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Approfondimento Topografia Antica, Unipg, Sintesi del corso di Archeologia

Approfondimento per l'esame di Topografia Antica del professore Francesco Marcattili. Riassunto del libro fornito dal professore per l'argomento a scelta (io ho scelto l'evoluzione urbanistica della città di Cirene).

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 27/12/2021

benedetta-dea
benedetta-dea 🇮🇹

4.3

(7)

9 documenti

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Scarica Approfondimento Topografia Antica, Unipg e più Sintesi del corso in PDF di Archeologia solo su Docsity! CIRENE Le origini storiche 631 a.C. > Secondo Erodoto, questa è la data convenzionale alla quale si fa risalire l'origine della città di Cirene, poiché è in questo periodo che Batto Aristotele guida i coloni alla fondazione del nuovo sito su volontà dell’Apollo delfico. Dapprima, i coloni si stabilirono sull’isola di Platea; solo dopo 3 annisi trasferirono sulla terraferma ad Aziris e sei anni dopo, guidati dai Libyi, giunsero sull'altopiano che ospita la cosiddetta Fonte d’Apollo e fondarono la nuova città di Cirene. Il periodo monarchico e repubblicano Batto, il fondatore, divenuto re, resse la città per 40 anni dando via alla dinastia dei Battiadi, che regnarono per circa due secoli fino al 440 a.C., data che segna il nuovo periodo repubblicano, un periodo che va dalla caduta della monarchia all'ascesa di Alessandro Magno. Durante questa nuova era Cirene raggiunge il suo massimo splendore, accanto a città che ora assumono importanza, ovvero Barce, Tolemaide ed Euesperide. Inoltre, ora il governo è nelle mani del ceto aristocratico, salvo per qualche momento in cui è il popolo ad avere la meglio. L’età tolemaica (321-96 a.C.) Dopo che Tribone mise gli occhi sulla regione, cercando di farne un suo possedimento, i Cirenei chiesero aiuto a Tolomeo, il satrapo dell'Egitto, che nel 321 a.C. se ne impadronì. Egli fissò anche delle norme di funzionamento della nuova amministrazione, riservando per sé la carica di satrapo a vita, però lasciando anche una certa autonomia alla città, governata da un suo rappresentante residente in loco. Ma nemmeno la dinastia tolemaica fu esente da problemi di rivolte civili: il governante che doveva rappresentare Tolomeo, Ofella, ad esempio, fu vittima di una rivolta da parte dei Cirenei, anche se fu domata; un’altra rivolta nasce in seguito nel 305, e nel 300 il re d'Egitto manda a governare la regione il figlioccio Magas, che ben presto si dichiarò re di Cirene. Con un matrimonio combinato egli riuscì a riunificare la Cirenaica col regno d'Egitto e il potere sulla regione si fa più ferreo. Infine, con Tolemeo VII Evergete Il si sancisce un testamento in cui si designa il Popolo Romano come erede della Cirenaica. Sotto l'autorità romana (96-31 a.C.) Livio ci informa che l’ultimo dei Tolemei, soprannominato Apione, morendo lasciò erede il popolo romano, un testamento che ad oggi non è pervenuto e dunque messo in discussione dagli studiosi. Tuttavia, siamo sicuri della sua storicità dato che se ne conosce un precedente, ovvero quello sopra citato di Tolemeo Evergete Il. Dapprima il senato romano non si dimostrò interessato a questa regione, con la conseguenza che nacque un periodo di disordini e instabilità politica, caratterizzato dalla presenza di pirati sulla costa e scorrerie di tribù locali. Dunque, la città cadde sotto la tirannide di Nicostrato, finché non le diede assetto Lucullo nell'88. Dal 67 al 31 a.C. si sa poco delle vicende interne della regione, però sappiamo che Antonio nel 36 la donò a Cleopatra Selene, figlia sua e di Cleopatra. Dopo la battaglia di Azio, Augusto la ridusse a provincia e nel 26 a.C. venne unita a Creta. L’'ACROPOLI Quasi al centro del colle prendeva avvio la grande strada percorsa dalle processioni sacre, la Skyrotà, impostata sin dalla fondazione della colonia sul lato che univa l’Acropoli al ripiano orientale. Inoltre, sin dall’età arcaica, da qui partivano alcuni percorsi tortuosi diretti verso il Santuario di Apollo, le Fonti e il Teatro Greco, sia verso la chora. La scarsità di resti rende poco nota la storia monumentale dell’Acropoli, però ben conosciuti, invece, sono due santuari