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Aperte FILOLOGIA GERMANICA 1 2 Raffaghello Cristina LINGUE E LINGUE E CULTURE EUROPEE 2024, Panieri di Filologia Germanica

Paniere di aperte di FILOLOGIA GERMANICA 1-2 - LINGUE E CULTURE EUROPEE E DEL RESTO DEL MONDO Docente: Raffaghello Cristina - ancora valido all'esame di Aprile 2024

Tipologia: Panieri

2023/2024

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Scarica Aperte FILOLOGIA GERMANICA 1 2 Raffaghello Cristina LINGUE E LINGUE E CULTURE EUROPEE 2024 e più Panieri in PDF di Filologia Germanica solo su Docsity! Paniere di aperte FILOLOGIA GERMANICA 1-2 LINGUE E CULTURE EUROPEE E DEL RESTO DEL MONDO Docente: Raffaghello Cristina ancora valido all'esame di Gennaio 2024 FILOLOGIA GERMANICA 1-2 DOMANDE E RISPOSTE APERTE  Quali sono gli stilemi della poesia germanica antica? Se ne fornisca un elenco e, successivamente, se ne illustrino due dettagliatamente. La poesia germanica antica è caratterizzata da diversi stilemi: il verso lungo allitterante, formule, variazioni, kenning, heiti e arcaismi. Il verso lungo allitterante ad esempio si base sull’allitterazione, ossia la ripetizione al suo interno del primo elemento sillibico in posizione accentata, che sia vocale o consonante. L’allitterazione è strettamente connessa con il forte accento percussivo tipico delle lingue germaniche, che è in posizione fissa e cade sulla sillaba radicale. Il kenning (kenningar plurale) invece è un tipo specifico di metafora, riscontrabile principalmente nella poesia anglosassone e in quella scandinava. E’ formata per lo più da due elementi giustapposti, o a volte uniti per mezzo del caso genitivo. Ad esempio il “destriero delle onde” è la nave, “torrente delle spade” è la battaglia. Spesso le kenningar fanno riferimento anche a figure e a racconti mitologici norreni, per esempio l’oro è chiamato “il metallo del litigio”.  Che cos'è la Filologia Germanica e con quali discipline interagisce maggiormente? La filologia germanica si occupa delle lingue germaniche antiche e delle loro attestazioni scritte. È la scienza che si occupa di studiare e interpretare le testimonianze scritte di quelle civiltà che hanno avuto comuni origini nel mondo germanico antico e che tali origini riflettono nella successiva evoluzione. La filologia interagisce maggiormente con l9archeologia, per le indagini sui materiali rinvenuti, la paleografia indispensabile per lo studio delle scritture antiche rinvenute per capire la datazione dei documenti e la provenienza, la runologia che è lo studio dell'alfabeto runico, delle sue varianti, delle iscrizioni runiche e della loro storia. Runologia è quindi una branca specialistica degli studi sulle Lingue germaniche. Inoltre, per capire il significato profondo di un testo antico è necessario inquadrare esso in un contesto storico-culturale- sociale e quindi risultano utili il diritto germanico, la storia delle religioni, la mitologia, folclore ed etnologia. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 sostanzioso corpus di leggi noto con il nome di Editto di Rotari (643). IL regno longobardo in Italia raggiunge l’apice con Liutprando. Oltre all’Editto di Rotari ma in lingua latina i Longobardi non hanno lasciato testimonianze scritte nella loro lingua ma tutt’oggi ci sono tracce nell9italiano odierno dell’influenza dei longobardi.  Quali regni creano i Burgundi e in che periodo? Anche se non possediamo loro testimonianze scritte in volgare, essi hanno un notevole peso nelle letterature germaniche antiche, per quale motivo? Nel V secolo i Burgundi fondano un regno tra Worms, Spira e Strasburgo, guidati da Gundahar, che termina nel 435 per volontà dell'Impero romano. Tutta la saga dei Nibelughi è basata sui Burgundi sconfitti da Attila. Sigfrid principe dei burgundi aveva il tesoro dei Nibelunghi. Lo sterminio dei Nibelunghi da parte di Attila e le avventure epiche e morte di Sigfrid. Carmi dell’Edda.  Si illustri il percorso migratorio dei Goti dal III sec. d.C. e i diversi regni che vengono creati dai due rami principali di questa congregazione. I Goti lasciano le coste del Baltico e la pianura tra Oder e Vistola verso la fine del II sec., spingendosi verso sud-est e arrivando sul Mar Nero alla fine del III sec. Si separano in due gruppi: :Gruetunghi/Ostrogoti e Tervinghi/Visigoti. La maggior parte dei Visigoti si muove verso ovest, in direzione dell’Italia, che raggiungono all’inizio del V sec. al seguito di re Alarico. Dopo il sacco di Roma (410) tentano di passare in Africa, ma con la morte del re in Calabria tornano indietro, fino alla Gallia meridionale (412). Ottenuto lo status di federati, sotto Ataulfo fondano un regno con capitale Tolosa, nello stesso secolo penetrano nella penisola iberica, fondando un nuovo regno incentrato su Toledo. Gli Ostrogoti occupano la pianura ucraina e le coste del Mar Nero. Spinti dalle incursioni degli Unni, premono sui confini dell’Impero d’Oriente. Il loro capo è Teoderico l’Amalo , insediandosi a Ravenna e autoproclamandosi re dei Goti d’Italia, pur mantenendo il potere sotto il controllo dell’Impero. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857  Si illustri la storia del regno dei Franchi, dai Merovingi ai Carolingi, ponendo particolare attenzione all'importanza di Carlo Magno e ai secoli di riferimento. I Franchi sono stanziati inizialmente nell’area tra Reno e Weser, si dividono in Franchi Ripuari, stanziati lungo il medio corso del fiume, e Franchi Salii, che si trovano inizialmente lungo il basso Reno fino al mare. Nel IV sec., i Salii occupano l’attuale Belgio e fondano un regno con Childerico I. L’entità politica così creata riceve ufficiale riconoscimento da Bisanzio nel 508; nel 496 Clodoveo si converte al cattolicesimo. Il regno si allarga fino a comprendere tutta la Gallia, tranne il regno burgundo, che verrà annesso nel 534. Nel 536, anche gli Alemanni finiscono nella sfera d’influenza dei Merovingi. Il massimo splendore della casata si ha con il suo successore, Carlo Magno (768-814), il quale continua e anzi amplifica la politica espansionistica propria dei Franchi. Si rafforzano i confini verso la Spagna musulmana e si giunge in pochissimo tempo alla creazione di un impero. Carlo Magno ha un’importanza fondamentale anche per l’impulso che ha saputo dare alla cultura e alla letteratura.  