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ANTROPOCENE E ANARCHIA DEL VIVENTE RIASSUNTO, Schemi e mappe concettuali di Filosofia della Scienza

Compedio concernente i principali temi teorici trattati nei sudetti libri: Antropocene. Una nuova epoca per la Terra, una sfida per l'umanità, e La concezione anarchica del vivente Libro di Jean-Jacques Kupiec

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

In vendita dal 19/07/2023

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alessia-ciaramidaro-1 🇮🇹

4.8

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Scarica ANTROPOCENE E ANARCHIA DEL VIVENTE RIASSUNTO e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia della Scienza solo su Docsity! ANTROPOCENE il termine antropocene designa un epoca geologica contraddistinta dalla predominanza dell'influenza delle attività umane sugli equilibri ecologici-ambientali, siano essi climatici, chimici, geomorfologici, biologici. LA TERRA PRIMA DELL’UOMO Robert hazen effettua una suddivisione della scala dei tempi geologici in base a eventi e o elementi più facilmente riscontrabili nella stratificazione, che sono: 1. nascita dell’universo: la tesi più accreditata sull’origine dell'universo è quella che lo colloca indicativamente circa 13,7 miliardi di anni fa 2. Nascita della terra: l'intervallo di esistenza della terra è di 4,5 miliardi di anni 3. Formazione della luna. A questo punto avvenne il Big thwack: la collisione della terra con un corpo delle dimensioni di Marte, chiamato Theia, che portò alla formazione della luna 4. Terra nera, blu, grigia: i tre eventi successivi sono la formazione di una crosta basaltica, la formazione degli oceani e la formazione di una crosta granitica, che disposero le condizioni necessarie alla nascita de 5. la nascita della vita: tali condizioni permisero al pianeta terra di ospitare i primi organismi monocellulari o procarioti (le più semplici cellule viventi) 6. Terra rossa: era caratterizzata dalla probabile presenza delle prime forme conosciute di batteri capaci di compiere la fotosintesi, anche se non ancora definibili batteri autotrofi 7. Rivoluzione minerale Nel miliardo e mezzo di anni successivo alcuni organismi compiranno un nuovo processo chimico, per cui attraverso la trasformazione di energia chimica liberando un gas reattivo e corrosivo, l'ossigeno questa grande trasformazione viene chiamata "miliardo noioso" (periodo di stasi geochimica) 8. Terra bianca, periodo in cui si verificò la prima glaciazione, che si ritiene possa essere stata causata da una destabilizzazione del clima legata al metabolismo dei primi microrganismi. segue la fase di feedback positivi e negativi che in breve tempo vedono passare la Terra da estese glaciazioni a periodi con temperature più elevate 9. Terra verde , fase contraddistinta dalla comparsa di flora e fauna LA COMPARSA DELL’UOMO Secondo l'ipotesi dell'evoluzione di Darwin, l'uomo è il frutto di un processo evolutivo, dunque l'inizio della storia dell'umanità può essere fatto risalire a diversi stadi di questo sviluppo: la si può intendere dalla comparsa del primo manufatto, a partire dalla comparsa del genere Homo, oppure a partire dalla comparsa di Homo sapiens, il cosiddetto "uomo moderno". Ci sono però alcuni passaggi evolutivi che indirizzeranno poi il corso successivo della storia: la posizione eretta, l'uso di utensili di pietra, la domesticazione del Fuoco, l'aumento delle dimensioni del cervello e lo sviluppo della cultura. ci sono ancora discussioni sul momento in cui si è avvenuto il controllo umano del Fuoco, mentre via è una sostanziale accordo sul fatto che questa capacità, oltre che facilitare una maggiore trasformazione degli ambienti e cooperazione sociale ,abbia permesso ai nostri progenitori di cucinare e cuocere le carni e quindi abbia favorito lo sviluppo di un cervello dalle dimensioni maggiori; vediamo un esempio:L'appartenente al genere Homo progenitore della nostra specie ( Homo ergaster), si origina in Africa, evolvendosi dà origine a Homo erectus e colonizzando ad ondate successive l'Eurasia si differenzia nelle specie Homo heidelbergensis e successivamente in Homo neanderthalensis. gli appartenenti al genere Homo che rimasero in Africa diedero origine all'Homo sapiens che successivamente migrò, dando origine ad un secondo processo di migrazione, ibridandosi con le specie già fuoriuscite dall'Africa in precedenza ( Neanderthal, l'uomo di Flores e quello di denisova). gli episodi di ibridazione delll'homo Sapiens comporterà l'estinzione degli altri ominidi incontrati, probabilmente a causa di una più efficace trasmissione culturale, e di un maggior grado di socializzazione. 1 l’avvento dell antropocene e con essa l’egemonia della specie homo, contrassegna una fase storica in cui i grandi cambiamenti ecosistemici non sono più determinati come nell’era precedente dall'interazione tra organismi viventi e il complesso di sostanze inorganiche (la grande ossigenazione) ma determinati da una sola specie Alla ricerca del chiodo d'oro I Geologi hanno individuato dei sedimenti rocciosi, che testimoniano la transizione da un'epoca all'altra. l punto denominato chiodo d’oro in cui è fisicamente presente il limite geologico presenta le seguenti caratteristiche: a) deve essere facilmente accessibile B) deve essere consentita la ricerca scientifica nell'area in cui si trova C) deve essere sufficientemente ampio per poter ipotizzare un accesso futuro di) deve essere correlabile stratigraficamente con altre località del mondo e) deve avere un orizzontedatabile radiometricamente al suo limite F) deve mostrare caratteristiche tali che permettono di identificare il limite in qualunque parte del mondo. Se osserviamo con attenzione una scala geologica del tempo è possibile rendersi conto che mentre esiste una sostanziale certezza su quando dotare i vari passaggi da un'epoca all'altra, la linea che segna l'inizio dell'antropocene è ancora dibattuta: Pur essendoci consenso nella comunità scientifica sulla presenza attuale di un’era caratterizzata da impatti geologici che risalgono alle attività antropiche, sono al vaglio diverse proposte per stabilire la data di inizio di questa era: 1. la progressiva diffusione dei grandi mammiferi in relazione all'espansione dell'homo sapiens. È stato un primo cambiamento antropico globale 2. La domesticazione di piante e animali. Comparsa di specie domestiche e contemporanea estinzione dei grandi mammiferi selvatici. si registra inoltre un sensibile aumento di popolazione e si assiste alla nascita dei primi agglomerati urbani. la domesticazione dei grandi mammiferi ha dato ad alcune società un vantaggio competitivo sempre maggiore, grazie alla possibilità di utilizzare gli animali come riserve di cibo, come forza lavoro e forza militare. Nello sviluppo dell'Agricoltura l'uomo compie una transizione energetica, sfruttando la radiazione solare in modo diretto e modificando profondamente la struttura delle società. 3. La scoperta Europea dell'America. alcuni suggeriscono di individuare l’inizio dell’antropocene nella collisione economica e sociale di vecchio nuovo mondo, con la quale si avvia il processo di globalizzazione e interdipendenza dell'economia 4. La quarta ipotesi è quella di collocare l'inizio dell'antropocene in corrispondenza della rivoluzione industriale e della grande transizione energetica che hanno innescato, attraverso l'immissione Massiva di gas a Effetto serra, quelle dinamiche di riscaldamento globale che hanno ora modificato le dinamiche climatiche L'ecologo si trova più a suo agio nel proporre una visione dinamica, nella quale diversi ingranaggi vanno al loro posto uno dopo l'altro, fino a che il sistema è in grado di muoversi Mostrare i suoi effetti. Secondo questo punto di vista la discussione su quando far cominciare la nuova epoca non è più fondamentale mentre è importante mettere in fila tutti i fattori che hanno portato alla situazione attuale punto nel complesso sembra proprio ragionevole e formalizzare l'inizio dell'antropocene in cui incidenza quella grande accelerazione del XX secolo. 