisione sia punito con la morte. Arriva però una guardia che, timorosamente, informa il sovrano che qualcuno ha contravvenuto al suo ordine, gettando della sabbia sul corpo di Polinice e compiendo dunque il rito funebre. Furioso, Creonte è convinto che tale atto sia opera di cittadini contrari al suo governo, e congeda bruscamente la guardia con l'ordine di rintracciare i colpevoli. Monologo di Creonte → si seguono le azioni della città (priorità alla città). Dice che la patria è più importante degli affetti. Patria-città: la legge della polis vale su tutto. Primo stasimo (vv. 332-375): Il coro si lancia in un elogio dell'ingegno umano: molte sono le cose mirabili al mondo, ma nessuna è come l'uomo, che ha saputo sottomettere la terra e gli animali alla propria creatività, ha organizzato la propria vita in maniera civile tramite le leggi e ha trovato la cura a molte malattie. Tuttavia, l'ingegno umano può volgersi anche al male, e distruggere quelle cose che esso stesso ha costruito. Secondo episodio (vv. 376-581): Appare nuovamente la guardia, recando con sé Antigone. Racconta che, dopo aver tolto la sabbia sopra il corpo di Polinice ed essere rimasto in attesa, ha visto la ragazza che tornava a seppellire nuovamente il corpo. Antigone non nega di aver commesso il fatto, anzi afferma che la sepoltura di un cadavere è un rito voluto dagli dei, potenze molto superiori a Creonte. Il re reagisce furiosamente rinfacciandole il mancato rispetto dei suoi ordini (soprattutto lei che è una donna) e confermando la sua condanna a morte. Antigone è sua nipote, ma le questioni di Stato prevalgono sugli affetti. Appare Ismene, ora desiderosa di morire insieme alla sorella, ma Antigone rifiuta il suo appoggio, dopo che nel momento del bisogno era stata lasciata sola. Alla fine, Creonte fa portare via in catene entrambe le donne (ma la sola Antigone è condannata). Leggi scritte (fatte dagli uomini e possono cambiare) e leggi non scritte (ci sono da moltissimi anni e sono quelle degli dei). Scelta fra la vita (Ismene ha paura) e la morte (Antigone e Socrate). Secondo stasimo (vv. 582-625): Il coro riflette in maniera sconsolata su quanto effimera sia la vita umana, colpita da sventure continue e senza un comprensibile disegno. Terzo episodio (vv. 626-780): Appare Emone, figlio di Creonte, molto preoccupato perché Antigone è la sua promessa sposa, ma il re si mostra risoluto: Emone non potrà che sottostare al volere di suo padre. Il figlio ribatte che la popolazione parteggia per Antigone e spera che sia salvata, ma Creonte è assolutamente irremovibile, anzi minaccia il figlio di far uccidere Antigone sotto i suoi occhi. Disperato e sdegnato, Emone corre via. Monologo cruciale di Emone, figlio di Creonte e fidanzato di Antigone (devozione filiale vs. amore). La città è dalla parte di Antigone (ribellione è un atto eroico). Emone si ribella all’autorità politica e paterna (riflette la voce del popolo, l’opinione comune). Terzo stasimo (vv. 781-801): Il coro canta di Eros, la cui forza è invincibile nel rendere folli tutti coloro che ne sono colpiti. Quarto episodio (vv. 802-943): Antigone lamenta, insieme al coro solidale con lei, la propria triste sorte di fanciulla destinata a morire prima ancora di conoscere il matrimonio, quando appare Creonte. Egli afferma
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