alle pendici della collina: uno rupestre consacrato alle Ninfe Ctonie; l’altro, di tipo monumentale, consacrato alla dea Iside. IL SANTUARIO DELLE NINFE CTONIE Questo santuario di tipo rupestre si trova alle pendici nord-occidentali dell’Acropoli: l’area sacra qui si sviluppa su vari livelli di pendio, con una serie di grotte naturali riadattate per il culto. A Norton si deve il recupero nel sito di un nucleo di terrecotte votive, raffiguranti soprattutto figure femminili con chitone e mantella di pelle. Apollonio Rodio ci racconta che a queste divinità Ctonie si affiancano una serie di figure maschili di identità incerta, salvo per un caso particolare di un giovane che si identificherebbe con Aristeo, figlio di Apollo e Cirene. IL SANTUARIO DELLE DIVINITA’ ALESSANDRINE Il Santuario delle Divinità Alessandrine si sviluppa, invece, sulle pendici nord-orientali dell’Acropoli, subito fuori le mura del colle. Il santuario fu dissotterrato nel 1935 e in questa occasione fu scoperto anche un tempietto più antico, con cella e pronao distilo in antis, su basso podio e con una breve gradinata. Esso conserva, all’interno della cella, il plinto marmoreo con le impronte dei piedi per le statue di Iside e Serapide e una lastra con un testo in geroglifico. La presenza di questo temenos sulle pendici dell’Acropoli dedicato alla dea Iside, assimilata a Demetra, potrebbe coincidere con un calo d'importanza che nel V secolo si registra nel Santuario Extraurbano di Demetra. Inoltre, la dedica alle due divinità alessandrine Iside e Serapide potrebbe far pensare a un intervento diretto da parte dei Tolemei, più in particolare al periodo compreso tra il 163-64 e il 146 a.C., quando Cirene diviene capitale del regno di Tolemeo il Giovane e cambiò per molti versi il suo volto monumentale. Dopo il terremoto del 365 d.C. che distrusse gran parte del temenos, venne eretto frettolosamente un nuovo monumento reimpiegando i materiali del tempio più antico, tra cui il timpano del naiskos e le colonne. Tuttavia, nel VI secolo d.C. la furia cristiana ebbe la meglio e anche il santuario dell’Acropoli venne distrutto. L'AGORA' L’Agorà di Cirene è costituita da due complessi monumentali divisi dalla Skyrotà: qui, la sensibile pendenza del terreno ha portato alla formazione di due ripiani, il più basso chiamato Platea o Terrazza Inferiore, il più alto chiamato Terrazza Superiore, che in età classica non era ancora edificata. L’ETA’ DEI BATTIADI Nell’età successiva alla fondazione della colonia furono eretti due santuari: in entrambi i teméne furono interrate delle offerte votive intorno all'ultimo ventennio del VII secolo. Il primo santuario era costituito da un sacello e fu dedicato a Opheles; il secondo, di forma rettangolare, fu consacrato ad Apollo Archegeta. Nello stesso periodo furono eretti in Santuario di Apollo e quello di Demetra extraurbano. Poco dopo fu costruita la tomba del fondatore Batto, venerato a Cirene al pari di un eroe e di tutti gli altri ecisti ai quali spettava un culto pubblico nell’Agorà: questa sepoltura era formata da un tumulo di terra a ricoprire le ceneri circondato da una crepidine di grossi sassi irregolari. Possiamo dire che i Battiadi organizzarono lo spazio pubblico sull'esempio della madrepatria e l’area venne posta sotto la protezione della principale divinità regia, Apollo Archegeta. Nel terzo quarto del VI secolo a.C. nacque la cosiddetta “Grande Agorà” con monumenti pubblici lungo il perimetro e un piazzale che doveva accogliere dei donari. Questa data coincide con l’arrivo a Cirene di nuovi coloni e con l’opera riformatrice di Demonatte di Mantinea. Ora, sul lato occidentale dell’area sorge un recinto quadrangolare dedicato a Demetra e Kore, culto fino ad ora extraurbano che viene ufficializzato all’interno della polis; poi, nello stesso periodo, il sacello dedicato a Opheles viene ingrandito. Nell'ultimo quarto del VI secolo a.C. la Grande Agorà aumentò notevolmente le dimensioni ed ebbe un leggero rialzamento; e questo periodo coincide anche con il rifacimento in forme più ampie del Santuario di Demetra e Kore nonché, più tardi, con la ricostruzione del Santuario dell’Anax che prevedeva un altare interno. Questo assetto rimase fino alla metà del V secolo a.C. salvo