Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Antropologia Sociale&Culturale - Razzismo, Appunti di Antropologia Culturale

Riflessioni sui linguaggi utilizzati per descrivere le identità e le differenze fra i gruppi umani nella società contemporanea. Il tema dei razzismi ovvero quelle ipotesi scientifiche e quelle narrazioni che da un lato spiegano identità e differenze fra i gruppi umani riferendosi a caratteristiche considerate immutabili (come il patrimonio biologico o l’appartenenza culturale) e, dall’altro lato, stabiliscono gerarchie sulla base della svalutazione e del distanziamento di ciò che diverso.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 06/09/2021

AndreG-9
AndreG-9 🇮🇹

4.3

(7)

28 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Antropologia Sociale&Culturale - Razzismo e più Appunti in PDF di Antropologia Culturale solo su Docsity! ANTROPOLOGIA CULTURALE INTRODUZIONE Video/brano tratto dal film «Antropocene: l'epoca umana» Link: https://www.youtube.com/watch?v=zAHUKm7GOQPM&ab_channel=BestClips (iniziare dal minuto 21:45) L'importanza di contestualizzare e avere ben chiaro dove e quando succedono delle cose; la descrizione di un cambiamento concreto e fisico e ciò che ne comporta. Nell'ottica del antropologia e delle scienze umane e sociali tutto quello che succede in questi giorni settimane e mesi succede perché di fatto siamo in un epoca dell'umanità (Human Epoca) che si chiama Antropocene. ANTROPOCENE: l’epoca in cui l’uomo è in grado di produrre delle trasformazioni radicali sull’ambiente, che l'impronta della presenza umana rimarrà per secoli se non millenni. Trasformazioni prodotti dall'uomo fino all'estrema capacita dell'uomo di distruggere l’ambiente naturale. La precedente Era si chiama OLOCENE: epoca geologica inizia 12/13 mila anni fa e inizia ne momento in cui cessano i segni più gravi ed evidenti delle glaciazioni. Da questi cambiamenti naturali si passa ai cambiamenti prodotti dall'uomo che hanno a che fare con la nostra situazione che son presenti oggi. L’uomo conquista l’ambiente e ciò ci mette a contatto con forme di vita di cui prima non avevamo così tanto contatto o ne eravamo a conoscenza; Come ad esempio la pandemia è il prodotto di una serie di situazioni strutturali tra il rapporto della nostra società e l’ambiente. Alcuni studiosi, filosofi hanno creato un dibattito cercando di «cambiare» il nome di Antropocene con il processo di CAPITALOCENE = poiché l’idea è che questa modalità di rapporto dell'ambiente è tipica del capitalismo, colui che necessita di uno sfruttamento del territorio per le risorse dell'ambiente, e non dell’Antropocene. Antropologia guarda concretamente che cosa succede sulla nostra vita quotidiana, ci sono una serie di significati/regole/leggi che sono più meno implicite ed esplicite. EX. Siamo distanti perché ci sono delle leggi esplicite che ci dice che dobbiamo essere distanti. Ma la distanza fisica ha anche una serie di effetti, non siamo solo a distanza ma abbiamo iniziato ad avere paura della vicinanza. Tutti quanti noi possiamo avere paura dello stare a contatto. Questo ha degli effetti, ha dei significati impliciti dentro di noi. 1. Cornice generale 2. Fenomeni concreti (la microfisica del quotidiano) 3. Significati impliciti di questi fenomeni ( quale il completamente cambiamento interiore di questo cambiamento fisico materiale) ANTROPOLOGIA: fenomeno di ordine/origine globale che ha impatti sulla nostra vita quotidiana, oltre ad avere questo effetto concreto ha qualche effetto implicito, che riguarda la dimensione interiore di tutti noi. Il tema della paura della morte, della solitudine. L’antropologia prova a tenere insieme fenomeni che stanno sulla scale globale e fenomeni microscopici. Essa si occupa delle differenze e dell’identità sociali di un certo gruppo umano. [ATTIVITÀ] Video tratto dal Film «Fa la cosa Giusta» RAZZISMO = La questione dell’identità e delle differenze Esso tiene, in qualche modo, insieme diversi livelli, parte da questa dimensione in cui io «appiccico» agli altri una certa etichetta per cui io dico come sono fatti gli altri, questo è uno dei primi livelli del razzismo, quello in cui la loro «differenza» la risolvo mettendogli addosso un etichetta. Il mettere un etichetta è una cosa che succede nella vita quotidiana delle persone in una maniera estremamente diffusa, ovvero l’utilizzo di stereotipi e pregiudizi. EX. Video «Coronavisurs, frasi schock di Zaia sui cinesi: li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi» Link: https://www.trevisotoday.it/video/zaia-cinesi-topi-vivi-treviso-28-febbraio-2020.html Abbiamo tre elementi importanti : Primo elemento è la cornice (chi? Quando?), parliamo di razzismo, di loro e di NOI. Vediamo Luca Zaia il governatore del veneto. C’è un elemento negativo per cui gli altri sono altri, un etichetta che porta con se qualcosa di negativo che mi permette, non solo di sentirmi diverso. lo sono io (pulito), gli altri sono gli altri (sporchi). lo sono giusto e gli altri sbagliati. Terzo livello: si meritano di essere trattati in modo diverso, che è peggiore. Il razzismo tiene insieme questi tre livelli: 1. GLI STEREOTIPI/PREGIUDIZI= il perché questo stereotipo negativo corrisponde ad uno stereotipo positivo di noi e che tipo di trattamento questa differenza giustifica. 