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Antropocene-Riassunto, Sintesi del corso di Bioetica

Riassunto volume Antropocene di G.Pellegrino

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 17/06/2020

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Scarica Antropocene-Riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Bioetica solo su Docsity! Antropocene Pensare l'antropocene: ottimismo o catastrofismo? 1957 lancio dello Sputnik. ne parla hannah Arendt. L'uomo si sta separando sempre di più dalla natura, anzi questa rottura è ormai definitiva. All'uomo non interessa più la Terra, l'unico luogo dove fino al giorno prima si credeva potesse fiorire.Ora cerca altro. L'uomo non è legato all'ambiente, non è obbligato a restarci dentro, può fuggire. Questa alienzazione dalla terra è anche confuzione fra natura e artificiale. Lo Sputnik è artificiale ma segue leggi fisiche naturali. Arendt dice che gli umani si stanno ribellando a come la vita gli è stata data. Vogliono scambiare questa vita data da qualcun altro con una vita che loro hanno creato. Questo ha un nome: ANTROPOCENE. Esso è l'era del massimo impatto dell'uomo sulla natura i cui confini sfumano sempre di più e che pone due sfide: 1) Capire se è solo una moda 2) Capire se è un problema e appurato questo rendersi conto se: a. c'è ancora spazio per l'etica e quali nuovi criteri dobbiamo elaborare b. non c'è più spazio per l'etica. Antropocene ha due definizioni: 1) Naturalista: nuova epoca della storia naturale caratterizzata da un salto di qualità e quantità nell'impatto della specie umana sulla Terra. Si è misurato l'impatto dell'uomo sulla terra osservando mari, fiumi, ecosistemi, climi, tassi di estinzione. Possiamo dividere questa posizione in: a. Geologica: guardiamo le stratificazioni del terreno e ci rendiamo conto che non è altro che una supposizione. b. Sitemica: guardiamo la Terra come ad un sistema totale, che va dal nucleo all'atmosfera e che è attraversata da un flusso di energia e materia. Il cambiamento qui è evidente. L'antropocene si configura come un cambiamento dell'equilibrio del sistema. 2) Sociale: l'umanità è una forza tellurica in grado di mutare il funzionamento del pianeta terra. Si concentra, la definziione, sull'impatto cumulativo che la civiltà umana ha avuto con la sua urbanizzazione e la sua estrazione di risprse e ci pone di fronte una serie di implicazioni. La dicotomia cultura/natura scompare. Se prima della Rivoluzione si aveva una natura avversa, che doveva essere propiziata, con il XVII secolo passiamo da una voglia di conoscenza dei meccanismi naturali, a una lotta per il dominio sulla natura. Nell'Antropocene siamo tornati a una sola storia. Sono una forza tellurica proprio come i terremoti. Se davvero siamo natura allora ciò che facciamo non può non avere impatto e dobbiamo metterci in testa che il processo è irreversibile e purtroppo non prevedibile. Non sappiamo infatti come il danno colpirà nè chi. Sappiamo solo che l'equilibrio terrestre è alterato, ce lo mostra il clima, e che conseguenze sraanno pagate da altri con ripercussioni sociali. Adottiamo quindi una visione naturalistica sitemica e sociale. Quando è iniziato tutto questo? Non c'è accordo. 1) Per Crutzen inizia con la prima rivoluzione industriale alla fine del Settecento. 2) Nel Neolitico con l'agricoltura e quindi in realtà Antropocene coincide in parte con Antropocene. Tuttavia prima dei combustibili fossili l'azione umana tanto rilevante non era. 3) 1945. Prima esplosione radioattiva e accelerazione dell'economia planetaria. Indipendentemente dal quando c'è anche il problema del come finirà. Ci sono tr scenari: l'estinzione dell'umanità, un nuovo equilibrio con la natura unica forza attiva del mondo, un dominio totale dell'uomo sulla Terra. Diciamo pure che esitono quattro possibili narrazioni con quattro punti in comune elaborati da Bonneuil: - un giudizio di valore su ciò che c'era prima - una cornice che sottolinea il ruolo di certi attori - una sequenza temporale che punta l'attenzione su certi periodi - una visione delle cause e delle conclusioni Vediamo le quattro narrazioni: 1) Naturalista: l'uomo, nel XIX secolo, ha inciso sulla terra ma non più di tanto e in maniera inconsapevole. Non ci sarebbero state quindi le condizioni di impatto qualitativo e quantitativo per dichiarare l'Antropocene. Le scienze delle terra ci hanno aiutato a individuare queste qantità pericolose e proprio ascoltando esse dobbiamo rivedere la nostra azione politica che riguarda tutta l'umanità. In realtà non è proprio così. Non siamo tutti uguali nel consumo. Il cambiamento climatico deriva dal modo capitalistico di produione e i benefici e le responsabilità sono conseguentemente distribuiti diversamente ( e in maniera del tutto non equa). Seconda critica che possiamo muovere è che la consapevolezza di questo Antropocene c''era già nel Settecento, non è nata all'improvviso e quindi non possiamo liquidare la domnda: perchè non abbiamo fatto nulla prima? DEPOLITICIZZA L'ANTROPOCENE. 