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Costruzioni Culturali e Identità: Antropologia e Razzismo, Appunti di Scienze Umane

Teoria della culturaIdentità culturaleAntropologia culturaleRazzismo

Questo capitolo dell'antropologia esplora come la persona acquisisce cultura e come si costruiscono forme di identità, con un focus particolare sul concetto di razzismo. La cultura si acquisisce attraverso interazioni sociali e i processi di inculturazione, come i riti di iniziazione. La nascita biologica è solo il primo passo per diventare esseri umani completi: la costruzione sociale è necessaria. Le differenze culturali derivano dalle differenze biologiche, ma il razzismo elabora una classificazione gerarchica fra le razze. anche l'evoluzione del concetto di razza e il suo impatto sulla società.

Cosa imparerai

  • Come il concetto di razza ha evoluto attraverso la storia?
  • Come la persona acquisisce cultura?
  • Come le differenze culturali si correlano alle differenze biologiche?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 14/11/2022

giulia.210705
giulia.210705 🇮🇹

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Scarica Costruzioni Culturali e Identità: Antropologia e Razzismo e più Appunti in PDF di Scienze Umane solo su Docsity! ANTROPOLOGIA CAPITOLO 3 Le costruzioni culturali della persona Nella prima definizione antropologica, la cultura è acquisita dall’uomo in quanto membro di una società attraverso dispositivi di inculturazione: in ogni società i contenuti culturali (conoscenze, credenze, usanze…) si acquisiscono grazie a una rete di interazioni sociali tra gli individui. Dal punto di vista antropologico, il nascere è un processo in cui si possono distinguere due aspetti fondamentali: un processo biologico, che produce organismi biologici e un processo sociale, che produce esseri umani. L’essere umano è un organismo biologico, ma grazie ai processi di apprendimento che iniziano fin dai primi istanti di vita, è soprattutto una costruzione sociale. Come crescere La famiglia è il primo nucleo sociale in cui si nasce e si comincia a crescere: si imparano i primi modelli di comportamento e si fanno le prime esperienze affettive. Esistono vari tipi di famiglie e la composizione del nucleo familiare può essere diversa fra le varie società. L’antropologa Ruth Benedict ha evidenziato come l’integrazione dei tratti culturali di una società sia il risultato di un processo di modellizzazione sociale: la produzione e la trasmissione di un processo di un modello di pensiero e di azione, una volta interiorizzato, formano le personalità dei membri di una società. L’antropologa Margaret Mead si è concentrata sui processi di socializzazione per comprendere l’influenza esercitata dalla cultura sull’individuo e le modalità di apprendimento attraverso cui egli si adatta alla società. Mead ha confrontato le caratteristiche psicologiche dell’infanzia e dell’adolescenza nella società statunitense e in quelle di Samo e delle Nuova Guinea, e ha visto come i conflitti psicologici della pubertà non siano uguali in tutte le società. Queste ricerche hanno evidenziato che a valori culturali diversi corrispondono differenti strategie educative. I riti di iniziazione I processi di inculturazione più importanti nelle società sono i riti di iniziazione. Si tratta di particolari riti di passaggio, nei quali la comunità guida i giovani nel passaggio dallo stato di adolescente a quello di giovane adulto, e da questo, a quello di padre e madre di famiglia. Come ha evidenziato l'antropologo Arnold Van Gennep, nel suo libro I riti di passaggio, il processo rituale riguarda il conseguimento della maturità sociale, che presso molti popoli avviene in concomitanza con la pubertà. Secondo Van Gennep, i riti di passaggio si articolano in tre fasi: • la separazione, in cui il ragazzo viene separato dalla famiglia o dal gruppo di appartenenza e allontanato, condotto nella foresta o posto in particolari abitazioni destinate esclusivamente a questo scopo • il periodo di margine, in cui avviene la trasformazione dell'individuo attraverso varie prove e istruzioni riguardanti le tradizioni e le norme della comunità di cui entra a far parte • l'aggregazione alla comunità, in cui il ragazzo si sottomette a pratiche purificatorie e spesso assume un nuovo nome Nella maggior parte dei casi, il rito di iniziazione ha carattere collettivo, cioè interessa tutti gli individui che abbiano raggiunto l'età idonea. Ciò avviene nei sistemi di classi d'età, in cui tutti i ragazzi raggruppati in una stessa generazione, affrontano contemporaneamente il rito che conferisce la loro maturità sociale. Van Gennep ha osservato che spesso i riti di iniziazione assumono le forme simboliche di una morte seguita da una rinascita. L’antropopoiesi Il termine antropopoiesi è stato coniato dall'antropologo Francesco Remotti e fa riferimento alla costruzione dell'essere