2. Il sistema terra La scienza del sistema Terra fornisce una base fisica per comprendere l’impatto antropogenetico esercitato sul nostro pianeta, descritto dallo scienziato Vernadskij come un sistema complesso in cui ciascuna delle parti o sottoinsiemi componenti (litosfera, l'idrosfera, l'atmosfera, la biosfera e atmosfera) interagisce e retroagisce sulle altre Complessità, biforcazioni e sorprese ambientali Un sistema risulta complesso perché ha tanti componenti, Perché la struttura del sistema gestisce i processi suddividendoli tra i vari componenti, o perché i componenti del sistema interagiscono tra loro, mantenendo costante le condizioni interne del sistema stesso ( Questo è il caso del sistema terra). Alla definizione della terra come "sistema complesso” 2 superando tra le 100 e le mille volte il tasso di estinzione normale. Assieme alle specie si perde infatti variabilità genetica e quindi uno dei motori fondamentali che permettono l'evoluzione.Edward Osborne Wilson ha proposto un acronimo -hippo- per ricordare le radici antropiche della sesta estinzione: ● H sta per Habitat, e indica la distruzione e l'alterazione degli Habitat naturali; ● I sta per diffusione delle specie invasive, ● P sta per pollution (inquinamento) : molte attività antropiche lasciano in ambiente sostanze inquinanti che mettono in difficoltà popolazioni e animali selvatiche; ● la seconda P per population(popolazione umana) e indica il fatto che la complessiva crescita demografica umana e lo sviluppo non ordinato delle megalopoli urbane hanno un impatto negativo sulla biodiversità; ● O sta per overharvesting (eccesso di caccia e raccolta) che per molto tempo è stato il principale motore delle estensioni antropiche. Andrebbe infine considerato che il cambiamento climatico Ha un impatto sulla biodiversità: ci sono specie sfavorite e specie che si avvantaggiano dalle modificazioni del clima. Tra i perdenti, In generale, si ritrovano specie legate a climi freddi e situate in aree come gruppi montuosi isolati, perché non hanno la possibilità di spostarsi e latitudini più alte. un altro effetto possibile è un disallineamento tra i tempi di migrazione dai quartieri di svernamento. prima di estinguersi molte specie subiscono un forte calo nella numerosità degli individui: Oggi registriamo un calo drammatico in molte specie selvatiche Ad esempio, in Germania la biomassa degli insetti impollinatori è calato del 76% in meno di 30 anni punto. In alcuni casi si discute dell'estinzione del liberato di alcune specie pericolose per l'uomo. Il dibattito è cominciato con il virus del vaiolo, e la controversia etica che deriva dall’ impiego delle moderne tecniche genetiche per estinguere, Ad esempio, la popolazione di zanzare portatrici di malaria. Appunto ci si pone alcune domande, ad esempio Quali conseguenze comporterebbe una tale estinzione forzata o quali sono i rischi della diffusione, anche accidentale, di specie manipolate artificialmente dall'uomo. L'impronta umana sui cicli biogeochimici I cicli biogeochimici, che abbiamo visto in modo sintetico nel secondo capitolo, vengono alterati dalle attività antropiche. L'azione antropica fissa, attualmente,immette più azoto di quanto non facciano i batteri fissatori e, complessivamente, agricoltura, Industria e trasporti influenzano profondamente il bilancio globale del ciclo dell'azoto. La risposta degli ecosistemi terrestri all'aumento dell'azoto è: ● se l'aumento di azoto è continuo, si verifica una serie di complesse e reazioni chimiche che portano ad acidificare il suolo e di conseguenza al declino delle vegetazione naturale ● l'eutrofizzazione delle acque, che indica in particolare una sovrabbondanza di nitrati e fosfati in un ambiente acquatico.Provoca le cosiddette fioriture del fitoplancton che, abbassando il tasso di ossigeno, rendono l'ambiente inadatto per altre specie ● L'ampiezza della zona anossica può variare in funzione delle condizioni metereologiche che incidono sul rimescolamento delle acque.è importante osservare il ciclo biogeochimico dell'ozono stratosferico. L'assottigliamento dello strato di ozono è stato uno dei primi problemi globali dell'antropocene. Lo zoo atmosferico viene distrutto dalle emissioni antropiche di alcune sostanze (prevalentemente composti del cloro). L'uomo è forza geomorfologica, che trasforma Habitat e paesaggi l’interferenza delle attività antropiche si estende anche agli uomo equilibri geomorfologici.. La trasformazione di Habitat e paesaggi, comincia Con l'avvento dell'Agricoltura, prosegue un ritmo sempre maggiore punto alcuni ambienti sono andati perduti in modo quasi irreversibile. La foresta Atlantica brasiliana dalla colonizzazione Europea del 1500 si è ridotta nel 93%. l'ambiente attualmente più sotto pressione è quello 5 della foresta pluviale equatoriale. In ambiente Marino l'Habitat a maggiore rischio è quello delle barriere con le coralline: L'aumento delle temperature,associate alla crescente acidificazione degli oceani, l'incremento di eventi estremi e l'inquinamento diffuso producono i coralli ad espellere delle alghe che provocano il fenomeno di sbiancamento dei Coralli. I punti di svolta i confini della terra l'uomo è in ultima analisi in grado di indirizzare diversi comparti del sistema terra, attraverso un complesso meccanismo di azioni e retroazioni che rende inverosimile una meccanica lineare. a partire da questa premessa un gruppo di ricercatori ha messo a punto un'analisi sulle traiettorie del sistema terra e sui possibili punti di svolta determinati dall'antropocene. Il ragionamento è basato su due idee importanti ● Prima di tutto hanno provato a schematizzare, con tutte le precauzioni del caso, la traiettoria del sistema terra nei cicli glaciali-interglaciali e hanno evidenziato come la terra si stia spostando verso una traiettoria che la condurrà una situazione che abbiamo già visto nel pliocene o nel miocene, A meno che non si riesca a stabilizzare l'aumento della temperatura entro i due gradi Celsius. ● Un secondo punto fondamentale che viene spiegato in questo lavoro è l'insieme di processi di feedback bio e geofisici, alcuni dei quali contribuiscono al mantenimento dei livelli normali altri invece sono feedback positivi che aumentano lo stimolo ricevuto la conclusione di questo lavoro è che, pur con tutti i margini di incertezza del caso, sarebbe estremamente saggio cercare di stabilizzare rapidamente la temperatura della terra, perché più tempo passa più sarà complesso e costoso affrontare il riscaldamento globale. Dallo stesso centro di ricerca di Stoccolma è stato inviato anche un altro dibattito scientifico, fondamentale per individuare quelli che potrebbero essere i confini o i limiti della terra. la storia dell'umanità si è sviluppata fino ad ora all'interno, di questi limiti e per turbarli e modificarli può generare improvvise sorpresa ambientali di difficile gestione per le società umane. Per alcuni dei comparti analizzati non ci sono ancora abbastanza dati per fissare dei limiti, Ma i pochi numeri messi a disposizione sono inquietanti. stiamo per superare le soglie che fino ad ora hanno caratterizzato la nostra storia umana. 4. L'impatto dell'antropocene sulla società parlare di antropocene significa chiedersi quali sono gli impatti sull'ambiente, ma anche interrogarsi sulle possibili implicazioni riguardanti la società umana. La demografia umana il problema della sovrappopolazione sta ad indicare una condizione di densità di popolazione talmente elevata per il tipo di territorio che occupa da creare spazi limitati e insufficienza di risorse o materie vitali (cibo e acqua) di cui gli individui ospitati hanno bisogno.La sovrappopolazione umana provoca un maggiore sfruttamento dell'ambiente e delle sue risorse da parte e causa quindi una pressione sulle risorse naturali stesse. Questa pressione si traduce spesso in maggiori conflitti fra nazioni e individui per il possesso di risorse scarse e vitali (es. acqua e petrolio), e un peggioramento della qualità della vita. Siamo molti di più, viviamo molto più a lungo e nel complesso medio di come vivevamo prima della Rivoluzione Industriale. l’idea di chi ritenga sufficiente diminuire la popolazione mondiale per risolvere tutti i problemi ambientali e fuorviante. Anzi, i paesi che hanno adottato politiche molto stringenti sulla natalità della popolazione vanno incontro a tensioni sociali ed economiche molto forti. La soluzione auspicabile sarebbe quella di un tasso di sostituzione naturale, cioè circa due figli per coppia, in modo tale che nel lungo termine la popolazione si mantenga stabile. Assieme all'aumento della popolazione bisogna tenere presente il flusso di migrazioni cui stiamo assistendo in questi anni con crescente preoccupazione. I cambiamenti della società e dell'economia Se la crescita dell'umanità è stata impetuosa e rapida nel corso del XX secolo, ancora di più lo è stata quella dell'economia: mentre la popolazione umana aumenta in duemila anni di 6 circa 35 volte, le dimensioni complessive dell'economia aumentano di quasi 500 volte. il fenomeno economico e sociale che caratterizza l'antropocene e quello della globalizzazione che descrive una condizione di interdipendenza delle economie globali, le sono collegate da una rete intricata di relazioni e catene, per cui ogni singolo prodotto che acquistiamo in un luogo viene prodotto in diverse zone del mondo e poi assemblato. in alcuni paesi in via di sviluppo la catena della globalizzazione ha permesso un significativo miglioramento delle condizioni di vita della classe media, mentre nei paesi più sviluppati la La classe media risulta impoverita. ciò contribuisce a spiegare l’opposizione degli USA e dell’EU alla globalizzazione, in vista di un possibile