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Appunti completi di economia aziendale, Appunti di Economia Aziendale

Vendo appunti completi di tutte le lezioni del corso di economia aziendale

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 17/02/2023

alessandro-venturelli-2
alessandro-venturelli-2 🇮🇹

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Scarica Appunti completi di economia aziendale e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! BILANCI AZIENDALI Bilancio: conto economico, stato patrimoniale e nota integrativa (+ rendiconto finanziario). ANALISI DI BILANCIO Le analisi del bilancio di esercizio sono volte ad investigare la complessiva situazione aziendale e a dare un giudizio sullo stato di salute dell’azienda. L’analisi aumenta la valenza informativa di 3 dimensioni: economica, finanziaria e patrimoniale del bilancio di esercizio. La gestione aziendale deve tendere verso un equilibrio che può essere: 1. Economico: i ricavi devono coprire i costi; 2. Finanziario: capacità di far fronte, in ogni istante, ai propri impegni; 3. Patrimoniale: sintesi dei precedenti. L’equilibrio dinamico li unisce tutti. Equilibrio economico: essere in grado di integrare in un orizzonte di medio la ricchezza economica che abbiamo consumato. Bilanciare in maniera equa la ricchezza prodotta e quella consumata. I ricavi dalle vendite >= i costi sostenuti per acquisto di materie prime/risorse umane. Equilibrio finanziario: deve essere soddisfatto in maniera tempestiva. Si consegue quando l’azienda è costantemente e in maniera conveniente (i debiti vanno pagati con il denaro disponibile, non con macchinari) solvibile. L’azienda va studiata in maniera sistemica, ogni equilibrio influenza e viene influenzato dagli altri. Occorre poi distinguere in quale veste opera l’analista. L’analista “interno” potrebbe disporre di dati di “maggiore qualità” e dovrebbe avere accesso ad ulteriori informazioni rispetto a quelle di un analista “esterno”, che dovrà basarsi prevalentemente sui dati e sulle informazioni del bilancio “pubblico”. L’analista interno potrebbe anche non essere un dipendente interno. Si dice interno quando lo specialista può avere accesso a ulteriori informazioni oltre quelle destinate al pubblico (documenti ufficiali e pubblici). Le informazioni, oltre ad essere peculiari ed aggiuntive, sono qualitativamente più affidabili perché è nell’interesse del committente di mettere l’analista nella possibilità di lavorare al meglio. Posto che analizzare un unico bilancio ha sempre limitata efficacia informativa, le analisi possono essere condotte attraverso confronti: A. Di tipo temporale, studiando gli andamenti nel tempo di una data azienda; B. Di tipo “spaziale”, rapportando i dati di un’azienda a quelli di una o più altre aziende per cui la comparazione sia significativa. Le aziende devono essere tendenzialmente omogenee sotto certi aspetti (in termini di business, caratteristiche, etc.). Metodologie di analisi: 1. Strutturali o per margini: rapporti esistenti tra le “sezioni” o classi di valori all’interno dei documenti; 2. Per indici: trasforma le grandezze in rapporti che hanno una propria valenza informativa; 3. Per flussi: cerca di fornire una spiegazione ai cambiamenti intervenuti. Procedura di analisi: 1. Espressione di un giudizio di correttezza sui dati di bilancio; 2. Riclassificazione del bilancio; 3. Scelta della tecnica di analisi; 4. Formulazione di un giudizio sui risultati raggiunti. RICLASSIFICAZIONE CE Il CE serve per misurare il risultato di periodo (valenza quantitativa) e in che modo siamo arrivati a quel risultato: quali sono stati i costi e i ricavi (valenza qualitativa). Aree gestionali: 1. Caratteristica (+ ricavi - costi= ROC, risultato operativo caratteristico). Il ROC ci dice quanto rende la nostra gestione caratteristica. Il ROC è la parte più importante della nostra analisi. 