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Antropologia Culturale Roma Tre, Appunti di Antropologia Culturale

Appunti delle elezioni uniti ai riassunti del manuale e di Le false libertà (programma frequentanti). Voto 30

Tipologia: Appunti

2020/2021
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Arianna.Colella
Arianna.Colella 🇮🇹

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Scarica Antropologia Culturale Roma Tre e più Appunti in PDF di Antropologia Culturale solo su Docsity! Cos’è l’antropologia culturale? Studio del genere umano in relazione alle idee ed ai comportamenti in tempi e luoghi distanti tra loro. Dal concetto dell’Umanesimo (uomo come soggetto, idealizzato ma artefice del proprio destino). Parallela all’antropologia sociale e all’etnologia, comprende discipline demologiche (studio del folklore). Si tratta di una materia olistica, ovvero che si basa su altri saperi, come la storia, geografia, psicologia, filosofia,ecc. Studia il meccanismo che collega l’individuo alla collettività. Con la scoperta del Nuovo Mondo e con il Colonialismo, si ha un’idea unitaria del genere umano e nasce la Société des Observateurs de l’Homme. Inizialmente studio dei popoli primitivi, tramite testimonianze. Dall’800 studio diretto, ovvero ricerca sul campo e analisi di ogni tipo di comunità (es.Morgan ed i sistemi di parentela tra Irochesi e Ojibwa in Nord America). Attualmente i popoli primitivi si servono della tecnologia e degli antropologi per la memoria culturale, nonostante presentino situazioni di miseria. E’ comparativa e globale, l’antropologia europea è stata autorizzata ma esistono altre correnti primitive, che danno luogo ad un sapere critico. (Mauss) La totalità si manifesta nell’esperienza, fattore comune tra indigeno e osservatore, declinata nel carattere di specifici fenomeni-->(Lévi- Strauss) L’antropologia va dall’indigeno all’osservatore, poi al teorico; i fenomeni sono sociali, ma anche fisiologici e psicologici; si passa dal singolo all’insieme, per trovare caratteri universali (Mauss li chiama funzionamento generale), nonostante la diversità. L’antropologia è la conversazione dell’uomo con l’uomo, dove tutto è simbolo (plurivoco, ovvero calamita di significati, es. rocchetto freudiano) e segno (univoco), intermediari tra due soggetti, perché le esperienze sono ingovernabili e, pertanto, l’antropologo deve trovare dei modelli. Quando un simbolo è condiviso, assume valore concreto (es. sciamano Quesalid riconosciuto guaritore o tarantola). L’antropologia ha quindi carattere soggettivo, (Lévi) bisogna mettere in dubbio ogni conoscenza al momento del distacco, è l’AUTOGRAFIA DI UN INCONTRO. Bisogna evidenziare le incertezze, giocare a carte scoperte con il lettore, interpretare le esperienze. L’antropologo è quindi allievo e testimone. (Kapucinski)da Erodoto si deduce che la narrazione si trova alla base della vita umana e che si sedimenta con la memoria, egli sa che la storia raccolta è soggettiva e che ognuno ricorda ciò che vuole ricordare, pertanto la cultura è molteplice. (Momigliano) Tucidite ha studiato la storia a partire dal contesto culturale di individui. Cos’è la cultura quindi? Da Evoluzionismo di Taylor: ogni attività umana si manifesta nelle singole società come cultura di chi vi nasce. L’uomo si distingue dall’animale per la cultura, che conferisce completezza (Geertz) all’età di 15 anni (Piaget), attraverso un processo di maturazione psichica che dura tutta la vita: nasciamo mancanti e ci completiamo con la cultura, siamo quindi costruzioni culturali. Si acquisisce in base al contesto in cui viviamo (determinati sulla base di modelli per e modelli di), viene poi rielaborata (elaboratori)= interpretazione del mondo (es.Victor dell’Aveyron muore selvaggio perché non ha ricevuto modelli da bambino). Durante la trasmissione e l’acquisizione, avviene la selezione (accettazione di modelli come tecnologia, bloccaggio come i Mentawai e la coltura del riso). La cultura è anche un modo