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Appunti completi del corso di Didattica dell'Italiano L2, Appunti di Didattica Pedagogica

Corso dedicato alla didattica della lingua italiana in Ticino, in particolare dal punto di vista dell'italiano come lingua seconda. Focus su alcuni volumi di testo svizzeri e su alcune delle tecniche di apprendimento delle lingue seconde in generale.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 19/07/2022

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Scarica Appunti completi del corso di Didattica dell'Italiano L2 e più Appunti in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! Didattica dell’italiano L2 Prof.ssa Miecznikowski Lezione I - Introduzione 23.09.2021 L’italiano è lingua straniera negli altri cantoni svizzeri, mentre nel contesto italofono è lingua seconda quando lo si insegna a chi non è di madrelingua. In questi casi i metodi sono diversi. Si definisce lingua straniera quando è presente solo in ambiente scolastico o educativo, ma è seconda quando è presente in contesti anche extra-scolastici. Imput nella linguistica didattica sono i dati linguistici a cui è esposto l’apprendente e questi sono diversi per LS e L2, perché nel primo caso gli imput sono maggiormente controllati. L1 è la lingua principale del parlante, che ha un repertorio di varietà più o meno ricco. Si può essere plurilingui a diversi livelli. Si dice L2 normalmente quella lingua che si apprende dopo la prima infanzia, con processi specifici diversi. È possibile anche avere più L1 nel caso di crescita con diverse lingue, sin dal contesto famigliare. Ci sono casi in cui una persona abbandona il proprio paese e può arrivare a considerare la propria L1 di origine non più come tale. Due termini da definire sono acquisizione e apprendimento. Nel bambino si parla di acquisizione del linguaggio, in particolare entro i primi tre anni di vita. L’acquisizione è un processo automatico, mentre l’apprendimento è volontario e richiede un certo sforzo. L’acquisizione avviene lungo tutta la durata della vita. Anche le L2 si acquisiscono alla fine, se si viene esposti sul lungo tempo. L’insegnamento è qualcosa che serve a produrre acquisizione, tramite l’apprendimento guidato. L’acquisizione può avvenire senza apprendimento, ma non può avvenire viceversa. Anche durante un’attività di L’italiano in Svizzera è presente in aree italofone (Ticino e Grigioni), ma anche in altri cantoni e nelle valli. Per la Svizzera è importante ricordare il suo plurilinguismo dichiarato nel suo statuto. Nella Svizzera tedesca, ad esempio, è possibile apprendere a scuola l’italiano, ma si tende a privilegiare francese e inglese. Spesso è una materia facoltativa negli altri cantoni, che la devono offrire nell’offerta formativa, anche se di fatto viene studiata in quantità minore rispetto alle altre lingue nazionali. Se si tiene conto dello statuto minoritario, viene studiato anche tanto come L2. La politica linguistica in Svizzera è particolarmente incentrata sul preservare il plurilinguismo. Per capire chi parla quale lingua è possibile determinarlo tramite i questionari e i censimenti. L’ultimo completo è datato 2000, siccome successivamente si è passati a diversi metodi di ricerca e rilevamento. Nell’indagine del 2014 si chiedeva quale fosse la L1 degli intervistati, ma anche quali fossero le loro altre lingue. Se si osservano i dati della tabella, è possibile notare come i parlanti di italiano ed inglese siano numericamente molto vicini a livello di L1. I francofoni L2 sono in gran parte coloro che l’hanno imparato a scuola, soprattutto se tedeschi. Se si parla di varietà di italiano in Svizzera, tenendo conto anche della migrazione, lo schema è proposto da Moretti, e serve a riassumerne le derivazioni. Emergono le varietà diastratiche. Le varietà si distinguono per l’ambiente linguistico diverso, come prima macro-distinzione; successivamente si distingue tra nativi ed immigrati. In ultima fase, si distingue tra italiani cantonali e regionali. Nella situazione della Svizzera non italiana è anche importante distinguere il luogo di provenienza degli immigrati. In Svizzera è importante anche l’italiano amministrativo e commerciale, quello utilizzato per attraversare varie aree linguistiche e può essere utilizzato su testi di legge, che può risentire della traduzione, oppure su pubblicità, che allo stesso modo vengono tradotte e non sempre in maniera perfetta nel contesto di utilizzo (es. pubblicità della Migros). Il testo prodotto in Svizzera non italofona viene utilizzata anche in zone italofone e quindi non è collocabile in una delle due macro-sezioni; deve per forza stare al centro. L’italiano nel mondo continua ad essere studiato, tanto se si conta la sua importanza numerica dei parlanti nativi. Il fenomeno della migrazione gioca un ruolo importante anche su scala globale. Ci