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Approfondimento tema sulla cultura di sociologia generale, Schemi e mappe concettuali di Sociologia

Approfondimento tema della cultura dal punto di vista di autori come Durkheim e Weber in sociologia generale

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 07/04/2022

Costi01
Costi01 🇮🇹

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Scarica Approfondimento tema sulla cultura di sociologia generale e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia solo su Docsity! Cultura La cultura viene definita come un insieme di valori e codici comportamentali condivisi da individui che partecipano ad uno specifico stile di vita. Tra gli autori affrontati, coloro che hanno maggiormente sviluppato questo tema sono Parsons, gli studiosi della Scuola di Francoforte, Simmel e Garfinkel ma, in particolar modo, i primi due hanno offerto plurimi contributi in ambito sociologico. Entrambi hanno delineato elementi relativi alla centralità della cultura all’interno di un sistema sociale in quanto può influenzare le azioni intraprese dagli individui che vi abitano. Parsons sostiene che il valore essenziale della cultura sia riscontrabile nel processo di socializzazione: durante un’interazione gli individui acquisiscono orientamenti di valore che rispecchiano i principi dominanti e la struttura di ruoli inscritta nel sistema sociale. Fin dall’infanzia, vengono incamerati precetti e norme volti a favorire l’integrazione dell’individuo nella società, obiettivo perseguito dalla comunità societaria la quale coordina le sue diverse componenti. Il sociologo ritiene che un sistema sociale affinché sopravviva nel tempo debba autoregolarsi, raggiungendo un punto d’equilibrio e cercando di far fronte a fattori interni che potrebbero causare instabilità. In questo senso, la latenza o il mantenimento del modello risulta un prodotto della cultura: proprio quest’ultima si occupa di garantire omogeneità e stabilità entro la società tramite la socializzazione. Interessati al tema della cultura risultano i critici della Scuola di Francoforte che si pongono quale scopo principale comprendere il ruolo rivestito dall’industria della cultura all’interno della società. Il suo impatto è ben più pervasivo di altri strumenti poiché viene esercitato nel corso di una giornata per l’intera vita di un individuo. Essa, inoltre, si inserisce nelle coscienze dei soggetti, alterando il loro modo di pensare e agire senza che ne abbiano la piena consapevolezza: viene presentata come “l’oppio dei popoli” con un riferimento alla teoria marxiana sull’alienazione. La Scuola critica sostiene che il problema non sia rappresentato tanto dalla tecnologia in sé, quanto dal metodo in cui viene utilizzata dai capitalisti: questi la sfruttano per manipolare e assopire lo spirito critico dei soggetti, impedendo loro di ribellarsi contro un sistema che li sta alienando. Tuttavia, nonostante la funzione negativa da essa esercitata, gli individui anelano sempre più frequentemente al possesso dei nascenti strumenti di comunicazione tanto da non essere capaci di intravedere lo sfruttamento e il controllo a cui sono sottoposti: la gabbia d’acciaio della razionalità, prodotta dalla crescente razionalizzazione, viene resa sempre più allettante per i soggetti. In questa prospettiva, gli individui sono protesi all’efficienza e non riflettono né sui mezzi impiegati né sugli scopi che vogliono raggiungere al fine di acquistare quei dispositivi che li manipolano: i critici auspicano ad un uso consapevole della tecnologia che consenta ai soggetti di adottare una prospettiva critica su quanto trasmesso dai mass media. Gli autori che manifestano posizioni analoghe circa il tema analizzato risultano Mead e Goffman: entrambi ritengono che un’interazione affinché sia efficace debba presentare un significato comune per gli interlocutori coinvolti. Goffman, prediligendo un approccio drammaturgico, opera un riferimento al mondo teatrale per spiegare come gli individui al fine di non svelare la falsità della rappresentazione mettano in scena degli artifici volti a dissimularla: per rendere veritiero ciò che veicolano, risulta essenziale che gli attori condividano il medesimo senso della rappresentazione, creino alleanze solide e sappiamo controllare le proprie azioni secondo la “gestione delle impressioni”. Mead, precursore dell’interazionismo simbolico, sostiene