per mettere in ordine l’individuo, l’individuo all’interno della società e la società in relazione ad altre, necessità dell’uomo. E’ operativa (mette in condizione di agire secondo ambiente ed obiettivi), olistica (modelli interagiscono tra loro, es. caste indù), formata dall’habitus (insieme di modelli) ed è dinamica (dialettica della dinamica esterna ed interna). I modelli devono essere riconoscibili e comunicabili, sequenze di segni devono poter creare nuovi significati per manipolare il mondo circostante (es.storyboards di Kambot riadattate per turismo), significati lontani ma non irriconoscibili o inutilizzabili; la creatività si basa sull’universalità semantica e la produttività infinita. Viene spesso distinta in colta o popolare, le differenze in una comunità riguardano l’istruzione, l’orientamento politico e religioso e la ricchezza. Dal momento che il mondo si costruisce attraverso le parole, tutto ciò che è nominalizzato esiste, anche le costruzioni culturali. Queste riguardano la mitologia, la religione e la magia (che si scindono in ciò che sono e ciò che rappresentano), per spiegare il mondo, poiché darsi spiegazioni è un bisogno umano (Pritchard). Stratificazione culturale= ibrido nato dalla diversificazione nelle diverse società. Relitto culturale= da culture passate. Rimosso= qualcosa che traumatizza, che viene immagazzinato dalla mente senza essere rielaborato. Normalità= ciò che noi pensiamo sia accettato e condiviso, che facciamo nostro Area culturale= area geografica con elementi culturali simili, ma sono mutabili e dinamiche Patrimonio culturale= cultura a cui un gruppo guarda come elementi del passato e dell’identità, riconosciuta ufficialmente con patrimonio dell’Umanità (ONU, UNESCO), per interessi economici e di prestigio, dalla Cultural Heritage del progetto post-rivoluzione industriale Cos’è l’etnografia? Studio delle azioni e dei comportamenti, delle loro spiegazioni. Ricerca consiste nella raccolta di dati, osservazione e ascolto dei soggetti, confronto tra ciò che viene detto e ciò che accade, intervista solo con OSSERVAZIONE PARTECIPANTE (adottare il punto di vista dell’altro e poterne uscire quando si vuole, es. Malinowski nelle Trobriand). Nell’antropologia significa scoprire comportamenti causa di altri, scegliere dati ed interpretare le interpretazioni. Assunti: importanza contesto, antietnocentrismo, comparazione tra comunità con tempo e\o spazio comuni o tra comunità simili ma diverse per tempo e spazio= trovare somiglianze tra diversi e differenze tra simili, traduzione e mediazione dei significati, conformismo con l’altro e critica a casa propria (Relativismo di Lévi), pluriparadigmatismo, riflessività, vedere sé stessi attraverso gli altri (Geertz). Quali sono le forme storiche d’adattamento? Società acquisitiva= basata su risorse immediate e naturali, non paragonabile alle primitive per i rapporti odierni del mercato (es.Maldive); le risorse influenzano l’organizzazione sociale= divisione in bande, mobilità, mancanza di riserve, egualitarismo, parità dei sessi, differenze interne ma assenza di gruppi socialmente differenziati (tranne Kwakiutl). Es. cacciatori- raccoglitori (!Kung San del Kalahari, egualitari e pochi) e pescatori (Vezo del Madagascar). Pastori (da nomadi a sedentari, come Shammar dell’Arabia settentrionale) e coltivatori (orticoltura buffoni imitano il trickster generatore agendo al contrario). Per Lévi narrazione esemplare di comportamento, con effetto persuasivo. Il mito ha funzione speculativa, pedagogica, sociologica e classificatoria, serve a giustificare l’ordine e dettare regole secondo Malinowski, a rappresentare la realtà sociale sulla base delle idee di contrario e opposizione complementare secondo Radcliffe- Brown. Per Lévi il mito si scompone in mitemi ricorrenti, che acquistano senso se accostati ad altri e servono a mediare le contraddizioni irrisolvibili razionalmente, sono liberi dai limiti se non quelli di sé stessi (MITO COME PENSIERO CHE PENSA SÉ STESSO). Spesso interpretano la condizione umana (es. racconto Yanomami, con spirito risvegliato da bianchi che estraggono minerali, causando la morte del pianeta). Cos’è l’identità? La distinzione tra il Sé e l’Altro fa nascere l’appartenenza (condivisione e confini dall’altro), creando identità. Questa è sempre precaria, si basa sulla retorica dell’io e del noi, da cui ne deriva il noi e il loro. Rafforza il senso di comunità, data da memoria, fondazione di uno Stato, azioni collettive, ideali condivisi e miti. Nonostante i contatti tra gruppi siano aumentati, aumentano i confini (es. Occidente da Colonialismo), creando un’identità rigida (es.cibo come marchio), che si oppone alla commistione (es. cannibalismo dei Tupinamba). Esiste una conoscenza incorporata, ovvero strutture del mondo che ci appartengono, per cui il corpo reagisce d’istinto agli impulsi esterni; siamo un insieme di habitus (Bourdieu), quindi di modelli culturali (Faucault), utilizzato per costruirci a livello individuale e sociale (Remotti). I modelli culturali generano l’identità di genere, le differenze culturali, il riscatto politico (es.Ngaing) e la resistenza per esprimere il disagio sociale (es.ihamba degli Ndembu, dente dolorante corrisponde ad antenato adirato) o per le malattie psicofisiche (es.taranta e musicoterapia, paradigma biometico occidentale e isolamento del paziente dal contesto). -Corpi, persone: individuo e persona non corrispondono spesso, l’individuo è un esemplare unico, la persona come essere che si relaziona alla società, a livello materiale e spirituale, essere speciale; il soggetto invece è un’entità coerente; in ogni caso varia di cultura in cultura (es. Geertz e le etichette balinesi= uomo modello generale e comportamento standard, nove componenti e attributi sociali dei Samo). -Sesso, genere, emozioni: la distinzione uomo\donna costituisce l’ultimo limite del pensiero, alla base di ogni opposizione di identico e differente (es. Androgino), non solo a livello naturale ma anche scientifico; la costruzione universale si plasma alle diverse culture (es.Inuit con sesso e identità dell’anima alla nascita). Il sesso è l’identità sessuale anatomica, il genere l’identità costruita socialmente, mediante un’educazione di genere. Anche la riproduzione è culturale (es.infanticidio e baliatico), legata alle differenze di genere, alle norme giuridiche e alle relazioni di potere. Altri fattori sono lo spazio di genere, l’attribuzione dei ruoli, l’esposizione del corpo (es.hijab) e il concetto di sessualità. L’io interiore riguarda le emozioni, i sentimenti e le sensazioni; le emozioni sono dettate dalla cultura (es.Ilongot con liget=passione e beya=conoscenza), condizionate da fattori anagrafici, sociali e di carattere, dalle interazioni personali e sociali, si legano all’espressione del corpo e vengono formalizzate all’età infantile; si tratta quindi di pensieri incorporati= RAZIONALI. -Casta,classe etnia: casta= dal sistema indù secondo portoghesi, entità sociali chiuse e stratificate, fondate sulla disparità dell’accesso alle risorse; per Dumont si basa sulla divisione occupazionale e la gerarchia per la purezza rituale; per Lévi è un esempio di classificazione sociale pari al totemismo australiano, il quale, opposto alla casta, pensa la natura attraverso la cultura, generando uno scambio tra gruppi; in questo caso è possibile passare da uno schema all’altro tramite analogie e parallelismi (SISTEMI DI TRASFORMAZIONE). Classe= dalla lotta marxista, divise in egemoniche e subalterne, basate sull’agency (soggettività di adattarsi o resistere, l’appartenenza ad una classe permette l’ascesa e non coincide con gruppo occupazionale), si parla di classi solo se c’è coscienza. Etnia= prodotto d’interazione (tra gruppi con interessi diversi o tra differenze di classe sulla base di superiorità\rivendicazione secondo Cohen), conflitti tra gruppi simili, manipolazione per vantaggi economici, per negoziazione dell’altro e annullamento fisico (es.Hutu e