2. Accessoria (ROC+/- ricavi e costi accessori= ROG, risultato operativo globale). Il ROG ci dice complessivamente quanto rendono i nostri investimenti. 3. Finanziaria (ROG- oneri finanziari= RO, risultato ordinario). È il peso economico dei finanziamenti da terzi. 4. Straordinaria (RO+/- componenti straordinari= RAI, reddito ante imposte) 5. Fiscale (RAI- imposte= RN, risultato netto) Gestione caratteristica: vi sono due scuole di pensiero: 1. Tedesca: ci conduce ad un documento chiamato “valore della produzione” 2. Anglosassone: ci conduce ad un documento chiamato “costo del venduto” La tedesca parte dal valore della produzione ottenuta ma non ancora venduta. La anglosassone parte dalla produzione venduta (ricavi di vendita). VALORE DELLA PRODUZIONE Questa tipologia di conto economico si basa su una impostazione che collega il “ricavo” non al momento della vendita ma al momento della produzione. 1. PIL e MOL (margine operativo lordo) 2. PIL e VAN (valore aggiunto netto) PRIMA ACCEZIONE: PIL = ricavi di vendita +/- variazione di rimanenze di prodotti + produzioni interne VAL = PIL - consumo di materie e di servizi MOL = VAL - dipendenti (costo del lavoro) ROC = MOL - ammortamenti e accantonamenti I terzi finanziatori vengono remunerati con gli oneri finanziari, lo stato viene remunerato con le imposte, i soci vengono remunerati con i dividendi/reddito netto distribuito. SECONDA ACCEZIONE: PIL = ricavi di vendita +/- variazione di rimanenze di prodotti + produzioni interne VAL = PIL - consumo di materie e di servizi VAN = VAL - ammortamenti (riguardano i fattori produttivi ad uso durevole) e accantonamenti Azienda rigida: Il capitale fisso in termini relativo è maggiore al capitale circolante: F/I > 50%, F (immobilizzazioni) > CCL Un’azienda è rigida quando nel breve periodo non riesce a trasformare le proprie attività in denaro Azienda flessibile: Ha più capitale disponibile da investire subito, quindi più possibilità di cambiare/riconvertirsi. CCL/I > 50%, CCL > F Aziende manifatturiere: aziende rigide, perché il loro business impone ingenti investimenti in immobilizzazioni. Per capire il livello di indebitamento dell’azienda bisogna vedere la relazione tra finanziamenti da terzi e propri. Situazione ottima: Finanziamenti propri > finanziamenti da terzi Situazione più frequente: Finanziamenti da terzi > finanziamenti propri: non sempre ciò è negativo, perché i finanziamenti da terzi possono essere anche spesi per investimenti. Quando questa differenza è elevata vi è un elevato grado di indebitamento, vi sono alti oneri finanziari e vi è un’estrema dipendenza da finanziatori esterni. MARGINI I margini si calcolano mettendo in relazione finanziamenti e investimenti. 1. Capitale circolante netto (CCN) = Attività correnti (I + L + M) – passività correnti (p). Esso indica la solvibilità dell’azienda, mi dice se l’azienda è capace di far fronte ai suoi debiti a breve. Ciò che mi residua dei miei investimenti una volta pagati i debiti, es.: CCN = 20 significa che una volta pagati i debiti mi rimangono 20 euro. 2. Margine di tesoreria = (l + L) – (p): toglie il magazzino dal CCN. Esso serve per comprendere se l’azienda ha risorse sufficienti per coprire i debiti nel breve termine. Il margine di tesoreria indaga la capacità dell’impresa di rimanere solvibile nei successivi 12 mesi. Se il margine di tesoreria è negativo non ci preoccupa se il debito a breve non coperto da entrate di denaro è un debito verso la banca, dovuto ad esempio ad un mutuo. Es.: azienda che costruisce navi, riceve soldi dalla banca, ma non ha entrate finché non finisce e vende la nave. 3. Margine di struttura = Capitale netto (N) - Attivo immobilizzato/tutte le immobilizzazioni (F), esso indica la solidità patrimoniale di un’impresa, quindi la sua capacità di coprire gli investimenti con il capitale proprio. 