ribaltamento delle forze geopolitiche in campo. Secondo diversi analisti della NATO le minacce più difficili da affrontare per l'alleanza Nord Atlantica saranno proprio quelle innescato dalla crisi climatica: la diversa fruibilità, o accessibilità sul piano del profitto e del comune di zone del mondo rispetto ad oggi, E la disponibilità di alcune risorse minerarie in relazione alla richiesta crescente di nuove risorse. È già stato provato che in parte la guerra che dal 2011 ha insanguinato la Siria è stata anche determinata da un prolungato periodo di siccità a sua volta causato dal riscaldamento globale?. Il secondo punto riguarda il fatto che, se la società umana affronterà una fase di uscita dalla dipendenza dai combustibili fossili, il peso geopolitico dei paesi che ora esportano questi combustibili cambierà molto.. non è un mistero che Vladimir Putin abbia teorizzato la ripresa di peso politico del suo paese non più sulla base di un'ideologia, ma sulla base delle esportazione di gas naturale e di altre risorse minerarie. anche l'acqua è una risorsa evidentemente indispensabile e il cui controllo già ora scatena tensioni e conflitti in diverse aree del mondo ( come ad esempio i tra l'Etiopia e la Nazioni a valle e tra Indie e Pakistan) Catastrofismo e negazionismo esiste una differenza sostanziale tra riconoscere i possibili esiti catastrofici delle attività umane sul sistema terra e affermare l’esistenza presente di un imminente pericolo di estinzione di massa, gli eventi verosimilmente più catastrofici si mostreranno infatti molti in avanti, tuttavia il pericolo remota a lungo termine della catastrofe ambientale, diviene strumento nelle mani di coloro che hanno interesse nello screditare chi propone la necessità di superare gli attuali paradigmi economici. differenza tra: ● il catastrofismo, che esaspera le possibili conseguenze della crisi ambientale – non si limita poi a elencare quel che di drammatico potrebbe accadere ma si accanisce a descrivere uno stato del Pianeta peggiore di quel che effettivamente è, trascurando di menzionare qualsiasi indicatore che segnali anche il minimo miglioramento – si pensi alle guerre quasi vinte contro piogge acide e buco dell’ozono –così diffondendo uno scetticismo corrosivo che mina ogni fiducia nella scienza e sulla capacità di migliorare le cose ● La reazione più pericolosa alla crisi ambientale è quella, però, di chi nega l'esistenza della crisi stessa punto in generale, il cosiddetto fronte negazionista .La strategia di negare la crisi ambientale, e il riscaldamento globale in particolare, è supportata da interessi economici fortissimi punto in genere quello che accomuna i negazionisti è l'attitudine di ignorare tutte le prove che potrebbero confutare una propria tesi ed evidenziando solo quelle a suo favore, senza considerare le pubblicazioni scientifiche più recenti Carofiglio ha scritto un bellissimo breviario sulla modalità con le quali il dibattito pubblico viene inquinato, impedendo al pubblico che lo segue di avere una corretta informazione. alcune delle tecniche di disinformazione descritti: 1) la proposizione di un falso dilemma(piuttosto che usare i soldi per questo potremmo usarli per qualcos'altro); due) l'argomento fantoccio: si prendono ed estremizzano le posizioni dell'avversario, rendendole una caricatura di quello che sono veramente; 3) l'argomento ad hominem. Non potendo contestare gli argomenti portati avanti da qualcuno si punta a demolirlo su altri aspetti, che nulla hanno a che vedere con il problema in questione. Non ci possono essere più dubbi sul 7 stato veramente neutro dal punto di vista ambientale. La sfida di oggi è però ancora più complessa perché è globale e veloce: ma una sfida globale richiede una governance globale, un sistema condiviso di decisioni tra Nazioni e regioni geografiche differenti tra loro per storia ambiente, culture ed economia., ci sono oggi due modelli sovranazionali che hanno avuto successo e si sono sviluppati negli anni: Le Nazioni Unite l'Unione Europea. Entrambe hanno però qualche pecca all'interno del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la presenza di cinque membri permanenti dotati di diritto di veto rispecchia l'assetto politico ed economico di un mondo che non c'è più. Nell'Unione Europea l'organo che rappresenta gli stati membri, ripartito tra Consiglio europeo e Consiglio dei Ministri e spesso paralizzato dal requisito dell'umanità, il che tutt'ora rappresenta il maggior ostacolo a un migliore più e più completa integrazione delle politiche continentali dell'Unione. Nonostante questo, oggi gli accordi più importanti in campo ambientale, indicazioni più stringenti, derivano proprio dalle attività di questi organismi Soprano nazionali. Ultimo aspetto da ricordare è la riformulazione del concetto di giustizia che deve indirizzarsi anche verso una giustizia planetaria. E al riguardo sono tre gli assi da Tenere presente per una giustizia dell'antropocene: uno) un sistema di giustizia che superi i confini nazionali; due) un sistema di giustizia che superi i confini generazionali; 3) un sistema di giustizia che si occupi anche delle specie non umani e dei sistemi ecologici. Reti di città, o n g e istituzioni locali Le istituzioni locali possono contribuire in modo determinante ad avviare politiche e finalizzate alla sostenibilità e al rispetto dell'ambiente ad esempio fornendo incentivi per una transizione verso una mobilità più dolce e sostenibile. assieme alle amministrazioni locali un ruolo rilevante nella crescita della consapevolezza per i problemi dell'antropocene è svolto dall'immensa rete delle organizzazioni non governative.. ognuno di noi trova qualcuno che con risonanza mediatica più o meno ampia ci ricorda la crisi ambientale dell'antropocene. Un'economia per l'antropocene Nel XX secolo due modelli si sono sostanzialmente affrontati: il modello economico del socialismo reale quello del liberismo, peraltro bilanciato efficacemente. Dopo il crollo dell'economia socialista reale il modello liberista si è trasformato in un modello Iper liberista, nel quale le dimensioni della finanza sono enormemente aumentate superando di alcuni ordini di grandezza quelle dell'economia reale punto la predominanza dell'aspetto finanziario non solo ha generato una irrealistica aspettativa di crescita, ma anche spinto il mondo dell'Economia e della politica a guardare a breve termine, su un orizzonte temporale di ristretto. Il modello Iper liberista è stato messo in discussione dalla crisi finanziaria del 2008. Solo la crisi economica che si sta sviluppando in questi mesi sta costringendo molti economisti a rimettere nella giusta prospettiva gli investimenti pubblici. riconoscere che le economie debbano tenere conto dei limiti ambientali non significa necessariamente deprimere l'economia: Un limite in genere indirizza verso un migliore efficienza nell'uso delle risorse, stimola lo sviluppo di nuove tecnologie e favorisce la creazione di reti sinergiche.. l'economia circolare, nella quale lo scarto di un processo industriale può diventare la risorsa per un altro processo, è un esempio di come si possono migliorare allo stesso tempo gli impatti sull'ambiente, i processi produttivi e i profitti delle aziende. Nella ricostruzione della Storia dell'economia a partire dalla rivoluzione industriale diversi autori fanno osservare come si siano succeduti ondate Creative, ciascuna delle quali, sfruttando nuove tecnologie, ha offerto delle opportunità del tutto inaspettate. La conclusione è che ora è il momento di un'ondata creativa vincolata la sostenibilità.. La gigantesca transizione da un'economia basata sui combustibili fossili a una fondata sulle energie rinnovabili e su una migliore efficienza energetica sembra essere oggi alla portata dell'umanità, e la sua attuazione è più una questione di volontà politica che di possibilità di realizzazione. La partenza di questo percorso può essere attribuita all'Europa, che per prima, nel 2007, adottato la strategia del 20-20- 20, Che prevedeva di arrivare nel 2020 adavere un taglio del 20% delle emissioni, un 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili e un 20% di miglioramento dell'efficienza 10 energetica. dietro all'Europa, la Cina si propone di diventare il leader globale della produzione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche… nella fase di transizione può essere efficace l'idea di tassare le emissioni di gas a Effetto serra, la cosiddetta Carbon Tax. Ripensare all'economia è una priorità per l'antropocene. Dobbiamo muoverci da una concezione di infinito a una visione in cui lo spazio e le risorse sono limitate e riciclate. LA CONCEZIONE ANARCHICA DEL VIVENTE l’idea che un essere vivente sia solo l’esito di un «programma genetico» non regge più. È tempo che si affermi un nuovo paradigma scientifico in grado di affrancarsi dal dogma deterministico e di riconoscere la variabilità come proprietà primaria del vivente. La genetica è nata e si è sviluppata su un presupposto deterministico: la stabilità del gene e la sua trasmissibilità ereditaria. Eppure tutta la biologia contemporanea ci parla della variabilità come di una condizione permanente ed essenziale dell'essere vivente che non può essere ridotta a puro rumore o fluttuazione: il caso non è un accidente che perturba il processo deterministico. Nel vivente non c'è un ordine stabilito bensì un disordine organizzato che rende possibile la vita e la sua evoluzione. 