Tutsi continua inversione dei poteri per colonialismo e rimescolamento etnie, distinzione tra nomadi e sedentari e conseguente costruzione di IDENTITÀ SOCIALI). Quali sono le forme di parentela? La parentela si basa sulla consanguineità e l’alleanza (matrimonio e unioni non ufficiali), genera regole riguardo il rapporto tra individui e gruppi; viene illustrata da diagrammi mediante simboli o sigle transculturali, ma non neutre, su base ego centrata o di un gruppo; questi diagrammi rappresentano consanguinei e alleati, ma rimuovono le relazioni anomale o riprovevoli, fondamentali però per un’analisi completa della formazione di gruppi (GRUPPI DI DISCENDENZA). Questi servono per istituire le regole per l’accesso alle risorse. Se concorrono due gruppi, i defunti fungono da riferimento per la consanguineità. I gruppi di discendenza sono patrilineari, matrilineari (entrambi unilineari) e cognatici (sia maschili che femminili, es.numaym dei Kwakiutl); esistono poi la doppia discendenza (alcune cose patri altre matri) e, come in Europa, la società bilaterale (senza gruppi di discendenza). Patrilineare= residenza patrilocale ed esogamia, gruppi corporati per divisione lavoro, importanza gruppo di discendenza, esaltazione uomo e controllo riproduzione con COMPENSAZIONE MATRIMONIALE (beni dal gruppo dello sposo, ma rimangono dei diritti al gruppo della sposa). Matrilineare= residenza avuncolocale, importanza AVUNCOLATO (rapporto zio\nipote), tensione zio\padre da ATOMO DI PARENTELA di Lévi (marito, moglie, figlio e zio). Discendenza doppia= due gruppi corporati, raro e mai egualitario. Discendenza cognatica= gruppi corporati, in vista di un obiettivo (es. hapu Maori). Quando un gruppo di discendenza condivide diritti, privilegi e forme di cooperazione economica, politica e rituale, si chiama GRUPPO CORPORATO, composto a sua volta da LIGNAGGI (anch’essi patri e matri); se i lignaggi hanno un antenato come figura mitica, si parla di CLAN (es.zat dei Baluch). Il PARENTADO è un gruppo ego centrato che esiste solo in relazione ad un individuo vivente (es.khandan dei Baluch e zat come lignaggio); in questo caso è importante la residenza (patrilocale, matrilocale, ambi locale, neolocale, nato locale, avuncolocale) per la coesione (anche con il VICINATO, ovvero i non-parenti). Il matrimonio è una transazione con accordo per diritto continuativo di accedere ad una donna sessualmente e questa è suscettibile ad avere figli; il matrimonio può essere monogamico, poliginico e poliandrico (es.Nayar divisi in tavari matrilineari o poliandria adelfica patrilineare tra Tibetani in cui donna sposa fratelli) e sancisce, oltre che l’alleanza, il controllo sulla capacità riproduttiva femminile (es.Igbo e matrimonio tra donne nei casi di sterilità) e sulla destinazione della prole (es.levirato, fratello del defunto sposa vedova, sororato, sorella della defunta sposa vedovo). La FAMIGLIA si divide in nucleare (unità minima, trasmette valori), estesa (tre generazioni) e, mettendo in ballo la residenza, gruppo domestico (condivisione di attività di sussistenza e rituali). Si tratta di solito di legami di sangue, ma soprattutto di condivisione, di senso di appartenenza (importante conoscere famiglia, vedi Edipo accecato per aver amato inconsapevolmente la madre). Esogamia= unione con individuo all’esterno del proprio gruppo, visto che l’unione sessuale è vietata con alcuni individui (PROIBIZIONE DELL’INCESTO), per risolvere il problema riproduttivo si instaurano alleanze con altri gruppi. Endogamia= all’interno, come il matrimonio tra cugini paralleli (es.beduini) o matrimonio con cugina incrociata ma trilaterale, per controllo riproduzione e attenuare conflitti tra famiglie. Cugini incrociati= figli di fratelli germani di sesso diverso, unione lecita nel gruppo lineare esogamico ed endogamico, di qualsiasi grado tranne primo. Cugini paralleli= figli dii fratelli germani di stesso sesso, proibiti nel gruppo lineare esogamico, leciti nell’endogamico. Scambio matrimoniale