2) Narrazione anti-dualista: annuall seprazione natura/società o natura/cultura. Anche qui la consapevlezza dle fenomeno pare sia recente. Ci aiuta a capire che la dicotomia è stat tutta un'illusione, una nostra invenzione. L'Antropocene ricongiunge fatti e valori e ci mette nell'età del rischio. Questo è accaduto (l'illusione) perchè si è voluto proteggere l'ambiente scientifico dalle passioni e la politica dalla scienza e si sono quindi create due strade separate: una per la soggettività e la politica, l'altra per la natura e le scienze. Questa Costituzione, che verrà smontata anche da Kuhn, voleva adonbrare ciò che davvero porta alle scoperte scientifiche puntando tutto sui dati disincarnati. Alla vecchia Costituzione ora ne va sostituita una nuova che mette in assemblea umani e non-umani e permetta agli scienziati di fare politica rendendo dicibili il funzionamento e gli equilibri della natura non-animata che ha dei bisogni e che costituisce un tutt'uno con la civiltà. L'Antropocene secondo la narrazione anti-dualista stabilisce LA FINE DELLA NATURA UNIFORME E SEPARATA. Da sempre c'è un impatto dell'uomo sulla Terra ma noi ce ne siamo accorti tardi. Anche qui si prendono in considerazione tutti gli uomini senza distinzioni. La critica vien da se. Se davvero abbiamo sempre dominato e ce ne siamo accorti solo ora perchè non continuare a fare ciò che è sempre stato fatto? Incentiva a creare strumenti per migliorare la terra e la situazione in cui versa quindi per lei c'è un continuum di naturale e artificiale. Mentre per noi c'è la natura ibrida. Anche l'uomo è naturale e quindi non è libero, ma determinato come gli altri animali (?) Il Gasdtto Trans.Adriatico ci fornirà del gas passando per il comune di Melendugno. Si sono espiantati ulivi centenari per poterli poi ripiantare a lavori finiti. Ci sono due considerazioni su questi ulivi dunque: empirica (rischio) e etica (valore alberi). L'idea è che gli ulivi abbiano un valore e più in generale che la natura, certi monumenti della natura, abbiano un valore. Ma questa natura è ormai antropizzata. Siamo nell'Antropocene e non possiamo negarlo. La natura è contaminata dalla mano dell'uomo ma, attenzione, non è umana. Non è unopera d'arte, un manfatto dell'uomo. E' in parte un manufatto ed è proprio questa costituzione ibrida che in questo libro verrà difesa come portatrice di valore in se, attraverso una visione non antropocentrica. Latour, d'accordo con Descola, ci propone una visione dell'Antropocene come quell'era che pone fine all'etica dell'ambiente e anche all'etica degli animali. Infatti non esiste più la natura incontaminata, ovunque c'è l'uomo (anche negli animali meccanicizzati). Nell'Antropocene non c'è più una natua da proteggere perchè non c'è più quella antura autonoma, valente di per se, che aveva fatto nascere l'etica ambientale. Tanto vale difendere solo gli interessi dell'umanità che è tutto ciò che resta. Ma finisce anche l'etica basata sulla responsabilità individuale e sulla libertà. Di fatti sfumano i i confini tra umano e naturale: la natura diventa umana e l'uomo diventa naturale. Non è più libero, non è più responsabile, come specie non può fare altrimenti. E' una sorta di mega castoro invasivo. Cominciamo a muovere critiche: 1) in realtà la natura incontaminata non esiste più ed è vero solo in parte. Esiste una natura che è quasi incontaminata e proprio per questo deve essere difesa. 2) la natura ibrida dell'antropocene ha valore in se. La natura non ha mai avuto valore intrinseco in quanto incontaminata. La natura aveva valore intrinseco in quanto natura e la stessa cosa si può dire della natura ibrida. ha valore in se e questo valore non gi è dato dall'antropizzazione . Iniziamo a vedere cos'è quest'etica dell'ambiente che, a differezna di quanto sostengono gli ecomodernisti, resta nell'Antropocene. L'etica dell'ambiente nasce come evento storico e filone della filosofia morale. I confini della moralità sono sempre stati oggetto di revisione. Prendiamo i testi della Bibbia: questi antichi testi aveano una visione tribale e particolaristica della morale in quanto non contenevano formulazioni universali e separavano nettamente chi aveva diritto alla considerazione morale e chi no. La morale occidentale è una sequenza etica. Abbiamo estetso i diritti. Si passa