Si descriva cosa si intende con l'espressione "Eptarchia Anglosassone", indicando anche i regni che ne fanno parte e in quale periodo si formano. Il quadro che affiora nelle fonti scritte posteriori ai secc. VII-VIII è quello di un territorio abitato solo in parte e suddiviso per lungo tempo in piccoli regni e domini signorili. gli Anglosassoni si organizzano in piccole entità politiche, la cosiddetta Eptarchia Anglosassone: Kent, Sussex, Essex, Wassex, East Anglia, Mercia e Northumbria. ). Le varie dinastie si convertono al Cristianesimo e si diffonde, nei monasteri, una cultura latino-cristiana di buon livello. Nel VII-VIII sec. La frammentarietà politica è accompagnata da quella linguistica; possono essere distinti, infatti, tre macro-dialetti principali: il sassone occidentale, diffuso nei tre regni sassoni, identificabile principalmente con il dialetto del Wessex; il kentiano o kentico, nel Kent; l’anglico, in East-Anglia, Mercia e Northumbria. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857  Si descriva cosa si intende con l'espressione "Età Vichinga", indicando anche i secoli di riferimento, i popoli che vi prendono parte, le aree oggetto di interesse da parte dei Vichinghi e i motivi che li spingono a spostarsi via mare. Il concetto di “vichingo” viene dai sostantivi norr. víking (femm.) e víkingr (masch.) indicano rispettivamente ‘attività marittima collegata alla navigazione’ e ‘uomo imbarcato, commerciante, pirata, guerriero’. A partire dal sec. VIII, si ha un aumento dell’attività marittima, sia commerciale che a scopo di razzia, da parte di gruppi scandinavi in competizione con Sassoni e Frisoni. Al sec. VIII risale la rivoluzione tecnologica che dà un notevole impulso al fenomeno vichingo: la conformazione delle navi subisce una trasformazione. L’attività vichinga si trova a vivere una rapida evoluzione: dalle incursioni e dal traffico di prodotti locali si passa al commercio di schiavi e merci di produzione estera, grazie anche a imponenti navi da carico. Si cerca di spostare lo sviluppo verso aree ricche in grado di generare benessere. I Vichinghi iniziano a effettuare incursioni in Inghilterra e regno franco, saccheggiano Londra e Amburgo, distruggono l’abbazia di Lindisfarne in Inghilterra, colpiscono pesantemente la Scozia fra cui Orcadi, Shetland, isole Faroe, le incursioni vichinghe colpiscono anche l9Irlanda dove vengono fondati dei porti commerciali a Cork, Waterford e Dublino e l9egemonia vichinga con questi sbocchi continua fino al 1014 circa. Le incursioni arrivano anche in Galles e in Cornovaglia, dalla metà del IX (9) sec i Vichinghi aumentano gli attacchi alle coste franche e frisoni e risalendo i fiumi arrivano a saccheggiare anche importanti centri dell9Europa continentale. L9unico territorio che resiste è il Wessex grazie al re Alfredo mettendo insieme una flotta adeguata. Conquistano anche Islanda, Groenlandia e il Labrador. Il declino dell’età vichinga ha inizio quando in Scandinavia viene introdotto il Cristianesimo.  Cosa è la "Sippe"? Quale istituto giuridico germanico le si potrebbe contrapporre e per quale motivo? La Sippe è un gruppo che riconosce la propria discendenza da antenati comuni e l'appartenenza al quale vincola i membri a sostenersi e proteggersi a vicenda. Alla Sippe si può contrapporre l’istituto giuridico germanico detto il < COMITATUS=, un’associazione intertribale formata da uomini che si dedicano alle armi, con a capo un uomo valoroso, il leader,Tra di loro non ci sono legami di sangue, ma sono legati dal vincolo di lealtà e fedeltà. I guerrieri sono fedeli al Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857  Si descriva la modalità di cristianizzazione di Ostrogoti e Visigoti, ponendo attenzione alla versione della nuova religione che viene adottata e anche ai secoli interessati. La modalità di cristianizzazione di Ostrogoti in Italia e Visigoti in Francia e Spagna avviene fra i secoli V-VI e la religione abbracciata da entrambi è il cristianesimo ariano. Tale religione deriva da Ario, prete d’Egitto, che diffuse una dottrina trinitaria, secondo la quale Cristo non sarebbe Figlio di Dio in senso proprio, ma soltanto la più eccellente delle sue creature, definita Figlio solo in senso accomodato, diversa dal Padre per natura e radicalmente a lui inferiore per autorità e dignità.  La conversione dei Sassoni continentali segue la stessa modalità di quella dei Sassoni trasferitisi in Britannia? Si illustrino le eventuali differenze tra i due processi. Il 597 è considerato l’anno di riferimento dell’inizio della cristianizzazione in area anglosassone, quando l’inviato di Papa Gregorio Magno, Agostino, si reca nel Kent a convertire re Aethelbert e la sua corte. A Canterbury, il missionario fonda la prima diocesi d’Inghilterra; nei decenni successivi, si convertono anche altri sovrani anglosassoni e la cristianizzazione dell’isola prosegue senza traumi evidenti, grazie anche al lavoro accorto dei missionari, ma soprattutto con l’avallo politico delle aristocrazie, che promuovono la predicazione e forniscono disposizioni giuridiche favorevoli alla Chiesa, oltre che importanti donazioni di beni. Del tutto diversa invece la diffusione della nuova fede nella Germania continentale che avviene sotto la spinta dei Franchi che dal secolo VIII attuano una politica espansionistica aggressiva, annettendo al regno nuovo territori e coniugando, grazie all’appoggio della Chiesa, gli interessi politico-economici della corona con l’evangelizzazione, in alcuni casi forzata, dei Germani ancora pagani.  