4. Margine di struttura allargato (MASA) = Capitale netto + Passività consolidate (P) - attivo immobilizzato. Per coprire gli investimenti a medio lungo/immobilizzazioni posso usare sia il capitale proprio (finanziamenti permanenti/che non devono essere restituiti) che i finanziamenti da terzi a medio lungo/passività consolidate (finanziamenti che vanno rimborsati oltre i 12 mesi). Mi dice quanto mi rimane dei finanziamenti a medio lungo una volta che ho coperto gli investimenti a medio lungo. Il CCN e il MASA devono avere lo stesso valore. 2° CHIAVE INTERPRETATIVA Questa chiave interpretativa guarda gli investimenti in base alla loro destinazione d’uso e i finanziamenti in base alla loro soggettività. All’interno degli investimenti abbiamo il capitale circolante, destinato ad essere utilizzato nel breve, che si contrappone al capitale fisso, destinato ad essere usato nel tempo. All’interno dei finanziamenti abbiamo i finanziamenti da terzi, destinati ad essere rimborsati, e i finanziamenti propri, destinati a non essere rimborsati. L’insieme degli investimenti sono le attività, l’insieme dei finanziamenti da terzi sono le passività. A - P = Capitale netto. RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE SULLA BASE DELLA PERTINENZA GESTIONALE Vengono divisi gli investimenti e i finanziamenti distinguendo l’attività di funzionamento dall’attività di finanziamento. Questa riclassificazione ha una forma scalare e raggruppa gli elementi attivi e passivi sulla base della loro partecipazione alla gestione caratteristica dell'impresa, a quella accessoria o a quella finanziaria. Debiti di funzionamento Si tratta di una forma di finanziamento che sorge in relazione alle normali operazioni di compravendita quando i fornitori di merci, materie prime, servizi, ecc. concedono una dilazione di pagamento. Debiti di finanziamento I debiti di finanziamento sono costituiti da apporti di denaro nell'azienda da parte di terzi che possono essere banche o altri istituti di credito, obbligazionisti e altri finanziatori. La durata è importante in misura minore, infatti i debiti verso banche finiscono nel finanziamento sia che siano a breve che a lungo termine, mentre i debiti verso fornitori finiscono nel funzionamento sia che siano a breve che a lungo termine. Il TFR finisce nel funzionamento. Sui finanziamenti propri questo schema di riclassificazione è uguale agli altri, mentre sui finanziamenti da terzi è diverso; infatti, esso prende in considerazione i finanziamenti diretti e li analizza separatamente dai finanziamenti indiretti. Questo schema è più utile per un’analisi interna e per i soggetti esterni se vogliono sapere qual è l’indebitamento dell’azienda. Immobilizzazioni materiali + immateriali + finanziarie = Attivo fisso + rimanenze di magazzino + crediti commerciali (v/clienti) - debiti commerciali (v/fornitori) = CCN operativo + altri crediti di funzionamento (es.: crediti IVA, anticipi v/fornitori) – altri debiti di funzionamento (fiscali o previdenziali) = CCN - TFR - altri debiti m/l termine (fondo rischi e oneri) = Capitale Investito netto (quanto resta dagli investimenti dopo aver pagato i debiti a breve) + denaro disponibile cassa e banca - debiti v/banca breve termine - debiti v/banca m/l termine - altri debiti finanziari (prestiti obbligazionari, finanziamento dei soci) - altri crediti finanziari (l’azienda presta dei soldi ad un’azienda controllata) = Posizione finanziaria netta (PFN): i soldi che abbiamo a disposizione al netto dei finanziamenti diretti che dobbiamo restituire + capitale sociale + riserve + risultati = Patrimonio netto (N) PFN + N = (tutte le) Fonti di finanziamento ANALISI PER INDICI La riclassificazione dei prospetti contabili di sintesi ha una doppia valenza informativa: 1. Consente una più immediata “lettura” delle informazioni contenute nei documenti stessi; 2. Consente di disporre degli elementi necessari alla costruzione di