1. Né gene, né rumore, né ambiente vi sono due paradigmi fondamentali della biologia moderna: ● il primo concepisce la biologia come il passaggio dal disordine all’ordine, per cui l’ ordine fisico macroscopico scaturisce dal comportamento probabilistico di atomi e molecole.Ampliando il campo di applicazione dell'ontologia darwiniana, che assume la variazione aleatoria come forza motrice del processo evolutivo, Kupiec delinea una concezione anarchica del vivente che contesta l'idea di un ordine cogente inscritto nei geni. Gli organismi non sono società centralizzate di cellule che obbediscono al genoma o all'ambiente esterno, ma comunità cellulari autogestite che vivono per sé stesse e che per mantenere le proprie funzioni vitali sono spinte a cooperare, realizzando delle vere e proprie reti di mutuo appoggio. ● il secondo concepisce la biologia come il passaggio dall’Ordine dall’ordine, per cui l’ordine macroscopico deriva dall’ordine molecolare, chiamato anche determinismo genetico o biologico, è l'ipotesi secondo cui solo i fattori biologici, quindi i geni di un organismo, (e non ad esempio i fattori sociali o ambientali) determinano il modo in cui un organismo agisce o cambia nel tempo.L'essere vivente sarebbe, secondo questa interpretazione, un esempio perfetto di organizzazione in cui il funzionamento di ciascuna delle sue parti e coordinato con le altre al fine di assicurarne l’organico funzionamento. Schrödinger, sostenitore del determinismo genetico, ritiene che il vivente sia guidato da un’informazione genetica codificata nel DNA la cui espressione corrisponderebbe a un programma. Secondo questa visione le cellule riceventi i medesimi segnali esprimevano i geni in maniera identica (anche perché era impossibile studiare l’espressione dei geni in singole cellule ma sono tramite garni popolazioni di cellule). Si scoprì poi in seguito una grande variabilità intercellulare di espressione genica. Due cellule non esprimono quasi mai i geni in maniera identica. Questa variabilità è spiegabile solo in termini stocastici (probabilistici, aleatori). Tutto ciò contraddice la teoria dell’ordine dall’ordine di S e rende necessaria una teoria anarchica che rifiuti l’ordine come principio prima e riconosca al suo posto la variazione aleatoria. tuttavia inserire la probabilità nel cuore stesso della genetica ne minaccia il fondamento: Se il loro funzionamento è aleatorio, come spiegare il fatto che eseguono in maniera precisa le istruzioni di un programma codificato nel genoma? 1.1 accettare la variazione aleatoria “Possiamo considerare lo stato presente dell’universo come l’effetto del suo passato e la causa del suo futuro. Un intelletto che a un certo momento conoscerebbe tutte le forze che mettono in moto la natura e tutte le posizioni di tutti gli elementi di cui la natura è composto, se questo intelletto fosse anche abbastanza vasto da sottoporre questi dati all’analisi, abbraccerebbe in un’unica formula i movimenti dei corpi più grandi dell’universo e quelli del 11 più piccolo atomo; per un tale intelletto nulla sarebbe incerto e il futuro proprio come il passato sarebbe presente davanti ai suoi occhi “. Laplace postula una superintelligenza (il demone) che conoscendo contemporaneamente l’insieme delle condizioni iniziali di un sistema (le posizioni, le velocità e le forze su tutte le particelle dell’universo) sarebbe perciò in grado di conoscere anche gli stati futuri o successivi dell’universo. Già Cartesio aveva sviluppato a suo tempo la visione meccanicistica che interpreta l’essere vivente come interamente determinato dalla concatenazione di cause ed effetti, per cui la conoscenza permetterebbe infine la conoscenza dell'essere intero. Laplace, Cartesio e Schrodinger, ognuno a suo modo, escludono l’importanza della variazione aleatoria. che seppur una forza o tendenza onnipresente nel nostro universo, viene ridotta ad un rumore o una mera fluttuazione. La variabilità tuttavia non è riducibile ad una semplice fluttuazione o interferenza marginale alla realizzazione del programma genetico. Nella teoria della selezione naturale di Darwin, la variazione aleatoria è una proprietà primaria necessaria all'espletamento dell'evoluzione. Essa crea in continuazione la diversità degli esseri viventi sui quali opera la selezione naturale. Anche se al giorno d'oggi la genetica e la selezione naturale sono ritenute complementari, saldate nel quadro di una teoria unificata punto punto nel suo pensiero la classificazione degli esseri è precaria e relativa. 1.2 il mutualismo cellulare La comparsa della multicellularità è una tappa fondamentale dell'evoluzione: Ciò che abitualmente percepiamo come essere vivente individuale è una molteplicità di unità individuale più piccole. Un corpo vivente è in altri termini una società di cellule che lavorano per il mantenimento delle funzioni vitali. Le cellule si specializzano in diversi compiti : le cellule neurali, muscolari, sanguigne, ossee e cutanee non fanno le stesse cose. Dobbiamo a questo punto riconoscere che la biologia moderna concepisce la società cellulari su una base di un modello autoritario, ad esempio già schrodinger parlando dei cromosomi come di un principio dirigente contenuto in ogni cellula, li paragona a uffici centrali che dirigono le cellule in tutto il corpo. La società moderna concepisce le società cellulari in maniera autoritaria: le cellule agiscono in maniera determinata in risposta a segnali veicolati da molecole dette induttrici. secondo questa visione le cellule sarebbero dunque agenti alienati, esse non lavorano e non vivono per se stesse ma per l’organismo che devono costruire (inoltre non potrebbe esistere isolatamente, ma ciò è confutabile dall’esistenza degli organismi unicellulari). per districare queste contraddizioni bisogna quindi riconoscere che la condizione aleatoria è una proprietà primaria del vivente. le cellule si comportano come farebbero i membri di una società anarchica autogestita: ogni individuo è libero, ma la su libertà è limitata dalla presenza di altri individui che godono della medesima libertà.I Biologi ne sono ben consapevoli. Sanno che il determinismo genetico deve essere moderato da altri fattori, quali l'ambiente e, i processi metà stabili e l'epigenetica. 1.3 cos'è che vive? secondo l’esperimento mentale proposto da Monod, se un ipotetico visitatore alieno giungesse sul nostro pianeta riuscirebbe a discernere tra ciò che è vivo e ciò che non lo è sulla base delle seguenti caratteristiche congenite agli esseri viventi: ● Innanzitutto, ogni attività Vitale è orientata a un obiettivo, proprietà che chiama telenomia. tuttavia anche le macchine artificiali possiedono questa proprietà con la differenza che gli organismi non sono il prodotto dell’attività di un altro essere diverso da loro. in altre parole, il loro sviluppo dipende non da fattori esterni, ma da una complessa serie di interazioni biologiche interne (proprietà che Monod chiama morfogenesi autonoma) ● . si riproducono in maniera identica per mezzo di un processo di sviluppo autonomo denominato riproduzione invariante e sono in grado di mantenere più o meno inalterata la propria struttura di fondo attraverso le generazioni (riproduzione invariante); la loro struttura illustra e realizza un progetto, uno ”scopo” (teleonomia). Monod come tutti i biologi è consapevole che esiste variabilità nella riproduzione ma 12 materiali definite», chiamate pangeni, che sono situate nel nucleo cellulare e si trasmettono mediante le cellule germinali, venendo così protette dall’influenza delle cellule somatiche (Kupiec, pp. 51-52). Entrambi hanno introdotto l'idea che le caratteristiche degliesseri viventi sono determinate dalla struttura di un elemento nucleico microscopico. il fondamento della genetica è dunque l'idea di Una dualità composta da caratteri macroscopici e da un materiale molecolare sottostante. De vrir mette Infatti l'accento sull'idea che un organismo sia la somma di un numero finito di caratteri discreti corrispondenti entità discrete di materiale ereditario.. per spiegare la differenziazione delle cellule introduce l'idea secondocui i pangeni possono essere attivi o inattivi, con gruppi diversi di pangeni attivi nei vari tipicellulari. grazie a questi progressi empirici johannsen introduce la nozione di gene per esprimere, rimanendo «scevra da ogni ipotesi … solo il fatto evidente che, in tutti i casi osservati, molte caratteristiche dell’organismo sono specificate nei gameti per mezzo di condizioni speciali, di fondamenti e di determinanti presenti in modo unico, separato e quindi indipendente.». ll gene di Johannsen, l’unità che si eredita e cui dobbiamo ciò che siamo, è un’unità di informazione ereditaria, non una «particella materiale definita» (De Vries) o parte di un «plasma germinativo» (Weismann)Immaginiamo di sommare insieme tutti i geni di un gamete o di uno zigote: avremo un genotipo. Però, individui con gli stessi geni (p.es., gemelli monozigoti) possono esprimerli in maniera (lievemente) differente: differiscono per fenotipo differenza tra genotipo (somma totale di tutti i geni di un gamete o di uno zigote, corrisponde a una popolazione di esseri viventi variabili) e fenotipo. Ma già a quell'epoca egenetisti sanno che gli esseri viventi dotati di genotipi identici non sono per forza simili corrispondendo ad una popolazione di esseri viventi variabili. 