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APPUNTI ARTI VISIVE 2° SEMESTRE- anno 2021-2022 - DAMS, Appunti di Arte

Appunti 2° semestre di arti visive. CROSO MONOGRAFICO con analisi Black Mirror

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 14/10/2022

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Scarica APPUNTI ARTI VISIVE 2° SEMESTRE- anno 2021-2022 - DAMS e più Appunti in PDF di Arte solo su Docsity! Arti visive 1 LEZIONE 23/02/2022 LEZIONE 24/02/2022 ROMPERE LO SPECCHIO NERO Immagini, sguardi, media come dispositivi La metafora dello specchio nero = schermo del cellulare Le storie nella serie pur non essendo collegate fra di loro VERSO LA FINE DA RVEDERE, PER metà è SUL QUADERNO. LEZIONE 02/03/2022 UMANO E POSTUMANO Nuove intelligenze e post-corporeità BE RIGHT BACK (S2 – E1) Primo episodio seconda stagione: è un caso utopistico, distopistico di intelligenza artificiale  donna perde l’uomo che ama e per sostituirlo si rivolge ad un servizio che permette di impiantare la memoria e l’intelligenza della persona defunta all’interno di un corpo replicante. TEMA = possibilità di sostituzione dell’individuo con una qualche forma di immagine detta immagine perché una qualsiasi entità artificiale molto simile all’individuo esistente è considerata tale. (es. monumento a Garibaldi è un’immagine, un ritratto di una persona è un ritratto) La tematica narrativa di black mirror prevede sempre a presentazione del futuro prossimo, viene presentata l’utopia e molto presto si vira però sulla distopia  si scopre che realizzazione di una serie di utopie tecnologiche per sé legittime, porta in qualche modo alla deviazione rispetto a quella che noi possiamo chiamare umanizzazione dei rapporti = la realizzazione dei nostri sogni tecnologici ci porta verso una disumanizzazione, verso un orizzonte distopico dove NOI CREATORI diventiamo VITTIME della NOSTRA stessa CREAZIONE. IN BLACK MIRROR viene quindi presentato un mondo utopico che si trasforma poi in distopia  nell’episodio l’utopia = possibilità di sostituire persona con un’immagine, un sostituto, grazie alla tecnologia. Avviene poi il passaggio a distopia nel momento in cui la ragazza cerca di avere un rapporto con l’uomo. Rapporto che non può avvenire in quando egli non è provvisto dell’apparato riproduttore. Questo COLPO DI SCENA ha una forte COMPONENTE SIMBOLICA  in questo momento l’immagine (l’individuo) mostra i limiti tipici della condizione di immagine = l’immagine non può provare emozioni (nel suo saggio Mitchell dice che l’immagine vuole non essere immagine, vuole essere oggetto, vuole che lo sguardo dell’uomo non la limiti a contenuto a messo a disposizione  è un circolo concettuale dove l’immagine vuole che noi presupponiamo che l’immagine voglia. Questa volontà ha dei limiti, la volontà dell’immagine è differente dalla volontà del soggetto e questo viene rappresentato nell’episodio. (= donna vuole rapporto ma l’immagine non vuole) L’immagine non ha bisogno di provare emozioni e sensazioni  è una versione di noi liberata da tutto ciò che riguarda il corpo umano = ha un corpo che non funziona come il nostro quindi non ha le stesse esigenze: affettive, alimentari, sensoriali, non ha bisogno di dormire ecc... perciò nel momento in cui questa immagine diventa un prodotto e viene messa in commercio viene venduta come la versione migliorata rispetto all’originale proprio perché non ha gli stessi bisogni fisiologici dell’uomo e rende sempre allo stesso modo a differenza invece dell’uomo che in base all’umore potrebbe lavorare in modo diverso e in modo meno produttivo. 2 Questo rapporto naturale e artificiale è importante per lo studio iconologiche appunto perché un’immagine ha come sua caratteristiche fondamentale quella di essere artificiale. L’immagine, che sia prodotta fisicamente da qualcuno, o solo immaginata rimane comunque artificiale. Di questi temi si è occupato il POSTUMANESIMO = tentativo di superare la visione del mondo, definita umanesimo, ( = l’uomo ha una posizione centrale rispetto a tutto il resto) dentro la quale gli uomini devono considerare la specie umana come centrale e prioritaria rispetto alle altre. Il post-umanesimo mette quindi in disappunto ciò che viene stabilito dall’umanesimo. Parte perciò dal presupposto che l’uomo, sapendo che non è collocato al centro del mondo, deve cessare di concepire tutte le sue riflessioni, invenzioni e attività al fine di migliorare la sua specie. E l’orizzonte post-umano ovvero il non-umano (= ciò che è altro dall’umano  animali, vegetali) ha la stessa importanza dell’essere umano anche per l’essere umano stesso. UNO DEI PRMI ASSUNTI DELLA CULTURA POST-UMANISTICA  Sofferenza animale è al pari della sofferenza umana. E il rapporto di potere dell’uomo rispetto all’animale è ingiustificato tanto quanto lo sarebbe un rapporto di potere tra uomo e uomo. All’interno di tutte le categorie che venivano equiparate all’umano non c’è solo la natura ma anche l’artificiale. Durante il post-umanesimo si sviluppa la cultura Cyborg = è un intervento meccanico, elettronico volto a migliorare un tratto particolare dell’uomo. La cultura cyborg ha avuto un ottimo impatto in ambito medico = le protesi ESISTE UN FILONE ARTISTICO DEL POST-UMANESIMO Tim Hawkinson Ha realizzato l’Emoter 2002 Macchinario che produce emozioni stereotipate sul volto dell’uomo Wafaa Bilal 3rd I (gioco di parole = “io” e “occhio” in inglese si pronuncia allo stesso modo) 2010-11 Terzo occhio Camera collegata al cervello È un cyborg dato che una delle limitazioni dell’uomo è la possibilità di vedere dietro di sé Un foto ritratto di Neil Harbisson Si fa impiantare nel cervello questo percettore poli-sensoriale = in grado di tradurre stimoli acustici, vibrazioni in impulsi visivi. Arti visive 5 La questione dell’autonomia è fondamentale  nelle rappresentazioni letterarie, televisive, e anche nella trattatistica scientifica, l’androide è dotato di potere decisionale e di un’intelligenza spesso migliore di quella umana. Dovrebbe però mancagli la capacità di “sentire” proprio perché è un’immagine perfezionata dell’uomo. Androide = quindi immagine quasi identica dell’uomo e il “quasi” è rappresentato tutto dalla capacità del “sentire” In Blade Runner gli androidi iniziano a provare emozioni a causa di un malfunzionamento e cercano di impedire di venire riparati perché vogliono continuare a provare emozioni  Quindi qui vi è l’immagine perfezionata che si trova di fronte alla possibilità di rinunciare alla perfezione a favore di uno dei limiti fondamentali dell’umano, ovvero provare emozioni. Nell’ ep di BLACK MIRROR tentativo di compromesso fra il sostituto e la protagonista. Questa soluzione è interessante perché rende più articolato il conflitto  non c’è solo il rapporto tra nuovo compagno e la protagonista ma si genera anche un confronto tra il nuovo compagno e quello vecchio che era reale. Rispetto al compagno originale questo nuovo non proverà mai emozioni perché non è portato a superare il limite della sua condizione di immagine (a differenza di ciò che hanno fatto Pinocchio e gli androidi di Bladec Runner). Ma c’è una motivazione per questo  contrariamente a pinocchio e agli androidi di Blade Runner, lui è solo un sostituto di una persona reale e con questa decisione di mantenere lo stato di immagine viene evidenziata maggiormente la sua natura di sostituto. È pertinente sottolineare questa differenza perché in questo caso il non superare il limite mantiene vivo il rapporto tra soggetto e immagine. Non ci riferiamo soltanto all’utopia/distopia tecnologica ma alla funzione di immagine di questo sostituto. Nell’episodio vediamo come in questo caso il desiderio di superare il limite non è da parte dell’immagine ma è il desiderio dell’umana, non è l’immagine a voler trascendere la propria dimensione = l’immagine si accontenta della propria dimensione di immagine. All’inizio la donna non accetta che l’immagine non possa provare emozioni ma con il compromesso accetta di vivere il rapporto con il compagno all’interno dei limiti dell’immagine  è la protagonista a subire una trasformazione e non l’immagine. [Noi non siamo minacciati da immagini che vogliono superare i limiti e diventare umani, ma siamo minacciati da immagini che vogliono un mondo fatto di immagini. Non sono le immagini i voleri diventare uomini ma sono gli umani a perdere la natura umana.] L’ansia nei confronti dell’umanizzazione dell’immagine non è sparita nel nostro immaginario ma si è spostata in un orizzonte di riflessone più radicale che è la clonazione. Clone condivide fin dall’inizio la nostra natura  oltre ad assomigliarci e fare le cose che facciamo noi, è NOI. Non è sottoposto quindi al limite cui sono sottoposte le immagini. Il clone è un’immagine che ce l’ha fatta, è riuscita a superare i limiti. LEZIONE 03/03/2022 Immagine come “doppio” Colone  nella serie non è presente dato che è possibile realizzarlo e quindi non rappresenta un’utopia. Il clone è il doppio genetico dell’originale = Condivide la stessa natura genetica del soggetto clonato. 