2. GIUDIZIO SPORCO E PULITO 3. COMPORTAMENTO = quello che lo come società mi sento di fare nel momento in cui mi sento nel «giusto» e sugli altri posso far qualcos'altro. Come il pensiero razzista permette di comportarmi in una certa maniera nei confronti di una persona considerata come diversa e quindi mi sento in diritto di potermi comportare diversamente nei confronti di qualcuno che è nero, diverso e pericoloso. Link: https://www.lastampa.it/esteri/2020/07/09/news/george-floyd-disse-20-volte-non-respiro-e- l-agente-rispose-allora-smettila-di-parlare-1.39062089 Le statistiche sull’uccisione dei neri, ci dicono che l’istituzione dello stato (la polizia) si comporta per un determinato segmento della popolazione in modo differente rispetto ad un altro segmento della popolazione. Il corpo e la vita delle persone nere aveva un valore pari a zero e i bianchi potevano disporre della vita dei neri. ERODOTO considerato padre nobile, perché assiste ad un incontro, descrive le differenze che si incontrano, ma non si ferma alla sola descrizione ma cerca anche di interpretare il concetto stesso, da dove viene, questa differenza e perché siamo differenti. Testo: Dario al tempo del suo regno mandò a chiamare greci che erano alla sua corte e chiese loro a che prezzo avrebbero accettato di mangiare i loro avi defunti: e quelli risposero che non lo avrebbero fatto a nessun prezzo. Dopodiché Dario chiamò alcuni indiani appartenenti alla popolazione dei Callatii, che hanno l'abitudine di mangiare i genitori defunti, e chiese loro a quale prezzo avrebbe accettato di bruciare i loro genitori defunti; quelli si misero ad urlare ingiungendogli di non bestemmiare. Se uno proponesse a tutti gli uomini di scegliere, tra tutti i costumi esistenti, i migliori, ciascuno, dopo averci ben pensato, sceglierebbe i propri: a tal punto ciascuno ritiene di gran lunga migliori propri. Perciò solo un pazzo può mettere in ridicolo queste cose. Che questo sia l'atteggiamento di tutti uomini per quanto riguarda i costumi lo si può congetturare da molti indizi. Tale è la forza del nomos in un ambito come questo, e a ragione, secondo me, Pindaro disse che il nomos è il sommo sovrano. Descrive una differenza tra due società, gli usi funerari, essa ha una differenza che ha a che fare con una cosa essenziale per entrambi. Parla di che cosa fare del corpo e dell’anima dei propri genitori, figli etc... Quando si dice che siamo differenti, questa differenza riguarda qualcosa che per ciascuno è essenziale. Nella storia dell'umanità l'incontro tra le differenze è un elemento che continua e dentro quest’incontro di costruiscono le identità e le differenze MA da dov'è che viene questa differenza? La differenza tra le società non solo e profonda, perché ciascuno sceglie sempre i propri costumi, ma è anche il prodotto del NOMOS ovvero della legge sociale; quindi non c’è un modo unico di fare le cose, non c’è un mood giusto di trattare i morti e ciascun popolo ha il suo modo giusto di trattare i morti. Quindi come trattare i morti è una delle cose che viene stabilita non dalla natura ma dal Nomos quindi dalla norma sociale. Si inizia con lui, Erodoto, a vedere come le differenze nel modo di fare non si spieghino sul base di nature diverse delle persone ma si spiegano sul fatto che la società produce delle norme sociali che sono diverse e ciascuno sta attaccato a queste norme sociali come una cosa essenziali. L’idea dal punto di vista antropologico spiega identità e la differenza utilizzando il concetto di natura è sempre sbagliato e nasconde delle logiche di potere. Ex. L'organizzazione deltempo (REGISTRAZIONE 01:00:12) Anche quegli elementi che noi consideriamo come naturali sono in realtà il prodotto di una costruzione sociale, che avviene in un certo tempo (storico e sociale) La natura non spiega le differenze, ma ne esistono diverse nel concepire la natura. FAMIGLIA NATURALE Perché una famiglia è naturale? Che cos'è di naturale che ci rende parenti? Che cos’è una famiglia naturale per noi? Cosa ci rende parenti? Di chi siete parenti? Si chi vi sentite parenti? Com'è fatta la nostra famiglia? Quali sono i nostri «legami parentali? La Famiglia naturale è o potrebbe essere il legame che ognuno sceglie, la condivisione, or mai l’idea della famiglia tradizionale (formata da uomo e donna) è impressa nella nostra società, quindi indipendentemente da chi si è e chi su vuole essere in un futuro, ognuno vede il legame e la famiglia in modo diverso. Il «tradizionale» resta, come il valore di sangue, una criterio scientifico che ci mostra come son «costituite» le famiglie naturali, che a parer mio NON è COSI. Siamo tutti uguali e ognuno può crearsi il proprio legame e la propria famiglia indipendentemente da sesso e della cultura. La famiglia naturale esiste si, è un dato di fatto o per lo meno è evidente nella nostra società. Un significato simbolico da quello che è la cultura che ognuno di noi ha. io credo che si possano distinguere due tipi di famiglia, quella biologica (data dalla ricerca scientifica) e quella sociale, fatta di affetti e legami interpersonali La scienza non è la descrizione oggettiva del vero ma è il tentativo constante di avvinarsi ad una descrizione più realistica possibile, essa tenta di dire ilvero formando un ipotesi, che teniamo valide fin quando qualcuno non ci mostri che ci sia un ipotesi che funzioni meglio. | legami che noi consideriamo come legami di parentela, non sono dei criteri che hanno a che fare con il sangue, non è mai soltanto il sangue che ci rende parenti. L’adozione è un esempio classico del fatto che dentro una famiglia entri qualcuno che non ha niente a che fare con un legame di sangue ma cmq entra a far parte di una famiglia. Esiste la naturalizzazione : l'idea di giustificare l'identità di differenze come un dato naturale, la famiglia non è un dato naturale. È un ideologia che assegna ruoli e differenze di potere LEZIONE 3 (09-03-21) - ANTROPOLOGIA/ANTROPOLOGO = Sapere scientifico che sta immerso a questa dinamica ma ha qualche strumento in più per essere in qualche modo conoscenze di questa dinamica. Le differenze sono il prodotto dell’incontro e che esse rimangano la tipo di relazione che si sta instaurando - RAZZISMO = Una delle maniere/linguaggi attraverso cui le identità e le differenze vengono percepite, e vengono trattate, in base a come vengono rappresentate. Ha a che fare con le Relazioni sociali. - Il concetto di NATURALE, sull’idea di spiegare le differenze sulla base della natura. Siamo naturalmente fatti in maniera differente. Le differenze e i modi di fare sono qualcosa di profondo, ognuno ha il suo modo di vedere il mondo e di fare, ma siccome i modi di fare son così radicalmente diversi (dice Erodoto) questa diversità cosi radicale ci spinge a pensare che non ci sia nulla di così naturale ma tutto sia il prodotto della norma sociale. Non