alcuni rimaneggiamenti e, alla fine dell’età dei Battiadi, la Grande Agorà si presentava come la vide Pindaro, che la ricorda con quel suo aspetto a forma di “poppa”. IL TEMPIO DI APOLLO ARCHEGETA Il Tempio di Apollo Archegeta è la più antica sede di culto nell’area dell’Agorà ed è costituito da un temenos a pianta rettangolare: questo presenta un orientamento diverso rispetto a tutti gli altri edifici, in quanto è l’unico monumento su questo lato dell’Agorà che rispecchia la topografia più antica della colonia. Inoltre, sappiamo che fosse attribuito ad Apollo Archegeta perché al suo interno è stata ritrovata un'iscrizione con una dedica a questa divinità. Il temenos dapprima era costituito semplicemente da un altare, fino a quando, nella seconda metà del IV secolo a.C., venne sostituito dal primo Tempio di Apollo: edificio a oikos con un'estensione maggiore sulla fronte che sui lati e con una facciata arricchita da un elegante portale marmoreo. L’interno, invece, presentava un pavimento lastricato. FUUOI Tuttavia, in seguito alla rivolta giudaica, anche il Tempio di d 7 ZI 4 VIRNA DA TUR Apollo subì forti danneggiamenti, e l’oikos di IV secolo venne AR SS E ARTI trasformato nella cella del secondo Tempio di Apollo: poi di REIIU ATO fronte vennero aggiunti un cortile e un vestibolo. L'edificio sacro continuò a vivere con queste strutture fino alla metà circa del Ill secolo d.C., epoca in cui smise di essere utilizzato come luogo sacro, ma venne adattato per l’uso civile. L’AGORA’ IN ETA’ ROMANA Nel periodo successivo al testamento di Tolemeo Apione e alla fondazione della provincia romana non si registrano nell’Agorà interventi monumentali degni di nota. Soltanto a partire dall'età augustea si ebbero alcuni rifacimenti e adattamenti; tuttavia, fu Adriano che intervenne con una capillare opera di restauro, proseguita sia in età di Marco Aurelio che di Commodo. La ristrutturazione delle aree monumentali consentì un maggiore afflusso di ricchezze e ovviamente tutto ciò generò consenso nell’imperatore. L’Agorà adesso viene riedificata secondo i modelli architettonici romani, un intervento che interessò particolarmente i templi: adesso presentano un podio, l'ordine è corinzio e le colonne non presentano più le scanalature. Tutte queste nuove direttrici urbanistiche impostate da Adriano rimasero valide anche dopo il terremoto del 262 d.C., che a Cirene interessò gran parte dei quartieri della città. A partire dalla fine del IIl secolo d.C. furono ripristinati alcuni edifici della Terrazza Superiore, tra cui il Pritaneo, e alcuni spazi riservati all’uso pubblico furono occupati da modeste abitazioni. Tutto ciò provocò uno spegnimento della vita civica e religiosa dell’Agorà, che raggiunse il culmine soltanto dopo il sisma del 365 d.C.: sorsero sempre più abitazioni e, ad esempio, gli Altari Monumentali furono smontati e reimpiegati come materiale da costruzione nell’edilizia privata. Tutti questi cambiamenti decretarono la fine dell’Agorà come centro civico. sun ie _ /%,,,,, ; 2 | 1 ll. 1 a | a gs CR DV ___ __ // SI nl Ma, ILSANTUARIO DI APOLLO Il Santuario di Apollo si estende su un ripiano naturale del versante settentrionale dell’Acropoli, luogo che ospita le sorgenti sacre del dio e della ninfa Cirene. Successivamente si amplia verso la zona del Tempio di Apollo ad est, sa verso le pendici dell’Acropoli, sia verso ovest, occupando l’area che prima ospitava forse l’alsos di Apollo e collegandosi poi con il Teatro. nA SULL IL SANTUARIO IN ETA’ GRECA Con la fondazione della colonia il ripiano della Myrtousa fu dedicato ad Apollo e nell’area della Terrazza Inferiore fu elevato un oikos. Dopo questa fase iniziale Apollo ebbe a sua disposizione un primo tempio a oikos diviso in due ambienti, mentre di fronte venne eretto un altare lungo e stretto. Sia il tempietto che l’altare vengono datati intorno alla metà del VI secolo a.C. Prima della fine dell'età della monarchia l'assetto dell’area fu modificato con soluzioni architettoniche che ne valorizzassero la zona centrale: ad esempio, alla fine del VI secolo il Tempio di Apollo ebbe una peristasi e una decorazione scultorea in calcare nella zona timpanale; poi, nella prima parte del V secolo venne costruita un’esedra marmorea