2.1.3. La scuola di Morgan Scopre il legame tra i caratteri e il sesso e rifacendosi ala teoria di Boveri-Sutton secondo cui i geni sono portati dai cromosomi. Alla fine Morgan e i suoi studenti confermano la teoria cromosomica dell’ereditarietà ovvero che ci sono caratteri legati al cromosoma X 2.2. Le spine nel fianco della genetica ● Definizione di gene: non era chiaro se un gene corrispondesse o no a una precisa entità materiale. Era predominante l’idea che i geni fossero segmenti di cromosomi o particelle disposte in maniera lineare lungo i cromosomi ma ben prestò si dimostrò che gli effetti dei geni dipendevano dalla loro localizzazione cromosomica. Ciò ha portato Goldschmidt a sviluppare una teoria che vedeva nell’intero cromosoma l’unità di ereditarietà. ● Definizione del carattere: per la genetica la riproduzione era diventata la riproduzione dei caratteri dei corpi viventi mentre per i primi genetisti parlavano dei caratteri come qualità degli esseri viventi. Questo vorrebbe dire che un essere vivente potrebbe venir scomposto in un numero finito di caratteri discreti —> affinché la genetica sia una scienza oggettiva questi caratteri non devono derivare da una scomposizione arbitraria in base alla nostra percezione soggettiva ma devono essere entità biologiche oggettive. ● Rapporto tra genetica e sviluppo embrionale si articola tra i preformisti, coloro che ritengono le la struttura dell'animale adulto, con tutti gli organi e i caratteri ereditari, si trova già in miniatura nel germe, ossia nell'uovo o nello spermatozoo a cui si opponevano epigenetici convinti che che lo sviluppo della vita non fosse solo un accrescimento quantitativo ma anche un’acquisizione di parti nuove. Se infatti la trasmissione dei caratteri coincide con la trasmissione dei geni, lo sviluppo embrionale è solo la messa in opera del potere dei geni, ovvero che l’adulto è già contenuto in potenza nei geni —> preformismo. Se invece si ritiene che lo sviluppo embrionale sia autonomo rispetto ai geni e questi ultimi siano solo attori di un processo che non dirigono —> epigenesi. 2.3. Il duplice discorso della genetica 15 Morgan presenta un atteggiamento ambivalente nei suoi scritti: ● Concezione causale deterministica (o concezione causale della genetica, CCG): un gene specifico (o un numero limitato di geni specifici) determina l’ontogenesi di un carattere specifico, in maniera chiara e ben definita, dunque «la trasmissione dei geni attraverso le generazioni spiega la trasmissione dei caratteri»Secondo questa visione, dal momento che un genio è sufficiente per determinare l'ontogenesi di un carattere, la trasmissione di questo genere provoca la riproduzione di quel carattere nella generazione successiva. In un contesto come questo, . In questa concezione causale della genetica (ccg) Esiste un ordine intrinseco agli esseri viventi che collega caratteristici a geni specifici in maniera chiara e ben definita. In questo contesto È naturale pensare che lo sviluppo embrionale sia deterministico. è autosufficiente rispetto allo sviluppo embrionale. ● Concezione causale non deterministica (o concezione debole della genetica, CDG ) «I caratteri sono il risultato di una relazione non-specifica fra molti geni e molti caratteri. Dal momento che un gene particolare è solo uno dei molti geni che lavorano insieme nell’ontogenesi di molti caratteri, non è possibile collegare i caratteri a specifici geni che li determinerebbero. In questa seconda concezione, la vera causa dei caratteri è lo sviluppo embrionale, al quale tutti i geni partecipano in modo indefinito»la conoscenza dettagliata dello sviluppo embrionale è utile per chiarire le concatenazioni causali di eventi che collegano generi geni e caratteri la pleiotropia confuta la ccg: ogni genere ha effetti multipli. Un gene non è collegato a un solo carattere ma un gran numero di caratteri. la relazione fragenica dei caratteri non è specifica ma comprende tutti i geni e tutti icaratteri di un essere vivente I caratteri sono il risultato di una relazione non-specifica fra molti geni e moli caratteri quindi la vera causa dei caratteri è lo sviluppo embrionale al quale tutti i geni partecipano in modo indefinito. Nessuna delle due concezioni è a-causale! Ma le due divergono su che cosa è causa Morgan sembra aderire al primo modello-concezione (CCG), eppure a tratti sembra dubitarne mettendo in luce alcuni fatti che la contraddicono: ● Pleiotropia: «ogni gene ha effetti multipli. Quando in un gene si produce una mutazione non varia un solo carattere ma ne variano parecchi» (Kupiec, p. 67). Ciò sembrerebbe indicare che un gene è collegato a caratteri multipli (col che, determinismo addio) ● Caratteri poligenici: «Ogni carattere è il prodotto di molti geni» (Morgan, cit. in Kupiec, p. 69). Cioè, l’inverso della pleiotropia, ossia «la totalità del plasma germinativo è determinante nella produzione di tutte le parti del corpo» (di nuovo, determinismo addio; e una maggiore aderenza al secondo modello-concezione, CDG)Sembra che a Morgan rimanga solo la CDG, una «concezione debole» in cui la genetica «non è più una teoria dell’ereditarietà autonoma rispetto allo sviluppo embrionale … bensì è una semplice pratica empirica che consiste nello studio delle entità presenti nei cromosomi, chiamate ‘geni’, nel tentativo di individuare il loro ruolo in vari processi biologici» (Kupiec, p. 73) una volta confrontatosi con le evidenze contrarie al suo paradigma iniziale, Morgan si concentra così su quello che viene chiamato il punto essenziale, Cioè una definizione minima dei geni come particelle cromosomiche individuate sperimentalmente grazie alle loro proprietà di segregazione e di indipendenza. Morgan Riduce la genetica essere null'altro che una semplice spiegazione empirica della composizione dei cromosomi e della loro trasmissione, senza la mimica indicazione a proposito del ruolo nell'ereditarietà. Nel contesto descritto da Morgan il genere perde il suo potere causale a beneficio dello sviluppo 16 CCG (g1,g2,g3) CDG(g1,g2,g 3) genotip o 1: g1, f1,c1 genotip o 2: g1,f2,c1 genotipo 1: g1,g2→f1 , cn genotipo2: g,1,g2… →f3,cn embrionale, che diventa il motore della costruzione dei caratteri. le relazioni fra i geni, i caratteri e gli altri fattori, come l'ambiente, non sono affatto più chiare. Prendere in considerazione tutti questi dati riduce Infatti quelle relazioni a semplici correlazioni punto Il potere esplicativo della genetica in quanto teoria dell'ereditarietà ne risulta estremamente indebolito. in questa concezione debole della genetica( C D G), Quest'ultima non è più una teoria dell'ereditarietà autonoma rispetto allo sviluppo embrionale bensì è una semplice pratica empirica che consiste nello studio delle entità presenti nei cromosomi. 2.4. Le molecole in subordinate Morgan pretendeva che lo statuto scientifico della genetica fosse paragonabile a quello della fisica. Ebbene, i fisici sono pronti ad abbandonare una teoria si osservano uno scarto fra i risultati sperimentali e le predizioni teoriche, la genetica invece. in considerazione dei numerosi dati sperimentali che la contraddicevano e delle incoerenze teoriche che la attraversavano, la genetica avrebbe dovuto essere rigettata fin dalla prima metà del XX secolo (resilienza genetica). Ma anche per un'altra ragione: la nascita della Biologia molecolare avrebbe consentito di comprendere meglio la relazione fra geni e i caratteri. 