è la natura che spiega le differenze ma sono i fatti sociali che le evidenziano. Naturalizziamo quelli che sono i rapporti sociali. Non c’è alcun fondamento naturale al razzismo, poiché le razze non esistono, non è iscritto nella natura ma esiste come fatto storico e sociale dentro cui l’incontro con la diversità produce delle rappresentazioni e delle forme. Individuare dei casi che in qualche modo siano rappresentazioni di una situazione che è più ampia e articolata, mentre il singolo caso di razzismo ci mostra come funziona un pezzo di società ed un singolo evento. LEGISLAZIONE ITALIANA: Racconta di come punire per le forme di attacco violento e l’espressione verbale di «odio» nei confronti di gruppi minoritari. Dopodiché la legge non è che difende solo questi gruppi ma individua soltanto alcuni gruppi che possono essere identificati sulla base di un identità/differenza che ha che fare con la razza, etnia o la religione. Come se questi tre fossero i tre unici strumenti/linguaggi attraverso cui si definiscono le identità e le differenze. Questa è la legge italiana emanata negli anni ‘90 su questi temi, e in Italia in quel periodo viene riconosciuto a livello istituzionale quando si tratta di gruppi minoritari legati alla razza, religione e etnia. Mentre altre forme di identità non ci sono, non sono riconosciute, dal ‘93 fino ad Oggi, solo queste tre sono le forme di differenza che vengono riconosciute mentre tutte le altre NO. Questo ci permette di vedere quanto il razzismo sia un fatto storico, che ci racconta com'era fatta quella società. Perché nel ‘93 la società italiana non riconosceva la violenza nei confronti delle persone con un diverso orientamento sociale, non era un pubblico riconosciuto. STORIA DELL’OCCIDENTE - Chiè il «noi» e chi sono degli «altri» in questa società ? - Rispetto a chi siamo noi? Come siamo noi e come sono gli altri (identità e differenze) - Chiè che parla? Chi è che descrive come siamo noi e come sono fatti gli altri. LEZIONE 4 (16-03-21) Analisi Testo Cristoforo Colombo: Le identità e le differenze si producono in momenti storici in cui ci si incontra e quindi per capire le differenze degli altri e come siamo fatti noi c'è bisogno di capire in quale contesto noi e gli altri ci incontriamo. La scoperta dell’America la vediamo come elemento di rottura enorme nella storia dell’ occidente, dove prima c’è il mondo Feudale, organizzato in senso verticale, più vicino e lontano da Dio e dentro questa diversità la dimensione umana ha la forma dell’infedele e dell’anti-umano. Alterità intesa come qualcosa di anti umano e diabolico dentro l’universo religioso rimane e rimarrà a lungo nella storia dell’occidente ma con la scoperta dell'America qualcosa inizia a cambiare e l’alterità inizia ad essere differente. Come nel caso di Cristoforo Colombo che dice che il mondo è rotondo , e in questo mondo cambia tutto, come sono fatti gli altri. Qual è l’obbiettivo per cui Colombo arriva li? Con quale intento? = scrive questa cronaca perché vuole rendere conto alla persona che gli ha finanziato il viaggio mostrandogli ciò su cui i Reali di Spagna hanno investito. Tutto questa «roba» che conosciamo o che non conosciamo Colombo la sottolinea come «è nostra» il nome glie lo diamo noi = dominio, tu sei quello che io ti dico che tu sei. (addomesticare) |-> Presa di possesso = simbolica e pratica Hanno un serie di caratteristiche che li rendono umani, ma al tempo stesso stanno ad un livello cosi basso di umanità che forse oltre ad essere «inferiori» sono ancor peggio; e per Colombo, gli indigeni, sono tutti quanti uguali e caratterizzati da questa infantilità. Alterità radicale perché non ha più nulla a che fare con un organizzazione di un mondo che c’era prima, per incontrare qual alterità bisogna pensare ad un mondo nuovo e diverso che si basa sulla conoscenza che Lui produce autonomamente e incontra un alterità che è totalmente altra: diversa, antagonista ma comprensibile. Loro sono degli uomini un po' stupidi che noi possiamo convertire o sono degli umani radicalmente inferiori a noi? Due rappresentazioni umane descritte da Colombo: 1. Da una parte coloro che pensano che sono esseri uguali a noi che hanno «un’anima» (passibili di diventare come noi, potranno diventare sudditi), la loro natura è umana, passibile di cambiamento. (addomesticabile) 2. Altri pensano che un’anima non la hanno, quindi privati di un elemento che permetta di non comprendere la conoscenza divina, essi son radicalmente diversi da noi. = Colombo ci mostra la duplice visione di persone, quelli che son possibili da convertire ma altri indigeni invece son cannibali. Colombo guarda la diversità del fisico umano con gli occhi in parte della società feudale (la narrazione religiosa rimane per colombo come la narrazione feudale, religiosa, tale per descrivere le differenze) e altri sono quelli che non sono in grado di accogliere e hanno rifiutato la volontà divina. Negli stessi anni dall’ Est arriva la popolazione dei Rom e nel momento in cui arrivano è interessante guardare lo stesso tipo di sguardo che va su di loro, cercando di capire se son uomini diversi o radicalmente diversi tanto da andare al confine dell’umanità. G 10 Da qui in avanti ci sarà un dubbio sulle due differenze umane = possesso o meno dell’anima delle popolazioni Indigene, essi hanno un anima? Si ? No? Poiché da questo cambia il nostro atteggiamento nei loro confronti. Nel momento in cui ci siamo convinti, che tutti gli umani che incontriamo nel mondo sono comunque degli esseri umani e non li possono considerare più disumani. Le Vie del razzismo serviranno per poter spiegare le identità e le differenze all’interno del genere umano. Considerare le diversità come diversità umane, considerare che gli uomini come me Con il Rinascimento si realizza/compie un cambiamento complessivo rispetto al mondo Feudale ovvero l’idea che la posizione dell’uomo nel mondo non sia più determinata da quanto si è più vicini o distanti dentro l’asse verticale della società feudale che separa l’uomo sulla terra dalla divinità MA pensare che il fondamento