semicircolare con al centro una palma bronzea, in ricordo della nascita dei gemelli divini figli di Zeus e Latona. Nel periodo immediatamente successivo al 500 a.C. si datano le due fasi più antiche del Teatro, costruito nell’estremità occidentale del pianoro e di cui oggi ci rimangono solamente i fori sul piano roccioso. Nei primi due secoli della sua storia la vita religiosa del santuario ruota intorno a riti di purificazione, oracoli e sacrifici, mentre le divinità presenti nell’area sacra erano quelle legate alla tradizione apollinea dato che i fondatori terei avevano stretti rapporti con Delfi ad esempio. Pertanto, anche l'aspetto generale del santuario rispecchiava in generale quello dei teméne della madrepatria, con la presenza di boschi sacri e sorgenti: proprio in questo contesto si inserisce il Giardino di Afrodite, ricordato da Pindaro. Con la caduta della monarchia vennero realizzate opere intese a delimitare ed organizzare lo spazio sacro. In questa fase acquistarono potere gli strati più popolari della comunità, che portarono in auge dei culti precedentemente non documentati da resti monumentali, ma sicuramente esistenti: testimonianze archeologiche ci parlano di un culto di Afrodite e di tutta una serie di numerose altre divinità accanto alla dea. L'importanza del culto di Afrodite in questa fase è connessa al maggior peso politico conquistato dai Cretesi e Tessali che finalmente ottennero la cittadinanza solamente nel IV secolo a.C., avvenimento al quale è legata anche la ricostruzione del Tempio di Artemide. In questo nuovo periodo democratico il temenos raggiunge limiti definiti verso est e verso ovest e nella stessa fase viene costruito un portale d’accesso e a sud una fontana rifornita dalle sorgenti sacre. L'impegno necessario per la costruzione di questi edifici rispecchia evidentemente le nuove esigenze religiose, di pubblica utilità e di carattere economico, promosse da quella parte della comunità che gestiva il potere. E non è un caso che, dopo l’introduzione di nuovi culti che rispecchiavano una politica democratica, nei decenni intorno alla metà del IV secolo a.C. la ripresa oligarchica rafforzò di nuovo il culto di Apollo, il dio che più è legato alla dinastia di Batto. Con il passaggio dalla fase repubblicana alla conquista alessandrina, al protettorato di Ophella e all’età tolemaica l'assetto del santuario subì radicali trasformazioni, con una moltiplicazione di monumenti. E questo era sicuramente legato all’ulteriore rafforzamento politico del culto di Apollo. Molti dei nuovi edifici testimoniano l’introduzione ufficiale nell’area di nuove divinità, tra cui Iside, Ecate oppure quella del cosiddetto Tempio di Ade. Poi potevano rappresentare la monumentalizzazione di luoghi sacri legati ad antichi racconti mitici: a questo proposito ricorderemo il Recinto del Mirto; o ancora potevano essere edifici votivi e celebrativi, collettivi o individuali: vari donari tra cui il Donario degli Strateghi. IL TEMPIO DI APOLLO La fase più antica del Tempio di Apollo è costituita da un oikos con cella e adyton, divisi in tre navate da due file di colonne doriche, mentre l'elevato era costituito da mattoni crudi. Nell'ultimo quarto del VI secolo a.C. l’edificio fu circondato da una peristasi con sei colonne in facciata e undici sui lati lunghi, e fu dotato di una decorazione frontale in pietra calcarea e acroteri raffiguranti un grorgoneion al centro e figure alate sui lati. Alcuni elementi di questo fregio dorico vennero poi riutilizzati nel basamento del dono votivo all’interno del Tesoro degli Strateghi. La fase successiva del tempio di data nell'ultimo venticinquennio del IV secolo a.C.: il nuovo edificio, costruito indipendentemente dal primo, si compone di una cella tripartita accessibile da una scalinata e una nuova decorazione frontonale marmorea che narrava i miti di fondazione, dunque tesa a rievocare eventi leggendari. Come molti altri edifici di Cirene, anche l’Apollonion subì seri danneggiamenti durante la rivolta giudaica. La ricostruzione ora avviene solamente sotto l’età di Commodo e l'impianto di tradizione greca rimase immutato, fin quando il terremoto di IV secolo d.C. ne determinò il crollo. è probabile che l'erezione di questo edificio