strumenti informativi di “secondo livello”: gli indici di bilancio. Attraverso gli indici di bilancio è possibile investigare i diversi aspetti della gestione aziendale (economico- reddituale, patrimoniale e – seppure con forti limiti – finanziaria), cogliendo le tendenze degli stessi nel tempo. Gli indici sono dei quozienti, quindi dei rapporti. I quozienti vanno calcolati prendendo le grandezze ottenute riclassificando i documenti contabili. Gli indici spesso mettono a rapporto i valori del CE con quelli dello SP. Vi sono 4 tipi di indici: 1. Indici per l’analisi della redditività netta 2. Indici per l’analisi della redditività operativa 3. Indici per l’analisi della struttura patrimoniale 4. Indici per l’analisi della struttura finanziaria ANALISI DELLA REDDITIVITÀ NETTA Lo scopo di questo primo “filone” di analisi è quello di studiare le cause che hanno inciso sul livello di redditività netta dell’impresa. La redditività netta dipende dal ritorno degli investimenti totali, dal livello di indebitamento e dal peso della gestione extra operativa (fiscale, straordinaria e finanziaria). INDICI O QUOZIENTI DI STRUTTURA/COMPOSIZIONE: Composizione degli investimenti: l/K + L/K + M/K + F/K = 1 Composizione dei finanziamenti: p/K + P/K + N/K = 1 p/K + P/K = T/K: quanta parte del capitale investito è finanziato da terzi N/K: quanta parte del capitale investito è finanziato da mezzi propri QUOZIENTI DI AUTONOMIA FINANZIARIA: Indice di indebitamento: fornisce informazioni sullo stato di salute dell’azienda, tanto più sono indebitato tanto più sono nelle mani dei creditori, soprattutto degli istituti di credito. Quoziente di autonomia finanziaria espresso in forma diretta: (calcolo dell’indice di indebitamento in forma diretta): T/N Quoziente di autonomia finanziaria espresso in forma indiretta (calcolo dell’indice di indebitamento in forma indiretta): N/K QUOZIENTI DI COPERTURA: Quoziente di copertura delle immobilizzazioni: (N + P) / F, deve essere almeno pari a 1. Se fosse minore di 1 significherebbe che una parte delle immobilizzazioni sono state coperte con finanziamenti da terzi a breve. Quoziente di auto copertura delle immobilizzazioni: N/F, deve essere almeno pari a 1 Indice di copertura del magazzino: (N + P) - F / M, deve essere almeno pari a 1 ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA Lo scopo di questo quarto “filone” di analisi è quello di cogliere sintomi in relazione allo “stato di salute” finanziario dell’impresa. Il filone si compone di due distinti gruppi di indici, rispettivamente chiamati ad esaminare: 1. Le correlazioni orizzontali fra gli investimenti di breve/le liquidità ed i finanziamenti da terzi di breve (quozienti di liquidità); 2. La durata media delle fasi in cui si articolano le operazioni commerciali (quozienti di durata). INDICI/QUOZIENTI DI LIQUIDITÀ: Indice di liquidità primaria/quick ratio: (l + L) / p, deve essere almeno pari a 1, se è minore a 1 è un segnale di insolvenza. Se all’interno vi sono alti ratei o risconti questo indice può essere minore di 1, è falsato. Indice di liquidità secondaria/generale: (l + L + M) / p, deve essere almeno pari a 1, se è minore a 1 è un segnale di insolvenza. QUOZIENTI DI DURATA Durata media dei crediti: crediti verso clienti/ (vendite/360), la dilazione di pagamento che concedo ai miei clienti Durata media dei debiti: debiti verso fornitori/ (acquisti/360), la dilazione di pagamento che mi concedono i fornitori Durata del magazzino prodotti: magazzino prodotti/ (vendite/360) Durata del magazzino materie: magazzino materie/ (acquisti/360) Durata media del magazzino M + P/in generale: magazzino / (costo del venduto/360), per quanto tempo i prodotti e i servizi rimangono in magazzino Ciclo del capitale circolante = + durata dei crediti - durata dei debiti + durata del magazzino Se l’esito di questo ciclo ha segno negativo le normali dinamiche