Si illustrino in modo dettagliato le differenze tra furthark antico, futhorc anglo-frisone, futhark recente, ponendo attenzione anche alle aree di sviluppo e di diffusione. Il fuþark antico comprende una sequenza di 24 segni di ordine fisso. La sequenza è trasmessa in modo uniforme in una decina di iscrizioni antiche, risalenti al periodo 450-550. La successione runica è stata ripartita in tre serie di otto segni, attraverso l’uso di due o più punti, secondo il principio acrofonico, il nome di ogni runa comincia con il suono che rappresenta. Il cosiddetto fuþorc Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 anglo-frisone ha subito un ampliamento, passando prima a 28 segni, successivamente addirittura a 33. Si pensa che, proprio in considerazione dei cambiamenti fonologici dei dialetti del Mare del Nord, la sequenza runica originaria abbia mostrato i primi mutamenti tra il IV e il VI sec. e che le etnie migrate in Britannia abbiano apportato ulteriori modifiche a partire da questa nuova serie. Nel futhark recente si passa da 24 segni a 16. La riduzione comporta, per gli studiosi moderni, delle ambiguità di lettura, in considerazione del fatto che un simbolo poteva avere anche più valori fonetici. La forma delle rune subì ulteriori modifiche, fino alle variazioni estreme che possono essere osservate nelle cosiddette rune di Hälsing, l’asta principale viene eliminata e rimangono così soltanto i ‘bracci’ secondari.  Quali sono le ipotesi sull'origine delle rune? Una delle ipotesi più accreditate vede l’origine della scrittura runica come l’atto finale di un processo di acquisizione e rielaborazione di un sistema mediterraneo da parte di un’altra tradizione non ben identificata; dopo un tempo imprecisato, rappresentanti di una cultura germanica sarebbero entrati in contatto con quegli intermediari e avrebbero acquisito la sequenza grafica. Vi sono alcune caratteristiche che presentano similitudini tra le rune e le sequenze presenti nelle regioni del nord-Italia, come per es. la variabilità della direzione e la semplificazione dei suoni doppi.  Si illustri dettagliatamente la cosiddetta "Oral-Formulaic Theory". Gli studi relativi alla poesia arcaica e alle tradizioni popolari posero l’attenzione sul fatto che nelle culture antiche il patrimonio poetico era il risultato del sommarsi di singoli canti affidati alla memoria. Lachmann, elaborò quella che è nota come Liedertheorie: i riteneva che i singoli canti venissero variati, ampliati nei dettagli da ogni cantore, il quale, per ottenere creazioni personalizzate, sfruttava elementi tradizionali di cui esistevano numerose variazioni. Negli anni ’30 del XX sec., con le indagini dei due omeristi M. Parry e A. B. Lord, si arrivò alla teoria “oralista” o “Teoria oral-formulare” basata sul rapporto tra composizione orale, improvvisazione e aspetti memoriali, attraverso la catalogazione di un notevole numero di testimonianze. Il poeta avrebbe a disposizione del materiale tradizionale che lo agevolerebbe nella composizione di un’opera nuova sul piano del contenuto, ma rispettando modelli metrici, stilemi formulari e un corpus lessicale definiti. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857  Perché dopo la conversione, i popoli germanici adottano l'alfabeto latino (o greco)? Si lllustrino almeno due esempi di adattamento dell'alfabeto operato dai popoli germanici. La conversione all’alfabeto latino o greco dei germani avvenne in seguito alla Cristianizzazione, per poter meglio interagire con il mondo classico, per esigenze culturali, economiche e giuridiche. Quando si trattò di inserirsi nella tradizione latina, per esempio mettendo per iscritto in latino le leggi e le consuetudini giuridiche proprie della loro cultura, l’adozione dell’alfabeto fu relativamente lineare. Quando, invece, si trattò di redigere documenti in una lingua volgare, fu necessario ricorrere ad attenti adattamenti grafici. Nell’adattamento si nota la scomparsa di simboli latini quali , , ; l’alfabeto venne comunque integrato da simboli quali (ash) per /æ/, la runa thorn e il segno per la fricativa dentale sia sorda che sonora /θ, ð/, la runa wynn per /w/ talvolta, per annotare la lunghezza delle vocali, venivano impiegati degli accenti. Il sistema grafico ideato in Inghilterra fu utilizzato successivamente anche in Scandinavia e Islanda Si reintrodussero infatti , e e si abbandonò la wynn ; inoltre si inserirono segni specifici per le vocali.  Si illustri la figura di Carlo Magno: epoca di attività, importanza dal punto di vista storico, politico e in special modo con riferimento alla Rinascita carolingia. Nel regno dei Franchi dell’VIII sec. si assiste a una fase cruciale per gli studi e la trasmissione culturale. Con i Carolingi, la cancelleria conosce una fase proficua, caratterizzata da una migliore gestione e da modalità più organiche di redazione dei documenti scritti, che viene unanimemente definita “rinascita”. a Carlo Magno, bilingue e dotato di una considerevole biblioteca personale, ma semi-analfabeta e privo di una cultura letteraria. Egli avverte l’esigenza di dotarsi di un apparato giuridico-amministrativo efficiente, obiettivo che cerca di realizzare con una serie di concili e la promulgazione di capitolari e missive, tra cui famosa è la Admonitio Generalis. Carlo fonda la scuola di palazzo, o Schola Palatina, un’accademia reale di studiosi con sede ad Aquisgrana, alla cui guida viene chiamato Alcuino di York. Fondamentale è l’influenza di Anglosassoni e Irlandesi, i quali sono invitati a dirigere scuole monastiche e scriptoria grazie alle loro competenze ermeneutiche ed ecdotiche.  Si illustri la figura di Alfredo il Grande: epoca di attività, importanza dal punto di vista storico, politico e in special modo con riferimento alla "Rinascenza alfrediana”. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 componimento encomiastico di alto valore stilistico, probabilmente influenzato dalla poesia scaldica norrena, dedicato alla vittoria di Athelstan re del Wessex. Il tono del poema è particolare perché, a differenza di quanto avviene solitamente nei componimenti eroici, qui il poeta non esalta le imprese dei singoli combattenti, piuttosto umilia i perdenti invece di onorarli e di sottolinearne fedeltà e coraggio nonostante la sconfitta. L’opera è caratterizzata da un uso maturo e corretto del metro allitterante e delle tipiche figure retoriche della poesia germanica antica.  Si elenchino i quattro più importanti manoscritti di poesia anglosassone (denominazioni e luoghi di conservazione, epoca di redazione); di uno a scelta, si indichino le opere contenute. Circa i due terzi dell’intero patrimonio poetico anglosassone sono tramandati da quattro manoscritti, datati tra la seconda metà del X sec. e gli inizi del successivo: Junius XI (Oxford, Bodleian Library, fine X-inizi XI sec.), Exeter Book (Exeter, Cathedral Library, metà X sec), Vercelli Book (Vercelli, Archivio Capitolare, ms. CVXII, fine X sec.), Nowell Codex (London, British Library fine X- inizio XI sec.). Il Vercelli Book è una raccolta di 3500 versi incentrati su temi evangelici e meditativi. L’analisi paleografica ha mostrato che il codice rimase in Inghilterra almeno fino a tutto l’XI sec. Esso comprende 23 omelie in prosa e i poemi Andrea, Fati degli Apostoli, il dialogo frammentario Anima e corpo I, Frammento Omiletico I, Sogno della Croce, Sant’Elena. Quest’ultima opera, la più lunga tra le quattro con la ‘firma’ runica di Cynewulf, è di origine colta e legata con la tradizione agiografica di area mediterranea.  Qual è la situazione dialettale dell'alto tedesco? Permette una ? normalizzazione? della lingua che possa essere compresa da tutti allo stesso modo? La situazione dialettale dell’alto tedesco prevede la presenza a sua volta di due dialetti, quello alemanno e quello bavarese che comporta l’impossibilità di normalizzare la lingua al fine di essere capita da tutti.  Si descriva la poesia allitterante di area alto tedesca: che tipi di attestazione possediamo? A che epoca risalgono? Verso la metà del IX sec., la letteratura tedesca antica conosce un interessante periodo di sviluppo. La cosiddetta Preghiera di Wessobrunn, in bavarese, contiene l’inizio di un poema sulla Creazione, forse risalente all’VIII sec. stato ipotizzato un influsso insulare, anche in considerazione del fatto che in Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 Inghilterra il tema dell’origine del mondo era molto apprezzato. Vi è inoltre una composizione piuttosto complessa e di difficile interpretazione sulla fine del mondo e sul Giudizio Universale, con una rielaborazione dell’Apocalisse di Giovanni: il cosiddetto Muspilli (830 ca.), proveniente forse da Salisburgo, quindi dall’area bavarese. Uno dei testi più famosi e studiati della letteratura tedesca antica è il Hildebrandslied, un carme di 68 versi mutilo della fine, trascritto verso l’820 nelle pagine di guardia di un codice miscellaneo latino originario di Fulda contenente materiale biblico e patristico.  Si parli dei maggiori esponenti dell'epica cavalleresca di area alto tedesca media, indicando anche le opere loro attribuite A partire dal 1170, si sviluppa velocemente una produzione letteraria di alto livello poetico, perlopiù concentrata nella Germania meridionale; la lingua di riferimento è l’alto tedesco medio, lo stile è quello aulico che caratterizza la letteratura cortese e gli aspetti tipici dell’idealizzazione sentimentale aristocratica. grande poeta del periodo cortese è Hartmann von Aue, attivo negli ultimi 20-30 anni del XII sec., I suoi romanzi noti sono: Erec, Gregorius, Iwein, Der arme Heinrich. Le sue opere sono caratterizzate da slanci lirici e introspezione religiosa, lo stile è limpido e chiaro; Hartmann è maestro nel verso breve rimato a coppie. Altro grande esponente del periodo classico è Wolfram von Eschenbach (attivo intorno al 1200-1220). Il suo romanzo principale è il Parzival, 25000 versi brevi rimati a coppie, Il linguaggio di Wolfram è artificioso e spesso definito involuto e oscuro. Gottfried von Straßburg, attivo intorno al 1210, del quale possediamo soltanto un romanzo, il Tristano. Il suo stile preciso e curato lo avvicina a Hartmann e lo allontana decisamente da Wolfram.  Che tipo di documentazione caratterizza la letteratura di area antico sassone? Si fornisca un elenco delle opere il più dettagliato possibile e se ne illustri la più famosa e importante. La tradizione scritta in antico sassone risente di questa situazione: la documentazione conosciuta è esclusivamente a carattere cristiano. Come per l’inizio delle altre letterature germaniche, anche in questo caso si tratta prevalentemente di testi necessari a una maggiore accettazione del Cristianesimo da parte del popolo sassone. Verso l’840 viene commissionata la Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 traduzione dei testi biblici in antico sassone: per questo viene composto il poema noto come Heliand, poema epico di ca. 6000 versi lunghi allitteranti, mancante della fine, è una versione armonizzata dei Vangeli. L’opera è preceduta da una prefazione in prosa e una in versi, che individuano le ragioni della composizione nella necessità di divulgare il nuovo credo. Il Heliand mostra caratteristiche dei dialetti ingevoni, ma anche l’influenza francone, dovuta alla supremazia franca. Con il titolo Genesi si intende un altro poema epico vetero testamentario conservato in tre frammenti di 330 versi circa del IX sec, incentrati sulla caduta degli angeli fino ad Adamo, su Caino e Abele e sulla distruzione di Sodoma.  