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Approfondimento pitirim sorokin, Guide, Progetti e Ricerche di Sociologia

Ricerca sulla sociologia dello studioso russo Sorokin, concentrata sullo studio dell'amore creativo altruistico

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

Caricato il 20/12/2020

ccasellii
ccasellii 🇮🇹

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Scarica Approfondimento pitirim sorokin e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Sociologia solo su Docsity! PITIRIM SOROKIN: SLIDE 1: Sorokin, come già abbiamo visto, è stato un sociologo russo naturalizzato statunitense. Egli può essere definito un pensatore sociale dedito all'osservazione scientifica che non si accontentò mai di una razionalità puramente tecnica. Abbiamo già avuto modo di vedere come alcuni sociologi, vedano come possibile soluzione del dramma moderno il recupero nei rapporti sociali di sentimenti come l’amore e la solidarietà, ad esempio Bauman nel libro già approfondito “amore liquido”. In quest’ambito Sorokin può essere definito un pioniere, poiché andò alla ricerca di un modello alternativo delle relazioni umane, riscoprendo esigenze diverse dai comuni oggetti di studio delle scienze sociali e facendo dell’amore una vera e propria categoria sociologica. Prima di arrivare però alla sua idea di necessità di un “amore creativo”, occorre spiegare la base del suo pensiero. SLIDE 2: Nel suo ampio percorso di studi Sorokin ha analizzato ambiti differenti, concentrando particolare attenzione sull’analisi dei processi di stratificazione gerarchica e sulla mobilità della società Per quel che concerne la stratificazione sociale, egli notò che da sempre nella società sono presenti strati gerarchicamente sovrapposti, entro i quali le persone si distribuiscono. La base della divisione risulta essere la disuguaglianza, elemento secondo lui ineliminabile. All’interno di ogni gruppo sociale infatti, vi è sempre una distribuzione gerarchica basata su principi di ordinamento. Nonostante non esista un principio unico, per Sorokin i tipi principali sono quello economico, politico e professionale. Ogni società dovrebbe quindi essere studiata tenendo conto di ciascuna delle forme di stratificazione. La mobilità sociale viene invece definita come “il passaggio di qualsiasi cosa sia stata creata o modificata dall’attività umana da una posizione sociale ad un’altra”. Essa non si riferisce quindi solo ai singoli individui, ma anche a gruppi sociali. Il movimento al loro interno è reso possibile dai “canali della mobilità sociale”, ovvero istituzioni che gli consentono di passare da uno strato all’altro, come ad esempio la Chiesa, le organizzazioni politiche, la famiglia attraverso il matrimonio. Lo studio della stratificazione, insieme a quello sulla mobilità sociale, ha lo scopo di analizzare sia il movimento degli individui all’interno dello spazio sociale, sia le conseguenze che essi comportano sulla struttura sociale. Nonostante non sia possibile individuare una legge generale del mutamento, si può indagare la variazione delle posizioni sociali degli individui, ossia le loro relazioni con altre persone o fenomeni sociali. SLIDE 3: Nell’insieme Sorokin guarda positivamente all’aumento della mobilità nelle società industriali, ma al contempo mette anche in luce gli aspetti negativi ed i possibili rischi a cui questa tendenza può portare. Se un uomo rimane per tutta la vita nella stessa condizione, il suo comportamento diventa inevitabilmente rigido e inflessibile. All’opposto però, i cambiamenti troppo frequenti costringono gli individui a un continuo riadattamento, che genera superficialità e instabilità, fino al punto di generare disturbi mentali. Se le società senza mobilità sono rigide e chiuse, quelle in cui è in eccesso diventano fragili e instabili. Difficile raggiungere quindi un equilibrio, in mancanza del quale prima o poi la società entra in crisi: incoraggiando infatti individualismo ed antagonismi, aumenta l’isolamento sociale e psicologico, che causa il decadimento della società stessa. Riprendendo Durkheim, anche Sorokin ritiene che uno degli effetti negativi di una società con un alto tasso di mobilità, possa essere l’aumento dei suicidi, poiché si assiste alla caduta dei vincoli di solidarietà, con conseguente perdita del sentimento di appartenenza. SLIDE 4: La sociologia sorokiniana è una scienza