2.4.1 Come trasformare le informazioni in carne? La CCG assume che a ogni gradino della vita (molecole organiche, DNA, proteine, ecc.) vi è ‘specificità’, cioè che ogni gradino codifichi i successivi in un modo determinato«Ogni gene è diverso da ogni altro perché ogni gene controlla la sintesi di una specifica proteina», il che porta a complessità ma non ad aleatorietà. Cioè, le possibilità di interazione dei «gradini verso la vita» (Manfred Eigen) sarebbero comunque limitati; a ogni carattere, effetto di geni che controllano sequenze proteiche, corrisponde, se non un gene, un numero ‘grande a piacere’ di geni, che codificano dunque, nel complesso, una moltitudine di sequenze. L’azione «specifica» di questi geni è per ora ignota ma in linea di principio conoscibile e determinabile con certezza. «Si presuppone quindi che questa informazione genetica qualitativa contenga il piano degli esseri viventi e le istruzioni per seguirlo (un’idea preformista che richiama il finalismo in quanto implica che lo sviluppo embrionale abbia come obiettivo lo sviluppo di un piano preesistente)» (Kupiec, p. 80)finalismo teleonomico Con la biologia molecolare, l'informazione genetica è diventata il concetto chiave per spiegare il vivente: Cloud Shannon definiva le informazioni in termini matematici e da luogo a misure quantitative, i Biologi parlano di informazioni genetiche in maniera metaforica e qualitativa che avesse per contenuto il piano o programma degli esseri viventi e le istruzioni per eseguirlo (idea preformista). Ma il DNA è una molecola passiva, sono le proteine ad agire nei processi vitali. Bisogna quindi spiegare come l’info venga trasferita alle proteine affinché eseguano questo piano. La risposta data a questa domanda si basa sulle proprietà della stereospecificità proiettata sulle proteine e sulle molecole biologiche, risiede cioè nella proprietà delle proteine di generare stereoisomeri diversi partendo da stereoisomeri diversi. Si è supposto che: 1. La forma unica di una proteina è determinata dall'informazione genetica contenuta nel suo gene 2. Per via della loro forma e uniche, le proteine interagiscono fra loro in maniera specifica 3. Un essere vivente è il risultato dell'insieme delle interazioni specifiche delle proteine Il modello di interazione stereospecifica, conosciuto anche come modello chiave-serratura, è stato inizialmente utilizzato per illustrare il riconoscimento fra un enzima e il suo substrato. In questa visione l’ontogenesi (sviluppo embrionale) è l’attualizzazione dell’info genetica poichè questa condiziona la forma delle proteine che determinano le interazioni molecolari che costruiscono l’essere vivente. Ne viene ovviamente escluso l’elemento aleatorio, dal momento che le interazioni tra geni e proteine sono specifiche. tuttavia Se le interazioni non fossero specifiche, se molto molecole potessero interagire insieme, ciò causerebbe molteplici combinazioni di interazioni, distruggendo l'ordine molecolare delle reti e impedendo il funzionamento. 2.4.2 disinformazione genetica. 17 possiedono una probabilità compresa fra 0 e 1 di essere attivi in una cellula in ogni dato momento. Tale concezione colloca il caso al centro del funzionamento cellulare e pone con forza la questione di un cambiamento di paradigma 3.4. Disordine nei genomi la variabilità dei genomi e dei geni è a tal punto importante da richiedere l'abbandono della nozione secondo la quale un materiale ereditario stabile garantisce la costruzione del fenotipo. Negli anni quaranta e cinquanta, Barbara Mc Clinton ha scoperto elementi genetici mobili (mg e) nel genoma del mais che spostandosi in posizioni generiche aleatorie agiscono come elementi di mutazione e portando a riorganizzazioni cromosomiche. Pervia di queste trasposizioni i genomi non sono stabili, ma plastici e variabili..Gli MGE rappresentano il 45% del genoma umano e oltre il 70% di quello di piante e anfibi! Questo tipo di variabilità è aumentata ancora di più dalla variazione del numero di copie dei geni, con duplicazione e cancellazione accidentale di segmenti di DNA Con la scoperta degli MGE, i geni sono ormai i responsabili dell’ereditarietà della variabilità stocastica. Molte trasposizioni di mge e dannose vengono eliminate dalla selezione,Esistono però anche numerosi esempi di trasposizione di mge benefiche mantenute mediante selezione naturale 3.5 Come costruire una casa su fondamenta Instabili I Biologi hanno sempre contemplato La variabilità, ma questa non si è mai accordata con il loro a priori e essenzialista di una vita basata in l'invarianza e sul determinismo. Questa presa di posizione ha generato un problema ben noto: come spiegare il fatto che forme viventi diverse possono essere generate a partire da un solo genotipo? Come può un genotipo esercitare il suo potere causale in maniera molteplice? in quest’ottica La selezione naturale è un processo di riduzione della variabilità nel corso del quale un numero limitato di essere viventi viene selezionato in una popolazione variabile. 4. Darwinismo è genetica: una sintesi impossibile se il Darwinismo si interessa dei meccanismi dell’evoluzione, risultato dell'azione della selezione naturale sulla variabilità genetica creata dalle mutazioni (casuali, ovvero indipendenti dalle caratteristiche ambientali)che ne costituiscono il motopropulsore, la Genetica, si interessa ai meccanismi di conservazione dei caratteri più vantaggiosi durante la trasmissione intergenerazionale. 4.1 l'ordine nei naturalisti pre darwiniani I naturalisti che aderivano alle teorie fissiste (Concezione biologica secondo la quale le specie animali e vegetali sono immutabili e quindi non suscettibili di evolvere attraverso le generazioni ( fissità della specie); si contrappone al trasformismo), potevano divergere sulla classificazione degli esseri viventi e non essere d'accordo sugli organi da comparare, Ma in sostanza condividevano la stessa visione di una natura ordinata e gerarchizzata ( ogni essere doveva collocarsi in una specie ben definita in una posizione definita della scala naturale).. questa visione influenzava anche il modo di concepire l'ontogenesi, dal momento che la conservazione dell'ordine naturale implicava la riproduzione in variante degli esseri viventi. tuttavia alcuni naturalisti, come ad esempio Buffon, avevano espresso idee evoluzioniste (la trasformazione delle specie per variazioni, la loro origine comune in un albero genealogico), ma sempre all’interno di un impianto fissista che ne impediva lo sviluppo coerente. Lamark (1744-1829) è anche stato il primo a sostenere e proporre una teoria evolutiva che includesse un meccanismo esplicativo della trasformazione delle specie attraverso la trasmissione dei caratteri acquisiti su pressione ambientale. lamarck delinea le "leggi generali della vita": 1. Prima legge: La vita, per le sue forze intrinseche (propres), tende continuamente ad aumentare il volume di ogni essere che la possiede e ad accrescere le dimensioni delle parti di questo fino a un limite che essa stessa predetermina.Secondo lamarck esiste una tendenza naturale delle specie al perfezionamento e alla complessificazione. il movimento organico tende a produrre strutture secondo una serie crescente di complessità che trova corrispondenza nella scala tassonomica, 20 ordinata dagli esseri più semplici e imperfetti a quelli più complicati e perfetti è il risultato della naturale tendenza degli esserie rappresenta, nelle sue parole, il vero ordine della natura.Secondo L una tendenza spontanea all’organizzazione appartenente agli esseri viventi porta alla creazione di una scala biologica, in cui ciascuno degli stadio di questa scala corrisponde a una grande classi di esseri che chiama “massa”. 2. La produzione di un nuovo organo in un corpo animale deriva dal presentarsi di un nuovo bisogno che si fa sentire costantemente e parimenti da un nuovo movimento organico che questo bisogno fa nascere e alimenta.in tutti gli esseri viventi è sempre presente una spinta interna al cambiamento che sarebbe prodotta da due forze: la capacità degli organismi di percepire i propri bisogni, e la loro interazione con l'ambiente in funzione di un migliore adattamento 3. "Legge dell'uso e del non uso" (disuso): un organo si sviluppa quanto più è utilizzato e regredisce quanto meno è sollecitato. 4. "Legge dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti" : il carattere acquisito dall'animale durante la sua vita viene trasmesso alla progenie. 4.2. Il disordine darwiniano Darwin ha definitivamente decostruito l’ideale di un mondo statico e ordinato in cui vivevano i suoi predecessori: sviluppa una concezione nominalista delle specie, contrapposta all’essenzialismo, per cui nonostante la somiglianza degli individui, essi infine sono irriducibilmente diversi. Nonostante Buffon e Darwin abbiano constatato entrambi l'ampiezza della variazione, non ne traggono la stessaconclusione. Buffon si aggrappa all'idea che esista un prototipo in variante che consente la definizione della specie, mentre Darwin afferma senza mezzi termini: "nessuno pensa che tutti gli individui della stessa specie siano usciti dallo stesso stampo; ciò suggerisce che quel che chiamiamo Specie se il risultato dell'amplificazione delle differenze individuali.