umano, che comincia sin dalle prime fasi della nascita e procede con la crescita. Con questo termine si intende quell'insieme di processi inculturativi che costruiscono le quattro sfere principali dell'essere umano: • sfera intellettuale: idee e concetti secondo cui le varie culture osservano, pensano e classificano la realtà • sfera emotiva: emozioni, sentimenti, passioni e dolori • sfera morale: valori, regole e comportamenti secondo cui le culture organizzano i rapporti fra gli individui • sfera estetica: criteri di bellezza, gusto e arte secondo cui si perseguono fini estetici Non basta dunque la nascita biologica per diventare compiutamente esseri umani: è indispensabile che fin dai primi istanti di vita si attivi una progressiva nascita sociale, cioè che avvenga una costante opera di costruzione dell'essere umano mediante le relazioni con gli altri. Le concezioni di genere Margaret Mead è stata la prima antropologa a evidenziare la variabilità culturale del maschile e del femminile confrontando la diversità delle norme e degli stili di comportamento per gli uomini e per le donne in Nuova Guinea. Nel suo libro Maschio e femmina, Mead mostra come il corpo non sia un semplice dato naturale ma subisca un processo di trasformazione culturale: sulla differenza anatomica fra maschio e femmina si costruisce culturalmente la definizione delle persone come uomini e donne, e ciò richiede l'apprendimento di certi ruoli sociali. “Genere” è il termine impiegato per intendere la differenza socialmente costruita fra i sessi, cioè l'insieme di comportamenti, ruoli, credenze, manifestazioni morali e affettive che una determinata cultura considera appropriato a ciascun sesso. Le Il razzismo istituzionalizzato La diffusione del razzismo nell’Europa dell’Ottocento avviene soprattutto con l’espansione militare, lo sfruttamento delle colonie, l’industrializzazione, lo sviluppo delle scienze naturali e i grandi flussi migratori. L’espressione più tragica del razzismo si ebbe nella Germania nazista con Hitler, il quale cercò di realizzare la supremazia della razza ariana riducendo in schiavitù ed eliminando gli ebrei. Questa questione portò alla Shoah, ovvero lo sterminio nei lager di 6 milioni di ebrei. Si parla di razzismo istituzionalizzato quando le discriminazioni vengono inclusi nel corpo legale e amministrativo del sistema sociale-politico. Un altro esempio è il caso dell’ apartheid in Sudafrica. Con il termine apartheid (separazione) si definisce il sistema di segregazione razziale praticato fino al 1991 nella Repubblica Sudafricana, dove circa 4 milioni di bianchi esercitavano una dominazione su più di 10 milioni di neri, asiatici e gruppi misti. Nella lotta antirazzista una figura centrale è Nelson Mandela, il quale partecipò alla fondazione della lega giovanile dell’African National Congress, di cui divenne presidente. Fu tra i promotori degli scioperi contro le leggi sulla segregazione e venne anche condannato all’ergastolo. Mandela divenne il simbolo della lotta contro il segregazionismo in tutto il mondo. Gli elementi principali della dottrina razzista sono: xenofobia, creazione di un sistema gerarchico di caste superiori e caste inferiori, etnocentrismo, schiavismo e disprezzo per i seguaci di altre religioni. Le razze umane non esistono Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che non si può parlare di razze umane, perché non esiste alcun criterio per individuarle che possa ritenersi scientificamente fondato. Nonostante ciò, le differenze nell’aspetto fisico tra individui appartenenti a popolazioni diverse sono evidenti e innegabili. Queste caratteristiche esteriori però non sono utili per classificare i gruppi umani, in quanto riflettono molto debolmente il patrimonio genetico di cui sono espressione e sono influenzate da fattori ambientali. Tali caratteristiche cambiano gradualmente e spesso si sovrappongono, infatti da tempi antichi le popolazioni si sono sempre mescolate. L’unica analisi scientificamente valida sulle differenze fra i gruppi umani è quella del DNA. Il genetista Luigi Luca Cavalli Sforza ha dimostrato che le differenze somatiche tra gli esseri umani sono superficiali e molto recenti nella storia evolutiva della specie. Con l’analisi del DNA è stato dimostrato che sul piano genetico due individui appartenenti alla stessa popolazione possono presentare differenze genetiche superiori a quelle relative a due individui di popolazione diversa. Le nuove forme di razzismo Il neorazzismo non si basa più su fattori di tipo biologico, ma si alimenta di un relativismo culturale estremo. Il neorazzismo concepisce le culture umane come degli universi chiusi, assolutamente distinti e non comunicanti. Il neorazzismo enfatizza le differenze reali o immaginarie di tipo sociale, religioso, economico, o di identità nazionale. Nelle nuove forme di razzismo il termine “razza” non è più inteso nel senso di marcare una