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approfondimento su Le Corbusier, Appunti di Urbanistica

approfondimento suvita e progetti dell'architetto e urbanista Le Corbusier

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 26/01/2019

Si1234567
Si1234567 🇮🇹

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Scarica approfondimento su Le Corbusier e più Appunti in PDF di Urbanistica solo su Docsity! Storia della città e del territorio APPROFONDIMENTO SUL PROGRAMMA SVOLTO 2017-2018 Silvia Belotti Alberto Casella Tancredi De Francesco 1 LE CORBUSIER dall’individuo all’armonia urbana 1. LA FIGURA DI LE CORBUSIER ..……………………………………………………………………………………. pg. 2 2. ALCUNI STUDI ………………………………………………………..………………………………………………….. pg. 2 - Le Modulor - L’unitè d’abitation - I cinque punti dell’architettura 3. PROGETTI URBANI - Une ville contemporaine (1922) ……………………………………………………………………………. pg. 4 - Plan Voisin (1922-1925) ……………………………………………………………………………………….. pg. 5 - Ville Radieuse (1933) ………………………………………………………………………………………..….. pg. 6 - Chandigarh (1953) ……………………………………………………………………………………….…….… pg. 8 4 Un’altra innovazione è rappresentata dal tetto abitabile (o tetto giardino, secondo i "Cinque punti"), il quale, grazie all’utilizzo del calcestruzzo armato, può essere adibito a diverse funzioni sociali e sarebbe potuto divenire, secondo le idee dell’architetto, un enorme giardino pensile che restituisce il verde tolto dal cemento. Osservando il basamento si può notare l’adozione dei pilotis, a forma di tronco di cono rovesciato, per sorreggere tutto il corpo di fabbrica, separando le abitazioni dall’oscurità e dall’umidità derivanti dalla collocazione a terra, ma, soprattutto, rinunciando definitivamente alle mura portanti e quindi affidando il sostegno del solaio ai soli pilastri. L’ennesima intuizione si può evincere dall’arretramento degli stessi pilastri rispetto al filo dei solai. Questa tecnica consente uno sviluppo della facciata indipendente dal resto dell’appartamento e in particolare permette l’utilizzo di finestre a nastro, capaci di scorrere lungo la parete e di fornire un’illuminazione eccellente. Questo complesso ospita appartamenti di 23 tipi, destinati a diversi tipi di famiglia: vi erano alloggi pensati per persone singole, ma anche altri predisposti per famiglie con figli. Il principale contributo di questo progetto all’architettura moderna consiste nell’aver concepito la costruzione di abitazioni ed edifici come fatti per l’uomo e costruiti a misura d’uomo. Egli infatti ha dichiarato che “L'opera è là sorta senza regolamenti, anzi contro disastrosi regolamenti. Fatta per gli uomini, a misura umana, nella robustezza delle tecniche moderne manifesta lo splendore del cemento armato. Le risorse sensazionali della nostra epoca, sono messe a servizio dell'uomo”. I CINQUE PUNTI DELL’ARCHITETTURA Nel 1926 Le Corbusier pubblica “i 5 punti di una nuova architettura” un documento fondamentale per la storia dell’architettura moderna, dove aveva esposto in forma sistematica le sue principali teorie architettoniche. L’edificio concepito come la perfetta sintesi formale e funzionale dei cinque punti dell’architettura è sicuramente Ville Savoye. Secondo il maestro un edificio doveva essere caratterizzato dalla presenza di: 1. Pilotis – Con l’uso del cemento armato la casa non è più costretta ad adagiarsi sul terreno, ma può sollevarsi dal terreno umido. 2. Tetti giardino – Con i solai in cemento armato il tetto non deve più essere inclinato, può essere piano e praticabile, e quindi trasformarsi in giardino, ulteriore elemento di comunicazione tra ambienti interni ed esterni. 3. Pianta libera – La struttura in cemento armato non vincola più la pianta ai muri portanti e consente una integrale libertà compositiva degli spazi interni, più ampi e funzionali. 4. Finestre a nastro – Le facciate sono elementi leggeri in cui possono aprirsi finestre da un’estremità all’altra: la luce può invadere gli spazi interni. 