che sia presente una differenza tra i gesti significativi e quelli privi di significato: ai primi viene attribuito un preciso significato mentre i secondi rispondono ad una reazione istintiva a seguito di uno stimolo. Il linguaggio, interpretato come gesto significativo, presenta un determinato senso sulla base dei valori condivisi dagli individui: un termine utilizzato in una lingua potrebbe avere significato diverso per un’altra popolazione in virtù di una differenza culturale. Entrambi gli studiosi ritengono che i soggetti agiscano nei confronti del mondo circostante in virtù del significato che gli attribuiscono durante la naturale socializzazione; in aggiunta questi non si limitano soltanto ad apprenderlo ma possono cercare di modificarlo attraverso un processo interpretativo. Quest’ultima affermazione dimostra come gli individui abbiano il potenziale di diventare umani ma esso si manifesta soltanto attraverso il dialogo: i soggetti primitivi, ossia coloro che non sono cresciuti all’interno di una comunità, iniziano a diventare umani nel momento in cui ha luogo la socializzazione. Inoltre, gli individui, essendo dotati di coscienza, sono capaci di riflettere e modellare le proprie azioni: ciò consente loro di possedere una notevole autonomia nell’azione ma sono comunque limitati da vincoli esterni che potrebbero ostacolare il cammino intrapreso. Sociologi invece che si collocano in posizioni diametralmente opposte rispetto al tema studiato risultano Marx e Parsons: il primo ritiene che sia la società ad influenzare la cultura (è un determinista sociale), il secondo la cultura ad influenzare la società (è un determinista culturale). Marx, nel corso delle sue riflessioni, sostiene che sia la struttura iniqua della società capitalista a legittimare la gerarchizzazione sociale. In questa i mezzi di produzione sono posseduti dai capitalisti che possono sfruttare i proletari che, a loro volta, necessitano di loro per lavorare ricevendo in cambio non una paga adeguata ma un reddito di sussistenza. Con la presa di coscienza di classe da parte del proletariato è possibile porre fine alla struttura della società capitalista, trasformandola in un sistema sociale in cui l’uomo possa esprimere il proprio potenziale. Marx dimostra così come siano gli elementi propri del capitalismo a legittimare norme e valori quali lo sfruttamento della classe operaia: ritiene che lo sguardo critico debba rivolgersi all’economia. Il sociologo paragona la cultura, al pari dello Stato, ad una sovrastruttura che si erge sopra una base di tipo economico: l’economia riveste un ruolo cruciale poichè tutto ciò che compone la società si fonda su di essa. L’economia capitalista risulta così potente da esercitare un controllo coercitivo sulla cultura e sullo Stato, entrambi manipolati dal capitalista per raggiungere i suoi fini. Al contrario, Parsons sostiene che la cultura rappresenti l’elemento più influente capace di mantenere unite le diverse componenti di una società, esplicandosi nella dotazione di simboli e idee che sono a disposizione dei sistemi d’azione. La comunicazione, all’interno di tale fenomeno, ha raggiunto una capacità informativa enormemente elevata negli ultimi anni: ha la facoltà di raccogliere e diffondere informazioni in modo immediato e a grande distanza, provocando una contrazione spazio-temporale. La multimedialità e l’interattività sono le due caratteristiche che caratterizzano la nascente “società dell’informazione”: da un lato accrescono la partecipazione dei cittadini alla vita mondana, dall’altro la riducono se finalizzate alla creazione di imperi multimediali planetari. Il frequente contatto tra gli abitanti di diverse aree del globo terrestre ha contribuito alla diffusione di standard culturali che frequentemente hanno prodotto una fusione inedita e originale dei vari elementi quali la preparazione di piatti etnici nelle società occidentali che vengono apprezzati dai più giovani mentre creano perplessità e diffidenza tra gli anziani che hanno visto la società mutare ed evolversi radicalmente. La globalizzazione ha reso inoltre sempre più labile il potere esercitato dalle istituzioni: garantisce una maggior libertà al singolo cittadino ma ciò comporta inevitabilmente una minor garanzia di ordine e sicurezza, provocando talvolta reazioni di smarrimento nei cittadini. Garfinkel indica attraverso le reazioni di disorientamento quanto sia importante