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Appunti anno 2021-2022 di economia politica, Schemi e mappe concettuali di Istituzioni Di Economia

Il documento è sintesi del corso completo di istituzioni di economia politica. Presso unipd.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 26/04/2022

giulia-sgaravato
giulia-sgaravato 🇮🇹

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Scarica Appunti anno 2021-2022 di economia politica e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Istituzioni Di Economia solo su Docsity! Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Lunedì 1/03/2021 Discorso/ragionamento economico: tre piani: 1) discorsivo 2) grafici 3) argomentazioni= ogni argomento può essere compresso e rappresentato con dei grafici che lo spiegano. L’ economia politica si occupa di trovare dei modi particolari per risolvere dei problemi con dei metodi. C’è un coinvolgimento netto tra lo studioso e il mondo esterno che osserva. Questo mondo si basa sulle convinzioni morali, nelle scienze sociali, infatti, è difficile essere del tutto neutrali, si cerca perciò di rimanere il più neutri possibile. Ciò crea tensione tra, per esempio, gli economisti che cercano di risolvere la disoccupazione. Scopo trovare soluzioni a dei problemi. Problemi: 1 crescita economica/ benessere economico = promozione, come migliorare condizioni di vita. Tutto nasce (l’economia politica) dalla pubblicazione di Adam Smith del libro “”. 2 distribuzione della ricchezza esempio California: ci sono livelli di povertà molto grandi, com’è possibile in uno stato come la lei? È un problema morale-sociale-politica (fattorino e laureato/ ma fino a dove si spinge questa forbice?) 3 tema ambientale Economista chiamato a dare un suo contributo (co2, necessario produrne così tanta?, cambiamenti climatici, risorse naturali-spreco). Cosa possiamo fare per risolvere questo problema. Problemi poi si complicano perché diventano problemi intergenerazionali. C’è un problema però che può riassumere queste tre dimensioni; è un problema che ha fatto nascere l’economia politica come scienza= PREZZO. Perché le cose hanno quel prezzo? Esso rappresenta il valore di scambio di quel bene. L’economia politica determina i valori, fattori che determinano il prezzo per un determinato bene. Non sempre vero che rapporto qualità/ prezzo non sia uguale per tutti i modelli economici (esempio: uni americana e tedesca). Problema fondamentale è il prezzo di un bene, del salario, ecc. L’economia come materia scientifica= due aree: 1) MICROECONOMIA   studia il comportamento dei singoli operatori e il funzionamento dei singoli mercati (esempio per unipd siamo un elemento contabile, una parte del fatturato) 2) MACROECONOMIA  studio dell'economia per grandi gruppi e aggregati economici con il fine di individuarne il comportamento sistemico (esempio disoccupazione, inflazione). Nasce con la teoria di KEYNES (1883-1946), grande economista inglese, uno dei personaggi più influenti del XX secolo. Opera principale “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta”: risultato visione diversa e nascita della macroeconomia. 1 ISTITUZIONI di ECONOMIA POLITICA PREZZO Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Chi sono i soggetti che l’economista prende in considerazione?  CONSUMATORE: singolo individuo o famiglia che fanno delle scelte  IMPRESA: organizza e gestisce la produzione/ l’offerta dei beni, investe= ci sono due tipi di INVESTIMENTI 1) INVESTIMENTO FINANZIARIO: ogni anno famiglie risparmiano per acquistare prodotti finanziari che diano un certo rendimento= titoli di stato, azioni. 2) INVESTIMENTO REALE: riguarda strumenti che possono migliorare l’impresa, come l’acquisto di nuovi macchinari che la rendano più produttiva. CAPITALE UMANO: (necessario oltre a quello REALE) è l’insieme delle conoscenze e la preparazione culturale che una persona acquisisce. Rappresenta il livello di studio. È un capitale perché permette di ambire ad una retribuzione più elevata. CAPITALE SOCIALE/ RELAZIONALE: è una forma di investimento che da un suo rendimento. Viene misurato per esempio nella distanza che c’è tra i genitori e i figli quando si rendono autonomi. Ciò, per esempio, impedisce l’innovazione ma in momenti di difficoltà puoi avere un aiuto. Permette di rispondere e reagire meglio a delle condizioni sociali avverse. PATRIMONIO: è la ricchezza misurata in un determinato istante= mobiliare (conti correnti, azioni) o immobiliare (case, terreni). È una grandezza di stock. REDDITO: è la variazione della ricchezza nel tempo (reddito mensile). È una grandezza di flusso cioè che inizia in un momento e finisce in un altro. È una grandezza economica fondamentale per capire se le condizioni economiche sono accettabili. È lordo perché considera anche gli ammortamenti, cioè la spesa che reintegriamo per macchinari che si consumano, per la quota di capitale che si logora (al netto, invece, è quando togliamo l’ammortamento). È meglio se è elevato perché vuol dire che si hanno a disposizione beni, servizi e un tenore di vita elevato, migliore: 1) Recessione economica = riduzione del PIL = diminuzione dei redditi 2) Crescita economica = incremento del PIL = aumento dei redditi Può essere: NOMINALE: si riferisce alla produzione di beni e servizi misurata in prezzi correnti REALE: si riferisce alla produzione di beni e servizi misurata in prezzi costanti relativi a un determinato anno (anno base). Questa distinzione esiste perché il PIL può aumentare non perché sono aumentati i beni e i servizi ma perché è cresciuto il loro prezzo. Viene usato per confrontare il tenore di vita di ciascun paese. Le persone ottengono il loro reddito dalla produzione e dalla vendita di beni e servizi: il PIL è il valore totale di tutto ciò che è prodotto in un periodo dato, solitamente in un anno= reddito medio annuo. 2 MICROE CO OM IA PIL (pro capite) Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd È stato utilizzato, accanto al PIL, dall'Organizzazione delle Nazioni Unite a partire dal 1993 per valutare la qualità della vita dei membri di un Paese. È formato dal reddito, dalla speranza di vita e dalla scolarità. Bisogna tenere conto di altre dimensioni per comprendere il benessere delle persone, non solo il reddito. Lunedì 8/03/2021 La povertà è un problema economico, sociale e politico che da fastidio dal punto di vista morale. Quando le differenze di reddito sono troppo elevate nascono proteste, rivolte, situazioni di instabilità, conflitto ecc. per questo si ricerca la stabilità del reddito. ISTAT produce e raccoglie ogni anno dei dati sulla povertà in Italia realizzando dei prospetti (soglie mensili di povertà assoluta per alcune tipologie familiari, ripartizione geografica e tipo di comune; incidenza di povertà assoluta tra gli individui per classe di età e tra i soli minori per classe d’età; povertà per cittadinanza dei componenti e ripartizione geografica; ). Questi dati servono per affinare le strategie utilizzate per risolvere la povertà. POVERTÀ ASSOLUTA= sono considerate in povertà assoluta le famiglie e le persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile (cioè di accedere ai servizi fondamentali). La soglia di spesa sotto la quale si è assolutamente poveri è definita da Istat attraverso il paniere di povertà assoluta, per esempio in Italia nel 2019 c’erano 1.674.000 di italiani in povertà assoluta. POVERTÀ RELATIVA= l'indicatore di povertà relativa è dato dalla percentuale di individui che vivono in famiglie con un reddito disponibile equivalente inferiore ad una soglia di povertà convenzionale, data dal 60% della mediana della distribuzione del reddito familiare equivalente nel paese di residenza. Si prende come riferimento il reddito medio (reddito nazionale/abitanti, in Italia è circa di 33.000$). SCALA DI EQUIVALENZA= è uno strumento necessario qualora si confrontino variabili monetarie tra nuclei familiari con differenti caratteristiche sociodemografiche: con il loro utilizzo, il reddito o il consumo di ogni nucleo familiare viene ricondotto ad una misura equivalente a quella del nucleo familiare di riferimento. Perché la gente è povera? A) mancanza di istruzione B) nuclei familiari dove ci sono almeno 1 straniero hanno maggiori problematiche nel trovare lavoro ecc. C) REDDITO DI CITTADINANZA= è la misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale che i cittadini possono richiedere dal 6 marzo 2019. Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale. 5 la POVERTÀ ADAM SMITH (1723-1790) Fondatore della scienza economica, del liberalismo economico. La sua idea era che il coordinamento tra tutti gli attori emergesse spontaneamente, senza che fosse consapevolmente creato o mantenuto da alcuna persona o istituzione. Ancora più radicale era la sua convinzione che il coordinamento potesse verificarsi come risultato della ricerca dell’interesse individuale di ciascuno. Era inoltre convinto che una fonte durevole di prosperità fosse la divisione del lavoro o specializzazione, e che questa fosse a sua volta limitata dall’estensione del mercato. Afferma che i compiti del governo erano la protezione della nazione dai nemici esterni e l’amministrazione della giustizia attraverso la polizia e i tribunali. Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd LA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA PERMANENTE Fino al XVIII secolo nessuna generazione si sarebbe potuta attendere una vita diversa per effetto del cambiamento tecnologico. A metà del secolo però, si verificarono importanti progressi scientifici e tecnologici: vennero introdotte nuove tecniche produttive in campo tessile, nella produzione di energia e nei trasporti  RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Per TECNICA in economia si intende il processo che utilizza un insieme di materiali e altri input necessari a creare un prodotto. Fino alla rivoluzione industriale le tecniche disponibili e le competenze venivano aggiornate lentamente e passavano di generazione in generazione. La rivoluzione portata dal progresso tecnico, segnò l’inizio di una RIVOLUZIONE TECNOLOGICA PERMANENTE, perché da quel momento l’ammontare di tempo richiesto per produrre la maggior parte dei prodotti è andato riducendosi. Essa ha generato un mondo connesso. Di tale mondo tutti sono parte. L’ECONOMIA E L’AMBIENTE Nel mondo odierno l’interesse individuale è in contrasto con l’interesse pubblico (esempio il tema ambientale); si verifica il cd problema dell’esternalità: cioè il mio comportamento danneggia gli altri. Gli esseri umani fanno da sempre affidamento sull’ambiente per le risorse di cui hanno bisogno per vivere: l’ambiente fisico della biosfera fornisce ciò che è essenziale alla vita e le materie prime necessarie alla produzione di altri beni. L’economia viene pensata come parte di un sistema sociale più ampio, che a sua volta è parte della biosfera. Per gran parte della sua storia, l’umanità ha guardato alle risorse naturali come a qualcosa di illimitato e a costo zero. Ma con la crescita della produzione e del modo in cui è organizzata l’economia è aumentato il degrado dell’ambiente soprattutto per ciò che riguarda il cambiamento climatico. È un sistema economico caratterizzato da una particolare combinazione di istituzioni= i differenti insiemi di leggi e norme sociali che regolano la produzione e la distribuzione nelle famiglie, tra operatori economici privati, nell’azione di governo. Un sistema economico è un modo di organizzare la produzione e la distribuzione di beni e servizi nell’economia nel suo insieme. Oggetti fondamentali:  PROPRIETÀ PRIVATA = uno dei principali incentivi alla produzione e al lavoro. Attualmente la tecnologia però sta erodendo il concetto di proprietà privata e si è venuto a creare così un nuovo problema. Nell’eco capitalista una forma importante è rappresentata dai BENI CAPITALI;  MERCATI = l’interazione tra le persone, tra i soggetti avviene attraverso la DOMANDA e l’OFFERTA (importante è il mercato del lavoro perché non è solo una merce ma è anche un reddito perché attraverso di esso io ottengo il salario per comprare il resto dei beni). Essi consentono il trasferimento di beni e servizi da un individuo ad un altro. Questi trasferimenti comportano: reciprocità e il fatto che essi sono volontari per entrambe le parti.  IMPRESA CAPITALISTA 6 il CAPITAL ISMO Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd I mercati e la proprietà privata sono condizioni essenziali per l’operare dell’impresa capitalista per due ragioni: 1)gli input e gli output (beni capitali) dell’impresa sono proprietà privata; 2)le imprese vendono i loro prodotti attraverso il mercato. La proprietà è a sua volta condizione essenziale per il funzionamento dei mercati perché gli acquirenti non saranno disposti a pagare per ciò che acquistano se non hanno il diritto di possederlo. L’emergere del capitalismo è stato accompagnato da due fattori: - La tecnologia: incentivata fortemente dalla concorrenza tra imprese sul mercato. - La specializzazione: ciascun operatore per essere più produttivo diventa sempre più bravo in un settore sempre più piccolo. Martedì 9/03/2021 L’economia politica dà al capitalismo una valutazione avalutativa, cioè senza giudizi di valore. Il capitalismo viene chiamato anche ECONOMIA DI MERCATO perché è il mercato che regola l’interazione tra i soggetti attraverso l’operazione di libero scambio= libera iniziativa delle persone. Ovviamente questa libertà è legata alla possibilità, alla condizione economica. Per mercato intendiamo un modo di organizzare la vita economica in modo spontaneo, esso si forma spontaneamente, è il luogo dello scambio (luogo fisico o online). Il coordinamento tra domanda e offerta avviene attraverso una variabile nominale = PREZZO. Il prezzo nel nostro piccolo o è un ricavo o un costo ma nell’essenza dell’economia è un pezzo di informazione e le info vengono usate dagli operatori economici per adeguare il loro comportamento. Il bello e difficile è che queste info cambiano facendo oscillare il prezzo: quando sale è un segnale al mondo produttivo di produrre di più. Beni: - CAPITALI= aumentano la produttività in maniera gigantesca, sono eterogenei e tanti. È l'insieme delle immobilizzazioni adoperate per lo svolgimento del processo produttivo. - LAVORO= le famiglie offrono lavoro e quindi sono disposte a cedere la loro capacità lavorativa in cambio di una retribuzione. Le imprese domandano lavoro mentre i lavoratori offrono di lavorare. Il prezzo del lavoro è il salario. Le regole sociali sono importanti per consentire all’economia e alle persone di svilupparsi. Varietà di capitalismi: differenza tra capitalismo europeo, americano, australiano è per esempio il ruolo, il peso del settore pubblico cioè come lo stato interviene per garantire determinati beni e servizi (soprattutto assistenza, previdenza, sanità; ciò però diverso in USA). Sistema triangolare: ha fatto si che i costi della sanità in America siano arrivati al 18% del PIL. Al vertice ci sta la sanità europea il cui sistema fa si che la spesa sanitaria sia del 6% (ci si cura meglio pagando meno). Il mercato è spinto dal principio del merito e della cooperazione. VARIETÀ DI CAPITALISMI: istituzioni, governi ed economia Non tutti i paesi capitalisti corrispondono alla storia di successo dell’Inghilterra. Sono le differenze nella qualità delle rispettive istituzioni (esempio il livello di corruzione, il cattivo utilizzo delle risorse pubbliche) che possono spiegare una divergenza di traiettorie tra i paesi. Il ritardo di alcune economie dimostra l’esistenza di istituzioni capitaliste che di per sé non è sufficiente creare un’economia dinamica cioè che porta ad una crescita sostenuta delle condizioni materiali di vita. Al dinamismo contribuiscono condizioni sia economiche= gli individui e i gruppi spesso guadagnano di più spendendo tempo e risorse per influenzare a proprio favore il potere politico, o in altre attività volte ad 7 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Equilibrio può essere: - STABILE: è un equilibrio che una volta modificato tende a tornare nella sua posizione, nel 99% dei casi. Ciò significa che possiamo fare delle previsioni. La stabilità dell'equilibrio è un equilibrio economico in cui le variabili determinanti sono costanti nel tempo. - INSTABILE: una volta che una forza modifica la posizione d’equilibrio essa non torna nuovamente nella sua posizione. Equilibrio economico è normativo e stabile. PREZZO = il valore necessario per ottenere un’unità di quel bene, il valore di scambio di un bene: se lo cedo ottengo qualcos’altro. È la quantità in relazione alla moneta. È in rapporto all’unità di scambio. All’economista non importa l’uso che se ne fa, basta che venga comprato/venduto. Lunedì 15/03/2021 10 ECONOMIA MALTHUSIANA: è una delle più influenti dottrine economiche del XIX. Malthus è un prete che vive tra fine 700 e primi 800 ed è famoso perché nel 1789 pubblica un libro importante: “Conseguenze sul futuro miglioramento della società”. Propone una visione pessimistica della società e del progresso economico. Mette a confronto il progresso economico con la crescita demografica. Sua opinione: ad un certo punto la crescita demografica supera quella economica e perciò le condizioni economiche e di vita tendono a peggiorare (trappola malthusiana= due forze che agiscono in senso opposto). Proponeva come rimedio, per esempio, l’astinenza sociale per ridurre la possibilità di arrivare a questa situazione. Cosa simile avvenne in Cina con la “la legge del figlio unico”. La demografia è un fatto molto importante soprattutto per i paesi ricchi perché sono caratterizzati da un elevato tenore di vita ma da una bassa crescita demografica; ciò ha conseguenze economiche importanti. Si parla perciò di declino demografico. Fuga dalla trappola malthusiana= progresso tecnico che arrivò con le innovazioni portate dalla Rivoluzione Industriale. Consentì ai redditi di crescere anche in presenza di un aumento della popolazione. Due idee centrali nel modello di Malthus: LEGGE DELLA PRODUTTIVITÀ MEDIA DEL LAVORO DESCRESCENTE produttività media del lavoro= produzione totale numerodei lavoratori Per sapere cosa succede quando la popolazione aumenta e quindi vi sono più lavoratori abbiamo bisogno di conoscere la FUNZIONE DI PRODUZIONE  Y=f (X): indica la qt di prodotto in corrispondenza ad un certo num di lavoratori. Essa è analoga alla condizione: “se… allora…” e ci dice che se ci sono X lavoratori avremo una quantità Y di prodotti. La relazione tra input e output è rappresentata graficamente come una funzione continua. La produttività media del lavoro decrescente è uno dei pilastri fondamentali del modello di Malthus. Essa si riduce con l’aumento del lavoro impiegato nella produzione, di conseguenza inevitabilmente il reddito delle persone diminuisce. Ciò preoccupava Malthus. AUMENTO DEL TENORE DI VITA DETERMINA UNA CRESCITA DEMOGRAFICA Un’altra ipotesi di Malthus è che la crescita del tenore di vita determini un aumento della popolazione. Una volta che gli standard di vita sono ridotti al livello di sussistenza, la popolazione smetterà di aumentare attraverso un aumento della mortalità e un calo della natalità. Alla fine, il reddito sarà nuovamente quello di sussistenza. Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd I MODELLI ECONOMICI Ciò che accade in un’economia dipende da quel che fanno milioni di persone, e dagli effetti delle loro decisioni sul comportamento altrui. Per spiegare ciò si ricorre alla costruzione di modelli, ovvero di rappresentazioni semplificate che ci aiutano a comprendere quel che succede concentrando l’attenzione su ciò che è importante. Per spiegare perché scegliere di adottare una nuova tecnica produttiva, costruiamo un modello economico utilizzando 4 idee:  CETERIS PARIBUS (A PARITÀ DI ALTRE CONDIZIONI) = gli economisti spesso semplificano l’analisi mettendo da parte ciò che pensano sia di secondaria importanza. In campo economico la locuzione indica che tutti gli altri elementi restano uguali o costanti mentre si prende in esame la questione.  INCENTIVI= nei modelli economici, quando gli individui decidono per un’azione o l’altra, cercano di ottenere il risultato migliore. Gli individui non devono sottostare a qualche indicazione su cosa fare, ma sono liberi di selezionare tra diversi corsi di azione. Ad influenzare le scelte che essi fanno, entrano in gioco gli incentivi economici: non possono fare tutto quel che gli pare, non tutti i canali sono aperti.  PREZZI RELATIVI= è il rapporto tra il prezzo nominale di un bene (PA) e il prezzo nominale di un altro bene (PB). Consente di misurare il prezzo di una merce in termini di un'altra merce. Fornisce la quantità del bene B scambiabile con un'unità del bene A.  RENDITA ECONOMICA= valutazione di una determinata azione economica rispetto ad una relativa. Per l’impresa diventa il profitto. Per i consumatori indica il vantaggio che pensiamo di ottenere. È una valutazione da posizione monopolistica= solo l’unico che possiede quel bene con qualità uniche può così chiedere un prezzo superiore, cioè la rendita. In generale indica il vantaggio che un consumatore o impresa può ottenere da una determinata scelta economica. Se offriamo un servizio allo stesso prezzo dei concorrenti, o ad un prezzo inferiore, siamo in grado di vendere tutta la quantità che desideriamo, e di ottenere profitti molto più alti di quelli dei concorrenti. In questo caso diremo che stiamo ottenendo una rendita da innovazione che è una forma di rendita economica= compiendo un’azione otteniamo un beneficio maggiore di quello ottenibile scegliendo la migliore tra le azioni alternative disponibili.  rendita economica=beneficioottenuto−beneficiodella migliore alternativa IL MODELLO DI UN’ECONOMIA DINAMICA: TECNOLOGIA E COSTI L’economia si muove fondamentalmente attraverso la TECNOLOGIA= applicazione delle conoscenze scientifiche alla pratica, alla produzione economica. Non è altro che una combinazione di fattori. Cos’è una tecnica? È la modalità di combinare gli input necessari a produrre un certo output (bene o servizio). 11 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Per produrre qualcosa occorre utilizzare dei beni che in economia si chiamano: - Risorse - Beni di consumo - Beni che usiamo per produrre altri beni= fattori di produzione: sono classificati in tre grandi economie TRINITÀ: LAVORO: forza lavoro umana, CAPITALE: insieme dei beni usati nella produzione, RISORSE NATURALI. Questo legame viene chiamato FUNZIONE DI PRODUZIONE; ci dice qual è l’output che possiamo ottenere dato un determinato stock di fattori di produzione. Rappresentata i diversi metodi di produzione per produrre la stessa quantità di materiale, in questo caso 100cm di stoffa. A-B: sono le tecniche che un produttore ritiene interessanti. A-E: sono le tecniche più innovative, perché ottimizzano rispettivamente la produzione in tonnellate di carbone e in numero di lavoratori. C: non sarà mai una tecnica usata perché non conviene: utilizza una grande quantità di carbone e di lavoro. Rappresenta le cinque tecniche disponibili. Il primo passo è quello di escludere quelle tecniche che risultano chiaramente inferiori. La tecnica C è dominata dalla tecnica A, dal momento che in nessun caso, dovendo pagare un prezzo per gli input necessari, un’impresa sceglierà la tecnica C quando la A è disponibile. Le tecniche C e D non sarebbero mai scelte quando A e B sono disponibili. Per scegliere tra A, B, E occorre guardare all’obiettivo dell’impresa. 12 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd paesi. Combinando le previsioni del modello con i dati storici, abbiamo una spiegazione del perché la Rivoluzione industriale si affermò in quel luogo e in quel momento. I prezzi relativi del lavoro, del capitale e dell’energia possono contribuire a spiegare perché le tecniche risparmiatrici di lavoro della Rivoluzione industriale furono prima adottate in Inghilterra e perché in tale paese e in quel momento vi furono avanzamenti tecnici più rapidi che in Europa continentale e in Asia. Ma cosa spiega la diffusione delle nuove tecniche nel mondo? L’ulteriore progresso tecnico, che porta allo sviluppo di una tecnica che domina entrambe le tecniche in uso= occorrono minori quantità di input per produrre x bene; e la crescita dei salari e la riduzione dei costi dell’energia. Ciò ha reso le rette di isocosto più ripide anche nelle economie più povere fornendo un incentivo a passare ad una tecnica risparmiatrice di lavoro. A seguito del diffondersi delle nuove tecniche, dopo l’iniziale divergenza tecnologica e nei livelli di vita è iniziato un processo di convergenza, almeno tra quei paesi dove la rivoluzione capitalista era partita. Tuttavia, vi sono paesi nei quali le tecniche abbandonate dall’Inghilterra in occasione della rivoluzione sono ancora utilizzate. Martedì 16/03/2021 In molti paesi dal 1870 vi è stato un miglioramento delle condizioni di vita, una riduzione del lavoro (c’è una tendenza naturale alla sua riduzione) e un aumento del tempo libero che, paradossalmente, hanno aumentato il reddito. Infatti, paesi con maggiore reddito sembrano avere meno ore lavorative e più tempo libero. Per spiegare ciò studieremo un problema economico fondamentale: la scarsità. Conseguenze ad avere più tempo libero: come lo spendo? Si apre la grande industria del tempo libero e dello svago. Se ci proiettassimo nel futuro sarebbe profittevole enfatizzare nell’industria del turismo e del tempo libero perché il tempo libero che aumenterà non sia un tempo libero vuoto. Come modello di scelta useremo uno studente e le sue ore di studio= relazione positiva fra le ore di studio e il voto finale. Immaginiamo ora uno studente che può scegliere il numero di ore settimanali dedicate allo studio. - Concava - Crescente - Non lineare, costante - Y=√X → voto=√ore di studio - All’aumentare del numero di ore, il voto aumenta in maniera meno che proporzionale perché all’aumentare delle ore di studio lo studente è sempre più stanco 15 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Concetto fondamentale di questo modello è la FUNZIONE DI PRODUZIONE che illustra come la quantità di tempo impiegato a studiare (input) si traduca in un voto finale (output). Nella realtà il voto potrebbe essere influenzato anche da eventi imprevedibili (sorte e fortuna), in questo caso faremo senza. Lo studente è in grado di ottenere un voto più alto studiando di più, quindi la curva ha pendenza positiva. Raggiunte le 15 ore al giorno lo studente ottiene il massimo dei voti di cui è capace. Ulteriori ore dedicate allo studio non influiscono sull’esito dell’esame e la curva diventa piatta. È una funzione matematica. Da essa ricaviamo due grandezze: possiamo infatti calcolare: 1) PRODOTTO MEDIO-UNITARIO/ PRODUTTIVITÀ MEDIA= è il rapporto tra il totale dei voti e le ore impiegate prodotto totale fattore impiegato = distanzaverticale distanza orizzontale (¿ 50 4 h ) Corrisponde all’inclinazione della retta che collega il punto della curva che corrisponde a 4 ore di studio con l’origine degli assi. Il prodotto medio tende a diventare sempre più piccolo. 2) PRODUTTIVITÀ MARGINALE= è il rapporta tra una piccola variazione o incremento (delta) del prodotto e una piccola variazione o incremento del fattore: Δ prodotto Δfattore = ΔY Δ X Corrisponde al coefficiente angolare della derivata della funzione di produzione. La derivata è legata all’inclinazione. La derivata calcolata in un determinato punto è il m (coefficiente angolare) della retta tangente alla curva: si dice perciò che il prodotto marginale ha un aspetto geometrico= tangente in un certo punto e un aspetto matematico= valore di m può essere calcolato inserendo il valore 4 nella sua derivata. Il valore di m può essere calcolato come il valore del punto nella derivata. La retta tangente ha un’inclinazione sempre minore. In ogni punto sulla funzione di produzione, la produttività marginale è l’aumento del voto che si ottiene studiando un’ora in più. Esso corrisponde all’inclinazione della funzione di produzione. La funzione di produzione dello studente diventa tanto più piatta quanto più ore egli passa studiando, e quindi la produttività marginale di un’ora addizionale di studio è decrescente. L’output aumenta quando l’input aumenta, ma la produttività marginale diminuisce-la curva diventa più piatta. Una funzione di produzione che mostri queste caratteristiche è detta concava. Confrontando la produttività marginale e quella media in ogni punto della funzione di produzione, notiamo che la produttività marginale è sempre inferiore a quella media: questo perché la produttività marginale è decrescente: ogni ora di studio è meno produttiva della precedente. Ciò implica che anche la produttività media sia decrescente. (Il valore preciso della produttività marginale è quello del coefficiente angolare della tangente alla curva nel punto che corrisponde a 4 ore di studio.) La funzione di produzione ci dice cosa il nostro studente può fare, conosciamo la sua tabella di produttività. Bisogna scegliere quante ore studiare per massimizzare, fare la scelta ottimale seguendo le preferenze. Il ragionamento economico è, da un punto di vista logico, un comportamento di massimo vincolato. 16 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Mercoledì 17/03/2021 Quando ragioniamo in termini di consumatore ci interessa studiare il comportamento delle persone. UTILITÀ= soddisfazione che abbiamo quando esercitiamo l’attività di consumo, soddisfiamo dei bisogni. A volte viene sostituita con il termine benessere o felicità, con lo star bene. Noi come consumatori vogliamo massimizzarla. Essa non ha un fine morale, interessa il legame tra il mezzo e la soddisfazione del bisogno. Il comportamento del consumatore è definito a volte come un comportamento razionale. RAZIONALITÀ= coerenza rispetto ad uno scopo, alle scelte RAZIONALITÀ STRUMENTALE. Essa però ha dei limiti. L’economista fa un passo indietro rispetto all’ambito morale. Funzione di utilità con 1 sola variabile: U=f (q) la funzione di utilità è la relazione tra la soddisfazione (U) che deriva dall’utilizzo di un certo bene e la quantità consumata (q). L’utilità deriva dal consumo della quantità. Questa funzione ha un grafico simile a quello della funzione di produzione (pag. 94). È il consumatore con le sue scelte che decide cosa verrà prodotto e cosa non. U è crescente e concava: all’aumentare della quantità consumata, diminuisce il bisogno. L’incremento diventa sempre più piccolo. UTILITÀ MARGINALE= ΔU Δq  misura quanto varia l’utilità al variare della quantità. È un criterio guida che si utilizza nelle scelte. Ci sono tre zone: - Utilità marginale è superiore del sacrificio - Utilità marginale è inferiore del sacrificio - Utilità marginale è uguale al sacrificio Quando il prezzo scende, aumenta il consumo del bene. Ma supponiamo che la quantità di un bene aumenti di poco, come varia l’utilità totale? ΔU=utilitàmarginale∗Δq Questa formula è una differenziale della funzione. Lunedì 22/03/2021 FUNZIONE DI UTILITÀ= è importante perché l’attività economica fondamentalmente è diretta alla soddisfazione dei bisogni, quindi il raggiungimento di ciò che è al cuore della teoria eco. L’economia cerca di creare dei modelli astratti per studiare questa situazione. L’utilità è un fattore fortemente soggettivo ciascuno di noi ha una sua visione delle cose, una sua opinione e fa le sue scelte, non si può misurare, è una grandezza cardinale, ordinabile. Funzione di utilità con due variabili: U=f (x , y) U= f (voto, tempo libero) è una funzione di due variabili. Ovviamente nel nostro quotidiano non si riduce a due beni ma a moltissimi altri. Il grafico (rappresentazione geometrica nello spazio delle variabili) è sempre una superfice perché ho due valori in entrata e due in uscita: un grafico in tre dimensioni x, y, z. Gli economisti per semplificare la rappresentazione utilizzano il sistema delle linee di livello (grafico pag. 97). 17 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd - prezzo dei beni. FRONTIERA DELLE POSSIBILITÀ= rappresenta le combinazioni a cui l’individuo può accedere e il risultato massimo che può ottenere. 1) Tutte le combinazioni che si trovano sulla frontiera delle possibilità sono possibili; 2) le combinazioni all’esterno della frontiera sono impossibili date le capacità dell’individuo; 3) le combinazioni all’interno della frontiera sono possibili, ma implicano che l’individuo stia buttando via qualcosa che per lui ha un valore. La frontiera delle possibilità rappresenta un vincolo per le scelte del soggetto. Essa definisce l’alternativa, il trade-off fra tempo libero e voto all’esame. Su ciascun punto della frontiera, aumentare la quantità di tempo libero ha un costo opportunità in termini di rinuncia a qualche punto di voto, e tale costo è rappresentato dalla pendenza della frontiera. La pendenza di questa curva, della frontiera è detto: SAGGIO MARGINALE DI TRASFORMAZIONE= Saggio: perché è un rapporto marginale: perché considera piccole variazioni del tempo libero trasformazione: perché questo valore mi dice come le ore di tempo libero si trasformano nel voto finale e viceversa. L’inclinazione in ogni punto è l’inclinazione della tangente in quel punto e questa rappresenta sia il SMT che il costo opportunità in quel punto. Due margini di scelta, due trade-off: 1) rapporto tra i valori che lo studente attribuisce al voto all’esame e al tempo libero= curva di indifferenza= SMS= ciò che lo studente vorrebbe fare. 2) rapporto di scambio tra le due grandezze cui egli è vincolato dalla frontiera possibile= frontiera delle possibilità = SMT= ciò che lo studente può fare. Martedì 23/03/2021 SCARSITÀ= verso il 1870 alcuni autori arrivano a ripensare la scienza dell’economia politica. Come disse Leon WALRAS (si dedicò all’economia politica e scrisse opere importanti come “Gli elementi di economia politica pura, 1876”), uno dei fondatori dell’economia politica come la conosciamo oggi e uno dei protagonisti della RIVOLUZIONE MARGINALISTA, il quale insistette più di altri sulla scarsità, l’economia esiste perché c’è una scarsità di beni, di risorse rispetto ai bisogni, alle finalità, alle necessità. Quindi bisogna decidere come ripartire queste risorse tra le varie voci. Se tutti i beni fossero liberi (beni non scarsi come l’aria) non ci sarebbe l’economia. SCELTA= è conseguenza della scarsità delle risorse. L’economia è la “Teoria della scelta razionale” = ognuno di noi quando opera fa delle scelte ognuno per i propri motivi. Il termine razionale non riguarda i fini ma i mezzi, viene chiamata perciò razionalità STRUMENTALE. Razionalità= coerenza dello strumento verso il fine ma non stiamo valutando da un punto di vista morale il fine dell’azione e della scelta (esempio: pistola per 20 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd suicidarsi). L’economista fa un passo indietro e una volta assegnati i fini cerca gli strumenti migliori per raggiungerli senza interrogarsi sulla morale e l’etica del fine. MODELLI ASTRATTI: facciamo delle ipotesi forti che ci aiutano a semplificare il ragionamento, prendiamo in considerazione solo alcuni elementi del comportamento. - il punto C non è il migliore perché si può ottenere lo stesso voto, studiando meno e avendo più tempo libero - il punto E è un punto d’equilibrio per due aspetti: la posizione di stasi e una situazione ottimale, cioè non posso fare una scelta migliore per me. Mettiamo ora insieme la frontiera possibile= il vincolo alla sua scelta con le curve di indifferenza= preferenze e loro inclinazione rappresenta il modo in cui viene valutata l’alternativa. IC4 è il livello di utilità più alto poiché tale curva è la più distante dall’origine. Nessuna combinazione però è ottenibile poiché l’intera curva di indifferenza sta all’esterno della frontiera. Il soggetto massimizza la sua utilità nel punto E, nel quale la curva di indifferenza è tangente alla frontiera possibile; ovvero si toccano ma non si intersecano. Nel punto E la pendenza della curva di indifferenza IC3 e della frontiera delle possibilità sono uguali. La combinazione ottimale coincide con il punto in cui il saggio marginale di trasformazione è pari a quello di sostituzione. SMT=SMS È sempre uno schema, problema di massimo vincolato/ OTTIMIZZAZIONE VINCOLATA perché chi decide persegue un obiettivo (massimizzare la propria utilità) sotto uno o dei vincoli. Impostiamo ora un problema (stacco dal libro): PROBLEMA DEL CONSUMATORE: SCELTA TRA DUE BENI DI CONSUMO max U (x , y) Sotto il vincolo di bilancio di 3 variabili R=px x+ py y R= reddito che abbiamo a disposizione 21 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd pX= prezzo del bene x (che io trovo sul mercato) pY= prezzo del bene y Esempio: X= cibo Y= abiti Esso è la nostra frontiera degli acquisti, ha una forma lineare non concava. ODF rappresenta il nostro paniere, cioè tutte le nostre possibilità di acquisto= insieme possibile. y D C A Insieme possibile B O F x Ogni punto del piano rappresenta una combinazione di x e y. Il paniere A posso permettermelo perché sta dentro all’area, con il B spendo tutto il mio reddito, mentre il punto C è un bene per me irraggiungibile. In ogni punto della retta spendo tutto il mio reddito. y= −px p y x+ R py Se il prezzo del bene X diminuisce, la mia retta cambia pendenza. Il punto D indica il punto in cui io compro solo il bene y mentre nel punto F io compro solo il bene x. Il segmento DF mi da tutti i punti in cui compro un po' dell’uno e po' dell’altro. La retta rappresenta il modo in cui il mercato cambia il prezzo dei due beni. Quindi i prezzi rappresentano il modo in cui il mercato trasforma i due beni. La cosa interessante è che SMT non dipende da noi ma rappresenta in generale un vincolo: cosa posso fare. Quando il consumatore cerca di massimizzare, non è mai sazio, perciò si porta su una curva di indifferenza sempre più alta. Px su py rappresenta SMT. y D 22 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Supponiamo che il prezzo del bene x diminuisca, il consumatore riesce ad andare nel punto D. Una riduzione del prezzo del bene comporta un ricalcolo da parte del consumatore della sua scelta ottimale e il nuovo paniere diventa D: il punto in cui io ho acquistato una maggiore quantità del bene x ma anche del bene y. Ciò ci dice che c’è una relazione inversa tra prezzo e quantità (cap. 7 pag. 243). Questa relazione prende il nome di: CURVA DI DOMANDA= è la risposta ottima di noi consumatori alla variazione del prezzo. Quando cambia il prezzo di un bene, noi cambiamo le nostre scelte. Ci portiamo dunque, dal punto C al punto D= consumiamo una maggiore quantità di x. Questo passaggio è spinto da due forza diverse e l’effetto finale si chiama EFFETTO PREZZO= cambia il prezzo, cambio la quantità consumata. L’effetto prezzo ha due dimensioni: 1) EFFETTO REDDITO: se il prezzo diminuisce è come se il mio reddito aumentasse. La mia capacità di acquisto aumenta, posso spendere di più. 2) EFFETTO DI SOSTITUZIONE: si aggiunge al primo effetto; sostituisco il bene diventato meno caro a quello più caro che usavo prima. Siccome il prezzo è diminuito si usa di più quel bene e ciò rafforza di più il primo effetto. effetto prezzo=effetto reddito+effetto di sostituzione Molte scelte economiche sono influenzate dall’elemento fiscale e quindi dalle scelte politiche dello stato. Il fisco gioca un ruolo fondamentale. Capitolo 3.6 Il progresso tecnico ci rende più produttivi. GRAFICO SULLA FUNZIONE DI PRODUZIONE Spiega il progresso tecnico relazionato alla produzione, come influenza la funzione di produzione. La nuova funzione di produzione è ovunque più ripida rispetto a quella originale. La nuova tecnologia ha permesso di aumentare la produttività marginale del lavoro: in ciascun punto un’ora in più di lavoro produce più bene (grano) di quanto fosse possibile utilizzando la vecchia tecnologia. La funzione di produzione lega un fattore ad un bene. GRAFICO SULLA FRONTIERA DELLE POSSIBILITÀ O INSIEME DELLE POSSIBILITÀ PRODUTTIVE La frontiera delle possibilità lega tra di loro due beni. Questo grafico mi dà per ogni ora di lavoro giornaliero la quantità di bene (grano) prodotta. Abbiamo una frontiera tecnologica più bassa e una delle possibilità produttive più alta. Il progresso tecnico ha cresciuto le mie possibilità produttive: nel punto D, grazie alla nuova tecnologia, ho più tempo libero producendo la stessa quantità del punto B. La pendenza della frontiera mostra il SMT, ovvero il costo opportunità del tempo libero. Notiamo come il progresso tecnico espanda l’insieme possibile. 25 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Aggiungendo le curve di indifferenza si evidenzia la scelta ottimale con la tecnologia originale. A è il punto di tangenza nel quale il SMS è uguale al SMT= c’è l’incontro tra ciò che possiamo fare e ciò che l’individuo vuole. La combinazione nel punto A può essere vista come una misura del tenore di vita. Tutte le curve di indifferenza che stanno dentro l’area, sono tutti punti possibili ma non ottimali. Noi vediamo solo A, che è il punto scelto dal consumatore; dal punto di vista teorico l’economia immagina e racconta come vogliono agire le persone ed è un comportamento egoistico dove ognuno vuole ottenere il meglio per sé. Possiamo vedere come cambia la scelta in conseguenza del progresso tecnico. Il cambiamento tecnologico migliora il tenore di vita permettendo di ottenere una maggiore utilità: sono aumentati sia il consumo di grano che di tempo libero; ma la scelta di aumentare entrambi o solo uno dipenderà solo dalle preferenze e dalla propensità a sostituire un bene con l’altro. Infatti, in questo grafico il soggetto sceglie di rinunciare ad una certa quantità di grano per un’ora in più di tempo libero, riducendo così le ore di lavoro. Lunedì 29/03/2021 COME UN INDIVIDUO COMPIE LE SUE SCELTE VINCOLO DI BILANCIO: ci dimostra quanto possiamo permetterci di comprare: c=w(24−t ) c= livello massimo dei nostri consumi w= salario orario t= numero di ore di tempo libero al giorno (24-t) = ore di lavoro in generale non tutti possono modificare t. dopo la rivoluzione industriale, il tempo di lavoro si è drasticamente ridotto. Maggiore è t minore è c e quindi minore è il mio reddito > t = < c e quindi w c’è una relazione inversa tra le variabili. In questo caso il vincolo di bilancio è espresso come rapporto tra consumo e tempo libero e rappresenta una retta perché è un’equazione lineare, cioè le due variabili sono espresse alla prima potenza. - Se t vale 20, vuol dire che lavoro solo 4 ore. - Se t vale 18, vuol dire che lavoro 6 ore. È una linea retta inclinata negativamente la cui equazione è: c= 15* (24-t). La pendenza del vincolo corrisponde al salario: per ogni ora addizionale di tempo libero, il consumo dovrà diminuire di 15$. 26 area possibile Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd In un modello ideale l’individuo sarebbe libero di scegliere tra la quantità di tempo libero che desidera, confrontandolo con la quantità di beni di consumo che desidera effettivamente realizzare e ciò è espresso attraverso la curva di indifferenza= mi da come la persona sostituisce il lavoro al consumo. Per ognuno la scelta è personale, diversa. Il punto di equilibrio è un punto di tangenza che sta sia sul vincolo di bilancio sia sulla curva di indifferenza. La frontiera delle possibilità= vincolo di bilancio. La scelta preferita di tempo libero e consumo sarà la combinazione sulla frontiera possibile che si colloca sulla più alta curva di indifferenza possibile. Punto A: SMS = al salario, cioè 15$ La combinazione ottimale di consumo e tempo libero è il punto di tangenza sul vincolo di bilancio nel quale: SMS = SMT = w Il vincolo di bilancio può spostarsi in maniera parallela a sé stesso quando aggiungiamo un termine per esempio un’eredità, la vincita di un gratta e vinci, ecc. In questo caso l’area delle mie possibilità si è ampliata e mi sposto nel punto B perché me lo posso permettere. Lavoro meno e aumento il mio tempo libero= maggior reddito per ogni ora di lavoro. Questo cambiamento nella mia scelta è dovuto da quello che viene chiamato “EFFETTO REDDITO”. In questo caso è positivo: il reddito aggiuntivo determina un aumento del tempo libero. In corrispondenza di un aumento del reddito scegliamo di aumentare sia le ore di tempo libero sia il consumo. Potrebbe capitare che l’effetto reddito invece non agisca, e quindi io aumento il mio reddito, decido di non ridurre le mie ore lavorative, ciò dipende dalla forma delle curve di indifferenza. 27 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd CRITERIO DI PARETO dell’EFFICIENZA: se il passaggio da l’allocazione A alla B comporta un miglioramento della condizione di almeno uno degli agenti coinvolti, senza che la condizione di nessuno peggiori; in questo caso, si dice che A domina B in senso paretiano. Per efficienza intendiamo due punti di vista: 1) ottenere massimo rendimento; 2) raggiungere un certo risultato ottimale con il minimo costo. Si cerca di svolgere le azioni senza sprechi, usando in modo ottimale le risorse. L’efficienza dobbiamo distinguerla dall’efficacia. L’efficacia è fondamentalmente l’azione che facciamo per raggiunge il fine che ci siamo proposti. Dobbiamo tenere presente che stiamo valutando una situazione in cui ci sono molto individui. Qual è l’allocazione migliore tra tutti gli individui? Essendoci varie possibilità avremo diversi risultati: Utilitarismo classico: Utilità sociale=U (1 )+U (2 )+………+U (10) Nella visione pre-Paretiana non ci si ponevano molti problemi nell’allocazione sociale e si affermava che l’utilità sociale derivava da quella del primo soggetto più quella del secondo e così via. Ogni azione che facciamo comporta un sacrificio e un vantaggio, svantaggio. La scuola classica risolveva questo problema attraverso dei calcoli numerici: se la somma, era positiva mi conveniva fare quell’azione. L’utilità veniva considerata come una grandezza cardinale. Poi si sviluppò un pensiero diverso, l’utilità in realtà non è misurabile; è una grandezza ordinale. Per Pareto, la concezione classica dell’utilità non ha senso. Sostituiamo così il criterio classico con il criterio di Pareto dell’efficienza: un’allocazione è Pareto-efficiente o ottimale se non posso cambiarla senza peggiorare la condizione di qualcuno. In questo caso non si somma nulla ma semplicemente ci si adatta alle richieste che si ricevono. Questo criterio sotto l’aspetto etico è molto debole perché esso ci vieta di intervenire in situazioni che sono palesemente ingiuste: nel senso che se uno, ha molto e vuole redistribuirlo non si può. Questo criterio evita i confronti interpersonali però funziona perché è alla base del libero scambio. La gente scambia per migliorare la propria posizione. Il libero scambio avviene e si ferma quando non c’è più incremento di utilità per tutti: avremo una situazione di Pareto-efficiente, cioè una situazione che non possiamo più migliorare per tutti. 5.3 EQUITÀ L’efficienza viene raggiuta a discapito dell’equità. Ma c’è qualche economista che guarda anche all’aspetto sociale, etico dell’economia e quindi al di là dell’efficienza. Introduciamo un altro criterio: la giustizia. A 30 PARETO (1848, 1923) è un’economista italiano e sociologo. Con “il trattato di sociologia” ha fondato la sociologia moderna. Ha insegnato a Losanna giurisprudenza. Il suo manuale di economia ha dato un contributo importante alla nascita dell’economia moderna. Insoddisfatto dell’economia politica che studia le azioni logiche, razionali; voleva che l’economia e la sociologia si sviluppassero come scienze fondate sui fatti. In campo dell’economia il suo nome è associato al “criterio di efficienza paretiana”. Incoraggiava gli economisti a dedicare attenzione ai conflitti legati alla divisione di guadagni e perdite. Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd volte questi obiettivi vanno di pari passo: l’azione efficiente ha anche un contenuto di equità e viceversa. Conoscendo tutti i fatti, potremmo dare un valore di giustizia diverso al risultato finale. Equità può essere: - SOSTANZIALE: riguarda i valori= quanto due allocazioni sono diseguali, ad esempio in termini di reddito, o benessere individuale. - PROCEDURALE: riguarda le leggi (possono essere anche leggi pessime però) = come sono state ottenute: per esempio con la forza, o con la competizione ad armi pari. 5.4 UN MODELLO DI SCELTA E CONFLITTO Analizzeremo il tentativo di creare un modello che rappresenti la relazione che esiste tra scelte politiche ed economiche.  Fase romana , antica= fase violenta, l’economia dell’antica Roma si basava sulla conquista, sul dominio, sulla forza e sulla schiavitù.  Fase medievale = signore feudale da sicurezza al contadino ed esso in cambio lavora per lui e sono di sua proprietà.  Società borghese = la vecchia legislazione feudale viene spazzata via dalla Rivoluzione francese e dall’introduzione del codice civile napoleonico= epoca del diritto civile, ciò vuol dire che è tutelata la libertà degli individui. Signore feudale diventa proprietario terriero e non può obbligare nessuno a lavorare per lui. Interviene il diritto che è fondamentale.  Nel 900 lo stato borghese evolve nello stato sociale= nuova modalità di relazione tra la libertà e l’uguaglianza; caratterizzato per il fatto che è lo stato che si sobbarca l’obbligo di ridurre le disuguaglianze fra gli individui. In che modo? Direzionando la spesa pubblica in 3 direzioni principali: -sanità= salute diventa un bene che lo stato vuole garantire a tutti assistenza sanità pubblica gratuita - istruzione = scolarità obbligatoria. La prima legge sull’istruzione è quella della Prussia; in Italia arriva nel 1859 con la “legge Casati” che prevedeva istruzione obbligatoria per 4 anni, ma non disponeva dei fondi per la realizzazione delle scuole e affidava questo compito ai comuni, i quali sono tutt’oggi responsabili del primo ciclo d’istruzione (elementari e medie). Nel 1923 con la “Legge Gentile” l’istruzione obbligatoria sale a 14 anni, questo obbligo era ampiamente evaso. - previdenza ed assistenza = sono le pensioni che sono un reddito differito, cioè spostato nel tempo. Il sistema pensionistico crea un collegamento tra le generazioni e assistenza. Il sistema pensionistico è gestito in Europa per il 90% dallo stato perché c’è una sfiducia nel singolo. Il sistema pensionistico è chiamato sistema a ripartizione, cioè i contribuiti pensionistici che si pagano, vanno a finanziare la pensione di chi attualmente è in pensione. Non è dunque un sistema a capitalizzazione. Tra lo stato liberale e lo stato di oggi c’è molta differenza. Quello odierno garantisce una maggiore tutela dei diritti, ma impone una maggiore tassazione. La tassazione così elevata deriva dal fatto che la spesa pubblica è molto elevata. L’evoluzione da una spesa pubblica limitata ad alcuni servizi ad una spesa pubblica importante è tipica di tutti i paesi europei. Nei paesi europei che hanno un reddito basso anche lo stato sociale è poco presente, la spesa pubblica è molto più bassa. La spesa pubblica, quindi, non blocca la crescita economica anzi semmai il contrario. 5.5 ALLOCAZIONI TECNICAMENTE POSSIBILI 31 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Mostra la frontiera delle possibilità combinata di Angela e Bruno. Va osservato che non tutte le allocazioni sono possibili. Per esempio, nel punto H, Bruno di impossessa di tutto il raccolto, e quindi Angela non riuscirà a sopravvivere. Tra le allocazioni possibili, quale si realizzerà dipende dalle regole del gioco, che determinano le modalità di interazione. Se Angela non lavora la terra, Bruno non riceve niente; la sua opzione di riserva è zero. Di conseguenza, se Bruno pensa al futuro lascerà ad Angela una quantità di grano sufficiente a tenerla in vita e consentirle di continuare a lavorare. Possiamo individuare l’insieme delle combinazioni di ore di lavoro tecnicamente possibili; ovvero le allocazioni che soddisfano i limiti tecnologici e biologici. Mostra come individuare l’insieme tecnicamente possibile. La frontiera delle possibilità è il limite tecnologico alla quantità complessiva consumata da A e B. Il vincolo biologico di sopravvivenza di Angela mostra la quantità di cibo necessaria al suo sostentamento per livello di sforzo lavorativo impiegato. I punti al di sotto rappresentano situazioni non compatibili con la sopravvivenza. La pendenza del vincolo biologico indica il tasso marginale di sostituzione tra tempo libero e raccolto che consente la sopravvivenza. I punti al di sopra della frontiera delle possibilità produttive sono tecnicamente impossibili. Le allocazioni tecnicamente possibili sono dunque i punti nell’area delimitata dalle due curve (compresi i punti sulla frontiera dell’area stessa). 5.6 ALLOCAZIONI IMPOSTE CON LA FORZA Essendo il dominatore, Bruno può imporre qualsiasi allocazione tra quelle tecnicamente possibili. Egli, quindi, sceglierà quella che rende massima la porzione di raccolto che va a lui. Ogni strategia che Bruno decide di mettere in atto corrisponde ad una diversa rendita economica, definita come differenza fra ciò che Bruno ottiene costringendo Angela a lavorare con la forza e ciò che otterrebbe altrimenti. La quantità di lavoro che corrisponde al massimo beneficio di Bruno, sarà l’ammontare di lavoro in corrispondenza del quale la distanza verticale fra la frontiera tecnologica e il vincolo biologico è massima. 32 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Oltre alle due allocazioni Pareto-efficienti che abbiamo osservato (C e D), ogni punto tra C e D è un’allocazione Pareto-efficiente. Il segmento CD, che unisce tutti i punti nell’insieme delle possibilità produttive per i quali SMS=SMT, rappresenta la curva dei punti Pareto- efficienti: perché muovendoci migliorano le condizioni di un soggetto e peggiorano quelle di un altro. Angela lavora 8 ore e c’è un surplus di 4,5, ma la distribuzione del surplus è differente e varia tra il punto D= Angela non riceva niente punto C= Angela riceve tutto. Nell’ipotetica allocazione G, entrambi ricevono una rendita: la rendita di Angela è GD e quella di Bruno GC. La somma delle due rendite è uguale al surplus. 5.9 LA DIVISIONE DEL SURPLUS E LA POLITICA Supponiamo che Angela insieme ad altri agricoltori, provi con uno sciopero a far pressione perché venga introdotta una limitazione dell’orario di lavoro a 4 ore al giorno e fissi la retribuzione minima a 4,5. Minacciando di non lavorare a meno che una legge in tal senso non venga approvata. Prova, dunque, ad andare al punto F= non è tecnicamente efficiente perché la pendenza della curva di indifferenza è diversa dalla frontiera di produzione. Ciò significa che dal punto di vista di Angela converrebbe spostarsi perché ottiene si la stessa quantità di grano ma lavora 4 ore in meno. Riescono a convincere il legislatore e ora Angela ha la stessa quantità di grano e una maggiore quantità di tempo libero, la sua situazione è migliorata; si trova cioè su una curva di indifferenza più alta. La nuova legge ha aumentato il potere negoziale di Angela, visto che le sue condizioni sono migliori in F che in D. Lunedì 12/04/2021 5.10 CONTRATTARE PER OTTENERE UNA DISTRIBUZIONE EFFICIENTE DEL SURPLUS Mostriamo un ulteriore accordo più vantaggioso per Angela: 35 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Lo spostamento da D (in cui Bruno aveva tutto il potere negoziale e otteneva tutti i benefici dallo scambio) ad H (in cui Angela riesce a migliorare la propria condizione) avviene in due passaggi: 1) Da D a F risultato imposto dalla nuova legge (vedi grafico precedente). 2) Da F a G  Angela non sta peggio e nemmeno il proprietario terriero. Si aprono per entrambi nuove possibilità vantaggiose, mostrate dal segmento GH nella curva dei punti Pareto-efficienti (delle alternative a F che portano un beneficio per entrambi esistono per definizione, perché F non è un’allocazione Pareto-efficiente). Quindi G è un punto Pareto-efficiente perché ad Angela non tolgo utilità ed aumento l’efficienza del proprietario terriero, Bruno. Siccome ora Angela è libera di decidere quanto lavorare, vincolata solo dal mezzo quintale di grano in più che deve a Bruno, lavorerà 8 ore in corrispondenza del punto in cui SMS=SMT. Questo accordo posiziona la nuova allocazione tra G e H. Tutte le allocazioni tra G e H sono miglioramenti paretiani rispetto a F e differiscono solo per la distribuzione di prodotto tra i due, che dipende a sua volta dal loro potere negoziale. Quindi, il passaggio da F a H è un punto Pareto-efficiente perché Bruno non sta peggio e Angela sta meglio. Mentre di efficienza produttiva ce n’è una, di punti di ottimo-paretiano ce ne sono infiniti. Dobbiamo ragionare con altre regole che sono fissate dalle istituzioni. Idea fondamentale è che stiamo sul punto D e poi troviamo un accordo che soddisfi entrambi cioè che deve stare nel segmento CD= punti di miglioramento paretiano. 5.11 MORALE DELLA STORIA Il problema economico ha due dimensioni: 1) EFFICIENZA PRODUTTIVA: devo produrre in una condizione che sia dal punto di vista tecnologico migliore possibile; 2) DISTRIBUZIONE DI CIÒ CHE SI HA PRODOTTO: segue il criterio paretiano; scambiamo finché lo scambio porta vantaggi per entrambi, quando uno sta peggio ci si ferma. Gli esiti dell’interazione dipendono dalle preferenze degli individui, dalle istituzioni che determinano il loro potere negoziale, e quindi dal modo in cui il surplus è distribuito. Come avviene la distribuzione del reddito? Salario: remunera i dipendenti alla fine del mese. Profitto: remunera l’attività dell’imprenditore, colui che coordina l’attività produttiva. Interessi: è la remunerazione del capitale prestato, di chi lo ha offerto. Rendita: è il surplus, qualcosa che rimane dopo aver pagato tutti i fattori di produzione; è una rendita che deriva da una posizione di monopolio. Pag. 188 importante! 36 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd 5.12 MISURARE LA DISEGUAGLIANZA ECONOMICA Un altro importante criterio per giudicare un’allocazione è l’equità. Sappiamo che le allocazioni Pareto- efficienti possono essere molto inique. Come si può misurare l’equità nella distribuzione delle risorse in una società? Introduciamo uno strumento utile per analizzare, misurare, confrontare e rappresentare la distribuzione del reddito o della ricchezza, se è egualitaria o disomogenea: - CURVA DI LORENZ  Dobbiamo immaginare che l’intera popolazione sia allineata sull’asse orizzontale, dall’individuo più povero al più ricco. L’altezza della curva in ciascun punto indica la frazione del reddito totale posseduta dalla corrispondente frazione di popolazione sull’asse orizzontale. Se il reddito, fosse distribuito in maniera perfettamente egualitaria, allora la curva di Lorenz sarebbe inclinata a 45° ci troveremo sulla bisettrice del primo quadrante o linea di perfetta eguaglianza: in questo caso sono tutti ugualmente poveri, o ugualmente ricchi; in realtà le cose non stanno così. Quanto più la curva è lontana dalla bisettrice tanto maggiore è la diseguaglianza nella distribuzione del reddito. Questa curva è interessante ma è sempre un’espressione grafica: ci permette di vedere quanto la distribuzione della ricchezza sia diversa rispetto alla linea che indica perfetta uguaglianza. Esempio di curva di Lorenz. Abbiamo due curve di Lorenz: 1)una disegnata dal mercato: mercato premia il più bravo, il più efficiente, la maggiore produttività. 2)una disegnata dallo stato: lo stato tende a correggere la curva di Lorenz, rendendola più equilibrata. Esso interviene nel campo della distribuzione del reddito attraverso la spesa pubblica e il sistema fiscale con aliquote progressive. Nella curva di Lorenz, allora, aumenta il reddito disponibile= che tiene conto delle tasse e dei sussidi. - COEFFICIENTE/INDICE DI GINI  Oltre ad una rappresentazione grafica è utile avere anche una misura più immediata della disuguaglianza. Il coefficiente di Gini è calcolato come il rapporto tra l’area compresa tra la curva di Lorenz e la bisettrice e l’area dell’intero triangolo sotto la bisettrice del primo quadrante. È un numero in grado di descrivere la diseguaglianza nella distribuzione del reddito. Se tutti hanno lo stesso reddito e non c’è disuguaglianza, coefficiente di Gini prende valore 0. Se un singolo individuo riceve tutto il reddito il coefficiente prende il valore massimo di 1. L’indice di Gini può andare da 0 a 1. Se 0= società egualitaria; Se 1= diseguaglianza è massima. Come si calcola: Abbiamo 3 elementi: 1) area A compresa tra la curva di Lorenz e la linea di perfetta uguaglianza 2) area B fuori dalla curva 37 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd  Completo: quando specifica tutte le obbligazioni dell’altra parta  Incompleto: quando le prestazioni di una delle due parti non sono precisate in maniera dettagliata. La differenza tra le interazioni di mercato e le relazioni all’interno delle imprese è chiara quando consideriamo i diversi tipi di contratto:  C. di vendita: trasferiscono permanentemente la proprietà dei beni dal venditore al compratore.  C. di lavoro: trasferiscono temporaneamente l’autorità sulle attività di una persona dal lavoratore al manager o al proprietario dell’impresa. Il contratto di lavoro è caratterizzato dal fatto che il risultato finale può essere differente a seconda dell’impegno che il lavoratore ci mette nelle libere mansioni. Naturalmente, se il mio impegno è maggiore anche la mia produttività sarà maggiore, viceversa, se il mio impegno è minore, lo sarà anche la produttività. Nel mondo del lavoro, il contratto non specifica l’impegno e può essere migliorato aggiungendo degli incentivi. Le interazioni sociali all’interno dell’impresa a volte durano decenni. Nei mercati le interazioni tipiche sono brevi e spesso si ripetono. Ciò perché lavorare in un’impresa significa accumulare una rete di conoscenze che diventano essenziali per svolgere il lavoro al meglio risorse specifiche di transizione e specifiche dell’impresa: sono utili solo finché si resta dentro una data relazione o impresa. Le persone che compongono l’impresa (proprietari, manager, dipendenti) sono unite dall’interesse comune per il successo dei essa, perché tutti ci rimetterebbero se dovesse fallire. Cooperare e competere sono le due dimensioni che spesso in economia sono in conflitto. Cooperazione e competizione sono, in ambito sociale, quello che in ambito economico è la differenza tra produzione e distribuzione. La produzione vuole la competizione, mentre la cooperazione richiede la distribuzione. I profitti dell’impresa appartengono legalmente a chi ha la proprietà dei beni dell’impresa inclusi i beni capitali. I proprietari dirigono gli altri membri dell’impresa al fine di conseguire dei profitti. Ad essi spetta tutto ciò che rimane dopo che i ricavi sono stati usati. Per questo, i proprietari (non i manager o i dipendenti) sono i titolari del residuo. Nelle grandi imprese ci sono spesso molti proprietari che sono individui o istituzioni che possiedono le azioni. Le decisioni operative e strategiche, però, possono essere esercitate da un gruppo relativamente ristretto di manager specializzati. Quando essi decidono come usare i fondi forniti dai proprietari si parla di separazione tra proprietà e controllo. Ciò è all’origine di un potenziale conflitto di interessi. I proprietari hanno allora due modi per incentivare i manager a fare i loro interessi: - Strutturare i contratti in modo che la remunerazione dei manager dipenda direttamente dall’andamento del valore azionario della società - Attraverso il consiglio di amministrazione della società, che rappresenta gli azionisti e che può controllare la performance dei manager. L’impresa non si limita a gestire “i soldi degli altri”. Chi prende le decisioni in un’impresa decide anche l’uso che si deve fare del lavoro altrui, dell’impegno dei dipendenti. Assumere dei dipendenti è diverso dall’acquistare altri beni o servizi. Un contratto di lavoro omette molti aspetti di interesse sia per il proprietario che per i dipendenti, come il livello dell’impegno o la stessa permanenza del lavoratore nell’impresa. Esso è cioè un contratto incompleto e, a causa di ciò, pagare il salario più basso possibile non è quasi mai la strategia migliore per minimizzare il costo di ottener dal lavoratore l’impegno necessario. Così come i proprietari spingono i manager a fare i loro interessi legandone la remunerazione al valore delle azioni dell’impresa, i manager inducono i dipendenti a lavorare mediante opportuni incentivi. 40 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Nella pratica, quasi tutti i lavoratori tengono molto a restare occupati. C’è una differenza tra il valore del posto di lavoro e il valore dell’opzione di riserva – che in questo caso è lo status di disoccupato alla ricerca di un nuovo impiego. Possiamo, in altre parole, parlare di RENDITA DA OCCUPAZIONE. Può portare due tipi di benefici ai proprietari d’impresa e ai manager: - Se il lavoratore è più propenso a restare nell’impresa, verrà risparmiato il costo di trovare un nuovo dipendente - L’implicita minaccia del licenziamento fa sì che i dipendenti lavorino meglio di quanto farebbero se non avessero nulla da perdere. Questo comporta che i proprietari e i manager esercitino del potere sui dipendenti. La rendita misura il valore di una data situazione rispetto al valore della migliore alternativa. Calcolo: bisogna soppesare tutti i benefici e i costi di essere occupati e confrontarli con quelli di essere disoccupati e alla ricerca di un altro lavoro. Mercoledì 14/04/2021 Capitolo 7: L’IMPRESA E I SUOI CLIENTI In tutte le economie sviluppate, una quota rilevante dei lavoratori è impiegata in grandi imprese. Queste crescono perché la crescita dimensionale porta maggiori profitti agli azionisti. Quale strategia può adottare un’impresa per espandersi? Il successo non dipende solo dal prezzo; ci sono altre variabili da tenere in considerazione, quali la scelta del prodotto, l’abilità nell’attrarre consumatori, di produrre a basso costo, di fornire un alto livello di qualità e di selezionare e motivare adeguatamente i dipendenti. 7.1 LA SCELTA DEL PREZZO Business plan: documento in cui si scrivono le fonti del ricavo, quali sono i costi, qual è il segmento di mercato a cui mi rivolgo ecc. In poche parole, il business plan è l’idea imprenditoriale. Perché le innovazioni tecnologiche avvengono tutte negli Stati Uniti? Questo perché gli americani hanno una struttura istituzionale che agevola l’innovazione. Mentre in Europa è molto difficile che un giovane venga finanziato per i suoi progetti, negli Stati Uniti esiste un segmento del mercato dei capitali, che prende il nome di venture capital, che ha lo scopo di finanziare progetti impossibili. Queste aziende del mercato del venture capital sono società finanziare che raccolgono circa cento proposte dai giovani, dalle start-up e le finanziano. Queste aziende del segmento venture capital raccolgono progetti dai giovani e tra questi vi saranno circa il 2/3/5 % di progetti che effettivamente colgono esigenze reali e producono profitti da compensare le perdite di tutti gli altri. Si tratta di un capitalismo a trazione anteriore. 41 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Nel sistema economico attuale le decisioni di produzione sono determinate dalle imprese e l’imprenditore deve far fronte a due problemi: 1. Trovare la funzione di costo ottimale 2. Massimizzare il profitto Per decidere in maniera ottimale il prezzo, un’impresa deve conoscere la domanda. Assumendo di riuscire a vendere tutto quanto è stato prodotto, il profitto, deriva dalla differenza tra ricavi e costi totali. RICAVO TOTALE= è il prezzo per la quantità COSTO TOTALE= è il costo medio o unitario. Il PROFITTO è dato da: per cui: Il profitto unitario ha un andamento particolare, prima cresce e poi decresce. Esiste un valore Q, che realizza il profitto massimo. L’economia, essendo legata al comportamento delle persone, ha bisogno di avere dei principi guida. Come il consumatore cerca di massimizzare la sua utilità, così il produttore cerca di massimizzare la differenza monetaria tra ricavi e costi. L’economia è mossa da persone che cercano profitto, dall’avidità che spinge la gente ad avere di più a migliorare le condizioni economiche, ad arricchirsi altrimenti non ci sarebbe spinta, evoluzione. Il profitto ha una doppia dimensione: - individuale: cerco soluzioni nuove per fare soldi; ogni impresa fa i suoi conti - morale: è mio interesse personale migliorare le condizioni ed è per quest’ultimo che il profitto viene legittimato. Usando questa formula, è possibile calcolare il profitto per ogni coppia prezzo/quantità e disegnare le CURVE DI ISOPROFITTO. Vengono introdotte per analizzare il rapporto tra quantità del bene prodotto e prezzo praticato. Dal punto di vista dell’imprenditore è uno strumento geometrico che aiuta a capire cosa accade. Sono costituite da punti che corrispondono allo stesso livello di profitto. Per conseguire profitti elevati, sarebbe auspicabile che quantità e prezzo fossero i più alti possibili, ma la curva di domanda pone un vincolo a tale possibilità. Se il prezzo è alto la quantità venduta sarà ridotta, ed è possibile vendere una quantità elevata solo applicando un prezzo sufficientemente basso. Dunque, la curva di domanda determina le combinazioni prezzo/ quantità possibili. Problema: combinazione di prezzi e quantità che massimizza i profitti dell’impresa compatibilmente col vincolo dato dalla curva di domanda. 42 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd - DI COSTO: nelle imprese di maggiori dimensioni, i costi fissi incidono in misura minore sul costo unitario. Inoltre, le imprese più grandi hanno un maggiore potere contrattuale e riescono ad acquistare i fattori produttivi a condizioni più favorevoli. L’impresa principalmente vuole ridurre i costi fissi. I vantaggi legati alla dimensione si chiamano ECONOMIE DI SCALA (la scala è il volume della produzione): si verifica se con le nuove quantità di input l’impresa riesce ad aumentare la produzione in maniera più che proporzionale. Specularmente parliamo di DISECONOMIE DI SCALA se la scala produttiva comporta invece degli svantaggi, e di RENDIMENTI DI SCALE COSTANTI se essa è neutrale. Oltre ai vantaggi tecno e di costo, che possono essere indicati come vantaggi del lato dell’offerta poiché riguardano la struttura produttiva dell’impresa, le imprese di grandi dimensioni beneficiano di vantaggi del lato della domanda ECONOMIE DI RETE. I consumatori possono avere un incentivo ad acquistare un bene che è già ampiamente diffuso. Ci sono tuttavia dei limiti alla possibilità di crescita di un’impresa, come l’outsourcing: l'appalto a una società esterna di determinate funzioni o servizi, o anche di interi processi produttivi. La teoria economia contemporanea è chiamata anche teoria marginalista, perché tutte le condizioni di equilibrio sono condizioni che riguardano piccole variazioni. Andiamo sempre a studiare cosa accade al margine di una scelta. 7.3 LA FUNZIONE DI COSTO= relazione tra la produzione e il costo minimo. Ci permette di capire meglio le economie di scala. È un concetto ovvio. È la relazione tra la quantità prodotta e la somma di denaro che l’imprenditore deve sborsare per realizzare una certa quantità produttiva. I costi totali possono essere divisi in: - COSTI FISSI: indipendenti dal volume di produzione= costi di ricerca e sviluppo, di marketing (campagna pubblicitaria). - COSTI VARIABILI: costi che variano al variare della produzione= materie prime, energia, scorte, salari e stipendi. CT (q )=CF+CV (q) Maggiore è il numero di beni prodotti, maggiori sono i costi totali. Martedì 20/04/2021 Lo scopo fondamentale per le imprese è quello di ridurre i costi fissi essi non variano al variare della produzione. È interessante notare che il costo medio fisso è una grandezza importante: più produco più riesco a ridurre i costi fissi= eco di scala. Devo riuscire a recupera i costi fissi vendendo i miei prodotti. Per esempio, Uber che offre un servizio di trasporto, pianifica attraverso una piattaforma informatica la domanda e l’offerta. Il problema è quello dei costi fissi. Il costo importante non è il costo operativo ma la parte fondamentale è rappresentata dall’architettura informatica. Il nucleo del servizio di Uber è l’algoritmo che decide l’incrocio fra domanda e offerta. Il suo problema, dunque, sono stati i costi fissi iniziali da abbattere. Diventa centrale il ruolo della finanza, cioè si ha bisogno di qualcuno che presti dei soldi, perché i costi fissi sono molto elevati e non si riesce a fargli fronte. 45 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Mostra come variano i costi totali CT al variare della quantità Q prodotta su base giornaliera; C(Q) è la funzione di costo dell’impresa. La curva del costo unitario o medio, ricavabile dalla funzione di costo, è rappresentata invece dalla parte inferiore della figura. La curva del costo medio è decrescente per bassi livelli di produzione e crescente per grandi quantità prodotte: ciò perché l’impresa, per produrre alte quantità, sostiene costi aggiuntivi. Distinzione importante: - COSTO MEDIO o UNITARIO= CT q è l’insieme dei costi totali diviso le quantità prodotte. Il grafico del costo medio (curva azzurra) tende prima a diminuire, arriva poi a un punto minimo e poi cresce. Geometricamente il costo medio è il rapporto fra l’ascissa e l’ordinata calcolato in un punto della funzione del costo totale. Il costo medio è sempre decrescente quando è superiore a quello marginale, all’aumentare di Q diminuisce il costo medio. - COSTO MARGINALE= ∆ CT ∆ q è il costo dell’ultima unità prodotta; è il rapporto tra l’incremento dei costi totali e l’incremento/ variazione della quantità prodotta. Misura quanto mi costa produrre una singola unità in più. Ogni variazione economica la valutiamo al margine. Matematicamente è la derivata prima della funzione di costo. Graficamente rappresenta la pendenza della funzione di costo. Qual è la forma di questi costi? 46 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd La funzione di costo diventa sempre più ripida al crescere di Q. È l’andamento crescente dei costi marginali che determina, a lungo andare, un aumento del costo medio. Il costo marginale è stato ricavato calcolando la variazione dei costi (∆ C) che deriva dalla produzione di un’unità aggiuntiva. Analizzando la relazione tra le curve CM e CMg, osserviamo che CM è decrescente per tutti i valori di Q per i quali CM è maggiore di CMg ed è crescente per tutti i valori di Q per i quali CM è minore di CMg. Ciò è una proprietà sempre verificata, qualunque sia la forma della funzione di costo. Gli economisti mettono in risalto che la forma dei costi medi e marginali deriva dalla forma dei costi totali. Per produrre di più aumento i costi ma in maniera tale che l’incremento di costo sia maggiore dell’incremento di produzione maniera più che proporzionale. CT= 10+2q Costo Medio= 10+2q q = 10 q+2 Costo Marginale= CT (3 )−CT (2 ) 3−2 = 16−14 1 =2 7.1 DOMANDA E CURVE DI ISOPROFITTO La curva di domanda = relazione che indica la quantità di beni acquistati in corrispondenza di ciascun livello del prezzo. Ogni consumatore potenziale avrà una propria disponibilità a pagare, una somma massima che sarà disposto a spendere per acquistare un bene e che dipende dalla valutazione che il consumatore dà del prodotto: il bene verrà acquistato se il prezzo è inferiore o uguale a tale disponibilità. Se il prezzo scende, il numero di consumatori disposti a comprare sale, dunque la domanda cresce. Le curve di domanda sono spesso rappresentate come delle rette, tuttavia non vi è ragione di credere che esse lo siano. Le curve di isoprofitto Profitto economico= RT-CT= P x Q – C(Q) Profitto unitario= differenza tra prezzo e costo medio= P – C(Q)/Q= P-CM Quindi il profitto sarà pari alla quantità di prodotto moltiplicato per il profitto unitario= Q(P-CM) È così possibile calcolare il profitto per ogni coppia prezzo-quantità e disegnare le curve di isoprofitto= costituite da punti che corrispondono allo stesso livello di profitto. Da ciò si osserva che la forma della curva di isoprofitto dipende dal CM. La curva di isoprofitto più bassa, che rappresenta il costo medio, rappresenta tutte le combinazioni di prezzo e quantità in corrispondenza delle quali il profitto economico è nullo: in tutti i punti sulla curva il P = CM. Notiamo che le curve di isoprofitto sono: - Decrescenti se P > CMg: il margine di profitto è positivo e la pendenza della curva di isoprofitto è negativa. 47 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Metodo alternativo per risolvere il problema della massimizzazione dei profitti che non utilizza le curve di isoprofitto. RICAVI TOTALI RT= p x q RICAVO MARGINALE È l’incremento di ricavo che deriva dall’ultima unità del bene prodotto, è l’aumento dei ricavi dovuto alla produzione di un’unità in più di prodotto: RMg= ∆ RT ∆ q Rapporto tra la variazione del ricavo totale e la variazione della quantità prodotta; è la derivata prima della funzione del ricavo totale. Quando la quantità aumenta di un’unità vi sono due effetti sui ricavi: 1) Aumentano poiché un bene aggiuntivo viene venduto 2) Diminuiscono perché in seguito all’aumento della quantità del bene venduto il prezzo scende. Mostra come ricavare la curva del ricavo marginale e utilizzarla per trovare il punto di massimo profitto. Curva di domanda dalla quale ricaviamo RMg. Curva del ricavo marginale accanto a quello del costo marginale. Vediamo che quando P è elevato e Q piccolo, RMg è elevato: il guadagno che deriva dalla vendita di un’unità aggiuntiva compensa la perdita dovuta al minor prezzo; al crescere di Q, invece, RMg diminuisce fino a diventare, oltre un certo livello, addirittura negativo. La curva del ricavo marginale è solitamente decrescente. 50 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd I profitti sono massimi in corrispondenza del punto di intersezione tra le curve di ricavo e di costo marginale. P= R-C, per cui, in corrispondenza di ciascun valore di Q, un aumento unitario della quantità determina una variazione dei profitti pari alla differenza tra la variazione marginale dei ricavi e dei costi: variazionedei profitti=RMg−CMg  Se RMg > CMg i profitti aumentano all’aumentare di Q  Se RMg < CMg i profitti si riducono all’aumentare di Q  Se RMg = CMg i profitti sono massimi; l’imprenditore avrà interesse a produrre in questo punto. Esempio matematico: funzione di domanda: p=20-q ricavo totale: RT=p x q  RT=(20-q)q = 20q-q2 ricavo marginale: RMg= 20-2q Il prezzo è diverso dal ricavo marginale, in particolare in questo caso il ricavo marginale è più piccolo del prezzo RMg < p (esempio: vendo 4: 3 a scarponi a 100€ e il 4° a 90€, ma non posso fare così. Dovrei venderli tutti a 90€: quando propongo una campagna commerciale devo venderli tutti a 90€, ma non ho più l’incasso come prima, ho un incremento di 90 ma -30 quindi ho un incremento di 60 quindi mi conviene lo stesso.) Max profitto π = RMg – CMg=0 Cioè quando il ricavo marginale è uguale al costo marginale RMg = CMg La produzione si espande fino a questo punto in cui si eguagliano. L’imprenditore si ferma là perché: se produce di più ha una perdita, se produce di meno non gli conviene perché riduce il suo profitto a un punto in cui potrebbe massimizzarlo. RT= 20q-q2 Il ricavo marginale è la derivata prima che è: πprimo=20−2 q Questa funzione ha un massimo per 20-2q=0 quindi q= 10 COSTO MARGINALE: è la derivata prima della funzione di costo totale  CMg= 2q Condizione: RMg = CMg  20-2q = 2q 7.7 I VANTAGGI DERIVANTI DALLO SCAMBIO Quando due individui si accordano su uno scambio, agiscono per migliorare la loro condizione ed ottenere un surplus, che rappresenta una RENDITA ECONOMICA. Il surplus complessivo per le parti coinvolte nello scambio misura i cosiddetti GUADAGNI DALLO SCAMBIO. Quando imprese e consumatori interagiscono, lo scambio porta a mutui vantaggi. Il consumatore otterrà un surplus se la sua disponibilità a pagare è maggiore del prezzo di acquisto. Dall’altro lato, l’impresa ottiene una rendita finché il costo marginale è minore del prezzo di vendita. La ripartizione dipende dal potere contrattuale. Introduce un concetto che è quello di rendita del consumatore e del produttore. 51 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd RENDITA DEL CONSUMATORE: è il guadagno netto che un consumatore ottiene con l’acquisto di una merce. È la differenza tra il prezzo che il consumatore è disposto a pagare per l’acquisto di una unità della merce, detto prezzo di riserva, e il prezzo di mercato effettivamente pagato per l’acquisto del bene. In economia politica, la rendita del consumatore è individuata dall’area compresa tra la curva di domanda del bene e la linea del suo prezzo di mercato. RENDITA DEL PRODUTTORE: è la differenza tra il prezzo di vendita di un bene/servizio e il costo marginale per ciascuna unità prodotta. È pari al prezzo di mercato del bene al netto del costo marginale dell’unità prodotta: renditaunitaria=P−CMg La rendita del produttore misura il vantaggio ottenuto dall’impresa data una quantità q di produzione. Nel diagramma cartesiano la rendita del produttore è l’area compresa tra la retta del prezzo e la curva di offerta. SURPLUS o Surplus del consumatore: misura i benefici che ricevono i consumatori dalla partecipazione allo scambio. o Surplus del produttore: è la differenza fra costi e ricavi marginali pe ogni unità, quindi non considera i costi fissi. o Il profitto è dato dal surplus del produttore meno i costi fissi. o Il surplus totale è la somma dei surplus del consumatore e del produttore. Surplus consumatore= somma dei surplus individuali, è l’area del triangolo tra la domanda e il prezzo P*. Surplus del produttore = somma dei surplus per ogni bene (automobile), è l’area color lilla. Efficienza paretiana L’equilibrio di mercato rappresentato dalla figura non è efficiente in senso paretiano. Vi sarebbero infatti dei consumatori disposti ad acquistare ad un prezzo inferiore a quello di mercato ma superiore al costo marginale. Se lo scambio a tale prezzo inferiore potesse avvenire, aumenterebbero sia il surplus del produttore (prezzo di vendita > costo di produzione) sia quello del consumatore (prezzo < alla sua disponibilità a pagare): lo scambio produrrebbe un miglioramento paretiano. L’allocazione efficiente è rappresentata dal punto F la curva del costo marginale interseca la curva di domanda. Rispetto a tale punto non sono possibili miglioramenti paretiani. Il surplus totale è > nel punto F che nel punto E; tuttavia, l’impresa non sceglierà F, poiché in questo punto il suo profitto è inferiore (come si vede considerando la curva di isoprofitto). Poiché l’impresa sceglie E, vi è una perdita potenziale di surplus, chiamata perdita secca, 52 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Martedì 27/04/2021 7.10 FISSAZIONE DEL PREZZO, CONCORRENZA E POTERE DI MERCATO In economia si distinguono 4 forme principali di mercato: - CONCORRENZA PERFETTA: esistono tantissimi produttori, il lato dell’offerta è suddiviso fra molti imprenditori. Il bene è omogeneo. I consumatori devono essere perfettamente informati, c’è una grande trasparenza di mercato. (esempio: attività di bar) - CONCORRENZA IMPERFETTA/MONOPOLISTICA : ibrido tra il monopolio e la c. perfetta. Le imprese producono un prodotto simile che però è molto distinguibile agli occhi del consumatore che lo ricerca. (esempio: prodotto per lavare i panni, scelgo proprio quello perché magari mi è rimasto in mente) c’è una sostituibilità tra i beni ma dall’altra parte nella mente del consumatore c’è un’immagine specifica= imprese investono molto nelle pubblicità. - OLIGOPOLIO: in questo mercato ci sono poche imprese che si conoscono e quando decidono cosa produrre e il prezzo fra di loro si controllano. Quello che è caratteristico è l’interdipendenza strategica, ognuno tiene conto di quello che fanno gli altri. (si studi bene con l’equilibrio di Nash) (esempio: compagnie telefoniche). - MONOPOLIO: c’è un'unica impresa che produce un singolo bene. Se il consumatore vuole quel bene deve rivolgersi per forza a quell’impresa. (esempio: tabacco). Il prezzo di mercato fissato dal venditore è sempre superiore al costo marginale di produzione (la perdita secca non può in alcun modo essere recuperata). Ciò significa che l’allocazione non è Pareto-efficiente ma si parla in questi casi di fallimento del mercato  visto che a tale prezzo la quantità scambiata è sub-ottimale: vi sono potenziali consumatori la cui disponibilità a pagare eccede il costo marginale ma è inferiore al prezzo; essi non acquistano il bene e ciò determina una perdita secca di suplus. La perdita secca esprime una misura delle conseguenze del fallimento del mercato ed essa è tanto maggiore quanto più il prezzo si discosta dal costo marginale, e dunque quanto minore è l’elasticità della domanda. La domanda di un’impresa monopolistica è meno elastica e può fissare un prezzo ben al di sopra del costo marginale senza rischiare di perdere i propri clienti. La posizione di cui gode garantirà a questa impresa una rendita monopolistica= profitti > costi di produzione. La differenza tra costo marginale e prezzo rappresenta per il consumatore una perdita (perdita secca= si verifica sempre quando siamo in una condizione in cui il prodotto è differenziato, l’impresa ha un potere monopolistico= impresa ha convenzione di spingere la produzione fino al punto E dove si realizza un margine di profitto che si intasca l’impresa a spese del consumatore. Un mercato di questo tipo viene visto con uno certo sfavore perché l’impresa ha la capacità appunto di appropriarsi di una parte del surplus del consumatore. Un’impresa si trova in una posizione di forza se la concorrenza è bassa, ovvero se vi sono poche imprese o nessuna che producono beni sostituti. In questo caso, la domanda è rigida e l’impresa gode di un elevato potere di mercato: suo potere contrattuale nei confronti dei suoi clienti le permette di fissare un prezzo elevato senza andare incontro ad una significativa riduzione della domanda. Il potere di mercato consente ad un’impresa di fissare prezzi elevati a danno dei consumatori: il surplus dei consumatori diminuisce. Il governo può, allora, intervenire per promuovere la concorrenza. Le politiche economiche che mirano a ridurre il potere di mercato delle imprese ed a prevenire la formazione di monopoli o cartelli (imprese invece di competere tra loro, colludono per mantenere elevati i prezzi) si definiscono politiche per la concorrenza, o anche politiche antitrust. 7.11 SELEZIONE DEL PRODOTTO, INNOVAZIONE E PUBBLICITÀ 55 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd I profitti di un’impresa dipendono dalla curva di domanda del suo prodotto, che a sua volta dipende dalle preferenze dei consumatori e dalla presenza di imprese concorrenti. Per accrescere i suoi profitti, l’impresa può provare ad influenzare la curva di domanda, modificando le caratteristiche del prodotto o con la pubblicità. Essendo l’obiettivo rendere la domanda per i propri prodotti più elevata e meno elastica, una strada da percorrere è l’innovazione tecnologica. Se un’impresa ha creato un nuovo prodotto, ha la possibilità di proteggerlo dalla concorrenza ottenendo un diritto esclusivo a produrlo tramite un brevetto o con le leggi sul diritto d’autore. Il brevetto però può creare problemi, lo vediamo ad esempio con la produzione dei vaccini perché l’impresa per creare questi brevetti ha sostenuto dei costi (molto grandi, per esempio in “ricerca e sviluppo”) che può recuperare, compensare solo attraverso una posizione di monopolio del surplus. Siccome il brevetto blocca l’evoluzione per questo motivo per legge dura 10 anni, dopo dei quali ogni impresa può usarlo. Per quanto riguarda la pubblicità: quando i prodotti sono differenziati, le imprese possono ricorre ad essa per informare i consumatori delle caratteristiche specifiche dei loro prodotti rispetto a quelle dei prodotti concorrenti e per creare fedeltà alla marca. 7.13 CONCLUSIONI Le imprese che producono prodotti differenziati scelgono la combinazione di prezzo e quantità che massimizza il profitto. La decisione dipende dalla curva di domanda del loro prodotto e dalla struttura dei costi di produzione. Il prezzo viene fissato al di sopra del costo marginale, specialmente se la concorrenza è limitata e l’elasticità è bassa. Le economie di scala e i vantaggi di costo favoriscono le imprese che producono grandi quantità di beni, poiché godono di un costo unitario basso. Quando il prezzo è superiore al costo marginale, si verifica un fallimento del mercato e l’allocazione dei beni è inefficiente in senso paretiano. Le imprese realizzano profitti economici, ma il surplus del consumatore si riduce causando una perdita secca. Per questo motivo l’autorità politica, attraverso politiche di tutela della concorrenza (antitrust), può impedire alle imprese che godono di posizioni dominanti di abusare del proprio potere di mercato. CAPITOLO 8 8.1 DOMANDA E OFFERTA L’economia si occupa del funzionamento dei mercati e ognuno ha una struttura logica che è la medesima. Abbiamo sempre una curva di domanda e una curva di offerta. Consideriamo mercati nei quali le interazioni coinvolgono una molteplicità di acquirenti e venditori, e mostriamo come il prezzo di mercato concorrenziale dipende sia dalle preferenze dei consumatori sia dai costi sostenuti dei produttori. Quando numerose imprese producono lo stesso bene, le decisioni di ciascuna di esse sono influenzate non solo dal comportamento dei consumatori ma anche da quello delle imprese rivali. CURVA DI DOMANDA: i consumatori sono ordinati in modo decrescente. Per ogni prezzo P il grafico indica quanti studenti sarebbero disposti a comprare un bene (ossia il numero di studenti la cui DAP= DISPONIBILITÀ A PAGARE è pari o superiore a P). CURVA DI OFFERTA: esprime le decisioni ottimali dell’impresa, il prezzo a cui l’impresa offre il bene; è inclinata positivamente. L’offerta dipende dalla DAA= DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE una certa somma di denaro in cambio di un’unità di bene da parte dei venditori. Ordinando i venditori rispetto alla propria DAA è possibile tracciare una curva di offerta. I venditori sono ordinati in senso crescente: la curva è dunque crescente. 56 MARSHALL (1842, 1924) È tra i fondatori della cosiddetta teoria economica neoclassica. Gettò nuove fondamenta per l’analisi di domanda e offerta introducendo i concetti fondamentali di costo marginale e utilità marginale. A lui si deve inoltre il concetto di surplus dei consumatori e dei produttori. Egli riteneva che l’economia consentisse di “capire le influenze che il modo in cui l’uomo si guadagna da vivere esercita sulla qualità della sua vita”. Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd 8.2 IL MERCATO E IL PREZZO D’EQUILIBRIO In un mercato il prezzo finale è determinato dall’incontro delle curve di domanda e offerta. Marshall chiamò il prezzo in grado di eguagliare domanda e offerta PREZZO DI EQUILIBRIO. In corrispondenza di questo prezzo tutti gli acquirenti, in cerca di un bene, e tutti i venditori, interessati a cedere il proprio, sono in grado di concludere una transazione con una controparte. Quindi le forze che lo determinano si bilanciano ed esso non varia con il passare del tempo a meno che non intervengano fattori esterni a disturbarlo. Dunque, il mercato è in equilibrio quando le azioni di acquirenti e venditori non determinano alcuna variazione del prezzo e della quantità scambiata. Per prezzi superiori ad esso, i venditori erano disposti a vendere grandi quantità dei loro prodotti, tuttavia, pochi erano i mercati disposti a comprare, vi era cioè un ECCESSO DI OFFERTA. L’eccesso di offerta viene colmato dalla diminuzione del prezzo. Analogamente, per prezzi inferiori a quello di equilibrio, i venditori preferivano aspettare a vendere. Sei in corrispondenza di un certo livello dei prezzi la quantità offerta non eguagliava la quantità domandata, alcuni venditori o compratori potevano trarre beneficio da una variazione del prezzo (il prezzo vigente non rappresentava un equilibrio di Nash). Punto d’equilibrio ha due aspetti: - Aspetto meccanico: da stabilità - Aspetto normativo: cioè si vorrebbe fare di meglio ma non si può. Il consumatore vorrebbe un prezzo più basso ma è vincolato dall’impresa e viceversa. Il punto d’equilibrio è la migliore combinazione visto ciò che vogliono consumatore e produttore. PRICE-TAKER: Sono produttori e consumatori che non traggono beneficio nel concludere transazioni a prezzi diversi da quello di mercato, in quanto non dispongono del potere di influenzare il prezzo di mercato, ciascuno lo prende come dato.  I produttori sono price-taker a causa della presenza di altri produttori e del fatto che gli acquirenti si rivolgeranno sempre al venditore che pratica il prezzo più basso.  I consumatori sono price-taker quando il numero degli altri potenziali acquirenti è elevato e le imprese possono vendere il bene a chiunque sia disposto a pagare il prezzo più alto.  Per entrambi la competizione elimina il potere di contrattare un prezzo vantaggioso. L’equilibrio di un mercato di questo tipo viene detto EQUILIBRIO CONCORRENZIALE È un equilibrio di Nash perché, dato il comportamento degli altri, nessun agente può trarre beneficio da comportamenti diversi dall’accettare anche il prezzo di mercato. Tutti gli acquirenti e venditori sono price-taker e, in corrispondenza del prezzo di mercato prevalente, la quantità domandata è uguale a quella offerta. EQUILIBRIO DI NASH rappresenta una situazione nella quale nessun agente razionale ha interesse a cambiare strategia: l'equilibrio di Nash rappresenta quindi la situazione nella quale il gruppo si viene a trovare se ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé, cioè mirare a massimizzare il proprio profitto a prescindere dalle scelte degli avversari. 57 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Supponiamo che il profitto sia: profitto=pq−q2→ π=20 q−q2 p= 20 q= quantità venduta 20q= ricavo totale q2= costo Massimo profitto: 20−2 q=0→q=10 Supponiamo che il prezzo possa essere variabile e che quindi diventi: p=2q quindi ora il profitto è: π=2q−q2 Massimo profitto: 2−2q=0→ q=1 / p-2q=0 p= 2q Come varia la produzione al variare del prezzo? Come si costruisce la curva di offerta dell’impresa? È la curva del costo marginale dell’impresa. Siccome il CMg cresce per indurre le imprese a produrre di più occorre aumentare il prezzo. Se i costi marginali fossero decrescenti la storia sarebbe diversa. 8.4 OFFERTA DI MERCATO ED EQUILIBRIO Per ricavare la curva di offerta di mercato non dobbiamo fare altro che sommare le quantità offerte da tutte le imprese del mercato per ciascun prezzo. La curva di offerta di mercato esprime la quantità complessivamente offerta dei panifici per ogni dato livello del prezzo. Essa è dunque la curva di costo marginale del mercato. Relazione curva di domanda e offerta di mercato A = punto di equilibrio. In equilibrio, ciascun panificio produce una quantità individuata a partire dalla propria curva di costo marginale a cui corrisponde un costo marginale pari a 2€. L’equilibrio corrisponde a un punto al di sopra della curva di costo medio, cioè al di sopra della curva cui corrispondono profitti nulli. I proprietari dei panifici stanno dunque ottenendo una rendita economica (profitti in eccesso rispetto al profitto normale). 8.5 L’EQUILIBRIO CONCORRENZIALE I benefici generati dall’allocazione di equilibrio possono essere misurati utilizzando i concetti di surplus. Quando il mercato è in equilibrio e la quantità offerta eguaglia la quantità domandata, il surplus totale corrisponde all’area compresa tra la curva di domanda e la curva di offerta. La quantità del bene scambiata in equilibrio corrisponde al punto in cui la curva di offerta di mercato, che corrisponde alla curva di costo marginale, interseca la curva di domanda di mercato, mentre il surplus totale corrisponde all’intera area compresa tra le due curve. L’equilibrio concorrenziale massimizza il surplus totale: se la produzione giornaliera fosse inferiore a 5000 kg di pane, il surplus sarebbe inferiore. Le imprese rinuncerebbero in questo caso a parte dei profitti. Parte del beneficio totale derivante dallo scambio andrebbe perduto e si registrerebbe una perdita secca. Se la produzione eccedesse i 5000 kg di pane giornalieri, il surplus corrispondente alla quantità in eccesso sarebbe negativo: il costo marginale di produzione sarebbe infatti superiore alla disponibilità a pagare dei consumatori. 60 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Nel punto A dove domanda e offerta si incontrano possiamo individuare le due aree del surplus: consumatore e produttore. Nel caso della concorrenza perfetta (P=CMg) l’area è massima, c’è un vantaggio per la collettività, questo surplus massimo. Nel caso in cui P> CMg (grafico sopra) abbiamo una perdita di benessere= perdita secca. Il mercato di concorrenza perfetta è il mercato che avvantaggia di più la collettività: produttori e consumatori; realizza il massimo beneficio. Può P < CMg? No. Il punto A è il punto di efficienza paretiana (non è valida dal punto di vista dell’equità distributiva): entrambi i soggetti ricevono il vantaggio maggiore che possono ottenere, se c’è la perdita secca no. EFFICIENZA PARETIANA L’allocazione di equilibrio è Pareto-efficiente per conseguenza di tre assunzioni: - Gli agenti sono price-taker e non possiedono alcun potere di mercato. Le imprese offriranno dunque una quantità di output tale da eguagliare costo marginale e prezzo di mercato. - Lo scambio bene-moneta è governato da un contratto completo che regola i rapporti tra acquirente e venditore in ogni possibile circostanza. - Nel modello abbiamo implicitamente assunto che il funzionamento del mercato del pane non interessa in alcun modo gli individui che non effettuano scambi. EQUITÀ Il fatto che un’allocazione sia riconosciuta come Pareto-efficiente non implica necessariamente che essa sia desiderabile. Possiamo notare che, anche se consumatori e produttori percepiscono un surplus positivo, il surplus dei primi è maggiore di quello dei secondi. Ciò è legato al fatto che la curva di domanda è leggermente più ripida della curva di offerta, è dunque meno elastica dell’offerta. In generale, la distribuzione del surplus totale tra consumatori e produttori dipende dal rapporto tra l’elasticità della domanda e quella dell’offerta. 8.6 VARIAZIONI DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA 1. Effetti di una variazione della domanda L’aumento della domanda (consumatori sono diventati più ricchi, cioè il reddito è >; oppure sono cambiati i gusti dei consumatori) determina il raggiungimento di un nuovo equilibrio. Al prezzo originale si verificherebbe un eccesso di domanda e i venditori sarebbero così indotti ad alzare i prezzi. Nel nuovo punto di equilibrio, prezzo e quantità sono superiori rispetto i valori registrati in corrispondenza dell’equilibrio iniziale. - La curva di domanda si sposta verso destra perché la quantità domandata è cresciuta per ogni possibile livello di prezzo. - La traslazione ha come effetto una variazione del prezzo. - Ciò porta un incremento della quantità offerta. - La curva di offerta, tuttavia, non si è spostata e non possiamo quindi parlare di “aumento dell’offerta”. In seguito a un aumento della domanda, la quantità di equilibrio cresce, e lo stesso fa il prezzo. Quanto più la curva di offerta è ripida (ossia inelastica), tanto maggiore sarà l’aumento del prezzo, e tanto minore sarà l’aumento della domanda. 61 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Se la curva dell’offerta è piatta (elastica), al contrario, l’aumento della domanda causerà un marcato aumento della quantità, mentre l’aumento del prezzo sarà più modesto. Il prezzo e la quantità prodotta aumentano. Viceversa, se nessuno vuole più quel bene si verificano conseguenze opposte. Le fluttuazioni del prezzo sono imputabili alla variazione della domanda. Bisogna però chiarire che: se il prezzo del bene cambia ci muoviamo sempre sulla stessa curva di domanda, quello che fa spostare la curva di domanda non è il cambiamento del prezzo ma sono altri fattori come appunto un aumento del reddito o un’efficace pubblicità che ha fatto si che i gusti dei consumatori cambiassero. 2. Effetti di variazione dell’offerta a. dovuta a un aumento della produttività La scoperta, per esempio, di una nuova tecnica produttiva può determinare una diminuzione del costo marginale per ogni livello di produzione. La curva di costo marginale subisce una traslazione verso il basso, lo stesso accade alla curva di offerta di mercato; l’adozione della nuova tecnologia porta dunque a: - Un aumento dell’offerta - Una riduzione del prezzo - Un aumento della quantità venduta . Gli aumenti della domanda e dell’offerta richiedono un aggiustamento di prezzo per riportare il mercato in equilibrio. Queste variazioni sono dette shock di domanda e di offerta. Shock= esogeno quando la sua provenienza è esterna al modello, cioè quando essa è in grado di mostrare le conseguenze ma non le cause. Endogeno quando deriva da dentro, cioè dal funzionamento del modello stesso. b. dovuta all’entrata di nuove imprese Un altro fattore in grado di determinare variazioni dell’offerta è l’entrata di nuove imprese nel mercato, o l’uscita di alcune delle imprese che vi operano. Ciò determinerà un aumento dell’offerta di mercato, che sarà causa di una riduzione del prezzo e di un aumento della quantità d’equilibrio. L’ingresso delle nuove imprese nel mercato determina una traslazione verso destra della curva di offerta e al prezzo di equilibrio iniziale si determina un eccesso di offerta. Il nuovo equilibrio è individuato in corrispondenza del punto B. L’entrata di nuove imprese nel mercato non sarà vista favorevolmente dalle imprese esistenti. In conseguenza all’entrata, il prezzo di mercato scende e questo causa una contrazione dei profitti delle imprese che già vi operavano. 8.7 L’EFFETTO DELLE IMPOSTE Imposte diverso da tasse. Tassa= corrispettivo che si paga per ottenere un servizio pubblico (può coprire il costo del servizio completamente oppure parzialmente). Imposta= prelievo coattivo di reddito effettuato dallo Stato per sostenere la spesa pubblica. I governi possono ricorrere alla tassazione per finanziare la gestione della cosa pubblica o per modificare la locazione di un bene o di un servizio nel mercato. 62 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Il modello di concorrenza perfetta descrive un’economia di mercato ideale. È possibile formalizzare in modo relativamente semplici i principali aspetti dell’interazione di mercato e, nella misura in cui le assunzioni fatte siano plausibili, effettuare utili previsioni. Valutare se sia o no possibile utilizzare un modello per trarre conclusioni circa il funzionamento del mondo reale= fase importante dell’analisi economica. La concorrenza perfetta richiede che i consumatori siano sufficientemente sensibili alle variazioni dei prezzi e a stimolare la competizione tra imprese. Questa proprietà potrebbe non essere soddisfatta in quei mercati dove la scelta relativa a quali prodotti consumare non è immediata. 8.10 IMPRESE PRICE-TAKER E PRICE- SETTER Due diversi modelli di comportamento delle imprese:  PRICE-SETTER: hanno un potere di mercato potere di scegliere il prezzo. Monopolio o imprese impegnate nella produzione di prodotti differenziati rispetto a quello dei concorrenti. Elasticità della domanda elevata e intervallo dei prezzi praticabili ridotto. Ha la possibilità di ricorrere alla pubblicità per spostare la curva della domanda verso dx.  PRICE-TAKER: la competizione fra imprese che producono lo stesso bene fa si che nessuna goda di un potere di mercato. Corrisponde al mercato di concorrenza perfetta. Non può utilizzare la pubblicità perché è un bene pubblico: i benefici che ne derivano avvantaggiano tutte le imprese. 8.11 CONCLUSIONI I consumatori e i produttori che, a causa della concorrenza, non sono in grado di influenzare i prezzi di mercato si dicono price-taker. Un mercato si dice in equilibrio concorrenziale quando tutti i consumatori e produttori sono price-taker e, al prezzo di mercato prevalente, la quantità domandata è pari alla quantità offerta. Le imprese price-taker scelgono la quantità prodotta in modo che il proprio costo marginale eguagli il prezzo di mercato. L’allocazione di equilibrio massimizza i benefici dello scambio. Il modello di concorrenza perfetta descrive un insieme di condizioni ideali che permettono il raggiungimento di un equilibrio concorrenziale. I mercati, nel mondo reale, non soddisfano mai le condizioni necessarie al raggiungimento della concorrenza perfetta. L’ipotesi di agenti price-taker rappresenta però un’utile approssimazione e permette di utilizzare il modello di domanda e offerta per analizzare, ad esempio, gli effetti di uno shock della domanda o dell’introduzione di un’imposta. T= tasse, l’aliquota w= salario L= numero di anni di lavoro N= numero di pensionati p= pensione 65 LÉON WALRAS (1834, 1910) Neo-classico. Sviluppò un modello matematico per l’analisi degli scambi tra consumatori e produttori price-taker. Si prodigò per eliminare dai modelli economici le relazioni umane. Al fine di semplificare l'analisi dei processi economici, così da poter esprimere il funzionamento in termini matematici, rappresenta i rapporti tra agenti economici come relazioni tra input e output e si concentra esclusivamente sullo studio delle economie in stato di equilibrio. Egli rappresentava le relazioni economiche tra una pluralità di mercati interconnessi tramite equazioni matematiche. Si servì appunto della matematica, per creare ciò che oggi è noto come teoria dell'equilibrio economico generale, un modello che descrive il funzionamento di un'economia nella quale tutti i consumatori produttori sono price-taker e la domanda eguaglia l’offerta. Questo modello finisce con il non tenere in adeguata considerazione fattori quali l’imprenditorialità e la creatività, il cui ruolo nella competizione di mercato è di fondamentale importanza. Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd t∗w∗L=N∗p t= N∗p wL Problema dei sistemi pensionistici è che N cresce più di L e quindi per mantenere il sistema occorre aumentare t. L’andamento della spesa pensionistica con il sistema attuale= sistema a ripartizione, se riduciamo L per mantenere in equilibrio il sistema dobbiamo ridurre p. CAPITOLO 10 BANCHE, MONETA E MERCATO DEL CREDITO 10.1 MONETA E RICCHEZZA La moneta è un mezzo di pagamento rappresentato da banconote, depositi bancari qualsiasi altra cosa utilizzabile per l’acquisto di beni e servizi. Moneta, 3 funzioni: - MISURA IL VALORE DI SCAMBIO - INTERMEDIARIO DEGLI SCAMBI: facilita gli scambi - CONSERVA IL VALORE NEL TEMPO: è una riserva del valore Inventata principalmente per superare la difficoltà del baratto= è un bene terzo che fa da intermediario dello scambio. È così importante che c’è una forte relazione tra moneta e politica: grandi regni antichi sono nati anche per il motivo di tutelare il valore della moneta, di battere moneta, ecc. oggi è lo stato che gestisce la produzione, ecc. della moneta, senza stato non esiste la moneta. La moneta si è evoluta nel tempo e dematerializzata. È un bene che ha saputo modificarsi in base alla tecnologia del momento. La moneta ha un’importanza centrale nell’economia. È un bene che ha un’utilità indiretta. Le funzioni monetarie sono andate ampliandosi nel tempo. Esistono due tipi di moneta: - LEGALE (banconote e monete) ha un valore grazie al fatto che esiste un’autorità, lo stato, che agisce come se avesse questo valore. È uno strumento di pagamento privo di valore intrinseco. - FIDUCIARIA (credito) è creata dalle banche e per questo c’è un’intima connessione tra moneta e banca. Un pagamento può essere effettuato immediatamente oppure il bene può essere comprato a credito se qualcuno lo concede. Moneta + banche + credito= seconda anima dell’economia. Abbiamo due tipi di economia: - Economia reale = parte dell’economia legata alla produzione e distribuzione di beni e servizi. - Economia monetaria = è il ramo dell’economia politica che studia le determinanti della domanda e dell’offerta di moneta e le loro conseguenze sull’economia reale. L’opinione degli economisti sulla moneta è cambiata nel tempo: prima di Keynes si pensava che i flussi monetari non avessero molta importanza sull’economia, la moneta non condizionava il sistema economico. In effetti, prima di Keynes, la visione della moneta era legata ad una equazione: equazione quantitativa dellamoneta : M∗V=P∗Q M= offerta di moneta, moneta in circolazione P= indice dei prezzi V= velocità di circolazione di moneta Q= quantità prodotta 66 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Creazione di moneta= stampa del contante da parte della Zecca, ma la maggior parte viene creata dalla BCE, depositaria dell’offerta di moneta: 1) concede prestiti alle altre banche 2) stampa della moneta metallica 3) acquisto dei titoli del debito pubblico (BCE compra e in cambio offre moneta). Possiamo riscrivere l’equazione: Indice generale dei prezzi : P= M∗V Q Per cercare di dare una struttura gli economisti ritengono che: V sia k Q sia k, cioè l’economia riesca ad arrivare ad un livello di produzione ottimale o non modificabile. Sulla base di queste due assunzioni (bloccando V e Q), emerge una relazione diretta tra il livello dei prezzi (P) e l’offerta di moneta (M). INFLAZIONE= è l’aumento generalizzato e prolungato dei prezzi che porta alla diminuzione del potere d’acquisto della moneta e quindi del valore reale di tutte le grandezze monetarie. È una tassa che ti porta via dei soldi ma in maniera subdola perché non te ne rendi conto. L’inflazione è sempre un fenomeno monetario, dipende dalla quantità di moneta che circola nel sistema economico. Per cercare di frenare l’inflazione occorre ridurre la quantità di moneta in circolazione. La moneta ha un: - VALORE NOMINALE: ho 500€, prezzo teorico associato ad un bene, ad una valuta. - VALORE REALE: è il prezzo di mercato di un bene, è il valore dato dalle cose che posso acquistare con quella somma di moneta, cioè con 500€. Da cosa dipende? Dai prezzi, se > il potere di acquisto della moneta si riducono e viceversa. Supponiamo che l’inflazione aumenti, ciò significa che la stessa moneta ha lo stesso valore nominale, ma un valore reale, un potere d’acquisto minore. Come si calcola l’inflazione? La calcola l’ISTAT che predispone un paniere di beni che deve essere rappresentativo di una famiglia media e ogni mese misura il pezzo di questi beni e poi fa il confronto fra la spesa di un bene tra un mese e l’altro INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO. Come facciamo a difenderci dall’inflazione? Tecnica usata è quella dell’INDICIZZAZIONE. Ciò significa che alla somma si aggiunge il valore del tasso di inflazione. In questo modo il valore reale della somma rimane lo stesso, il potere d’acquisto si mantiene. Se invece i prezzi crescono più dell’indice, la somma si riduce, altrimenti no. La moneta, quindi, introduce degli elementi di criticità nell’economia. La moneta ha un potere d’acquisto e dipende dall’andamento dei prezzi. Ciò verrà criticato da Keynes. POLITICA ECONOMICA: è la disciplina che studia gli effetti dell'intervento dei poteri pubblici e dei soggetti privati nell'economia allo scopo di elaborare interventi destinati a modificare l'andamento del sistema economico a livello macroeconomico per il raggiungimento di determinati obiettivi economici prefissati. Abbiamo due canali: - Spesa pubblica POLITICA FISCALE: riguarda manovre sulla spesa pubblica, può essere espansiva o restrittiva. 67 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Con un tasso di interesse maggiore (78%), oggi mi prestano 56€ e io domani dovrò ridarne 100€. I consumatori vogliono tassi di interesse bassi perché così il futuro costa meno; i creditori vogliono tassi di interesse alti perché rappresentano i loro rendimenti. PRODOTTO FINANZIARIO: contratto con cui io presto a un altro dei soldi, il quale nel tempo me li ridarà con interessi. 10.3 IMPAZIENZA E RENDIMENTI MARGINALI DEL CONSUMO DECRESCENTI 10.4 DISTRIBUIRE I CONSUMI NEL TEMPO IN MODO OTTIMALE La distribuzione del consumo dipende da quanto una persona decide di distribuire più o meno uniformemente il consumo tra il presente e il futuro e da quanto sia impaziente di consumare. Quando in un certo periodo di tempo, l’utilità che deriva dal consumo di un’unità aggiuntiva di un bene decresce all’aumentare della quantità consumata, si parla di RENDIMENTI MARGINALI DEL CONSUMO DECRESCENTI. La presenza di rendimenti marginali decrescenti porta un soggetto a distribuire il livello di consumo tra i due periodi, evitando di consumare troppo oggi e troppo poco in futuro. TASSO DI IMPAZIENZA: è un dato psicologico. Per capire se una persona è impaziente occorre domandarle se il valore che attribuisce ad un bene oggi è maggiore di quello attribuisce allo stesso bene domani, in una situazione nella quale la disponibilità di quel bene è la stessa nei due periodi. Questo tasso varia per ciascuno di noi. La combinazione ottima è individuata dal punto di tangenza E nel quale la pendenza della curva di indifferenza deve essere uguale a quella della frontiera. Possiamo definire il TASSO DI SCONTO INTERTEMPORALE ρ di una persona come la pendenza della sua curva di indifferenza - 1; esso rappresenta il valore relativo che un soggetto attribuisce ad un’unità addizionale di consumo attuale rispetto a un’unità in più di consumo futuro. Se ρ è alto si è disposti ad aspettare. Se ρ è basso non lo si è. Il tasso di sconto dipende sia dal desiderio di distribuire nel tempo i livelli di consumo (alcuni dispongono di un reddito oggi, altri in futuro, e questo incide sul loro tasso di sconto intertemporale e sull’opportunità a loro disposizione; inoltre, c’è chi ha la possibilità di investire e chi no), sia dal grado di pura impazienza. Martedì 11/05/2021 10.8 LE BANCHE, LA MONETA E IL RUOLO DELLE BANCA CENTRALE Banca: è un’impresa che produce profitti operando nel mercato del credito. Se il tasso di interesse passivo, che si paga sui depositi è minore di quello attivo applicato ai crediti concessi, questa differenza permette alle banche di realizzare dei profitti i attivo – i passivo = profitto per banca BANCA NAZIONALE= nasce nei primi del 900, prima ogni banca poteva stampare moneta ma poi si è visto che ciò creava confusione e incertezza nell’economia, così si decise di centralizzare questa funzione. Le BCN spariscono, hanno un ruolo marginale, loro compito è di vigilanza e sorveglianza del buon funzionamento del sistema bancario. 70 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Poiché abbiamo aderito al trattato di Maastricht questa funzione monetaria è stata assunta da un’unica banca centrale, non di ogni paese, ma europea BCE. Ora essa gestisce la politica monetaria in base ai risultati economici della zona dell’euro. L’euro crea delle criticità: la moneta ha funzioni fondamentali nell’economia di un singolo paese ma se deve rispondere alle esigenze di un’intera area le misure di politica monetaria non saranno ottimali per tutti i paesi, per alcuni meglio per altri peggio. BCE regola l’emissione di moneta, controlla la quantità di moneta nei paesi dell’unione europea. 3 canali: - Stampa della moneta legale - Finanziamento delle banche (concede mutui, prestiti alle altre banche) - Acquisto dei titoli di stato La moneta creata dalla BCE si chiama BASE MONETARIA o MONETA LEGALE (contanti e riserve= cioè i conti correnti tenuti dalle banche presso la BCE). Le singole banche possono aumentarla attraverso l’attività creditizia chiamata anche MONETA FIDUCIARIA o MONETA BANCARIA. Ma come fanno? Esempio: Banca A Banca B Banca C 20, 16, 12,8, ecc. la banca li tiene come riserva obbligatoria. Un versamento iniziale di 100€ ha prodotto un flusso di moneta che ammonta a 80+64+51,2+ecc cioè una quantità di moneta che è un multiplo rispetto alla quantità iniziale. La BCE può controllare li flusso di moneta controllando la riserva obbligatoria, essa può decidere di > o <. Se il coefficiente di riserva obbligatorio aumenta le banche hanno meno possibilità di effettuare dei prestiti e perciò l’offerta di moneta si riduce; viceversa se diminuisce. M= B r M= moneta B= BCE R= coefficiente di riserva obbligatorio Parlare di creazione di moneta può suggerire che esiste un modo semplice per creare profitti, ma la moneta bancaria rappresenta una passività, l’attività per la banca è rappresentata dal prestito. Le banche generano profitti solo addebitando gli interessi. La quantità di moneta complessivamente posseduta dai soggetti non bancari è la somma della base monetaria e della moneta bancaria. MUTUO= è un prestito a lungo termine che deve essere rimborsato entro una specifica data. Concetto di liquidità: un’azione ha una diversa liquidità rispetto alla moneta, ad un’obbligazione, ecc. Un prodotto finanziario è più liquido quanto prima può essere trasformato in moneta contante. I depositi sono liquidi (su richiesta del risparmiatore sono immediatamente utilizzabili), mentre i prestiti non lo sono. Il servizio della trasformazione delle scadenze è essenziale per il funzionamento di un’economia, ma espone la banca a delle forme di rischio: - RISCHIO DI LIQUIDITÀ titolo che io compro può non essere vendibile sul mercato, non posso trasformarlo in moneta. Si può perdere il valore nominale dell’azione. Le banche fanno profitti prestando molto più denaro di quanto esse non posseggono sotto forma di moneta legale, perché contano sul fatto che risparmiatori non necessitano tutti 71 attivo passivo 20 100 80 attivo passivo 16 80 64 attivo passivo 12,8 64 51,2 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd contemporaneamente dei fondi depositari. Se ciò accadesse e la banca non riuscisse a soddisfare tutte le richieste di rimborso, la banca rischierebbe il fallimento bancario. - RISCHIO DI CREDITO o INSOLVENZA eventualità che il debitore non onori il suo debito, prestito non rimborsato. 10.9 IL MERCATO DELLA MONETA E I TASSI DI INTERESSE Il ruolo della BCE è fissare l’offerta di moneta, a attraverso ciò svolge un’altra funzione= DETERMINARE IL TASSO DI INTERESSE. Attraverso la loro attività le banche creano moneta. Ma per svolgere le transazioni richieste da tale attività necessitano di base monetaria. Per ottenerla le banche devono approvvigionarsi sul mercato della moneta con prestiti a breve termine. Le banche si prestano reciprocamente denaro, poiché in ogni momento alcune di esse sono in carenza di liquidità, altri in eccesso. Ma da che cosa dipende il tasso di interesse, ossia il prezzo da pagare per ottenere liquidità sul mercato della moneta? Ragioniamo in termini di domanda e offerta:  La domanda di base monetaria dipende dal numero di transazioni che le banche commerciali devono eseguire.  L’offerta di base monetaria è determinata dalla banca centrale. Poiché controlla l’offerta di base monetaria, la banca centrale di fatto decide il tasso di interesse che viene denominato TASSO DI RIFERIMENTO: si applica ai prestiti che le banche ottengono dalla Banca centrale o da altre banche. Esso è importante anche per il resto dell’economia, per le sue ripercussioni sugli altri tassi. Il tasso di interesse medio addebitato dalle banche commerciali a imprese e famiglie è chiamato tasso sui prestiti bancari: è generalmente maggiore del tasso di riferimento, per garantire alle banche un margine di profitto, ed è tanto maggiore quanto più il prestito è percepito come rischioso dalla banca. La differenza fra il tasso sui prestiti bancari e il tasso di riferimento definisce il markup (o spread). Struttura di un sistema finanziario I risparmiatori affrontano solo due scelte: depositare denaro in un conto corrente bancario o acquistare titoli di Stato nel mercato della moneta. Il tasso di interesse che una banca ti fa pagare dipende da due cose: il tasso deciso dalla BCE + l’incremento proposto proprio dalla tua banca. IL VALORE ATTUALE Azioni, prestiti bancari, obbligazioni sono attività che generano flussi di reddito futuro. Come valutarli? Occorre calcolarne il valore attuale. Esso è l’ammontare che ci rende indifferenti tra acquistare e non acquistare il titolo. È la somma che potrò riscuotere fra anni. 72 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Se il valore delle attività è inferiore a quello delle passività, il patrimonio netto assume valore negativo e la banca si dice insolvente. ATTIVITÀ: - Contanti riserve presso la banca centrale (fondi liquidi e parte della base monetaria, 2%) - Attività finanziarie possedute dalla banca (titoli di Stato) - Prestiti ad altre banche - Prestiti a famiglie e imprese (attività principale, 55%) - Immobilizzazioni materiali PASSIVITÀ (tre forme di finanziamento bancario): - Depositi bancari (la banca è debitrice dell’ammontare corrispondente alle famiglie e alle imprese. Ogni banca deve assicurarsi di avere denaro e riserve presso la banca centrale sufficienti per fronteggiare la richiesta di ritiro dei depositanti i trasferimenti netti di quel giorno. Considerando che detenere liquidità e riserve è un costo opportunità, le banche mirano ad ottenere al minimo l’ammontare di liquidità e di riserve.) - Prestiti garantiti e non - Patrimonio netto (comprende le azioni emesse dalla banca i profitti accumulati, che non sono stati ancora distribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi) Un modo per descrivere l’affidabilità finanziaria di una società è quello di valutare il suo rapporto di indebitamento, comunemente indicato come LEVERAGE= totale delle attività patrimonio netto . 10.11 COME IL TASSO DI RIFERIMENTO INFLUENZA LE DECISIONI DI SPESA Individui, imprese prendono denaro in prestito per finanziare i loro acquisti. Maggiore il costo del finanziamento (rappresentato dal tasso di interesse), minore il livello corrente di spesa, che a sua volta incide sulle decisioni di un’impresa riguardo a quanti lavoratori assumere e a quali prezzi praticare. Questa leva permette alla banca centrale di influenzare il livello di spese del sistema economico, e quindi il livello di occupazione e di inflazione. Effetti sul livello dei consumi di un minor tasso di interesse: una variazione del tasso di interesse agisce dunque sul livello di spesa attraverso i suoi effetti sulla domanda di immobili e altri beni duraturi; stabilizzando la spesa destinata a queste tipologie di beni è possibile ridurre le fluttuazioni dell’intero sistema economico. 10.12 L’ACCESSO AL CREDITO: UN PROBLEMA PRINCIPALE-AGENTE Prestare denaro è un’attività rischiosa. Se cresce il rischio che accadono eventi inevitabili, cresce anche il tasso di interesse praticato da chi presta il proprio denaro. Creditore, altri due problemi: 1) il prestito è destinato al finanziamento di un’attività o un investimento, non sempre è possibile per il creditore verificare che il debitore stia facendo tutto quanto nelle sue possibilità per garantirne il successo. 2) Il debitore potrebbe avere delle informazioni inaccessibili al creditore, riguardanti la qualità del progetto e la possibilità di realizzarlo. Fra il creditore e il debitore vi è dunque una relazione principale-agente. Il creditore (principale) non ha assolutamente la possibilità di assicurarsi l’adempimento del debitore (agente) mediante un contratto, poiché non è possibile specificare contrattualmente tutte le circostanze che consentono di identificare (rendere verificabile in caso di azione legale) un comportamento prudente= impegno adeguato da parte del debitore, tali da garantire la restituzione del prestito. Il creditore può tuttavia moderare il conflitto di interessi chiedendo al debitore di impegnarsi nel progetto con la propria ricchezza: tanto maggiore il capitale proprio investito nel progetto, quanto più allineati saranno gli interessi dei due soggetti o può richiedere una garanzia patrimoniale (esempio: un’ipoteca). Ciò riduce il conflitto di interessi tra i due soggetti. Infatti, quando una parte della sua ricchezza rischia, il debitore sarà maggiormente incentivato ad impegnarsi nel successo del progetto. 75 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd 10.13 CREDITORI, DEBITORI ESCLUSI DAL CREDITO: GLI EFFETTI SULLA DISUGUAGLIANZA L’esclusione dei meno abbienti dal credito o il loro accesso a condizioni più sfavorevoli risultano evidenti in molte circostanze (razionamento, esclusione, accesso limitato del credito). Le differenze di reddito tra coloro che concedono credito e coloro che lo tengono rimane ancora oggi un importante fonte di disuguaglianza. Possiamo analizzare tale disuguaglianza tra debitori e creditori usando la curva di Lorenz e il coefficiente di Gini; essi illustrano quanto pesa sulla disuguaglianza il fatto che alcune persone si trovino a poter trarre profitto dalla propria posizione di creditori. Chi ha meno ricchezza ha un accesso limitato al credito e ha meno possibilità di cogliere opportunità di investimento, che sono invece accessibili a chi possiede maggiori ricchezze. Inoltre, il creditore gode spesso di un maggior potere contrattuale nella determinazione del tasso di interesse sui prestiti che concede, circostanza che gli consente di appropriarsi di gran parte dei guadagni derivanti dalla transazione. 10.14 CONCLUSIONI La moneta e il credito sono fondamentali per l’economia. Nelle economie moderne la creazione di moneta è inestricabilmente legata alla creazione di credito, realizzata dalle banche sulla base di regole fissate del governo e sotto la supervisione della Banca centrale. Ottenere-concedere denaro in prestito permette alle persone di uniformare nel tempo i propri livelli di consumo anche in presenza di redditi variabili da un periodo all’altro, di soddisfare la propria impazienza e di finanziare investimenti in grado di aumentare le possibilità di consumo future. CAPITOLO 11: esamina le dinamiche di mercato, come cambia il prezzo, la domanda, l’offerta. 11.1 LA RICERCA DI RENDITE SPINGE I PREZZI VERSO L’EQUILIBRIO - Nell’equilibrio concorrenziale, tutti gli scambi avvengono allo stesso prezzo (il prezzo di equilibrio) e i compratori e i venditori prendono il prezzo come dato; uno spostamento esogeno dell’offerta o della domanda fa cambiare il prezzo permettendo al mercato di raggiungere il nuovo equilibrio. - Comportarsi da price-taker non è più la strategia migliore, meglio diventare price-maker. - Alzando il prezzo, il venditore aumenta i profitti e guadagna una rendita economica (rendite potenziali), visto che i suoi profitti superano la somma che sarebbe necessaria per mandare avanti il negozio. Dato che il prezzo ora è maggiore del costo marginale, potrà anche decidere di produrre e vendere più beni. Lo stesso però faranno gli altri venditori che alzeranno i prezzi e aumenteranno l’offerta. - I venditori cercando di ottenere una rendita, portano l’industria e il mercato al nuovo punto d’equilibrio, tornando tutti a essere price-taker, fino al prossimo cambiamento delle curve di offerta e domanda. 11.2 L’ORGANIZZAZIONE DEL MERCATO PUÒ INFLUENZARE I PREZZI Le interazioni sociali e il modo in cui un mercato è organizzato possono incidere significativamente sui prezzi. Essi derivano dagli interessi degli acquirenti e dei venditori e dalle relazioni fra essi intercorrenti. L’organizzazione del mercato determina il modo in cui queste relazioni influenzano i prezzi. 11.3 EQUILIBRI DI BREVE E DI LUNGO PERIODO 76 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd La condizione d’equilibrio è caratterizzata dal fatto che il prezzo sia uguale al costo marginale anche se ciò in via generale non è uguale, c’è sempre un margine.  BREVE PERIODO l’impresa produce una quantità di bene che consente all’impresa di ricavare un certo profitto. Indica che c’è qualcosa che per ora si mantiene costante, anche se potrebbe cambiare nel futuro. In questo caso è in equilibrio fintanto che il numero di aziende nel mercato rimane costante. Poiché le imprese presenti sul mercato guadagnano una rendita, non possiamo aspettarci che questa situazione duri a lungo. Il numero di imprese è esogeno. È raggiunto quando tutti adattano al meglio le variabili più facilmente modificabili, lasciando costanti le altre.  LUNGO PERIODO  caratterizzato dal fatto che non entra più nessuna impresa nel mercato, esso è stabile. Si realizza questa condizione quando prezzo = costo marginale = costo medio  P=CMg=CM . L’extra-profitto o profitto economico è zero. Questa condizione di lungo periodo è importante per due aspetti: o P = CMg: condizione d’efficacia perché io produco fino al punto in cui il p eguaglia il costo marginale. Produco ciò che il mercato, i consumatori, la domanda vogliono. o P = CM: Il numero di imprese è endogeno, determinato dal modello. Se la domanda di un bene aumenta, in presenza di una curva di offerta ripida (inelastica) nel lungo periodo, quando il numero delle imprese è fisso, vedremo un aumento molto marcato del prezzo del bene e un aumento relativamente modesto della quantità. Nel breve periodo, data la possibilità che le imprese hanno di entrare uscire dal mercato, facendo diminuire il prezzo e aumentare ulteriormente la quantità, diciamo che l’offerta del bene è più elastica nel lungo periodo. Profitto l’eccedenza del totale dei ricavi sul totale dei costi. Extra-profitto è il ricavo netto addizionale determinato dalla differenza tra il prezzo e il costo medio di produzione e consiste in un’eccedenza sul profitto normale.  lungo periodo breve periodo 77 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Diagnosi: gli individui non tengono conto dei costi che le proprie decisioni impongono ad altre persone. Trattamento: regolamentare le azioni che impongono costi a terzi, o imporre a chi le compie di compensare tali costi. Per comprendere perché il mercato possa fallire, può essere d’aiuto ricordare quali condizioni ne permettono l’esistenza. La proprietà privata rappresenta un requisito fondamentale. L’esistenza di funzionamento di un mercato, presuppongono dunque, la presenza di istituzioni e di norme sociali. Le autorità politiche hanno introdotto leggi e meccanismi sanzionatori che garantiscono i diritti di proprietà e rispetto dei contratti. Le norme sociali fanno sì che i diritti di proprietà altrui vengono rispettati anche nei casi in cui è improbabile o impossibile garantire l’esecuzione ricorrendo al sistema giudiziario. Vi sono, però, beni di fondamentale importanza che non possono essere comprati o venduti (esempio: ambiente incontaminato). Le politiche pubbliche sono degli interventi statali delle autorità statali nell'economia, queste hanno un limite e i compiti variano a seconda dei bisogni. Il più delle volte vengono attuate nei momenti di crisi. Il fallimento di mercato, quando l'economia non è efficiente avviene in tre casi: - monopolio dell'impresa; - presenza di esternalità, l'impresa non raggiunge l'efficienza, possono essere positive o negative; - per i beni pubblici, studiati dalla scienza della finanza, sono beni che non vengono prodotti da un'impresa privata. Il problema delle esternalità è a causa dell'economia. 12.1 GLI EFFETTI ESTERNI DELL’INQUINAMENTO Quando il mercato conduce ad una locazione non Pareto-efficiente diciamo di essere in presenza di un fallimento del mercato. Quando le azioni di produttori consumatori hanno effetto su soggetti terzi, non coinvolti nello scambio, è probabile che la condizione di Pareto-efficiente non sia verificata e che si abbia un altro caso di fallimento del mercato. L’analisi dei benefici dello scambio deve tener conto non solo dei surplus dei produttori e consumatori, ma anche dei costi e benefici percepiti da tutti gli individui che, pur non impegnati nello scambio, ne subiscono gli effetti. Parliamo in questo caso di effetti esterni o ESTERNALITÀ. Il costo marginale sociale = costo marginale privato + costo che l'impresa scarica sulla collettività: l'inquinamento ambientale, che l'impresa non tiene conto. Il costo marginale sociale aumenta nel corso del tempo. Decisione Un’impresa utilizza un pesticida inquinante Effetto esterno Inquinamento delle falde acquifere Costo o beneficio Beneficio privato, costo esterno Inefficienza allocativa Sovra-utilizzo del pesticida, sovrapproduzione della coltura per cui il pesticida è utilizzato Parole chiave Esternalità negativa, spillover ambientale Il costo marginale sopportato dai produttori di banane è detto costo marginale privato. Esso è rappresentato da una curva crescente, visto che il costo di 1 t addizionale di banane è tanto più alta quanto più intensivi sono lo sfruttamento dei terreni coltivabili e l’utilizzo del pesticida. Il costo marginale sociale è maggiore di quello privato in quanto include anche il costo sopportato dai pescatori danneggiati dall’utilizzo del pesticida. Il costo marginale sociale relativo alla produzione di banane è superiore al costo marginale privato. 80 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Il volume di produzione Pareto- efficiente e dunque pari a 38.000 t. In generale, le sostanze inquinanti sono in grado di garantire benefici privati a chi lo utilizza ma impongono un costo esterno alle altre imprese e a tutti gli individui interessati dal degrado ambientale provocato. Per la società nel complesso ciò rappresenta un fallimento del mercato, che determina un eccessivo utilizzo degli agenti inquinanti e un volume di produzione superiore a quello Pareto-efficiente. 12.2 ESTERNALITÀ E CONTRATTAZIONE Anche a livello internazionale possiamo darci obiettivi ambiziosi, riguardo l’ambiente, perché stimola la tecnologia e perché molte risorse tecnologie vengo indirizzate in questa direzione esempio: “Accordi di Parigi”. Per mostrare che la locazione di mercato non è Pareto-efficiente, abbiamo mostrato che i proprietari delle piantagioni e pescatori possono trarre beneficio da un accordo che prevede una riduzione della produzione a fronte di una compensazione monetaria. Con un accordo di questo tipo il fallimento del mercato potrebbe essere corretto. Parleremo di contrattazione à la COASE, riferendosi all’intuizione sviluppata dall’economista Coase, secondo cui, quando si tratta di correggere l’inefficienza allocativa dovuta ad un’esternalità, le soluzioni negoziate privatamente tra le parti possono in molti casi risultare essere preferibili all’intervento pubblico. Secondo Coase, gli agenti coinvolti nella contrattazione conoscono meglio il problema del governo e per questa ragione possono raggiungere più facilmente un esito efficiente. Affinché pescatori e proprietari delle piantagioni siano in grado di negoziare in modo efficace, è necessario che essi si organizzino in modo che una singola persona sia legittimata a stringere accordi validi per tutto il gruppo. Entrambe le parti coinvolte dovrebbero riconoscere la stipula di accordo che prevede una riduzione dell’output a livello Pareto-efficiente in grado di generare mutui benefici. Poiché il guadagno percepito dai pescatori è superiore alla perdita supportata dai proprietari delle piantagioni, i primi sarebbero disposti a pagare i secondi perché riducono la produzione di banane a 38.000 t. L’offerta minima accettabile per i proprietari delle piantagioni corrisponde a ciò che perderebbero rispetto alla situazione iniziale. Se i proprietari delle piantagioni accettassero questa somma come risarcimento, i pescatori otterrebbero un guadagno netto dall’accordo pari al guadagno sociale netto, mentre i proprietari delle piantagioni avrebbero un profitto pari a quello della situazione iniziale. Il pagamento sul quale le parti si accorderanno, compreso tra l’ammontare minimo e massimo, dipende dal potere contrattuale dei due gruppi. La presenza di ostacoli alla contrattazione può impedire il raggiungimento di un esito Pareto-efficiente. Ostacoli: - Impedimenti all’azione collettiva: i soggetti interessati dall’esternalità sono numerosi, la contrattazione dell’accordo potrebbe rivelarsi molto complessa. 81 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd - Mancanza di informazioni: rendere l’industria responsabile per i danni ambientali prodotti è ben più difficile che calcolare i danni causati, ad esempio, dall’incidente provocato da un singolo guidatore imprudente. - Applicabilità dell’accordo: a ciascuna parte coinvolta deve essere garantita la possibilità di far rispettare il contratto che regola lo scambio dei diritti di proprietà. - Difficoltà economiche Per quanto la correzione dei fallimenti del mercato tramite contrattazioni non richieda l’intervento diretto dello Stato, essa non può prescindere dalla presenza di un sistema legale che assicuri il rispetto dei contratti. 12.3 ESTERNALITÀ, POLITICHE PUBBLICHE E DISTRIBUZIONE DEL REDDITO Quale intervento pubblico potrebbe determinare una riduzione della produzione di banane a un livello che tenga conto dei costi imposti ai pescatori? Ci sono più modelli per risolvere il problema: - amministrativo, attraverso la legge, la strada più breve e più semplice. REGOLAMENTAZIONE: il governo potrebbe fissare il volume massimo di produzione. - attraverso l’imposta pigouviana, con l'economia, imponendo un'imposta che aumenta i costi di produzione e i costi per l'impresa e porta il costo marginale privato ad eguagliare il costo marginale sociale, che non si può ridurre, es. “Carbon Tax”. L’imposta corregge il segnale fornito dai prezzi, facendo sì che i proprietari delle piantagioni considero l’intero costo marginale sociale delle proprie decisioni. TASSAZIONE: l’imposta va a rendere più costosa la produzione, fa si che la quantità prodotta sia Pareto-efficiente cioè tiene conto anche degli interessi della comunità. Contrapposizione tra interesse individuale e collettivo: i mercati sono per Smith in grado di risolvere al meglio le problematiche ma essi non funzionano al meglio in caso di esternalità, dove la mano invisibile non riesce ad arrivare. SUSSIDIO: c’è un’esternalità; è una sovvenzione in denaro a cui lo Stato provvede con degli assegni erogati sotto forma di restituzione dell'imposta sul reddito, secondo dei limiti di reddito. Può assicurare che gli agenti tengano in considerazione il beneficio esterno generato dalle proprie decisioni. - l’imposizione di un risarcimento a beneficio dei pescatori. Lo Stato potrebbe richiedere ai proprietari delle piantagioni il pagamento di un risarcimento per i costi imposti ai pescatori. Il risarcimento richiesto è uguale alla differenza tra il costo marginale sociale e il costo marginale privato e corrisponde alla distanza tra la linea rossa e la linea viola nella figura. - TEOREMA DI COASE: sua idea è quella di creare un mercato per le esternalità. Il problema dell’esternalità deriva dal fatto che non si sa chi sia il proprietario del bene che si sta considerando= problema dell’allocazione della proprietà privata. Il suo è il tentativo di ripristinare la domanda e la offerta in caso di esternalità. Esempio: il problema viene internalizzato, quando due attività (acciaieria e pescatori) si fondono insieme: la razionalità economica riprende. Oppure se si dà il diritto a solo una delle due imprese, l’altra sarà costretta a comprarne una parte dall’impresa che ne è in possesso. Questo schema è stato attuato dall’Unione europea. Il principio di Coase: dividiamo la foresta amazzonica in quadratini e poi li mettiamo all’asta. Ci sarebbero i buoni che comprano tot metri quadrati di foresta per non farla toccare da nessuno, poi ci sarebbe l’impresa di falegnameria che pretende i metri quadri a un prezzo superiore. Inizia allora una contrattazione che porta il prezzo al rialzo. È un teorema difficile da applicare quando ci sono tanti soggetti coinvolti. Il CMg non è facile da calcolare perché l’imposta dell’impresa non è esattamente pari al CMg per la società. 82 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd 13.2 FLUTTUAZIONI DELLA PRODUZIONE E DISOCCUPAZIONE La disoccupazione diminuisce nelle fasi di espansione e aumenta in quelle di recessione. Introduciamo ora una legge che mostra la relazione tra le fluttuazioni del prodotto e quelle del livello di disoccupazione, nota come LEGGE DI OKUN. Egli notò che quando la crescita dell’output di un paese era elevata la disoccupazione tendeva a scendere. A una maggiore crescita della produzione corrisponde chiaramente una diminuzione della disoccupazione. Esempio: in un grafico abbiamo tracciato la retta decrescente che rappresenta la migliore approssimazione lineare dei dati. Negli USA la pendenza della retta implica che, in media, un aumento dell’1% nella crescita della produzione fa diminuire il tasso di disoccupazione di circa 0,39 punti percentuali; diremo pertanto che i coefficienti di Okun negli Stati Uniti è -0,39. Legge di Okun è una relazione empirica lineare che associa la crescita del Pil reale alle variazioni della disoccupazione. 13.3 MISURARE L’ECONOMIA AGGREGATA Per descrivere l’economia nel suo complesso gli economisti fanno ricorso a dati statistici aggregati, che misurano cioè la somma delle corrispondenti variabili individuali per l’intera economia. Il Pil è una misura della produzione aggregata, ovvero la somma dell’output di tutti i produttori nel paese considerato. I conti nazionali pubblicati dagli uffici statistici nazionali riportano dati che usano informazioni sul comportamento individuale per costruire un quadro quantitativo dell’intera economia. Ci sono tre diversi modi di stimare il Pil:  SPESA: la spesa totale effettuata da famiglie, imprese, stato e residenti di altri paesi per l’acquisto di beni e servizi prodotti nell’economia nazionale di riferimento.  PRODUZIONE: il totale prodotto dei settori che operano nell’economia nazionale; la produzione viene misurato tramite il valore aggiunto di ogni settore.  REDDITO: la somma di tutti i redditi percepiti. La relazione tra di essi nell’intera economia può essere rappresentata come un flusso circolare. Il Pil può essere definito secondo una qualsiasi tra queste tre prospettive. Ignorando per il momento il ruolo dello Stato o delle importazioni ed esportazioni, mostriamo il flusso circolare tra famiglie e imprese. 13.4 LE COMPONENTI DEL PIL Per studiare la dinamica del PIL la cosa che i macroeconomisti fanno è distinguerle singole categorie di spesa: consumi, investimenti, spesa pubblica, variazione delle scorte, esportazioni, importazioni. Interessante è vedere come pesano sull’economia di un paese. CONSUMI (C) Sono gli acquisti di beni e servizi effettuati dalle famiglie. Possono essere beni durevoli e non. La spesa delle famiglie di beni durevoli come automobili ed elettrodomestici viene contabilizzato tra i consumi nei conti nazionali, sebbene, in termini economici la decisione di acquistare un bene duraturo sia da considerare come una decisione di investimento. Nei paesi sviluppati il consumo è di gran lunga la componente più importante del Pil. INVESTIMENTI (I) Sono le spese da parte delle imprese per nuove attrezzature ed edifici commerciali, nonché in strutture residenziali. I beni prodotti dalle imprese invenduti costituiscono anch’essi investimenti, che vengono registrati separatamente nei conti nazionali, come variazioni delle scorte o giacenze di magazzino. 85 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd SPESA PUBBLICA IN BENI E SERVIZI (G) È la spesa per consumi ed investimenti da parte dello Stato (che consiste in governo centrale-locale, spesso chiamato “Pubblica Amministrazione”). Riguarda beni e servizi. La spesa pubblica per investimenti consiste nella costruzione di strade, scuole o armamenti. Gran parte della spesa pubblica per beni e servizi riguarda istruzione e sanità. La quota della spesa pubblica cambia come variabile macroeconomia e saldo dei conti pubblici non tutta la spesa pubblica rientra in G solo 2 tipi: spesa per beni e servizi e per il personale. La parte rimanente molto importante non viene contata in G; quindi, G sarà una quota molto più piccola della spesa pubblica reale. Ciò avviene perché i trasferimenti pubblici quali le pensioni o i sussidi di disoccupazione sono percepiti dalle famiglie come reddito: quando vengono spesi, sono registrati in C o in I e quindi registrare queste spese anche in G determinerebbe un doppio conteggio. ESPORTAZIONI (X) Sono i beni-servizi prodotti internamente che vengono acquistati da famiglie, imprese e PA degli altri paesi. IMPORTAZIONI (M) Sono i beni e servizi prodotti in altri paesi acquistati da famiglie, imprese e PA dell’economia nazionale. Lo somma di C, I e G ci dà il totale dei beni-servizi complessivamente acquistati dai residenti di ciascun paese. Tale somma non equivale tuttavia al totale dei beni e servizi prodotti in ciascun paese, cioè il Pil, per ottenere il quale occorre includere le esportazioni X e sottrarre le importazioni M. Quest’ultima operazione è necessaria, dal momento che C, I e G includono le spese per beni servizi importati, cioè prodotti all’estero e consumati dei residenti del paese. La somma C+I+G+X-M è detta DOMANDA AGGREGATA. ESPORTAZIONI NETTE (X-M) Sono la differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni, detta anche bilancia commerciale. Essa presenta un disavanzo commerciale se il valore delle esportazioni meno il valore delle importazioni è negativo; presenta un avanzo commerciale se tale differenza è positiva. Crescita del Pil può essere scomposta identificando quanto ciascuna componente della spesa vi abbia contribuito. Si può notare che il contributo di ciascuna componente è dato dal prodotto della quota di questa componente rispetto al Pil moltiplicata per la sua variazione. Esempio: variazione % del Pil= (variazione % dei consumi) x (quota consumi sul Pil) + … 13.5 COME LE FAMIGLIE AFFRONTANO GLI SHOCK Le economie fluttuano, andando incontro a fasi positive e negative. Il termine shock viene usato in economia per riferirsi ad un evento inatteso. Come sappiamo, le persone pensano al futuro e di solito cercano con i loro comportamenti e le loro scelte di anticipare gli eventi incerti. Due casi: -SHOCK COLPISCE UNA SINGOLA FAMIGLIA Due possibili strategie per affrontarlo: - Autoassicurarsi= risparmiare - Condividere il rischio assicurandosi reciprocamente= aiuto delle famiglie più fortunate Le modalità informali di condivisione del rischio tra famiglie e amici sono spesso basate su reciprocità e fiducia. -SHOCK DELL’INTERA ECONOMIA La condivisione del rischio è meno efficace se uno shock negativo colpisce tutti allo stesso momento. Ma è proprio in questi momenti che la condivisione del rischio può rivelarsi più necessaria, dal momento che la sopravvivenza della comunità richiede che le famiglie che sono state relativamente risparmiate dall’evento avverso aiutino quelle colpite più duramente. 86 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd 13.6 PERCHÉ IL CONSUMO TENDE A ESSERE PIÙ STABILE? Un fattore essenziale di stabilizzazione dell’economia è il desiderio delle famiglie di mantenere costante nel tempo il livello del loro consumo di beni e servizi. Per raggiungere questo obiettivo, le famiglie devono programmare in anticipo le loro azioni e devono risparmiare e ottenere prestiti per attenuare gli effetti delle variazioni del reddito sulle scelte di consumo. Come mai i consumi sono più stabili rispetto agli investimenti: assumiamo che prima di iniziare a lavorare reddito e consumo individuale coincidano ma che poi i consumi cambino prima dell’aumento del reddito. Infatti, l’individuo si indebita quando è giovane e il suo reddito è basso. Nel corso della sua vita lavorativa risparmia e restituisce il prestito ottenuto e infine, dopo il pensionamento, quando il suo reddito si riduce, utilizza i suoi risparmi per garantirsi un livello adeguato di consumi. Il modello mette in risalto il desiderio delle famiglie di mantenere un andamento stabile e lineare dei consumi. Quando le famiglie basano le proprie scelte di spesa su considerazioni a lungo termine, il consumo tenderà a variare meno del reddito e gli shock dell’economia verranno attenuati. Modigliani CICLO VITALE DEL CONSUMO: indebitamento: all’inizio della vita lavorativa le persone si indebitano risparmi: fase centrale della vita, essi verranno poi utilizzati dalle stesse persone quando saranno anziane. Questa teoria non corrisponde alla realtà ma ci spiega un po’. Molte famiglie non sono capaci di seguire questo modello, tre principali circostanze: - ACCESSO LIMITATO AL CREDITO: le limitazioni al credito sono negative perché impediscono di usare in maniera più razionale le risorse. La famiglia non riuscirà a stabilizzare i consumi nel tempo. - SCARSA AUTODISCIPLINA: poca forza di volontà. - CONDIVISIONE DEL RISCHIO LIMITATA O IMPOSSIBILE 13.7 PERCHE LA SPESA PER INVESTIMENTI È PIÙ VOLATILE? Non esiste alcuna ragione per la quale le imprese debbano stabilizzare nel tempo la spesa per investimenti, esse possono essere rinviate. Gli investimenti da parte di un’impresa spingono dunque altre imprese ad investire: da un lato, l’impresa che non investe potrebbe perdere quote di mercato, potrebbe non essere in grado di coprire i costi e si troverebbe a dover chiudere l’attività; dall’altro, gli investimenti aumentano i profitti potenziali delle imprese che producono i beni di investimento richiesti, e li spingono a loro volta ad investire. In un’economia in forte crescita, i profitti sono alti e le imprese possono usare questi profitti per finanziare progetti di investimento. Anche l’accesso a fonti finanziarie esterne all’impresa diventa più facile. Possiamo generalizzare il dibattito sul ruolo del coordinamento negli investimenti per dire che la spesa per investimenti delle imprese risponde positivamente alla crescita della domanda nell’economia. Un aumento della spesa aggregata nella produzione interna di beni servizi (cioè della quantità C+I+G+X-M) aiuta a coordinare i piani delle imprese: riguarda la necessità di ampliare la capacità produttiva e stimola la spesa per investimenti. 87 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Supponiamo: una semplice economia in cui ci siamo solo due componenti. Y=C+ I Come si determina il reddito di equilibrio in questa economia? Y=c0+c1Y + I Ipotizzo che l’investimento sia costante e che sia indipendente dal reddito. Y−c1Y=c0+ I Y (1−c1 )=c0+ I Y= (c¿¿0+ I ) (1−c1) ❑ ¿ (1−c1)  è il moltiplicatore del reddito Esempio: C=100+0,8 Y I=200 Calcolare il livello del reddito: Y=100+0,8Y+200 È un’equazione lineare. Soluzione: Y=300∗( 1 0,2 )=300∗5=1500 Graficamente: Y=DA tutti i punti in equilibrio del sistema economico DA=C+I p 300+0,8Y=DA A 0 1300 1500 1700 Y La retta bisettrice mostra tutti i punti nei quali la produzione è uguale alla domanda aggregata (il valore dell’ascissa è uguale al valore dell’ordinata). Nel sistema economico, la spesa per beni-servizi (domanda aggregata) è uguale alla produzione di tali beni e servizi (produzione aggregata). Possiamo quindi dire che: produzione=domanda aggregata per beni e servizi prodotti nell ' economia Y=DA Ma come facciamo a sapere in quale punto della bisettrice si trova il sistema economico? Analizzando le singole componenti della domanda aggregata. Consumi: dato che la propensione marginale al consumo è minore di uno, la rete del consumo è più piatta rispetto alla bisettrice. Investimenti: assumeremo che gli investimenti non dipendono dal livello della produzione. L’equazione della domanda aggregata è quindi: domanda aggregata=consumi+investimenti DA=C+ I=c0+c1 Y+ I Visto che la produzione è uguale alla domanda aggregata (la bisettrice), e la domanda aggregata è la linea più piatta, il sistema economico si deve trovare nel punto A, in corrispondenza del quale le due rette si intersecano. 90 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd Le variazioni del consumo autonomo o degli investimenti modificano il vecchio equilibrio in quanto provocano un cambiamento nella domanda aggregata, che di conseguenza modifica il livello di produzione di occupazione. L’aggiunta degli investimenti alla retta del consumo ne provoca semplicemente una traslazione verso l’alto. Effetto riduzione I: riduzione diretta della DA verso il basso. Se Y, e quindi la produzione, fosse inferiore a 1500 ma tipo 1300: la domanda aggregata è superiore alla retta d’equilibrio (che possiamo pensare che sia la produzione, l’offerta). La produzione tende ad aumentare, c’è tanta gente che compra e le merci sono scarse; viceversa, se ci troviamo a destra del punto d’equilibrio succede che la produzione è superiore alla spesa, domanda e quindi le imprese vedono aumentare le scorte e quindi riducono la produzione. Il punto d’equilibrio è stabile, verso il quale l’economia tende. Il punto d’equilibrio tra domanda aggregata e spesa non ha nulla a che fare con i prezzi e con le condizioni ottimali. Indicatori che mi dicono che l’equilibrio è ottimale: - Disoccupazione - Inflazione: se troppo alta indica che la gente spende troppo e l’economia non è in grado di produrre le merci che la gente vuole e il vuoto viene colmato con l’inflazione. Sono due variabili macroeconomiche molto importanti. Conclusioni: - Una diminuzione della domanda causa una riduzione della produzione e un equivalente riduzione del reddito: questo porta ad un ulteriore (ma minore) riduzione della domanda, che produce un ulteriore riduzione della produzione e così via. - Il moltiplicatore è dato quindi dalla somma di tutte queste successive riduzioni della produzione. Alla fine del processo la produzione diminuita di un ammontare più grande rispetto all’iniziale riduzione della domanda. La variazione finale della produzione è quindi un multiplo della variazione iniziale della domanda. - La produzione si adatta alla domanda: le imprese offrono l’intera quantità di beni domandata al prezzo corrente. Quando la domanda diminuisce le imprese reagiscono riducendo la produzione. Questo modello mi dice che il reddito d’equilibrio dipende dalla domanda aggregata. Supponiamo che essa > il livello del reddito tende ad aumentare, quindi il livello del reddito dipende dalla spesa dei consumatori. RISPARMIO Il risparmio è un cuscinetto dell’economia che se si riduce, si riduce anche la domanda aggregata e se aumenta lo fa anche la domanda aggregata. S=Y−C È il reddito non consumato. S=Y−(c¿¿0+c1Y )¿ Quindi in generale il risparmio: S=−c0+(1−c ) Y (1-c) s S=−c0+sY Graficamente: S debito Y 91 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd -c0 Altro aspetto interessante della teoria keynesiana: Y= 1 1−c1 ∗(c0+1) MOLTIPLICATORE DEL REDDITO: ci dice di quanto aumenta il reddito quando viene incrementata la domanda globale e vale anche al contrario. Ciò com’è possibile? È un tipico effetto macroeconomico. La massa da 1,5 miliardi verrà spesa c1*1,5 che si trasforma in reddito per qualcun altro. Il processo di creazione del reddito è sempre più piccolo. Si generano quindi una serie di atti/round dove man mano si perde creazione di reddito. Ogni atto di spesa determina un incremento multiplo del reddito Esempio: C=100+0,8 Y I=300 ∆ I=100 Calcolare il livello di equilibrio del reddito: Y=400+0,8 Y Y=2000 Un incremento dell’investimento pari a 100€ corrisponde ad un incremento del reddito di 500€. In questo caso: ∆ Y =5 ∆ I ∆ Y = 1 1−0,8 ∆ I In generale un > degli investimenti genera un > più che proporzionale del reddito che è dovuto alla presenza della propensione marginale del consumo. bisettrice= è la retta di equilibrio del reddito composta da infiniti punti. Per determinare la condizione di equilibrio occorre introdurre la relazione della domanda aggregata. Primo elemento è il consumo (retta più bassa) e secondo elemento sono gli investimenti che si aggiungono alla spesa che l’economia sostiene (retta più alta). Più elevato sarà il livello degli I maggiore sarà il reddito creato dall’economia. L’espansione economica è legata al fatto che la domanda aggregata aumenti e viceversa la recessione alla diminuzione. 92 Calcolare il MOLTIPLICATORE DEL REDDITO Effetti di un aumento degli investimenti pari a 1,5 miliardi di euro. L’aumento totale della domanda e della produzione dopo n +1 fasi è dunque la somma di tutte le variazioni da uno a n +1, ovvero: 1,5+c1 (1,5 )+c1 2 (1,5 )+…+c1 n (1,5 )=1,5(1+c1+c1 2 +…c1 n ) La propensione marginale al consumo è minore di 1, è possibile dimostrare che, al crescere di N, la somma dei termini fra parentesi assume il valore limite di 1 1−c1 . Se k è il moltiplicatore, avremo che: k=1,5(1+c1+c1 2 +…c1 n ) Al limite, otteniamo: k= 1 1−c1 . Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd muove verso livelli di produzione, reddito e occupazioni più bassi. Questo fenomeno è noto come paradosso del risparmio. La ragione è che nel sistema economico considerato nel suo complesso spese guadagni sono complementari. La spesa di uno è il guadagno di un altro. Si può evitare questo effetto? Lo Stato può contribuire ad assorbire gli shock lasciando operare gli stabilizzatori automatici, e può stimolare l’economia fino a quando la fiducia dei consumatori e delle imprese non sarà aumentata e il settore privato non sarà nuovamente disposto a spendere. Il deficit di bilancio aumenterà, ma, come Keynes comprese molto bene, ciò permetterà di evitare il peggioramento della recessione. Il taglio delle imposte e l’aumento della spesa pubblica durante una recessione rappresentano forme di stimolo fiscale. Mostra come l’aumento di G possa controbilanciare una diminuzione del consumo privato, come quello causato dal paradosso del risparmio.al pari di una variazione esogeno degli investimenti, una variazione della spesa pubblica opera attraverso il moltiplicatore, per cui l’aumento della produzione sarà generalmente maggiore dell’aumento di G. SALDO DEL BILANCIO DELLO STATO entrate pubbliche T (al netto della spesa per trasferimenti) – spesa pubblica G per beni e servizi T-G. Quando l’economia è in recessione i trasferimenti governativi (sussidi) aumentano, mentre il gettito fiscale diminuisce; di conseguenza il bilancio statale peggiore può andare anche in deficit. Quando il bilancio a un saldo negativo si parla di disavanzo o deficit pubblico: la spesa pubblica per beni servizi, incluse le spese per investimenti, più la spesa per trasferimenti sono maggiori del gettito fiscale. Viceversa, sia in avanzo pubblico quando il gettito fiscale è maggiore della spesa pubblica.  Bilancio di pareggio: G = T  Deficit o disavanzo di bilancio: G > T  Avanzo di bilancio: G < T POLITICA DI AUSTERITÀ supponiamo che lo stato provi, durante una recessione, a consolidare il proprio bilancio riducendo il deficit attraverso un taglio della spesa. Questa scelta, al pari di quello di aumentare la tassazione ha come effetto un’ulteriore riduzione della DA e un peggioramento della recessione. Ciò implica che lo Stato non dovrebbe mai imporre una politica di austerità. 14.8 LA POLITICA DI BILANCIO DELLO STATO POLITICA DI BILANCIO= analisi delle entrate e uscite delle spese pubbliche Dal paradosso del risparmio abbiamo appreso che in recessione per uno Stato è controproducente di indebolire gli stabilizzatori automatici dell’economia. La ragione è il DEBITO PUBBLICO. Per capire meglio il punto analizziamo nel dettaglio:  ENTRATE: gli Stati raccolgono le imposte sul reddito, sui consumi, sulla ricchezza, ecc. 95 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd  SPESE: include la spesa per consumi pubblici come l’assistenza sanitaria l’istruzione, la difesa e per gli investimenti in opere pubbliche come strade scuole. I trasferimenti dei sistemi previdenziali e inoltre gli interessi che lo Stato deve pagare il proprio debito.  AVANZO E DISAVANZO PRIMARIO: il deficit dello Stato al netto del pagamento degli interessi sul debito pubblico prende il nome di disavanzo primario; specularmente, parliamo di avanzo primario quando le entrate sono maggiori delle spese al netto degli interessi. Quando c’è un disavanzo di bilancio, lo Stato è costretto a prendere in prestito le risorse necessarie per coprirlo. Gli Stati prendono denaro emettendo titoli di Stato che vengono acquistati da famiglie di imprese. L’emissione di titoli di Stato però si somma il debito pubblico. 14.9 LA POLITICA FISCALE IN UN ECONOMIA APERTA Nelle economie moderne ciò che succede nel resto del mondo non solo una fonte di shock, ma influisce anche sull’efficacia delle politiche economiche realizzate da ciascun paese. Per evitare di compiere scelte sbagliate, le autorità politiche devono essere a conoscenza di queste interazioni. L’importanza dei mercati esteri Le fluttuazioni economiche nei mercati esteri possono determinare, tramite l’effetto sulle importazioni nette X - M, effetti positivi e negativi sulla domanda aggregata di un paese. Le M smorzano le fluttuazioni interne Il valore del moltiplicatore si riduce con l’aumento della propensione marginale all’importazione. Quando la domanda autonoma aumenta, viene stimolata la spesa, ma non parte di questa nuova spesa si rivolge verso beni prodotti all’estero. Ciò riduce l’effetto espansivo della domanda interna. L’apertura agli scambi con l’estero limita l’efficacia degli stimoli fiscali L’apertura al commercio internazionale riduce inoltre la capacità dei governi di usare politiche espansive durante una recessione. 14.10 DOMANDA AGGREGATA E DISOCCUPAZIONE Abbiamo due modelli per analizzare il livello di produzione e di occupazione e il tasso di disoccupazione in un’economia. - Un modello che analizza il lato offerta: spiega come il lavoro è utilizzato per la produzione di beni e servizi; incentrato sul mercato del lavoro, ne individua l’equilibrio a partire dalla curva della fissazione del salario da quello della fissazione del prezzo. - Un modello che analizza il lato domanda: a partire dal meccanismo del moltiplicatore, spiega in che modo le decisioni di spesa generano la domanda per beni servizi e, di conseguenza, il livello della produzione dell’occupazione. Mettendo insieme questi due approcci siamo in grado di spiegare in che modo l’economia, durante il ciclo economico, frutto intorno all’equilibrio di lungo periodo del mercato del lavoro. La funzione di produzione mette relazione l’occupazione e la produzione. Le fluttuazioni di breve periodo dell’occupazione sono causate da variazioni della domanda aggregata. CONCLUSIONI Le economie sono soggette a frequenti shock che colpiscono la domanda aggregata, come una diminuzione dell’investimenti delle imprese o un aumento di risparmio desiderato dalle famiglie. L’effetto tenda essere amplificato dal moltiplicatore. Dall’altra parte, il moltiplicatore rende la politica fiscale lo strumento più efficace per stabilizzare l’economia. Nella seconda metà del XX secolo le economie avanzate hanno sperimentato una diminuzione dell’instabilità economica che è stato in parte dovuta ad un maggiore intervento pubblico nell’economia e all’esistenza di strumenti di stabilizzazione automatica che hanno ridotto le fluttuazioni della domanda aggregata. 96 Secondo semestre anno accademico 2020/2021 Unipd QUELLO CHE I SOLDI NON POSSONO COMPRARE Michael Sandel è un filosofo americano. In questo piccolo libro, apparentemente molto meno ambizioso, l’allievo di Charles Taylor prende di mira un obiettivo vago, ma molto grosso e in qualche modo concreto: la logica del mercato. La sua tesi è piuttosto semplice e formulata in modo molto modesto: lo spirito commerciale, del quale è impregnata la contemporaneità, “erode la comunanza e non è un modo soddisfacente di vivere” (p.201). Dunque, è necessario aprire un dibattito sui fini, che non è inutile o risolto dai meccanismi di mercato. Questi in effetti non fanno emergere i fini di ciascuno ma in qualche modo (ed in alcuni casi) li corrompono. L’epoca dell’esaltazione della fede nei mercati, aperta dal pensiero liberal di Bill Clinton e Tony Blair (p.14) ha visto sempre più l’espansione dei mercati e dei relativi valori “in sfere della vita a cui essi non appartengono” (p.15). Questo è il problema, un settore che ha un ruolo e delle sfere appropriate si è esteso ad ognuna. E dunque ha dichiarato, si può dire, che alla fine “tutto è in vendita”. Ciò ha svuotato la politica e la sfera pubblica politica di argomenti sulla “vita buona” (il termine, tecnico, indica l’insieme di valori e orientamenti del sé condiviso entro una comunità che ne fonda la normatività). E in generale di accesso all’argomentazione morale. Cosa c’è di male nel definire, in ultima istanza, che ogni cosa ha un prezzo (o, in gergo economico, si può esprimere tramite la disponibilità a pagare)? Per Sandel ci sono due fondamentali direzioni nelle quali cercare la risposta: verso la disuguaglianza e verso la corruzione. La DISUGUAGLIANZA viene, infatti, esaltata (cioè resa più efficace nel deprivare la vita di beni e di dignità e senso) dalla mercificazione di sfere prima non sottoposte alla possibilità di essere comprate e vendute. La CORRUZIONE del bene si ha quando esso è tratto fuori della sfera cui è appropriato. Il libro procede per esempi, sulla scorta del suo famosissimo corso di Harvard che è presentato in questo libro, che sono: il saltare la coda; gli incentivi in vari settori come la sanità, la scuola; l’argomento 97
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