indipendente dalle altre scienze naturali e sociali. Il rischio che Sorokin intravvedeva nelle analisi dei suoi contemporanei, era quello dell’iperspecializzazione della sociologia: vittima della “quantofrenia”, i sociologi tendono a studiare sempre più ambiti specialistici, privandosi di una visione d’insieme della contemporaneità e risultando incapaci di trasmettere un messaggio al di fuori dell’accademia. In questo senso, la sociologia sorokiana risulta anche critica, poiché evidenzia le contraddizioni più profonde della società in cui vive, denunciando la tendenza statistico-induttiva che la contemporaneità ha intrapreso. Egli non si lascia però imprigionare dalle costruzioni disciplinari che portano a settorializzare la professione del sociologo. Il suo pensiero risulta infatti inconciliabile con l’utilitarismo sociologico ed il funzionalismo prevalenti nella seconda parte del novecento. Per lui il compito della scienza sociale è duplice: essa, pur analizzando fenomeni più specifici, deve mantenere una visione d’insieme della realtà socioculturale, senza rinunciare alla propria indole critica, messa a repentaglio dal legame sempre più forte con logiche ‘altre’ (su tutte la logica del mercato). SLIDE 5: La sua ricerca sociale non si esaurisce nell’individuazione delle cause immediate dei fenomeni storici: come dice Tommaso Sorgi, la sua può essere definita una “sociologia del profondo”. Come confermano i titoli dei suoi testi “La mobilità sociale” e “La dinamica sociale e culturale” per lui la società è dinamica, caratterizzata da fluttuazioni socioculturali cicliche condizionate da specifiche mentalità culturali che accomunano diversi ambiti della società (quello religioso, economico, scientifico) che per quanto diversi, presentano tratti comuni dovuti alla mentalità dominante. Nella sua opera “Social and Cultural Dynamics” identifica quindi un sistema ideazionale (dove l’unica conoscenza è rivelata da Dio), uno idealistico (in cui la verità è fondata sulla ragione) ed uno sensistico (dove l’unica verità è quella dei sensi). Questi sistemi risulterebbero essere ciclici, ed al momento l’umanità starebbe attraversando una fase transitoria tardosensista, dalla cultura sensista a quella spiritualistica. A partire dagli anni Trenta del Novecento infatti, Europa e America attraversano una fase intermedia, poiché dopo la grande creatività economica, scientifica e tecnica dell’Ottocento, il loro sistema socioculturale si è disintegrato, sostituendo la creatività iniziale con l’edonismo. La cultura sensistica ha permesso all’umanità delle sorprendenti conquiste, ma non le ha dato la capacità di controllare la sua cupidigia, diventando per sé stessa un pericolo crescente. SLIDE 6: Per contrastare la disgregazione tardosensista, Sorokin afferma sia necessario riscoprire le forze positive che nonostante tutto continuano ad agire nella vita sociale, soprattutto l’amore, l’altruismo e la collaborazione. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nasce in lui l’idea di studiare scientificamente l’amore altruistico e creativo, al fine di elaborare un piano generale per la ricostruzione dell’umanità. A tal fine crea una nuova disciplina denominata “Amitology”, che studi il comportamento altruistico al fine di individuare un modo per diffonderlo fra gli individui e le istituzioni sociali. Solo la rinascita di valori spirituali e religiosi permetterà all’Occidente di uscire dalla grande crisi e stabilire un nuovo ordine sociale e culturale, dove le relazioni sociali non siano più contrattuali-utilitaristiche, ma di tipo affettivo- comunitario. L’educazione altruistica non deve fare affidamento sulla persuasione razionale. Gli argomenti razionali infatti producono un altruismo ideologico non in grado di influire sul comportamento pratico (lo dimostra la sua abbondanza nella società attuale, in cui però esso non in grado di tradursi in altruismo comportamentale). L’educazione altruistica deve toccare l’emotività dell’individuo. Per questo anche la sociologia necessita un’anima, il ritrovamento di un centro da cui ripartire. Nel suo libro “il potere dell'amore”, egli si dedica quindi ad un’analisi sistematica dell'amore, consapevole che "l'amore disinteressato ha enormi potenzialità creative e terapeutiche, molto più di quanto non pensi la maggior parte delle persone”.
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