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appunti 2 parziale di sociologia dei processi culturali, prof. Allodi, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

Weber, scuola di Francoforte, Parsons, Sorokin, bauman

Tipologia: Appunti

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Scarica appunti 2 parziale di sociologia dei processi culturali, prof. Allodi e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! Sociologia dei processi culturali – 2 parziale – Allodi WEBER La sociologia di Weber è una sociologia dell’azione sociale, che rompe con il positivismo. Per Weber: L’individuo è socializzato, interagisce con gli altri e produce fenomeni sociali. Il concetto di società è una finzione. Sociologia comprendente: capire l’azione di un individuo: dimensione del senso e del significato che ogni attore sociale attribuisce al proprio agire- è necessaria una comprensione e l’interpretazione (sociologia come scienza interpretativa- introduzione di un elemento individuale) per Weber questo è l’unico metodo per capire il comportamento di un individuo. L’attore sociale di Weber è fondato sul principio della volontà, della libertà- attenzione verso l’individuo che attribuisce i significati alle proprie azioni. La sociologia di Weber non è deterministica: riconosce nell’individuo uno spazio di libertà e capacità di agire in modo volontario- passaggio da sociologie del fatto sociale a quelle dell’azione sociale. Durkheim vede l’individuo come risultante delle sue azioni sociali (elemento più passivo). W. Accusa il positivismo poiché non riesce a distinguere la natura differente delle scienze e non riesce a cogliere il fatto che fra natura e spirito esiste un salto qualitativo. Secondo weber Natura e spirito denotano due realtà eterogenee, due dimensioni della vita che non possono essere osservate con gli stessi metodi (neokantismo). Qual è la tesi di fondo dello storicismo tedesco? La conoscenza storica è irriducibile a leggi universali- la conoscenza della storia è sempre conoscenza del particolare e non dell’universale. Anche per Weber la conoscenza della storia ci pone di fronte ad una specificità e a caratteristiche di ogni cultura e società. Weber cerca di far propria questa distinzione ma anche di superarla attraverso due concetti:  Concetto di comprensione  Concetto di spiegazione È possibile passare dalla comprensione dei fenomeni ad una spiegazione. Questo tema viene affrontato nel primo saggio dell’oggettività delle scienze. Come è possibile questo passaggio? Dalla storia possiamo desumere elementi essenziali. Il tipo ideale consente di legare il processo dei fenomeni ad una spiegazione causale. Attraverso la metodologia del tipo ideale si può arrivare alla generalizzazione. Perché è necessaria la spiegazione e non soltanto la comprensione? È necessario pensare ad un passaggio dalla storia alla sociologia: scienza di generalizzazione. Idealtipo Si parla di generalizzazione perché un certo numero di fenomeni sociali possono essere collegati mediante il riconoscimento di un significato ad essi comune, ogni fenomeno rimane diverso però è possibile pervenire ad una generalizzazione. A questo fine elabora il concetto di idealtipo.  Con tipo ideale si intende un metodo elaborato da Weber al fine di cogliere un insieme globale attraverso l’isolamento delle caratteristiche tipiche e pervenire agli elementi fondamentali che lo rendono intelligibile e definito. Potremmo  definirlo in altre parole come un quadro concettuale ottenuto attraverso una forma di accentuazione, ovvero una riduzione della complessità della realtà che accentua alcuni fatti. Il concetto di tipo ideale è prettamente astratto e strutturalmente ipotetico in quanto si tratta di un mezzo per conoscere la realtà e non è tangibile empiricamente. Weber mantiene un approccio prudente definendo il tipo ideale come una generalizzazione di comodo che non pretende di essere definitiva ed esaustiva. Egli divide i tipi ideali in idealtipi di individualità storiche, ovvero una ricostruzione di una realtà globale come ad esempio il capitalismo, pienamente realizzato solo in Occidente, e idealtipi che designano entità più astratte della realtà storica aventi caratteristiche tali per cui possono ripetersi nella storia in forme diverse ad come ad esempio la burocrazia. Il rischio del tipo ideale è di accentuare eccessivamente un aspetto rispetto ad un altro. Bisogna continuamente confrontarli con la realtà che cambia Teoria della scienza Weber fa un passo oltre alla distinzione fra scienze della natura dette nomotetiche, in cui è possibile formulare leggi generalizzabili come nelle scienze naturali, e scienze dello spirito chiamate ideografiche dove l'oggetto di studio è unico e irripetibile come nelle scienze umane. Secondo Weber le scienze umane e sociali come la storia e la sociologia vanno sicuramente studiate in primo luogo con un approccio idiografico al fine di comprendere le esperienze umane nella loro particolarità, ma successivamente deve subentrare anche un processo nomotetico di analisi volto a ricavare modelli generali capaci di garantire spiegazioni e teorie derivanti dal processo interpretativo. Le scienze umane sono comprendenti poiché cercano di comprendere il senso presente nel fenomeno sociale e che l’attore sociale attribuisce al proprio agire. Poiché ogni azione implica la tensione verso un certo fine è quindi per sua natura intenzionale e causale e quindi comporta un carattere di parzialità o probabilità. I due caratteri principali della scienza moderna sono l’incompiutezza, in quanto non può essere conclusa ed è per essenza in continuo divenire e l’oggettività dal momento che la validità universale della scienza esige che lo scienziato non proietti nella ricerca i suoi giudizi di valore o le sue preferenze estetiche o politiche. Azioni Un esempio di individuazione di idealtipi è quello relativo all’analisi delle tipologie di azioni che un uomo può compiere. Egli arriva a distinguere 4 differenti tipi di azione: due razionali, e uno affettivo e uno chiamato azione e tradizione.  