6 Tecnicamente per la scienza di rilievo (per esempio, scienziato che analizza un campione di sangue) due cloni sono indistinguibili  solo l’individuo clonato, ovvero l’originale, è a conoscenza della verità e di quale sia l’originale. Il clone come lo vediamo rappresentato nella letteratura, nella scienza è un’esagerazione fittizia della scienza dei cloni. Quando qualcosa viene clonato un individuo umano il clone non ha la stessa età dell’individuo originale, ma nascerebbe un embrione che crescendo sarebbe la copia esatta dell’originale. Quindi per creare un clone uguale identico all’originale esso deve essere creato nel momento della nascita dell’originale. Il processo di clonazione più corretto che si vede nei film è nel film “Boys in Brazil”, dove un ex ufficiale nazista che si nasconde in brasile, clona circa 50 volte Hitler. Nel momento in cui si ipotizza di realizzare un clone si pensa se anche la coscienza venga clonata  si, viene clonata anche quella  clone nasce con le stesse caratteristiche fisiche e mentali che ha l’individuo clonato nel momento della clonazione. Questo tipo clone, ovvero clone genetico non è contemplato nella serie  ma è presupposto in un qualche modo. BLACK MIRROR si trova in un epoca temporale dove la clonazione è contemplata. Il clone sarebbe un raddoppiamento senza gerarchie, senza distinguo del corpo dell’originale, ovvero un’immagine che non è più immagine  [[BE RIGHT BACK (S2 – E1)]] mentre l’alternativa di BM vede il clone come una copia che mantiene il suo stato di immagine. È quindi una copia artificiale dell’originale che non solo è biologicamente artificiale ma vive conoscendo perfettamente il suo stato di copia artificiale. La costruzione dell’androide in corpo artificiale che simula l’originale, nella puntata, è solo il secondo passaggio, dato che inizialmente è solo un doppio che è solo ed esclusivamente digitale, solo in seguito la donna sente la necessità di avere con se fisicamente la copia del marito. L’identità digitale (= copia del marito) è l’identità sociale dell’uomo reale. = L’identità del sostituto del marito della donna è costruita attraverso i social e tutto ciò che ha pubblicato = l’identità social è una rappresentazione della persona reale = auto-rappresentazione  può essere uguale o diversa da quella reale in base a come l’individuo decide di apparire sui social.  quindi da questa immagine viene tratta un’immagine che dovrebbe essere la copia dell’originale Tutta la logica, la visione del mondo di questo episodio è completamente definita da questo dettaglio, da questa soluzione narrativa, vi è un sentimento di insoddisfazione, di lontananza questa distanza è dovuta al fatto che l’immagine (= la copia del marito) è stata creata utilizzando qualcosa che non reale, che non è fisico e che non prova emozioni = attraverso i social non puoi far capire cosa provi agli altri  è quindi l’immagine della rappresentazione insensibile che l’individuo reale aveva creato su un dispositivo insensibile ovvero i social. NELL’EPISODIO “White Christmas” c’è la rappresentazione del Clone/copia digitale  copia digitale dell’individuo che non sa di essere una copia, quindi vive la sua condizione credendo di essere l’originale. Nell’episodio vi è un’immagine che rifiuta di essere immagine ma che a causa del sistema è costretta ad esserlo  questo è il clone digitale = combatte per essere più di un’immagine, vuole diventare reale. Da un punti di vista funzionale il clone digitale condivide gli aspetti più importanti del soggetto clonato  condividono soggettività, oggettività, coscienza. Nonostante ciò il clone digitale rimane comunque una copia. LEZIONE MERCOLEDÌ 16/03/2022 Arti visive 7 Cloning Terror Dai cloni alla “guerre delle immagini” Cloning terror  titolo di uno dei testi di Mitchell. La pecora Dolly, esposta al Royal Museum of Scotland, Edimburgo  primo organismo pluricellulare complesso clonato. Ha dato inizio ad un dibattito dal punto di vista scientifico medico perché pur avendo avuto una vita normale presentava problemi genetici, scoperti in seguito ad un esame autoptico. Clone della pecora viene effettuato per aiutare la ricerca medica sulle malattie gravi, perché nessun uomo sarà compatibile al malato quanto potrebbe essere il suo clone. Da quello che inizialmente doveva essere solo destinato alla scienza nasce un’espansione dell’immaginario, vengono così realizzati film, serie tv, libri… Immagine del film Cloud Atlas (Lana & Lilly Wachowski, Tom Twyker, 2012) Racconta di 5 storie che si incastrano l’una nell’altra, ambientate in diverse epoche storie. Una in un futuro dove i cloni vivono normalmente fra noi e hanno delle funzioni professionali molto specifiche. Nel libro Cloning Terror si pensa di produrre organismi clonati per svolgere determinate funzioni. Ipotizza che i cloni presenti in questo futuro (decisamente distopico in questo caso) la principale funzione che essi dovranno svolgere sarà quella di fare la guerra  in modo da avere un esercito perfetto. Cloni sono immagini che nascono con la consapevolezza di non essere immagini. In un passaggio Mitchell dimostra che questo fenomeno sta già avvenendo, ovvero che c’è già qualcuno che combatte al posto nostro, se nel libro vengono rappresentati da dei cloni,nel nostro presente coloro che combattono al nostro posto sono le immagini = detta guerra delle immagini. Usiamo le immagini come arma  le usiamo come arma, per far si che il pubblico assista a rappresentazioni nelle quali, non solo viene rappresentato chiaramente chi è il nemico e l’amico, ma nel quale è anche raccontato quale è l’esito del conflitto. All’immagine foto nota come “hooded man”, Anu Grahib, 2003  foto scattata in seguito alle vicende della guerra del terrore. È un prigioniero, si trova in quella posa in attesa di essere torturato. Richard Serra , Stop B.S., 2004  realizza il quadro e lo fa per trasformarla in un’immagine propagandistica. 10 Secondo il civile molti atti dei politici non sono “corretti”, perché se il politico dal punto di vista storico considera giusto sterminare una famiglia perché è nobile e bisogna dare potere al proletariato, per il civile è un atto ingiusto perché ciascun membro di quella famiglia è un individuo con una propria storia. Ariella Azoulay dice che nostra cultura visuale contemporanea c’è chi opta per il civile e chi per il politico. Le comunicazione verbali e i racconti stanno sempre dalla parte del politico mentre invece l’immagine si occupa del civile, mostra sempre l’individuo. Questa differenza c’è perché a differenza del linguaggio verbale che ha sempre la possibilità di astrarre e di parlare di categorie generali , l’immagine è sempre specifica, sempre incarnata, non è mai l’immagine di una categoria, di un gruppo o di una astrazione, è sempre l’immagine di qualcosa di specifico. (ESEMPIO: se io voglio mostrare un cane, sarà sempre l’immagine specifica di una cane, non ci sarà mai una fotografia che rappresenta il concetto generare di cane). Per questo secondo Ariella Azoulay l’immagine è il centro della creazione di un’immaginazione civile e non politica, perché l’immagine è appunto sempre l’immagine di qualcuno di specifico. La capacità dell’immagine di mostrare qualcosa può essere vista in positivo = immagine con capacità di mostrare l’individualità, di mostrare il proprio soggetto e renderlo presente. Ma questa sua capacità di mostrare può essere anche vista in modo negativo  Ariella Azoulay dice che il campo dove il civile si oggettiva è il campo della distinzione tra pubblico e privato, l’individuo è libero ha per diritto la possibilità di non essere fatto presente agli altri come immagine, l’individuo è libero nel momento in cui ha un proprio spazio privato nel quale non è immagine per gli altri e non è a disposizione dello sguardo altrui. L’azione della politica può neutralizzare il civile distruggendo questo dritto, cioè trasformando l’individuo in un visibile a suo malgrado e l’esempio che Ariella Azoulay mostra è quello della demolizione di appartamenti a Rafah. È un attacco militare che consiste nel demolire le facciate degli edifici in modo da far si che l’ambito privato di tutti questi individui diventi di immagine pubblica e quindi la natura propria dell’individuo diventi pubblica. LEZIONE 23/03/2022 LA VITA COME IMMAGINE L’immagine digitale e il doppio Clone digitale condivide la coscienza dell’originale e in questo senso è democraticamente e spiritualmente identico all’originale però di fatto è qualcosa d’altro, a differenza invece del clone che è la copia esatta dell’originale. Con la differenza che, o non sa di esserlo o vive come se fosse l’originale. Il clone digitale non è un fenomeno biologico ma copia la coscienza dell’originale e la inserisce in un corpo digitale o un corpo artificiale nel quale viene appunto impiantata la coscienza. L’idea del clone digitale nasce nel mondo delle immagine e nel mondo della produzione di immagini, in particolare nel deepfake  è una produzione audiovisiva nella quale l’apparenza esterna di un corpo viene sostituita al corpo Demolizione di appartamenti a Rafah, foto di Miki Kratsman, 2007. Arti visive 11 dell’attore o la persona effettivamente presente nel video. Questo tipo di applicazione viene fatta per scopi clandestinamente falsificatori  in realtà questa tecnica di adattamento delle sembianze corporee di un corpo in movimento ha origine innocenti. Questa modificazione dei tratti della persona ripresa affinché assuma le sembianze di un’altra ripresa viene effettuato per scopi di falsificazione. Video di Jordan Peele, aprile 2018. La clonazione di immagini ovvero la clonazione che non implica