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Metodologia dell'insegnamento: il concetto di modello e metodo didattico, Appunti di Didattica Pedagogica

Il concetto di modello e metodo didattico, sottolineando come questi concetti sono strettamente connessi all'insegnamento e all'apprendimento. della ricerca didattica e dell'Instructional Design, che hanno messo in evidenza la necessità di considerare il contesto dell'azione di insegnamento e apprendimento per comprendere adeguatamente il processo didattico. Vengono presentati i concetti di modello didattico e metodo didattico, e vengono discusse le differenze tra approcci metodologici come metodi affermativi, interrogativi e attivi. Inoltre, vengono discusse i limiti formatuali e motivazionali dell'insegnamento tradizionale e la necessità di approcci didattici più attivi e significativi.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 27/08/2022

alessandra.123
alessandra.123 🇮🇹

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Scarica Metodologia dell'insegnamento: il concetto di modello e metodo didattico e più Appunti in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! QUESTIONI METODOLOGICHE Dall’apprendimento all’insegnamento • la ricerca didattica e, in par4colare, l'Instructional Design (ID), dà l'assunto che nessuna specifica teoria psicologica dell’apprendimento è in grado di sviluppare e descrivere adeguatamente il processo didattico se isolata dal contesto dell'azione di apprendimento e di insegnamento • Fino agli anni '90, il modello è stato il principio fondamentale della sistematizzazione teorica; recenti studi hanno definito una svolta pratica nell'azione didattica che ha reso il modello una "struttura in progress" della produzione teorica della disciplina della Didattica Il termine Modello nella Didattica • Il concetto di modello didattico che può essere sintetizzato come "un dispositivo teorico di natura progettuale e strategica, in grado di indicare una serie di possibilità operative (selezione di strategie didattiche, risorse, azioni didattiche concrete) in relazione a specifici contesti educativi. • Il modello didattico può anche essere considerate come schema concettuale con la funzione di guida alla pra7ca UNA CLASSIFICAZIONE DEI MODELLI CLASSE PROCESS-ORIENTED: L’ATTENZIONE E’ RIVOLTA AI PROCESSI DI APPRENDIMENTO DEGLI ALLIEVI; RIFERIMENTO AI MODELLI E AI RELATIVI METODI ISPIRATI ALL’ATTIVISMO PEDAGOGICO (Dewey…) CLASSE PRODUCT-ORIENTED: L’ATTENZIONE E’ RIVOLTA SUI FATTORI NECESSARI E SUFFICIENTI PER LA GENERAZIONE DELL’APPRENDIMENTO (Skinner….) CLASSE CONTEXT-ORIENTED: PARADIGMA ECOLOGICO (Bateson 1976; Bronfenbrenner, 1979) E DI MATRICE COSTRUTTIVISTA (Vygotskij; Morin; Maturana & Varela); IL FOCUS DELL’AGIRE DIDATTICO E’ CENTRATO SUI CONTESTI E SUGLI AMBIENTI D’APPRENDIEMNTO CONTEMPLANDO TUTTI GLI STRUMENTI DI SVILUPPO DEL POTENZIALE FORMATIVO DEI SAPERI METAFORE DELL’APPRENDIMENTO 1)Trasmissione (c. pre-definita, mente contenitore) 2)Costruzione (c. interpretativa, mente luogo di senso) 3)Partecipazione (c. negoziata, mente collettiva) 4)Transazione (c. processo continuo d’indagine, mente proiettata sull’ambiente) Il termine Metodo nella Didattica • In ambito educativo “una via razionale verso un obiettivo, uno scopo, un fine” • Si declina in una pluralità di “metodi”, essendo impossibile riferirsi a un’unica via universalmente percorribile • L’espressione METODOLOGIA si associa all’idea di percorso come discorso (logos) sul metodo: conoscenza e riflessione multiprospettica, generata dagli studi di settore, sulla natura del metodo e sui differenti metodi nella loro integrazione necessaria nell’agire didattico APPROCCI METODOLOGICI • METODI AFFERMATIVI: l’insegnante detiene la “verità”, all’allievo è richiesto un compito esecutivo-imitativi • METODI INTERROGATIVI: l’insegnante ricorre alla “maieutica”; dialogo profondo in cui le domande guidano l’allievo al ragionamento per fasi progressive • METODI ATTIVI: l’allievo apprende attraverso la propria attività, per scoperta, è posto di fronte al problema visto nella sua interezza e complessità. L’insegnante è consulente e aiutante. • SVILUPPO PERMISSIVO: l’allievo si autogestisce connettendo formale, non- formale, informale. L’insegnante ha il compito di stimolare offrendo e orientando verso ambienti e occasioni che incoraggino l’iniziativa. DESCRIZIONE 1. Si presuppone lesistenza di obiettivi progettuali univoci e de5initi; il risultato coincide con quello predeterminato. Limiti: non tiene conto della complessità del campo di azione umana. 