commerciali aiutano a generare liquidità, mentre se questo ciclo presenta segno positivo significa che devo trovare i soldi in altro modo. Ciclo commerciale = + durata dei crediti - durata dei debiti, se è negativo va bene, perché vuol dire che i clienti mi pagano prima di quando io devo pagare i fornitori Alcune imprese hanno una durata del magazzino molto alta, es. cantieri navali, altre molto bassa, es. supermercati. Supponiamo che un’impresa abbia: 1. Il quoziente di rotazione dei debiti commerciali pari a 3; 2. Il quoziente di rotazione delle scorte pari a 12; 3. Il quoziente di rotazione dei crediti commerciali pari a 6. Essa paga i fornitori a 360/3 = 120 gg. I beni stazionano in magazzino per 360/12 = 30 gg. Essa incassa dai propri clienti dopo 360/6 = 60 gg. Quindi: + 120 - 30 - 60 = + 30 In sostanza incassa dai clienti 30 gg. prima di dover pagare i fornitori ESERCITAZIONE 11 OTTOBRE Avviamento: immobilizzazione immateriale. È il maggior valore che la nostra azienda ha rispetto ad un’azienda con le stesse condizioni che è appena nata. Immobilizzazioni finanziarie: ciò che incassiamo oltre i 12 mesi, es.: crediti in sofferenza (dubbia esigibilità) Effetto attivo: è un ordine scritto di un cliente in cui è specificato che un'altra parte, in genere una banca, deve pagare un determinato importo alla società. Fondo svalutazione crediti: liquidità differite con segno – Oneri sociali: componenti aggiuntive del costo del lavoro Perdite presunte su crediti: accantonamento Spese di costituzione: immobilizzazioni immateriali ANALISI DEI FLUSSI L’obiettivo è costruire e leggere i flussi finanziari 1. Bisogna definire il fondo finanziario di riferimento, ovvero a quale fondo ci riferiamo. Quello più importante è il cash, ma vi è anche il CCN. Il cash è la grandezza più piccola e si trova all’interno del CCN. 2. Bisogna definire la modalità di costruzione dei flussi, ve ne sono due:  Analitica (contabile) o diretta, servono molte informazioni, è più precisa ed è più tecnica. Pro: alla fine si hanno tutte le informazioni che servono ed è più facile nella lettura. Contro: vi è difficoltà nel reperire tutte le informazioni se sei un analista esterno.  Sintetica (extracontabile) o indiretta, servono meno informazioni ed è meno precisa. Pro: semplicità nella creazione e più veloce. Contro: i risultati hanno molte semplificazioni, ci forniscono poche informazioni e la lettura è più difficile. 3. Bisogna trasferire i flussi nel rendiconto finanziario. Il rendiconto finanziario è un documento finanziario del bilancio d’esercizio, in cui una società riassume tutti i flussi di cassa avvenuti in un determinato periodo. Nel rendiconto finanziario si ragiona per aggregati. I documenti che abbiamo a disposizione per costruire i flussi sono: 1. Conto economico del periodo: al suo interno abbiamo dei valori flusso economico-reddituale, diversi dai valori flusso finanziari. 2. Stato patrimoniale (2: anno corrente e precedente): al suo interno abbiamo dei valori fondo 3. Nota integrativa (insieme di informazioni) I flussi economici corrispondono ai costi e ai ricavi di competenza dell'esercizio; i flussi finanziari corrispondono invece alle variazioni della liquidità, dei crediti e dei debiti a breve scadenza. I flussi cash sono flussi finanziari che hanno per oggetto entrate ed uscite di denaro. Non vi è coincidenza in termini temporali del manifestarsi del flusso finanziario e del manifestarsi del flusso economico: i flussi finanziari hanno una misurazione immediata collegata al verificarsi degli stessi. I flussi economici hanno l’obiettivo di valorizzare il risultato di periodo. SP: bisogna trasformare i valori fondo (grandezza determinata istantaneamente) in valori flusso (grandezza riferita ad un arco temporale), quindi bisogna mettere a confronto i valori di due successivi stati patrimoniali. Nota integrativa: serve per cogliere i flussi finanziari che non si riescono a rinvenire guardando solo il CE e lo SP. 4. Bisogna distinguere due tipi di gestione:  Gestione corrente: è il fulcro dell’analisi. Al suo interno vi sono tutti i valori che transitano dal conto economico, i costi e i ricavi del periodo, ad eccezione dei componenti straordinari. Net cash di gestione corrente: flusso di denaro che ho generato grazie allo sviluppo del mio core business/denaro che ho prodotto facendo il mio mestiere.  