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Antonio Vivaldi- Vita e opere, Sintesi del corso di Storia Della Musica Moderna E Contemporanea

Parlo in modo sintetico della vita del compositore e delle sue opere principali

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 04/10/2023

francesscacolella
francesscacolella 🇮🇹

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Antonio Vivaldi- Vita e opere e più Sintesi del corso in PDF di Storia Della Musica Moderna E Contemporanea solo su Docsity! Fin dall’inizio del Seicento, a Venezia, la produzione artistica e le attività culturali erano diventate gli aspetti più caratteristici della società. La città attirava molti visitatori che erano ammaliati dalle sue architetture, cerimonie, istituzioni. La città diventava un centro culturale, di piacere e di svago, un luogo ambito e frequentato da molti nobili europei. Venezia essendo una Repubblica , quindi priva del potere centrale religioso, aveva una particolare vocazione turistica, collegata a una gestione dello spettacolo operistico. Molto importante nella scena di Venezia è Antonio Vivaldi. Antonio Lucio Vivaldi nasce il 4 maggio 1678 nella parrocchia di San Giovanni in Bragora, a Venezia. Antonio Vivaldi è il maggiore di sette figli, tre sorelle e tre fratelli e, tranne il padre, sembra essere l’unico musicista di famiglia. Sotto la guida del padre, Giovanni Battista, barbiere di professione, studia il violino e si prepara al sacerdozio nella scuola di San Geminiano. La salute precaria non sembra aver creato nessuna difficoltà di sorta. 2 Secondo lo storico Caffi sembra che, dal 1689 al 1692, il piccolo Vivaldi suonasse con il padre nell'orchestra della Basilica e che addirittura lo sostituisce in alcuni periodi. Egli viene ordinato diacono il 4 aprile 1699, viene accettato dalla parrocchia di San Giovanni in Olèo dove accede al sacerdozio il 23 marzo 1703. Nel mentre che diviene sacerdote, gli viene affidata l’istruzione delle orfanelle che diventeranno musiciste professioniste di altissimo livello. Infatti l’istituto offre alle collegiali più dotate, dette “profitienti”, una formazione musicale. Le “putte” dette anche figlie del Coro erano giovani ragazze degli ospedali, a cui insegnata l’arte della musica e del Canto. Esse erano delle trovatelle, senza cognome, per cui per loro si erano coniati nomi come: Bernardina del Violin, Caterina della Viola, Fortuna cantora. Le ragazze si esibivano il sabato, la domenica e i giorni festivi per “lodare il signore”, non viste ma solamente udite e il pubblico stesso non poteva commentare o applaudire l’esecuzione. Si esibivano dietro delle inferriate perché sfigurate o affette da menomazioni dalla nascita. Alla bellezza sublime del loro canto e della loro esecuzione musicale non corrisponde una bellezza fisica. La fama della sua bravura si diffonde in tutta Europa. Tra i visitatori si ricordano personaggi come Rousseau e Goethe. L’insegnamento costituisce un valido strumento che gli consentirà di comporre concerti, sonate e mottetti. Molte composizioni si crede che vennero composte dalle “putte”. 5 cantante Anna Giraud, la quale divenne l’interprete principale delle sue opere. Gli anni tra il 1725 e il 1735, costellati di viaggi in tutta Europa, sono anche quelli in cui si fa più fitto l’apparire di sue composizioni a stampa. Gli ultimi anni della vita di Vivaldi lo videro quasi ai margini della vita musicale dell'epoca: forse per il mutare delle mode. Vivaldi passò gli ultimi anni della sua vita in condizioni economiche assai precarie, soprattutto dopo la morte del padre. Nel 1740 decide di partire per Vienne e morì nel 1741. L’opera vivaldiana è contraddistinta dall'inconfondibile tocco di violinista virtuoso, il violino è stato al centro delle sue composizioni. Rapidità e accumulazione di note, “nervosità”, piacere dei ritmi spezzati e incalzanti che si sospingono sull’onda della melodia. Lo sfoggio di