dai diritti per se stessi (autopromozione) a quelli riconosciuti al mio prossimo, a quelli riconosciuti ai miei conspecifici e successivamente negli anni 70 agli animali. L'etica ambientale nasce negli anni 60/70 a seguito della presa di consapevolezza dell'impatto umano sulla terra. Tre opere fondamentali: "Primavera silenziosa" (Carson) con gli effeti dei pesticidi, "Le radici storico-culturali della nostra crisi ecologica" (White) con l'uomo che per conto di Dio domina sulla terra e questa visione (da abbadonare in favore di quella francescana) ha portat alla lunga allo sfruttamento, " La tragedia dei beni comuni" (Hardin) con un accento sull'impatto della popolazione umana sulla terra e il bisogno di limitare la crescita industriale e demografica. L'etica ambientale è stat poi articolata in tre modi: modello antropocentrico, modello non antropocentrico che si divide in non antropocentrismo estensionale (caratterictiche che rendono la natura valevole) e non antropocentrismo che pone l'accento sulla natura in se e per se, sull'essere parte della natura (natura selvaggia). • Antropocentrismo: visione nata in seno all'antropocentrismo teleologico e ontologico tale per cui Dio ha creato l'uomo con uno statuto speciale. Essi sono fine e centro della creazione. Da qui deriva l'antropocentrismo assiologico o etico tale per cui solo gli uomini hanno considerazione morale. Abbiamo, nei confronti degli altri, solo doveri indiretti in quanto ci servono come strumenti per realizzare noi stessi. Tutto ciò ci ha portati a vedere frustrato quel benessere che volevamo a tutti i costi raggiungere sfruttando la antura. Tuttavia a questa visione ostenuta da White muove una critica Passmore. In reatà nella Bibbbia non si parla di dominio ma di tutela dell'uomo sul creato che in quanto tale, ha valore in sè. E' stato creato da Dio proprio come l'uomo. Questo pone netti limiti all'uso della antura coe risorsa. L'uomo è responsabile sulla terra tanto quanto il creatore ed è responsabile di tutte le creature al creatore. Quindi ha una doppia responsabilità. Questo modo di vedere le cose prevede che tutti gli esseri siano cittadini della comunità della natura in quanto creati da Dio. L'ecologia nasce proprio con questo fondamento: nessuan creatura è un'isola. Siamo tutti interconnessi in una grande comunità naturale e gliesseri umani ne fanno parte tanto quanto piante e animali. Proprio perchè si da valore agli umani si deve dare valore agli altri visto che non vivono da soli. Che spazio c'è per questa teoria nel'Antropocene' Qui si uniscono umano e naturale. Se primaa salvavo la antura dall'umanità, ora salvo l'umanità dalla natura (anche). Per gli eco-modernisti tanto vale rendere gli umani co-creatori del pianeta e affidargli il perfezionamento. Qui c'è un problema. Non sta scritto da nessuna parte che l'essere umano è l'unico ad avere valore e interessi. Anzi, se proprio dobbiamo assumere che l'uomo sia altro e superiore, cosa che fa Hamilton, dobbiamo come lui riconoscere che ha doveri di cura molto più stringenti nei confronti del pianeta. L'antropcentrismo dell'antropocene è anti-umanista: il destino del mondo è in mano a Gaia, noi ormai non possiamo più sare con le mani in mano, abbiamo perso il controllo e dobbiamo cercare di placare tutto. L'errore del vecchio antropocentrismo era di dare privilegi alla razza umana e non le responsabilità che ha. Come interveniamo? Per Latour come successe a Frankenstein stiamo abbandonando il mostro. Dobbiamo invece dargli nuove regole, prenderci le responsabilità delle nostre creazioni. Un modo di assumersi la responsabilità è far entrare gli esseri non umani nella discussione politica. Dobbiamo ri-politicizzare la rappresetazione scientifica della natura. Gli scienizati sono i portavoce della natura tra gli uomini. Tuttavia proprio qui sta il problema. Se dobbiamo dare voce umana ai non umani rischiamo di percerci qualcosa o di non fare abbastanza. L'antropocentrismo va criticato anche in questa forma. La natura vista dall'antropocentrismo non ha valore in sè ma solo strumentale. Tuttavia, motio per cui l'antropocentrismo non possiamo adottarlo, se noi mettessimo pini di plastica al posto dei pini marittimi, questo ci parrebbe assurdo. C'è qualcosa che va al di là della strumentalità. Proviamo con un esperimento mentale-due pianeti: tra un pianeta senza vita e uno pieno di pianet, quale salviamo? il pianeta pineo di piante. perchè? Perchè la natura ha valore in se. Ma potremmo anche dire che il valore glielo diamo noi uomini; noi stabiliamo che la antura è imprtante per tutta una serie di motivi. Stiamo ricadendo nell'antropocentrismo. Però attenzione. Se anche