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Antigone, traduzione. Bando creonte.. Spiegazione, Sintesi del corso di Greco

Traduzione e spiegazione di alcuni capitoli

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 20/10/2021

federica-vecchio-7
federica-vecchio-7 🇮🇹

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Antigone, traduzione. Bando creonte.. Spiegazione e più Sintesi del corso in PDF di Greco solo su Docsity! 1- Creonte bandisce la sepoltura di Polinice ed espone le sue ragioni, vv. 191-210 191 “lo esalto questa città con queste leggi”. Verbo “auxo”="innalzo, esalto” 192 “E ora in pieno accordo con queste cose ho proclamato un bando”. “adelfos” generalmente significa “fratello”, ma ha anche un altro valore, quello di “concorde”. “keruxas” è un participio aoristo dal verbo “kerusso”: “bandire, proclamare un bando” 193 “Per i cittadini, riguardo i figli di Edipo:” “astoisi” qui è un dativo epico o di vantaggio, “per i cittadini”/”a favore dei cittadini” Da qui comincia un’infinitiva dichiarativa, Creonte descrive il suo bando. 194 “Che Eteocle, che avendo combattuto per la città” “upermahon”, participio aoristo (? Non sono sicuro), da uper+mahomai, più che combattere è un “vincere, primeggiare” 195 “è morto, avendo primeggiato su tutto con la lancia,” “olole”, perfetto dal verbo “ollumi”, “Morire” “aristeusas”, participio dal verbo “aristeuo”, “essere tra i migliori, primeggiare” “dori”, dativo, “con la lancia” 196 “sia seppellito con gli onori funebri e abbia compiuti tutti i sacrifici” “krupsai”, “sia seppellito”, infinito. “tafo”, dativo, “con gli onori funebri” 197 “che accompagnano tra i morti gli uomini migliori;” Qui abbiamo un costrutto tipico della poesia epica e tragica, ossia il soggetto al plurale relativo neutro plurale nominativo) e il verbo al singolare “erchetai” dgr (pronome 198 “invece l’altro consanguineo, dico Polinice” “Xunaimon” deriva da suntaima, unione/legame di sangue, “consanguineo” 199-202 “Che essendo tornato dall'esilio volle distruggere completamente con il fuoco la terra paterna e gli dei ctoni, volle saziarsi del sangue comune, e condurre in schiavitù gli altri.” COSTRUZIONE: os - katelthon fugas (“che essendo tornato”) ethelese (“volle”, introduce una dichiarativa infinitiva) presai (“distruggere”, infinito) kat'akras (locuzione avverbiale, sta per “completamente”) men purì (“con il fuoco”) ghen patroan (“la terra paterna”) kai theous tous eggheneis (“e gli dei della terra, ctoni”), ethelese (“volle”) d’aimatos koinou (“del sangue comune”) pasasthai (“saziarsi”), tous de doulosas aghein (“e condurre in schiavitù gli altri”). 203 “Lui è stato bandito dalla città,” Ekkekeruktai, perfetto da ek+kerusso 204 “che nessuno lo onori con riti funebri né lo pianga” 205-206 “ma che sia lasciato insepolto, e consumato preda degli uccelli e dei cani, sfigurato a vedersi” “Athapton”, insepolto “edeston”, mangiato “aikisthen”, sfigurato, oltraggiato. Insepolto e sfigurato lo è un altro cadavere della letteratura greca, parlo di Ettore, che nel 24° libro dell'Iliade viene ucciso e poi sfigurato da Achille, che non volle concedergli la sepoltura. Il comportamento di Achille aveva smosso l’ira degli dèi. A differenza di Achille, Creonte è avvertito da Tiresia della sua futura disfatta, ma non volle credergli. Gli dèi lo hanno avvertito, e lui ancora una volta pecca di Ubris, la tracotanza, per aver messo le leggi dell’uomo sopra le leggi divine. 