che gli individui agiscano coerentemente alle opinioni socialmente condivise e, quindi, come la globalizzazione possa far venir meno le certezze proprie di ognuno a causa dell’incontro sempre più frequente di realtà diverse tra di loro che vengono facilmente accettate dalle moderne generazioni ma ostacolate da coloro che sono nati precedentemente alla nascita di tale fenomeno. Un autore che mi ha offerto plurimi stimoli per lo studio del rapporto presente tra comunicazione e società risulta Goffman: il sociologo ha dimostrato la centralità di possedere un’adeguata padronanza comunicativa. Durante un’interazione, l’individuo cerca di mostrare un Sé che sia accettabile dagli altri, essendo però pienamente consapevole che alcuni membri possono interferire con la sua performance mostrandone la falsità. Pertanto, risulta essenziale tenere sotto controllo le possibili voci moleste, adottando degli strumenti volti a legittimarla: tale processo viene denominato “gestione delle impressioni”. Essendo un’interazionista simbolico ritiene che, affinchè una performance abbia successo, è necessario che le venga attribuito il medesimo significato dagli attori e dal pubblico, implicando il coinvolgimento di tutte le parti. L’unità base della sua riflessione sociologica è rappresentata dalla “squadra” intesa come un insieme di individui che interagiscono gli uni con gli altri: ogni membro ha fiducia negli altri perché ciascuno potrebbe rivelare la falsità della rappresentazione. Un altro sociologo che opera una riflessione attorno alla società a lui contemporanea è Marcuse il quale sostiene l’unidirezionalità del rapporto tra comunicazione e società: con lo sviluppo dei mass media, la tecnologia ha iniziato a dominare sempre più pervasivamente la vita degli individui, assopendo il loro spirito critico ed inibendo ogni possibilità d’azione per trasformare la struttura della società capitalistica. Ispirandosi a Weber, ritiene che la società tenda a diventare sempre più razionalizzata conducendo al pensiero tecnocratico: gli individui sono orientati alla ricerca dei mezzi più adatti al perseguimento del proprio fine, non riflettendo né sui mezzi impiegati né sugli scopi che vogliono raggiungere. Nel corso degli anni, l’industria della cultura è cresciuta, diventando sempre più sofisticata: le riviste attuali sono più numerose e accattivanti rispetto alle epoche precedenti, i social network esercitano una notevole influenza sulla psiche degli individui, portandoli a trascorrere un considerevole arco temporale sulle varie piattaforme. Inoltre, gli strumenti a disposizione dei pubblicitari sono così evoluti da aumentare la loro abilità di manipolarci, inducendoci al consumo anche di beni superflui. Siamo sempre più anestetizzati dai media tanto da dedicare ore all’acquisto di prodotti presenti nei grandi magazzini in cui trovano luogo parchi divertimento, ristoranti e angoli ricreativi che inibiscono ogni interesse per condurre una trasformazione della società in cui viviamo: in termini sociologici la gabbia d’acciaio della razionalità è resa più confortevole. Linguaggi degli SMS Nella società odierna, il fenomeno della scrittura abbreviata si sta diffondendo sempre più velocemente per l’utilizzo dei device. Il motivo di tale uso è legato alla ristrettezza del numero di caratteri da inserire nel piccolo schermo, dal desiderio di comunicare velocemente coinvolgendo un numero elevato di individui. I docenti denunciano tali modalità di scrittura in quanto impoveriscono il vocabolario linguistico degli studenti, provocando non di rado errori grammaticali. Tuttavia, alcuni studiosi sottolineano come il contesto digitale richieda un linguaggio proprio: emoticon e simboli grafici sono utilizzati per compensare l’impossibilità di esprimere i tratti paralinguistici dell’interazione orale. Inoltre, nelle forme comunicative a distanza, l’esigenza di comunicare rapidamente prevale sulla correttezza ortografica tanto da adottare forme espressive abbreviate con lo scopo di ricevere feedback in tempo reale. Il linguaggio degli SMS rappresenta un fenomeno culturale capace di creare identità di gruppo ma al contempo escludere chi non lo approva: la cultura viene definita come un insieme di simboli che un gruppo sociale condivide, utilizzata per organizzare l’esperienza e indirizzare gli individui a determinati comportamenti.
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