2. Si pone laccento sulla problematicità del processo di progettazione che si arricchisce di informazioni in itinere: scambio interattivo tra azione progettuale e ambiente esterno. 3. Assume la massima importanza la dimensione dialogico-discorsiva tra gli attori coinvolti nell’azione. La progettazione diviene un costrutto dialogico che può prescindere dagli obiettivi di azione. 4) Collaborativo (approccio attivo e collaborativo). I suoi fattori caratteristici sono: controllo da parte dell'allievo; minore pre-strutturazione degli obiettivi; forte interazione tra pari. Il formato principale è il laboratorio, la lezione attiva con dibattito. Le tecniche principali sono l'apprendimento cooperativo, il peer-tutoring, la discussione e il dibattito. 5) Esplorativo (approccio attivo in azione). Le sue caratteristiche principali sono: il controllo da parte dello studente e la gestione autonoma dell'apprendimento; poca o nessuna pre- strutturazione delle informazioni; poca interazione con l'insegnante che assume il ruolo di motivatore. Il format è l'esperienza in una situazione (uscite didattiche, stage....). 6) Metacognitivo (approccio didattico con strategie di auto-apprendimento). I suoi fattori caratteristici sono: il trasferimento del controllo dall'insegnante all'alunno (auto-regolazione); la crescente capacità degli alunni di organizzare le informazioni; la riflessione degli alunni sui propri processi di apprendimento. I format appropriati sono tutte le situazioni che non sono esclusivamente trasmissive e, in particolare, la lezione metacognitiva (riflessione sui processi). Le tecniche sono quelle della metacognizione (ad esempio, la produzione di mappe concettuali), narrative e dialogiche. I FORMAT DIDATTICI • I FORMAT (STRUTTURAZIONE DELL’INTERVENTO DIDATTICO ENTRO UN CONTENITORE) SONO QUADRI DI RIFERIMENTO AI QUALI GLI INSEGNANTI POSSONO RIFARSI IN MODO PIU’ O MENO ESPLICITO • IN ALCUNI CASI I FORMAT POSSO CORRISPONDERE PUNTUALMENTE ALLE SPECIFICHE TECNICHE CHE LI CARATTERIZZANO E ALLE STRATEGIE ADOTTATE (COME QUANDO UN INSEGNANTE SCEGLIE DI SVOLGERE UNA LEZIONE FRONTALE IN MODO CANONICO) • MOLTO SPESSO PUO’ ESSERE USATA FLESSIBILITA’, IN QUANTO PUR ALL’INTERNO DI UN FORMAT DEFINITO, POSSONO SUBENTRARE VARIAZIONI SPECIFICHE • AD ESEMPIO RISPETTO AL FORMAT LABORATORIO POSSONO ESSERCI SOSTANZIALI DIFFERENZE DATE DA: AREA DISCIPLINARE, INTERDISCIPLINARE, CONTENUTI/ARGOMENTI, CONTESTI…. CLASSIFICAZIONE DEI FORMAT •LEZIONE •SEMINARIO •INTERVENTO DIDATTICO METACOGNITIVO •LABORATORIO •TRANSFER IN SITUAZIONE REALE LA LEZIONE •Lezione frontale (anticipativa, narrativa) •Lezione con dibattito •Lezione integrativa •Intervento di teorizzazione •Lezione di approfondimento LEZIONE FRONTALE • Esposizione fatta di seguito su un argomento dato. • Si sviluppa a partire da esempi o da casi proposti come stimolo (es. lettura su libri di testo o altri materiali). • Può svilupparsi come risposta a domande individuate nell’analisi dei bisogni. • Può includere l intervento di esperti o altre voci competenti nel campo: Situazioni consigliate: presentazione di contenuti; formazione di base relativa alla prima area di competenza (saperi teorici); informazione; alfabetizzazione scientifica. Strumenti: oralità; mediatori didattici (lucidi, power point); schemi, mappe; proiezioni di filmati; presentazione di oggetti; può stimolare quesiti nella platea senza aprire dibattito. Lezione frontale anticipativa • Lezione breve in cui si presentano sinteticamente, con linguaggio semplice, concetti o “modelli” di anticipazione. • Acquisizioni fondamentali di ciò che dovrà essere appreso. • Si richiama al concetto di organizzatore anticipato (advance