la duplicazione della coscienza e la nascita di un clone effettivo A differenza del clone digitale presente nell’episodio di BM questo clone audiovisivo non produce un’azione utile e nuova ma finge l’esistenza di un’azione collocata nel passato. Modifica la ricognizione degli aventi presenti facendoli diventare qualcos’altro. Qui c’è una clonazione che può modificare la ricostruzione del passato. È un passaggio sottile ma estremamente significativo. E grazie alla tecnologia. Di fronte alla nascita di questi fenomeni legati a funzioni particolari si sviluppa anche una riflessione da parte degli artisti, in particolare contemporanei. Joseph Ayerle, Un’emozione per sempre 2.0, 2018-2022 È un film realizzato quasi totalmente con la tecnologia deepfake. Viene reintrodotta in contesto attuale la versione giovane di Ornella Muti. Personaggio del passato inserita in maniera fluida dentro ad un contesto attuale. Non è un uso particolarmente originale infatti già esistono dei musei in America dove personaggi storici del passato vengono messi in scena o come audiovisivi o come ologrammi. Cloni digitali: avatar e meta-mondo La forma più classica del clone digitale è l’avatar = forma di rappresentazione di un soggetto incarnata in un corpo digitale di qualsiasi tipo. La differenza fra avatar e clone deepfake è che nell’avatar il rapporto di somiglianza con l’originale è arbitrario, in quanto è una scelta, si può infatti decidere come realizzare un avatar, si può scegliere se rappresentarlo simile all’originale o completamente diverso. Come tutte le forme di rappresentazione l’avatar ha una possibilità di distanziamento dal soggetto rappresentato potenzialmente illimitata. Questo ha anche delle conseguenze sulle modalità di interazione che dipendono da questa rappresentazione di avatar, perché nessuno prende sul serio l’avatar video-ludico (scegliere di essere super Mario piuttosto che rappresentare l’avatar simile all’originale). L’avatar che affidiamo per esempio ai social media è un avatar che si pone come realistico, si presuppone che sia una rappresentazione realistica di noi. Il primo caso in cui all’avatar è stata data una rilevanza scientifica, tecnica è stato l’esperimento preistorico di meta-mondo chiamato second life, simile a the sims. In voga fine anni 90, inizio anni 2000. Veniva studiato in abito psicologico perché era una pratica che dava luogo ad alcune disfunzioni sociali per certi versi preoccupanti in quanto molte persone iniziavano a vivere la vita del videogioco come quella reale. 12 L’avatar non finge di non essere un immagine. Il termine avatar è venuto a designare una pratica di sostituzione, noi ci facciamo sostituire dall’avatar. Avatar mostra come la sostituzione dettagliata e realistica non sia necessaria perché l’immagine ci sostituisce comunque anche se non riproduce fedelmente l’originale. In questo caso l’immagine non funziona più da sostituto realistico ma come delegato. Ready player one, Steven Spielberg, 2018 Immaginario tipico degli anni 80’. Sia per gli scenari che per gli oggetti che per la musica che ci sono nel film. È un mondo in cui l’apertura verso l’esterno e verso l’altro può avvenire solo attraverso la vita digitale. Avatar, James Cameron, 2009 avatar in questo caso si trova in un mondo reale ed è collegato all’originale. In questo caso il doppio è proprio un altro essere vivente in carne ed ossa, non sostituisce l’originale in un mondo virtuale. BM – UUS Collister (S4 – E1) Video game dove gli avatar sono effettivamente espressione diretta dei giocatori. Gli originali spostano la loro coscienza nei corpo digitali del videogioco. Il programmatore è il classico uomo considerato sfigato e messo da parte degli altri che da origine a questo videogioco dove lui è la persona più importante ed è seguito e ammirato da tutti gli altri. Problema nasce quando le persone si rendono conto che l’intenzione del creatore non è quella di proporre un modo di svago ma di trasferire la vita di tutti all’interno del videogioco dove lui detiene il potere. La differenza fra questo e ready player one è che in questo caso la clonazione avviene con un trasferimento totale della coscienza. La forma originale è in uno stato vegetativo e tutta la loro gestione mentale e gestuale viene trasferita all’interno del videogioco. Il processo di avatarizzazione ovvero di rappresentazione non realistica, non riguarda più tanto le immagini singole ma si trasferisce nel mondo virtuale. Striking Vipers (S5 – E1) La particolarità di questo episodio è che l’avatar del videogioco permette anche di avere un feedback fisico e sensoriale essendo un’evoluzione sostitutiva del clone digitale tecnologicamente avanzato. Si tratta di un videogioco di combattimento e si possono sentire realmente i colpi che subisce il proprio avatar. Questa relazione inizialmente concentrata sul combattimento si trasforma poi in una relazione amorosa. Il protagonista continua a separare la dimensione ludica da quella reale, l’amico invece inizia a sviluppare un interesse per l’amico nella realtà. BM la vita reale e digitale rimangono separate e tutto ciò che modifica l’una, soprattutto se la modifica avviene dal virtuale al reale, è un problema. l’alternativa è l’abbandono del gioco, uscendo dalla situazione distopica. Arti visive 15 = Indica un PIACERE PIU ELEVATO DELLA NORMA NEL GUARDARE QUALCOSA DI SPECIFICO. Deve essere uno sguardo puntato, preciso su un determinato oggetto. In sessuologia la SCOPOFILIA/SCOPTOFILIA è considerata una forma di PARAFILIA  para = nel senso che sono delle forme di affezione e desiderio che sono marginali rispetto al desiderio sessuale definito come normale. Lo SCOPTOFILO è colui che preferisce guardare piuttosto che praticare l’atto sessuale. Questo è studiato dalla scienza perché l’idea di sostituire l’atto con il semplice guardare è visto come una limitazione del soggetto. Questa è una condizione estremamente attuale ed è permessa dai mezzi tecnologici presenti. Le pratiche narrative, audiovisive contemporanee dedicano un’attenzione importante allo studio della scopofilia  la scopofilia è una delle pratiche che usa lo sguardo vuoieristico. Hopper, night windows, 1928 Rappresenta una forma stereotipa di scopofilia, ovvero il classico caso di un condomino che guarda nella finestra del palazzo di fronte. Non esiste un contesto o una motivazione del perché è stato disegnato il dipinto. È una META PICTURE = immagine che ci parla delle immagini e delle pratiche del guardare immagini. Scena rappresentata di notte come si può capire dalle luci all’interno della casa  la luce trasforma la scena in un palcoscenico come se l’ IMMAGINE RUBATA ci venisse offerta di proposito. Elementi di arredamento minimali e questo personaggio femminile che si trova in una posizione intima che fa ancora capire che si tratta di un’immagine rubata. L’elemento fondamentale è la chiarezza della messa in scena, lo sguardo scoptofilo non dovrebbe accedergli, è una scena privata e vietata alla vista altrui  nonostante ciò la scena appare come costruita appositamente per essere vista. Questo caso del condomino che guarda nella finestra di qualcun altro si presenta anche in film o seri tv. Un ESEMPIO condomino che sta guardando una coppia litigare e poco dopo avviene un omicidio e lui è testimone di questo avvenimento.  il rapporto di sguardi che c’è in una situazione del genere aggiunge un problema alla storia, perché la persona che vede il delitto tecnicamente non era legittimato ad assistervi. “La finestra sul cortile” di Alfred Hitchcock. Un fotografo che è costretto in casa per un incidente inizia a spiare i vicini  diventa però testimone di un crimine che viene commesso in una delle case. Vengono messi in scena i limiti dell’esperienza dell’immagine = mette in scena il punto oltre il quale non è possibile fidarsi dei propri occhi. L’elemento centrale della trama viene selezionato in modo da diventare una METAPICTURE (= una metafora dell’immagine). In che modo ciò accade? Attraverso la soluzione della finestra  che rappresenta una cornice, incornicia la realtà stessa facendola diventare immagine attribuendo all’esperienza della realtà tutte le caratteristiche dell’esperienza dell’immagine = perché come l’immagine è limitata anche la visuale che si vede all’interno della finestra è limitata. ATTRAVERSO LA FINESTRA FRUISCO DEL MONDO COME IMMAGINE. L’uomo è un fotografo e lui stesso quando decide di fotografare qualcosa deve tagliare delle parti a cui non è particolarmente interessato. Anche lui quindi è un creatore di immagini. 16 Tutto ciò riconduce al fatto che la SCOPTOFILIA è UNA PRATICA SOLLECITATA DALLE IMMAGINI STESSE. ALTRO ESEMPIO un fotogramma dal film “la ragazza sul treno” di tate taylor. Il limite in questo caso non è la cornice spaziale, ma è la CORNICE TEMPORALE, perché la ragazza vede la realtà attraverso il finestrino. Ciò che vede attraverso il finestrino (per esempio, ad un certo punto vede una casa) è temporale, è breve, assiste alla scena solo nel tempo limitato in cui il treno si trova davanti ad essa. L’elemento di limitatezza e insoddisfazione che si prova nel libro (perché il tempo per vedere le scene è limitato), nel film non si prova  perché il regista mostra sempre il CONTROCAMPO  ovvero la scena viene ripresa dall’esterno in modo che sia la protagonista vista dietro alla finestrino. ALTRO ESEMPIO “L’occhio che uccide” di Michael Powell Storia di serial killer di donne. Che ha la particolarità di filmare tutte le sue vittime prima e durante l’omicidio. Sembra che tutte abbiano la possibilità di fuggire ma nessuna lo fa. Ciò che le FERMA: la loro PAURA VSIBILE RIFLESSA NELLO SPECCHIO che il killer pone davanti a loro (è legato alla videocamera). Inoltre il coltello è legato direttamente al videocamera che usa per riprendere il tutto. METAFORICAMENTE il MEDIUM diventa l’ARMA ma è l’immagine che diventa un elemento ipnotico per lo sguardo della vittima. Il titolo inglese (Peeping Tom = guardone) punta il fatto sul tipo di sguardo messo in gioco a differenza di quello italiano dove fa capire che ci saranno molti omicidi. È uno sguardo che sostituisce l’esperienza diretta della relazione a un’esperienza puramente visuale  perché punta l’attenzione sullo sguardo vuoieristico del guardone, sguardo di un individuo che identifica nel GUARDARE la sua forma di desiderio e piacere. Uccideva le sue vittime prima di avere un rapporto fisico con loro. Il tema della scoptofilia viene messo a tema in maniera esplicita, già come un oggetto di studio E il caso più noto è quello della narrativa e delle pratiche visuali legate al tema del “grande fratello” di Orwell. “The Truman show” In questo caso il tema della scoptofilia è fatta a sistema. Unico vero soggetto di una sorta di film in tempo reale. Viene seguito e guardato tutto il giorno ed è l’unico a non sapere di tutta la messa in scena. L’unico momento in cui lui guarda direttamente in camera è nel momento in cui lui si guarda allo specchio, perché dietro di esso vi è posizionata una videocamera. È l’unico momento in cui lui entra consapevolmente all’interno di una cornice, che è la cornice dello specchio. Essendo il truman show un network 24 h su 24 che viene trasmesso in tv, le persone cercano di fare pubblicità senza interrompere la storia. Le persone si pongono davanti alla videocamera in modo innaturale. Truman non nota quasi mai la peculiarità di questi interventi se non quando gli viene suggerito che forse è solo parte di una rappresentazione. Arti visive 17 Tutto il film gioca molto sul rapporto tra l’apparente continuità e fluidità della vicenda di Truman e l’attività registica. Rapporto tra GIUNTO REALE che viene mostrato e l’ELEMETNO ARTIFICIALE è rapporto di interruzione all’interno del film. Noi spettatori consapevoli sappiamo, attraverso i cambi di inquadratura, che non è la vera vita di Truman. MA I TELESPETTATORI che vengono mostrati nel film assistono a tutta la vita di Truman. EPISODIO DI BM The National Anthem (St 1 - Ep 1) – Tratta il tema della scoptofilia Il primo ministro deve produrre un filmato in cui compie un atto sessuale con un maiale in diretta televisiva in cambio della liberazione della Principessa Si cerca in tutti i modi di trovare una soluzione per permettere al ministro di non avere un rapporto sessuale con il maiale uno fra questi tentativi è l’idea di simulare l’atto creando informaticamente la scena. Il problema del primo ministro non è il problema dell’immagine di lui che ha un rapporto con il maiale che inizierebbe a circolare, lui vuole solo non avere un rapporto sessuale con il maiale. Il primo personaggio non ha nulla di strano, non è interno nel contesto di alienazione mediale che invece diventerà l’elemento constante di BM. Non si trova ancora nell’orizzonte fantascientifico dove c’è un’evoluzione dei media tale dove la disumanizzazione è già avvenuta. Ci troviamo prima di tutto ciò, vediamo una storia possibile, non ci sono mezzi tecnologici che rendono impossibile la realizzazione di quanto è accaduto. Non ci troviamo ancora nel mondo BM, l’esito della vicenda ci porta nel mondo di BM. Alla fine la principessa viene liberata mentre lui sta avendo il rapporto. Diventa popolare e apprezzato dalla gente ma il rapporto con la moglie si appiattisce. Vi è la messa in scena della disumanizzazione mediale, l’immagine mediale del premier aumenterà di popolarità, ottiene molto successo ma in questo momento c’è anche il momento di separazione, alienazione che ci condurrà all’interno del mondo di BM  TUTTE LE PROSSIME VICENDE SI SVOLGERANNO ALL’INTERNO della dimensione mediale, ipotetica e utopica originata dalle conseguenza di questo atto compiuto dal ministro. PARALLELO CON truman show: HANNO LA STESSA DINAMICA DI PUBBLICO  questo episodio diventa un catalizzatore di sguardi scoptofili esattamente con truman show. In BM non è più un guardare qualcosa che possiamo amare, è il guardare di per sé. scena finale del truman show scendendo dalle scale Truman può uscire dalla dimensione puramente mediale dell’esistenza. Truman scende le scale ed esce dalla dimensione. In BM il soggetto non esce mai dalla dimensione mediale. 20 Nell’ottica digitale e sociale questa messa in scena come cambia? Cambia perché l’elemento di mediazione libera il pubblico dal dispositivo della scena, il pubblico che assiste a qualcosa del genere da un cellulare o da un pc può scrivere e commentare. Una scena del film The Running Man – l’implacabile I prigionieri anziché rimane in carcere diventano l’oggetto di queste caccia all’uomo basate su inseguimenti tecnologici. Il tutto trasmesso in televisione. C’è però un elemento ulteriore che differenzia la protagonista dell’episodio di BM da tutti questi esempi  una volta conclusa la tortura tutto ricomincia da capo e si ripete. Una scena dell’episodio Judjment night, dalla serie The twilight zone Scena nella quale il personaggio si sveglia in una condizione di amnesia a bordo di una nave e scopre di essere un ex-ufficiale con un cognome tedesco. Viene accolto dall’equipaggio e vive con la sensazione che ad una determinata ora della giornata succederà qualcosa di grave alla nave. Continua a dirlo ma nessuno gli crede e alla fine all’ora detta un missile sottomarino colpisce la nave e la nave affonda. Scopriamo che lui è un ex militare nazzista e che durante la guerra era stato il comandate del sottomarino che aveva colpito la nave  condanna = rivivere da vittima l’evento in continuazione. Differenza fondamentale da BM è che qui siamo nell’ambito del sovrannaturale, la persona muore e resuscita continuamente  in BM non c’è nulla di sovrannaturale, viene ipotizzato un futuro in cui ciò che vediamo potrebbe diventare possibile, c’è sempre una spiegazione scientifica a quello che accade. Il primo è legato ad un mondo fantastico il secondo ad un mondo fantascientifico. LEZIONE 06-04-2022 IL TRIBUNALE DELLO SGUARDO Pratiche spettatori e potere kitsch Nosedive (St 3- Ep 1) episodio basato su una valutazione numerica, valutazione avviene su una sorta di social liquido dove le persone hanno una costante valutazione data dai conoscenti. Questo punteggio è determinante a livello sociale e in abito lavorativo. Chi ha un rating basso è destinato ad occupare un posto più basso e viceversa con chi ha il punteggio più alto. C’è un problema etico rispetto a questa valutazione, perché essere continuamente sotto valutazione e il continuo essere sotto scrutinio provoca dei forti problemi nella persona. Nell’episodio tutti stanno valutano tutti ma non si guardano mai l’un l’altro, sembra quasi votino alla cieca. Questo fa parte del discorso dello sguardo, perché la conseguenza dell’ideologizzazione dello sguardo e quindi della costruzione di una maggioranza biologica contro un’alterità, fa si che nella interazione tipica fra i membri delle due categorie il rappresentante di un’ideologia dominante guardi il diverso come puro oggetto, come puro oggetto da giudicare. La persona che sta ad un livello più alto guarda con sguardo critico e giudica chi è ad un livello più basso. Arti visive 21 Il mondo di BM è sempre lo stesso, nel senso che tutti gli episodi di BM sono ambientati tutti nello stesso mondo. Tre componenti principali di questo espisodio: 1. feedback 2. rating 3. stigma feedback Parliamo di feedback quando il RISULTATO DELL’ATTIVITA’ DEL SISTEMA MODIFICA IL SISTEMA STESSO. La valutazione dell’utente coincide sulla qualità del prodotto stesso. Il sistema è fatto per essere modificato col risultato delle proprie azioni. Franco Vaccari, Lascia una traccia del tuo passaggio, 1972 (biennale di Venezia) Istalla in un lato della sala una cabina fotografica con l’invito per il pubblico di scattare una foto e incollarla ad una delle tre pareti libere. Vi è quindi un abbandono e rinuncia all’autorità forte tipica di quegli anni, perché di fatto l’artista non fa nulla, è il pubblico a dare vita all’opera d’arte. È un’operazione di feedback perché ogni azione da parte del pubblico modificava il sistema precedente creandone uno nuovo. Aldo Tagliaferro, da Verifica di una mostra, 1970 Lei lavorava con la tecnica della tela emulsionata  lavori fotografici che venivano stampati sulla tea. C’era però uno spazio che all’inizio della mostra era vuoto e che nei giorni successivi sarebbe stato riempito dalle foto fate durante l’inaugurazione della mostra. Anche l’artista in questo caso diventava un elemento modificante. Dan Graham, Time Delay Room, 1974 Installazione in due stanze adiacenti, in cui i monitor mostrano ciò che accade nella stanza accanto con un ritardo di 5 minuti. Questa opera ci riporta alle radici della parola feedback perché all’inizio veniva usato in ambito audiovisivo. Una scena del film Il grande freddo (Lawrence Kasdan, 1983) È un film che si basa sul concetto di feedback. TRAMA: Amici ed ex compagni di scuola che si ritrovano dopo 15 anni. Quindi erano a scuola nel 1968 periodo di contestazione e loro erano ex contestatori ed ex radicali, ora hanno invece seguito percorsi di vita che li hanno portati ad essere uomini di famiglia e gente normale. La visione del film è legata alla crisi di ideali che questa trasformazione collettiva generazionale porta. 22 La strategia scelta per analizzare l’autoanalisi che ciascun personaggio fa su di se, ma in particolare il protagonista, è quella del video dentro il video. Il protagonista è un tecnico che lavora nei film ed è produttore di cortometraggi ha inoltre questa prassi di realizzare autoanalisi davanti alla videocamera. Questo comporta un riguardarsi, l’autoanalisi consiste proprio in questo,riprenderà il video registrato più avanti. Questo è un chiaro fenomeno di feedback, è un prodotto il cui esito porta a modificare il sistema che in questo caso è la psiche della persona. Il produttore di questo film era Michael Schamberg, che era stato l’ideatore della Guerrilla Television, 1971. Proponeva di decostruire il funzionamento della televisione commerciale producendo video amatoriali di persone comuni. Riprendeva per esempio uomini d’affari. E successivamente pubblicava questi video e le persone riprese si vedevano le video ed era un sorta di feedback perché poteva portare ad una modifica delle loro azioni. Videoinstallazione di Vincenzo Marsiglia, dopo-logica/o Lavora con questa video-tecnologia trasformativa. Un ballerino danza vedendo se stesso (trasformato attraverso questo processo di modificazione dell’immagine) vedendo se stesso danzare, e modifica la sua danza sulla base del ritorno dell’immagine che riceve. Nel momento in cui noi portiamo questi concetti all’interno del mondo di BM, possiamo immaginare che questo processo di feedback continuo sia moltiplicato, sia generalizzato e slegato dall’attività del soggetto, oggi il feedback è sempre più un feedback che combina il ritorno della mia azione e le reazioni altrui. Oggi il funzionamento di un sistema che è basato sulle reazioni degli altri è diventato una sorta di prova, un’architettura articolata nel quale poi spesso la modificazione del comportamento finale è data dalla somma di tanti feedback. Uno dei temi che emerge nell’episodio è come istantaneamente la variazione del punteggio della persona porta la persona a modificare il suo atteggiamento, e i comportamenti che portano ad avere un punteggio basso devono essere eliminati. Nell’episodio le razioni degli altri però sono sempre reazioni generiche, non dice cosa c’è che non va e che gli fatto dare una valutazione negativa, quindi deve capire cosa è stato a farla scendere. Rating Pollici e stellette: la critica e l’impulso quantificatore Un'altra caratteristica dell’episodio è l’IMPULSO QUANTIFICATORE  Ossessione per la valutazione numericamente di tutto quanto. Il problema di fondo è che porta a radicalizzare e semplificare il rapporto che può svilupparsi tra utente e fruitore e l’elemento votato. Noi finiamo per modellare il rapporto sulla base del criterio di valutazione (guardiamo un film con l’ossessione di dover votare il film). A questo punto tutto ciò che NON PUO’ ESSERE VOTATO, NON E’ PIU’ RILEVANTE e viene lasciato da parte. Arti visive 25 Komar & Melamid, Most Wanted Painting, America, 1997. Utilizzano un algoritmo. Hanno ideato un sito dove chi entrava doveva elencare tutte le caratteristiche che un quadro avrebbe dovuto avere per essere consideralo bello e anche per essere considerato brutto. Raccolsero le informazioni e poi dipinsero il quadro. E questo è il risultato con le informazioni raccolte per avere quadro più bello secondo gli americani. Komar & Melamid, Least Wanted Painting, America, 1997. + brutto Komar & Melamid, Most Wanted Painting, Francia, 1997. + bello Komar & Melamid, Least Wanted Painting, Francia, 1997. + brutto   Komar & Melamid, Most Wanted Painting, China, 1997. + bello Komar & Melamid, Least Wanted Painting, China, 1997. + brutto   Komar & Melamid, Most Wanted Painting, Germania, 1997. + bello Komar & Melamid, Least Wanted Painting, Germania, 1997. + brutto  Komar & Melamid, Most Wanted Painting, Italy, 1997. + bello Komar & Melamid, Least Wanted Painting, Italy, 1997. + brutto  Hang the DJ (St 4 – Ep 4) Il dispositivo che tengono in mano è un dispositivo con un’app che produce abbinamenti di persone in relazione ai propri gusti. Chi la utilizza deve frequentare l’altra persona per un tempo dall’app indicato e poi non si devono più vedere. BM mostra come l’utilizzo di tecnologie nella nostra quotidianità c’è il rischio che si compia un passo di troppo che porterebbe ad un rovesciamento dei ruoli: l’algoritmo non è più un supporto per l’uomo ma diventa colui che 26 comanda la vita dell’uomo. QUINDI non è più l’algoritmo che sta al nostro servizio ma siamo noi ad essere al suo servizio. È uno degli episodi dove il problema della scelta e del rischio di perdita di umanità di fronte all’assunzione di soggettività delle tecnologie è più esplicito. E fa capire come si articola a livello etico e filosofico questo problema  Fra noi e la tecnologia dobbiamo decidere chi è il soggetto. La tecnologia creata come oggetto a disposizione dell’uomo, evolvendosi, diventa il soggetto e l’uomo invece diventa l’oggetto al servizio della tecnologia. L’espediente narrativo dell’episodio è stato alla base di una serie basata su un sistema di appuntamenti. Serie ambientata nel presente dove però c’è questa app che dopo anni di ricerche ti dice chi è la tua anima gemella. Esempi  donna lascia il marito perché scopre che la sua anima gemella è un’altra.  Tutto si basa sulla costruzione del desiderio rispetto all’algoritmo. FANNO CIO’ CHE L’ARLGORITMO ORDINA. Quando si diffusero gli algoritmi online una parte degli studiosi aveva accolto gli algoritmi con un certo favore. All’inizio si pensava che l’algoritmo potesse essere uno strumento ricettivo che permetteva di ascoltare il pubblico e i suoi desideri, ma invece con il passare del tempo ci si rende conto che in realtà può essere uno strumento che ci domina. LEZIONE 27-04-2022 SGUARDO UMANO E SGUARDO “MEACANICO” La civiltà dello sguardo artificiale Il tema dello sguardo e della tecnologia si intreccia in maniera fondamentale non solo in alcuni episodi della serie ma anche nella riflessione attuale sulla cultura visuale. Alcuni teorici del campo dei media hanno creato questo termine  machinical gaze (Sguardo macchinico). Lo sguardo è meccanico e questo sguardo non è uno sguardo psicologico ma puramente meccanico che funziona a livello di sistema tecnologico, inoltre non condivide il carattere di ritorno psicologico, mentale e culturale dello sguardo umano. Lo sguardo macchinico mette in evidenza la soggettività della macchina che guarda, è un aggettivo che non si concentra più sulla natura materiale dello sguardo ma mette in evidenza il fatto che la macchina che guarda, in un qualche modo guarda soggettivamente. Lo sguardo macchinico presenta quindi una SOGGETTIVITA’ CHE E’ LEGATA alle POSSIBILITA’ TECNOLOGICHE e al FUNZIONAMENTO TECNOLOGICO della macchina. Ha delle dinamiche e delle funzioni diverse  lo sguardo umano cambia in relazione a fattori naturali mentre invece quello macchinico cambia in base alla macchina e alle possibilità che vengono date ad essa. Uno dei primi che ha parlato di sguardo macchinico è Andrè Bazin (letto basen)  ha scritto un saggio nel 1945 intitolato “ontologia della fotografia”  è un teorico e la sua spiegazione dell’ontologia è basata sull’idea mistica, sulla rivelazione. Per lui la fotografia è il medium (ovvero il modo) in cui il mondo si rileva di per sé = il mondo riesce ad essere visualizzato e concettualizzato al di fuori della concezione di un pittore, riesce ad essere visualizzato da sé senza l’influenza soggettiva del pittore. Il mondo si rivela attraverso la fotografia secondo Bazin. Nella seconda parte del suo saggio questa visione mistica ha una natura tecnica, meccanica  Il mondo nella fotografia si rivela ad uno sguardo meccanico  è solo grazie allo sguardo della macchina che si riesce a vedere e guardare in modi che all’occhio umano sarebbero inaccessibili. Arti visive 27 Nel film Blow-up  il protagonista del film è un fotografo e si rende conto che con i suoi scatti ha ritratto un omicidio. Tentativo da parte del fotografo di individuare le persone coinvolte. Il film è una messa in scena della specificità dello sguardo macchinico = sguardo macchinico coglie del mondo aspetti che lo sguardo umano non può cogliere.  questo perché lo sguardo umano è imperfetto, è sempre profondamente gerarchico, stiamo sempre guardando qualcosa di specifico e il resto è fuori fuoco. Il nostro sguardo è sempre uno STUDIUM = è sempre una messa a fuoco, un’analisi. Tutto ciò che sta al di fuori dello studium è sfondo ed potenzialmente un PUNCTUM (così definito da Roland Barthes), qualcosa che può farmi distogliere l’attenzione dall’oggetto che sto guardando. Lo sguardo macchinico della fotografia porta il PUNCTUM su un nuovo piano della realtà, appiattisce la gerarchia fra ciò su cui sono concentrato e ciò che mi sta attorno. Purché sia contenuto nell’inquadratura tutto il mondo diventa un possibile studium. Quindi LO SGUARDO DELLA MACCHINA HA UNA CAPACITÀ DI GERARCHIZZAZIONE DIFFERENTE DAL CORPO UMANO. Tantè che la fotografia è sempre concepita come indizio nei casi della polizia. Questa differenza tra sguardo umano e sguardo macchinico della fotografia è possibile esclusivamente dalla natura tecnologica della fotografia stessa. Nella fotografie il fuoco e il fuori fuoco sono due categorie linguistiche letterali e non sono psicologiche e mentali come nello sguardo umano. Lo sguardo macchinico cambia in base alla macchina e quando si parla di cinema cambia ancora di più  infatti viene ideato un nuovo termine = OGGETTIVA IRREALE Oggettiva irreale  è un’oggettiva che mostra qualcosa di inaccessibile ad uno sguardo reale  un movimento che l’occhio umano non può muovere (esempio, sguardo della macchina che oltrepassa il muro = questo l’occhio umano non lo può fare) Fa due esempi ma non mi servono NELL’EPISODIO “White Christmas” (episodio speciale) Il protagonista parla dei suoi precedenti lavori, uno di questi era quello della gestione di un’app. Veniva impiantata una piccola videocamera nello sguardo del cliente che riprendeva tutto e il protagonista lo aiutava ad agire. Per esempio viene aiutato ad un appuntamento.  rapporto dello sguardo macchinico e dello sguardo umano è particolare  in a questo caso lo sguardo macchinico coincide con lo sguardo umano, la macchina inquadra e vede ciò che vede l’occhio umano. La macchina acquisisce i limiti del corpo umano in questo caso. Questo ibrido implica che da un lato, il fruitore assiste a questo reality in soggettiva, vede il mondo che vede il protagonista. Ma il fruitore ha però il vantaggio di fruire delle immagini come fossero immagini derivanti da una macchina fotografica. Questa immagine rimane pur sempre un’immagine e rimane un DOCUMENTO ESTERNO, lo spettatore è impotente rispetto a ciò che vede succedere, non può intervenire a differenza invece del protagonista e di chi sta vivendo quelle immagini. 30 Avviene un cambiamento di stato nel soggetto = nel momento in cui viene fatta partire al registrazione il rapporto tra mondo e soggetto diventa a doppio senso, letteralmente. Il mondo è percepito dal soggetto ma il soggetto trasmette il mondo del passato  è al tempo stesso trasmittente e fruitore. È una peculiarità dell’universo di BM  in questo caso il recupero del ricordo avviene sotto forma di rappresentazione, sotto forma iconica, esco dalla mia memoria e lo riguardo in quanto altro da me, non sono più dentro l’immagine, non faccio più parte fisicamente del momento che sto guardando. In questo caso il soggetto può fare altre cose mentre rivede i ricordi. Crocodile (St 4 – Ep 3) Cookie agisce retrospettivamente  non viene reimpiantato per registra i ricordi, ma nel momento in cui viene impiantato acquisisce i ricordi del soggetto. Usato dalla polizia per ricostruire omicidi. Anche in questo caso si presuppone un distacco tra soggetto ricordante e il ricordo  ed è grazie ad esso che la ripresa del ricordo diventa una prova. La soluzione finale è l’installazione del cookie in un criceto  ciò fa capire che si può astrarre la memoria visiva dal soggetto, umano o animale che sia. Visuale = ha subito modifiche Visiva = ciò che si è visto così com’è Proprio questa distinzione fra i due episodi ci pone a rivedere la teoria della memoria del 900  viene stabilita una DIFFERENZA TRA MEMORIA E RICORDO. Carl Carwell dice che “noi vorremmo che la nostra memoria funzionasse come la fotografia, quindi stampata ad una certa distanza e come ricostruzione ineccepibile del contesto INVECE funziona come la fotografia vista da due centimetri, si vedono quindi tutti i frammenti e i difetti” è la prima grande riflessione che viene fatta sul tema del rapporto memoria e immagine un autore che riprende questo tema  Walter Benjamin che scrive “angelus novus” cerca di descrivere il vero funzionamento della memoria e come la storia venga ricostruita dalla memoria. Lui dice che la memoria è sempre frammentaria, è sempre fatta di ricostruzioni successive. La nostra POSSIBILITÀ DI RICOSTRUIRE UNA STORIA NON È LEGATA ALLA MEMORIA MA È LEGATA AI RICORDI. Dice che la MEMORIA è una rappresentazione, è una ricostruzione artificiale di tutti quei frammenti che ci vengono in mente che sono appunto i RICORDI. Il nostro rapporto col passato è fatto di ricordi discontinui e non di memoria che è solo quel racconto artificiale che noi costruiamo grazie ai ricordi. I due episodi di BM mostrano questa differenza: 1  basato sulla memoria. 2  basato sui ricordi. Traduce i ricordi in stimoli puramente visivi, in indizi e immagini documentarie. E proprio perché sono visivi possono essere anche raccolti da un soggetto che non è in grado di rielaborarli culturalmente (criceto). Ilaria Gasparoni, deflora, 2019 Anche lei ha trattato questo tema. Usa il marmo che stimola a ricordare. Arti visive 31 Rappresentando gli elementi visuali al di fuori della mente del soggetto e proiettandoli su un medium faccio in modo che il racconto, la memoria abbia un aspetto reale. All’utente dell’episodio The entire history of you serve il cookie per superare lo scoglio del ricordo, e grazie al dispositivo si può recuperare la memoria (ovvero la storia). Ricordo spesso manca del frammento più importante. Il secondo episodio mostra come il ricordo se portato al di fuori della dimensione soggettiva e culturale del soggetto può diventare traccia e indizio. LEZIONE 04-05-2022 LA VERITÀ DELLE IMMAGINI Fotografie come disciplina Siamo particolarmente sensibili alla fotografia, le attribuiamo un effetto di verità, un ruolo di attestazione della realtà. ESEMPIO per dimostrare che siamo andati in un particolare luogo si mostra una fotografia. MOSTRARE UNA FOTOGRAFIA PORTA UN’ATTESTAZIONE DI VERITA’ ALLA MIA AFFERMAZIONE. ATTESTA L’ESISTENZA DI QUALCOSA IN UN CERTO CONTESTO E IN UN CERTO MOMENTO. La fotografia conserva la veridicità dell’esistenza di qualcosa. Le vicende artistiche e tecniche della fotografia pongono delle questioni rispetto al tema della verità  discorso che si estendono ad includere un discorso sulla verità in generale. Il DISCORSO SULLA FOTOGRAFIE e il discorso della POST-VERITA’ sono fortemente legate. Nell’ambito delle la fotografia è un MEDIUM AL QUALE È STATA ASSOCIATA UNA FUNZIONE DI ATTESTAZIONE DEL VERO. TRE TIPI DI IMMAGINI Premessa: bisogna riguardare al modernismo dove vi è lo studio di immagini e segni Charles Sanders Peirce  uno dei più grandi rappresentanti della semiotica filosofica. Semiotica linguistica = parla dei segni in termine di convenzione (tra oggetto reale e il nome non c’è alcun collegamento) Semiotica filosofica = prova ad indagare la possibilità che ci sia un legame tra un oggetto e la parola che gli da nome. QUINDI CERCA DI STUDIARE ANCHE QUEGLI OGGETTI CHE HANNO UN LEGAME NATURALE CON L’OGGETTO. Ovviamente i segni immagine (segni visuali ovvero non verbali) costituiscono un esempio di questo tipo di traduzione segnica, i segni mettono in gioco il rapporto con l’oggetto che rappresentano In particolare Peirce nel studiare questi segni individua 3 TIPOLOGIE DI SEGNI: Icona, è un tipo di segno visuale che assomiglia al suo referente, che traduce il referente in termini di somiglianza, somiglianza che può essere iper-realistica, stilizzata ma dove comunque il rapporto fra i sue segni si basa su una analogia visuale. Simboli  per esempio il cerchio rosso con una striscia bianca al centro significa che è vietato l’accesso. NON C’È SOMIGLIANZA REALE MA C’È UN SIGNIFICATO CONVENZIONALE, CHE DEVE ESSERE ACCETTATO DA TUTTI. Indice  fa riferimento al dito indice, sono segni che anziché comunicare il loro significato attraverso un’analogia o una convenzione, indicano direttamente la cosa, necessitano quindi di una continuità fisica al loro significato. ESEMPIO: qui, lì, là  sono legati ad una gestualità. 32 Un altro tipo di indice è la traccia, è quel segno che richiama un agente in senso fisico. ESEMPIO un livido, un taglio, un’impronta  la parola non è direttamente collegata a qualcosa di fisico ma collegato indirettamente perché è la causa di qualcosa di fisico. Nella storia la fotografia è considerata un INDICE, c’è una teoria che si basa sulla questione dell’INDESSICALITÀ, una scuola di critici sostiene che una delle tendenze dell’arte del 900 è quella dell’introduzione degli indici nell’arte. ESEMPIO ready made di Duchamp. Immagine astro-fotometrica È una registrazione della temperatura relativa degli astri rispetto al punto di osservazione. Dice quando dista un certo astro e anche della vita dell’astro e consentono una mappatura del firmamento dell’universo. È un’IMMAGINE INDICE, è una TRACCIA  perché pur non fornendo un’immagine vicina al reale documenta comunque l’esistenza delle stelle. Fotografia vista come ICONA in questo caso. E ci permette di attestare la veridicità di un fatto. Oggi diventata il logo della Panini. Scattiamo fotografia perché iconicamente ricostruisce il corpo e l’immagine del soggetto che vogliamo conservare e tenere vicino a noi. La fotografie è quindi un particolare segno visuale che è indice e icona al tempo stesso. Le fotografie scattate in questo giorno già nei giorni successivi hanno abbandonato la loro natura documentativa e sono diventate icone. FOTOGRAFIA DI TIPO ANALOGICO O DIGITALE Alcuni studiosi hanno messo in dubbio che la