1. Il primo tipo di azione razionale è quello relativo ad un fine e quindi un’azione caratterizzata da razionalità strumentale in cui l’individuo concepisce un fine e predispone i mezzi per compierlo.  2. Il secondo tipo di azione in cui il soggetto agisce con razionalità è quello relativo ad un valore che l’individuo ritiene inevitabile e verso il quale egli si assume una responsabilità in prima persona. 3.  Il tipo di azione affettiva è quella concernente ad una reazione emotiva del soggetto in determinate circostanze. 4.  L’ultimo tipo di azione individuato da Weber è quella tradizionale che è dettata da costumi e abitudini che, interiorizzati dal soggetto nel tempo, diventano quasi una seconda natura nell’uomo. In questo tipo di azione è presente una componente che risente molto della forza e dell’efficacia della coscienza collettiva sugli individui. Le azioni sono ciò che costituiscono la condotta dell’individuo e pertanto l’oggetto di interesse fondamentale per la sociologia in quanto egli vede queste azioni non in rapporto all’osservatore, ma in rapporto al significato che il soggetto agente da al proprio agire.  Esemplare per la teoria della scienza di Weber è l’analisi accurata del tipo di azione relativo ad un fine poiché questa azione tende a ponderare il rapporto tra mezzi e fini. Ad esempio lo scienziato che agisce razionalmente in rapporto a un fine. Weber individua come, nella società di oggi, ci sia la tendenza a compiere azioni quasi unicamente a carattere razionale poiché l’uomo di odierno si concentra al massimo sull’efficacia e l’efficienza più che a riflettere sul fine. Agire sociale il senso intenzionato che il soggetto dà all’azione, è rivolto agli altri.  Non razionale: azione non consapevolmente orientata a un senso soggettivamente intenzionato, azioni “passive”. Esse sono al limite tra l’agire razionale e il comportamento reattivo. (Affettivo/tradizionale)  Razionale: azione consapevolmente orientata, agire in senso proprio. Il senso è chiaro e consapevole, razionale. L’attore agisce in modo autonomo (non meccanico). (Fine/valore) 1. Coerenza: l’azione è razionale poiché coerente ad un valore. Razionalità rispetto al valore 2. Adeguatezza: l’azione è razionale poiché utile strumentalmente a raggiungere un fine. Razionalità rispetto allo scopo. Sociologia politica di weber Politica definizione di weber: è l’insieme dei comportamenti umani che implicano il potere dell’uomo sull’uomo - realismo crudo di weber. Il potere: è la probabilità che gli ordini impartiti vengano eseguiti. Qual è la fonte che legittima il potere? Criterio della legittimazione: Egli per potere intende la capacità di far rispettare volontariamente un ordine impartito. La classificazione dei tipi di potere distingue tre fondamentali forme: 1. Potere razionale o legale burocratico: emerge con lo stato moderno. Potere impersonale che non dipende dall’individuo, fondato sulla legge, sulla validità dello stato di diritto e che deriva dalla legittimità che possiede chi lo esercita, conferito dalla legge. Tipo di potere più diffuso, non è in grado di cancellare altre due forme di potere. 2. Potere tradizionale: potere personale (re, genitore) potere impersonato. La tradizione legittima questo potere. Tradizione= credenza nel carattere sacro delle tradizioni antiche. 3. Potere carismatico: fondato sull’idea e la percezione delle qualità di un capo e su una devozione su questo capo. La politica non può esistere senza carisma per Weber. Oggi crisi dell’elemento carismatico che comporta anche la crisi della politica. Potere precario: non è trasmissibile perché la qualità è personale rispetto agli altri due poteri. Esso tende a banalizzarsi e a deperire ma resta comunque il sale della politica -> accusato dal filosofo marxista Lucas perché secondo lui weber ha favorito l’evento del nazismo in Germania (accusa infondata) Nelle società umane, i tre tipi di sapere si mescolano fra loro ma vanno riconosciuti come unità basilari dei sistemi politici. Secondo Weber oggi la politica è in crisi per deficit di carisma Antinomie, valori, politeismo La concezione di Weber dei valori può essere ricondotta alla visione neokantiana di questi ultimi. Weber prende le distanze da concezioni precedenti come quella di Durkheim che riteneva che i valori fossero riconducibili ad una costruzione della società. Egli al Nel calvinismo le opere non salvano, servono solo a comprendere le volontà di dio a cui si è predestinati. L’uomo calvinista si dedica agli affari non per goderne (è anti-eudemonistico) ma per ricercare la prova della sua elezione davanti a Dio = esclude forme di misticismo esempi di razionalizzazione: - Divisione del lavoro, impresa economica razionale nel capitalismo. - Burocratizzazione dello stato: è l'organizzazione permanente della cooperazione tra un gran numero di individui, ciascuno dei quali esercita una funzione specializzata. - Burocrazia, organizzazione permanente della cooperazione tra un gran numero di individui, ciascuno dei quali esercita una funzione specializzata. È però anche la quintessenza del «dominio dei mezzi sui fini». Weber parla di pessimismo culturale riferendosi all’azione razionale Economia e società Oggetto dell’opera è la storia universale, tuttavia essa è un’opera di sociologia.   Lo scopo di Weber sta nel rendere intelligibili le diverse forme di economia, diritto, potere e religione inserendole in un unico sistema concettuale.  Le cellule fondamentali della scienza dell'azione sociale sono:  AZIONE SOCIALE, RELAZIONE SOCIALE, USANZA, COSTUME  Alla regolarità del rapporto sociale concorrono la convenzione ed il diritto che compongono l’ordinamento legittimo:   Convenzione = La sanzione che colpisce chi la viola è la disapprovazione collettiva  Diritto= La sanzione è la costrizione fisica.   La scuola di Francoforte È nata negli anni ’20 a Francoforte- istituto per la ricerca sociale nato grazie all’iniziativa di Adorno e Horkheimer. Teoria critica della scuola di Francoforte: elemento che prevale nella riflessione degli studiosi (marxisti) è la critica sociale Gli Stati Uniti accolgono questi studiosi durante il nazismo: offrendo cattedre molto importanti Molti francofortesi erano ebrei. La scuola di Francoforte si rifà alla dimensione di pensiero critico di Marx- marxismo che i francofortesi mettono in discussione e rielaborano adattandolo ai nuovi fenomeni del 1900 (totalitarismi sia nazista che sovietico). A causa del nazismo furono costretti a spostarsi dalla Germania (ad es. a Parigi, oppure decisero di uccidersi come Valter Benjamin)  Criticano l’alienazione della società borghese  Criticano l’illuminismo che non ha realizzato il suo progetto. Dialettica dell’illuminismo: è necessario mettere in discussione gli esiti dell’illuminismo- che ha prodotto il mito della ragione assoluta: capacità di penetrare le cose definitivamente. La realtà non è così: la ragione deve essere critica anche per se stessa.  Rifiutano il primato dell’economia che Marx aveva attribuito  Rifiutano l’utopia del capitalismo  = PESSIMISMO CULTURLE (Adorno e Horkheimer) Opera di Adorno: la personalità̀ autoritaria- dedicata all’interpretazione della personalità̀ che sta dietro all’uomo totalitario (fascismo europeo) Usa anche la psicoanalisi Prima generazione: Max Horkheimer (1895 – 1973), Theodor Adorno (1903 – 1969), Seconda generazione: Herbert Marcuse (1898 – 1979), Walter Benjamin (1892 – 1940) Terza generazione: Jürgen Habermas (1929), Zygmunt Bauman (1925 – 2017) Prima generazione Pessimismo culturale che caratterizza Adorno e Horkheimer. Tematiche (influenzato da Marx e Weber):  Critica alienazione industriale borghese, ma rifiutano il primato che M. aveva affidato all’economia. Criticano il suo economicismo e materialismo.  Rifiutano il mito dell’utopia e della società perfetta che ipotizza Marx, perché con avvento del nazismo e bolscevismo non potevano immaginare una società libera. Devono recuperare la razionalità europea, tradizione che rimane coniugata all’idea di libertà. Nazismo, comunismo, capitalismo borghese, sono tutte tradizioni antieuropee che negano la razionalità classica filosofica e metafisica. “dopo Auschwitz non si può più fare filosofa” ??? domanda d’esame??? In “Dialettica dell’illuminismo” (1946) sostengono la critica della razionalità moderna e illuminismo che finisce per cancellare l’idea stessa di ragione. Eclissi della ragione: prevale la razionalità strumentale di W., idea di Bacone del “sapere è potere”, idea di ragione strumentale che si concentra sui mezzi e non sui fini. Accusano l’illuminismo di un uso irrazionale del razionale. Fa scivolare l’uomo nella “gabbia d’acciaio”. Razionalità di dominio che inizia a prendere forma con Cartesio e filosofia moderna. Due esiti: 1. Sadismo, sesso diventa calcolo e pianificazione per il massimo dominio dell’altro 2. Industria culturale, ha realizzato l’uomo come essere generico, ognuno è solo ciò per cui può sostituire l’altro, ovvero una banalizzazione e barbarizzazione della cultura, priva della forza morale del pensiero. Arrivano considerare l’importanza del recupero sapere religioso, teologia come speranza di un miglioramento. Capitalismo è il male migliore, il male peggiore sono i totalitarismi, rigettano l’idea di un’utopia della rivoluzione chiamando “fascismo rosso”; infatti nel ’68 Adorno fu contestato, come “rassegnato al capitalismo”. CRITICA SOCIALE al positivismo (Comte, Durkheim e in parte Weber) Le scienze sociali devono descrivere oggettivamente la realtà, ma anche rifiutarla, criticarla e distaccarsi da essa. L’uomo è colui che sa ribellarsi. “la pagliuzza nel tuo occhio è la migliore lente di ingrandimento.”. Ciò che ostacola la possibilità della vita migliore è esattamente l’oggetto della sociologia. Riflessione sulla presenza del dolore nel mondo, sociologia non deve rimuovere questa sofferenza, ma fare della sofferenza l’oggetto dell’analisi sociologica. Solo assumendo questo dolore posso immaginare di rimuoverlo. Musica dodecafonica, non basta Mozart, ma qualcosa che rompe l’armonia e mi aiuta a capire meglio le disarmonie della società, arte ha una funzione sociale. Reificazione: sociologia classica trasforma in res la realtà, ovvero la descrive come fatto e assegna ai fatti qualcosa di oggettivo e indissolubile, e così non può comprenderne le contraddizioni. In realtà si deve andare al di là dell’oggettività, non è un dato fine a se stesso ma racchiude dentro una contraddizione. Processo di razionalizzazione come alienante, rileggono Marx attraverso Weber. Fanno riferimento all’alienazione dell’operaio rispetto al proprio lavoro. Seconda generazione Questione del ’68 nella storia del nostro paese: Tesi di orsina: le radici del 68 sono in tutto il 900– le tensioni trovano la spiegazione in qualcosa che è consustanziale alla democrazia stessa— tende a generare promesse che non riesce a mantenere; la libertà totale, ambizione a raggiungere qualcosa. Questo fenomeno ha provocato delle degenerazioni: terrorismo- politica che si coniuga alla violenza, ha prodotto il narcisismo- diventa un fenomeno di massa, modello che si diffonde sempre di più anche in modo consapevole. Perfettismo: riscatto dell’uomo- paringenesi: liberazione dell’uomo da ogni tipo di potere. Atteggiamento palingenetico: introduce massimalismo che genera il contrario di quello che si augura di raggiungere. Democrazia diretta: idea che si illude di sbarazzarsi di ogni mediazione della politica. Slogan del 68: anche nella dimensione più privata intervengono elementi di potere che non consentono libertà all’individuo. Nel giro di pochissimi anni la tesi del 68 si è ribaltata—> il politico si privatizza- la dimensione sociale di partecipazione si ridimensiona e tutto diventa privato. Autodeterminazione soggettiva: perde di vista qualsiasi elemento di confronto critico\limite che consente di limitare la volontà di autodeterminazione personale. Essere psicomorfo: la realtà si dissolve— ciò che pensa l’uomo viene riflesso nella realtà. Tesi di Orsina: il 68 e quello che accade a livello culturale produce un passaggio determinante. Il narcisismo non è più una patologia individuale che c’è sempre stata, ma il narcisismo diventa una forma sociale- un ideal-tipo weberiano, un modello che tende a diffondersi sempre di più in modo inconsapevole: siamo tutti più narcisisti di quanto non lo fossero le generazioni precedenti, tutti attenti patologicamente a noi stessi. Idea che nella patologia narcisistica scompare la divisione tra dentro e fuori: il narcisista abbatte i confini tra se stesso e l’esterno- il narcisista non ha nessuna vita intima.  rifiuteranno il ’68 -> adorno lo accuserà di fascismo rosso Ripresa della dimensione critica del marxismo: L’atteggiamento critico dei francofortesi emerge come: 1. Ritorno alle origini: il vero Marx è un critico sociale, le interpretazioni marxiste successive hanno tradito la sua vocazione più autentica. 2. Superamento di Marx: trovare un modo innovativo di essere marxisti significa elaborare una teoria sociale che affronti le nuove questioni che Marx non poteva prevedere. Contro ogni forma di dogmatismo. CRITICA FRANCOFORTESE Il cuore della critica francofortese alla società moderna sta nel vedere nei processi di razionalizzazione l’elemento alienante del capitalismo moderno: si tratta di rileggere Marx e il suo concetto di alienazione attraverso Weber e il concetto di razionalizzazione. Per la teoria critica per cogliere la realtà dobbiamo introdurre un elemento di critica- fenomeno che appare come una cosa e indiscutibile ma non lo è. La teoria critica interpella la responsabilità̀ di ogni scienziato sociale, sociologo e ogni cittadino: la società si presenta così perché è il risultato di processi che sono costruiti da noi. Forme reificate: concetto di reificazione- secondo i francofortesi le forme oppressive del potere si sviluppano dai processi di reificazione della società. Reificare = cosificazione/oggettivazione: rendere cosa qualcosa che è il risultato di una produzione che fa la società che noi invece rendiamo una cosa (la reifichiamo). Capire in che misura la società reifica i rapporti sociali- prodotto e frutto dell’agire dell’individuo. Esempio classico della reificazione: la stessa sociologia, che tende a proporci un sapere falso, a presentarci come dato reale oggettivo qualcosa che non è reale. Cosa reifica la sociologia? Considera la società come una dimensione autonoma dagli individui: individualismo (divisione tra società e individuo) - immagine che reifica la società stessa perché scinde società e individuo. La scuola di Francoforte reintroduce una relazione tra società e individuo: la società esiste ed è il risultato delle azioni degli individui e tende ad agire sull’individuo. Tra società e individuo c’è un rapporto di reciprocità. Per la teoria critica la società non è autonoma dagli individui ma diventa ciò se viene reificata. La mano invisibile di Adam Smith è un modo di reificazione della società: per i francofortesi non esiste la mano invisibile. Tutti i metodi di oppressione della società si possono mettere in discussione. I francofortesi preferiscono utilizzare teoria critica al posto di sociologia, che ha dentro di sé il rischio della reificazione cioè l’assolutizzazione. Deve smascherare i processi sociali che presentano la società come un dato certo è inevitabile. Sociologia critica del positivismo dei classici = Bauman: è necessario uscire e superare la dialettica distorca che contraddistingue il positivismo. Non è possibile guardare la realtà sociale dal punto di vista oggettivo ma neanche solo in modo ermeneutico, cioè soggettivo (Weber). È necessario tenere insieme queste due prospettive Totalità: vuol dire che quando si analizza la società bisogna tenere conto di tutti gli aspetti presenti in essa. Adorno: quando l’uomo pensa e riflette intercetta o esprime la sofferenza umana, il bisogno e la necessità. Si pensa a partire dal bisogno: il pensiero della realtà (in sé limitata) dentro di se il pensiero ha una fondata incompiutezza- il vero pensiero scientifico è più umile, continuamente riformabile da mettere alla prova con la realtà che muta di continuo. Interesse per la filosofia dei francofortesi: forte critica della scienza- molto esposta al rischio di reificare la realtà.  = Critica al positivismo (= critica a Comte, Weber e Durkheim) Il cuore della critica francofortese alla società moderna sta nel vedere nei processi di razionalizzazione l’elemento alienante del capitalismo moderno: si tratta di rileggere Marx e il suo concetto di alienazione attraverso Weber e il concetto di razionalizzazione Si soffermano sul secondo tipo di alienazione di Marx ADORNO (1903 – 1969) • È il maggior esponente (insieme a Horkheimer della cosiddetta teoria critica • Tra il 1941 e il 1944 lavora con Horkheimer a Dialettica dell’Illuminismo che uscirà in tedesco per la prima volta nel 1969 • Dialettica negativa (1966) è il suo libro teorico più importante Critica del metodo Il funzionalismo in sociologia: concetto di funzione   In senso biologico: era presente già in Durkheim (solidarietà organica- facendo riferimento all’organismo umano: tante funzioni di tanti organi diversi tenuti insiemi dalla totalità). le parti svolgono la loro funzioni per mantenere in vita l’organismo. La funzione è un concetto astratto ossia non dipende dall’organo concreto.  In senso matematico: la funzione è la relazione tra variabili  «Contributo particolare oggettivamente fornito da un processo o una componente strutturale (es. un ruolo, una istituzione, una norma, un gruppo) al mantenimento o al conseguimento di uno stato specifico di un determinato SISTEMA SOCIALE, o di una sua parte. Una interdipendenza che sia misurabile empiricamente» (L. Gallino, Diz. di Sociologia, Utet) E’ un paradigma sociologico che intende la società in termini olistici. Studia ogni società come una totalità di strutture sociali e culturali, costumi, credenze, etc., tra loro interdipendenti, ciascuna delle quali fornisce un particolare contributo (funzione) a favore del mantenimento di una o più condizioni essenziali per l’esistenza e la riproduzione del sistema sociale. Antropologia sociale, culturale, sociologia (Franz Boas, Durkheim, Radcliffe-Brown, Malinowski) Parsons si allontana dal funzionalismo organicistico per elaborare un concetto di funzione più astratto: modello di sistema sociale a- storico. La sociologia deve individuare una modellistica astratta che sia applicabile ad ogni tipo di società- concetto di sistema sociale. Parsons vuole allontanare il concetto di funzione dalla metafora organicista poiché: • La società non va più pensata come un grande corpo ma come un “sistema sociale” in cui è importante capire come le parti si armonizzano, • Il funzionalismo vuole fornire un modello teorico astratto – “la grande teoria” capace di spiegare come una società si costituisce e si sviluppa -> etnocentrismo nel momento in cui si pensa che questo modello astratto in realtà descrive le funzioni che ogni società deve svolgere per tenersi in equilibrio e per evolvere Critiche: si trovano forme di modernizzazione in realtà diverse (globalizzazione culturale = rischio di un’omologazione culturale) Critiche: 1) il suo astoricismo (inclinazione a ragionare unicamente in termini sincronici). 2) orientamento conservatore (primato attribuito all’equilibrio, all’omeostasi (tendenza al riequilibrio degli esseri viventi), allo status quo) Prevalente interesse per il problema dell’ordine (Hobbes), dell’integrazione, e non del conflitto. 3) peso eccessivo attribuito ai ruoli (istituzionali), ai sistemi chiusi, incapacità di comprendere i fattori interni, endogeni, del mutamento dei sistemi sociali A queste obiezioni, il Funzionalismo risponde: Il problema dell’ordine e dell’integrazione non è né conservatore, né progressista. Anche le società e i sistemi nati da rivoluzioni, hanno il problema di una stabilizzazione di un nuovo ordine sociale (vedi: Russia sovietica con Stalin; Cina popolare) -> si collega Sorokin: in ogni società ci sono due fasi prima rivoluzione e poi controrivoluzione in cui viene riscoperta la famiglia e limitato il divorzio e l’aborto se no la società si disintegra Concetti base del funzionalismo: • La società è un sistema sociale ossia un insieme strutturato e non contingente di relazioni tra ruoli istituzionalizzati. • La struttura è la forma stabile che le relazioni tra le parti del sistema (ruolo sociali) assumono. • La struttura mantiene la sua funzionalità attraverso dei processi (processo di interiorizzazione). Teoria funzional-strutturalista: Funzionalista: la sociologia deve individuare le funzioni fondamentali di ogni forma sociale al di là delle diverse forme con cui vengono concretizzate. Struttural-funzionalista: queste funzioni sono messe in atto da strutture e processi concreti. Cioè vi sono strutture sociali (Stato, famiglia, scuola) che svolgono le loro funzioni in modo da dare stabilità al sistema sociale Punti salienti di Parsons: 1. Ricerca di una teoria generale della società (“Grande teoria”) 2. L’individuo si integra nella società mediante l’interiorizzazione di valori sociali -> ripreso dall’antropologia (che prende in considerazione società arcaiche in cui l’integrazione era totale) 3. Il modello di evoluzione sociale si basa sul concetto di differenziazione funzionale (Durkheim) Metodo: • La sociologia è la teoria della società formulata nella società moderna ma è applicabile a qualsiasi gruppo umano del passato presente e futuro. • La teoria sociologica è necessariamente astratta poiché intende individuare ciò che accomuna nonostante le enormi differenze le varie strutture sociali. Da qui la denominazione di “Grande teoria” Quali processi garantiscono la stabilità di una società nel tempo? Il sistema sociale è un insieme integrato di ruoli e funziona perché gli individui hanno interiorizzato le credenze alla base delle aspettative sociali tipiche dei ruoli che ricoprono. Sistema sociale insieme strutturato e non contingente di relazioni tra ruoli istituzionalizzati. Concetto di struttura —> forma stabile di relazioni tra le parti sociali (ruoli sociali) La struttura mantiene la sua funzionalità attraverso dei processi (processo di interiorizzazione- bisogna interiorizzare le aspettative che gravano sui comportamenti) - rende un sistema sociale altamente prevedibile. Tutto questo determina un equilibrio del sistema stesso. Problema che emerge: elemento di pressione sociale - Parsons è considerato un conservatore: criticato dalla scuola di Francoforte. I modi di leggere la società sono diversi. I francofortesi criticano il concetto di a-valutatività di weber: per i francofortesi la sociologia non è mai asettica e a-valutativa, ma deve giocarsi e alla conclusione della sua analisi elaborare una critica della società - se non fa questo tende a reificare la società stessa. Esempio di reificazione della società: Parsons e il suo funzionalismo. ???Domanda d’esame??? Ruolo sociale 1. Il ruolo è indipendente dalla persona (il ruolo di studente non coincide con lo studente che lo ricopre). 2. Il ruolo è definito dalle aspettative di ruolo (coordinandosi con gli altri ruoli mette in atto le azioni sociali che gli altri ruoli si aspettano) 3. Le aspettative di ruolo sono il risultato del processo di istituzionalizzazione (solo alcuni specifici contenuti normativi sono incorporati nel ruolo) L’integrazione funziona e si mantiene nel tempo grazie a: Processo di interiorizzazione di valori Parsons: non riesce a dare una risposta alla domanda “come mutano i valori?” Processo di interiorizzazione Parsons sviluppa l’idea fondamentale di: processo di interiorizzazione dei valori coniugando Durkheim e Freud. Un sistema sociale è stabile se la struttura integrata di ruoli che la costituisce si mantiene nel tempo. Ciò è possibile solo se gli individui hanno interiorizzato (sistema di personalità) i valori socialmente condivisi (sistema cultura) che stanno alla base delle aspettative di ruolo. Processi di socializzazione La “coscienza collettiva” (valori sociali esterni al singolo) di Durkheim viene interiorizzata attraverso processi di socializzazione. I processi di socializzazione ci accompagnano per tutta la nostra vita da quando siamo bambini sino alla vecchiaia. Tanto più i valori sociali saranno interiorizzati tanto più l’individuo agirà – in modo inconsapevole – sulla base delle aspettative di ruolo che ha fatto proprie. Parsons ha sottovalutato il concetto critico Schema AGIL - AGIL: Adaptation Goals Integration Latency Secondo Parsons un sistema sociale deve soddisfare 4 esigenze funzionali fondamentali: Parsons indica i postulati fondamentali, necessari alla sopravvivenza di ogni sistema: FUNZIONE DI ADATTAMENTO: è la funzione del sistema che indica come il sistema debba usare i mezzi a disposizione in modo efficace. L’ambiente offre degli strumenti esterni a cui il sistema si deve adattare o che deve trasformare in base ai bisogni dell’azione. Mezzi esterni. Ruolo dell’economia: sottosistema economico. Deve adattarsi a una realtà esterna e mettere a disposizione le risorse economico FUNZIONE DI GOAL: il sistema deve avere degli obiettivi esterni, è la funzione che realizza gli scopi: riguarda l’impiego di risorse volte al raggiungimento di fini definiti. La politica: deve definire degli scopi collettivi e elaborare gli strumenti per perseguire quegli scopi. FUNZIONE DI INTEGRAZIONE: mira al mantenimento dell’ordine interno tra i vari sottosistemi funzionalmente differenziati. Rapporto funzionale tra le parti, è il fine interno del sistema sociale. Esigenza di ogni sistema di assicurare al proprio interno integrazione. FUNZIONE DI LATENZA: è il mezzo interno e mira al mantenimento delle credenze condivise per garantire la stabilità del sistema. Stabilità normativa latente. più importante- è in questo sottosistema che vengono elaborate le energie motivazionali- la cultura conta di più in un sistema sociale. Strumentale (futuro) mezzi Consumatorio (presente) fini Esterno ADATTAMENTO RAGGIUNGIMENTO DEGLI SCOPI (Goal) Interno LATENZA INTEGRAZIONE I sottoinsiemi soddisfano 4 funzioni diverse ma tutte funzioni fortemente integrate l’una con l’altra: IMPERATIVI FUNZIONALI SOTTOSISTEMI ISTITUZIONI Adattamento economico Imprese Goal politico Partiti/burocrazia Integrazione sociale scuole Latenza Culturale famiglia Numan parlerà di autoreferenzialità. Da una parte la società moderna deve consentire a questi sottosistemi di muoversi secondo un codice proprio senza un distacco. Parsons assegna alla latenza un ruolo primario: i modelli normativi prevalenti assicurano a tutto il sistema la possibilità di integrarsi vicenda. Da qui ha importanza la cultura ma da una visione antropologica perché elabora modelli. Ma se ciò non avviene il sistema implode perché viene meno la coesione e ogni sistema perderà ogni ragione più profonda per le quali è chiamato ad essere efficiente rispetto agli altri sottoinsiemi. Analisi che propende verso la staticità: tende ad essere incapace di prendere in considerazione il cambiamento sociale. Modello generale di funzionamento del sistema sociale Secondo Parsons lo schema AGIL è adattabile a qualsiasi sistema sociale concreto- ha la necessità di soddisfare queste 4 funzioni generali e di tener conto delle 5 variabili. Differenziazione funzionale Parsons elabora uno schema evolutivo delle società: Il processo di differenziazione funzionale • Tale processo spiega l’evoluzione storica delle società e quindi giustifica l’emergere della società moderna. • In ogni sistema vi sono dei sottosistemi: il sottosistema è contenuto nel sistema ma a sua volta diventa sistema avente altri sottosistemi (effetto matriosca). • Il motore del processo/del cambiamento è il sistema delle credenze e dei valori. Società moderna Sistema di credenze della società moderna = individualismo La natura dei valori sociali condivisi cambia radicalmente rispetto alle società premoderne dove i valori erano prescritti in modo rigido. Nella società moderna non si interiorizzano comportamenti dettagliati ma criteri generali d’azione proprio perché l’individuo è più libero di scegliere tra alternative funzionalmente differenziate. Variabili strutturali (non oggetto d’esame): Per quanto socializzato, l’individuo può sempre assumere un atteggiamento deviante (cfr. Durkheim). Bisogna evitare un eccesso di devianza che mini la stabilità sociale; tuttavia, alcuni dilemmi d’azione sono propri della natura volontaristica dell’azione, ossia rimangono anche negli individui più socializzati: sono le variabili strutturali. I dilemmi d’azione/alternative di comportamento sono 7 (ridotti da S. Ambrogio a 5) Affettività/neutralità Azione affettiva (amico), azione neutrale (medico). Scelgo tra la gratificazione immediata secondo impulso affettivo o la disciplina domina l’affettività. Diffusione/specificità Azione di ampio raggio cioè che tiene in considerazione tutti gli aspetti (genitore-figlio) o di raggio ristretto (medico-paziente) Universalismo/particolarismo Azione dettata da criteri universali (giudice – legge/ bibliotecario – utenti) o particolari (madre/figlio; sorella/fratello) Realizzazione/ascrizione Tengo in considerazione: Caratteristiche acquisibili (competenze/titoli di studio) / la prestazione oppure indipendenti dalla mia volontà (sesso età) /qualità intrinseche orientamento verso il sé/ orientamento verso la Criteri normativi elaborati dal soggetto o completamente dipendenti dalla La natura di questi due tipi di mentalità culturale è «irriducibilmente diversa». Si tratta di «due tipi