complesso o elementare (indica possibili partner, scambio reciproco di donne, che da luogo a cugini incrociati doppi o bilaterali, come le sorelle nel sistema Kariera a sezioni, senza gruppi di discendenza); lo scambio può essere allargato (coinvolge più di due gruppi) o differito (il gruppo che cede ne riceve una di generazione successiva. Tre assunti di Morgan dagli Irochesi= legge di coerenza interna dei reciproci, categorie fondamentali e sistemi diversi geograficamente vicini o simili geograficamente lontani; categorie= sistema bilaterale, ovvero senza biforcazione madre/padre (hawaiiano basato su sesso e generazione, eschimese con consanguinei in linea diretta e in linea collaterale), sistema lineare, con biforcazione e fusione stesso sesso e stessa linea di discendenza (irochese distinto tra paralleli e incrociati, crow matrilineare e indipendente dalle generazioni, omaha patrilineare), sistema descrittivo, ovvero massima distinzione terminologica. L’idea di parentela muta con l’Occidente= importanza delle relazioni scelte per espansione demografica e funzioni pratiche. Cos’è la religione? È un complesso di riti e credenze che riguardano i fini ultimi (VERITÀ) di una società, di cui si fa garante una forza superiore (POTERE). Ha funzione normativa, integrativa (protegge le certezze), secondo Geertz si differenzia dal senso comune per andare oltre la realtà, dall’arte per l’interesse nei fatti e dalla scienza per fornire verità non ipotetiche. Si compone di simboli, riti e miti. Secondo Taylor serve per intellettualismo, per Smith per conservare la società. Tipi di riti: individuali= di un singolo, ma con codice condiviso; sciamanici= mediati da uomo capace di entrare in stato di trance e di attingere a conoscenze mediante la comunicazione con esseri soprannaturali; possessione= forze sovraumane parlano e agiscono mediante un essere umano (es.tarantola), istituzionalizzata (es. re defunti che posseggono popolani nei Sakalava); mana= medium invisibile fornito da antenati o benedizione che dona forza (es.Oceania); culti comunitari= gruppi temporanei per uno scopo, per età, rango e genere (es.totemismo= associare animali e e nelle culture (es.be di murua degli Agni= finto re successore per rafforzare il potere del vero re). Per Weber consiste nella capacità di imporre il proprio volere, sia carismatico, spirituale o coercitivo, da cui ne deriva il controllo delle risorse, (da studio processuale) pertanto gli attori si scontrano nell’arena. -Forme di vita economica: Potlach dei Kwakiutl (Beras, competizione nel distruggere e distribuire, doni con interessi, sistema interrotto con la donazione di ogni bene) e dono han dei Maori (Mauss, dare, ricevere e ricambiare, forza del possesso e obbligo di ricambiare) = reciprocità (Malinowski). Secondo Polanyi l’economia è un processo istituzionalizzato, sulla base della RECIPROCITÀ (simmetria, società basate su gruppi di parentela), RIDISTRIBUZIONE (centralità, società centro\ periferia) e SCAMBIO (mercato, legge domanda e offerta, a causa della monetarizzazione influenza le altre forme). La produzione è un fenomeno sociale, da Marx (modo di produzione corrisponde a mezzi, manodopera e rapporti); i modi di produzione sono: schiavista nell’antica Roma o simile in Congo per coltan, feudale nel Medioevo e lavoro salariato nel Capitalismo). Una comunità domestica corrisponde a individui coresidenti che contribuiscono ad attività di sussistenza di interesse comune, l’autorità si fonda sull’anzianità, il mezzo è la terra, il RICAMBIO GENERAZIONALE avviene sposandosi (da Meillassaux e Gouro); riproducendo manodopera, dipende dal capitalismo. Si genera così un’ ECONOMIA D’AFFEZIONE (accanto o contro quella di mercato, es. contadini del Bijapur o fabbri di Kaedi con autoproduzione e legami solidali). L’ECONOMIA DI VALORE invece riguarda progetti di sviluppo per inserire i sistemi locali nel mercato globale, spesso fallisce (es.beduini come agricoltori). La dipendenza delle economie