Gestione extra corrente: è il denaro che entra o esce in base a come movimento i finanziamenti o investimenti. Le finalità del rendiconto finanziario sono: 1. Conoscere per effetto di quali cause è variata la situazione patrimoniale dell’impresa rispetto alla chiusura dell’esercizio precedente; 2. Esplicitare le modalità di reperimento delle risorse finanziarie; 3. Esplicitare le modalità di utilizzo delle risorse finanziarie; 4. Evidenziare le correlazioni esistenti tra le singole categorie di fonti e le singole categorie di impieghi; 5. Determinare le incidenze percentuali delle fonti e degli impieghi di risorse sul totale delle medesime. METODO ANALITICO Fondo di riferimento Banca c/c 40.000 45.000 5.000 Attrezzature 80.000 85.000 5.000 5.000 f.do amm.to att. 60.000 70.000 10.000 10.000 - - Amm.to att. 10.000 10.000 - - Voci di bilancio Stati patrimoniali Variazioni grezze Rettifiche Flussi finanziari valori X0 valori X1 dare avere dare avere impieghi fonti Fondo di riferimento Banca c/c 40.000 45.000 5.000 F.do rischi resp. civile 3.000 3.500 500 500 - - Acc.to rischi resp. civile 500 500 - - 2. Variazioni saldo compensate Voci di bilancio Stati patrimoniali Variazioni grezze Rettifiche Flussi finanziari valori X0 valori X1 dare avere dare avere impieghi fonti Fondo di riferimento Banca c/c 40.000 45.000 5.000 Mutui passivi 80.000 60.000 20.000 50.000 50.000 70.000 50.000 Nota integrativa: in x1 vi è stata l’accensione di un nuovo mutuo per 50.000 Voci di bilancio Stati patrimoniali Variazioni grezze Rettifiche Flussi finanziari valori X0 valori X1 dare avere dare avere impieghi fonti Fondo di riferimento Banca c/c 40.000 45.000 5.000 Partecipazioni 45.000 52.000 7.000 1.000 20.000 20.000 28.000 20.000 Svalutazione partecipazioni 1.000 Nota integrativa: in x1 abbiamo venduto partecipazioni per 20.000 3. NFT: non impattano mai sul fondo di riferimento (cash) Voci di bilancio Stati patrimoniali Variazioni grezze Rettifiche Flussi finanziari valori X0 valori X1 dare avere dare avere impieghi fonti Fondo di riferimento Banca c/c 40.000 45.000 5.000 Immobili 200.000 500.00 0 300.000 300.00 0 - - Capitale sociale 600.000 900.00 0 300.000 300.000 - - Nota integrativa: in x1 è entrato un nuovo socio e ha apportato un immobile per un valore pari a 300.000 euro. Voci di bilancio Stati patrimoniali Variazioni grezze Rettifiche Flussi finanziari valori X0 valori X1 dare avere dare avere impieghi fonti Fondo di riferimento Banca c/c 40.000 45.000 5.000 Utile di esercizio x0 9.000 9.000 6.000 3.000 Riserva legale 14.000 20.000 6.000 6.000 - - Nota integrativa: l’utile di esercizio in x0 è stato accantonato in riserva per 6.000 4. Esplicitare le variazioni esterne rispetto al forno di riferimento (cash) Voci di bilancio Stati patrimoniali Variazioni grezze Rettifiche Flussi finanziari valori X0 valori X1 dare avere dare avere impieghi fonti Fondo di riferimento Crediti v/clienti 7.000 8.000 1.000 1.000 - - Ricavi di vendita 88.000 1.000 87.000 Voci di bilancio Stati patrimoniali Variazioni grezze Rettifiche Flussi finanziari valori X0 valori X1 dare avere dare avere impieghi fonti Fondo di riferimento Debiti v/fornitori 15.000 13.000 2.000 2.000 - - Materie c/acquisti 43.000 2.000 45.000 Voci di bilancio Stati patrimoniali Variazioni grezze Rettifiche Flussi finanziari valori valori dare avere dare avere impieghi fonti
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