della presenza dell’uomo nel mondo, come centro della terra, non sta al mondo come Dio vuole, ma sta dentro SE STESSO (la capacità dell’uomo di essere e di fare) L’uomo sta al mondo perché pensa, decide di se stesso: questa facoltà di pensare riguarda l’uomo in quanto uomo. Riguarda l’umanità intera e distingue l'umanità di chi non è umano MA chi non lo è vien considerato animale. Quindi, il posto dell’uomo nel mondo CAMBIA. Enormi cambiamenti che riguardano la concezione del mondo fisico, che non solo non vien più considerato piatto ma il mondo è rotondo e oltretutto non è più considerato al centro dell’universo. Dicendo ciò, veniva messo in discussione anche questo rapporto con Dio e la Chiesa perché non c’è più l’uomo che ha fatto Dio MA L’UOMO CON LE SUE FACOLTÀ. Il punto di realizzazione più alto di questo procedimento arriverà alla Rivoluzione Francese. (momento in cui il Re viene messo alla gogna) momento in cui gli uomini si considerano cittadini e quindi si sentono in diritto e di aver il potere di mettere in discussione le autorità del Re. Dove il Re è legge, e questo ci fa capire che esso è un umanità di gradazione diversa. E questo processo storico che si apre dal Risorgimento porterà «all’uccisione del Re», ad una concezione democratica dell'umanità dove l’uomo è UNO. Essa, l’umanità, si fonda sulle caratteristiche che sono proprie dell’umano. Processo storico di democratizzazione delle differenze che riguarda un «pezzo» della società, ove siamo tutti uguali e tutti sullo stesso piano, progressiva uguaglianza dentro al genere umano. Ma dentro questo processo c'è qualcuno che manca, chi? LE DONNE. L’umanità si pensa composta di simili sempre uguali, e le donne vengono viste come una forma di alterità diversa e subordinata. Tutto questo processo lo più fare L’UOMO MASCHIO BIANCO. Dentro alla logica che siam tutti uguali, iniziano a prendere forma una serie di studi o rappresentazioni di CHE COS'È L’UOMO. AI tempi di Cristoforo Colombo l’unico strumento per pensare e rappresentare la storia dell’uomo era la narrazione biblica, con il Rinascimento invece e con lo sviluppi degli studi storici e filosofici la storia dell’umanità viene rappresentata con strumenti nuovi, eliminando la storia biblica e al contrario si utilizzano tutti quei materiali che veniva scritti e pubblicati per descrivere le popolazioni che venivano scoperte, per rispondere alla domanda: 1. Che cos'è l’uomo? Perché è fatto in questo modo? 2. Come mai siamo diversi? E in che cosa siamo uguali? Dibattito che ruota attorno due figure: 1. La figura delbuon selvaggio = J.J Rosseau 2. La figura dello stato di natura = T. Hobbes «La vera umanità la troviamo in questi popoli selvaggi perché loro sono uomini come noi ma, rappresentano un grado zero dell’umanità (un livello primo/naturale) da cui in qualche modo noi discendiamo. (rappresentare la vera umanità)» Quindi vanno a cercare le risposte non più dentro la bibbia ma da Altri, dei veri interpreti della realtà. Dentro i selvaggi trovo la dimensione originaria dell’uomo e l’origine dell’uomo è quello che mi spiega la vera umanità, mostrandomi le ORIGINI e la PUREZZA. L’immagine del Buon Selvaggio è buono perché esprime in maniera immediata, senza limiti, la sua natura ed essa nell’ottica di Rosseau è sempre un ottica divisa. Una dimensione naturale che deve essere in tutte le forme recuperata, dove devo ritornare al rapporto diretto con il Me profondo che sta dentro alla natura. L'immagine opposta è vista raccontandoci un grado originario dell’umanità che è quello dello Stato di Natura, quello in cui «homo homini lupus» ogni uomo è naturalmente antagonista agli altri uomini. Lo stato di natura e quello in cui l’uomo di fatto non si differenzia dalle altri specie animali. Decide di darsi delle regole che permettono di stare con gli altri e collaborare. Secondo Hume il progresso è la caratteristica che ci rende umani, ovvero quella caratteristica che ci distacca dalla componente animali; siamo umani perché non ci comportiamo come le bestie ma ci emancipiamo staccandoci dallo stato di Natura. Questi studiosi giusnaturalisti vanno a spiegare la spiegazioni di cosa c’è di umano in noi, ovvero il fondamento, nei selvaggi. Questi popoli vengono considerati come l’antecedente storico della società Occidentale, all’origine Noi eravamo cosi. Quindi se io trovo l’origine trovo la verità di come è fatto l’uomo. SINTESI: Queste due rappresentazioni che sono opposte ma strutturalmente identiche, opposte perché veicolano contenuti opposti: dove in una abbiamo un idea negativa della storia umana e del progresso civile, culturale, politico e sociale, poiché c’è l’idea che il grado zero dell’umanità sia puro e che tutto quello che è venuto dopo lo ha generato. Mentre l’altra ci dice che all'origine l'uomo era come gli animali e che l'uomo diventa uomo proprio perché ha la facoltà di pensiero e di staccarsi dall’ordine naturale. Due immagini opposte che utilizzano la stessa logica e la materia che utilizzano sono le descrizioni dei popoli «selvaggi» che vengono «scoperti» a partire da quella mole di «Letteratura di Viaggio» e queste descrizione vengono utilizzati come raffigurazione dell'origine della storia dell’uomo. LEZIONE 6 (08-04-21) SINTESI (Ricapitolando) : RAZZISMO SCIENTIFICO Da un punto di vista storico ci stiamo confrontando con ragionamenti e pensieri che vengono formulati soprattutto nel 1700 e nel 1800. La struttura di questo ragionamento si ripetono, nel futuro, ma si modificano il contenuto. L’insieme degli essere umani sia dividibile in sotto insiemi (razze) che hanno una caratteristica che li distingue l’uno dall’altro (qualcosa di concreto e materiale). La razza nel razzismo scientifico ha un contenuto biologico, sta nel corpo, e quindi la razza ha un contenuto anche ereditario. Da questo punto di vista l’identità di ciascun individuo e principalmente appartenuta dalla sua identità razziale, dalla razza a cui si appartiene. Le razze, discendono da «fondatori» che avrebbero tutte quelle caratteristiche, e siccome ogni razza arriva da un punto d’origine puro, lo