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Clementia e Potere nel 'Capitan Salvatore' di Puskin: Punti Fondamentali, Appunti di Letteratura Russa

La rappresentazione della crudeltà e del potere nella novella 'capitan salvatore' di aleksandr puskin. Esploriamo come la figura di pugacev e i suoi seguaci parodiano il potere zarista, e come la clementia sia un concetto fondamentale nella novella. Inoltre, compariamo gogol e il suo stile letterario contrastante.

Tipologia: Appunti

2012/2013

Caricato il 19/04/2013

caterina.2210
caterina.2210 🇮🇹

4.3

(4)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Clementia e Potere nel 'Capitan Salvatore' di Puskin: Punti Fondamentali e più Appunti in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! PUNTI FONDAMENTALI DELLA FIGLIA DEL CAPITANO CRUDELTA’ : Sembra essere un fatto connaturato e spontaneo, ugualmente distribuito tra contadini e nobili. Nel capitolo VI troviamo ad esempio una digressione sulla crudeltà delle torture e la prima manifestazione di crudeltà viene proprio dalla classe nobiliare: la descrizione del baschino che , per farlo confessare, viene picchiato e frustato. Quindi all’epoca la crudeltà è socialmente giustificata e imputabile ad entrambe le classi sociali. I SEGNI DEL POTERE di Pugacev sono una parodia di quelli del potere zarista; Pugacev è seduto su una poltrona che richiama un trono e porta i galloni ( = distintivi militari che erano tipici delle uniformi di grandi condottieri) Grinev, quando vede per la prima volta Pugacev, lo riconosce immediatamente; quando è chiamato a sottomettersi al rivoltoso e giurargli fedeltà Grinev si rifiuta, morso dall’onore e dalla cieca fedeltà nei confronti della zarina. Nonostante il suo rifiuto a sottomettersi , ha salva la vita: Pugacev infatti lo riconosce, compie un atto di clementia e lo salva. Gli UOMINI AIUTANTI DI PUGACEV sono una parodia del potere zarista : c’è grande libertà di comportamento e tutti trattano il capo come un pari senza distinzione. Entra poi in scena, a quel punto , Petr che viene accolto da Pugacev. Ancora una volta ribadisce la sua fedeltà alla sovrana e chiede a Pugacev il permesso di andare a Oremburg per raggiungere il suo esercito, facendo appello a un senso di onore sperando che il capo possa capire. Grinev raggiunge Oremburg e una volta arrivato riceve una lettera dell’amata Masa che gli chiede aiuto. Il giovane va così dal suo generale, chiedendogli di arrivare alla fortezza per salvare l’armata. Tuttavia la sua richiesta viene rifiutata perché giudicata irresponsabile e inconveniente. Questa scena ci mostra quindi l’incapacità del generale di lasciarsi convincere da considerazioni umane. LA CAPANNA di Pugacev è una parodia anch’essa. Viene definita “palazzo” e per alcuni aspetti richiama il palazzo reale: la carta parate delle pareti e il capo seduto sotto immagini sacre Grimev parte da solo, spinto solamente dalla sua profonda umanità. Grimev spiega le ragioni del suo ritorno a Pugacev, il quale addirittura lo accompagna da Masa che pare essere sotto minaccia di Svabrin. Inoltre Petr, spinto sempre dal suo sentimento di umanità si rivolge a Pugacev, dicendogli “non faresti meglio ad abbandonarli e ricorrere alla clemenza dell’imperatrice?” Egli chiede perché non lasciar perdere i compagni e affidarsi alla clemenza della sovrana. La CLEMENZA è un concetto fondamentale, ben evidente soprattutto alla fine dell’opera. Infatti Grinev viene arrestato, processato e giudicato un traditore per la confidenza che ha con la parte nemica. Grinev, durante il processo, non si difende per con coinvolgere Masa e viene quindi condannato a morte. Proprio a quel punto entra in scena Masa che si reca presso la sovrana e chiede udienza. Durante l’attesa, passeggia nel giardino e incontra una donna che le chiede il motivo della sua presenza a palazzo. La ragazza inizia a raccontare la sua storia e dice: “sono venuta a chiedere grazia, e non giustizia” chiede cioè clemenza in nome di ragioni superiori di umanità. La storia si conclude poi con un lieto fine. Si scopre che l’interlocutrice di Masa è la Zarina stessa che grazia e salva Grimev.
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