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Appunti analisi e verifica impatto e regolamentazione, Appunti di Diritto dei contratti

Appunti analisi e verifica impatto e regolamentazione

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 03/12/2020

Simonsimon98
Simonsimon98 🇮🇹

4.7

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Scarica Appunti analisi e verifica impatto e regolamentazione e più Appunti in PDF di Diritto dei contratti solo su Docsity! Analisi e verifica impatto e regolamentazione INFORMAZIONI SUL CORSO: Slides, testi adottati e programma su e-learningDue prove: 23 ottobre alle 9.00 e 4 dicembre alle 9.00 (aula 304)senza orale (a meno di voler correggere le prove intermedie) DIFFERENZE CON LE ALTRE BRANCHE DELL’ECONOMIA: Scienza delle finanze strumenti di raccolta della tassazione (elementi di entrata) Analisi delle politiche pubbliche come le risorse raccolte si trasformano in beni di utilizzo pubblico Analisi e verifica impatto della regolamentazione definizione ed individuazione del ciclo di formazione di una politica pubblica e valutazione sulla sua fattibilità ed efficacia, sia valutazione ex ante (costi e benefici vengono valutati) che ex post (successiva alla adozione della politica, valuta se la politica è stata efficace o meno e in caso la corregge). Ciclo delle valutazioni per applicazione di una politica: 1) La valutazione più importante è quella ex ante 2) Valutazione in itinere durante l’attuazione e adozione della politica (permette di modificare eventuali errori) 3) Valutazione ex post Regolamentazione imposizione di una serie di vincoli, limitano le scelte dei soggetti a cui è imposto il vincolo producendo effetti sul mercato e un cambiamento di comportamento dei soggetti interessati al vincolo (si cambia l’equilibrio di un mercatoesempio Ztl=aumento valore di determinati immobili). Molti tipi di regolamentazione: Regolamentazione sociale spianare lo squilibrio fra datore di lavoro e lavoratore Regolamentazione ambientale Regolamentazione igienico-sanitaria limite utilizzo pesticidi Regolamentazione del trafficoZtl Aspetti economici (tecniche e tipi di regolamentazione, es. variazione prezzi) e aspetti politici (individuazione degli attori della regolamentazione) della regolamentazione: 1) Aspetti economiciLe due tecniche (modelli) di regolamentazione sono il mercato contendibile e il monopolio naturale (scienza delle finanze). 2) Aspetti politici L’attore principale della regolamentazione è lo Stato (prima si parlava di “stato regolatore”), anche se nel corso del tempo è mutato il suo ruolo assumendo una funzione di controllo e non prettamente di gestione attraverso la formazione delle autorità indipendenti (ESEMPIO: Anac) PRIVATIZZAZIONE (anni 90’). Lo Stato da fornitore e gestore di servizi ne diventa solo il controllore. Due nuove esigenze a seguito della modificazione del ruolo dello stato (finanzia e controlla): individuazione dei costi e dell’operatore per l’attuazione di una nuova politica o operazione (ESEMPIO: scelta di una determinata ditta per la costruzione di un ponte o scegliere fra la costruzione di una scuola o di una strada). Successivamente vengono effettuate delle valutazioni a seguito dell’esecuzione dell’operazione con eventuali correzioni (intervento normativo). 1 Regolazione processo di valutazione di una norma/provvedimento (possibilità di inserimento armonioso della norma nel nostro ordinamento). Percorso di valutazioneprocesso regolatorio (ciclo di regolazione/ciclo di vita di una politica) per fasi: 1) Fase di progettazione normativa (ideazione e valutazione della norma e dei suoi effettivalutazione ex ante); 2) Attuazione normativa (scrittura e adozione della norma); 3) Verifica dei risultati (verifica efficacia della normavalutazione ex post). Legge 246 del 2005: art.14 comma 1 Definizione di Analisi e verifica impatto della regolamentazione è una Valutazione preventiva degli effetti di interventi normativi sui soggetti interessate tramite comparazione delle azioni alternativestrumenti (analisi e verifica) fondamentali per rendere possibile una decisione da parte degli attori politici (verifica ex post dei costi e dei benefici attesi). CICLO DI VITA DI UNA POLITICA/POLICY: Individuazione di un bisogno/necessità di interventoindividuazione del campo di applicazioneattuazione della norma (valutazione ex ante)Implementazione o correzione di eventuali errorivalutazione ex post degli effetti e dei risultati della Policy attuata con eventuali successive modificazioni. Durante tale processo vengono utilizzate numerose consultazioni (assunzione di pareri) in tutte le fasi del ciclo (efficacia trasversale). LA POLICY L’obiettivo di questa materia è identificare una policy = politica pubblica DEFINIZIONE DI POLICY → la policy è una dichiarazione d’intenzione (obiettivi) da parte di un’autorità pubblica (munita della possibilità di ricorrere alla coercizione legittima), che afferma di voler intraprendere un qualche tipo di intervento volto al cambiamento della situazione esistente. Il policy maker non è il legislatore (che è chi scrive le leggi) → il policy maker è colui che decide se adottare o meno una policy La politica pubblica ha delle caratteristiche: 1) Deve avere uno o più obiettivi generali ufficiali → devono essere ricollegati ad un determinato settore e inoltre devono avere obiettivi nel tempo. Il settore di policy è l’ambito in cui viene applicata una policy 2) Deve avere la predisposizione di mezzi (sono le dotazioni finanziarie e non) per raggiungere degli obiettivi, il quale possono essere di due tipologie: Obiettivi dichiarati → sono le finalità ufficiali della policy che vengono delineate dal policy maker, cambiando le finalità, cambia anche la policy. Ci possono essere:  Finalità esplicite  Finalità implicite → non espressamente dichiarate, serve un’interpretazione 2 Il ciclo di una politica pubblica → modello originale di Lasswell (anni 50) → progressione lineare secondo ordine cronologico, 7 fasi: intelligence, promotion, prescription, invocation, application, termination, appraisail → varianti di Jones, Anderson e Brewer (anni 70 e 80) → schema circolare, POLICY CYCLE (fasi e sottofasi distinte) ↓ Le fasi del POLICY CYCLE: 1) Agenda Setting 2) Formulazione delle politiche 3) Decision Making 4) Implementazione delle politiche 5) Apprendimento e valutazione SCHEMA CICLICO DELLA POLICY CYCLE FASE 1: AGENDA SETTING Fase iniziale in cui si selezionano i problemi e le questioni per i quali si richiede l’intervento pubblico. Il processo può essere attivato da gruppi di pressione (società) o altri soggetti (politici). → un problema o una questione entrano nell’agenda se lo Stato riconosce l’esistenza di criticità e la necessità di intervento, secondo due aspetti: a) Aspetti economici b) Aspetti mediatici Modelli agenda setting: 1) Agenda sistemica → agenda politica che comprende questioni prioritarie e di interesse collettivo 2) Agenda istituzionale → agenda di intervento che raccoglie questioni sulle quali le autorità intendono procedere 5 Schemi di formazione dell’agenda: 1) Outside initiation model → attori principali propongono l’inserimento in agenda: Gruppi di pressione (lobbies) 2) Mobilization model → inserimento in agenda da parte di soggetti politici 3) Inside initiation model → inserimento in agenda da parte di gruppi che hanno accesso istituzionale ai circuiti decisionali 4) Consolidamento → l’autorità politica si attività per l’attuazione di un problema politico con consenso esteso ESEMPIO: unificazione della Germania Finestra di policy → si riconoscono 3 flussi che interagiscono tra loro: a. Flusso dei problemi → criticità b. Flusso delle soluzioni → policy c. Flusso delle condizioni politiche → contesto politico NB → parliamo di flusso poiché potrebbero esserci più criticità Imprenditori di policy → sono attori del processo decisionale che mostrano spiccate capacità di cogliere le opportunità che si presentano in relazione ad una finestra di policy: a) Imprenditori istituzionali (politici, parlamentari, magistrati…) b) Imprenditori non istituzionali (esperti, giornalisti, prof. Universitari…) FASE 2: FORMULAZIONE DELLE POLITICHE Processo in cui da problemi, proposte e richieste derivano programmi di azione statale o regolamentazioni giuridiche per l’ambito non statale, entrambi vincolanti → fase caratterizzata dall’esame delle possibili alternative e selezione delle possibili soluzioni Fasi del processo formativo: 1) Analisi → reperimento di informazioni e individuazione di possibili alternative 2) Selezione → restringimento delle diverse alternative delle opzioni accettabili 3) Legittimazione → consenso che supporta la deliberazione su una specifica opzione 4) Decisione → scelta dell’opzione preferita I compiti dei partecipanti al processo di policy:  Elaborazione di una serie di approcci generali  Identificazione di uno specifico set di strumenti di policy Redazione di testi normativi (drafting ovvero una bozza) → traduzione in norme giuridiche di decisioni prettamente politiche Caratteristiche del processo di policy:  Processo non lineare e non ordinato  Processo di valutazione, comparazione ex ante e di selezione 6 Varie tipologie di formulazione delle politiche ↓ Triangolo di ferro → tutela di interessi particolari → formulazione di politiche pubbliche → analisi di sottosistemi di policy 1. Gruppi di interesse 2. Membri delle commissioni parlamentari 3. Apparati burocratici Neocorporativismo → tutela degli interessi delle unità costitutive del sistema → formulazione delle politiche pubbliche → contrattazioni tra le organizzazioni di vertice e i rappresentanti dello stato Issue Network → tutela di interessi diffusi → sono reti costituite da attori del processo di policy meno formali e più elastiche del triangolo di ferro; attori pubblici e privati si confrontano su base volontaria Policy Network → legami che uniscono gli attori privati e gli attori statali nel processo di policy:  Analisi formale delle reti (analysis network)  Approccio che riconosce l’esistenza di poli di attrazione incentrati su specifici problemi pubblici  Elementi caratterizzanti di un network: o Numero e stabilita degli attori coinvolti o Tipo e intensità delle interazioni presenti o esistenza di regole più o meno formali o estensione a più settori di policy o natura delle risorse controllate o modalità delle relazioni intrattenute o esistenza di un nucleo di interessi materiali comuni DEFINIZIONE Network → processo di collegamento all’interno di una policy community o tra più communities DEFINIZIONE Policy Communities → comunità in senso sociologico, fondata sulla condivisione di un medesimo sistema di valori, ovvero può essere costituita da persone che non sono più in contatto diretto tra loro FASE 3: DECISION MAKING Processo che struttura il campo della scelta, riducendo le opzioni concretamente disponibili e che porta all’adozione formale di una certa policy o alla non decisione Caratteristiche del decision making: 7  politiche regolative  politiche costitutive  ripartizione di competenze  politiche distributive  erogazione di benefici diretti Classificazione dei tipi di politiche pubbliche offerte basata sul grado di concentrazione/diffusione di costi e benefici (Wilson):  politiche a costi concentrati e benefici concentrati (CC/BC)  massimo grado di conflittualità tra gruppi di interesse  politiche a costi concentrati e benefici diffusi (CC/BD)  chi subisce i costi si oppone alla policy; i beneficiari saranno favorevoli  politiche a costi diffusi e benefici diffusi (CD/BD)  non ci sono forti pressioni  politiche a costi diffusi e benefici concentrati (CD/BC)  politiche preferite dai politici e dai decisori elettivi (decisioni formali) Strumenti di policy e fallimenti del mercato  Non possiamo trattare in modo completo tutte le opzioni di intervento, ci concentriamo sulle politiche regolative  Caratteristiche delle politiche regolative:  la maggior parte dei costi ricade sui soggetti regolati, i cui comportamenti si intende cambiare  intervento pubblico volto alla risoluzione dei fallimenti del mercato (assenza di concorrenza, asimmetria informativa, esternalità negative, beni pubblici) Come può intervenire lo stato? Vari tipi di interventi (dalla meno invadente alla più invadente):  Nessuna regolazione o riduzione della regolazione esistente deregolazione, semplificazione  Volontarietà, persuasione, sensibilizzazione, esortazione  modificazione della condotta desiderata senza sanzione  Interventi premiali  Autoregolazione  istituzione di organi e procedure di auto adozione e auto applicazione di regole  Coregolazione  Strumenti contrattuali  Diritti trasferibili  teorema di Coase e diritto all’inquinamento  Tassazione  Trasparenza  obbligo di palesare certe informazioni chiave  Antitrust  impedire il formarsi di monopoli “non naturali”, oligopoli, posizioni dominanti  Regolazione diretta  individuazione di comportamenti fatti oggetto di obblighi e predisposizione di sanzioni in caso di violazione  Mercato regolamentato  Monopolio privato regolamentato  Assunzione in mano pubblica di aziende prima private  Monopolio pubblico settoriale  Proprietà pubblica di mezzi di produzione 10 Politiche nazionali e influenze globali Sempre più spesso l’ambito di una policy è sovranazionale o mondiale  abbattimento delle barriere agli scambi commerciali, liberalizzazione dei mercati finanziari, politica monetaria, circolazione di persone, etc.Progressivamente quindi lo Stato-Nazione perde quote di sovranità  costituzione di policy networks internazionali (partecipazione degli stati). CONSEGUENZA La globalizzazione dell’ambito di una policy implica che territori diversi possano competere tra loro per attrarre risorse al fine di migliorare l’attrattività del proprio territorio  richiesta di finanziamenti  analizziamo caso per caso:  paesi che chiedono l’intervento di un’istituzione globale (FMI) attraverso un prestito (perché desiderosi di crescere o per uscire da una crisi)  intervento condizionale: a fronte del prestito viene richiesta l’assunzione e l’effettivo adempimento di programmi di aggiustamento strumentale  partecipazioni a istituzioni che vincolano le mani dei policy makers  organizzazione mondiale del commercio (OMC)  istituzioni che possono intervenire in caso di violazione dei diritti umani (ONU) impongono limiti alla politica interna di un paese Quindi...se esistono così tanti limiti sovranazionali, come può un paese potenziare l’attrattività del proprio territorio? (per ottenere i finanziamenti)  abbattimento delle tasse  tenendo basso il costo del lavoro  attenuando il sistema regolativo (deregolamentazione)  ottenendo sussidi/servizi reali  migliorando la qualità della vita e i servizi pubblici Problema: non tutti i policy makers potrebbero avvertire la necessità di aumentare l’attrattività del proprio paese. Inoltre, non è sempre detto che l’effetto di una certa policy per la competitività abbia sempre il segno desiderato. Sicuramente si moltiplicano gli ambiti in cui vi è bisogno di nuove istituzioni globali con competenze settoriali. Peculiarità del policy maker comunitario L’UE non è uno Stato federale ma può essere analizzata come un sistema politico. UE: gli stati membri si prefiggono come macro-obiettivo l’integrazione economica  devono astenersi da interventi che impediscano l’integrazione economica, distorcendo il funzionamento del mercato comune divieto di aiuti di Stato e armonizzazione delle normative interne. Commissione Europea: organo non fornito di mandato elettivo, incaricato di far valere gli obblighi assunti dagli Stati membri e applicare le relative sanzioni. 11 NOTA: il Bilancio dell’UE è molto ridotto  scarse risorse Stato regolatore (no gestore) la Commissione Europea interviene nei più disparati ambiti di policy per regolare l’attività dei cittadini e degli operatori economici  proliferazione della regolazione comunitaria  nasce il problema della qualità della regolazione (o iper-regolazione) e di come porre rimedio ad una regolazione eccessiva  la Commissione Europe promuove la better/smart regulation. Europeizzazione delle politiche nazionali In letteratura non esiste una definizione precisa quanto piuttosto molteplici interpretazioni del concetto di “europeizzazione”. Per capire cosa si intende per europeizzazione, diamo anche alcune definizioni di altri concetti contigui (affini).  Convergenza: avvicinamento delle politiche pubbliche di differenti paesi  Armonizzazione: omogeneizzazione, aggiustamento reciproco delle normative dei diversi paesi su una stessa materia  Integrazione: trasferimento al livello comunitario di quote crescenti di sovranità Europeizzazione: processo attraverso il quale una parte crescente delle politiche nazionali è influenzata e talvolta vincolata da decisioni riferibili all’UE. Due prospettive di visione sulla Europeizzazione:  Europeizzazione in prospettiva ascendente: costruzione delle istituzioni e delle politiche europee  Europeizzazione in prospettiva discendente: conseguenze delle decisioni di livello comunitario nei sistemi istituzionali e nelle policy degli stati membri. Impatto dell’europeizzazione su:  macrostrutture nazionali (strutture istituzionali e amministrative, sistema giudiziario, etc)  NOTA: senza vincolo comunitario, le autorità indipendenti italiane non sarebbero nate  politiche pubbliche (attori, risorse, strumenti di policy, policy style) Ultimo aspetto associato all’Europeizzazione: intensità e direzione del cambiamento:  inerzia (mancanza di cambiamento)  adattamento (attuazione del cambiamento come adeguamento senza modifiche sostanziali)  trasformazione (cambiamento dell’assetto in cui ha luogo il comportamento politico)  ridimensionamento (riduzione dell’impatto) Peso dell’intervento pubblico e politica macroeconomica nel caso italiano 12  Costi di elaborazione → costi associati ad attività di rielaborazione/raccolta dati/informazioni, accessorie ma non necessarie per l’implementazione della policy  Costi di attuazione → visibili e immediati; meno visibili e differiti Legenda→ CC= costi concentrati / BC= benefici concentrati / BD= benefici diffusi / CD= costi diffusi Sulla base della classificazione dei tipi di politiche pubbliche offerta da Wilson (CC/BC – CC/BD – CD/BC – CD/BD), valutiamo i possibili esiti (successo/insuccesso) di ciascuna policy:  Provvedimento BC/CD (facile) → decisore razionale, allora a fronte di una domanda di BC il decisore è molto avvantaggiato dall’adozione di provvedimenti BC/CD  Provvedimento CC/BC (conflittualità) → identifichiamo 4 possibili esiti: 1) Politica simbolica 2) Non decisione/rinvio 3) Delega ad una commissione ad hoc 4) Provvedimento misto (ambiguità)  Provvedimento BD/CD (scarsa o nulla opposizione) → il problema è riuscire a realizzare la politica perché sono tanti i casi di intervento caratterizzati da questa combinazione  Provvedimento BD/CC (opposizione decisa) → esempi di policy con queste caratteristiche: direttive europee 1) Classific. delle politiche (in base al tipo di intervento, grado di coercizione) secondo Lowi:  Distributive;  Regolative;  Redistributive;  Costituenti. 2) La classificazione di Wilson invece si basa sulla relazione fra costi e benefici. Visione congiunta delle due Classif. BC/CC e BC/CD  No coercizione  assenza del potere coercitivo (quando abbiamo BC) 15 CC CD BC Politiche distributive -sussidi -politiche per gioventù Politiche costituenti -Introd. nuova autorità -nuovo sist. elettorale BD Politiche regolative -Antistrust Politiche redistributive -Welfare -Riforma del fisco BD/CC e BD/CD  Si coercizione  presenza del potere coercitivo (quando abbiamo BD) BC/CC max. conflittualità (caso estremo 1) BD/CCdecisa conflittualità BC/CDscarsa conflittualità BD/CDmin. conflittualità (quasi assente) (caso estremo 2) LEZIONE 5 Concetti essenziali per la valutazione di una politica pubblica  Equivalenza e Invarianza  Causazione/ causalità/ nesso causale  Causazione/ Covarianza/ Concausazione / Circolarità  Disegno di ricerca  Esperimento / quai-esperimento  Disegno e serie temporale interrotta Argomenti che verranno trattati:  Analisi degli effetti della valutazione su un sistema di politiche pubbliche  Definizione e spiegazione dei concetti di efficacia e qualità  misurazione dell’impatto di una policy e valutazione dell’impatto di una policy  Performance budgeting: decisioni di spesa di bilancio sulla base della performance raggiunta Finalità dell’esperimento: ottenere informazioni in merito a ciò che una o più cause (variabili indipendenti) producono come effetti su certe unità (persone, imprese, regioni, etc.) da noi osservate. Manifestazione dell’effetto: variazione di una o più variabili dipendenti (effetti), riferite alla suddetta unità. Caratteristica dell’esperimento: le variabili indipendenti vengono deliberatamente manipolate (da parte del ricercatore) (delta X) al fine di osservare la differenza tra il valore assunto dalla variabile dipendente dopo l’intervento nella variabile indipendente e il valore assunto dalla variabile dipendente senza intervento nella variabile indipendente (delta Y). NOTA: per poter osservare delta Y a seguito di delta X, il ricercatore dovrebbe osservare cosa succede in assenza e in presenza di tale variazione e misurare la differenza, ceteris paribus. (esempio del consumo e del redditoaumento il reddito e probabilmente aumenterà il consumo) Equivalenza e Invarianza 16 Assunti fondamentali per gli schemi causali e l’inferenza causale:  Assunto di equivalenza: Sapendo che X  Y, se le unità A e B sono equivalenti, allora possiamo rilevare in modo certo un effetto, somministrando X ad A (ma non a B) e misurando la differenza di valore che Y assume in A e in B.  Esempio: X (medicina); Y (effetto della medicina); A: paziente a cui somministriamo X; B: paziente a cui NON somministriamo X Effetto di X su Y = (X  Y) A - (X  Y) B  Assunto di invarianza: (analizza l’elemento temporale): Sapendo che X Y, ipotizziamo che A sia invariante nel tempo (i.e. rimane identico a se stesso), allora isoliamo l’effetto di X su Y attraverso la somministrazione di X ad A ed osservando Y (tempo t=1) e poi rilevando Y (tempo t=2)  Effetto di X su Y = (YA;t=2 -YA;t=1) Esperimento Possiamo parlare di esperimento in senso stretto (vero esperimento naturale) quando: 1. possiamo assumere l’equivalenza tra due o più unità oppure l’invarianza di una o più unità 2. le variabili terze (diverse da X e Y) sono sotto il controllo del ricercatore 3. viene somministrato lo stimolo manipolando X Nelle scienze sociali possiamo realizzare veri e propri esperimenti randomizzando la popolazione; nel campo delle politiche pubbliche possiamo invece applicare:  analisi di covarianza  quasi esperimenti Causazione Definizione: Processo attraverso il quale una causa X produce uno o più effetti su Y Causa X: variabile indipendente Effetto Y: variabile dipendente NOTA: le modalità assunte dalla variabile indipendente X determinano le modalità assunte dalla variabile dipendente Y. Compiti del Ricercatore:  individuare le variabili indipendenti X e registrare le modalità che X assume X pienamente misurabile  conteggio, unità di misura continua (età) X ordinale  quantificabile (e.g., 3<5) X nominale  aspetti qualitativi  analizzare in che misura le modalità assunte da Y (Y1,Y2, ..., Yn) sono riconducibili alla presenza di X e ad una sua variazione. ATTENZIONE: Non basta constatare che Y varia al variare di X per asserire che delta X  delta Y (causalità). Occorre dimostrare che solo e soltanto 17  manipolazione di X  Possibile soluzione: utilizzare i quasi esperimenti (Difference-in- Difference) Disegno a serie temporale interrotta Ulteriore tecnica di valutazione sulle variazioni di X e Y Disegno di ricerca che permette di stimare gli effetti di una variabile indipendente su una variabile dipendente e contenere la possibilità che eventuali variazioni di Y siano riconducibili ad altre variabili (prospettiva storica  variabile nel tempo ). Procedura:  svolgere misurazioni ripetute dei valori assunti da Y in tempi diversi in assenza di delta X  rilevare nuovamente i valori assunti da Y in tempi diversi, successivamente a delta X Inputs, attività, outputs, outcomes, efficienza produttiva 20 Vertice strategico  definizione degli obiettivi di medio-lungo periodo da parte del policy maker identifica l’obiettivo della politica e le modalità di trasformazione degli input in outputs Inputs: domande e risorse:  domande: richieste provenienti dall’ambiente (cittadini, utenti, gruppi di pressione)  risorse: finanziamenti o risorse non monetarie Due problemi legati agli input:  sovraccarico di domande  domande respinte/inevase  sottodimensionamento  spreco di risorse, il sistema non è in grado di assorbire tutte le risorsespreco PROCESSO: Risorse (input) attività di trasformazione Outputs (prodotti) Outputs: prodotto finito  beni e/o servizi Outcome: risultato ovvero modificazione (del mondo esterno all’apparato attuativo) causato dagli outputs che questo apparato genera. Esempio Mi rompo una gamba, vado in ospedale: Output = accertamenti + ingessatura + riabilitazione Outcome (positivo/negativo) = non zoppico più/zoppico ancora 21 Efficacia e qualità Efficienza produttiva: a parità di inputs (I), si producono più outputs (O). Efficienza allocativa: ottimo paretiano (perfetta allocazione delle risorse, migliore combinazione di I e O). Efficacia: capacità di un output di generare un outcome desiderato: Una politica pubblica è quindi efficace se raggiunge gli obiettivi che si prefigge ufficialmente Qualità: attitudine di un output a generare, ceteris paribus, i risultati desiderati: Una politica pubblica di qualità ha a che fare con un bisogno socioeconomico ritenuto meritevole di essere trattato QUINDI....una politica pubblica efficiente (ovvero ottimale) ma di qualità scarsa è una politica pubblica inefficace  spreco di risorse . ” capacità di inserimento armonioso della policy” Efficienteoutput Efficaceoutcome EFFICIENZA = (O x K): I (1) O: output I: input K: coefficiente che misura lo scostamento da uno standard di buona qualità prestabilito come si misura la qualità? Vari tipi di qualità: Qualità effettiva  reale capacità di una prestazione di generare il risultato voluto Qualità percepita  giudizio soggettivo di coloro che ricevono una prestazione Qualità attesa  aspettative che il soggetto aveva prima di rivolgersi all’apparato Qualità fisico-strumentale  si riferisce ad aspetti materiali (pulizia, accessibilità, confort, etc.) Qualità relazionale  gestione della relazione (cortesia, disponibilità, rapidità, etc.) Qualità tecnica  componenti che dovrebbero risolvere il problema Nella valutazione delle politiche pubbliche, l’efficacia di una policy non si riduce al mero raggiungimento degli obiettivi ufficiali ma tiene anche conto degli strumenti di policy utilizzati per raggiungere questi obiettivi (qualità tecnico-giuridica ma non solo) QUALITÀ + EFFICACIA = QUALITÀ DELLA REGOLAZIONE Impatto, effetti non intenzionali, bisogni socioeconomici 22 Caratteristiche della consultazione → forma di comunicazione bidirezionale, che sollecita un feedback da parte dei destinatari Fattori di criticità associati alla consultazione:  intempestività rispetto al ciclo di policy (avviene troppo tardi)  rischio di esclusione di soggetti rilevanti  mancanza di trasparenza nel reperimento delle informazioni  attenzione alle sole posizioni convergenti (quelle senza conflitto)  distorsione collegata alla generalizzazione di opinioni  inattendibilità dei dati raccolti Come si sceglie la modalità di consultazione? 1) Onerosità della realizzazione (costi e tempi) 2) Attendibilità dei risultati ottenibili 3) Utilità ed esaustività dei risultati 4) Altri aspetti da considerare sono: a. obiettivo della consultazione (incrementare la base informativa di riferimento per favorire la decisione e l’azione politico- amministrativa) b. tipo di informazione da rilevare c. numero e composizione dei gruppi di soggetti da coinvolgere d. durata della rilevazione e. quali e quante persone interrogare/intervistare f. cosa chiedere g. con quale scopo h. livello di strutturazione della consultazione i. metodologia di consultazione Differenza tra consultazioni e sondaggi → Sondaggio= rilevazione effettuata su un campione (statisticamente rappresentativo della popolazione di riferimento) in cui si sottopongono pochissime domande, di facile comprensione, riguardanti certe preferenze dei soggetti coinvolti → indagine di mercato → Consultazione: rilevazione di informazioni e/o di preferenze dei soggetti interessati direttamente (e anche indirettamente) dall’attuazione di una certa policy Consultazioni come strumento di partecipazione e di informazione Le consultazioni rivestono un’importanza centrale nella valutazione d’impatto in quanto garantiscono efficacemente partecipazione e informazione Partecipazione → coinvolgimento dei destinatari dell’intervento normativo i quali: 1) forniscono le informazioni al regolatore sulle criticità e sulle esigenze dell’ambito di intervento 25 2) si sentono parte di un processo che dovrebbe condurre a condividere/comprendere maggiormente le scelte di regolazione PORTA → migliore comprensione delle scelte del legislatore e rapido adeguamento alla nuova normativa Informazione → riduzione della naturale asimmetria informativa cui è spesso soggetto il legislatore. Questo comporta: 1) miglioramento dell’intervento normativo 2) adozione di misure (regolatorie o non) in grado di contenere le disuguaglianze, le contraddizioni e i disequilibri PORTA → migliore conoscenza del problema e delle esigenze dei destinatari e introduzione di una regolazione efficiente OECD → la regolazione efficace e di qualità deve essere aperta e trasparente e fondarsi su un coinvolgimento tempestivo e efficace dei soggetti interessati UE → la buona regolazione deve fondarsi su 3 principi fondamentali: partecipazione, apertura e rendicontabilità, effettività e coerenza Commissione Europea → le consultazioni sono efficaci non solo se condotte utilizzando le tecniche appropriate (e.g., riunioni formali, panel, focus group, etc) ma anche dando rilievo al feedback del processo di consultazione stesso → divulgazione dell’esito della consultazione e coinvolgimento indiretto e sviluppo del sense of ownership/membership La consultazione è efficace se: a) integrata nel processo di analisi dell’impatto della regolazione (AIR) b) integrata nella fase di valutazione successiva delle politiche regolatorie (VIR) c) decentrata nelle amministrazioni interessate nel processo di regolazione → maggiore rilevanza alle particolarità settoriali e maggiore responsabilizzazione delle direzioni coinvolte Trasparenza → agevolazione di un lusso informativo all’interno delle amministrazioni (pubblicizzando le scelte effettuate, le fonti informative attinte e le questioni affrontate nella ricostruzione del problema) e dall’amministrazione verso i destinatari e i cittadini in genere (consentendo l’accessibilità e partecipazione alle fasi di decision making)  Open government: modalità aperta e trasparente di prendere decisioni politiche, coinvolgendo la società civile, il tessuto produttivo, le altre amministrazioni etc.  Open exchange: scambio biunivoco di informazioni tra amministrazione e stakeholders Strumento di compensazione dell’asimmetria informativa → il decisore è meno informato rispetto ai soggetti interessati  Partecipazione di professionisti, mondo accademico e associazioni 26  Condivisione delle proprie conoscenze con i soggetti incaricati di decidere Consultazioni telematiche Vantaggi delle consultazioni via web: 1) più ampio raggio d’azione (→ numero di consultati) e maggiore efficacia 2) maggiore flessibilità nell’uso delle forme di consultazione (→ aperte, chiuse o miste) 3) riduzione dei tempi e abbattimento dei costi Svantaggi delle consultazioni via web: 1) disparità nell’accesso alle tecnologie digitali fra categorie sociali e aree geografiche → digital divide Aspetti da non sottovalutare:  comunicazione e corretta predisposizione organica degli strumenti, delle sedi e dei tempi in cui le consultazioni saranno effettuate  definizione della durata della consultazione (→ Commissione Europea: 8/12 settimane) Consultazioni e valutazione d’impatto Nell’ambito dell’AIR e della VIR, le consultazioni consentono di:  accedere ai dati e alle informazioni necessarie  valutare la portata dell’impatto delle diverse opzioni considerate Oggetto delle consultazioni → questioni specifiche e chiaramente individuate → principio della proporzionalità (né troppe questioni, né troppo poche) Soggetti consultati → beneficiari diretti, controinteressati, pubbliche amministrazioni → principio della proporzionalità e di adeguatezza Temporizzazione → quando porre in essere le consultazioni e per quanto tempo tenerle aperte Pubblicità → diffondere la notizia delle consultazioni attraverso mezzi di informazione accessibili a tutti → documento di consultazione Tecniche di consultazione → come consultare → principio della proporzionalità Il processo di consultazione 27 Tavoli di esperti Descrizione: modalità di consultazione con un gruppo chiuso di stakeholders che partecipano di volta in volta ai tavoli istituiti dall’amministrazione per la discussione di tematiche oggetto di intervento Tavoli: tematici o generali; permanenti o temporanei. Vantaggi: passaggio di consultazione più rapido ed efficace; coinvolgimento delle categorie più rappresentative. Svantaggi: accesso alla consultazione chiuso; responsabilità decisionale in capo al Tavolo. Notice and Comment Definizione: forma di consultazione con la quale si mira a ottenere informazioni generali sulla posizione di alcuni soggetti rispetto a una regolazione in corso di elaborazione. Step del notice and comment: 1. pubblicizzazione (prevalentemente via web) di un documento di consultazione contenente le opzioni d’intervento che siano state già elaborate e i problemi più rilevanti (notice) 2. invito a far pervenire risposte, commenti, osservazioni scritte a partire dal documento pubblicato (comment) 3 utilizzo delle indicazioni ottenute per l’orientamento e la definizione degli interventi (scelta dell’opzione d’intervento preferibile). Informazioni da rendere disponibili:  indicazione della data di apertura e chiusura delle consultazioni  descrizione sintetica della consultazione (obiettivi e ambito di riferimento)  categorie, associazioni e gruppi di riferimento coinvolti nella consultazione  link/percorsi guidati con cui poter accedere a documenti, materiale d’interesse etc.  informazioni circa lo stato della consultazione (in corso oppure conclusa)  road map indicativa del provvedimento per il quale si svolge la consultazione (dall’avvio del processo di regolazione all’adozione)  la pubblicizzazione dei risultati della consultazione (per le consultazioni concluse) Vantaggi: facile realizzazione e diffusione anche grazie ad Internet; informazioni approfondite e dettagliate. Svantaggi: costi elevati per analisi ed elaborazione delle risposte (in mancanza di strumenti adeguati); no scambio immediato e diretto tra regolatori e soggetti contattati; no confronto comparativo tra preferenze ed orientamenti; non sempre statisticamente rappresentativo. Indagini statistiche 30 Tecniche rivolte ad un campione di soggetti appositamente selezionato. Maggiore impegno di risorse umane ed economiche, variabile secondo la modalità di rilevazione prescelta. Utili nell’ambito delle analisi e verifiche d’impatto della regolazione. Vantaggi: risultati attendibili e generalizzabili. Svantaggi: maggiore impegno da un punto di vista economico e temporale; forte strutturazione delle domande; no confronto tra punti di vista diversi. Fasi dell’indagine statistica:  Piano di indagine  coinvolgimento di tutto il gruppo di lavoro attivato per realizzare l’AIR  Rilevazione dei dati  ricorso a competenze specialistiche  Classificazione e codifica dei dati  ricorso a competenze specialistiche  Elaborazione dei dati  ricorso a competenze specialistiche  Interpretazione dei risultati  coinvolgimento di tutto il gruppo di lavoro attivato per realizzare l’AIR Piano di indagine: Definizione e programmazione di tutti gli aspetti (metodologici, tecnici, operativi) connessi alla realizzazione del piano di indagine. Definizione in modo chiaro e univoco dell’oggetto di indagine, delle unità statistiche sulle quali effettuare la rilevazione, dei caratteri da rilevare, delle metodologie per l’elaborazione dei dati. Scelta del metodo di rilevazione dei dati  questionario, acquisizione di database esistenti, osservazione sperimentale. Predisposizione degli strumenti per realizzare la rilevazione:  totale (svolta su tutte le unità statistiche)  parziale (effettuata soltanto su una parte)  estrarre un campione mediante un apposito piano di campionamento che utilizza specifiche tecniche Definizione di vari aspetti tecnici e operativi tra cui:  predisposizione di liste con i nominativi e i recapiti delle persone, famiglie, imprese, istituzioni facenti parte del collettivo statistico  acquisizione/disponibilità della strumentazione necessaria all’indagine (pc portatili per i rilevatori, software per l’inserimento assistito dei dati e per la loro elaborazione, etc)  formazione dei rilevatori (laddove previsti), nel caso di interviste dirette, per minimizzare il rischio di distorsione nei dati raccolti  definizione della tempistica e dei costi legati a ciascuna fase Rilevazione dei dati: Strumenti utilizzabili per la raccolta dei dati: questionario, acquisizione di dati rilevanti nell’ambito di altre ricerche, dati amministrativi. Trasformazione del dato rilevato in dato statistico attraverso operazioni di controllo, correzione di errori e incongruenze, classificazione e codifica. Classificazione e codifica dei dati: Definizione delle modalità (qualitative o quantitative) che le variabili assumono. Trasformazione di una variabile in una variabile statisticamente trattabile (eg. reddito e classi di reddito). Codifica degli strumenti informatici (Sas, STATA, Spss) utilizzati per trattare i dati raccolti. 31 Elaborazione dei dati: Tipi di elaborazioni statistiche:  creazione di tabelle semplici o a doppia entrata  calcolo di medie e di indici di variabilità (standard deviation, varianza, devianza etc) e di coefficienti di correlazione  analisi in componenti principali, analisi delle corrispondenze multiple, cluster analysis, regressione multipla, logistica, etc  grafici (istogrammi, grafici a barre e a torta, etc) Interpretazione dei risultati: Ogni legame fra fenomeni differenti o fra gruppi di unità statistiche devono essere debitamente sostenuti da un modello teorico. Le relazioni di causalità sono supportate dalla teoria economica sottostante. Struttura e modalità di somministrazione del questionario Questionario: modulo o fascicolo (ormai anche un supporto elettronico) che comprende una serie di domande che vengono poste nello stesso modo a tutti gli intervistati. Le domande vengono individuate sulla base degli obiettivi dell’indagine e delle ipotesi da verificare. Tipologia di domande: libere, aperte e chiuse; domande di opinione. Elementi fondamentali per una corretta compilazione del questionario:  scelta del tipo di domande  scelta del numero di domande  scelta dell’ordine delle domande  domande generali e specifiche; domande per aree tematiche; domande “delicate” alla fine del questionario  scelta delle scale di misura dei caratteri da utilizzare (nominali, ordinali, a intervallo o a rapporto)  eventuale inserimento di quesiti di controllo volti a verificare l’attendibilità o la coerenza di alcune risposte  uso di un linguaggio chiaro, semplice e preciso Modalità di somministrazione del questionario:  intervista diretta: un intervistatore appositamente formato legge le domande e registra le risposte del soggetto intervistato. Vantaggi: migliore qualità dei dati raccolti grazie all’interazione intervistatore- intervistato Svantaggi: più alti costi di formazione dell’intervistatore e di realizzazione dell’intervista; maggiore possibilità di influenzare le risposte e di non rivelare correttamente le risposte Modalità di somministrazione dell’intervista diretta: PAPI (Paper and pen interviewing)  questionario cartaceo CAPI (Computer assisted personal interviewing)  con il supporto di un pc portatile e di un software che genera in modo automatico il database (NO data entry).  intervista telefonica Vantaggi: riduzione dei costi e dei tempi di realizzazione; minore possibilità di influenzare le risposte. Svantaggi: minori possibilità di coinvolgimento dell’intervistato, minor controllo sull’intervista, minore possibilità di sottomettere domande complesse. 32 Criteri di esclusione per l’AIR nazionale (L. n. 246/2005 e DPCM n. 170/2008):  disegni di legge costituzionale  atti normativi in materia di sicurezza  disegni di legge di ratifica di trattati internazionali che non comportino spese o istituzione di nuovi uffici Criteri di esclusione per l’AIR regionale:  proposte di modifica statutaria  leggi regionali di attuazione di norme nazionali o sopranazionali  leggi finanziare e di bilancio  interventi dettati da urgenza e necessità  interventi in materia elettorale  interventi in materia di organizzazione interna e del personale Criteri di inclusione per l’AIR:  elevata rilevanza esterna  possibilità di definire più alternative e quindi di confrontarle  interventi atti a modificare l’accesso al mercato e assicurare il suo corretto funzionamento  effetti su interessi socialmente rilevanti Contesto normativo e fonti normative ↓ 1) individuare il contesto normativo all’interno del quale si intende intervenire 2) individuare le fonti normative (primarie e secondarie) che regolano il settore e gli obiettivi 3) individuare le fonti informative (qualitative e quantitative) ritenute utili per l’esercizio di valutazione Le motivazioni alla base dell’intervento possono essere di vario tipo: a) m. giuridiche interne (e.g., volte a riorganizzare l’assetto interno dell’amministrazione) o esterne (e.g., per adeguarsi a regolazioni di livello superiore, comunitarie o statali) b) m. economiche → modificare l’assetto economico-finanziario del territorio, influenzando il mercato e la concorrenza c) m. sociali → cambiare l’assetto del sistema sociale d) m. ambientali → migliorare la qualità dell’ambiente Gli strumenti per la rilevazione di criticità e rischi di natura sociale, ambientale o economica sono:  ricognizione ed analisi delle fonti normative  consultazioni con gli stakeholders → I risultati della rilevazione devono essere illustrati nell’apposita sezione della Relazione AIR b) Delimitazione dell’ambito di intervento L’ambito di intervento va circoscritto entro chiari confini oggettivi e soggettivi:  confini oggettivi → settori nei quali l’intervento regolatorio andrà ad impattare → ambiente territoriale e materia nella quale si interviene 35  confini soggettivi → tipologie di destinatari sui quali l’intervento regolatorio andrà ad agire → categorie socio-economiche (ad es. anziani, immigrati, imprese operanti in determinati settori, amministrazioni di un determinato tipo ecc.) e loro posizione rispetto all’intervento (ad es. destinatari diretti, indiretti, interessati) → La delimitazione dell’ambito di intervento va illustrata nell’apposita sezione della Relazione AIR e va riferita nei suoi aspetti essenziali nei Documenti di consultazione c) Individuazione degli obiettivi da raggiungere La valutazione del raggiungimento degli obiettivi avviene attraverso appositi indicatori (sono univoci per ogni provvedimento) Indicatore → misura statistica che assume livelli diversi e che permette di valutare i risultati ottenuti in seguito all’intervento normativo e di misurare la distanza con il valore-obiettivo prefissato Classificazione degli indicatori:  indicatori di realizzazione → misurano il prodotto dell’attività svolta dagli operatori per conseguire gli obiettivi specifici  indicatori di risultato → misurano l’effetto che si manifesta immediatamente dopo l’intervento e riguardano i cambiamenti registrati sui beneficiari diretti  indicatori di impatto → misurano gli effetti rilevabili dopo un certo intervallo di tempo inequivocabilmente causati dall’azione realizzata con l’intervento normativo Input per la costruzione degli indicatori → informazioni statistiche raccolte e sistematizzate all’interno di un DB (Sistema Statistico Nazionale, basi dati amministrative, dati prodotti mediante indagini specifiche relative a uno specifico intervento) Tipologie di indicatori producibili con il DB:  i. elementare → informazione statistica di base sulle unità di osservazione  i. derivato → informazione statistica di base espressa sotto forma di rapporti (quote, incidenze, percentuali ecc.)  i. composto → somma ponderata di indicatori elementari o derivati, i cui pesi rappresentano l’importanza delle componenti 36 Individuazione degli obiettivi generali e specifici dell’intervento All’interno dell’ambito di intervento ritroviamo:  Obiettivo generale → vengono delineati dal policy maker e contengono fine ultimo dell’eventuale intervento normativo e gli obiettivi specifici  Obiettivi specifici → risultati (intermedi e aggiuntivi) delle azioni da intraprendere in seguito all’intervento normativo → Gli obiettivi vanno illustrati nella Relazione AIR e vanno rappresentati, dove possibile, anche nel Documento di consultazione. Valore atteso o valore obiettivo → valore che un indicatore dovrebbe raggiungere per indicare il raggiungimento del corrispondente obiettivo specifico. Esso rappresenta il termine di riferimento per esprimere il giudizio sull’efficacia, e viene in genere fissato tramite una procedura di benchmark. d) Ricostruzione e analisi dell’opzione zero Occorre analizzare anche gli effetti dell’opzione zero rispetto ai destinatari dell’intervento sottoposto a valutazione → ricostruzione e analisi dell’opzione zero vanno riportate nell’apposita sezione della Relazione AIR e devono essere illustrate, dove possibile, anche nei Documenti di consultazione e) Elaborazione di opzioni alternative Definizione delle opzioni alternative ↓ Le opzioni alternative devono essere reali e non meramente accademiche. Al fine di contenere la regolazione inutile è possibile considerare anche delle possibilità alternative → semplificazione, deregolazione, introduzione di incentivi, previsione di obblighi informativi a carico dei destinatari, rinvio alla volontarietà dell’azione Le opzioni alternative devono rispettare determinati presupposti normativi, organizzativo- finanziari e socio-economici. Presupposti normativi → norme statali, europee, regionali di rango superiore (come lo statuto), alle quali le opzioni di intervento normativo devono adeguarsi o con le quali, comunque, non devono essere in contrasto Presupposti organizzativo-finanziari → vincoli interni ai quali le opzioni di intervento normativo devono adeguarsi pena l’eliminazione per eccessivo uso di risorse finanziarie Presupposti socio-economici → valutazione di conformità e adeguatezza delle ipotesi rispetto a condizioni esterne all’amministrazione, relative soprattutto alle caratteristiche socio-economiche delle comunità destinatarie (attenzione agli effetti sociali, culturali, economici). Le consultazioni con i soggetti interessati sono cruciali sia per la definizione delle ipotesi alternative, sia per la cernita delle ipotesi praticabili. Anche la descrizione delle opzioni alternative va riportata nella Relazione AIR. f) Valutazione degli effetti delle opzioni Obiettivo della valutazione → individuare i potenziali effetti positivi (e.g. benefici) o negativi (e.g. costi) di ogni opzione, sintetizzati attraverso appositi indicatori. L’attività di valutazione ha i seguenti obiettivi:  Offrire indicazioni ex ante per le decisioni dei policy makers  Prevedere l’impatto sui destinatari dei possibili provvedimenti normativi  Consentire un confronto tra diverse tipologie di intervento  Migliorare la trasparenza e l’accountability dell’azione pubblica 37  le risorse finanziarie disponibili per l’analisi  il tempo necessario per l’effettuazione dell’analisi e quello effettivamente disponibile per rispondere al policy maker → Qualsiasi tecnica di analisi prescelta fornirà gli elementi per una comparazione, rispetto all’opzione zero, tra vantaggi e svantaggi, tra costi sostenuti e benefici attesi in modo da pervenire ad un resoconto sia sintetico d’insieme sia specifico per le categorie di soggetti destinatari del provvedimento normativo Analisi delle fasi della valutazione comuni a tutti gli schemi di valutazione Scelta della tecnica:  Misurazione dei costi (in termini monetari o fisici o semplicemente qualitativi) per i destinatari e per i cittadini  Misurazione dei benefici (in termini monetari o fisici o semplicemente qualitativi) per i destinatari e per i cittadini  Valutazione tramite un determinato criterio (suggerito dalla tecnica)  Conclusioni con un giudizio di sintesi Valutazione degli effetti dell’adozione di un provvedimento normativo Selezione delle alternative rilevanti da valutare → valutazione preliminare, di tipo qualitativo e basata essenzialmente su giudizi forniti da esperti Valutazione dei principali costi (svantaggi) e benefici (vantaggi) dell’opzione zero e delle alternative normative → valutazione analitica Costi e benefici derivanti dell’adozione di un provvedimento normativo Costi attesi → conseguenze negative derivanti dall’ottemperanza al provvedimento normativo Benefici attesi → conseguenze positive derivanti dall’entrata in vigore del provvedimento normativo Costi e benefici diretti/di conformità → derivano dagli adempimenti specificamente richiesti dal provvedimento di regolamentazione e ricadono sui destinatari diretti Costi e benefici indiretti → costi e benefici diversi che interessano i destinatari indiretti Tecniche di valutazione ex ante 1) analisi dei costi di conformità 2) analisi degli oneri amministrativi 3) analisi costi-efficacia 4) analisi costi-benefici 5) analisi del rischio 40 6) analisi rischio-rischio 7) analisi multicriteria 1) analisi dei costi di conformità Si suddividono in varie fasi: a) Obiettivo b) Campo di applicazione prevalente c) Contributo informativo richiesto d) Passi metodologici e) Indicatore f) Vantaggi g) Svantaggi a) Obiettivo Costi di conformità: costi attesi (diretti) per i destinatari diretti (imprese, cittadini, lavoratori e pubblica amministrazione) generati dalle azioni che dovranno innescare per essere conformi alle condizioni definite dalle disposizioni normative → Considerare tutti i costi derivanti dall’introduzione del provvedimento rispetto all’opzione zero → Verificare che essi non siano così elevati da rendere la realizzazione insostenibile o difficilmente accettabile dai soggetti tenuti a farvi fronte → Verificare i tempi di adattamento alla ipotizzata opzione normativa e identificare i soggetti che in maniera intenzionale o per errore cognitivo non si adeguano, al fine di determinare la quota di compliance che si riflette sui costi di conformità b) Campo di applicazione prevalente Settore produttivo delle PMI → analisi dei costi sostenuti dalle imprese di piccola e media dimensione quando l’impatto più rilevante degli oneri del provvedimento riguardi in prevalenza questo settore Carico sul bilancio dello Stato → analisi degli effetti del provvedimento normativo proposto sul bilancio dello Stato c) Contributo informativo richiesto Dati richiesti → dati di costo per i soggetti destinatari d) Passi metodologici 1) Identificazione delle nuove attività indotte dalla regolazione 41 → Per ogni gruppo di destinatari sono definite le modifiche nelle attività e nei processi che devono essere poste in essere per aderire (“conformarsi”) ai requisiti posti dall’intervento normativo → Nuove attività: iniziative da avviare e iniziative soggette a modifiche; attività di adeguamento (nella fase iniziale di vita della norma) e attività continuative (proprie di ogni esercizio produttivo e dunque con maggior carico amministrativo) → Descrizione delle attività non più svolte e dei relativi costi di cessazione 2) Identificazione dei destinatari dell’intervento normativo → Individuare i soggetti costretti a “conformarsi” → Raggrupparli in classi omogenee al fine di mettere in luce i diversi costi di adeguamento alla regolamentazione 3) Stima dei costi netti di adeguamento per ciascun destinatario → Stima dei costi sostenuti per svolgere le nuove attività → Identificazione delle risorse impegnate con il relativo tempo dedicato per ogni anno solare → Identificazione del costo orario dell’attività → Definizione del costo come costo netto calcolato al netto del costo riferito a eventuali cessazioni e del beneficio derivante da risparmio da crescita del valore dei beni posseduti 4) Determinazione del costo netto totale di conformità per i destinatari → Costo netto totale di conformità = (costo netto unitario) × (numero dei destinatari) → Stima del numero dei destinatari che eluderanno gli obblighi normativi → Stima dei costi derivanti dall’applicazione delle sanzioni 5) Capacità di sopportare l’impatto netto della regolazione → Valutazione della possibilità dei destinatari di sopportare i costi aggiuntivi → Difficoltà: soggetti numerosi e fra loro molto diversi → consultazione per esaminare e selezionare i soggetti che si ritiene non saranno in grado di sopportare i costi di adeguamento alla regolamentazione e) Vantaggi Relativa semplicità di rilevazione e valutazione dei dati sui costi → Capacità di dare un quadro completo dei costi che i destinatari del provvedimento normativo dovrebbero sostenere e quindi della fattibilità dello stesso f) Svantaggi Campo di analisi dell’approccio concentrato esclusivamente sugli aspetti finanziari → incapacità dell’approccio di arrivare a una sintesi generale dell’impatto del provvedimento normativo Analisi dei costi amministrativi 42 Indicatori di sintesi ↓ Costo di efficacia per obiettivo = (Incremento dei costi)/(Incremento degli effetti) Campo sanitario: indicatore ACE = (costo associato al miglioramento della salute)/(anni di vita guadagnati) → QALY (quality-adjusted life years) Vantaggi: 1) Facile comparazione tra più opzioni eliminando quelle più costose o meno realizzabili 2) Non viene posta in discussione la tipologia degli obiettivi 3) Non vengono definiti a priori gli obiettivi da raggiungere né l’opportunità dell’obiettivo prescelto a. Vengono eliminate ex ante alcune delle principali controversie o resistenze anche a livello politico b. Vengono ammessi confronti tra opzioni alternative con possibilità di scremare facilmente le opzioni chiaramente più costose o meno fattibili Svantaggi: 1) Il metodo non discute l’opportunità di perseguire un determinato beneficio piuttosto che un altro 2) Il metodo non valuta le opzioni alternative cui potrebbero corrispondere una molteplicità di benefici 3) Il metodo non valuta la soglia minima di beneficio netto che giustifica la stessa implementazione dell’intervento regolatorio 4) L’analista non potrà basarsi sui risultati dell’ACE per testare la bontà dell’obiettivo 5) L’analista valuterà il grado di consenso che l’obiettivo riscuote tra i soggetti interessati dall’intervento 6) Il metodo, per essere efficace, deve avvalersi di benchmark specifici Analisi costi-benefici (ACB) Obiettivo: 1) Valutare quale sia il beneficio netto atteso, ovvero la differenza tra benefici e costi attesi, di un provvedimento regolativo 2) Identificare il provvedimento che massimizzi il beneficio netto per i soggetti attuatori (analisi finanziaria) e per la collettività (analisi economica) 3) Intraprendere un provvedimento regolativo se i benefici risultanti superano i costi Misurazione dei costi e dei benefici → Misurazione in termini finanziari (monetari): analisi dei costi e dei benefici del provvedimento attraverso una valutazione delle entrate e delle uscite monetarie (flussi di cassa) e della situazione patrimoniale dei soggetti interessati dall’intervento 45 → Misurazione in termini economici: valutazione dei costi e dei benefici che ricadono sulla collettività di riferimento, sia inserendo nell’analisi costi e benefici precedentemente non considerati, sia considerando solo l’ammontare dei vantaggi e degli svantaggi per la collettività Campo di applicazione prevalente 1) Provvedimenti normativi 2) Interventi riguardanti servizi pubblici, infrastrutture e investimenti nei settori produttivi 3) Interventi regolativi per i quali sia possibile quantificare nel dettaglio costi e benefici Contributo informativo richiesto Di cosa abbiamo bisogno per compiere l’analisi? Conoscenza del periodo per il quale si prevede l’impatto del provvedimento normativo. Conoscenza dei costi e dei benefici espressi in termini quantitativi, preferibilmente in valori monetari o fisici (qualora non fosse possibile monetizzare). Conoscenza del tasso di sconto sociale che permette di calcolare il valore attuale di costi e benefici futuri. Conoscenza delle varie altre opzioni, tutte valide, ossia realizzabili rispetto agli obiettivi dell’intervento e ai vincoli. Attualizzazione dei costi e dei benefici L’ACB rileva i costi e i benefici, precedenti e successivi all’entrata in vigore del provvedimento. Problema: i costi e i benefici fanno riferimento a tempi (in genere anni) differenti. Per riportare tutti i costi e i benefici a uno stesso anno, e quindi permettere un confronto corretto, i costi e benefici vengono “attualizzati”, ovvero moltiplicati per l’adeguato tasso di interesse (nell’analisi finanziaria) o il tasso di sconto sociale (analisi economica). Classificazione dei costi  Costi diretti, interni  inerenti all’attuazione, manutenzione e gestione del provvedimento normativo.  Costi indiretti, esterni  non sostenuti dal promotore del provvedimento ma a carico della collettività.  Costi intangibili  costi esterni che non possono essere quantificati, ma solo descritti (riferito, ad esempio, al benessere collettivo, alla qualità dell’ambiente ecc.). Classificazione dei benefici  Benefici diretti, interni  correlati all’attuazione e gestione del provvedimento normativo. 46  Benefici indiretti, esterni  non a vantaggio del promotore del provvedimento, ma della collettività.  Benefici intangibili  benefici esterni la cui quantificazione è difficile se non impossibile e che vengono stimati essenzialmente in termini qualitativi (es. miglioramento della qualità dell’aria). Passi metodologici - fase dell’analisi finanziaria Metodo dei flussi di cassa attualizzati:  Considerare l’importo effettivo delle somme versate o ricevute dall’intervento  Escludere gli ammortamenti e le riserve per spese impreviste, e in genere tutte le spese non effettive  Collocare i flussi di cassa (costi e benefici) nell’anno nel quale sono posti in essere  Prevedere i flussi di cassa per un periodo di tempo pari alla durata della vita economica del progetto, tenendo conto dei possibili effetti di lungo periodo  Attualizzare i flussi di cassa futuri attraverso l’impiego di un tasso di interesse  Calcolare una misura di sintesi (Valore Attuale Netto del progetto), una volta fissato il tasso di interesse  Procedere ad una valutazione su base differenziale, ovvero misurare le differenze in termini di entrate e di uscite tra lo scenario derivante dall’introduzione del provvedimento e quello alternativo (opzione zero) che non prevede la sua implementazione Passi metodologici - fase dell’analisi economica Adeguamenti necessari per il passaggio dai risultati finanziari a quelli economici:  Dai costi e benefici misurati tramite il prezzo di mercato (risultato finanziario) si passa ai costi e benefici misurati tramite il prezzo ombra (risultato economico), utilizzando dei fattori di conversione che tengono conto del benessere sociale.  Correzione fiscale attraverso la deduzione delle imposte Indirette  Correzione per gli effetti del progetto che producono esternalità positive o negative (es. inquinamento, riduzione dei tempi di percorrenza di strade ecc.) Passi metodologici - fase dell’analisi di sensitività  Valutare robustezza e affidabilità dei risultati ottenuti  Verificare in quale misura gli effetti misurati possano essere attribuiti a scelte compiute nella misurazione dei costi e benefici  Controllare la qualità dei risultati ottenuti e sostenere la robustezza e rilevanza del modello prescelto 47 Passi metodologici  Acquisizione dei dati e studio del contesto in cui la regolazione interviene  Individuazione dei rischi potenziali e quindi delle unità interessate dall’impatto delle disposizioni  Identificazione degli eventi primari e delle sequenze che possono portare ad una specifica conseguenza negativa  Valutazione della probabilità del manifestarsi dell’evento negativo o dannoso  Valutazione delle conseguenze dell’evento  Valutazione quantitativa del rischio  Analisi e presentazione dei risultati Indicatori di sintesi (3) R: rischio f: frequenza o probabilità di accadimento m: ampiezza delle conseguenze Vantaggi  Esame di probabili comportamenti distorsivi dei destinatari causati dall’intervento regolatorio e tali da generare costi maggiori di quelli associati all’intervento stesso  Possibilità di identificare una soglia minima che giustifica un intervento di regolazione  Possibilità di determinare il livello ottimale del rischio di regolazione giudicato sostenibile dalla collettività Svantaggi  I risultati del metodo dipenderanno dall’identificazione degli eventi negativi o dannosi e dalla stima delle probabilità degli stessi  Stima di modelli econometrici e dunque la corrispondente conoscenza tecnica e la capacità di elaborazione  La partecipazione di un tecnico nell’analisi di impatto della regolazione diventa essenziale Obiettivo  Valutazione non soltanto dei rischi specifici dell’intervento, ma anche dei rischi indiretti che potrebbero avere effetti significativi sulla decisione finale 50  Analisi del trade-off esistente tra il rischio derivante dall’intervento e i rischi associati a ogni altra azione Campi di applicazione prevalente  Rischi ambientali (e quindi delle politiche per l’ambiente e l’energia)  Rischi per la salute (e quindi politiche sanitarie e contro le pandemie)  Rischi legati alla non sicurezza sui luoghi di lavoro (e quindi le politiche per la sicurezza sui luoghi di lavoro) Passi metodologici - vedi analisi del rischio  Acquisizione dei dati e studio del contesto in cui la regolazione interviene  Individuazione dei rischi potenziali e quindi delle unità interessate dall’impatto delle disposizioni  Identificazione degli eventi primari e delle sequenze che possono portare ad una specifica conseguenza negativa  Valutazione della probabilità del manifestarsi dell’evento negativo o dannoso  Valutazione delle conseguenze dell’evento  Valutazione quantitativa del rischio  Analisi e presentazione dei risultati Vantaggi e svantaggi Più laboriosa e impegnativa dell’analisi del rischio. Può dare informazioni indispensabili a indirizzare la scelta regolamentare. Analisi multicriteria (AMC) Obiettivo Valutare diversi provvedimenti normativi sulla base di due o più criteri di valutazione attraverso la costruzione di una scala di preferenza tra criteri con cui poi giudica tra diverse alternative di provvedimento normativo, per scegliere quello più corrispondente ai criteri considerati. A differenza dell’ACB caratterizzata da un unico criterio di scelta (criterio economico), l’AMC consente di valutare le azioni normative secondo più criteri, scelti e pesati dal decisore. L’AMC consente in generale di avere una valutazione più completa degli effetti di un progetto poiché non si limita a indicatori monetari, ma considera anche indicatori misurabili in modo qualitativo. 51 Campi di applicazione prevalente  Valutare e scegliere tra diverse alternative progettuali, tra varie opzioni normative, tra diversi investimenti  Valutare la convenienza di progetti d’investimento o regolatori che abbiano una ricaduta significativa nella sfera sociale ed economica o anche per valutare l’impatto ambientale  Valutare investimenti in infrastrutture o provvedimenti di regolazione che coinvolgono più settori Contributo informativo richiesto  Conoscenza del periodo per il quale si prevede l’impatto del provvedimento normativo  Conoscenza dei costi e dei benefici espressi in termini quantitativi e qualitativi  Conoscenza delle varie opzioni alternative, anche contrapposte tra di loro, di utilità sociale e che interessa varie categorie di cittadini Strumento metodologico Matrici bidimensionali (tabelle): ogni colonna rappresenta un’alternativa di regolamentazione e ogni riga rappresenta i criteri tramite i quali esse vengono valutate:  Tabella di valutazione  valutazione delle performances delle alternative secondo i criteri selezionati  Tabella delle priorità  segnalazione dell’importanza assegnata a ciascun criterio Ordine di preferenza tra le diverse alternative  individuazione della migliore alternativa regolamentare secondo i criteri prescelti. Passi metodologici  Identificazione delle opzioni e dei criteri da inserire nella tabella di valutazione  Valutazione delle diverse opzioni per criterio sulla base di opinioni di esperti e del processo di consultazione (punteggi)  Standardizzazione dei punteggi quando hanno unità di misura diversa (standardizzazione della tabella di valutazione)  Assegnazione dei pesi ai criteri (quando si reputa un criterio più importante di un altro)  Comparazione dei punteggi standardizzati e pesati, con determinazione dell’ordinamento delle alternative (analisi di dominanza)  Analisi di sensitività 52
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