posso pensare che le razze possano avere caratteristiche differenti e può essere messa in una scala «gerarchica» per essere identificate come le razze migliori; in base a questa modalità di definizione, si viene a creare una gerarchi fra le razze. Le differenze tra le società vengono distinte tra insiemi discreti e continui, separati e ordinati in senso gerarchico. La storia ha un valore assolutamente relativo, essa vale nella misura in cui all’indietro serve per riferimenti alle origini raziali (mitologia) e al futuro serve per vedere il terreno dove io devo compiere e cercare l’identità. - Perché oggi sappiamo che le cose che stanno scritte all’ interno del manifesto della razza, da un punto di vista scientifico proprio non funziona? Alla fine non esistono razze ma tutto gli umani fanno parte dell’Homo Sapiens rispetto a tutti i precedenti, quindi tutto Razzismo non è dire che esistono le razze. Ma pensare che una sia superiore ad un'altra. Concetto quello del "superiore/inferiore" "evoluto/non evoluto" che è uno strascico di quella errata concezione pre-evolutiva della Scala Naturale. Le razze sono da sempre state usate come pretesto (molte volte scientificamente supportato) per sostenere la differenza anche intellettiva fra i popoli. Il problema enorme è che le razze umane non esistono, sebbene esista ancora il razzismo. Il fatto di definire delle differenze è qualcosa che ha a che fare con i rapporti sociali e con le installazioni di rapporti di dominio Non esiste una razza che definisce quello che io sono, e quello che il mio gruppo è - Che cosa distingue l’homo sapiens dalle altre specie? - Distinzione tra razza e specie? EPIGENETICA Quella scienza che studia come i fattori ambientali, esterni al corpo, influenzano il DNA, ovvero l’espressione di caratteristiche che sono scritte nel DNA. Lo stesso DNA posto in condizioni ambientali diversi, difronte a stimoli che proviene dall’ambiente esterne, sviluppa caratteristiche diverse. Anche nel momento in cui ci fossero delle caratteristiche biologiche razziali di un gruppo rispetto ad un altro, queste caratteristiche iscritte nel DNA in realtà quando diventano poi corpo possono svilupparsi in modi, anche, radicalmente diversi. Uno dei primi studiosi, è un Antropologo dal nome FRANZ BOAS, inizia a studiare tutti gli archivi che contengono le misurazioni del corpo delle persone che vengono arruolate nell’esercito Americano. Ad esempio inizia a confrontare le misure dell’altezza di tutti gli immigrati che vengono negli stati uniti ma provengono dallo stesso posto o da uno differente; e scopre che di fatto nell’arco del tempo la media delle caratteristiche fisiche che dovrebbero contraddistinguere un gruppo da un altro, con il passare dei decenni cambia e muta. Quelle che dovrebbero essere le caratteristiche esclusive fisiche per identificare un gruppo, l’antropologo, scopre che nel tempo cambiano, perché il corpo muta in relazione ai vari stimoli e fattori ambientali esterni, e queste mutazione dei corpi diventano un «patrimonio» evolutivo, ovvero un elemento che passa poi da una generazione all’altra. Infatti la scoperta di Boas mostra maggiormente come non ci siano contenuti fisici o biologico che nell’arco della storia non mutino. / CORP! CAMBIANO. Quindi ad esempio: Come faccio a stabilire qual è la precisa sfumatura di nero che distingue un africano e un Olivastro? Non posso, non riesco, perché le caratteristiche cambiano, e ciò vuol dire che all’interno dei corpi non c’è una «sostanza» diversa. La differenza tra i gruppi umani e le società la dobbiamo interpretare con un altro strumento, non più con il corpo e la biologia ma con lo strumento opposto; nella second a metà dell’800 altri studiosi e scienziati formulano ipotesi che le società umane si distinguano tra di loro non sulla base dei CORPI ma sulla base delle CULTURE o civilizzazioni, di cui ciascuno dei gruppi ne è portatore, quindi non più un fattore fisico ma spirituali. L’ambiente influenza il corpo e non è il corpo che stabilisce com'è fatto l’individuo. Questo «qualcosa» che è fuori dal corpo che cos’è? LA CULTURA. Non vengono più spiegate le differenze sulla base del corpo, ovvero che dentro il corpo ci sia il «motore» che ci rende diversi. CONCETTO DI «CULTURA» La cultura è un insieme complesso che comprende la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi capacità e abitudine acquisita dall'uomo quale membro della società. - E.B. TAYLOR Definizione formulata nella seconda meta dell’Ottocento, anni in cui in occidente iniziano a nascere le scienze sociali, ovvero inizia a prendere forma un atteggiamento, idea di poter guardare scientificamente, non solo verso la natura ma anche alle società, ovvero al comportamento umano. Assistiamo a scienziati e intellettuali che iniziano ad applicare metodi scientifici all’interpretazione della mentalità umana. Questa idea di cultura è un'idea nuova rispetto alle idee precedenti. (ovvero l’idea precedente era dell’uomo dotto, sapiente, di colui che coltivava lo spirito). L'uomo che aveva tempo, modo e risorse per acquisire cultura. E. TAYLOR sostiene che tutto quello che facciamo è cultura. Tutto dipende dalla cultura dentro cui siamo nati. Ciascuno acquisisce/apprende, quindi non è dentro al DNA prima di nascere, una cultura perché sta dentro ad una società. La acquisisco perché nasco dentro una società e una cultura, ed in questo senso la CULTURA è TUTTO. Il linguaggio si sviluppa dentro ad una società, quindi l'acquisizione è il passaggio fondamentale, ed essa non è innata ma, un dato che viene acquisito. Un primo passaggio è che il concetto di cultura, come dice l’Antropologo JAMES CLIFFOR, funziona come strumento alternativo alla razza. «La definizione antropologica, pluralistica di cultura (con la c minuscola ed eventualmente al plurale) emerse come un'alternativa liberale alle classificazioni razziste della diversità umana.» L’idea della differenza culturale andrà a sostituire l’idea di cultura come l’elemento o il dato essenziale che permette agli individui di far star meglio gli individui, gli permette di