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Sofocle: Antigone - Analisi del Prologo e Primo Episodio, Appunti di Greco

Analisi del prologo e primo episodio di antigone di sofocle. Esplorazione dell'intento di sofocle di mettere in luce l'eroismo di antigone attraverso il contrasto con ismene. Analyisis of the characters and their motivations.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 17/10/2022

ileniaasfe
ileniaasfe 🇮🇹

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Scarica Sofocle: Antigone - Analisi del Prologo e Primo Episodio e più Appunti in PDF di Greco solo su Docsity! Antigon - Sofocl PROLOGO: Il prologo rivela l’intento di Sofocle di mettere in luce l’eroismo di Antigone attraverso il confronto con la sorella Ismene, che incarna una femminilità più fragile, debole, sottomessa, conforme alla tradizione. Sofocle delinea l’inessibile personalità di Antigone evidenziandone in ogni modo la superiorità: mentre Ismene ignora o vuole ignorare il bando di Creonte, perché non ha in sé la forza per opporsi, la reazione di Antigone rivela un’immediata e irremovibile volontà di trasgressione, che annulla ogni pensiero, tranne quello della sacrilega ingiustizia di cui è oggetto Polinice. La certezza che Ismene non troverà mai il coraggio per aiutarla, induce Antigone, n dall’inizio del dramma, a staccarsi sdegnosamente dalla sorella, considerandola una traditrice. Questo evento è fortemente contrassegnato dall’assenza da questo punto in poi dell’utilizzo del duale quando si parla delle due sorelle, e dell’uso di pronomi personali dierenziati per l’una e per l’altra, in modo da connotare maggiormente il loro distacco. In contrasto con l’obbediente sottomissione della sorella e dei concittadini, la solitaria diversità di Antigone si delinea agli occhi del pubblico con prepotente risalto, unica nel considerare l’editto un’inaccettabile manifestazione di empietà, mentre l’atto di pietà verso il defunto le appare un dovere irrinunciabile anche a costo della vita. Si tratta di δημολευστον, ovvero una pena che vedeva il popolo coinvolto nella sua applicazione. Ismene dovrebbe avvertire lo stesso obbligo, ma vi si sottrae per paura della morte; l’intera città di Tebe dovrebbe sapere che le esequie negate attireranno la collera divina e che tutta la comunità sarà contaminata dal sacrilegio, ma il senso del dovere individuale e collettivo è annullato completamente dalla paura, che cancella la pietà, la giustizia, la nobiltà in tutti tranne che in Antigone. Nel momento stesso in cui la fanciulla espone le parole del bando di Creonte, è già chiaro che il naturale attaccamento alla vita è meno forte in lei della volontà di non permettere che il fratello sia vittima di un’empia vendetta postuma. Il dramma si apre con un breve intervento di Antigone: il tono con cui la giovane si rivolge alla sorella è pieno di aetto che possiamo notare dall’uso dell'aggettivo αυταδελφον, ovvero dello stesso utero. Con l’uso di questo termine si vuole evidenziare come Antigone si rispecchi nella sorella. PRIMO EPISODIO: Il primo episodio dell’Antigone, coincide con la rhesis di Creonte, ovvero il suo primo discorso come re di Tebe, il cosiddetto discorso della corona in cui enuncerà su quali principi si baserà il suo governo. Esordisce con un ringraziamento agli dei per aver riportato la città, paragonata ad una nave in balia di una tempesta, ovvero l’attacco argivo, sulla retta via. Come secondo argomento cita la convocazione dell’assemblea dei cittadini di Tebe, davanti ai quali ribadisce la sua legittimità dinastica in quanto fratello di Giocasta. Si tratta della tipica rhesis etopoietica attraverso la quale è possibile conoscere molto del personaggio attraverso le sue parole. Il primo particolare che salta all’occhio infatti è il frequentissimo uso del pronome “εγω” di prima persona singolare che si contrappone in modo decisivo al “noi”, prima persona plurale al cui popolo ateniese era abituato. Emerge dunque il carattere del tiranno, che aerma che è impossibile conoscere a pieno un uomo no a quando non lo si è visto al comando. Per esprimere questo concetto viene usato il termine κρατη , da κρατος che intende la forza che si esercita con la violenza; altro elemente che ci riconduce al re nei panni di un tiranno. vv.178-190 (εμοι) Per me infatti chiunque (οστισ) governando (ευθυνων pt. congiunto) un’intera città, non si attenga alle decisioni migliori, ma per una qualche paura ( dopo aver chiuso la bocca la tiene così) tiene la bocca chiusa, a me sembra essere oggi e anche in passato, spregevole. E colui che considera (νομιζει) più importante (μειζον) un’amico/una persona cara, invece che la propria patria, io questa persona la considero pochissimo. Questo si tratta di un discorso ricco di γνομαι = sentenze generali in cui un φιλος, in questo caso suo nipote, ha meno importanza della patria. Successivamente ribadisce questi concetti riferendoli a se stesso: Infatti io, lo sappia Zeus , colui che vede sempre tutto, non potrei stare zitto, vedendo che la sventura si abbatte sui cittadini, invece che una salvezza; non potrei mai considerare amico un uomo nemico della patria, sapendo questo, ovvero che questa è colei che ci salva: navigando su questa (patria=nave), in modo che vada dritta, ci facciamo i veri amici, sulla base di questi principi io accrescerò la città. Gli amici si valutano in base a chi si comporta bene con la patria. Nella parte conclusiva della rhesis, nelle parti in cui si riferisce ad Eteocle si presenta sereno e tranquillo, mentre quando parla di Polinice, la sua agitazione è palpabile. Chi comanda, secondo l’ottica di Creonte, deve prendere le decisioni migliori, ma quella presa nei confronti del corpo di Polinice era troppo per il pubblico ateniese dell’epoca poiché comporta una violazione della δικη. La risposta del coro in trimetri giambici, poiché il coro prende le parti del popolo, infatti si presenta signicativa: è una risposta asettica, dubbiosa e distaccata. Si sottolinea, attraverso l’uso del pronome personale di seconda persona singolare σοι, a inizio e a ne dello stesso verso, come Creonte abbia il potere di fare tutto, ma non si specica se ciò sia giusto o sbagliato, in questo modo il coro non si fa coinvolgere. Entra successivamente in scena il personaggio comico del φυλαξ , posta a guardia del corpo di Polinice, che intrattiene un dialogo con Creonte. Il φυλαξ infatti ricopre il ruolo di ανγελλος e ci
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