fotografa digitale sia ancora effettivamente un oggetto fotografico. Un fotografo aveva delineato la differenza tra FOTOGRAFICO e FOTOGRAFOSO FOTOGRAFICO = Ciò ce conserva la natura indessicale della fotografia intesa in senso stretto FOTOGRAFOSO = Quel tipo di immagine che ruota attorno all’estetica della fotografia senza però conservane la dimensione di traccia. In termini proposto dagli studiosi sono invece: FOTOGRAFIA e POST-FOTOGRAFIA Negli anni 90 in particolare si diffonde la fotografia digitale. Essa pone una Nella fotografia tradizionale analogica il mondo lascia una traccia chimica sul materiale impressionabile, la luce viene filtrata dai corpi e dagli oggetti e questi diversi raggi luminosi che conseguono dalla presenza dei corpo vanno ad imprimersi su una superficie impressionabile e vanno a registrare la traccia del mondo producendone un’immagine  da qui arriva il nome analogico = analoga alla realtà. Il mondo si manifesta e riappare sulla fotografia  nel momento in cui noi prendiamo in mano la foto è come se prendessimo in mano un pezzo del mondo. Arti visive 35 LEZIONE 05-05-2022 Noi ci fidiamo della fotografia ci fidiamo anche di tutta quell’area che gravita attorno alla fotografia (per esempio l’identikit fatta dalla polizia, che non è una fotografia ma ci si fida di essa allo stesso modo i cui ci si fida di una fotografia vera e propria) Partendo da questo tipo di immagine che è un prototipo della ricostruzione di un ricordo del soggetto, si è sviluppata una storia delle immagini fotografiche costruite ad hoc che vengono create da zero, senza partire da un’immagine reale. Vi è così la costruzione delle immagine perfettamente fotografose, che somigliano alla fotografia. Lo sfruttamento tecnologicamente avanzato di questa possibilità del digitale ha portato alla nascita di nuovi tipi di immagine digitale.  tipo questa. È una ricostruzione virtuale dell’omicidio di Mark Haggan a Londra. Viene usata la tecnica del RENDERING = CREAZIONE DI SCENARI IN MODO DA RENDERLI VISIBILI, ANIMATI. Scatto una foto e passandola alla froensic architectur la animano per vedere cosa è successo. Come funziona?  La scena del crimine è stata ricostruita con questo rendering dinamico audiovisivo in modo tale da costruire cosa è accaduto. La froensic architectur ha raccolto tutte le fotografie e tutti i video delle telecamere dell’area in modo da ricostruire tutta la scena. Ha ricostruito virtualmente gli effetti di un bombardamento. Utilizzando le immagini satellitari. Ricostruzione dall’alto di una rotta di migrazione clandestina. Queste immagini anche se hanno un indice di indessicalità molto basso. Ci affidiamo ad esse anche se sappiamo che potrebbero essere false e non rappresentare la verità. Ci affidiamo e fidiamo anche di quelle immagini che vengono esplicitamente ricostruite da zero come ci fidiamo delle foto scattate con una macchina fotografica. Ci sono delle ragioni sul perché ci fidiamo così tanto, ovvero la PRESENZA DEI METADATI. Metadato  dati che CI PERMETTONO DI FIDARCI DELL’IMMAGINE DIGITALE PERCHÉ NON SONO MODIFICABILI E ATTRAVERSO DI ESSI SI PUÒ RICOSTRUIRE IL DOVE E IL QUANDO UN’IMMAGINE È STATA SCATTA e non essendo dipendenti dall’individuo possono essere considerati fidati. Post-immagine? Noi abbiamo un rapporto schizofrenico con le immagini di tipo fotografico analogico, ci troviamo in un mondo dove non ci possiamo più fidare di immagini scattate ma ci fidiamo invece di immagini costruite a cui affidiamo il ruolo di stabilire la verità in questioni fondamentali. L’orizzonte mediale di oggi è caratterizzato proprio dalla schizofrenia (= passare da due alternative, non conciliabili fra di loro, in maniera oscillatoria). Un buon numero di teorici in particolare quelli vicini al Mitchell 2, parlano di post-immagine = UN’IMMAGINE LA CUI NASCITA È COMPLETAMENTE SEPARATA DALLA SFERA DEL VISUALE UMANO, ovvero è composta da elementi che sono un dispositivo può concepire; è un’immagine che non fa riferimento a qualcosa di esistente. 36 ESEMPI Si tratta di una sovrapposizione di lastre fotografiche che attraverso un sistema di correzione veniva realizzata un’immagine priva di difetti (faccio riferimento ai difetti fisici) che diventava la somma di tutte le immagini sovrapposte Questa è stata con la sovrapposizione di 20 foto di criminali, corrette e modificate hanno creato un immagine di un criminale standard tipo. Joan Fontuberta. Parte da foto storiche e sostituisce ciascun pixel da una foto rimpicciolita per creare l’immagine originale  è come un mosaico. Qui l’immagine è falsa e legata a dei processi non umani ma macchinici. Questa immagini è la falsificazione di una immagine reale, storica alla quale viene attribuito un valore di documento. L’immagine di uno screenshot è estremamente passibile di falsificazione. Tutti possono creare un finto tweet o un finto post. Ma questo screenshot nel dibattito pubblico diventa comunque una prova. Questa nostra schizofrenia, questo nostro fidarci delle immagini digitali e poi di quelle analogiche viene definito dagli studiosi: Network culture = Indica il fatto che la nostra cultura visuale è prodotta dalla condizione di continua e totale condivisione del network. Dentro questa network culture noi riusciamo a tenere in vita questa schizofrenia perché accettiamo che la verità dell’immagine non ci interessa più. Accettiamo la network culture come una dimensione intermedia tra mondo reale e rappresentazione, tra vero e falso. LEZIONE 11/05/2022 INTERATTIVITÀ E ATTIVAZIONE Spettatore, fruitore, utente Tema dell’interattività che nelle pratiche televisive è stato introdotto di recente (un esempio Sanremo o X-factor dove lo spettatore da casa può votare chi far rimanere in gara). Interattività = IMPLICA UNO SCAMBIO DI AZIONI TRA UN SISTEMA E UN UTENTE. Si parla di interattività mediale quando l’input fruito dal fruitore è necessario al completamento dell’operazione visuale stessa. Interattività viene spesso associata all’attivazione Attivazione = è una pratica che causa la costruzione di un’utenza passiva e quindi servono modalità per attivare il fruitore e renderlo partecipe. Benjamin diceva che si doveva impedire la passivizzazione del fruitore oggi invece ci troviamo in una società dove il fruitore viene pensato già in partenza come fruitore passivo e si devono inventare delle pratiche che rendano il fruitore un fruitore attivo. Una forma cultura che implichi una scarsa attività e intelligenza e una esistenza passiva dei fruitori indica la presenza di una forma culturale che si pone fin da subito come strumento di potere. ESEMPIO  io che creo immagini rappresento versante attivo della società coloro che invece le subiscono si pongono come oggetto passivo di fronte all’immagine. Arti visive 37 L’interattività è stata proposta come una delle modalità di attivazione. Lavoro di Richard Serra, Television delivers people, del 1975 Si potrebbe pensare che intenda dire che la televisione emancipa le persone ma in realtà usa il termine con la traduzione letterale ovvero spedire le persone ai media. Sono le persone che vengono consumate. Sono le persone che sono il prodotto della tv. DALLO SPETTATORE ALL’”UTENTE” L’idea dell’interattività è quella della trasformazione da spettatore in ”utente”. FILM BM – Bandersnatch L’antagonista del personaggio principale gli fa una proposta significativa per lo sviluppo della trama e allo spettatore, che diventa utente, viene data la possibilità di accettare o rifiutare. I produttori dei film detengo il potere di produttore di immagini e in un qualche modo, permettendo allo spettatore di fare questa scelta, cedono parte di questo potere allo spettatore. Ci sono due problemi in questa modalità però, perché l’esplorazione di tutte le ipotesi diverse porta angoscia nello spettatore che teme di non aver visto tutte le strade possibili, portandolo in una sorta di processo di frustrazione.  Ci aspettiamo che anche una scelta minima porta ad uno sviluppo specifico ed individuale diverso dagli altri ma in realtà inizia e termina allo stesso modo. Tutto ciò diventa una componente retorica determinante  la frustrazione, l’ossessione, la paranoia che ci pervade, è proprio uno dei contenuti dell’episodio stesso. È APPOSITAMENTE INCOMPLETA. [[È come se diventiamo noi i protagonisti del film e in questo caso l’aspetto distopico in questo caso sta nella nostra impossibilità di interagire con l’episodio]] Il tema dell’interattività nella produzione visuale ha inizio con gli artisti del Gruppo T nel 1959. Il tipo di produzione culturale molto passivizzante che aveva caratterizzato gli anni 50 diventa un oggetto di critica e di riflessione. Nell’ambito artistico viene messa sotto esame l’arte informale  in America corrisponde all’action painting = pittura fatta di gesti e che implica una forte riflessione sull’individualità dell’artista. All’inizio questa individualità era perfettamente in linea con la filosofia tipica degli anni seguenti alla guerra mondiale che era l’ESISTENZIALISMO = filosofia che dice che non abbiamo alcuna possibilità di indagare teoricamente l’essere, le grandi cause, perché siamo al mondo? Tutto ciò che noi sappiamo è che siamo qui, in carne ed ossa. Quindi il quadro o la scultura non dovranno più porsi l’obiettivo di indagare i misteri dell’umanità, l’ordine simbolico e metafisico, l’unica cosa che possono fare è dare una forma e un senso all’esistenza fisica, che è l’unica cosa che si può controllare. Alla fine degli ani 50 la situazione culturale è cambiata, c’è stato il piano Marshall, la ripresa economica ecc.. e l’arte informale diventa una moda e tutte le gallerie espongono opere d’arte. Si arriva quindi al punto in cui è più importante possedere un’opera firmata e piuttosto che prestare attenzione a ciò che l’opera vuole esprimere. Nasce quindi quella che DIVENTA UNA SORTA DI FETICIZZAZIONE DELLA FIRMA. 