(l’abolizione della dicotomia tra caratteri invarianti e quindi essenziali per la classificazione e quelle variabili e quindi accidentali) In senso generale, per i predecessori di Darwin nell'ordine veniva per primo, ma risultava turbato dall'ambiente, mentre per Darwin viene per prima la variazione e quello che chiamiamo ordine è risultato precario (in quanto mai definitivo) di un'interazione Fra vivente e l'ambienteper D la variazione è inerenti agli esseri viventi e tende a differenziali indefinitivamente mentre all’opposto le influenze ambientali tendono a omologarle.. La somiglianza è il risultato del loro legame genealogico.Il legame genealogico non viene costruito dalla riproduzione invariante degli esseri viventi ma dalla filiazione degli esseri con variazione. 2 conseguenze: 1. Le classi non rispondono a gradi di similitudine fra gli esseri come nelle classificazioni realiste ma a gradi di differenza 2. La discendenza con modificazioni è un processo infinito che crea continuamente differenze fra 4.3. Ritorno all'ordine genetico con la controrivoluzione genetica ricompariva l'idea, abbandonata da Darwin, di una dualità fa a carattere invarianti che determinano la specie è caratteri variabili individuali. Tale idea era strettamente associata al concetto di mutazione introdotto da De vries il quale pensava che la mutazione fosse un accidente raro in un processo di riproduzione invariante. Il realismo della specie reintrodotto da Weismann È consustanziale alla genetica perché è una teoria essenzialista nella quale il genotipo è la versione moderna della forma e del Gemme preformista.L'antologia di Aristotele è con tutta evidenza un'antologia le realista, Nella quale le forme sono le invarianti sottostanti alla specie. Jacques monod riformula esattamente la stessa idea di Weismann , con l'aggiunta del concetto di informazione: l'organismo è una macchina chimica che si costruisce da sé. Ne deriva dunque che il caso è la legge fondamentale che regola la combinazione delle proteine e la loro struttura. Se il caso è l'unica spiegazione delle alterazioni accidentali delle sequenze di polinucleotidi che formano il codice genetico, allora ne segue che il caso è l'unica fonte di qualsiasi novità biologica, di qualsiasi mutazione del DNA (che costituisce il codice genetico) e quindi di qualsiasi 21 "creazione" nella biosfera. D'altra parte, le alterazioni casuali vengono conservate, riprodotte e moltiplicate dall'organismo secondo la ferrea necessità della teleonomia e della invarianza Prima di arrivare a questa sintesi, sono state eliminate due divergenze fra la genetica e il Darwinismo: 1) l'ereditarietà dei caratteri acquisiti 2) le mutazioni casuali erano di grande ampiezza o si trattava di variazioni infinitesimali come supporto da Darwin? In questo caso è stata la genetica da Avvicinarsi al punto di vista di Darwin, riducendo l'ampiezza delle mutazioni. l'evoluzione è stata quindi concepita come un cambiamento della composizione genetica delle popolazioni provocato dalla selezione naturale. Per quanto riguarda la questione ontologica, sembra che la maggior parte dei neo-darwinisti abbia adottato il realismo della genetica. Un esempio Noto e naturalista Ernst Mayr (1904-2005), che definiva le specie definite come popolazione isolate a livello riproduttivo. Si trattava di un concetto realista poiché si riteneva che l'isolamento riproduttivo e il possesso di un pur genetico fornissero un criterio oggettivo per delimitare le specie. Tale idea circolava fra i naturalisti al punto che Darwin all'interno del suo scritto dovette confutare: La selettività degli incroci fra specie non era la causa ma una conseguenza della diversificazione a partire da una forma comune, poichè i loro sistemi di produttivi diventavano differenti al punto tale da essere incompatibili. Questa analisi ha consentito a Darwin non solo di rigettare anzitempo il concetto biologico di specie, ma anche di rafforzare il proprio argomento nominalista, dal momento chiesto provava l'assenza dilimiti oggettivi la specie varietà. 4.4. Invertire la sintesi I genetisti e i Biologi molecolari hanno semplicemente abbandonato del tutto l'approccio nominalista di Darwin, e infatti concepiscono la specie come un'entità reale e sono convinti di averne scoperto il sostrato: il genoma portatore di una norma strutturale specifica, come diceva mood. La sintesi fra darwinismo e genetica non si è mai verificata e non può verificarsi perché le rispettive premesse sono inconciliabili.Dall’organismo come essere ordinato da un principio ordinatore originario (genetica) 5. Il corpo autogestito Un colpo vivente non è un tutto centralizzato nel quale ogni parte è votata al suo buon funzionamento punto è una comunità cellulare autogestita che risulta dalle interazioni fra le sue parti e l'ambiente interno. Le cellule non sono lì per formare l'organismo. Vivono per se stesse al tempo stesso sono spinte a cooperare per via dei vincoli imposti dall'ambiente interno. 5.1.l'ostacolo finalista L'antologia dell'ordine impone una visione del vivente che è non solamente determinista ma anche finalista, di seguito i principali sostenitori e : ● Aristotele, riteneva che la causa finale fosse in grado di svelare lo scopo o la causa ultima per cui le cose esistono, la causa formale invece spiegava il modo, l’ordine, le caratteristiche essenziali a permettere la loro esistenza. Le parti sono concepite esclusivamente per consentire al tutto di esistere o di funzionare. La biologia di Aristotele funzionava in questo modo: la forma agiva come causa formale, organizzandolo sviluppo embrionale orientato alla realizzazione dell'essere vivente adulto. ● Cartesio, nel il tentativo di superare il finalismo con la sua filosofia "meccanicista", riduce le 4 cause aristoteliche alla causa efficiente-materiale. l’essere vivente in quest’ottica è una macchina biologica che funziona grazie alle interazioni tra le sue componenti. Tuttavia, una macchina ha una funzione ed è costruita secondo un piano concepito in anticipo affinché possa realizzare quella funzione. ● lo stesso Kant ritiene difficile Anzi impossibile, fare a meno del finalismo in biologia, e lo ha illustrato riprendendo l'esempio dell'orologio: A suo avviso un corpo vivente diverso da un orologio perché le parti di quest'ultimo posso trasmettersi il movimento ma non possono riprodursi come nel caso del vivente. Kant dimostra così che non basta attribuire al vivente una forza motrice meccanica: bisogna dotarlo di una forza 22 interamente stocastico la cui origine è l’instabilità della cromatina (= DNA +proteine). Instabile perché i legami e le dissociazioni fra proteine e DNA sono eventi aleatori spontanei.Le interazioni fra le cellule esercitano sempre un certo effetto ma si tratta di un effetto selettivo, non induttivo. È un fenomeno difficile da comprendere se immaginiamo le cellule come sistemi ordinati che funziona in maniera precisa seguendo un programma deterministico. Questo modello assume la variazione stocastica come la proprietà primaria, che mette in moto il cambiamento cellulare e non presuppone l’eterogeneità cellulare: Prova sperimentale del modello anarchico: le simulazioni di automi cellulari funzionanti secondo i principi del modello anarchico, realizzati con Laforge hanno dimostrato che questo modello è in grado di generare tessuti differenziati in maniera affidabile e riproducibile. la medesima cellula può avere destini diversi a secondo degli eventi stocastici: La cellula esprime a caso diverse combinazioni di geni fino a quando non trova quella che corrisponde al nuovo tipo cellulare che le consente di interagire con il proprio ambiente interno e di stabilizzarsi (tesi di Thomas Heams). La domanda che sorge immediatamente è capire cosa significhi selettivo in questo contesto cellulare. Le cellule scambiano fra loro molecole, metaboliti e proteine, che provocano cascate di reazioni all'interno delle cellule stesse e conducono cambiamenti nelle espressioni dei geni. Queste modificazioni chimiche favoriscono il legame oppure la dissociazione delle proteine sul DNA In altri termini, agiscono sulla stabilità strutturale della cromatina, stabilizzando destabilizzando, le interazioni fra le molecole che la costituiscono. La stabilizzazione della cromatina significa una stabilizzazione dell'espressione dei geni. 5.4.ontofilogenesi Nella teoria sintetica dell'evoluzione, l'ontogenesi è definita come l'espressione dell'informazione contenuta nel genoma, mentre la filogenesi studia l’effetto della selezione degli esseri viventi da parte dell'ambiente. L'unico punto di contatto tra i due fenomeni è la selezione delle mutazioni nel DNA. Nella concezione darwinista anarchica questa scissione non esiste: ontogenesi e filogenesi formano un unico fenomeno di ontofilogenesi. E si spiega con un solo processo: con quello che Darwin ha chiamato "selezione naturale", attivo nell'ambiente esterno e nell'ambiente interno degli esseri viventi, che spiega sia l'origine delle "specie" sia quella dei "tipi cellulari".. L'ontogenesi non è più un processo unidirezionale che costruisce l'essere vivente a partire dal livello molecolare. È un processo bidirezionale nel quale la causalità viene esercitata dal molecolare verso il multicellulare dal multicellulare verso il molecolare. 