organizers) (Ausubel, 1963). Può essere impostata come lezione-dibattito. Calvani, 2011 Lezione frontale narrativa • Assume il carattere di racconto. • I concetti passano attraverso “buone storie” • Schema inizio-problema-azione- conclusione. • Mediatori didattici multimediali (narrazione, orale, storytelling come casi, fiabe, racconti, letture, filmati, narrazioni digitali….). • Variante: presentazione di casi. Bruner, 1996; Schank, 2011 Lezione ATTIVA con scambio e dibattito • Vengono predisposti di ruoli: presidente (conduzione e mediazione); eventuale esperto; animatore d’aula. • La lezione dibattito con approfondimento di temi può seguire una lezione frontale. • I focus di discussione sono presentati con domande stimolo. Può assumere la struttura di: • Lezione-intervista (il docente invita un gruppo preparato in precedenza a rispondere a domande della platea). • Lezione sondaggio con domande e interventi liberi. • Lezione-studio (gruppi di lavoro; presentazione degli elaborati dei gruppi). Lezione integrativa • Intervento di integrazione, completamento o organizzazione di attività pratiche (laboratori, seminari, analisi di prodotti elaborati dalla classe o gruppo). • Introduzione a compiti di studio personali da svolgersi autonomamente prima della lezione. • Scelta della tecnica (Cooperative Learning, Jigsaw, Tutoring….). • Preparazione e formattazione del materiale in sintesi (supporto cartaceo, digitale, filmico…). • Esercitazione in plenaria per gruppi. Intervento di teorizzazione • Si situano in contesti laboratoriali • Hanno lo scopo di mettere in evidenza gli aspetti teorici di un’attività pratica • Fanno riferimento alle strategie metacognitive che inducono riflessione teoria-pratica-teoria • Multimedialità come mediatore didattico Lezione di approfondimento • Segue lezioni precedenti • Ha la funzione di rinforzare i concetti presentati, di esemplificare o di chiarire • Prevede l’uso di mediatori differenziati dalle lezioni precedenti • Può avvalersi di tecniche attive (giochi, simulazioni, problem solving), narrative (storytelling, narrazioni, analisi di caso), collaborative (coopertive learning…..) Intervento metacognitivo (benchmark lesson) •Si differenzia dalla frontale perché l’insegnante organizza e pianifica, insieme alla spiegazione verbale, anche attività e dimostrazioni pratiche in più sequenze. •Si compone di 4 momenti diversi, anche in giorni diversi. •Lezione a carattere riflessivo. Brown, Campione, 1990 1)ATTIVAZIONE E SINTONIZZAZIONE § Introduzione del nuovo argomento tramite organizzatori anticipati § Rappresentazione delle pre-conoscenze (matrice cognitiva con funzione diagnostica) § Riflessione iniziale di tipo predittivo 2) ACCRESCIMENTO E SVILUPPO DELL’ARGOMENTO § Presentazione dei nuovi concetti con azione di ancoraggio alle pre-conoscenze § Contestualizzazione delle nuove conoscenze § Riflessione 3) DISCUSSIONE E NEGOZIAZIONE § Scambio della comprensione da parte degli studenti a coppie o piccoli gruppi (analisi degli appunti, dei materiali…) § Fissazione dei punti poco chiari o suscettibili di approfondimenti § Brainstorming e ripresa di alcuni concetti la riflessione degli alunni sui propri processi di apprendimento. I format appropriati sono tutte le situazioni che non sono esclusivamente trasmissive e, in particolare, la lezione metacognitiva (riflessione sui processi). Le tecniche sono quelle della metacognizione (ad esempio, la produzione di mappe concettuali), narrative e dialogiche. ---La tecnica è un insieme più o meno coerente di mezzi, di materiali, di procedure, che può avere finalità in sé e che può essere al servizio di metodi didattici differenti (Mialaret, 1974) --- La tecnica didattica è l'insieme, la successione dei procedimenti impiegati per sviluppare un processo di apprendimento e un'azione educativa. Una tecnica corrisponde ad un insieme di azioni concrete stabilizzate che si scompongono in procedimenti, ciascuno dei quali ha il suo modo d'impiego. La spiegazione - PROCESSI COMUNICATIVI ADEGUATI AGLI OBIETTIVI; - SVILUPPARE COMPETENZE DI ASCOLTO; - ATTENZIONE ALL’ESPLICITAZIONE DEI LEGAMI