Quali sono le caratteristiche della letteratura storiografica di area nordica? Si faccia anche uno o più esempi di opere storiografiche. A partire dal XII sec. si nota un’interessante produzione letteraria: per es. la più antica traduzione dell’Elucidarius, opera enciclopedica, e la Guida di viaggio per i pellegrini islandesi attribuita a Nikolás di Munkathverá. La produzione storiografica norvegese (in latino e norreno) non ha lo stesso peso e la stessa ampiezza documentaria di quella islandese. Nell’isola, infatti, essa è interessante per la tradizione poetica, il genere locale delle ‘saghe’ e l’imponente riflessione linguistica che prende forma in trattati grammaticali in volgare. Ari Thorgilsson, considerato l’autore dell’Íslendingabók, ‘Libro degli Islandesi’, sulla storia dell’Islanda dall’870 al 1118, Sæmundr Sígfsson il Saggio, al quale sono state attribuite opere in latino andate perdute. Snorri Sturluson è stato un politico e storico controverso. Una delle sue opere più famose è la cosiddetta Edda di Snorri cioè una trattazione dedicata all’arte degli scaldi, i poeti di corte, realizzata in un periodo in cui tale canone letterario sembra essere in declino.  Cosa sono le saghe? Di cosa trattano? Il sostantivo norreno saga (plurale sögur), affine al verbo per ‘parlare’, indica una composizione in prosa di lunghezza variabile, narrata da autori spesso anonimi, che ha avuto particolare fortuna in Islanda e Norvegia, fino a diventare un genere di grande successo, messo per iscritto solitamente nel XIII- XIV sec. Le saghe possono essere suddivise in gruppi a seconda del tema principale: le Íslendingasögur (Saghe degli Islandesi, che trattano della migrazione, della vita sociale sull’isola, di personaggi importanti e degli Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 greca, che comunque arrivano attraverso il latino, oppure attraverso il gotico. Es. gr. apóstolos > lat. apostolus; got. apaústaúlus; ags. apostol (ingl. Apostle) ‘apostolo’; gr. epíscopus > lat. episcopus; got. aípiskaupus, norr. biskup, ags. bisceop, ata. biscof, cfr. ingl. bishop, ted. Bischof ‘vescovo’. Anche i calchi hanno prevalentemente la funzione di far comprendere meglio determinati concetti del nuovo credo. L’evangelizzazione rappresenta un momento decisivo per la cultura dei Germani, comporta l’inizio di un processo di alfabetizzazione e propagazione della cultura scritta.  Si tratteggi la situazione dell'ingresso di prestiti dalle lingue germaniche nelle lingue romanze, in particolare nell'italiano: in che epoca sono avvenuti questi scambi linguistici, quali etnie hanno contribuito all'arricchimento lessicale dell'italiano, ecc. Se ne forniscano anche degli esempi (è sufficiente ricordare i termini in italiano e la sfera linguistica di cui fanno parte). Molte parole di origine germanica sono penetrate nel volgare che stava nascendo dal latino, l’italiano ha circa qualche centinaio di prestiti germanici. Questi scambi sono avvenuti tra il VI e il XI sec. Quando gli Ostrogoti, Franchi e i Longobardi hanno occupato la maggior parte della penisola italica. La parola italiana “anca” ha origine presunta dal longobardo; la parola “banda/bandiera” ha origine dal gotico, la parola “guerra” origine dal franco.  Di quale ceppo linguistico fa parte il germanico? Si indichino inoltre i tre sottogruppi delle lingue germaniche e le lingue germaniche moderne. Le lingue germaniche fanno parte del CEPPO LINGUISTICO INDEUROPEO che si estende dall’India all’Europa. I principali gruppi indoeuropei presenti sul territorio europeo odierno sono: lingue neolatine; lingue germaniche; lingue slave. I gruppi minori sono: lingue celtiche; lingue baltiche; albanese; greco. Le lingue indoeuropee sono flessive: esprimono la funzione delle parole all’interno della frase per mezzo di flessioni; inoltre hanno in comune buona parte del lessico, cioè sfruttano radici comuni. i dialetti si distinguono poi in tre gruppi: germanico orientale (gotico), germanico settentrionale (norreno), germanico occidentale (anglosassone, alto tedesco antico, antico sassone, antico frisone, longobardo).  Si illustrino i concetti di "proto-germanico" e "germanico comune". Il protogermanico si configura come uno stadio unitario che comprende i fenomeni che lo contraddistinguono rispetto all’indoeuropeo. Il germanico Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 comune riguarda una seconda fase che mostra i fenomeni comuni alle lingue germaniche; quindi si tratta di un insieme di dialetti. Il germanico è l’insieme delle forme linguistiche di base che aiutano a delineare il punto di riferimento a monte delle forse attestate.  Si elenchino le caratteristiche di ascendenza indoeuropea ereditate dal germanico e se ne descriva una a scelta. Le caratteristiche di ascendenza indoeuropea ereditate dal germanico sono: verbi forti, verbo essere, lessico, la concordanza dell’aggettivo con il nome. I verbi forti sono ben strutturati e mantengono l’apofonia: il paradigma del verbo binden, band, gebunden, ( rispettivamente: infinito, preterito, participio) presenta l’alternanza vocalica che aiuta a distinguere le voci verbali e letteralmente apofonia significa variazione della vocale radicale.  Si illustrino le caratteristiche del passaggio dall'indoeuropeo al germanico per quanto riguarda l'accento. La prima differenza tra indoeuropeo e germanico che è bene sottolineare riguarda l’accento. Nell’indoeuropeo esso era musicale e aveva una posizione libera; nel “germanico comune” l’accento si fissa sulla sillaba radicale, quindi non può mai trovarsi su prefissi o suffissi, che sono sempre atoni. Inoltre, l’accento germanico è di tipo intensivo, o espiratorio, vale a dire che la sillaba accentata viene pronunciata con maggior forza espiratoria. Come conseguenza dell’accento germanico intensivo i confini della sillaba si fanno meno netti; con la rizotonìa, la sillaba radicale viene messa in evidenza e con il tempo le atone si indeboliscono sempre più, fino a cadere. Si hanno quindi importanti effetti a livello fonetico, morfologico e sintattico. Si passa infatti da un sistema di tipo sintetico, dove le desinenze hanno funzione distintiva e indicano il valore della parola all’interno della frase, a un sistema di tipo analitico, in cui per evidenziare quelle stesse funzioni si utilizzano articoli, pronomi, preposizioni.  