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Antonio Tabucchi - Sostiene Pereira, Appunti di Italiano

Riassunto e descrizione del libro di Tabucchi "Sostiene Pereira"

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 24/02/2024

Chia0301
Chia0301 🇮🇹

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Antonio Tabucchi - Sostiene Pereira e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ANTONIO TABUCCHI Nasce a Pisa 24 settembre 1943 durante i primi bombardamenti americani sulla città. Sviluppa fin da piccolo la passione per l'arte ma la vera passione per la lettura inizierà nell'adolescenza, a 14 anni, quando per un incidente è costretto a stare a lungo a letto ingessato. A 21 anni trascorre 1 anno a Parigi, al ritorno in Italia, nei pressi della Gare de Lyon, trova su una bancarella Bureau de tabac  di Álvaro de Campos, uno degli eteronimi di Fernando Pessoa (1888-1935). Nasce così il suo interesse per il poeta portoghese, per il Portogallo e per la cultura e letteratura lusitane. In Italia, in autunno, si iscrive alla Facoltà di Lettere di Pisa e orienta i suoi studi verso la letteratura portoghese, seguendo un corso tenuto da Luciana Stegagno Picchio. 1965➝ Si mette in viaggio per la prima volta verso il Portogallo raggiungendo Lisbona. Là, oltre ad incontrare quella che sarà la compagna della sua vita, Maria José de Lancastre conoscerà importanti scrittori e intellettuali portoghesi (tra i quali José Cardoso Pires) perseguitati dal regime di Salazar, e stringe rapporti in particolare con i poeti surrealisti, sui quali scriverà la propria tesi di laurea. Contribuirà, negli anni, in modo decisivo a far conoscere in Italia la letteratura portoghese, in particolare le opere di Fernando Pessoa, curandone l'edizione italiana in collaborazione con la moglie, anch'essa docente di letteratura portoghese (Università di Pisa). 1972-73 ➝Insegna Lingua e Letteratura Portoghese all'Università di Bologna. Viene chiamato a insegnare all'Università di Genova, dove resterà fino al 1990. Inizia a collaborare con il quotidiano "La Repubblica". Esce l'opera teatrale I dialoghi mancati, composta di due pièces: Il signor Pirandello è desiderato al telefono e Il tempo stringe che vedranno importanti riprese teatrali (in particolare quelle di Claude Aufaure, Giorgio Strehler, Sergio Vecchio e Teresa Pedroni). Inizia a collaborare al quotidiano "Corriere della Sera", con articoli sulla cultura e interventi sulla realtà politica e sociale del paese. 1994 ➝Esce il romanzo Sostiene Pereira (Feltrinelli), che vince, la sera del 17 settembre, il premio «SuperCampiello» dopo aver vinto il premio «Scanno» - Provincia dell'Aquila, il «premio dei Lettori» - Lucca, il premio «Viareggio-Rèpaci» e il Prix Éuropéen Jean Monnet. Il regista Roberto Faenza ne trae il film omonimo (1995) in cui affida a Marcello Mastroianni la parte di Pereira. I suoi articoli critici nei confronti del governo Berlusconi e delle più alte istituzioni italiane lo rendono un collaboratore sempre più scomodo anche per i più grandi giornali italiani, e vengono pubblicati da "L'Unità", "Micromega" e "Le Monde". 2012➝ muore il 25 marzo, a 68 anni a Lisbona, dopo una breve battaglia contro il cancro. SOSTIENE PEREIRA Lisbona 1938. L'opprimente dittatura di Salazar, l'infuriare della guerra civile spagnola alle porte, il fascismo italiano sullo sfondo. Pereira è un ex giornalista di cronaca nera cui è stata affidata la pagina culturale di un mediocre giornale del pomeriggio, il "Lisboa". Pereira ha un senso mortuario della cultura: predilige gli elogi funebri degli scrittori scomparsi, la letteratura del passato, i necrologi anticipati. Trova in Monteiro Rossi, un giovane di origine italiana, e nella sua fidanzata Marta, due bizzarri quanto improbabili collaboratori. Una collaborazione che porterà a uno sconvolgimento nella vita del vecchio giornalista, a una intensa maturazione interiore e infine a una dolorosa presa di coscienza. Il Dottor Pereira, protagonista del romanzo, è un uomo anziano, grasso, abitudinario, che consuma ogni giorno il medesimo pasto a base di omelette e limonata nel medesimo Cafè, e che lavora come direttore della pagina culturale del “Lisboa”, un quotidiano che si autodefinisce “apolitico e indipendente”. E apolitico è certamente Pereira, del tutto indifferente a quanto accade nel Paese in cui vive, il Portogallo degli anni 30, più interessato anzi alla morte che alla vita. Le sue giornate trascorrono quietamente in compagnia degli adorati scrittori francesi dell’800 e del ritratto dell’amata e defunta moglie, con cui ama dialogare. “Gli raccontava quello che aveva fatto durante il giorno, gli confidava i suoi pensieri, chiedeva consigli”, e gli confessava lo strano interesse che provava per la morte: “Non so in che mondo vivo, disse Pereira al ritratto, me lo ha detto anche Padre Antonio, il problema è che non faccio altro che pensare alla morte, mi pare che tutto il mondo sia morto o che sia in procinto di morire.” Ma in una giornata di luglio del 1938, “una magnifica giornata d’estate, e Lisbona sfavillava”, la sua attenzione viene colpita da un articolo in una rivista letteraria d’avanguardia. Nella sezione di filosofia è infatti