5. Facciata libera – Così come la pianta, anche la facciata, una volta liberata dalla opprimente coincidenza con i muri portanti, può avanzare rispetto ai pilastri. Sezione schematica della Unité d'Habitation Giovanni Oggiana, Storia dell’Architettura. Le Corbusier. http://www.galinsky.com/b uildings/savoye/ 5 I PROGETTI URBANI UNE VILLE CONTEMPORAINE La teoria di Le Corbusier sulla città del ‘900, in contrapposizione con quella di Howard, sostiene che essa sia una grande concentrazione umana e di attività essenzialmente direzionali. Questa teoria viene esplicata a partire dal progetto di Une Ville Contemporaine presentata nel 1922 al Salon d’Automne. Essa è del tutto indipendente da una qualsiasi realtà territoriale esistente, uno schema attraverso il quale manifestare un diverso modo di percepire la progettazione urbana: il progetto presenta una serie di grattacieli in grado di ospitare ciascuno da 10.000 a 50.000 persone, ma distanziati ampiamente tra loro da aree verdi e strutturata con una chiara forma viaria, in cui il traffico automobilistico è separato rigorosamente, anche nel livello altimetrico, dai percorsi pedonali a terra. Le Corbusier vuole non solo realizzare la casa secondo i canoni del Le Modulor, ma anche un nuovo ambiente costruito che sia nella sua interezza a misura d'uomo. Il progetto in questione non è stato pensato per essere applicato su una città specifica avendo come intenzione di formulare i principi base per un’urbanistica moderna. Principi da intendere come regole da seguire nell’ambito della progettazione contemporanea. L’architetto dispone una trama viaria con arterie ortogonali e diagonali, creando nel complesso una struttura assolutamente simmetrica. Egli pone la massima attenzione al problema del traffico e, pertanto, individua un impianto di strade sovrapposte: • uno sotterraneo, adibito al traffico pesante; • un secondo sistema al livello del terreno, destinato al traffico propriamente urbano con grandi lotti di 400 metri; • un terzo sistema, costituito dalle due direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest, che attraversa la città ad un livello sopraelevato, incrociandosi al centro di essa, riservato alla circolazione rapida a senso unico. Al centro di questo organismo urbano Le Corbusier colloca la stazione ferroviaria sotterranea, la cui copertura è destinata una piattaforma per l’atterraggio e il decollo di aerotaxi. Attorno alla stazione una ampia area rettangolare a verde in cui vengono posizionati 24 grattacieli cruciformi di 60 piani disposti simmetricamente e riservati prevalentemente ad uffici e alberghi. Le industrie sono all’estrema periferia e collegate al nucleo urbano per mezzo dell’autostrada con percorso da est a ovest. Le zone residenziali sono di due tipi: • edifici a sei piani alla greca (con arretramenti rispetto al filo stradale) senza cortili interni nella zona intermedia; • stabili a schiera chiusi ad alveoli o immeubles illas nell’immediata periferia alte da dieci a venti piani. https://www.archdaily.com/411878/ad- classics-ville-radieuse-le-corbusier http://www.artribune.com/attualita/2013/04/un- secolo-di-citta-nuove/attachment/10-240/ 6 Quest’ultima tipologia, edificio a cinque piani doppi con servizi comuni, prefigura l’unità di abitazione del secondo dopoguerra. I temi collettivi – chiese, palazzi, castelli, teatri, gallerie, giardini pubblici – alla cui magnificenza e al cui ritmo le città europee avevano per secoli affidato il sentimento della propria identità, vengono eliminati da una macchina per l’abitare all’interno della quale sono disposti in una zona separata destinata alle attrezzature e ai servizi, accanto alle scuole, agli ospedali, ai gasometri, ai serbatoi degli acquedotti. “Il movimento, la crescita, la fioritura, il meccanismo stesso della vita sono la mia passione. Pertanto, io faccio dei piani che, tenendo conto delle realtà attuali, esprimono il vero volto del giorno d’oggi. […] Tutti i miei critici, senza eccezione, parlarono della mia Città futura! Io protesto invano; io affermo di ignorare tutto dell'avvenire, ma di conoscere solo il presente. […] sono "loro" che si nutrono di passato, sono loro che vivono ieri. Questo è il dramma dei tempi moderni.” Questa sua dichiarazione (da “Prélude, themes préparatoires e l'action”, 15 gennaio 1933) è emblematica sia della straordinaria energia creativa di questo artista, sia della inesauribile polemica nella lotta contro il vecchio e per il nuovo. La Città contemporanea per tre milioni di abitanti (1922) è la dimostrazione della capacità dell’architetto svizzero di sviluppare gli aspetti urbani dell’architettura e del suo perseguire l’ideale di città finalizzata all’umanizzazione della vita. Il