5.4.1 La linea genealogica è l'entità primaria del vivente. La specie e l'individuo vengono sempre Considerate due entità primarie distinte che riflettono la frattura Fra filogenesi e ontogenesi, di cui sono i rispettivi oggetti di studio. Da una parte troviamo le discipline come la biologia evolutiva, la genetica delle popolazioni o l'ecologia, che studiano questioni relative alle specie; dall'altra discipline come l'embriologia, la fisiologia e la biologia molecolare, che studiano questioni relative agli individui. Questo dualità è diventata obsoleta a: specie e individuo non sono entità primarie, ma entità secondarie estrapolate dal flusso del vivente. Si costituiscono solo due aspetti soggettivi del flusso del vivente, aspetti che dipendono dalla nostra percezione. Nella prospettiva aperta Darwin, a essere reale è il flusso incessante del vivente che vede il succedersi delle generazioni, quello che lui chiama "discendenza con modificazioni". 6. Risposta ad alcune obiezioni 6.1 La concezione anarchica del vivente non è originale In passato altri ricercatori hanno sviluppato idee più o meno simili alla concezione anarchica appunto nell'antichità, come ad esempio Empedocle il quale riteneva che le parti del corpo errassero solitarie per poi aggregarsi in modo casuale, dando i natali a un eccedenza di creature, delle quali sopravvivevano solo quelle che erano ben formate. nel XX secolo sono stati scoperti i meccanismi di tipo darwiniano che combinano caso e selezioni in ambiti specializzati. I neuroni si associano in maniera aleatoria, e per via dell'elevato numero di combinazioni possibili creando innumerevoli circuiti. Ma sono i circuiti adatti agli stimoli 25 ricevuti dal sistema nervoso sistabilizzerebbero. A volte si accostano londofilogenesi e l'ambito chiamato Evolution Development. nel XIX secolo, Carl von Baer aveva notato che gli embrioni appartenenti a generi o famiglie molto diversi si assomigliano negli stadi precoci dello sviluppo per poi differenziarsi negli stadi successivi. Questo fenomeno era stato discusso da Darwin nel XIII capitolo di l'origine della specie per dimostrare che era compatibile con la sua teoria. Aveva Infatti spiegato che una variazione che si produce nel corso dello sviluppo embrionale in un genitore si produrrà nel bambino nello stesso periodo del suo sviluppo. In altre parole, l'evoluzione della specie passa attraverso l'evoluzione del loro sviluppo embrionale. 6.2. La concezione anarchica è una nuova teoria dell'autorganizzazione. Esistono molte teorie dell'autorganizzazione che condividono un'essenza comune, il rifiuto dell l'idea che l'ontogenesi sia diretta dal genoma e che la selezione naturale possa spiegare la comparsa dell'organizzazione complessa degli esseri viventi. La concezione anarchica si avvicina alle teorie dell'autorganizzazione per il suo rifiuto del determinismo genetico, Ma se ne differenzia su due punti essenziali. Intanto non cerca di emanciparsi dal darwinismo, Anzi lo assimila per estendere l’applicazione all’ontogenesi.. e nella prospettiva anarchica, vi è un autogestione cellulare e non un autorganizzazione. 6.3. L'epigenetica risolve i problemi della genetica Nella sua definizione corrente proposta da Conrad waddington , l'epigenetica comprende lo studio dell'insieme dei meccanismi di ontogenesi che non si riducono all'azione dei geni. il concetto di epigenetica rimanda all'idea che il processo di sviluppo embrionale non sarebbe solo l'espressione di quello che è già potenzialmente performato nei geni. C'è quindi un ambiguità nel concetto, il quale al tempo stesso rimanda la teoria dell'epigenesi, che nel suo senso iniziale rifiutava la preformazione, e alla genetica, che ne ha reintrodotto il principio del XX secolo con l'idea di un'informazione genetica che contiene in Potenza il futuro organismo. L'epigenetica introduce l'idea che ci sono livelli di spiegazione complementari alla genetica. Da un punto di vista meccanicistico, i ricercatori che vi si riconoscono studiano In particolare le modificazioni chimiche delle molecole della cromatina che influiscono sull'espressione dei geni. La concezione anarchica diverge in maniera netta dell'epigenetica, così come viene abitualmente concepita, perché rinuncia l'idea di un supporto stabile dell'ereditarietà contenuto nei geni, E perché considera l'ontogenesi non come una diversificazione o un'interpretazione dell'informazione genetica, Ma come una restrizione del gioco probabilistico del vivente. 6.4. Il Darwinismo non è anarchico Darwin ha introdotto in ambito scientifico un modello teorico di causalità e di organizzazione che attribuisce grande importanza, in biologia, alla componente aleatoria, in cui le interazioni tra le parti sono complesse e irriducibili ad un modello ordinato e deterministico. Visione semplicistica secondo cui il darwinismo viene inteso come la legge del più forte e l’anarchia diventa un apologia dell’individualismo, per quanto riguarda Darwin: la lotta per l’esistenza è solo una metafora, il più adatto non è più forte ma quello più differenziato perché può evitare la competizione trovando la arpia nicchia nell’ecosistema. egli Privilegia l’idea di un’autoconservazione a partire da relazioni sorette tra esseri viventi o umani, nelle quali la mutua dipendenza e la cooperazione sono elementi chiave.dunque La differenza tra una società anarchica è una società statalista risiede nel fatto che in quest'ultima I vincoli sono imposti dalla legge, mentre nella prima Ognuno deve integrarli da sé nelle proprie relazioni con gli altri punto Quindi, l'obiettivo della società anarchica e garantire lo sviluppo dell'individualità, cioè la piena individualizzazione dei suoi membri. è possibile fare riferimento congiunto al darwinismo e all'anarchia sulla base della comune opposizione all'idea di un ordine prestabilito che si imporrebbe alla natura e alla società umana; 26 l’idea che una teoria probabilistica non sia adatta a spiegare lo sviluppo embrionale si fonda su 2 pregiudizi: 1) postulare l’invarianza sostanziale dello sviluppo embrionale, se la differenziazione è un fenomeno probabilistico, ha solo una certa probabilità di riuscire a ha quindi un probabilità inversa di fallire. 2) Un fenomeno meno probabilistico non è riproducibile , la sua possibilità di realizzazione ci appare trascurabile e dunque sembra deterministico, si tratta di una conseguenza della legge dei grandi numeri. Il modello darwinista anarchico non è puramente probabilistico: le iterazioni sociali delle cellule costringono la loro variabilità tanto da creare gruppi relativamente omogenei che riconosciamo come “tipi cellulari” + la struttura della cellula è un fattore che riduce l’alea molecolare. es. impedisce alle cellule di muoversi secondo percorsi aleatori tridimensionali e ciò ottimizza la probabilità. Negli esseri viventi le strutture cellulari e multicellulari sono state affinate dall’evoluzione in modo tale da rendere riproducibile lo sviluppo embrionale senza però escludere la variabilità. > Il caso non è che la misura della nostra ignoranz 6.6. Il caso non è che la misura della nostra ignoranza Talvolta viene criticato il principio stesso della modellizzazione probabilistica. Si arriva persino a rimproverargli di configurarsi come una rinuncia alla razionalità scientifica punto Bisogna comprendere come la proprietà essenziale del vivente sia il suo carattere aleatorio e che questo carattere aleatorio e anche il substrato della nostra libertà.La variabilità della differenziazione cellulare e dell’espressione genica si può spiegare solamente grazie a una modellizzazione stocastica. Che sia epistemico, cioè un artificio utilizzato per trattare fenomeni le cui cause sono troppo complesse, oppure ontologico, cioè costitutivo del reale, comunque non influisce sulla pratica concreta della biologia 6.7. È solo filosofia, non serve a nulla! Per molti scienziati la parola filosofia è peggiorativa. tuttavia l’applicazione della riflessione filsofica è onnipresente e coadiuva al progresso scientifico nel momento in cui favorisce l’apertura di dibattiti o l’individuazione di elementi critici sottesi ad una teoria. non possono sfuggire alla filosofi perché c'è sempre un antologia presente nelle loro teorie scientifiche. Lo studio sperimentale della variabilità deve essere messo in primo piano per effettuarne una quantificazione sistematica. Ormai Esistono gli strumenti tecnici per farlo punto il nuovo programma di ricerca deve quindi mirare a elevare la variabilità aleatoria dallo statuto di semplice oscillazione a quello di parametro esplicativo. 27
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