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Anatomia vie aeree: naso, cavità nasali, laringe, trachea, bronchi e polmoni, Appunti di Anatomia

Anatomia umanaPatologia respiratoriaFisiologia UmanaNeurologia

La struttura e la funzione delle vie aeree superiori e inferiori, inclusi il naso, le cavità nasali, la laringe, la trachea, i bronchi e i polmoni. Viene inoltrata una dettagliata analisi dell'epitelio, delle membrane, dei legamenti e dei muscoli coinvolti, oltre a una spiegazione dei ruoli chiave di queste strutture nella respirazione. Inoltre, vengono trattati i problemi come il collassamento alveolare, la sindrome da distress respiratorio, l'enfisema polmonare e la pleurite.

Cosa imparerai

  • Quali sono le patologie associate ai polmoni e come si trattano?
  • Quali sono le regioni olfattive e come funziona l'epitelio olfattivo specializzato?
  • Come si muovono le corde vocali e come influiscono sul suono prodotto?

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 11/07/2018

tadej-starman-nina
tadej-starman-nina 🇸🇮

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Scarica Anatomia vie aeree: naso, cavità nasali, laringe, trachea, bronchi e polmoni e più Appunti in PDF di Anatomia solo su Docsity! APPARATO RESPIRATORIO: Crea un’area di scambio di gas tra aria (piena di ossigeno) e sangue (refluo dagli organi, pieno di CO2). Ha quindi la funzione di conduzione dell’aria verso gli alveoli, di protezione delle superfici respiratorie (l’aria può essere troppo calda, troppo fredda oppure contiene delle polveri), consente la fonazione e regola l’omeostasi acido/base e pressoria dei fluidi corporei (mantenimento del pH, solo da sapere non da studiare!!). Delimitazioni anatomiche: Si parla di vie aeree superiori e vie aeree inferiori: • Vie aeree Superiori: tutto quello che si trova al di sopra del punto in cui la laringe si apre (il punto più alto dell’epiglottide): il naso, le cavità nasali, i seni paranasali e la faringe • Vie aeree Inferiori: al di sotto: la laringe, la trachea, i bronchi e i polmoni Vie aeree superiori: 1. Superato il cavo orale (da un punto di vista anatomico fa parte dell’apparato digerente) e respirando dal naso, l’aria entra nelle narici o narici esterne (aperture pari, ciascuna a lato del setto nasale, presentano dei peli che bloccano alcune piccole particelle), che permettono il passaggio dell’aria verso le cavità nasali. Queste cavità sono delimitate: anteriormente dalle narici esterne e posteriormente dalle narici interne, dette coane; le coane si trovano nel punto in cui termina il palato duro e comincia il palato molle e, da un punto di vista epiteliale, contengono la regione olfattiva con l’epitelio olfattivo specializzato: lungo tutto il tratto delle vie aeree superiori e inferiori e fino ai bronchi e bronchioli si ha sempre un epitelio respiratorio, solo nell’orofaringe non si trova perché è il punto di collegamento tra il digerente e il respiratorio, quindi un epitelio pavimentoso pluristratificato non cheratinizzato, come quello del cavo orale. La regione olfattiva si trova nella volta delle cavità nasali, che comprende la regione cribrosa dell’osso etmoide: questo epitelio specializzato è in grado di percepire gli odori (delle molecole disperse nell’aria), cioè consente di trasformare il segnale chimico delle molecole in un impulso nervoso, che sarà diretto alla corteccia olfattiva tramite il nervo olfattivo. 2. Scendendo più in profondità si trova il primo tratto della faringe, la rinofaringe: parte dalle coane e si continua fino a dove termina il palato molle. In questa zona si trova la tonsilla faringea, detta anche adenoide, e l’orifizio della tuba uditiva che si collega con l’orecchio interno (infatti, un’infezione della rinofaringe può comportare un’otite, cioè l’infezione dell’orecchio interno). In questa regione si ha un epitelio respiratorio di tipo cilindrico ciliato pseudostratificato. 3. Si ha poi la seconda regione della faringe, detta orofaringe: dalla zona in cui termina il palato molle fino al punto di apertura della laringe, cioè l’aditus faringeo (nella base della lingua). Si ha un epitelio pavimentoso pluristratificato non cheratinizzato. 4. Più in profondità si trova l’ultima regione della faringe, la laringofaringe: dalla base della lingua fino all’inizio dell’esofago ed è ricoperta da un epitelio pavimentoso pluristratificato non cheratinizzato (perché tutto il passaggio dal cavo orale fino all’esofago ha lo stesso tipo di epitelio, l’epitelio deve far passare il bolo, a più strati che deve essere mantenuto umido). Tutte queste strutture hanno una superficie, detta mucosa respiratoria: questa è un epitelio di rivestimento, con la membrana basale che appoggia su uno strato di connettivo sottostante, detto lamina propria, che accoglie ghiandole sierose e mucose (quando un epitelio di una mucosa si appoggia su un connettivo, questo prende il nome di lamina propria) e un altro connettivo lasso, detto sottomucosa. L’epitelio respiratorio viene detto cilindrico ciliato pseudostratificato: nella parte più profonda ci sono delle cellule di rimpiazzo insieme alle altre cellule colonnari, ciascuna cellula ha un “piedino” di collegamento con la membrana basale. Tra queste cellule ci sono delle cellule caliciformi mucipare che riversano continuamente il muco sulla superficie dell’epitelio: questo muco viene spostato dalle ciglia in modo tale da poter catturare le particelle più grosse che entrano con l’aria, sia nel naso sia nell’esofago. {Il fumo può irritare cronicamente le cellule ciliate: queste perdono o riducono il movimento delle ciglia, tendendo a diventare un epitelio pavimentoso pluristratificato (si perde la funzione di difesa), con accumulo di muco nelle vie aeree inferiori. Se si smette di fumare, le cellule riescono in parte a recuperare la loro funzione di espellere il muco} Nella regione dell’occhio (nella caruncola lacrimale) si apre un piccolo canale, detto canale naso-lacrimale, che collega l’occhio con il meato inferiore (la depressione che si trova al di sotto del cornetto nasale inferiore). Vie aeree inferiori: 1. Laringe: Nella regione anteriore del collo, in corrispondenza della laringofaringe: si trova sotto l’osso ioide (punto di inserzione per i muscoli che provengono dall’alto e dal basso), anteriormente si trovano i due lobi della tiroide che si proiettano verso l’alto (si appoggiano sulla laringe tramite la cartilagine tiroidea, la tiroide è più in basso della cartilagine infatti vi si appoggia solo lateralmente e non una sopra l’altra!!). Tra la C4 e la C5/C7, con dimensioni 4x4 cm. Lateralmente, si può vedere che la cartilagine tiroidea nel maschio è più sviluppata rispetto alla donna (il pomo d’adamo, comporta che il timbro della voce sia più basso nel maschio). Si trova in relazioni con alcuni cartilagini ialine: • Cartilagine tiroidea: impari, a forma di scudo, protegge anteriormente lo spazio dove passa l’aria • Cartilagine cricoidea o cricoide: impari, a forma di anello con castone (come una pietra incastonata) • Epiglottide: impari, a forma di foglia allungata, col “picciolo” rivolto verso il basso, lateralmente la parte inferiore si lega con un legamento alla parete posteriore della cartilagine tiroidea nella sua porzione anteriore. È l’unica di questa cartilagine a essere non ialina ma elastica: infatti, tutte le vie respiratorie devono avere una struttura semirigida affinché l’aria possa passare (la funzione delle cartilagini = mantengono le vie sempre aperte, altrimenti collasserebbero) ed è elastica data la sua struttura (compie un movimento ma poi ritorna nella posizione iniziale, deve abbassarsi e chiudere un’apertura). • Cartilagini aritenoidee: pari, le più voluminose, a forma di piramide, vanno ad appoggiarsi sul castone della cricoidea (una per lato). Sotto l’azione di muscoli scheletrici (la laringe è regolata da una muscolatura volontaria), queste cartilagini sono in grado di scivolare sia in avanti/indietro sia lateralmente sulla superficie della cricoidea. • Cartilagini corniculate: pari, in cima a ogni aritenoidee • Cartilagini cuneiformi: pari, le più piccole Sono presenti due legamenti, uno superiore e uno inferiore, dal momento che lo scudo dato dalla cartilagine tiroidea è collegato con un legamento alla cartilagine corniculata e con un altro alla cartilagine aritenoidea. Le corde vocali: Nella parte posteriore della laringe è presente una membrana elastica, formata da una parte superiore e da una inferiore, con la prima che protegge la seconda: infatti, la parte inferiore è più importante essendo questa la zona dove sono contenute le corde vocali, mentre la superiore serve solamente per proteggerle (non aiuta nella vibrazione delle corde vocali per l’emissione dei suoni). Il legamento vestibolare, che collega la corniculata con lo scudo della tiroidea, presenta una piega di mucosa con uno spazio interno: l’allontanamento e l’avvicinamento delle due estremità permette l’apertura e la chiusura di questo spazio, che viene chiamato aditus laringeo, cioè l’apertura della laringe. La membrana superiore, data dal legamento corniculata-tiroidea, si muove parallelamente alla membrana inferiore, data dal legamento aritenoidea-tiroidea. La membrana superiore viene detta corda vocale falsa ed è data dal legamento vestibolare superiore rivestito da tonaca mucosa: queste corde vocali non prendo parte alla fonazione, prevengono l’entrata di corpi estranei nella glottide e proteggono le corde vocali vere. Più in profondità si trovano le corde vocali vere, data dai legamenti vocali (aritenoidea-tiroidea) insieme ai muscoli vocali (muscoli scheletrici in grado di far spostare le corde e di far scivolare la cartilagine aritenoidea a dx, sx, avanti e indietro, incidendo sul grado di tensione del legamento vocale: se l’aritenoidea si sposta indietro, la corda tira producendo, tramite il passaggio dell’aria, un suono acuto mentre se l’aritenoidea si sposta in avanti, la corda è meno tesa e si produce un suono basso). Il legamento vocale e i muscoli vocali, rivestiti da una tonaca mucosa, formano le due corde vocali vere, una destra e una sinistra, che, con i loro margini liberi, delimitano uno spazio detto rima della glottide; quindi, a livello del legamento vestibolare si ha l’aditus laringeo mentre tra le corde vocali si trova la rima della glottide. Posizioni della laringe: Seguendo il grafico: • I bronchi principali presentano degli anelli cartilaginei incompleti a C come la trachea • I bronchi lobari presentano degli anelli cartilaginei completi, più piccoli dei primi • I bronchi segmentali presentano dei piccolissimi anelli che formano delle placche cartilaginee • I bronchi lobulari non presentano più placche cartilaginee, diminuisce il numero di cellule mucipare (essendo piccole le vie, il muco potrebbe ostruirle), con una sottile tonaca fibro- muscolare liscia (regola il calibro dei bronchi) • I bronchioli intralobulari corrono tra i lobuli • I bronchioli terminali presentano il cosiddetto lume stellato, cioè la mucosa è sollevata in pieghe a formare una stella • I 2 bronchioli respiratori non presentano l’epitelio respiratorio (arrivando agli alveoli, l’epitelio da cilindrico ciliato/colonnare si abbassa progressivamente diventando cubico pavimentoso) e la tonaca. • I dotti alveolari • Gli atri o seni alveolari: pieni di “camerette” tonde, con una parete elastica ricoperta da una rete di capillari sanguigni e da fibrocellule, circondati da fibre muscolari lisce nei setti interalveolari • Gli alveoli: hanno una parete sottilissima, detta membrana respiratoria, che è il punto di separazione tra la cameretta piena d’aria e il capillare pieno di sangue. Essendo sia il capillare sia l’alveolo formati da un epitelio pavimentoso più membrana basale, per evitare che ci siano due membrane basali appoggiate l’una sull’altra questa struttura ne presenta solamente una: da un lato si appoggia l’endotelio del capillare e dall’altra la cellula pavimentosa semplice dell’alveolo; ne risulta uno strato sottilissimo (la membrana respiratoria) con spessore di 0,1-1,5 micron. Le cellule pavimentose semplici dell’alveolo vengono chiamate pneumociti divisi in: ▲ Pneumociti di 1° tipo: cellule pavimentoso che rivestono l’al veolo ▲ Pneumociti di 2° tipo: cellule con la funzione di produrre sur factante ▲ Cellule della polvere: macrofagi che tengono puliti gli alveoli eli minando le polveri Nell’insieme, gli alveoli costituiscono una superficie media di scambio di 70 m2 con 100 ml/sec di sangue. {Il Surfactante è composto da lipidi (85-90%) e da proteine (10-15%) e presenta un’ azione tensioattiva, cioè capace di ridurre la tensione superficiale. Ha la funzione di: • evitare il collassamento degli alveoli più piccoli in quelli più grandi, qui ndi il collassamento del polmone • mantenere l’elasticità delle pareti alveolari: gli alveoli si espandono molto bene permettendo un atto respiratorio più fluido (si fa meno fatica a respirare). Provoca una minore resistenza delle vie aeree all’immissione dell’aria nei polmoni. Viene prodotto dal settimo mese in poi durante la vita fetale: prima del 7° mese il feto ha già i polmoni ma non è stato ancora prodotto il surfactante; il feto, così, va incontro alla “sindrome da distress respiratorio del neonato”, cioè l’atto respiratorio è così faticoso che il bambino rischia la morte. Per risolvere il problema, si può somministrare del surfactante per areosol (somministrazione di aria sotto pressione e nebulizzazione di preparazioni di surfactante). Nell’adulto la sindrome da distress respiratorio prende il nome di polmone da shock: gravi traumi, severe infezioni o interventi chirurgici mal riusciti possono portare al collassamento alveolare con conseguente ipossia e una minore produzione di surfactante (con una mortalità del 50%).} Aspetti clinici: • Bronchite: l’infiammazione del rivestimento bronchiale, con iperproduzione di muco (espettorato) e tosse. In caso di infiammazione acuta, la bronchite è associata all’asma (broncospasmo) con un’accelerata iperproduzione di muco e edema delle vie respiratorie. In caso di infiammazione cronica (es., chi fuma massivamente) si ha un’occlusione delle piccole vie aeree che porta a una riduzione della capacità respiratoria, con conseguente broncopneumopatia cronica ostruttiva (PBCO). • Enfisema polmonare: quando le pareti alveolari si distruggono in seguito a una rottura delle fibre elastiche (es., inquinamento dell’aria o fumo): respiro corto e non tolleranza all’esercizio fisico (condizione irreversibile!). • Polmonite: legata a un’infezione che provoca un allargamento degli alveoli con un ispessimento delle pareti causato dall’edema: gli scambi sono più difficoltosi perché i gas passano più lentamente attraverso una parete spessa (condizione reversibile!). ♦ Patologie associate: ■ Silicosi (silice), antracosi (carbone), asbestosi (amianto). Presenza di sostanze irritanti nelle vie aeree, si possono formare ascessi (sacca di pus) o dei danni epiteliali (con rischio di neoplasie), con conseguente formazione di tessuto cicatriziale (diminuzione dell’elasticità polmonare) ■ Cancro al polmone: Tipo di cancro altamente aggressivo e caratterizzato da metastasi. Il 90% dei malati di cancro ai polmoni è un fumatore, la percentuale di incidenza si riduce drasticamente negli ex-fumatori (statistiche a 15 anni dopo l’interruzione, vedi grafico). Inoltre, il fumo è associato a ipertensione, difficoltà respiratorie, aterosclerosi precoce, cardiopatie, ictus, cataratta, comparsa precoce dell’osteoporosi. Le pleure: Ciascun polmone è avvolto da una membrana sierosa continua, che si riflette a livello dell’ilo polmonare a formare un doppio foglietto (parietale e viscerale) attorno all’organo. Nella cavità pleurica (spessore: 20 µm) così delimitata è contenuto del liquido pleurico (4-5 ml per polmone), le due pleure sono INDIPENDENTI fra loro. La pleura parietale viene suddivisa a seconda della zona che ricopre: la pleura costale (faccia costale dei polmoni), la mediastinica, la diaframmatica e la pleura cervicale (o cupola pleurica) La cupola pleurica: sporge oltre il primo paio di coste ed è tenuta in loco da diversi legamenti Nella cavità pleurica è presente una pressione negativa oscillante: a causa dei movimenti della gabbia toracica, la pressione interna è di -4 mmHg e -8 mmHg, rispettivamente, quando vengono schiacciati e quando vengono alzati dalla gabbia (nell’atto inspiratorio si ha una maggiore azione suggente sul tessuto polmonare). Questa bassa pressione è dovuta a due fenomeni: ▲ L’azione adesiva tra le superfici data dal liquido pleurico che contrasta la tendenza al collassamento del polmone (il film di liquido pleurico evita che nell’espansione del polmone si stacchi il foglietto viscerale, impedendo il collassamento del polmone stesso) ▲ La differenza di pressione tra i capillari che irrorano la pleura parietale (irrorata dal grande circolo, maggiore pressione sanguigna) e viscerale (piccolo circolo, minore pressione): dove la pressione è più bassa, i capillari tendono a riassorbire il liquido pleurico, facendo diminuire la pressione interna (dato che la pressione esterna è più alta) Patologie associate: • Pleurite: infiammazione delle pleure a base infettiva (da un’infezione) o tumorale (da un tumore), con aumento (effusione pleurica) o diminuzione (pleurite secca) del liquido nello spazio pleurico: se è secca si ha una sensazione di bruciore (ogni atto respiratorio fa sfregare i foglietti), se è troppo liquida si ha una difficoltà respiratoria (il polmone ha meno spazio per espandersi). • Pneumotorace: per esempio, durante un trauma una costa si rompe e perfora la pleura. Si ha l’entrata di aria nello spazio pleurico (essendo la pressione interna negativa l’aria entra) con conseguente collasso del polmone fino a 1/3 del suo volume iniziale (atelettasia). Terapia: inserimento di tubi di drenaggio nel torace per fare uscire l’aria dalla cavità pleurica.
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