materiale urbanistico dei suoi progetti è rappresentato da quelle che lui definisce le “gioie essenziali”: sole, spazio e verde. Alla base di questo nuovo modello di città c’è inoltre un’idea che sarà propria di quasi tutti i progetti urbani degli anni ’20: il desiderio di sopraelevare aree urbane, come le strade in questo caso, per fare della superficie del terreno un parco continuo rigorosamente al servizio dei pedoni. PLAN VOISIN Alcuni dei princìpi contenuti nel progetto della Ville contemporaine vengono riproposti nel Plan Voisin del 1925 per il centro di Parigi. Il piano è finanziato dall’industria automobilistica Voisin e, secondo Le Corbusier, così come «l’automobile ha ucciso la grande città, l’automobile deve salvare la grande città». Il Plan Voisin prevede la realizzazione di un centro direzionale e di un centro residenziale sulla riva destra della Senna. Il fitto tessuto di case e strade della città storica viene completamente demolito e sostituito con una «limpida rete di comunicazioni» composta da grandi assi viari, il maggiore dei quali è largo 120 metri. Solo pochissimi monumenti storici, come il Palais Royal e la Madeleine, sono salvaguardati, situati nel mezzo di spazi verdi. La tipologia edilizia impiegata è quella del grattacielo della ville contemporaine: si innalzano in questo modo 18 grattacieli cruciformi. «Al posto di una città piatta e compressa [...] s’innalza una città in altezza, offerta all’aria e alla luce, chiara, scintillante, radiosa».L’esplosione del traffico automobilistico era stato un evento imprevisto e considerato ingovernabile nella città storica; allo stesso tempo, si riteneva impossibile, per via dei costi, risanare i vecchi edifici residenziali, privi di servizi igienici individuali e di tutti gli altri standard abitativi richiesti dalla vita moderna. Altrettanto straordinaria può apparire la cieca fiducia nella tecnologia edilizia (allora tutt’altro che consolidata) e nella vivibilità dell’immagine urbana proposta. http://www.houseofzka.com/new-page/ https://imparolarte.wordpress.com/ 2017/02/22/utopie-architettoniche- da-boulle-al-corviale/ 9 Esso infatti è concepito come un organismo funzionale, ovvero come un gigantesco corpo umano metaforico e reale che giunge a chiudere definitivamente il divario tra uomo e costruzione. Le strutture produttive ed industriali nelle viscere che permettono il funzionamento dell’intera città, alla periferia del tronco gli edifici residenziali tutti molto bassi, si tratta infatti di vere e proprie isole autonome immerse nel verde. Il tronco, a sud, è una scacchiera a maglia ortogonale ciascuno parzialmente autosufficiente e suddiviso in zone corrispondenti alle classi sociali che, secondo una consuetudine antica, dividono la popolazione indiana. All’interno di questa griglia urbanistica concepita per potersi espandere, come poi è successo, secondo necessità, i polmoni sono i parchi verdi che forniscono ossigeno, e le vene e le arterie sono l’ordinatissimo sistema di grandi viali che garantiscono il fluire della circolazione. In questo progetto di urbanistica infatti si concretizza la sua grande innovazione del sistema viario, applicando la sua “teoria delle sette vie”, codificata nel 1948, con la separazione delle strade dedicate ai pedoni e quelle dedicate al solo traffico automobilistico: quella principale è una grande strada nazionale che giunge fino a Delhi; da essa si stacca una grande arteria pedonale orizzontale che ha alle sue ali negozi della tradizione indiana musei, università e svaghi massa, con in più due strade laterali automobilistiche a scorrimento lento; un'altra strada risale verticalmente tutto il 'corpo' della città fino al Campidoglio ospitando ai lati gli edifici degli affari; ogni isolato è circondato da una strada a scorrimento veloce priva di accessi pedonali. Ci sono poi una serie di vie pedonali che si snodano attraverso le larghe fasce verdi dei parchi. A nord, alla sommità di questo corpo e in direzione delle montagne, c’è la testa che è costituita dal quartiere degli edifici amministrativi pubblici del Campidoglio Capitol Complex, che controllano l’intero organismo e che contiene il Segretariato, il Parlamento e il Palazzo di giustizia. Una gigantesca piazza corona a nord la città verso l’Himalaya, movimentata da numerosi interventi paesistici e simbolici con vasche