star al mondo; ed è qualcosa che per certi versi precede la nostra esperienza del mondo. Riferimento/esempio: (David Foster Wallas) In un fumetto mette due pesci in una boccia d’acqua. Un pesce rosso anziano incontra due giovani pesci rossi nella stessa vasca, il più anziano domanda «buongiorno ragazzi, com'è l’acqua oggi»? E giovani non sanno di essere nell’acqua; stanno quindi all’interno della loro dimensione culturale. La nascita dello sviluppo delle scienza sociale si deve proprio al fatto che in qualche modo fanno vedere che gli uomini stanno al mondo non soltanto perché sono un corpo individuale, ma anche perché al di la del corpo, c’è una dimensione collettiva di gruppo sociale che rende possibile il fatto di stare almondo come uomini. Il genere umano di contraddistingue anche perché a questa dimensione collettiva, che precede il singolo individuo, si unisce questa dimensione sociale dove, all’interno, gli individui stanno e si formano. Gli individui stanno al mondo dentro alle culture in cui nascono. Sono COERCITIVI, non posso nascere senza una dimensione sociale che mi determina. FILM: ENIGMA DI KASPER HOUSER Mentre la produzione di una cultura intesa come significativa per dare ad un’esperienza sarebbe la seconda natura umana, ovvero la caratteristica naturale dell’uomo che ci contraddistingue dagli esseri umani, ma noi ne abbiamo due (di culture) nonché la a necessita di produrre dei casi singoli che ci permettono di creare l’esperienza senza, dove, senza la quale non saremmo quello che siamo. Queste due parole «costumi» e «seconda natura» ci mostrano che sotto il costume la prima natura dell’uomo esista senza la cultura, ed è sbagliato! Perché non esiste una dimensione naturale dell’uomo priva di una definizione culturale, che non stia dentro la natura. MALOTERAPIA del TARANTISMO di D.Carpitella (1960) Link video : https://www.youtube.com/watch?v=YoSovyur71g&ab channel=MarSaprile L’idea del turismo culturale, nonché il turismo fatto per andare a vedere la cultura nella concezione classica del termine (musei, mostre, reperti storici etc...). In realtà oggi significa qualcos'altro, ovvero andar a vedere una particolare cultura locale. Il Salento, è diventato famoso in tutto il mondo perché un elemento culturale di quel territorio , la tarantella, e diventato un «brand» conosciuto in tutto il mondo; or mai da diversi anni, la notte della taranta, è uno spettacolo che accoglie in Salento migliaia di persone. È un prodotto culturale che oggi viene commercializzato e reso visibile e percepito in tutto il mondo. Che cos'è questo prodotto? LA TARANTELLA. Un ballo che si balla perché, secondo la cultura tradizionale, chi la balla è stato punto dalla taranta e le persone vengono possedute dallo spirito della tarantola. Ernesto De Martino con il libro «La Terra del Rimorso» guarda questo fatto come un fatto culturale, dimostrando che la taranta in Salento NON esiste. Questa spiegazione locale è una spiegazione fisica e materiale ma l’antropologo mostra come questa concezione NON SIA VERITIERA e quindi si parla di una concezione culturale. Lui scopre che, a raccontare di essere state punte dalle tarante sono quasi esclusivamente DONNE che nella loro vita hanno subito delle gravi tragedie e mancanze, che a seguito delle quali decidono di sentirsi come se fossero morse dalla Tarantola. Nel loro percorso personale hanno subito un dolore profondo che gli ha tolto la loro identità sociale che avevano. Volersi sentire e dire di essere morsi dalla tarantola è una maniera legittima per poter esprimere il dolore e la sofferenza, spostando il dolore su un piano mitico-rituale dove si ha la disposizione culturale di esprimere e curare il proprio dolore. Ballo la Taranta perché mentre la ballo posso dimostrare di essere diventato «matto del mio dolore», ma mentre lo esprimo lo faccio seguendo le regole del ballo (collocare il dolore dentro una serie di regole socialmente accettate) I Tarantati ballano dentro un perimetro che delimitano il luogo dove avviene la danza, essi dialogano con i musicisti = UN SISTEMA CULTURALMENTE RICONOSCIUTO PER DAR SENSO AL PROPRIO DOLORE. Oggi c’è cultura dappertutto, e senza una dimensione culturale profonda, l’esperienza umana non sarebbe possibile. La cultura è necessaria all’umanità RELATIVISMO CULTURALE - Iltema del corpo Modi diversi che le culture hanno per rispondere a dei bisogni, trovare una soluzione tecnica dentro adun sistema che e culturale e sociale tipico di quella cultura. In questa cultura le cose si fanno in questo modo perché in questo «ambiente» e nella storia NOI abbiamo imparato a far cosi. LA CULTURA SERVE PER STAR AL MONDO. Una cosa che le culture fanno è decidere come devono essere fatti gli UOMINI e le DONNE, non solo a quali valori estetici devo rispondere ma, anche a come si fa a fare di un bambino un uomo e di una bambina una donna. Prima di entrare, simbolicamente, nella società quell’essere vivente nelle culture non era come NOI, ad esempio non aveva un'identità sociale. (ex. Il nome ti viene riconosciuto nel momento del battesimo per noi cristiani). Il segno del passaggio, è un segno che RIGUARDA IL CORPO, nel senso che quella persona verrà riconosciuta come maschio e come femmina, adesso lo diventa. Diventare tali significa essere maschio e femmine di quella società. Il maschio e la femmina devono essere in un determinato modo. Modificandone i «connotati» fisici permette di mostrare le differenze. La sessualità maschile può essere raccontata ed esposta in tutte le società patriarcali mentre la sessualità femminile deve essere controllata sul corpo (mutilazione dei genitali femminili) e sul corpo incidono un significato che è sociale e culturale. Nel guardare a questi fatti, lo, devo capire, per quanto possa essere ingiusto, che per quelle persone questa modalità è LA modalità che hanno nella loro cultura per diventare qualcuno o qualcosa. Quella modalità è uno dei possibili cosiddetti «riti di passaggio» che permette ad un «adolescente» di diventare una donna o un uomo. Per quanto violenta, dolorosa e rischiosa, bisogna