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Apollo e Dafne Latino, Guide, Progetti e Ricerche di Latino

Apollo e Dafne, appunti/ricerca scuola superiore.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2020/2021

Caricato il 26/01/2023

ambrap1
ambrap1 🇮🇹

10 documenti

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Scarica Apollo e Dafne Latino e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Latino solo su Docsity! APOLLO E DAFNE Il mito di Apollo e Dafne è stato attestato per la prima volta nella Metamorfosi di Ovidio, in quanto si tratta di una vicenda che era già stata narrata precedentemente ma nessuna di queste versioni si era conservata. Nei versi di Ovidio in particolare, possiamo osservare la centralità del tema dell’amore ed una narrazione ricca di particolari visivi. La trasformazione, dunque il processo di metamorfosi vera e propria, viene colta da Ovidio nella sua evoluzione. Nei versi cantati da Ovidio, Dafne inizialmente viene descritta impaurita nel tentativo di allontanarsi per sfuggire da Apollo. Quest’ultimo appare invece come uno spasimante, dai biondi capelli e dall’aspetto eternamente giovane. Egli tenta di sedurre la donna senza risultati, arrivando a ricorrere alla violenza per farla sua. Ovidio invece, per quanto riguarda Dafne, fa riferimento alla bellezza della ninfa, la quale è evidenziata dall’immagine del vento che mette a nudo il corpo, spostandole i capelli e il suo abito. Apollo, stufo di lusingare la donna senza risultato, avanza la sua intenzione di conquistare la donna con la violenza. Ovidio presenta a proposito una similitudine e fa ricorso ad un’immagine visiva: Apollo viene paragonato ad un cane che insegue una lepre, ovvero in questo caso Dafne. Allo stesso modo egli ci propone la scena di Dafne impaurita che cerca di sfuggire dal suo predatore speranzoso, un’immagine realistica e descrittiva. La bellissima ninfa però è ormai senza forze, sfinita, dunque si rivolge alla terra per chiederle di trasformare il suo aspetto, in quanto esso è la causa dell’accaduto. A questo punto passiamo da una situazione di fuga, che presuppone il movimento, ad una situazione statica. Ora avviene infatti la metamorfosi e Dafne piano piano si trasforma: il petto viene cinto dalla corteccia, i capelli si trasformano in foglie così come le braccia in rami, i piedi si fissano in radici e il volto è oramai una cima d’albero. L’unico elemento che non subisce mutamento è la sua bellezza. Apollo viene rappresentato ora nell’atto di stringere e baciare l’albero, in quanto poteva ancora udire l’affanno di Dafne a causa della lunga corsa. Dafne però respinge questi segni d’affetto, nonostante Apollo sia determinato a possederla, e viene svelato che la ninfa è stata trasformata in alloro. Gli ultimi versi lasciano intendere l’accettazione da parte dell’alloro della sua condizione, ma ciò risulta ancora in dubbio.                                                                                                                                                            Osservando invece la scultura in marmo di Apollo e Dafne realizzata da Bernini, cogliamo che essa rappresenta il culmine del racconto, ovvero la metamorfosi. La scultura suggerisce il movimento, infatti mentre il braccio di Apollo afferra il corpo di Dafne, quest’ultima cerca di liberarsi. La trasformazione delle parti del corpo è la medesima che Ovidio cita nei suoi versi, così come l’espressione impaurita che possiamo cogliere e la bocca spalancata di Dafne a causa della fatica.                           La trasformazione di Dafne in lauro invece, proposta nella poesia di Gian Battista Marino, si apre subito con l’immagine ricorrente della veloce fuga di Dafne, ormai sfinita. Viene qui espressa la medesima similitudine del predatore che rincorre la sua preda, una fuga probabilmente ambientata in un bosco, ma questa volta Dafne viene paragonata ad una “cervetta”. Nei primi versi viene forse sottolineato con più attenzione i sentimenti della ninfa stanca, affaticata, piangente e
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