Si elenchino le caratteristiche esclusive del germanico. L’accento è di tipo intensivo, o espiratorio, vale a dire che la sillaba accentata viene pronunciata con maggior forza espiratoria; Vocalismo; Esito delle sonanti IE; Apofonia; prima mutazione consonantica; Legge di Verner; Declinazione debole; Semplificazione del sistema verbale.  Si illustrino le caratteristiche della categoria dei "verbi deboli" in modo dettagliato. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 I verbi deboli sono quei verbi che sono regolari a tutti i tempi e non si ha nessun cambiamento della vocale radicale del verbo. I verbi deboli rappresentano un’innovazione del germanico., costituiscono cioè una classe morfologica del tutto nuova rispetto all’indeoeuropeo Si tratta in genere di formazioni “secondarie”, ovvero derivate da nomi e aggettivi (denominativi) oppure da altri verbi. La coniugazione nell’intero paradigma dei verbi deboli avviene attraverso suffissazione: si distinguono così, diverse classi, ciascuna caratterizzata da un diverso suffisso, cui si aggiungono poi le desinenze delle varie persone. In base al formante si distinguono nelle lingue germaniche antiche tre classi di verbi deboli; una quarta classe è attestata solo per il gotico.  Si illustri il risultato della Linguistica Storico-comparata a riguardo delle affinità tra le lingue attestate. Le affinità tra le tre lingue, inglese tedesco e danese, sono evidenti. Infatti, esse sono simili dal punto di vista fonetico, morfologico, sintattico e lessicale. Le ricerche si sono concentrate sull’individuazione di una serie regolare di corrispondenze, che possono essere sistematizzate in leggi fonetiche. Le indagini condotte dalla Linguistica storico-comparata hanno saputo evidenziare le affinità evidenti tra le lingue attestate. Gli studiosi sono riusciti così a ricostruire idealmente lo stadio più o meno unitario da cui quelle stesse lingue sarebbero derivate, ossia la protolingua: questa si ottiene, infatti, dal confronto sistematico delle forme delle fasi linguistiche attestate e dalla valutazione degli elementi comuni a più idiomi.  Si illustrino i concetti di: "parentela linguistica", "legge fonetica", "parentela linguistica", "legge fonetica" (NON in forma di elenco, soprattutto puntato). La parentela linguistica è un concetto fondamentale nella linguistica storica e comparativa. Si riferisce al rapporto che intercorre tra due o più lingue che rappresentano diversi sviluppi di una stessa lingua. Ad esempio, le lingue neolatine (come l’italiano, il francese, lo spagnolo, ecc.) sono tutte imparentate perché rappresentano diversi sviluppi del latino. Per stabilire la parentela linguistica tra le lingue, abbiamo bisogno di un lessico comune per individuare le corrispondenze a livello fonetico e fonologico. Le leggi fonetiche, d’altra parte, sono mutamenti fonetici regolari intervenuti nella storia di una lingua o di una famiglia linguistica, che sono stati individuati Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857  Si illustrino a grandi linee le isoglosse goto-nordiche e gotico-alto tedesche antiche. Le isoglosse sono linee immaginarie che delimitano il campo di espansione di una parola o fenomeno linguistico. Queste linee aiutano a tracciare l’evoluzione delle lingue e le influenze reciproche tra di loro. Le isoglosse goto-nordiche rappresentano tratti fonetici e morfologici che risalgono ad un’epoca in cui i Goti erano in contatto con le popolazioni nordiche, prima di migrare verso l’Europa orientale. Queste isoglosse riflettono l’influenza linguistica tra i Goti e le popolazioni nordiche durante questo periodo di contatto. Le isoglosse gotico-alto tedesche antiche, d’altra parte, rappresentano tratti comuni tra il gotico e l’antico alto tedesco. Queste isoglosse possono essere il risultato di contatti linguistici tra queste popolazioni in vari stadi della loro evoluzione linguistica. In generale, la teoria delle isoglosse fornisce una buona integrazione alla teoria dell’albero genealogico delle lingue, in quanto riesce a spiegare tratti comuni tra lingue appartenenti a rami diversi. Questi tratti comuni sono spiegabili attraverso fenomeni di contatto tra le popolazioni parlanti queste varietà in vari stadi della loro evoluzione linguistica.  Si illustrino nel dettaglio le conseguenze dell'accento rizotonico. L’accento Rizotonico è fissato sulla sillaba radicale ed è diventato di tipo espiratorio (o intensivo). Con la rizotonia, cambia anche la funzione stessa dell’accento, che non è più elemento di distinzione sul piano morfo-semantico, ma diventa un elemento significativo per segnalare inizio e fine di parola: infatti, l’accento cade sulla sillaba radicale che generalmente è la prima; pertanto, l’inizio di parola risulta immediatamente evidente per chi ascolta. Le lingue germ. moderne come inglese e tedesco hanno tuttora questo tipo di accento, anche se in alcuni casi è ricomparsa la funzione distintiva dal punto di vista morfologico e lessicale. Il maggior rilievo dato alla pronuncia della sillaba radicale ha comportato, già nella fase di passaggio tra l’ie. e il germ., notevoli fenomeni di indebolimento nelle sillabe atone, sia delle vocali che delle consonanti. L’accento rizotonico ha inoltre contribuito all’indebolimento della frontiera sillabica. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857  Si illustrino nel dettaglio le caratteristiche dei passaggi fonetici: ie. A, O > germ. */a/; ie. /A:, O:/ > germ. */o:/. Eventualmente se ne forniscano anche degli esempi. Il sistema vocalico dell’indo-europeo subisce un riassestamento in germanico, infatti le vocali si riducono. Questo è un esempio di passaggio fonetico, un fenomeno che avviene quando i suoni in una lingua cambiano nel tempo. Nel dettaglio, i passaggi fonetici sono: Indo-europeo (IE) breve /a, o/ > Germanico (GERM) */a/ Indo-europeo (IE) lungo /a:, o:/ > Germanico (GERM) */o:/ Questi passaggi indicano che le vocali brevi /a, o/ dell’indo-europeo diventano */a/ in germanico, mentre le vocali lunghe /a:, o:/ dell’indo-europeo diventano */o:/ in germanico.  Si descrivano i fenomeni di innalzamento vocalico e abbassamento vocalico, fornendo eventualmente qualche esempio. L’innalzamento vocalico è una trasformazione che riguarda due vocali in posizione tonica, ovvero [o] e [e] derivanti dal latino E/I e O/U. In determinati contesti queste due vocali passano rispettivamente a i e a u. Ad esempio, l’innalzamento si verifica in due casi: [e] > i quando è seguita da l palatale o da n palatale: familia > faméglia > famiglia, graminea > gramégna > gramigna. Inoltre, [e] e [o] si chiudono rispettivamente in [i] e [u] se sono seguite da una nasale velare, cioè da una n seguita da una velare sorda [k] o sonora [g], come per esempio nelle sequenze -énk-,-ong-. Per quanto riguarda l’abbassamento vocalico, non ho trovato informazioni specifiche. Tuttavia, in generale, l’abbassamento vocalico può riferirsi a un cambiamento fonetico in cui la posizione della lingua durante l’articolazione di una vocale si abbassa. Ad esempio, in alcune lingue, una vocale alta come /i/ può abbassarsi a una vocale media come /e/ in certi contesti. Questo fenomeno è comune nelle lingue del mondo e può verificarsi per vari motivi, tra cui l’influenza di suoni circostanti o cambiamenti sistemici nel sistema vocalico di una lingua. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857  Si descriva dettagliatamente il fenomeno della metafonia palatale, precisando anche se è un fenomeno di tipo combinatorio oppure no, quali lingue germaniche la presentano e quali sono le vocali interessate. Con il termine “metafonia” si indica il mutamento della vocale radicale per l’influenza di suoni della sillaba seguente. È un fenomeno combinatorio. nel caso della metafonia palatale, si ha la palatalizzazione di vocali posteriori, mentre la metafonia labiale riguarda l’arrotondamento delle vocali anteriori. Ovviamente, questi fenomeni hanno causato l’aumento dei suoni vocalici nelle singole lingue germ. e in alcuni casi, ancora oggi, essi possono avere rilevanza morfologica: si pensi per es. alla formazione del plurale di alcuni sostantivi (ted. sg. Fuß ‘piede’, pl. Füße < germ. *fōtiz ‘piedi’). Gli ambiti interessati sono: la formazione del plurale nei sostantivi; la formazione dei comparativi; i verbi deboli con alternanza della vocale radicale al preterito; la formazione dei verbi deboli di I classe; la formazione dei derivati.  Si descriva dettagliatamente il fenomeno della metafonia labiale, precisando anche se è un fenomeno di tipo combinatorio oppure no, quali lingue germaniche la presentano. Questo fenomeno riguarda l’arrotondamento della pronuncia delle vocc. anteriori per effetto di /u, w/ della sillaba successiva. Si realizza soltanto in norreno e anglosassone ed è un fenomeno combinatorio. METAFONIA LABIALE IN NORRENO - La metafonia labiale interessa la pronuncia delle vocc. anteriori /i, e/, della voc. centrale /a/ e del dittongo /ai/, causato da /u/ o dalla semivoc. /w/ della sillaba successiva. got. handum, norr. hooǫndom, ags. handum ‘alle mani’ (D pl.) La desinenza contiene una voc. velare /u/, pertanto in norr. provoca la metafonia labiale della voc. radicale. METAFONIA LABIALE IN ANGLOSASSONE: L’influsso della voc. posteriore dà origine a una pseudodittongazione, con l’inserimento di un elemento velare di accompagnamento alla voc. radicale. La presenza di liquide o di labiali dopo la voc. radicale favorisce il fenomeno, che non si verifica se segue una velare. germ. */i/ > ags. /io/: got. silubr, norr. silfr, ags. siolufr (ingl. silver), ata. silbar (ted. Silber) ‘argento’. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 *kinnuz ‘mento’ > got. kinnus ‘guancia’, norr. kinn, ags. cin (ingl. chin), ata. kinni (ted. Kinn).  Si illustri nel dettaglio il fenomeno della palatalizzazione delle consonanti velari in anglosassone, fornendo anche qualche esempio. In anglosassone con la palatizzazione delle velari si ottiene una nuova serie di palatali che non sono presenti nelle altre lingue germ., dove si aveva soltanto la semivocale palatale /j/. Si tratta di un’isoglossa anglofrisone. Le velari sorda /k/ e sonora /g/ si palatalizzano dando esito di / / [č] e /j/ se sono davanti a voc. ʧ palatale primaria /i, e/ o semivoc. palatale /j/. A volte il fenomeno può realizzarsi anche se /i, e, j/ si trovano prima dell’occl. interessata. Si noti che con la palatalizzazione, si hanno due affricate / / e / / e una fricativa / /. ʧʤ L’esito palatalizzato /j/ della velare sonora trova corrispondenza con la ʃ semivocale palatale /j/. Per la pronuncia delle velari sorda e sonora, si deve porre attenzione a quali vocc. sono presenti. In caso di vocc. palatali /i, e/ che seguono o talvolta precedono la velare, si ottiene la palatalizzazione; nel caso in cui, invece, seguano vocc. posteriori /a, o, u/, le consonanti velari si conservano.  