sono anche coloro che imparano per interesse culturale, siccome è una lingua che dà accesso ad una civiltà nota ovunque per i suoi prodotti. Lezione II – In linguaggio dei bambini 30.09.2021 Gli infanti hanno capacità percettive importanti per imitare e apprendere il linguaggio. Può distinguere molti suoni, che dopo i primi sei mesi di vita diminuisce, soprattutto per i suoni che non sono presenti nell’ambiente, mentre si consolida per le lingue che apprende dall’ambiente circostante. Questo si può conoscere grazie ad alcuni dispositivi che monitorano la suzione del bambino, che segue certe regole, tra cui è possibile riconoscere un ritmo velocizzato quando è attento e concentrato su qualcosa. Sfrutta questo comportamento per capire come reagisce a stimoli uditivi che sono somministrati tramite delle cuffie, in questo caso sillabe, che possono essere identiche o no. All’inizio un neonato reagisce a moltissime distinzioni foniche che non sono presenti nella lingua dell’ambiente, perché ancora non sa espressamente quale sia la lingua dell’ambiente. Dopo i sei mesi queste reazioni non sono più presenti. Un bambino che cresce multilingue è probabile che possieda e mantenga la capacità di distinguere i gruppi fonici di diverse lingue. Il bambino comincia ad articolare suoni intorno ai sette mesi, definiti lallazione, una serie di sillabe diverse con intonazioni diverse. È una fase in cui il bambino ha capito che il linguaggio è articolato in sillabe, anche se non ne conosce tutto il repertorio. Le prime parole possono comparire dai nove mesi in poi. Queste di solito sono deittici, che si riferiscono ad oggetti concreti o a persone. Durante il secondo anno di vita, invece, si assiste ad uno sviluppo rapido ed ingente del vocabolario. Raramente riesce ad arrivare ad enunciati articolati, che comprendano più parole non slegate tra loro, anche perché i bambini arrivano a semplificare le parole complesse (lunghe o con tante sillabe diverse di seguito). Ci sono delle strategie ricorrenti. Si può assistere anche allo sviluppo di una parola che prima era conforme e poi diventa infantilizzata e solo infine viene ripristinata. Questo sviluppo è dovuto a processi inconsapevoli di analisi linguistica, che lo spingono a creare una forma innovativa individuale. L’analisi si applica con unità composizionali conosciute, che però sono solo parziali e non sempre fedeli. Questo vale anche per gli apprendenti di L2, quindi i loro errori sono indizi per capire quali regole sta costruendo per fare sua la lingua. Le fasi di apprendimento prevedono: memorizzazione, apprendimento di unità circostanti, analisi di elementi costitutivi, produzione composizionale da unità semplici. Gli enunciati complessi arrivano intorno al compimento del secondo anno. Solo in seguito, si sviluppa la sintassi. L’unione di parole diverse può avere delle irregolarità, come il valore semantico tra parole. Ci sono anche delle inversioni sintattiche, tra parole legate da un senso compiuto. In questa fase il bambino conosce poche forme di ogni parola per questo non riesce a creare rapporti sintattici coerenti, dal momento che gli manca la morfologia necessaria. Il comportamentismo emerge grazie a Pavlov1, premio Nobel, che ha osservato il comportamento dei cani e ne ha modificato alcuni aspetti con un determinato addestramento. 1 Ivan Petrovič Pavlov (1849 – 1936) è stato un medico, fisiologo ed etologo russo, il cui nome è legato alla scoperta sui cani del riflesso condizionato, da lui annunciata nel 1903. come il cervello è costruito, fatto di cellule nervose connesse da sinapsi, ma non si conosce tutto del cervello. Le reti neuronali artificiali elaborano degli imput linguistici, riconoscono configurazioni ricorrenti e sono capaci di auto- organizzarsi. Continuano, poi, a testare il modello costruito su dati sempre nuovi, confermando o falsificando le ipotesi del modello, raggiungendo una certa aderenza del modello con i dati. Questo oggi viene usato per il training degli assistenti vocali. Lezione III – L’italiano come L2 08.10.2021 Lezione IV – Esercizi Lezione V – La glottodidattica 22.10.2021 È un metodo che nasce a fine Ottocento e che si sviluppa in scuole di lingue private. Berlitz non ha legami stretti con la linguistica del tempo. È possibile che il passaggio da una linguistica diacronica ad una sincronica abbia influito sul suo metodo. Quello che è più importante è che si tratta di un percorso induttivo, che parte dalla conversazione, e che porge poche spiegazioni grammaticali e norme agli allievi. Lo studente qui, rispetto allo scolaro, è più autonomo, siccome spesso sono già adulti. Il docente in questo caso deve essere necessariamente un madrelingua, mentre a scuola non è così imprescindibile. Berlitz voleva assicurarsi che le strutture grammaticali e la pronuncia fossero autentiche. La cultura non ha grande