TRA I CONCETTI; - UTILIZZO DI ESEMPLIFICAZIONI; - SERVE A PRESENTARE CONCETTI, A SOTTOLINEARE RELAZIONI TRA FATTI, A EVIDENZIARE CONTRADDIZIONI; - ATTENZIONE AL LINGUAGGIO, PRECISIONE NELL’USO DEI TERMINI CONTESTI CONSIGLIATI: INTRODUZIONE A TEORIE; PRESENTAZIONE DI NUOVI ARGOMENTI; EVIDENZIAZIONE DI ASPETTI PROBLEMATICI EMERSI DURANTE ALTRE LEZIONI; NECESSITA’ DI RISPOSTA A DUBBI E QUESITI RIMASTI IRRISOLTI. ARGOMENTAZIONE E DISCUSSIONE STIMOLAZIONE DELLA DISCUSSIONE ATTRAVERSO: • PRESENTAZIONE DI CASI; • FILMATI; • PROIEZIONE DI DATI; • ORGANIZZATORI ANTICIPATI (Ausubel) La comunicazione avviene secondo un modello decentrato. Il ruolo del conduttore diviene indiretto e di facilitazione dello sviluppo della comunicazione. CONTESTI CONSIGLIATI: INSEGNAMENTO DI CONCETTI PARTICOLARMENTE CONTROVERSI; POTENZIAMENTO DI ABILITA’ RELAZIONALI NEL GRUPPO DI DISCENTI; INSEGNAMENTO DI CONCETTI PER LORO NATURA AMBIGUI E INFLUENZATI DA RAPPRESENTAZIONI INGENUE; INSEGNAMENTO DI COMPETENZE IN CUI SIA NECESSARIO SAPER ESPRIMERE EFFICACEMENTE LA PROPRIA OPINIONE; LAVORI DI GRUPPO. CONVERSAZIONE CLINICA • Valorizza la peculiarità di pensiero di ogni soggeQo. • Colloquio clinico (Piaget) per indagare sui processi di ragionamento • Strumento per esplorare le conoscenze spontanee dell'alunno • Scopo far emergere le pre-conoscenze • Intervista semistruQurata che si arAcola in: 1. Domande - sAmolo, predisposte in precedenza, in forma aperta e di caraQere generale le cui risposte il docente ascolta con aQenzione, senza esprimere dissenso 2. Domande di specificazione per sollecitare risposte più chiare e meditate • L ‘insegnante riformula le risposte, servendosi delle precisazioni che la classe suggerisce, in modo da consenAre agli alunni di rendere esplicite a se stessi e agli altri le proprie idee, rifleQerci e confrontarsi. Metaplan • E’ una tecnica di facilitazione basata sulla visualizzazione • Si traQa di una tecnica molto uAlizzata nella gesAone dei processi di comunicazione dei gruppi di lavoro ed è basata sulla raccolta di opinioni dei partecipanA e la loro successiva organizzazione in blocchi logici fino alla formulazione di piani di azione in cui evidenziate le problemaAche e le possibili soluzioni • E’ molto usato nella progeQazione partecipata e permeQe ad esempio di gesAre con efficacia una discussione di gruppo. • Può essere una tecnica di conduzione di aPvità di problem solving o analisi di caso Brainstorming E’una tecnica che mira a stimolare l’interazione cogniAva del gruppo classe aQraverso la raccolta delle idee. Le sue fasi sono • definizione del problema • definizione delle regole del brainstorming • raccolta delle idee • discussione collettiva • selezione delle proposte più valide INSEGNAMENTO RECIPROCO (TUTORING) GIOCO DI RUOLO DOVE IL RUOLO DOCENTE VIENE A TURNO SCAMBIATO TRA I DISCENTI; SI SCAMBIANO I RUOLI ED ANCHE I PUNTI DI VISTA ARGOMENTATIVI. • Modalità: formare coppie o gruppi con diverse competenze e abilita’ (padronanze esperte distribuite); • le conoscenze devono essere interdipendenti per divenire risorsa per l’intero gruppo. Contesti: lavorare con gruppi con competenze differenti; integrazione; consolidamento. ANALISI DI CASO • STUDIO DI CASO (DESCRIZIONE ANALITICA DI UN FENOMENO, DIMOSTRAZIONE); • CASO-PROBLEMA (APPROCCIO METODOLOGICO PROBLEM POSINGPROBLEM SOLVING); • AUTOCASO (CASI ESPERENZIALI PREPARATI INDIVIDUALMENTE O DAI COMPONENTI DEL GRUPPO) QUANDO… • Utilizzo di casi da presentare di cui l’insegnante ha dominio (Riesbeck, Schank, 1989) • I casi devono essere scelti adeguatamente in modo che da essi si possano trarre spunti per operare approfondimenti e generalizzazioni. • Strategia narrativa (esempi raccontati anche a sfondo biografico e autobiografico- processi di empatia); • Modello dinamico della memoria (Schank, 1982): esperienze personali sottoposte a riflessione, astrazione di dati, emozioni, cognizioni. COME PRESENTARE I CASI • Nel momento in cui i soggetti sono predisposti e dimostrano interesse per il tipo di situazione presentata perché vicino all’esperienza o proiettabile nel futuro del sé. • Forte legame tra