207 -208 “Questo è il mio pensiero, e mai da me i cattivi avranno più onore dei giusti” 209-210 “Ma chi ha un buon pensiero per questa città essendo morto o vivo allo stesso modo riceverà onore da me” “eunous”, “buon pensiero” “timèsetai”, “riceverà” Polinice non può essere seppellito. La legge che puniva talune colpe con l’atafia, l’insepoltura, vigeva anche nell’Atene del quinto secolo a.C., quando, durante le guerre persiane, il generale ateniese Temistocle venne accusato di medismo (ossia di parteggiare coi “Medi”; i persiani), e fu per tale motivo condannato all’insepoltura. In generale il tema della sepoltura offre tanti spunti di riflessione: erano insepolti anche coloro che, reputati inadatti al campo di battaglia, venivano gettati dagli altopiani di Sparta; la stessa sorte capitava ai traditori di Roma, gettati dalla rupe tarpea. | riferimenti alla sepoltura sono presenti nell’Aiace e nell’Antigone di Sofocle, nelle Supplici di Euripide. Demostene, nel trattato “Sulla falsa ambasceria”, nel paragrafo 247 si riferisce all’Antigone definendo Creonte un buon governatore che fa rispettare le leggi per tutelare i più della sua patria, è una eunomia, un buon governo. Hegel si riferisce all’Antigone definendola la tragedia perfetta: l’opposizione tra Creonte e Antigone non è diversa da quella tra poleis e oikòs, vita politica e vita domestica, mondo maschile e mondo femminile. Creonte agisce per il bene comune, Antigone agisce in virtù degli onori e del valore della famiglia, andando contro le leggi dello Stato. Goethe si esprime in merito al dilemma morale nei “Colloqui con Eckermann”, nel 1827, sostenendo che Creonte non agisce affatto a vantaggio della patria condannando Polinice (ma anzi, commette un crimine contro lo Stato e gli dei, il tanfo del cadavere avrebbe inondato le vie cittadine e gli animali ne avrebbero portati i brandelli davanti agli altari), ma lo fa per un usufrutto personale: l’odio verso Polinice. Polinice ha ragione a voler riconquistare il trono del fratello, poiché gli spettava, di conseguenza non c'era motivo di punire un cadavere perdipiù non colpevole. In questo senso, Creonte è la degenerazione del buon governo, della democrazia: un tiranno, proprio come quelli che Atene aveva visto succedersi: Pisistrato, Ippia e i trenta tiranni, da cui si Atene si libera chiedendo aiuto a Sparta. Lo studioso Viktor Ahrenberg ha pensato che dietro la figura di Creonte potesse celarsi una rappresentazione dello scenario politico ateniese, allora dominato da Pericle. La sua tesi si rafforza nel momento in cui Sofocle definisce Creonte “Strategas”, nel prologo, lo stesso appellativo di Pericle. Tuttavia, questa lettura si considera errata, soprattutto alla luce del rapporto fraterno che legava Sofocle a Pericle. Creonte entra in scena nel | episodio, preceduto dal | stasimo, in cui una sentinella, personaggio con numerosi tratti comici, dice che il cadavere di Polinice è stato coperto di polvere. Nel Il episodio avviene l'arresto di Antigone, un atto simbolico. L'arresto è l'occasione di un confronto fra lo zio e la nipote, in cui Antigone espone una resis, un monologo costruito in maniera estremamente artificiosa che ha l’obiettivo di convincere lo spettatore. La guardia entra in scena trascinando Antigone, che giustifica il suo atto con una resis seguita dalla sticomitia (scambio rapido di battute) con Creonte. Creonte, dopo l’agone con Antigone, la condanna a morte. Ismene interviene per dissuadere il tiranno ma viene arrestata, e cerca di far leva sull’amore di Emone per Antigone. Aristotele accenna alla resis di Antigone in un passo del paragrafo 1373b della Retorica: “Vi è infatti un giusto e un ingiusto per natura, di cui tutti hanno come un'intuizione e che è a tutti comune, anche se non
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