riconoscere che questa pratica permette agli individui di essere DONNE e UOMINI. Esempio: In Francia nessuna di questi trattamenti del corpo è legittimo, trattamenti che rimandano ad una subordinazione grave del copro femminile che si trovano dentro la società di culture Islamiche. Ed essa crea una disparita tra uomo e donna ed io Stato Francese tolgo il SIMBOLO, quindi vieto di poter indossare il velo. Ma non si aspettavano che ad opporsi furono GIOVANI DONNE Islamiche. Lo stato sta dicendo che non possono più essere donne come loro vogliono essere, e qual è la motivazione? Lo stato francese è pari all’uguaglianza dei diritti maschili e femminili. E queste donne Islamiche mostrano come ci sia una sottomissione da parte degli uomini sulle donne; cosi da mostrare come di fatto il confronto delle diversità culturali incida sulla cultura, che sia una «cosa» bella o brutta, giusta o sbagliata. Qual è il posto dell’uomo nel mondo. Kant quanto ragiona sulle facoltà mentali dell’uomo, nel suo testo «critica della ragion pura». Di fatto ilsuo ragionamento si basa che lo spazio è iltempo hanno dimensioni oggettive, sempre le stesse nella storia e varie per tutte. Con Einstein noi sappiamo che il mondo fisico può avere dimensioni diverse. Principio di Indeterminatezza di Heisenberg: qualsiasi operazione di misurazione di una grandezza determina una influenza su altre grandezze che partecipano, dello stesso fenomeno. Se io misuro la grandezza di un verto fenomeno, l’atto del misurare, produrrà effetti che modificano le dimensioni delle altre grandezze che stanno dentro lo stesso campo d’osservazione. Quindi, l’atto di misurare/conoscitivo, produce conoscenza e nello stesso tempo in cui misuro io sto trasformando quell’oggetto che voglio conoscere. G Qualsiasi tentativo di misurare una grandezza determina un’ influenza su altre grandezze che partecipano dello stesso fenomeno. Quindi l’atto conoscitivo produce al contempo conoscenza ma nel momento stesso in cui misuro sto trasformando quel’ oggetto. Quindi tutte le forme di conoscenza che io posso produrre non saranno mai oggettive. Ne consegue che l’atto del conoscere è allo stesso livello dell’esistenza. Quando io conosco sto a contatto conta realtà. Ragionamenti che vengono dalla fisica e della matematica, hanno a che fare con il culturale, confermano il punto di partenza del relativismo. Nel Momento in cui guardo alle diversità culturali non posso pensare di guardarle da un livello più alto. Queste scienze fisiche confermano il punto di partenza del relativismo, ovvero nel momento in cui guardo alle diversità culturali io non posso pensare di guardarle da un punto di vista «superiore» rispetto alle altre, perché non esiste nulla che mi legittimi ad «alzarmi» di un livello. Al contrario io devo assumere un Atteggiamento relativista: Esso si basa su due passaggi essenziali 1. Sospensione del giudizio = non devo partire giudicando e dal proprio giudizio che rischia di essere etnocentrico. 2. Guardarealsingolo fatto radicalmente diverso da come lo sono fatto, e non guardarlo misurandolo su di «me « ma inserirlo dentro al contesto sociale e culturale degli altri. Che cos'è il RELATIVISMO CULTURALE? Uno strumento per conoscere, un atteggiamento conoscitivo, che serve per conoscere il «modo di essere» degli altri per quanto è radicalmente diverso. Sospendendo il giudizio e considerare tutto nei termini di un altro sistema complessivo di pensare. Comee perché gli altri fanno quella cosa? Ex. La lingua. Essa è un artefatto culturale, noi siamo immersi nella nostra lingua ed è attraverso la lingua che vediamo il mondo. Ogni lingua fornisce strumenti, parole e concetti diversi per chi la apprende. La diversità delle lingue non è la diversità di vocaboli per parlare della stessa realtà ma consiste nella diversità culturale, quindi, nel fatto di stare dentro realtà che sono diverse. La diversità delle lingue e una radicale diversità di pensiero ovvero un modo diverso di star al mondo. Lo sguardo relativista è un approccio necessario alla comprensione della diversità. Non potrò mai rappresentare in maniera esatta la natura di un ‘oggetto e quindi ne consegue che l’atto del conoscere non posso rappresentarlo come un distaccarsi ma è allo stesso livello del conoscere l’esistente. Next time : Farlo dopo aver letto i saggi inviati per email, analizzarli. Spiegare il sistema della singola cosa in un sistema diverso dall’altro. Cercare degli esempi; cercare di costruire il sistema culturale per cui quel modo di fare ci sta e ha senso Chi siamo noi, qualcosa che noi facciamo a modo nostro: - Cosa, Come facciamo, Perché la facciamo cosi, Chi siamo noi Mentre gli altri la fanno a modo loro: - Comela fanno, Perché la fanno diversamente , Chi sono questi altri Non c’è una risposta definitiva ma tutto è relativo, tutto è da studiare Nel libro di Memmi a pag 37, nella parte delle Definizioni troviamo quella che per Lui è la definizione di Razzismo: «il razzismo è la valorizzazione, generalizzata e definitiva, di differenze, reali o immaginarie, a vantaggio dell’accusatore e ai danni della vittima, al fine di giustificare una aggressione o un privilegio.» Secondo lui è razzismo se io aggredisco l’altro o se mi metto in un situazione di privilegio. Per lui non è razzista riconoscere che ci sono delle differenze, non è nemmeno razzista preferire se stessi agli altri ma, c'è razzismo quando le differenze vengono utilizzate per giustificare violenza, subordinazione e dominio. L'unico vero modo per sconfiggere il razzismo è instaurare delle relazioni paritarie. LEZIONE 10 (04-05-21) Limiti e rischi dell’utilizzo del concetto di Cultura Il saggio che scriva Marco Aime, è stato scritto alcuni anni fa, dove in questo saggio Lui utilizza una serie di riflessioni e ragionamenti fatti da antropologi e non solo, negli ultimi 20-30 anni. Critica e segnala i rischi sul concetto di cultura seguendo un filone di studi che sta in piedi dalla fine degli anni ’90-’00. Che cosa succede, all'idea di poter spiegare le differenze umane attraverso il concetto di cultura, dalla seconda guerra mondiale fino ad oggi. Di fatto tale concetto negli anni ‘30-40-50 diventa il concetto principale per la quale antropologhi scrivono centinai di libri, chiamati «monografie», dove descrivono singole culture, dove i popoli vengono spiegati. = permettono ai gruppi e quelle società di star al mondo, perché è radicalmente diverso dagli altri. 