virtuosismo si manifesta nell’estensione della cadenza, inserita spesso alla fine dell’ultimo assolo. Circa due terzi di concerti di Vivaldi sono per strumenti solisti con orchestra. Nel concerto per due violini, i solisti di norma hanno eguale importanza, dando vita alla struttura di un duetto per due voci acute. La maggior parte dei concerti sono nello schema a tre movimenti tipico del XVIII secolo: un Allegro, un movimento lento nella stessa tonalità o in un’altra strettamente affini e un Allegro finale. Un’altra caratteristica di Vivaldi, tipica del Barocco maturo, è l'uso costante di strutture di progressione. Instaura una particolare tensione drammatica tra la parte solista e l’orchestra. Vivaldi fu il primo compositore ad attribuire al movimento lento di un concerto la stessa importanza dei due allegri. 6 Così nella musica di Vivaldi si possono trovare tracce di tutte le varie tendenze che troviamo nella prima metà del XVIII secolo. Rimangono circa 450 concerti, oltre alle 23 sinfonie, 75 tra sonate a solo e sonate a tre, 49 opere e molte cantate, mottetti e oratori. L’influenza di Vivaldi sulla musica strumentale della metà e della fine del Settecento eguagliò quella di Corelli sulla generazione precedente. Vivaldi fu una delle figure più importanti nel passaggio dello stile tardo barocco e quello del primo Classicismo; la sua concezione drammatica del ruolo del solista venne accettata e sviluppata nel concerto classico. Antonio Vivaldi, grazie ai suoi concerti, riuscì a imporre al proprio secolo l’idea di un suono strumentale in cui era importante l’effetto di contrasto tra “solo” e “tutti”. Egli si accostò alla musica descrittiva tra il primo e secondo decennio del Settecento. In quel periodo, si andava diffondendo in Italia la moda transalpina della musica descrittiva. L’aggiunta di un titolo rappresenta un semplice metodo per connotare una composizione strumentale, rendendola più fruibile. Possiamo aggiungere la constatazione che le immagini naturalistiche sembrano costituire un trampolino di lancio prediletto per la fantasia musicale di Vivaldi. All’epoca il soggetto delle Stagioni non rappresentava una novità per la musica colta europea: altri autori vi avevano già dedicato alcune composizioni strumentali. Il ciclo di concerti vivaldiano fu pubblicato nel 1725 dall’editore Le Cène di Amsterdam, ma la sua composizione risale ad alcuni anni prima. 7 Per risalire alle circostanze della composizione di questi concerti non resta che affidarsi a quanto Vivaldi stesso scrisse nella dedica dell’edizione a stampa dell’op. VIII. Il cimento dell’Armonia e dell’Inventione dedicato al conte boemo Wenzel von Morzin. Nella sua dedica si dichiara “Maéstro di Musica in Italia” del conte, forse alludendo con ciò a un rapporto di committenza. Secondo quanto scritto, il conte conosceva già le "quattro stagioni”, i concerti che aprono la raccolta. Le stagioni sono concerti per violino solista, orchestra d’archi e continuo. Le parti dei singoli strumenti conservate a Manchester, verosimilmente compilate sulla scorta dell’abbozzo originale. Nei manoscritti di Manchester sui pentagrammi della parte del violino solista sono riportate alcune lettere: queste stabiliscono una corrispondenza tra i diversi segmenti di ciascun concerto e i versi di quattro sonetti di autore ignoto; questi sonetti furono poi aggiunti per esteso nell’edizione a stampa del 1725. 10 Ai violini I e II è affidata, ancora una volta, una melodia per terze, da eseguire in sordina. Il terzo movimento è in forma-ritornello come il primo. L’elemento che attira maggiormente l’attenzione è l’esecuzione dei nuovi elementi tematici nei due ritornelli centrali. 11 BIBLIOGRAFIA ● Vivaldi- il Prete Rosso di Universal Electa/Gallimard ● Storia della musica in occidente di Donald Jay Grout ● Storia della musica occidentale di Mario Carrozzo- Cristina Cimagalli
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