Si indichi cosa si intende con la denominazione "II Mutazione Consonantica", ponendo attenzione alla cronologia delle isoglosse. La II mutazione consonantica si sviluppa in varie fasi: 1) dentali (V-VI sec.) 2) labiali (VI-VII sec.) 3) velari (VIIVIII sec.). Ha interessato esclusivamente i dialetti dell’alto tedesco antico, ovvero Tedesco superiore e Tedesco centrale. La descrizione sistematica di questi fenomeni e la loro denominazione si devono a Jacob Grimm, il quale vedeva una relazione tra la I LV e la II LV. La II LV comprende tre isoglosse: nella prima le occl. sorde del germ passano a fricative sorde doppie in ata., se si trovano all’interno o in fine di parola dopo vocale. Le fricative sorde si semplificano se precede una vocale lunga o un dittongo, o se sono in fine di parola. Nella seconda le occlusive sorde del germ. passano ad affricate in ata., se si trovano all’inizio di parola, all’interno o in fine dopo consonante e nelle geminate. Nella terza le occl. sonore del germ. passano a occl. sorde in ata.  Si descriva il sistema consonantico dell'anglosassone e dell'alto tedesco antico. Il sistema consonantico dell’alto tedesco antico presenta la serie delle affricate, oltre ad altri mutamenti dovuti alla II LV. L’opposizione delle due serie di occl. e Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 delle fricative non è più basata sul tratto di sonorità, quanto piuttosto su quello più forte. Le occl. sonore del germ. sono passate a occl. sorde, successivamente si sono distinte in forti e leni. Le occl. sorde del germ. danno esito di fricative forti doppie o affricate a seconda del contesto. Le fricative forti doppie possono semplificarsi in fine di parola o dopo vocale lunga o dittongo. Le fricative leni sono semplici e continuano la serie delle fricative sorde del germ; le fricative forti sono una conseguenza della II LV e rappresentano un’innovazione dei dialetti alto tedeschi. Nel sistema consonantico dell’anglosassone è presente una serie di palatali che non ha riscontro nelle altre lingue germ., poiché in anglosassone è avvenuta la palatalizzazione delle velari. È stata indicata anche la fricativa sonora a livello di allofono per l’occl. Sonora. Con l’assordimento delle fricative sonore in fine di parola, sorgono delle fricative sorde e si ottiene, per es., un’opposizione di sonorità per le velari /γ ~ x/.  Si indichi cosa è l'Apofonia e quale importanza ha per il sistema verbale delle lingue germaniche. L’apofonia, o alternanza vocalica, è la variazione del timbro (apofonia qualitativa) o della lunghezza (apofonia quantitativa) della voc. radicale, con valore morfologico. Tale meccanismo rappresenta una delle caratteristiche di ascendenza ie. e si trova ancora nelle lingue germ. moderne ed è molto evidente nei paradigmi dei verbi forti e nelle forme corradicali. Spesso, all’interno di un paradigma o in presenza di forme corradicali diverse, si sono verificati casi di analogia che hanno causato dei livellamenti e la scomparsa di determinate distinzioni; ancora oggi, comunque, nelle lingue moderne l’apofonia ha valore distintivo. È stato ipotizzato che nella protolingua l’apofonia esprimesse delle opposizioni aspettuali, non più riscontrabili nelle lingue germ. a causa della ristrutturazione del sistema verbale intorno alla categoria del Tempo.  Si parli delle caratteristiche generali del sistema dei verbi forti delle lingue germaniche, indicando anche in quante classi sono suddivisi. I verbi forti sono raggruppati in sette classi in base a due criteri: - il tipo di alternanza vocalica (o “serie apofonica”) - lo schema radicale. La I, II, III classe sono caratterizzate dalla stessa serie apofonica di tipo qualitativo (cambia il timbro della vocale). La IV e la V classe hanno identica alternanza apofonica per i temi di inf., pret.sg. e pret.pl. con il grado allungato Ē. Nella VI classe, Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857 l’alternanza appare semplificata: ie. A,O (inf.) Ā,Ō (pret.sg.) Ā,Ō (pret.pl) A,O (part.pret.)  Si descrivano la IV e la V classe dei verbi forti, ponendo attenzione alle differenze tra di esse. Se ne fornisca anche un esempio. La quarta classe dei verbi forti è caratterizzata da una apofonia di tipo e/o sia qualitativa che quantitativa. La marca distintiva di un verbo forte della quarta classe è una nasale o liquida semplice. La quinta classe dei verbi forti presenta anch’essa una apofonia di tipo e/o sia qualitativa che quantitativa. Tuttavia, la marca distintiva di un verbo forte della quinta classe è una consonante diversa da nasale o liquida. in generale, i verbi forti sono caratterizzati da un cambiamento nella vocale radicale in diverse forme verbali4. Ad esempio, in tedesco, un verbo forte come “sehen” (vedere) cambia la sua vocale radicale nelle forme del passato: “sah” (ho visto) e “gesehen” (visto). Questo tipo di cambiamento vocale è tipico dei verbi forti.  Si parli dettagliatamente dei cosiddetti "verbi preterito-presenti". Se ne fornisca almeno un esempio. i verbi “preterito-presenti” sono di ascendenza ie., veicolano tratti aspettuali piuttosto che temporali, perché hanno valore risultativo. Dal punto di vista semantico, essi esprimono spesso modalità (potere, volere, dovere ecc.), dal punto di vista morfologico mostrano la forma del preterito forte, ma hanno significato di presente. Per la formazione del passato, questi verbi ricorrono al suffisso in dentale, mentre per l’infinito sfruttano il tema del preterito plurale. Possono essere suddivisi in sei classi in base alla serie apofonica che li caratterizza: Classe I “sapere”; Classe II “avere, possedere” Il tema del vb. termina in fricativa sorda; si ha alternanza grammaticale in tutte le lingue germ; Classe II “potere” Al pret., in norr. si osserva l’assimilazione; in ags. la nas. è caduta davanti a spirante e si è avuto l’allungamento di compenso della voc. che precede; in ata. la voc. radicale ha subito abbassamento; Classe IV “Dovere” Norr. skylda presenta metafonia palatale, poiché in origine si trattava di un congiuntivo in *-i-; in ags. il gruppo consonantico iniziale mostra pronuncia palatale. Al pret., in ags. e ata. si ha abbassamento vocalico. Scaricato da Ines Pellicano (inespelli77@gmail.com) lOMoARcPSD|16274857
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