pubblicato un estratto della tesi di un certo Francesco Monteiro Rossi. “Il rapporto che caratterizza in modo più profondo e generale il senso del nostro essere è quello della vita con la morte”, legge Pereira nell’articolo, “perché la limitazione della nostra esistenza mediante la morte è decisiva per la comprensione e la valutazione della vita”. Attratto e turbato da quelle parole, che sembrano rispondere ai quesiti sulla morte che proprio in quei giorni lo tormentavano, Pereira decide di contattare il giovane giornalista per affidargli la stesura di una rubrica intitolata “Ricorrenze”, in cui vengono proposti necrologi di letterati e poeti recentemente morti, per il “Lisboa”. Monteiro Rossi, tuttavia, non è quel filosofo estraneo al mondo che Pereira aveva immaginato, ma è un amante della vita, un attivista rivoluzionario, anarchico con idee socialiste che, al contrario di Pereira, è coinvolto in 1^ persona nella politica contemporanea. I necrologi che scrive sono quindi infarciti di riferimenti politici e il ragazzo suggerisce di parlare di quei sedicenti poeti che per fortuna sono morti o che farebbero bene a morire presto, come D’Annunzio, insopportabile guerrafondaio, o quel furfante di Marinetti che “dopo aver cantato la guerra si è schierato con le camicie nere e con Mussolini”. Naturalmente gli articoli di Monteiro Rossi sono impubblicabili. Sono infatti gli anni in cui il Portogallo è sotto la dittatura di Antonio De Oliveira Salazar che, con il suo “partito unico “Unione Nazionale” ha introdotto nel Paese il “fascismo portoghese”, tra le cui azioni figura la censura di stampa, teatro, cinema e letteratura, con il divieto di parlare di socialismo e comunismo o di diffondere qualsiasi notizia potenzialmente contraria all’ideologia salazarista. Pereira non pubblica gli articoli di Monteiro Rossi – è troppo intimorito dalle conseguenze per farlo – ma li legge e li conserva e a poco a poco il rapporto con il ragazzo e con la sua ragazza Marta inizia a scavare nella sua mente, suggerendogli che forse in lui è sepolto un altro “io”, meno apatico, meno pusillanime. Le idee del ragazzo, che in un 1o momento gli erano sembrate così radicali, giungono a scuotere la sua coscienza e Pereira realizza la realtà del Portogallo in cui si trova a vivere è una realtà distorta, a cui non può restare indifferente. Inizia così la presa di coscienza di Pereira, il tipico antieroe mediocre, incapace di immaginarsi fuori dal suo quieto vivere, del tutto inavvertito degli effetti del regime in cui soffoca il Portogallo dove vive. Grazie a Monteiro Rossi, Pereira scopre la realtà del regime in cui vive, le violenze, il clima di intimidazione e la censura cui è sottoposta la stampa, uscendo così dal suo bozzolo e compiendo azioni dalle estreme conseguenze Al progressivo risveglio della sua coscienza concorrono anche i colloqui con il Dottor Cardoso, medico che lo ha in cura presso la clinica talassoterapica si reca per qualche settimana quella stessa estate. Cardoso, che di Pereira diventa amico e confidente, gli fa comprendere che un cambiamento, non solo fisico ma anche mentale e morale, è ancora possibile anche per il vecchio scrittore. “Quella che viene chiamata la norma, o il nostro essere, o la normalità, è solo un risultato, non una premessa”, gli spiega infatti il Dottore, “e dipende dal controllo di un io egemone che si è imposto sulla confederazione delle nostre anime; nel caso che sorga un altro io, più forte e più potente, codesto io spodesta l’io egemone e ne prende il posto”. A mano a mano che questo nuovo “io dominante” si fa strada nell’uomo Pereira, egli inizia a modificare non solo la concezione di sé stesso come persona e del suo ruolo nella società, ma anche a ripensare la sua idea di letteratura. Questa non deve essere un rifugio dalla realtà, come per lui è in effetti sempre stata, ma uno strumento per comprendere il mondo e all’occorrenza modificarlo. Rientrato a Lisbona, Pereira riceve la visita di Monteiro Rossi che, in fuga dalla polizia, gli domanda rifugio a casa sua. Pereira lo accoglie ma, proprio mentre il ragazzo si sta riposando, i poliziotti lo raggiungono e lo uccidono. Questo fatto convince definitivamente Pereira della brutalità e delle ingiustizie perpetrate dal regime di Salazar tanto che, proprio lui che aveva avuto sempre il terrore di esporsi, decide di pubblicare un articolo che racconti la vicenda della morte di Monteiro Rossi e della sua vita impegnata a seguire le ragioni della libertà. Con l’aiuto di Cardoso riesce a pubblicare l’articolo, aggirando la censura, ed è infine costretto a fuggire definitivamente in Francia. Il bellissimo romanzo di Tabucchi non è quindi soltanto il racconto della maturazione del singolo individuo e della formazione della sua coscienza oppositiva rispetto al sistema, ma indica anche quale dovrebbe essere il ruolo dell’intellettuale nella società e quale l’uso della letteratura. Sostiene Pereira è il risveglio di un uomo che decide di combattere la violenza con la non violenza, ovvero utilizzando la penna, il linguaggio giornalistico per portare a galla una verità troppo scomoda e lottare contro il regime. 
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