periferiche e centrali (es.Uroni uccisi da Irochesi per concorrenza pellicce) genera paure (vampiri della Bolivia e gringos a Lima accecano bambini). L’economia in Occidente è razionale solo se vede profitto, in realtà lo sono anche le economie che investono per riti e feste, perché ogni società fa un consumo di beni (es.Pigmei e baratto per rientro immediato ed evitare di sfruttare risorse per profitti). -Forme di vita politica: un’organizzazione è un insieme di regole, istituzioni e pratiche di un’attività; la politica si divide tra potere e AUTORITÀ (da cui proviene la prospettiva, ovvero la rappresentazione dello spazio), con o senza cariche e serve per il rispetto dei diritti e delle regole sociali. Esistono sistemi politici centralizzati e non, i primi si dividono in stati e potentati, i secondi in tribù, bande e big man. Gli stati hanno un’autorità altamente centralizzata, un apparato burocratico e amministrativo sviluppato, con monopolio della forza per emanare leggi e fronteggiare i nemici, un accesso differenziato alle risorse, rapporti impersonali e stratificazione sociale; possono essere nazionali (pretesa di omogeneità, stessa lingua\cultura\etnia o leggi comuni ma diverse culture o autorità non in concorrenza con stato) o dinastici (al capo stirpi ereditarie). Uno stato può incorporare potentati, tribù e bande (es.Colonialismo e potentati conquistati sotto guida indiretta), solitamente caratterizzati da signori della guerra. I potentati (es.Shahsevan in Azerbaigian, capi sopra potere regionale) sono a metà tra tribù e stato, un capo acquisisce un potere coercitivo, sono più segmenti, possono essere INTRA o SOVRATRIBALI, importanti sono la parentela e l’anzianità, l’accesso alle risorse è differenziato, avviene la ridistribuzione da parte del capo, a cui la gente dona beni (DOVERE MORALE) e il capo è una carica, trasmessa all’interno di un lignaggio (ARISTOCRAZIA); la gerarchia avviene in base alla discendenza (es.hapu polinesiano con tre ranghi). Le tribù sono gruppi di discendenza con antenato comune, acefali, corpi politici pronti a lottare gli uni contro gli altri, nonostante l’uguaglianza e l’autonomia individuale esiste instabilità interna, data anche dai membri religiosi che conferiscono funzioni politiche e rituali; nelle tribù troviamo lignaggi segmentari, capaci di frazionarsi o aggregarsi (es.Nuer di Pritchard nei conflitti ci si allea per genealogia, anche se è generico); gruppi trasversali sono i sodalizi, le classi d’età sociale e le società segrete; nei casi stanziali esistono consigli di villaggio, per gestire dispute e matrimoni. I bigman sono una figura di primo piano nelle società acefale, in base all’abilità, all’iniziativa personale e alla ridistribuzione di beni locali e non (es. sheikh arabi, khan africani e sardar iranici). Le bande sono caratterizzate da flusso ugualitario, sono ristrette, informali e prive di gerarchia. Quali sono in conclusione le false libertà? Le false libertà sono collegate alle DECLINAZIONI SOGGETTIVE, ovvero ognuno elabora la realtà a modo suo, spesso deviando gli schemi generali. 1)autodeterminazione= siamo precostruiti culturalmente, iniziamo copiando la madre per sopravvivenza, poi proseguiamo con un’imitazione incontrollata e inconsapevole di modelli confermativi e alternativi, infine personalizziamo, creando dei MEMI, che persistono per longevità, fecondità e fedeltà di copiatura e si spostano sia verticalmente che orizzontalmente; la sperimentazione e l’atto creativo vanno di pari passo. Pensiamo di essere originali e invece siamo omologati, ci copiamo pedissequamente, il consumatore pensa di distinguersi per consumi, seguiamo le mode perché fa cool e perché lo fanno gli altri. -->INDIVIDUALISMO SIGNIFICATIVO (Rosa Parks), ATTEGGIAMENTO CONCRETO (es.azioni del 68), OPPOSIZIONE AD AUTORITÀ (movimento femminile per libertà d’opinione dopo Rushdie). 