sia stata ispirata dal matrimonio regale, cantato da Callimaco, tra Tolomeo III e Berenice figlia di Magas. IL SANTUARIO IN ETA” ROMANA Con il passaggio di Cirene sotto il dominio romano l'assetto generale dell’area sacra non venne modificato. | primi cambiamenti si verificarono solamente in età augustea e tiberiana quando si manifestarono dei problemi di approvvigionamento idrico, problemi che determinarono l'abbandono della Fonte di Apollo e una modifica della Fonte Kyra, ora dotata di un bacino interno e una grande vasca esterna. Le funzioni della Fonte di Apollo, invece, vennero ereditate dall’Aqua Augusta, una costruzione che influenzerà quella delle successive Terme. Per quanto riguarda il Tempio di Apollo, questo conserva ancora delle forme greche. Fino all’età traianea l'assetto rimase immutato, salvo l'erezione del cosiddetto Tempio di Persefone, un rifacimento che può essere attribuito a Domiziano essendo legato al culto della dea. Con la costruzione delle Terme, tra il | e Il secolo d.C., la configurazione nord del santuario mutò completamente: l'impianto termale, infatti, mascherò lo sfondo naturale del paesaggio e trasformò l'aspetto architettonico dell’area. Durante la rivolta giudaica di 115-117 d.C. molti monumenti furono danneggiati. Adriano fece ricostruire le Terme pubbliche adornandole con un decoro sfarzoso e innalzò i Propilei Romani, oltre a restaurare il Tempietto di Afrodite. Anche l’Apollonion subì notevoli danni, ma la sua ricostruzione avvenne solamente sotto Commodo, probabilmente perché l’imperatore Adriano privilegiò altri edifici. In età severiana il santuario fu oggetto di un'importante fase monumentale: ad esempio, il Teatro fu trasformato in Anfiteatro. Ma i problemi idrici non cessarono e richiesero nuovamente un ulteriore maneggiamento, con la costruzione di due depositi interni nelle Fonte Kyra, mentre la Fonte di Apollo venne racchiusa entro un muro di peribolo. Dopo il terremoto del 365 d.C. si ebbe un’effimera ripresa dell'attività edilizia e molti edifici vennero ricostruiti utilizzando materiali di spoglio provenienti da numerosi edifici. Ma in questo periodo nell’area del temenos si insediarono per la prima volta alcune case di abitazione e, proprio come accade per le casette dell’Agorà, la pavimentazione delle nuove Terme fu realizzata con marmi provenienti dal santuario, tra essi quelli dell’Altare di Apollo, ormai inutilizzato. I PROPILEI ROMANI Dopo la rivolta giudaica il santuario fu dotato di un nuovo propileo monumentale che lasciò al di fuori del temenos l'ingresso all'impianto termale. La costruzione fu eretta nell’età di Adriano o Antonino Pio con un'architettura ancora di carattere tipicamente greco: essa si compone di una facciata esterna tetrastila e colonne composte da 10 rocchi lisci, che poggiano su basi ioniche e sono coronate da capitelli corinzi a foglie acquatiche molto larghe. Un architrave a tre fasce con fregio liscio completano il monumento. L'edificio conserva un’epigrafe in versi che menziona la mitica ierogamia di Apollo e la ninfa Cirene. LE TERME Il nucleo originario delle Terme risale al 98-99 d.C. come ci testimonia una iscrizione sulla porta d’ingresso. Il percorso termale comprendeva una palestra in fondo alla quale vi era un grande vano: da qui si passava ai veri e propri ambienti termali, costituiti da due tepidari con un forno ciascuno, dal calidario, da un grande ‘ambiente a ferro di cavallo e da un frigidario, fornito di due vasche di acqua fredda. Le Terme furono distrutte durante la rivolta giudaica e vennero ricostruite sotto Adriano, con alcuni cambiamenti e ingrandimenti: furono aggiunti nuovi ambienti funzionali, ma la novità più rilevante riguarda l’apoditerio, trasformato in un frigidario con l'aggiunta di una natatio a ovest e due vasche a nord. La sala venne tripartita con coppie di colonne in cipollino, fu coperta con volte a mattoni e decorata con sculture reimpiegate o create appositamente. Nuovi interventi sono documentati nel corso del III secolo d.C., mentre un radicale mutamento si ebbe con l’età bizantina: il tradizionale percorso circolare viene abbandonato e viene costruito un nuovo vestibolo a sud. boscocsoc00000 00
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