40 Alessio Barchitta, Il tuo sguardo mi scioglie, 2021 Contiene un agnello di cera e nella parte superiore c’è una luce che riscalda. Dato che con la luce spenta non si vede nulla all’interno, l’utente è obbligato ad accendere la luce che scalda e che scioglie l’agnello di cera. In questo caso il titolo dell’opera è da intendere letteralmente. Scena dal film Superfantozzi, di Neri Parenti (1986) Episodio in cui fantozzi è al cinema e tutte le persone iniziano a scappare quando vedono che il treno si avvicina. Lui dice che c’è solo uno schermo e che non è reale. Alla fine però viene investito dal treno. Scena dal film La rosa purpurea del Cairo, di Woody Allen (1985) Protagonista che si innamora di un personaggio del film e ad un certo punto il personaggio punta lo sguardo in macchina e parla con la protagonista. Interazione fra chi c’è dentro e chi c’è fuori il film scena del film Spaceballs – Balle spaziali 1987 i cattivi per evitare che i buoni scappino guardano la cassetta del film per vedere nel futuro sostanzialmente e vedere dove stanno scappando. Solo che quando guardano il film vedono loro stessi in quell’esatto momento, mentre guardano il film. Un bambino «interagisce» con il programma Winky Dink and You (CBS, 1953-57) Incollare sul televisore un foglio trasparente in modo che il bambino potesse disegnare sopra di esso e modificare l’immagine. LEZIONE 12/05/2022 OPERATIONAL IMAGES L’immagine come soggetto autonomo Immagini che assumono il ruolo di soggetto  Parliamo di Immagini che svolgono questo ruoto letteralmente e sono le OPERATIONAL IMAGES (= immagini operative oppure immagini operazionali). L’immagine che rende possibile un’operazione. Operational images, cosa vuol dire che si fanno carico di alcune azioni? Si parla di immagini che NON HANNO PIÙ UN RUOLO SOLO RAPPRESENTATIVO, ma HANNO UNA FUNZIONE PRATICA, HANNO IL COMPITO DI RENDERE FATTUALE UN’OPERAZIONE. ESEMPIO sono le immagini di un videogioco = l’immagine nel gioco ci serve per rendere verificabile un’azione. L’immagine che consente di svolgere un’operazione. ALTRO ESEMPIO sono i simulatori  quelli delle auto, di volo. La loro efficacia è solitamente molto alta. Come funziona il simulatore? Esso produce delle immagini che richiamano nella maniera più realistica possibile il reale, ma non è importante che il paesaggio richiami in modo reale la realtà, ciò che è importante, è il funzionamento delle immagini, ad esempio quando svoltiamo la visuale deve cambiare, quando si accelera deve sembrare reale il cambio di velocità. Gli stessi comandi usati per i simulatori vengono usati anche per guidare i droni militari armati Stanza dove si manovrano i droni. Lavorano con un software molto simile a quello dei simulatori. Riprende in modo reale l’obiettivo e l’interazione con il drone avviene attraverso dei comandi come quelli presenti nei simulatori. Arti visive 41 Se nel videogioco l’immagine rimane all’interno dello schermo, con il drone invece l’azione compiuta avviene nel mondo reale  l’immagine esce dallo schermo e svolge l’azione nel mondo reale. È vero si che avvengono nel mondo reale ma sono ancora legate allo sguardo umano, sono immagini senza alcun prefisso, in quanto pilotate da soggetto umano, queste immagini devono rivolgersi ad un soggetto umano; devono essere quindi immagini riconoscibili e quindi avere un aspetto reale, devono riportare così come è la realtà. Immagini- soggetto Parliamo letteralmente di operational images nel momento in cui anche il legame con il gesto umano viene rimosso, non è più necessario l’intervento dell’uomo.  sono ESEMPI Punto di vista di una “bomba intelligente”  oltre a visualizzare immagini del mondo reale si vedono parti che riguardano l’interfaccia della bomba intelligente, come il puntatore e il frame. L’immagine che abbiamo davanti dal punto di vista dello svolgimento dell’azione non serve a nulla. La bomba infatti non avendo uno sguardo umano non ha necessità di trasformare ciò che vede in modo che combaci al paesaggio reale, l’immagine è simile al paesaggio reale perché serve all’umano, è l’umano che vuole che si veda quell’immagine precisa. War at a distance, 2003 Visualizzazione geometrica di dati prodotta dal sistema della bomba che si sovrappone al frame del ponte e nel momento in cui visualizza il punto desiderato dell’azione fa partire l’azione. Le due immagini sono prodotte da due “occhi differenti”. La prima  da una videocamera installata su un mezzo militare = è una RIPRESA La seconda  da una videocamera installata sulla bomba = è una VISUALIZZAZIONE si ha quando una serie di dati assumono una forma visuale. Una volta che la bomba intelligente decide di agire vedremo l’obiettivo avvicinarsi e poi la visuale sparisce perché la bomba esplode e scompare anche l’immagine di sx perché la videocamera non è fatta per sopportare lo shock termico.  QUINDI non sto assistendo ad una rappresentazione ma sto assistendo ad un atto. La bomba non ha bisogno dell’immagine di sx, nemmeno della distinzione con le linee colorate presenti nella seconda immagine  la bomba agirebbe comunque, le basta riprendere e registrare dati, ciò che si vede serve per far vedere all’uomo come funziona. L’IMMAGINE DIGITALE nasce da due processi distinti: 1. Vi è la ripresa che viene scomposta in una serie di dati; 2. Dati vengono ritradotti in un’altra immagine. Quando si parla di creare un immagine digitale è possibile rinunciare ad una della due fasi, elaborare esclusivamente sulla seconda parte. In questo caso avviene l’opposto, nelle operational images è la seconda che non è più necessaria, la riproduzione dei dati in un’altra immagine non è legata al funzionamento della bomba. Perché vi è questa necessità di produrre queste immagini? Perché è necessario verificare l’azione della bomba. 42 LE DUE FOTOGRAFIE RELIZZATE Nel 2003 , perché il 2003 è l’anno significativo della campagna contro il terrorismo, campagna che ha avuto origine in seguito all’attacco alle torri gemelle. Immagini dove il funzionamento dell’arma è rappresentato così forzatamente, mandava all’uomo il messaggio che il modo occidentale di fare guerra aveva un precisione tale che permetteva di colpire solo obiettivi militari, non compiendo distruzioni simili a quella causata il 9 settembre. [[Immagine che non svolge le normali funzioni dell’immagine. Mai con questo tipo di immagini l’idea che esse rivendicano l’oggettività e la soggettività dell’immagine diventa reale.]] LEZIONE 18/05/2022 MEDIA, AGENCY E IDEOLOGIA Una riflessione conclusiva Nella serie ci sono almeno un paio di casi legati alle operational images Metalhead (St. 4- Ep 4) Protagonista che è perseguitata da un esercito di cani meccanici programmati per attaccare e uccidere. L’episodio provoca: molta angoscia  che è data grazie alle immagini e il modo in cui vengono proiettate e anche il finale che ci viene mostrato non ci da la possibilità di distaccarci completamente dalla storia. frustrazione  perché non capiamo perché sta avvenendo ciò, non sappiamo perché la ragazza viene rincorsa immagine presa dalla puntata. Osserviamo la storia dal punto di vista dei cani che percepiscono l’ambiente come una mappa non come un’immagine reale. Vengono eliminati tutti i dettagli inutili per focalizzarsi sull’obiettivo da uccidere. Ci immedesimiamo nella protagonista e sentiamo lo sguardo dei cani puntato su di noi, iniziando a percepire un certo senso di claustrofobia. Questa è proprio un esempio di operational images  visuale, vista da una macchina, che non deve sembrare reale per permettere alla macchina di agire. Hated in the Nation (St. 3 - Ep 6) Ritrovati nei pressi dei cadaveri delle api meccaniche. QUINDI Ipotesi di partenza è ancora un futuro molto vicino dove una particolare tecnologia ipotesi che sono già in campo anche oggi. Ma il fatto che le api si trovino su due scene del crimine porta dei sospetti e si pensa che ci siano dei collegamenti. Si scopre che l’azienda che le gestisce era stata hackerata. Si scopre che tante delle vittime erano state coinvolte in campagne sui social che identificavano le persone più odiate. Si scopre poi che un hacker aveva preso il comando di api e aveva ucciso le persone più odiate. La visuale che delle api cambia, non è più il fiore il loro obiettivo ma sono le persone, che devono uccidere. Le api, dopo il comando dell’hacker andranno a cercare autonomamente le persona da uccidere. LE API SONO DELLE OPERATIONAL IMAGES Caratteristiche delle OPERATIONAL IMAGES = LE API NON HANNO BISOGNO DI VEDERE L’OBIETTIVO MA GLI BASTANO DEGLI ALGORITMI da fare coincidere con la realtà = VISUALIZZAZIONE INFORMATICA DELLE VITTIME senza la necessità dello sguardo umano. = basta una PROGRAMMAZIONE ALGORITMICA per rendere possibile la visualizzazione delle vittime da parte delle api.
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