3 La principale conoscenza da parte degli antropologhi era fatta cosi: Esso parte e va in una società diversa, inesplorata. Utilizza un metodo di ricerca, quello dell’ Osservazione Partecipante (ETNOGRAFIA) > che si basa sull’idea che se io voglio vedere la cultura, e per comprenderla l'unico modo che ho ha disposizione è stare insieme agli Altri. Gli antropologhi scrivono successivamente delle MONOGRAFIE (scritture di un popolo), in un libro ci sta il risultato della ricerca e la conoscenza di un popolo. Questi libri hanno più meno tutti la stessa struttura (credenze religiose, sistemi di sostentamento etc...); capitoli simili che permettono di fare un santo di livello, ovvero far un confronto delle monografie sui popoli he vivono in una singola area o se parlano la stessa lingua, oppure altri Antropologi diventano specialisti di un tema. Un antropologo = un popolo = un libro Una cultura = un popolo Cultura come qualcosa che con cui io posso fare esperienza: « Dobbiamo piantare la tenda dentro al villaggio» Soltanto facendo le stesse esperienze che fanno loro possiamo capire il significato di come organizzano tutta la loro quotidianità. Concetto di Cultura come qualcosa che si può anche spiegare e mettere in un testo. Come qualcosa di grande, profondo e sistematico. Un insieme fatto di parti diverse ma sostanzialmente diverse che compongono quest’insieme funzionante. Dalla fine degli anni ‘50 inizia a rompersi questo concetto di cultura = un popolo. Gli anni 50-60 sono gli anni in cui in Europa Occidentale iniziano a svilupparsi tutti quei MOVIMENTI GIOVANILI che contestano la cultura, i modi di fare e le regole sociali di comportamento che fino a quel momento vigevano nelle nostre società. Mettono in questione la cultura dominante intesa come stile di vita. Non si crede più nei valori delle loro generazioni precedenti e quindi si vuole organizzare la vita in modo diverso > conflitti culturali. In maniera più radicale le società occidentali si trovano a sperimentare, al proprio interno, dei conflitti che son politici e che sono anche conflitti che rimandano ad una differenza della cultura interna alle società.=R ADICALMENTE DIVERSO. Le società occidentali scoprono che l'equazione «un popolo= una cultura» un po' «scricchiola perché è in atto un cambiamento culturale Altro punto di cambiamento è la DECOLONIZZAZIONE; Il mondo Occidentale subisce un colpo culturale non da poco. Sabbiamo che dalla scoperta dell'America in avanti le potenze occidentali hanno conquistato un parte consistente dell’intero Globo. L’idea che il mondo Occidentale dal punto di vista politico e culturale, gestisce il mondo, inizia RADICALMENTE ad esser messo in discussione, perché dentro le società coloniali iniziano a svilupparsi dei MOVIMENTI che contestano le istituzioni coloniali e, che arriveranno nell’arco di 15- 20 anni al crollo di tutto gli /mperi Coloniali. Quelli che prima erano i «dominati» rivendicano il diritto di costruirsi, come nazione portatrice di una propria cultura, in maniera autonoma ed indipendente dal potere coloniale. Si rivolta l’ordine coloniale, e per ribellarsi alla dominazione si utilizzano una serie di strumenti che arrivano sia dal mondo occidentali che dalla religioni locali. Le società e le culture tendono a mantenere un equilibrio che gli permette il mantenimento; questo meccanismo non funziona totalmente, poiché non è l’unico meccanismo che sta all’interno delle società e del culture, ma dentro di esse ci sono individui/gruppi che sono collocati all’interno e che possono tendere progressivamente ad indentificarsi e creare un identità separata. Dentro le culture scopriamo che ci sono delle DIFFERENZE. Ciascuna cultura è il prodotto di una quantità di incontri, scambi etc...Che di fatto la rendono molto poco «pura ed omogenea» e quindi l'equazione popolo = cultura, SALTA. Salta per le differenze sociali che stanno all’interno e per molteplicità culturale che sta all’interno delle singola cultura. > Testo di RALPH LINTON: (come si scompone e riarticola l’idea di omogeneità culturale) Lui: Antropologo Americano. Le culture sono insiemi complessi, perché tengono dentro di se una quantità enorme di scambi, influenze e forme di approvazione e forme di conflitto che stanno tutte quante dentro l’orizzonte culturale. Quello che va messo in discussione è l’idea che ciascuna cultura sia una cosa singola, distinta e radicalmente incommensurabile rispetto alle altre. Ciò va messo in discussione perché se io guardo dentro ad una cultura trovo una quantità di differenze che producono conflitti e quindi bisogna smettere di pensare alla cultura come se fosse un insieme chiuso e limitato. Ciascun individuo appartiene ad una cultura, ma a quale? In questa idea qui c’è l’idea che ogni individuo sia meccanicamente il PRODOTTO di una cultura. A quale cultura ci sentiamo di appartenere? Qual è la cultura che non è frutto di una cultura? L’idea che l’individuo dica che possa appartenere ad una cultura è abbastanza criticabile. Una cultura è almeno «multiculturale» al suo interno. L’idea della multiculturalità, quella cultura a cui si fa riferimento, anche lui al suo interno è multiculturale. Il riferimento ad una cultura diversa a volte rischia di farsembrare che le culture siano dei «pacchetti» con all’interno una cultura omogenea. C'è il rischio che si creino dei discorsi sulla differenza culturale che siano identici alle differenze razziali; ovvero che gli individui stanno dentro a delle culture chiuse; ma se io sono multiculturale è perché in qualche modo sono lo che costruisco il rapporto con la mia cultura. PRODUCO CULTURA. Sono io che mi PRODUCO UN'IDENTITÀ CULTURALE. In modo implicito ed esplicito. G
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved