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Appunti Analisi di Bilancio Prof. Devalle, Appunti di Ragioneria

Questi appunti costituiscono la teoria del modulo di Ragioneria del Prof. Devalle (ESOMAS). Lo studio di questo documento permette l'applicazione pratica dell'analisi di bilancio (indici e margini) ai casi visti in aula. Argomenti: - Performance patrimoniale - Performance finanziaria (struttura e situazione finanziaria, ciclo monetario, flussi) - Performance economica (struttura economica, analisi della redditività). Esame superato con 27/30.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 12/02/2023

oscar.bergia
oscar.bergia 🇮🇹

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Scarica Appunti Analisi di Bilancio Prof. Devalle e più Appunti in PDF di Ragioneria solo su Docsity! Oscar Bergia Resoconto Ragioneria – Analisi di bilancio INTRODUZIONE Cosa facciamo? 1) Calcolo indicatori 2) Interpretazione indicatori e calcolo cause di miglioramento 3) Capire se l’impresa va bene o va male Analisi di bilancio (financial performance): • Aspetto finanziario: relazione tra fonti e impieghi; relazione tra flusso delle entrate e delle uscite monetarie • Aspetto patrimoniale: relazione tra PN e debiti. È un’analisi verticale delle fonti, più PN c’è meglio è. • Aspetto economico: relazione tra flusso dei ricavi e quello dei costi al fine di garantire una congrua remunerazione del capitale. L’aspetto economico è il motore dell’impresa. La gestione è osservata sotto il profilo della: • Liquidità (aspetto finanziario) – verifica l’esistenza di equilibrio tra fonti e impieghi e la capacità dell’impresa di generare cassa. • Solidità (aspetto patrimoniale) – verifica l’esistenza di equilibrio nelle fonti tra capitale proprio e capitale di terzi. • Economicità (aspetto economico) - verifica l’esistenza di equilibrio tra ricavi e costi. Un’impresa ha economicità se remunera i fattori produttivi. L’analisi di bilancio si distingue in: analisi per indici e analisi per flussi. Costruiremo gli indici e leggeremo i flussi. L’analisi per indici è data da indicatori che esprimono liquidità, solidità e economicità. 1) PERFORMANCE PATRIMONIALE Indipendenza finanziaria I tipo – serve per capire se il PN è sufficientemente alto rispetto al totale fonti Tipica del sistema bancario ( 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖𝑣𝑜 ∗ 100) Valutazione IF I tipo Come si valuta l'indipendenza finanziaria del primo tipo? a. distingue fonti proprie (PN) e tutte le altre fonti di terzi (passività) b. più l'IF è bassa, più la società è poco capitalizzata c. sottocapitalizzata quando l'IF < 10-20% d. capitalizzata = IF circa 50%; sovracapitalizzata >60% IF: 0-20% ROSSA, 30%-40% ARANCIONE, 50% VERDE Indipendenza finanziaria II tipo – serve per valutare la capienza del PN rispetto al totale dei debiti finanziari. Distingue fonti proprie (PN) e fonti di terzi solo in riferimento alle passività finanziarie. Preferibile per gli investitori terzi ( 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 𝐷𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖 + 𝑃𝑁 ∗ 100) Oscar Bergia Da questa ricavo l’importo dei debiti operativi = Passivo – PN – Debiti finanziari Debiti operativi / Passivo mi dà il peso dei debiti operativi sul totale fonti Valutazione IF II tipo Come si valuta l'indipendenza finanziaria del secondo tipo? a. distingue fonti proprie (PN) e fonti di terzi SOLO passività FINANZIARIA b. più l'IF è bassa, più la società è poco capitalizzata c. sottocapitalizzata quando l'IF <25% d. capitalizzata = IF > =50% IF: <25% ROSSA, 30%-40% ARANCIONE, 50% VERDE Indipendenza finanziaria III tipo: posizione finanziaria netta = PFN (Debiti fin. – disp. Liquide). La PFN si basa sull’assunzione che la cassa è disponibile per il rimborso dei finanziamenti. Tipica del manager che comunica i dati ( 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 (𝑃𝑁 + 𝑃𝐹𝑁) ∗ 100) Posizione finanziaria netta (PFN) = 𝐷𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖 − 𝑑𝑖𝑠𝑝. 𝑙𝑖𝑞𝑢𝑖𝑑𝑒 – disp. differite È positivo quando PFN < 0 La posizione finanziaria netta si basa su un'assunzione: la cassa è disponibile per il rimborso dei finanziamenti Le tre indipendenze finanziarie possono variare tra loro anche di molto. Alcune voci di bilancio incidono notevolmente su di esse. Le società capitalizzate hanno un PN sufficientemente alto per coprire i debiti verso terzi. Le società sottocapitalizzate sono più vulnerabili alle crisi di mercato. Leverage – è il reciproco dell’IF, se l’IF va bene anche il leverage va bene. La leva finanziaria ci dice se conviene indebitarsi o meno. Ci sono tanti leverage quanti IF (quindi tre e tre) Il leverage è il grado di indebitamento, più alto è peggio è. Se il leverage tende a 2 va bene, se tende a 10 va male. 𝑇𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖𝑣𝑜 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜𝑁𝑒𝑡𝑡𝑜 Patrimonio netto tangibile – più il PN tangibile è alto meglio è. Se le immob. Imm. non sono significative (cioè se il PN è notevolmente superiore alle immob. Imm.) non calcolo il PN tangibile. È auspicabile finanziare le immob. Imm. (investimenti rischiosi) con PN. 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 − 𝑖𝑚𝑚𝑜𝑏. 𝑖𝑚𝑚. Price to book value: price = capitalizzazione di mercato, book value = PN; confronto tra il valore della società in borsa e il PN. Il PTBV è un multiplo di mercato e si calcola solo per le società quotate. Le società con alto price to book value hanno un elevato potenziale (es. Tesla) 𝑀𝑎𝑟𝑘𝑒𝑡 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑧𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛 𝐵𝑜𝑜𝑘 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑒 Oscar Bergia Significato: 1. Quota parte del capitale immobilizzato coperta con mezzi propri 2. Quota parte del capitale proprio che resta disponibile per la copertura dei fabbisogni di capitale circolante Se > 1; il patrimonio netto è in grado di coprire gli investimenti nelle immobilizzazioni e concorre nella copertura dei fabbisogni di capitale circolante netto Se = 1; il patrimonio netto è in grado di coprire gli investimenti nelle immobilizzazioni ma non i fabbisogni di capitale circolante netto Se < 1; il patrimonio netto non è in grado di coprire gli investimenti nelle immobilizzazioni (e quindi neanche quelli di capitale circolante netto) Copertura = 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒 𝐼𝑚𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 >=<1 Significato: è la capacità del capitale permanente (PN + passività consolidate) nel far fronte alle immobilizzazioni. Disponibilità = 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑙𝑜𝑟𝑑𝑜 𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑖 >=<2 Rappresenta l’attitudine della gestione a soddisfare gli impegni finanziari a breve con l’attivo circolante (liquidità e scorte di magazzino). Se >= 2 (livello ideale di disponibilità); il capitale circolante lordo è in grado di far fronte agli impegni finanziari a breve termine. Si raggiunge 2 solo in casi particolari: società con altissimo magazzino e pochissimi crediti. Se < 2; il capitale circolante lordo non riesce a far fronte agli impegni finanziari di breve termine Perché il riferimento è 2? Perché l’attivo circolante contiene anche il magazzino, il magazzino è un investimento di non semplice e rapido smobilizzo. Se l’attivo circolante è 2 volte le passività correnti, l’azienda presenta tranquillità nella copertura dei debiti a breve termine con l’attivo circolante (anche contemplando la necessità di smobilizzo del magazzino). Ciclo monetario Il ciclo monetario è il tempo espresso in giorni che intercorre tra quando l’impresa paga i fornitori (per effetto degli acquisti) e incassa i crediti (per effetto delle vendite). Più il ciclo monetario si allunga, più la società si deve indebitare (e viceversa). Permette l’analisi finanziaria di breve periodo. Il ciclo monetario serve a spiegare le cause dell’andamento del capitale circolante. Esempi immediati 1) 2) ciclo monetario 25 giorni dilazione crediti 30 giorni (dilazione fornitori) (5 giorni) Oscar Bergia Impresa di servizi gg medi clienti 90 gg (gg medi fornitori) (30 gg) ciclo monetario 60 gg 3) Impresa industriale rimanenze gg gg medi magazzino (rimanenze) 45 + gg medi clienti 60 - gg medi fornitori -30 ciclo monetario 75 4) Grande distribuzione (supermercati) gg medi clienti 0 gg fornitori -90 ciclo monetario -90 Le imprese della grande distribuzione sono piene di liquidità e generalmente non si indebitano. Hanno il ciclo monetario rovesciato: prima incassano e poi pagano. Calcolo del ciclo monetario: + giacenza media in magazzino (materie prime, semilavorati e prodotti finiti) 𝑅𝑖𝑚𝑎𝑛𝑒𝑛𝑧𝑒 𝐶𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 ∗ 365 + giacenza media crediti 𝐶𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑐𝑙𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑑𝑖 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑎 ∗ 365 - giacenza media debiti 𝐷𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖 𝐴𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑟𝑣𝑖𝑧𝑖 ∗ 365 = Ciclo monetario Nota: il ciclo monetario è calcolabile con diverse formule. Noi usiamo solo queste tre. Di quanto l’impresa si deve finanziare? Fabbisogno finanziario = 𝐹𝑎𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎𝑡𝑜 365 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 ∗ 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑐𝑖𝑐𝑙𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑒𝑡𝑎𝑟𝑖𝑜 2.3) FLUSSI I flussi sono degli indicatori di sostenibilità dei debiti finanziari. Si dividono in patrimoniali, finanziari ed economici. Patrimoniali: IF/Funzionale (?) 25% < x < 50% il funzionale è il margine di indipendenza del secondo tipo. Finanziari: Debiti fin. / EBITDA 0 volte < x < 4 volte Economici: Oneri fin. / Fatturato 2% < x < 4% MOL / Oneri fin. x > 2 volte Confrontando due SP di esercizi diversi, le differenze tra le voci dei singoli esercizi sono date da variazioni: • Economiche (verificabili sul CE) • Finanziarie (verificabili sul RF) Il RF è quel documento che illustra la dinamica finanziaria di un’impresa (non coincide quasi mai con quella economica). Esistono vari tipi di RF, noi vediamo solo il RF delle variazioni di liquidità, che mostra le variazioni avvenute nelle liquidità dell’impresa. Oscar Bergia Nel RF si leggono entrate e uscite monetarie (o cash flow) suddivise per area: Area della gestione operativa Area dei finanziamenti Area degli investimenti Incasso dei ricavi Finanziamento da terzi Apporti dai soci Disinvestimenti Pagamento dei costi Rimbordo finanziamenti Restituzione ai soci Investimenti Cash flow dell’attività operativa: incassi di vendita, pagamenti a fornitori, pagamento a lavoratori dipendenti, pagamenti delle imposte. L’attività operativa contribusice a: effettuare investimenti, rimborsare debiti, pagare dividendi, accumulare liquidità. Cash flow dell’attività di investimento: pagamenti per acquisto di immobili, impianti, …; pagamento per acquisto di titoli, partecipazioni, …; pagamenti per prestiti fatti a terzi. “Gli investimenti di oggi sono le premesse per il cash flow operativo di domani” Cash flow dell’attività di finanziamento: incassi per emissione di azioni (aumenti CS); incassi derivanti dall’emissione di obbligazioni; ottenimento prestiti; pagamenti per rimborsi prestiti; pagamento di dividendi Il RF si legge dopo aver fatto le altre analisi (dopo le performance patrimoniali, finanziarie ed economiche). L’analisi dei flussi finanziari “integra” i risultati dell’analisi per indici. Modi diversi per definire la liquidità: (i) = Cassa + c/c bancario attivo (ii) = Cassa + c/c bancario attivo + cash equivalent – c/c bancario passivi Nota: per gli americani EBITDA e cash flow operativo sono la stessa cosa (non differenziano incassato e potenziale); per gli italiani i flussi di cassa sono denaro effettivamente entrato. Sul Sole 24 Ore si legge “cash flow” nei bilanci, però non corrisponde a veri flussi di cassa. Schema di sintesi del RF Ci aspettiamo A > 0 e B < 0. C non ci interessa più di tanto. Relazione tra flussi di cassa: Att. Operativa con flusso positivo: • att. Finanziamento: meno ricorso ai terzi => meno oneri finanziari => flussi positivi negli es successivi • att. Investimento: più investimenti => più ricavi operativi (meno costi operativi) => flussi positivi negli es successivi Att. Operativa con flusso negativo: • att. Finanziamento: più ricorso ai terzi => più oneri finanziari => flussi negativi negli es successivi Oscar Bergia I risultati intermedi più importanti sono: Valore aggiunto EBITDA (o MOL) EBIT Risultato corrente Risultato ante imposte Risultato netto Riclassificazione del CE a costo del venduto La riclassificazione al costo del venduto si trova già fatta nei bilanci IAS. Questa riclassificazione si può fare solo dall’interno (la troviamo già fatta). Dobbiamo solo saperla leggere. Oscar Bergia L’utile lordo esprime la capacità dell’impresa a creare margini economici attraverso la propria attività. I costi della produzione sono suddivisi in: • costo del venduto (mano d’opera diretta; stipendi del personale tecnico; acquisto materiali; *ammortamenti delle attività industriali*; spese varie industriali; rimanenze iniziali e finali di magazzino) • costi commerciali • costi di ricerca e sviluppo • costi generali e amministrativi CE a valore aggiunto e CE a costo del venduto a confronto Entrambe le riclassificazioni portano all’EBIT. Noto che nel riclassificato a valore aggiunto emerge il margine operativo lordo (EBITDA), mentre in quello a costo del venduto l’utile lordo industriale (gross margin). L’EBITDA rappresenta il cash flow operativo: risorse finanziarie potenziali che l'impresa è in grado di generare attraverso il proprio core business. L'utile lordo industriale non sarà mai un cash flow, perché all'interno ha dei costi non monetari (ammortamenti). Formule rapide per esame EBIT = A – B (se non ho componenti straordinarie A5 e B14 nel CE) EBITDA = EBIT + amm.ti, acc.ti, sval.ni EBITDA margin = EBITDA / fatturato (è alto o basso? Dipende dai competitor) VA = EBITDA + costo personale 3.2) ANALISI DELLA REDDIVITA’ L’analisi della redditività prende in considerazione il risultato di tutte le aree della gestione. Redditività della gestione operativa ROI: più alto è, meglio è. Bisogna confrontare dei ROI dello stesso settore. Il ROI serve per misurare la capacità dell’impresa a creare margini e profitti attraverso il proprio core business. ROI = 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝐾𝑜 Ko = K (-) tutti gli inv. di natura finanziaria (liq. Imm., immob. Fin, cr. Fin a b/t nelle liq. Diff) (-) eventuali inv. atipici (Ka) Per ipotesi Ko = K ROI per fattori = ROS * Turnover ROS = 𝐸𝐵𝐼𝑇 𝑉𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑎 => marginalità sulle vendite Oscar Bergia Rotazione del capitale investito (Turnover) = 𝑉𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑒 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 => volumi di vendita Assioma (sempre valido tranne che per il mondo del lusso): margini alti => volumi bassi margini bassi => volumi alti Redditività globale della gestione: riflette le strategie globali dell’impresa ed è esprimibile attraverso l’indice di reddività globale: ROE = 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 Il ROE è la redditività teorica che si aspetta un azionista; i ROE vanno confrontati tra aziende dello stesso settore. (Se investo 1€ nel PN dell’impresa e ROE = 40%, mi aspetto una redditività di 1,4€) Il ROE per fattori: 1. ROI = 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑣𝑜 => più sale il ROI, più salirà il ROE 2. Grado di indebitamento (Leverage) = 𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑣𝑜 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 => più sale il leverage, più sale il rischio finanziario e fa da effetto indebitamento per il ROE. Più è alto il leverage, più la società usa la leva per aumentare la propria reddività operativa. (Grado di indebitamento diverso da leva finanziaria. Il grado di indebitamento è alla base della leva finanziaria: l’impresa è in grado di aumentare la leva finanziaria indebitandosi a condizione che il ROI sia maggiore del tasso di interesse dei finanziamenti presi a prestito.) 3. Incidenza economica della struttura finanziaria e tributaria = 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑅𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 , è una conseguenza del leverage. È il limite del grado di indebitamento dell’azienda: l’eccesso di debiti porta ad avere alti oneri finanziari, che riducono il debito netto, che riduce il ROI, che ridurrà il ROE. NB: il ROE e il ROI sono tanto più divergenti quanto più alta è la partecipazione del capitale di credito al finanziamento dell’azienda. La leva finanziaria Se ROI > i: l’impresa può investire le risorse ottenute a debito ottenendo una redditività (ROI) superiore all’onerosità (i). Quindi il ROE cresce all’aumentare del rapporto tra CIII e CP. La reddività globale cresce. Se ROI < i, l’impresa investe le risorse acquisite a debito ottenendo una redditività (ROI) inferiore all’onerosità (i). Quindi il ROE diminuisce all’aumentare del rapporto tra CIII e CP. Esempio IMPRESA A Stato Patrimoniale PN 10 Debiti 90 (ipotizzo tutti debiti finanziari) *IF situazione rossa* Totale Passivo 100 i = 3% => oneri finanziari = debiti fin * i = 90*0,03 = 2,7 Conto Economico Reddito operativo 8 Oneri finanziari (2,7) Risultato d’esercizio 5,3 ROE = RN/PN = 5,3/10 = 53% ROI = RO/Ko = 8/100 = 8% Leverage = Ko/PN = 100/10 = 10 (impresa molto indebitata)
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