ideali» (secondo la «metodologia weberiana»: cioè nella loro forma pura non esistenti) Il primo tipo: cultura ideazionale Secondo tipo: cultura sensistica In genere si presentano all’osservazione del sociologo culturale delle forme miste: alcune culture si avvicinano di più al sistema ideazionale, altre a quello sensistico. Quando invece rappresentano una sintesi equilibrata di entrambi i tipi puri allora siamo di fronte a quelli che Sorokin chiama «sistemi idealistici» Lo studio delle premesse fondamentali della mentalità culturale di questi sistemi può, secondo Sorokin, avere come riferimento quattro elementi fondamentali: 1) La natura della realtà 2) la natura dei bisogni 3) la misura in cui è ammessa la soddisfazione di tali bisogni e di tali fini; 4) i metodi per la soddisfazione di essi 1. La natura della realtà: Molteplicità di modi di percepire lo stesso fenomeno da parte di persone diverse. Ad un estremo, dice Sorokin, avremo la mentalità per cui la realtà è quale la percepiscono i nostri organi di senso e nulla scorge al di là della presenza sensibile dell’ambiente. All’altro estremo abbiamo persone che considerano i fenomeni come mera apparenza, sogno, illusione. La realtà vera è per loro al di là di queste apparenze. Per questa mentalità la realtà vera è sovrasensibile, immateriale, spirituale (Dio, Nirvana, Brahma, Om, Tao, Città di Dio, etc.). 2. La natura dei bisogni e dei fini che debbono essere soddisfatti I bisogni possono essere meramente sensuali (fame, sete, sesso, cura del corpo) oppure spirituali (salvezza dell’anima, compimento del sacro dovere, servizio di Dio, imperativo morale categorico), oppure misti: insieme carnali e spirituali 3. Misura in cui è ammessa la soddisfazione dei bisogni e dei fini Ciascun bisogno è suscettibile di soddisfazione in diversi gradi e misure. Da un massimo di abbondanza ad un minimo. 4. Metodi per la soddisfazione dei bisogni Modificazione dell’ambiente, modificazione di sé stessi, modificazione sia dell’ambiente che di se stessi LA MENTALITÀ CULTURALE IDEAZIONALE La cultura è concepita come non sensibile e immateriale, come l’essere eterno; i bisogni hanno un carattere eminentemente spirituale; si ammette che essi vengano soddisfatti nella misura più ampia; il metodo: si minimizzano i bisogni fisici Sorokin distingue poi dei sottosistemi: ideazionalismo ascetico (controllo dell’uomo su sé stesso), ideazionalismo attivo (controllo dell’uomo sul mondo esterno) Ritiene reale soltanto ciò che è presente agli organi di senso. Non ricerca e non crede in alcuna realtà sovrasensibile. La realtà è concepita come divenire, processo, mutamento, flusso, evoluzione, progresso, trasformazione. I suoi bisogni e i suoi fini sono fondamentalmente fisici e se ne cerca la massima soddisfazione. Il metodo non consiste nella modificazione degli individui, bensì nella modificazione o sfruttamento del mondo esterno Tre sottotipi: mentalità culturale sensistica attiva; mentalità sensistica passiva (sfruttamento parassitario del mondo esterno, «carpe diem»); mentalità sensistica cinica (si indossano le maschere ideologiche più diverse; trasformismo). I TIPI MISTI DI CULTURA E DI MENTALITÀ 1. Mentalità culturale idealistica (una forma mista integrata logicamente. Essa dà il suum cuique al tipo ideazionale e la tipo sensitico); 2. Mentalità culturale pseudo-ideazionale (la realtà non viene definita chiaramente, ma intesa per lo più come realtà sensibile). Esempi concreti dei principali tipi di mentalità culturale Sistemi in cui prevale l’ideazionalismo ascetico: induismo; buddismo, giainismo; taoismo; sufismo; cristianesimo ascetico primitivo u Ideazionalismo attivo: il cristianesimo di S. Paolo; organizzazione; u Sensismo attivo: la cultura contemporanea è intrisa, dice Sorokin, di questa mentalità. Aspirazione ad una vita «piena, ricca e piacevole». Trasformazione dell’ambiente naturale. u Sensismo passivo: anche questa mentalità, secondo Sorokin, è assai diffusa oggi. Un epicureismo passivo. Edonismo del carpe diem. Rinascimento. Decameron di Boccaccio. u Idealismo: confucianesimo; u Sensismo cinico: (ipocrisia e menzogna diffusa); adulazione LE FLUTTUAZIONI SOCIOCULTURALI: CONCETTO E FORMA DEI PROCESSI CULTURALI Processo: ogni genere di movimento, modificazione, trasformazione, alterazione, evoluzione. In breve: «qualsiasi mutamento di un dato soggetto logico nel corso del tempo, sia un mutamento nella collocazione spaziale del soggetto stesso, sua una modificazione dei suoi aspetti quantitativi e qualitativi 1. Unità del processo, ossia il soggetto logico, che è sottoposto a mutamento o che è in processo 2. le relazioni di tale processo nel tempo 3. le relazioni di tale processo nello spazio 4. la sua direzione Mancando l’unità, o soggetto logico, nessun processo, e in generale, nessun stato dinamico è osservabile, pensabile, descrivibile. L’unità, benché in processo o in mutamento, deve e essere concepita come tale da mantenere la propria identità durante l’intero corso del processo in cui si trova Qualunque unità esiste fino a che conserva la propria identità «Mentre il nostro interesse si rivolge al mutamento, noi dobbiamo pensare l’unità o il soggetto di tale mutamento come immutabile, come un modo dell’Essere» Qualunque divenire, mutamento, processo moto, stato dinamico implica il tempo Lo stesso vale per la dimensione dello spazio Implica anche una direzione Direzione nel tempo, nello spazio, direzione quantitativa, direzione qualitativa. Nozione di durata «Le quattro classi di direzione permettono la formazione di un concetto operativo di processo e, insieme alle altre specificazioni (relative al soggetto del processo, al tempo e allo spazio) consentono la classificazione dell’infinita varietà di processi in poche specie» Sorokin poi distingue fra forme e gradi di unicità e di ricorrenza: A. Un fenomeno può essere unico rispetto a tutte le sue specificazioni: ciò significa che esso accade una sola volta, in un unico luogo dello spazio infinito, e che pure l’unità in cui il processo si verifica è unica B. Un processo relativo ad una unità unica può ripetersi entro l’unità stessa D. Un processo può far capo ad unità che non sono uniche e ripetersi più volte per ciascuna di esse. Processi tali sono perciò ricorrenti sia nel tempo che nello spazio. I PROCESSI CULTURALI SONO UNICI O RICORRENTI? La storia non si ripete mai, ma sempre si rinnova? Non vi sono oggetti, valori, gruppi o eventi socioculturali simili tra loro quanto al tempo o allo spazio? Soprattutto gli storici sostengono questa tesi «unicista» «Se è vero che i processi socioculturali hanno aspetti di unicità, da ciò non consegue che essi non abbiano anche aspetti di ripetizione» L’uniformità della ripetizione non è qualcosa di rigido «Il crimine e la licenziosità, la religione e l’irreligiosità, la stabilità sociale e la rivolta ricorrono incessantemente. I sistemi sociali ….si ripetono senza fine i processi di reclutamento, ricambio, e congedo dei loro membri» Sorokin studia le fluttuazioni socioculturali soprattutto nelle culture greco-romana e occidentale nel periodo che va dal 600 A.C fino ai giorni nostri. ALCUNI DEI SUOI TEMI DI RICERCA: 1. La cultura greco-romana e òla cultura occidentale hanno avuto una integrazione logica? 2. Se sì, intorno a quali premesse di valore tale integrazione si è avuta? 3. I principi delle culture ideazionale, sensistica, e di tipo misto, ci forniscono un criterio adeguato a individuare tale integrazione? 4. Se sì, questi principi consentiranno pure di comprendere le forme fondamentali dell’arte e dell’etica, della politica e del diritto, della scienza e della filosofia? LA PROSPETTIVA FILOSOFICA DI SOROKIN - UN CONCETTO INTEGRALE DELLA REALTÀ TOTALE Che cosa intende Sorokin per «integralism»? «Una concezione che intende la realtà come la X infinita di qualità e quantità innumerevoli: spirituali e materiali, momentanee e eterne, sempre mutevoli e immutevoli, personali e super-personali, temporali e senza tempo, spaziali e prive di spazio, une e molte, le piccolissime come le piccole, le più grandi come le grandi. In questo senso è il vero mysterium tremendum et fascinosum e la vera coincidentia oppositorum. Il suo punto più alto è la X creativa Infinita che oltrepassa ogni umana comprensione» «Nella sua pienezza inesauribile la realtà è inaccessibile alla mente umana finita» In ogni caso, emergono tre forme di questa realtà infinita: 1) l’empirico-sensoriale (organi sensoriali e loro estensioni meccaniche: microscopi, etc.) 2) razionale-intellettuale (pensiero matematico e logico, filosofia) 3) super-sensoriale e super-razionale (intuizione creativa super-sensoriale e super-razionale; geni dell’umanità; «sebbene in forma limitata ognuno di noi è visitato da questa grazia della ‘illuminazione suprema’). «La verità raggiunta attraverso l’uso integrale di tutti e tre i mezzi della conoscenza – e cioè i sensi, la ragione e l’intuizione – è una verità più compiuta e valida di quella raggiunta attraverso i mezzi isolati della percezione sensoria, o del ragionamento logico- matematico, o della intuizione» Questi tre mezzi si completano e si controllano a vicenda L’UOMO: non è soltanto un organismo empirico della specie homo sapiens, e non soltanto un pensatore razionale o un creatore; oltre a questo egli è anche un essere super-sensoriale e super-razionale, un attivo partecipante della suprema X creativa del cosmo totale» I fenomeni super-organici e culturali Questi hanno una componente immateriale, quella del «significato». «Questa componente del significato muta radicalmente la natura dei fenomeni inorganici e organici che la permeano e ai quali è sovrapposta UNITÀ INDIVISIBILE DI VERITÀ, BONTÀ E BELLEZZA u La verità genuina è sempre buona e bella. u «Ogni atto d’amore creativo e non egoistico arricchisce il regno della bellezza e della verità!» u La principale missione storica dell’umanità: libera creazione, accumulazione, raffinamento e attualizzazione della Verità, della Bellezza e della Bontà nella natura dell’uomo stesso, nell’intelligenza e nel comportamento dell’uomo con tutti gli esseri umani, con tutte le creature viventi, e con il cosmo totale CRISI E TRANSIZIONE «La stupenda dimora della cultura sensoriale, eretta dall’uomo occidentale durante gli ultimi cinque secoli, ha cominciato a disintegrarsi, mentre la nuova casa di una cultura e di una società fondamentalmente diverse non è stata ancora costruita» Uno spostamento del centro creativo dall’Europa ad altre civiltà «Situato fra due epoche, mentre gli antichi valori decadono e i nuovi non sono ancora consolidati e «interiorizzati», l’uomo di oggi si ritrova profondamente confuso e perduto fra le rovine di un mondo e di una società disintegrati. Agisce come una barca senza timone gettata qua e là dal vento delle sue tendenze animali, completamente libera dal controllo delle forze razionali e super-razionali dell’uomo. In simili condizioni, secondo l’osservazione di Platone e di Aristotele, l’uomo è soggetto a divenire «la peggiore delle bestie». E in realtà egli è moralmente regredito al livello di un animale umano sofisticato che giustifica per mezzo di ideologie pretestuose le peggiori delle sue azioni» Non bastano trasformazioni ideologiche e pseudo-religiose BAUMAN (1925-2017) Sociologo contemporaneo Di origini polacche, collegato alla scuola di Francoforte, legame con il pensiero di Marx Le opere principali • Olocausto e modernità (1992) • Dentro la globalizzazione (1999) • La modernità liquida (2000) • La società individualizzata. Come cambia la nostra esperienza (2001) • Il disagio della postmodernità (2002) • Voglia di comunità (2001): tema del desiderio di comunità. Nella misura in cui la modernità liquida tende a liquefare tutti i legami sociali cresce la voglia di comunità + pericolo: false comunità es. totalitarismi
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