Approfondimento WEBER, Appunti di Sociologia

Scarica Approfondimento WEBER e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! DISUGUAGLIANZA E CONFLITTO0 Grandi rivoluzioni politiche dal xvII al xx secolo: ● la Rivoluzione americana che ha caratterizzato la lotta per l'indipendenza delle colonie nordamericane dalla corona inglese ● la Rivoluzione francese che ha segnato l'affermazione della borghesia contro l'aristocrazia di derivazione feudale ● la Rivoluzione russa che ha spazzato via il potere zarista e instaurato quella che è stata chiamata la «dittatura del proletariato» ● la Rivoluzione cinese che ha cambiato il destino di più di un miliardo di esseri umani. Le rivoluzioni politiche hanno in comune un tratto: sono la manifestazione di conflitti le cui poste in gioco sono i valori della libertà, dell'uguaglianza e della solidarietà (nella Rivoluzione francese si parlava di fraternità, un concetto che oggi può ben essere reso con la parola «solidarietà»). Per Marx i rapporti sociali fondamentali sono quelli che si instaurano nella sfera della produzione, cioè nel mondo del lavoro. Le classi hanno interessi antagonistici, pertanto nasce IL CONFLITTO tra classi, condizione patologica della società. ● antichità: padrone-schiavo ● feudalesimo: signore fondiario-servo della gleba ● capitalismo: capitalista-lavoratore salariato Questi rapporti definiscono la struttura di classe delle rispettive società e si tratta essenzialmente di rapporti di dominio e sfruttamento, intrinsecamente conflittuali Per Weber i confluiti si manifestano maggiormente nel Mercato: ● dei prestiti, tra creditore e debitore. ● tra contadini e cittadini per la fissazione del prezzo del grano ● nella società capitalistica, dove si scambia forza lavoro Le varie forme di conflitto non sono isolate le une dalle altre e i conflitti economici diventano spesso politici e ideologici. Conflitti di identità, ad esempio conflitti etnici, hanno implicazioni anche sulle lotte economiche. Il CONFLITTO è una condizione normale e non patologica (Marx) Dai conflitti nascono le strutture istituzionali (che egli chiama «ordinamenti sociali»), che esprimono i rapporti di forza che si sono provvisoriamente consolidati e che svolgono la funzione di regolazione del conflitto. Ogni assetto istituzionale è solo provvisorio. Il conflitto genera sia ordine sia mutamento e l'ordine è l'assetto delle istituzioni che regolano temporaneamente il conflitto. La società stessa non è altro che l'insieme delle istituzioni e dei conflitti che si intrecciano su piani e in sfere diverse e gli attori sociali si muovono in questo spazio dovendo scegliere continuamente da quale parte stare. L'istituzione è dunque una norma, o meglio un insieme di norme o regole (Max Weber le chiamava «massime») raggruppate in ordinamenti. Le istituzioni, scrive l'economista statunitense Douglass North (1920), «riducono il tasso di incertezza creando delle regolarità nella vita di tutti i giorni». La riduzione dell'incertezza è dunque il principale vantaggio procurato dalla presenza di istituzioni in una società. La gente non è disorientata, ma ha dei “Limiti sociali”. AGIRE SOCIALE: azioni che sono innanzitutto inter-azioni, che comportano cioè un rapporto con gli altri. Queste azioni non sono casuali perché seguono specifiche regole, a volte in maniera pressoché meccanica e inconsapevole, a volte in maniera consapevole e convinta. ATTORE SOCIALE: il soggetto agente che può essere un individuo o una collettività; anche un gruppo sociale, un'impresa economica o un partito politico possono essere considerati attori sociali. INTERAZIONE SOCIALE: l'interazione sociale può essere definita, in termini generali, come un processo tra due o più attori che orientano l'uno verso l'altro il proprio agire, influenzandosi reciprocamente. AZIONE SOCIALE: agire che sia riferito (secondo il suo senso, intenzionato dall'agente o dagli agenti) al comportamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo. Comprende 3 elementi: ● agire di un attore ● relazione ● senso, da collegare alla situazione classificazione delle azioni sociali: ● azioni razionali rispetto allo scopo: valutazione razionale di mezzo-fine, costi-benefici ● azioni razionali rispetto al valore:valutazione razionale e consapevole azione/valore ● azioni determinate affettivamente: azioni impulsivamente emotive ● azioni tradizionali: per consuetudine o tradizione culturale Un'azione deve sempre essere classificata in rapporto alla situazione nella quale si trovano gli attori. È questo un elemento molto importante dell'azione, da collegare al "senso" attribuito ad essa: la situazione a cui fare riferimento per comprendere un'azione è quella che gli stessi attori definiscono in base alle informazioni di cui dispongono e al punto di vista che adottano. Per indicare le conseguenze non intenzionali dell'azione, i sociologi parlano di «conseguenze inattese», oppure di effetti di composizione/perversi» o «emergenti». POLITICA: 1) Prima accezione «l'aspirazione a una partecipazione al potere o ad un'influenza sulla distribuzione del potere». In prima istanza riguarda l'esercizio del potere: la capacità di un individuo o di un gruppo di intervenire sulla realtà. 2) Seconda accezione «politica come esercizio della libertà». Questa concezione deriva dal modello della pólis greca, da cui discende lo stesso termine «politica». La politica indicava la sfera pubblica (orientata dal principio di libertà, perché in essa ciascun cittadino, libero dalle necessità della vita materiale, poteva realizzare se stesso nella vita comunitaria). in cui manifestavano le relazioni politiche basate sulla persuasione e sul confronto delle opinioni.