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Antropocene e migrazioni di sopravvivenza, Guide, Progetti e Ricerche di Scienze umane e sociali

Breve saggio di antropologia che tratta dell'epoca geologica attuale, Antropocene, nella quale all'essere umano e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

Caricato il 18/01/2020

arianna-piana
arianna-piana 🇮🇹

2 documenti

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Scarica Antropocene e migrazioni di sopravvivenza e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Scienze umane e sociali solo su Docsity! ANTROPOCENE E MIGRAZIONI DI SOPRAVVIVENZA di Arianna Giulia Piana Nascita del termine Antropocene Secondo molte fonti già nel 1864, George Perkins Marsh scrisse nel saggio “L’uomo e la natura, ossia la superficie terrestre modificata per opera dell’uomo” , che gli esseri umani stavano 1 condizionando negativamente la natura e il pianeta, mettendo a rischio la propria sopravvivenza. Nel 1873, il geologo italiano Antonio Stoppani, teorizzò per la prima volta che l’uomo aveva “una nuova forza tellurica con potenza e universalità comparabile con le grandi forze del pianeta” e 2 chiamò questa epoca “era antropozoica”. Egli fu il primo studioso a dare una definizione specifica per l'era geologica in cui la Terra è massicciamente segnata dall'attività umana. Successivamente, intorno ai primi del '900, il geochimico russo Vernadskij considerò che “la direzione in cui i processi dell'evoluzione crescono, soprattutto verso la consapevolezza e il pensiero e le forme hanno un'influenza sempre maggiore sugli ambienti circostanti”, e definì il periodo col termine di noősphera (ossia mondo del pensiero) per sottolineare il potere crescente della mente umana nel modellare il suo futuro e l'ambiente. “La noosfera è un nuovo fenomeno geologico nel nostro Pianeta. In essa l’uomo è divenuto per la prima volta la più importante forza geologica. Egli può e deve ricostruire con il proprio lavoro e il proprio pensiero l’ambiente in cui vive, ristrutturarlo e riedificarlo in modo radicalmente diverso rispetto a ciò che era prima. Di fronte a lui si aprono possibilità creative sempre più estese. E può darsi che la generazione di mio nipote riesca ad avvicinarsi alla piena fioritura di queste possibilità” . 3 Alla fine degli anni ottanta il biologo Eugene F. Stoermer cominciò a diffondere il termine Antropocene e nel 2000 insieme a Paul Crutzen, Premio Nobel per la chimica, proposero l'adozione di questo termine con il significato attuale, inserendolo in una newsletter del Programma Internazionale Geosfera-Biosfera . 4 Nel libro Benvenuti nell’Antropocene!, Paul Crutzen descrive un contesto spaventoso sullo stato del nostro Pianeta, indicando nell’uomo il principale artefice di questa situazione: “L’Antropocene siamo noi, nel bene e nel male, la variabile geologica oggi più importante, ed è nostra la G. P. Marsh, Man and Nature; or, Physical Geography as Modified by Human Action (New York 1864); 1 Corso di geologia del professore Antonio Stoppani: Geologia stratigrafica, Vol. 2, G. Bernardoni e G. Brigola, 1873;2 Vladimir Ivanovic Vernadskij, Pensieri filosofici di un naturalista, Roma, Edizioni Teknos, 1994;3 Paul J. Crutzen, Eugene F. Stoermer, in IGBP Newsletter, No. 41 - Maggio 2000;4 !1 responsabilità del futuro del pianeta” . 5 Il termine Antropocene indica l'epoca geologica attuale, nella quale all'essere umano e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche. Impatto delle attività dell'uomo sull'ambiente L'era geologica in cui viviamo, detta anche “l’era dell’uomo” è caratterizzata dall’impronta dell’essere umano sull’ecosistema globale. I cambiamenti climatici, l’erosione del suolo, il riscaldamento degli oceani o ancora l’estinzione di numerose specie animali sono il risultato distruttivo delle attività antropiche. Per i geologi è necessario rilevare un “segnale” tangibile di tali attività nelle rocce terrestri, un po' come una "misura di riferimento" per qualunque tipo di ricerca geologica sul pianeta, e nel nostro caso hanno rilevato uno strato particolarmente ricco di inquinanti e di plastiche. Infatti le attività umane sul nostro Pianeta stanno letteralmente mutando il corso dell'evoluzione del Pianeta stesso e sono responsabili dell’alterazione degli equilibri della natura. L’impatto dell’uomo sull’ambiente e il suo dominio sulla natura determinano dinamiche e scenari progressivamente distruttivi: aumento di emissioni di gas serra generate dalle industrie e dai trasporti, allevamenti intensivi, deforestazione, aumento di sostanze chimiche pericolose e relativo inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, aumento dei rifiuti, distruzione della biodiversità, impatto su ambiente e comunità di mega-progetti, sfruttamento illimitato delle risorse, processi di deruralizzazione, perdita di fertilità dei terreni, negazione della sovranità alimentare, innalzamento del livello dei mari e scioglimento dei ghiacciai, ma anche aumento della povertà e delle disuguaglianze, crescita eccessiva della popolazione in rapporto alla disponibilità di risorse, privatizzazione delle acque, assenza di regolamentazioni, riduzione delle normative a garanzia della salute pubblica. Questo tipo di sviluppo economico e sociale non potrà andare avanti senza tener conto che le risorse del Pianeta non sono infinite, e bisognerà porre rimedio al più presto altrimenti avremo danni ambientali, ineguaglianze, conflitti, violazione dei diritti umani, migrazioni di proporzioni enormi e irreparabili. Già nel 1952, il Medico premio Nobel per la Pace, Albert Schweitzer, dichiarò “L'uomo ha perduto la capacità di prevenire e prevedere. Andrà a finire che distruggerà la Terra” . 6 CRUTZEN P. J., Benvenuti nell’antropocene!, Mondadori, Milano 2005.5 Rachel Carson, Primavera silenziosa, 1999 Feltrinelli, pag.196 !2
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