diversità sul piano biologico, ma è utilizzato per assolutizzare le differenze di carattere culturale. Da un tipo di razzismo classico (universalista) si passa al razzismo differenzialista. L’etnia Che cos’è l’etnia? In antropologia il termine “etnia” si afferma nei primi decenni del Novecento ed è stato utilizzato a lungo Per indicare un gruppo umano identificabile dalla condivisione di cultura, lingua e territorio. L’etnia è dunque un gruppo sociale che si identifica con una cultura ben determinata, una lingua particolare che è uno specifico territorio. Delle prime ricerche etnografiche, per amministrare le popolazioni locali sottomesse, la politica coloniale avuto la necessità di classificare le comunità entro definizioni razziali, territoriali e culturali univoche. Nella seconda metà del 900 c’è stata una revisione del concetto di etnia a partire dagli studi dell’antropologo Barth. Barth richiama la nozione di “etnicità”, con cui intende il senso e Miko di appartenenza a un’etnia, ossia il sentimento identitario di appartenenza al gruppo. Le ricerche etnografiche in molte parti del mondo hanno mostrato che non vi è mai una sovrapposizione completa tra cultura, lingua e territorio: tutti i gruppi umani sono il frutto di processi di interazione con gli altri. Le culture sono sempre state aperte e fluide, tanto di più oggi con il fenomeno della globalizzazione. La maggior parte dei conflitti etnici si svolgono fra gruppi vicini sul piano culturale, che vivono nello stesso territorio e parlano la stessa lingua. Razzismo universalista Razzismo differenzialista si basa sul conce,o dell'esistenza biologica delle razze umane abbandonato il conce,o di razza come elemento biologico dis4n4vo classifica le società e le culture su una scala etnocentrica di valori comuni, quelli della civiltà occidentale, che reputa di validità universale preserva le differenze culturali gerarchizza le differenze secondo una logica evoluzionis4ca naturalizza le differenze concepisce le differenze come stadi inferiori rispe,o alla civiltà occidentale, che ri4ene superiore afferma l'incompa4bilità il l'incomunicabilità fra culture diverse arriva a negare l'umanità del gruppo rifiutato ha una visione assolu4zzante dell'iden4tà culturale Per Barth l’etnicità si manifesta in situazioni di interazione in cui vengono stabilite le distanze etniche. Egli ha mostrato come, in diverse aree del Medio Oriente, la nozione di gruppo etnico non possa essere separata da quella di confine etnico relativo, permeabile alla comunicazione. L’enticizzazione L’antropologo Amselle e lo storico M’Bokolo hanno proposto il termine “etnicizzazione” Per sottolineare come le etnie siano spesso un’invenzione comune di amministratori coloniali, risultato di un processo di dominazione politica, economica e ideologica dell’Occidente sul resto del mondo. L’enticizzazione è un processo di rivendicazione nazionalistica da parte delle etnie, che invocano i loro diritti come soggetti politici e culturali autonomi. Gli studi di Amselle hanno messo in luce che l’etnicità può essere uno strumento positivo di identificazione per le comunità, ma che i politici e gli amministratori coloniali hanno ricoperto un ruolo non trascurabile nella creazione di identità e tradizioni locali. La campagna di sterminio dei Tutsi attuata dagli Hutu in Ruanda è un tragico esempio di etnicizzazione. Capitolo 5 -L’adattamento all’ambiente- Ambiente e culture Il termine “ecologia” indica lo studio dell'ambiente e più specificamente dei rapporti fra ambiente e organismi biologici che insieme determinano l'equilibrio necessario alla vita. L'antropologia si interessa agli aspetti umani dell'ecologia, e cioè ai modi e alle forme con cui le culture modificano l'ambiente e ne sono a loro volta influenzate. L’etnodiversità Gli studiosi dell'ambiente stanno notando un'allarmante perdita di biodiversità, gli antropologi invece segnalano una preoccupante perdita di etnodiversità. La biodiversità è la varietà degli organismi viventi nelle loro diverse forme rispetto alle condizioni ambientali: la coesistenza in uno stesso ecosistema di molte specie, animali e vegetali, differenti creano un equilibrio grazie alle loro reciproche relazioni. La biodiversità permette la vita sulla terra ed è una straordinaria ricchezza. oggi circa un milione di specie animali vegetali rischiano di sparire per sempre a causa degli effetti dell’antropizzazione: industrializzazione, allevamenti intensivi e cambiamento climatico stanno alterando gli equilibri naturali. Sul piano antropologico si può delineare il concetto di etnodiversità. Nel corso della storia ogni società ha elaborato strategie e tecniche per procurarsi le risorse necessarie alla sopravvivenza; si tratta in genere di conoscenze empiriche che sono sviluppate dalle comunità locali e rappresentano un patrimonio di etnodiversità.
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