l’esperienza in corso e il caso presentato. vista altrui. I risultaA di questo procedimento sono generalmente: rafforzare la flessibilità e la spontaneità dei comportamenA ed aumentare la capacità di guardarsi dentro e la sensibilità verso gli altri; • 2. Soliloquio: avviene quando il trainer può interrompere uno degli aQori ed aQraverso un’intervista spingerlo a esprimere ad alta voce pensieri ed impressioni finora non chiaramente espressi; • 4. Role-playing mulAplo: il gruppo viene suddiviso in soQo gruppi ciascuno dei quali sperimenta separatamente i ruoli assegnaA. Poi si analizza, in seduta comune, il comportamento di ogni gruppo e ciò risulta parAcolarmente uAle per la discussione; • Rotazione dei ruoli: risulta parAcolarmente efficace quando si vogliono soQoporre tuP i partecipanA ad un determinato ruolo, uno dopo l'altro. Si raccoglie, così, al termine una vasta serie di comportamenA come risposta ad uno sAmolo idenAco, con evidenA vantaggi ai fini formaAvi. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di chiedere ad ogni membro del gruppo di impersonificare un soggeQo alle prese con un problema moAvando a fornire una determinata quanAtà di informazioni e di idee volte alla soluzione di un complesso problema per poi comparare la dinamica dell’intervista. METODI E TECNICHE COOPERATIVE • Approccio che privilegia strategie di “mediazione sociale” in contrapposizione con strategie a “mediazione dell’insegnante”. • “Un insieme di tecniche di conduzione della classe, nelle quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti” Tecniche di discussione e confronto Facilitano i processi di scambio cognitivo, espressione delle differenze, creazione di codici comuni, esecuzione di compiti a tavolino. Si basano sull’assegnazione di nuovi stimoli, e le più frequenti sono: individuo, coppie, sottogruppo (gruppo diviso in parti o sotto — insiemi). Phillips 6x6 (sottogruppi di sei persone riunite in tre fasi di sei minuti ciascuna; serve per far approfondire i temi); Acquario (un sottogruppo si siede in cerchio al centro della stanza, l’altro lo osserva, al termine si discute insieme di ciò che è accaduto); Controversia (si discute un tema divisi in due sottogruppi, simulando posizioni contrapposte; scambio e discussione, inversione dei ruoli). Terniche di ideazinne La strategia tra metodi e tecniche * Comportamenti e dispositivi messi in atto dall'insegnante nell’organizzare e gestire la didattica. * Strategie espositive quando è centrale l’attenzione sugli aspetti contenutistici dell’insegnamento * Stretegie euristiche quando l’attenzione è centrata sui modi di apprendere dell'alunno. * Le strategie didattiche sono le unità basiche che entrano a far parte dei modelli d'istruzione. * Per la loro comprensione serve un approccio globale considerando l'insieme dei vari format entro cui si sviluppano, il ruolo più o meno attivo dell'insegnante, le tecniche scelte e ), altri elementi presenti come ad esempio figure tutoriali, compagni, sussidi, supporti tecnologici. LE TECNOLOGIE NELLA DIDATTICA E FORME ORGANIZZATIVE DELLA DIDATTICA «La tecnologia oggi è ‘ ricerca e rielaborazione teorica circa l’applicazione e l’uso di strumenti tecnici, regole e conoscenze, a scopo pratico, per risolvere problemi, prendere decisioni, scegliere strategie , ottimizzare procedure». (Menichetti, 2017) « […]definisce sia lo strumento che consente la soluzione di problemi di varia natura, sia la tecnica che combina risorse per conseguire specifici risultati, quali la realizzazione di un prodotto, la risoluzione di un problema, la risposta ad esigenze/desideri, ma anche l’attività che forma o cambia una cultura» LA CONOSCENZA TECNOLOGICA (KNOWLEDGE TECHNOLOGY) Conoscenza delle tecnologie: tradizionali (libro, lavagna-ardesia) Semi-tradizionali ( macchina fotografica, telecamera) Nuove tecnologie digitali (computer, software) Conoscenza tecnologica dell’insegnante= saper tradurre le potenzialità delle tecnologie nella soluzione di problemi pedagogici specifici e situati in un determinato contesto Conoscenza situata006)
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