ammettiamo questo non significa che la natura non ha valore in se. Magari noi non lo vediamo ma lo ha. • Antiantropocentrismo estensionista: come è nato l'antropocentrismo? o meglio, su cosa si fonda? Su due assuznioni: che ci siano caratteristiche che conferiscono valore e che queste caratteristiche siano possedute solo dagli uomini. Se questo è vero perchè non estendere a tutti coloro che hanno certe caratteristiche? Un esempio ce lo da la tradizione francescana; se tutti sono creature di Dio allora tutti hanno valore. Anche questa etica ha delle critiche. Infatti devo sempre tenere conto del fatto che alcune caratteristiche potrebbero non essere atribuite ad umani malati e quindi noi saremmo autorizzati a maltrattarli. Bentham ci dice che la caratterstica da estendere è la capavcità di provare piacere o dolore. Chi fa questo ha interesse ad umanetrae le esperienze positive. Anche le piante pare abbiano queste sesibilità. Alcuni autori hanno ipotizzato che la caratteristica che rende degni di rispetto e ttela non sia solo la sensibilità quanto il fatto di essere vivi, di vivere una vita che può andare più o meno bene. Paul Taylor ha costruito un'argomntazione estensionista a partire da questa premessa. Prima di lui, Albert Schweitzer aveva proposto un'idea analoga. Taylor raffina molto quest'idea iniziale e propone una teoria complessiva che tiene conto dei risultati della scienza e si fonda sull'idea che l'essere in vita, e avere vite che possono andare meglio o peggio, sia la cartteristica che da valore a chi la possiede, per questo la sua visione si chiama biocentrica. L'argomentazione ha i seguenti passi: 1. gli esseri umani fanno parte della comunità dei viventi sulla Terra proprio come gli individui appartenenti alle altre specie. 2. tutti gli organismi viventi sono cnetri teleologici di vta in quanto internamente organizzati in maniera da tendere al proprio bene sempre (bene inteso come funzionamento biologico). Questo accade anche agli esseri umani. 3. non ci sono giustificazioni valide per sostenere che gli esseri umani abbiano un valore morale superiore a quello dei membri di altre specie. Ragion per cui ciascuna specie va considerata come dotata dello stesso valore nel senso che, indipendnetemente dalla specie cui appartiene, esso va considerato come meritevole di eguale considerazionee interesse da parte degli agenti morali. Il uo bene è considerato degno di venir promoso e protetto come fine in sè. Ogni entità che ha un bene in sè possiede valore inerente. Questa è la versione della strategia di estensione più ampia. La visione biocentrica di Taylor fonda una antura che ha valore in sè: un complesso di esseri viventi che vanno rispettati. Questo allarga la considerazione anche alla antura inanimata in quanto condizione di possibilità per la crescita della collettività.Ecco che gli ecosistemi hanno valore per se stessi. In realtà non tanto perchè la natura inanaimata è strumentale rispetto alal crescita di anaimli, piante e uomini. Secondo la prospettiva estensionista io non ho valore di mio ma solo perchè contengo qualcosa che ha valore. • Antiantopocentrismo basato sulla sacralità della vita: il rispetto per la natura non impone di promuovere spazi sempre più ampi di natura incontaminata, ma di conservare la natura che c'è perchè la sua esistenza specifica è degna di tutela e di rispetto.Secondo Ronald Dworking esistono due valori: incremetale e sacro. L'incrementale lo devo aumentare, il sacro c'è e resta. Non devo crearlo, non devo distruggerlo, non devo aumentarlo. Tintoretto > non voglio altri quadri, ma non pososno distruggere quelli che ci sono già. Secondo Dworkin ciò che rende inviolabili certe cose è la loro gensi, il loro processo creativo. Anche qui però il valore discene da una cartteristica generale del singolo. Il valore non è il valore di per sè. In più questa tesi va contro i nostri interessi: nell'antropocene la genesi naturale che da valore alla antura non c'è, non è solo quella almeno. Allora la natura ibrida non ha valore? No. Il valore della natura nell'antropocene. La natura nell'antropocene è ibrida nel senso che è in parte naturale e in parte artificiale: prodotto dell'attività umana che altera sistemi ecologici di base con effetti a cascata e per questo non si può più definire incontaminata. Cohen ci dice che ciò che conta non è il processo quanto il prodotto finale. Cohen distingue qualcosa che ha valore in quanto realizza certi fini e qualcosa che ha valore in quanto oggetto particolare dotato di valore. Se amo Asia, amo solo lei e non mi interessa se Margherita è più gentile di lei. per me Asia è la
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