d’acqua dalle quali si erge una grande scultura raffigurante una mano aperta in pacifico segno di saluto: alta ventisei metri, di metallo, libera di girare al vento su un lungo perno, l’icona della città e del grande maestro è la mano dell’uomo del Modulor, una mano aperta per ricevere e donare, come scrisse Le Corbusier nel 1964. Nella periferia all’interno dei settori gli edifici residenziali sono “democraticamente” tutti uguali, e sono la replica della celeberrima Unité d’habitation, un nuovo tipo edilizio teorizzato e realizzato a Marsiglia tra il Planimetria Chandigarh https://www.archwe b.it/dwg/arch_arredi _famosi/Le_corbusier /chandigarh/chandig arh.htm http://artchist.blogspot.it/20 17/05/la-mano-abierta-de- chandigarh-le.html 10 1947 e il 1952 Le cellule-appartamento, di tagli diversi per rispondere alle esigenze di persone sole, di coppie senza figli o di famiglie con due o più figli, sono disegnate per dare la quantità minima di spazio necessario alla vita privata, perché la maggior parte delle funzioni si svolge in modo comunitario. A metà dell’altezza dell’edificio, infatti, corre una “strada” interna lungo la quale sono disposti i servizi collettivi e comuni: ristoranti, bar, negozi, camere d’albergo per visitatori e locali per ricreazione; altre strutture di carattere sociale sono ospitate all’ultimo piano e sul tetto-terrazzo, dove ci sono asili-nido, spazi per il gioco dei bambini, solarium, piscine e palestre. conclusione Chandigarh rappresenta la proiezione moderna del sogno urbanistico rinascimentale della “città ideale”, progettata per risolvere i problemi della società indiana. Chandigarh racchiude le citazioni stilistiche delle opere più importanti della sua intensa carriera, tutte caratterizzate da una nuova forte espressività che supera la crisi del razionalismo del Movimento Moderno, di cui Le Corbusier fu uno dei pionieri, influenzando la scuola brasiliana (Niemeyer e Costa che conobbero il maestro francese già nel 1936) e anticipando il “brutalismo” inglese, ma soprattutto fu un moderno artista “rinascimentale”, animato da una visione dell’architetto come risolutore dei conflitti sociali attraverso un intervento che investe ogni problema dell’organizzazione dello spazio, dall’articolazione urbana all’arredo domestico. Spazio architettonico che è fondato su uno studio denominato Le Modulor (1948) che scandisce gli spazi dell’abitazione concepita come una machine à habiter. Queste teorie rivoluzionarie e inizialmente anche contestate in Europa, ma che oggi appartengono comunque alla storia dell’architettura, furono quindi proiettate in India con il desiderio di rinascita della nazione liberata dal giogo coloniale. Le Corbusier fu davvero un provocatorio e moderno artista rinascimentale: come le città ideali del Rinascimento esprimevano il rifiuto dell’ordine urbano del Medioevo, che era in realtà un disordine urbanistico essendo basato su modelli di accrescimento spontanei, la città radiosa di Le Corbusier esprime il rifiuto della città contemporanea. È uno schema governato da una progettazione standardizzata che può trovare luogo in ogni luogo, l’esito estremo di un processo di dissoluzione del tessuto urbano, la realizzazione di un’idea: quella del controllo totale dell’architetto e dell’architettura sulla città. Le abitazioni sono i monumenti del presente, la città è una tabula rasa nella quale sopravvivono soltanto gli edifici monumentali del passato che affiancano quelli del presente. 11 BIBLIOGRAGIA • Giuseppe Nifosi, L’arte Svelata vol.5, Laterza, 2004 • Bernardo Secchi, La città del ventesimo secolo, Laterza, 2005 • Giovanni Oggiana, Storia dell’architettura. Le Corbusier • Elena Barbaglio, Manuali d’arte, discipline progettuali, electa scuola, 2013 • Alessandra Muntoni, Lineamenti di storia dell'architettura contemporanea, Laterza, 2009 SITOGRAFIA • http://www.cittasostenibili.it/urbana/urbana_L_10.htm 3/06/2010 • https://archiminimal.wordpress.com/2016/07/16/simona-constantin-ii/ 1/09/2016 • http://www.progetti.iisleviponti.it/Le_forme_dei_numeri/html/corbusier.html 5/11/2016 • https://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/597_2008_83_3229.pdf 5/04/2009 • http://online.scuola.zanichelli.it/sammarone- files/Disegno/approfondimenti/C4/Zanichelli_Sammarone_Corbusier.pdf
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