importanza in questo approccio. L’organizzazione è sempre in lezioni, ma non così rigorosamente strutturate. Il manuale dà alcuni imput. Si inizia sempre da oggetti di uso comune, ma si aggiunge l’ausilio dell’illustrazione. Si aggiungono anche i colori, che sono un elemento di innovazione, rispetto all’altro manuale scolastico. Qui non si ha nessuna informazione grammaticale però. Il metodo diretto serve ad imparare la lingua straniera come se la si imparasse interagendo direttamente con essa. Non ci sono nemmeno esercizi in questo manuale. L’esercizio principale è sempre la conversazione diretta. Si tende ai dialoghi «botta e risposta». L’imput è organizzato in categorie, ma non necessariamente grammaticali; possono essere anche categorie semantiche. materiali originali si vede la trasposizione nell’audio-orale la tradizione dell’approccio traduttivo. Si critica l’esercizio manipolativo e si propone di sostituirlo con uno strutturale. È interessante analizzare anche il lessico utilizzato, perché fa riferimento all’approccio comportamentista. «Costringere» e «provocare» sono termini che portano l’allievo a produrre delle strutture che poi deve memorizzare, come in un addestramento. Anche l’aggettivo «automaticamente» è importante in quest’ottica. Non è importante imparare la regola e capirla, ma bisogna saper produrre determinati meccanismi automaticamente. Dopo l’episodio dei laboratori linguistici, che vengono introdotti dappertutto e in modo sistematico, si sviluppano gli approcci comunicativi. Si avverte il bisogno di calare maggiormente la lingua in contesti di uso. Un pregio dei laboratori è quello di permettere all’allievo di produrre molto, rispetto alla lezione tradizionale di lingua. È estremamente difficile però trasporre quei meccanismi in una situazione reale. È un metodo con evidenti limiti, quindi, perché non c’è un trasferimento immediato tra abilità e situazione di vita. In questo periodo nasce anche la linguistica pragmatica e la sociolinguistica, che mettono l’accento sul nesso tra lingua e azione, così nascono gli approcci comunicativi. Si vuole usare la lingua per rispondere alle situazioni e non per apprendere solo le strutture. Uno dei metodi comunicativi è quello nozionale- funzionale. Il percorso è sempre più induttivo. La cultura alta è spesso poco presente in questi approcci, mentre quella quotidiana è ben affrontata. In quel momento storico si introduce nella manualistica l’unità didattica, che ha un certo tema e un certo quantitativo di materiali che lo riguardano. I temi possono essere grammaticali, ma anche di contenuto lessicale o di cultura. Si possono di nuovo avere le esercitazioni orali con i roleplay. Non mancano comunque i supporti tecnologici. Un altro metodo definito come comunicativo è quello che si basa sulla linguistica di Chomsky ed è quello elaborato da Krashen. Ci sono le stesse tradizioni dell’approccio comunicativo. Descrive una realtà che percepisce nel contesto italiano. Sarebbe utile fare affidamento in modo sistematico alla capacità dell’allievo di indurre le regole, perché è quello che succede nel processo naturale dell’acquisizione del linguaggio. Tuttavia, la tradizione italiana diffida di questo. Nella prassi didattica, spesso l’insegnante spiega comunque prima le regole che devono essere utilizzate. Ci sono quindi due tradizioni contrastanti, che possono condurre anche a situazioni contraddittorie. aspetti più evidenti, che sono il lessico e le strutture grammaticali, andando solo in seconda battuta ad analizzare le entità più profonde. Per gli esercizi 3 e 4 si vede l’azione di processi induttivi, in quanto bisogna rielaborare informazioni presenti nel testo, senza modificarne il significato. Il processo induttivo in questo esercizio è favorito dall’utilizzo di sinonimi, probabilmente già conosciuti o almeno sentiti dall’allievo. Quindi, utilizza parole simili per verificare la comprensione che l’alunno ha delle sfumature di significato di queste e di quelle presenti nella domanda. Usa la formula «seconda fermata», ad esempio, per portare lo studente ad escluderla in quanto dissimile dal termine «capolinea» che però fa parte dello stesso campo semantico. A livello generale rimane il postulato del parlato, che fa riferimento al parlato, in quanto il dialogo va ascoltato da qualcuno che lo interpreta; in seguito, si passa ad un livello pragmatico, poiché l’allievo deve riconoscere alcune strutture e riscriverle, utilizzando alcune strutture grammaticali precise. Infine, si può dire che avendo delle ripetizioni delle frasi stesse si riconosce la regolarità dell’imput linguistico. Con il fatto che si ha un contesto sociale preciso, in cui l’allievo può ritrovarsi, si può attivare anche il fattore affettivo, proprio per la possibilità che lo studente si trovi in questa determinata situazione. Si attiva una certa motivazione