2)senza passato= le nostre scelte partono dal passato, siamo RETROSPETTIVI, da genitori vetusti, postrivoluzionari sono amici dei figli, mentre questi, ora cresciuti, sono assenti con i loro figli, manca il dialogo ed i figli si rifugiano nel consumo, nei social e nei consigli degli amici, temendo le alternative (lavoro al liceo), quindi nessuno prova ad andare oltre i limiti perché tutto è a portata di mano--> bisogna prendere dal passato ed elaborare con riflessione (Turner), fare ESPERIENZA (evento trasformato in linguaggio, nella quotidianità) e ripartire da zero (Benjamin, impossibile per memoria nel corpo) attraverso il dialogo con il diverso, in un’esperienza individuale e collettiva, la cultura e le scelte servono per compiere azioni, poi il modo è personale (Gehlen), bisogna contrapporsi alla realtà o andare a fondo con tutti i sensi, basarsi sui valori che si sedimentano come la memoria del passato (De Martino), sottoporre a controprova gli aspetti normali della vita. 3)possiamo cambiare identità= (James) Self è ciò che l’uomo può chiamare suo, incluso il corpo, dal 900 il Self è esterno e sociale, gestito mediante le apparenze (Goffman), in realtà l’identità non è molteplice e mutabile, nonostante le maschere ed i ruoli (Jervis), che non nascondono ma svelano; il Self appare soggettivamente come un insieme di convenzioni culturali, caratteristiche interne, esperienze, è STRATEGICO e DIALOGICO, nel suo contesto storico e collettivo (Turner, tappe essenziali e marcatori della vita); ereditiamo la morale per vulnerabilità (Walzer), la religione ha perso l’autorità e lo stato laico non riesce a sostituirla (De Martino), con rischio d’aggressività e d’annullamento (Jervis), non c’è ancora una soluzione. 4)siamo iperconnessi= la maggior parte è occupata a faticarsi la vita, la globalizzazione non viene avvertita da tutti allo stesso modo (Weird vs. gente povera), il tempo e le cose si esauriscono in fretta, c’è molteplicità e ammuina, il mondo è avvertito come estraneo e si fa difficoltà a ricordare un passato diverso, solo il consumo familiare. Razzismo generalizzato, causato da mancanza di dialogo ed esperienza, utili cibo e social, il cibo è un supplemento ma se si intende come necessario diventa motivo di conflitto (vicini indiani). Ognuno pensa al suo (GENERAZIONE DEL ME) o al nostro (piccolo gruppo), vittimismo, conflitti di condominio, tra fazioni politiche, microconflittualità silenziose (immigrati) ed esclusione (banlieu). Diventa il mondo del possibile, individualista, senza nemici, persone che costituiscono solo parte di rituali diversi, convivenza di libertà individuali, mancanza di confronto con diverso per mancanza di RESPONSABILITÀ, mancanza di ruoli e d’istituzioni sociali, volte ad insegnare, per cui non c’è interesse a capire il senso della vita. Integrazione avviene solo dopo conflitti, le nuove generazioni ibride sembrano una minaccia per i microcosmi ricreati dalle vecchie generazioni (Londostano tra corruzione del suo paese e odio per Londra). Il mondo è ricco di minoranze, rafforzate dalle emigrazioni, dall’esperienza e dai rapporti sociali e materiali con la terra d’origine (Sahlins, DISLOCAMENTO), alterità (Italia tra progresso e mancanza di rituali, di meritocrazia, di sistema efficiente e di progetti a lungo termine secondo Hobsbaum, ritorno verso demoni e dei per De Martino)--> BISOGNA OSCILLARE TRA APPARTENENZA E DISORIENTAMENTO PER LIBERARSI, BISOGNA AGIRE CON TOLLERANZA PER RICONOSCERE E VALORIZZARE DIFFERENZE L’uomo è un bricoleur, costruisce il mondo sulla base di ciò che ha (oggetti in sé e poteri astratti di questi), rielabora (INTIMITÀ CULTURALE di Herzfeld, perché secondo Bateson per natura si tende alla schismogenesi=diversificazione) tutto con l’esperienza, l’identità e le abilità personali, rendendo ciò che è sconosciuto, noto e familiare, attraverso i rituali (De Martino, APPAESAMENTO). Siamo come nomadi, viaggiamo con il nostro bagaglio, materiale e culturale, SIAMO TUTTI SELVAGGI A NOI STESSI (costruiamo il nostro mondo con i nostri strumenti).
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