nella persona a voler apprendere come comportarsi e a svolgere, di conseguenza, questi esercizi. b) Si tratta di sviluppare una competenza pragmatica, basandosi su esperimenti pratici, guidati da supporti visivi e utilizzando il fattore della ripetizione, in quanto si manipola minimamente un evento appena ascoltato. Si inseriscono delle nuove informazioni, che vengono fornite dalle forme di cortesie che vengono poste in evidenza. Si tratta di sviluppare l’abilità di strutturare un discorso di senso utilizzando le strutture appena viste. Si allena il senso dell’oralità, che prima era nascosta da esercizi più astratti di stampo più scrittorio. c) Nel manuale più recente si può notare come le strutture grammaticali illustrate siano maggiormente commentate, anche con l’utilizzo di esempi, a cui seguono immediatamente degli esercizi relativi. Inoltre, nel manuale più vecchio ci sono tempi verbali molto diversi accostati tra loro, mentre quello più moderno è strutturato in maniera più graduale, evitando eventuali confusioni all’alunno. Inoltre, si riferisce specificamente a quello che si può osservare nell’utilizzo pratico del dialogo. d) Il processo induttivo, in questo caso, è attivato dal fatto che prima viene analizzato il contenuto di un testo. Si chiede di riflettere su termini nuovi, in un contesto più o meno conosciuto, essendo a fine unità. Si associano meglio i significati dopo aver letto il testo, senza aver per forza studiato prima quelle parole. Si vogliono completare quelle competenze linguistiche che prima sono state in parte oscurate dalla grammatica, anche in senso orale. Lezione VIII – QCER 17.11.2021 [Da Saviana] Lezione IX – Insegnamento del lessico 19.11.2021 standard. Le competenze di partenza dei migranti vanno valutate per stabilire come adattare il corso allo studente e quale sia il più adatto. I diari d’aula sono testimonianze di insegnanti di lingua e su come abbiano applicato il metodo. L’approccio portfolio è l’idea di raccogliere testimonianze, ricordi e documenti vari, in modo da tenere traccia del percorso. Uno degli aspetti degli scenari è la visualizzazione di esso e una delle possibilità è l’utilizzo di materiale cartaceo per rappresentare le fasi di uno scenario. Non ci sono scenari divisi in base ai livelli linguistici, ma ogni scenario è applicabile a tutti i livelli, anche se le esigenze e le richieste linguistiche saranno diverse. L’insegnante deve saper adattare i materiali da usare alla specifica classe. In un corso fide di solito si definisce il percorso con gli alunni. I compiti sono basati su singoli scenari di vita quotidiana e sono divisi in tappe. Ci sono compiti difficili per un A1, come la lettura del foglio illustrativo, quindi, bisogna trovare delle strategie per renderlo possibile. I compiti sono formulati in termini di atti linguistici in sequenza, ma non ci sono informazioni specifiche sulle competenze necessarie, siccome lo scenario è definito generalmente. Anche trovare il medico di famiglia può essere un problema per un migranti. I filmati illustrano lo scenario e come si svolge un dato incontro e una data interazione con dei parlanti non madrelingua. Illustra come si può svolgere realisticamente l’interazione con persone ancora apprendenti. Le risorse linguistiche vengono applicate ad un contesto autentico, con un certo livello linguistico e con un certo compito da eseguire. È una risorsa che, basandosi sulle strategie comunicative, ha un lessico standardizzato. La ripetizione è molto importante nell’interazione, in modo da rendere più comprensibile quello che viene detto se qualcuno è ancora in apprendimento. I filmati modello servono all’insegnante per pianificare le attività e non si guardano con gli allievi di solito. In ogni progettazione è importante stabilire gli obiettivi didattici e anche in questo metodo sono previsti. [Compito]: 1. Introduzione allo scenario con alcune immagini di malesseri/malattie. 2. Mettere una immagine/vignetta in cui è presente un dialogo di base con la farmacista Es: farmacista al bancone con diverse “fumetti” contenenti alcuni dialoghi. 3. Discussione dei disturbi e dei possibili medicamenti: inserire immagine di due persone che parlano, con alcuni “fumetti” con immagini di sintomi e malattie. Aggiungere un lessico di base, ad esempio mi fa male, ho male a, mi sono tagliato, ho la nausea, … 4. Ringraziarsi e congedarsi: inserire alcune immagine che evocano la scena, es cartello uscita, soldi, mano che saluta, … 5. Foglietto illustrativo: Immagine di un foglietto illustrativo standard con alcune parte in evidenza (quelle più importanti: posologia, effetti collaterali, …). + acanto immagine mettere alcune parole da ricordare (alcuni termini tecnici): pastiglia, ml, volte al giorno, … Lezione XII – Lezione con Todisco 17.12.2021 [Da Aline]
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