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Appunti completi di economia aziendale, Appunti di Economia Aziendale

Sbobbinature complete e organizzate di economia aziendale, basata sulle lezioni del prof. Marco Puglisi e sui riassunti dei 2 suoi libri "esistenza e sviluppo dell'azienda" e "organizzazione aziendale". Utili come riassunti per superare l'esame di economia aziendale nei vari corsi di laurea.

Tipologia: Appunti

2016/2017

In vendita dal 06/06/2017

Rosita94
Rosita94 🇮🇹

4.3

(3)

17 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti completi di economia aziendale e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! Lezione 1 L’organizzazione aziendale riguarda in senso lato l’ordinamento degli organi operanti nell’azienda e la determinazione e il coordinamento delle loro funzioni, cioè parlare di organizzazione aziendale significa almeno in prima approssimazione avere due idee di organizzazione: parlare degli organi, cioè parlare di chi fa e che cosa fa, come sono strutturati gli uffici, come sono inserite le persone all’interno degli uffici, che rapporti ci sono fra i diversi organi e cosi via… questa è l’organizzazione in senso lato perché appunto riguarda gli organi. Poi invece abbiamo l’organizzazione in senso stretto cioè significa fare riferimento alle persone che lavorano, quindi riguarda principalmente gli ordinamenti in sedi a favorirne l’esplicazione o meglio l’espletamento più efficiente per l’azienda, che significa? che accanto alla mappa degli organi e alle loro relazioni, bisogna tenere conto che gli organi sono fatti da persone, e parlando di pensiero organizzativo, molto scrittori di organizzazione si sono interessati all’argomento di come le persone lavorano, cosa si può fare per farle lavorare meglio e a motivarle di più, quindi fare in modo che il lavoro sia sempre più efficiente per l’azienda. Parlando di organizzazione aziendale, questa è parte integrante dell’economia aziendale e quindi occorre partire da questa disciplina per capire come un’azienda si organizzi e cosa serve per migliorare la sua organizzazione e raggiungere un successo durevole nel tempo. Quindi l’organizzazione aziendale è una parte dell’economia aziendale e studia il modo in cui l’azienda si organizza, mentre l’economia aziendale studia l’azienda nella sua generalità non solo per l’organizzazione ma anche per altri aspetti. Partiamo dall’economia aziendale che è la disciplina che studia la vita delle aziende e le condizioni di esistenza e di sviluppo delle stesse nella dinamica del sistema economico di cui sono unità elementari, aziende intese come unità elementari dell’economia. Il sistema economico nasce dall’evoluzione del soddisfacimento dei bisogni dell’uomo in presenza di risorse scarse e non illimitate: se l’uomo primitivo riusciva a soddisfare questi bisogni da solo, col passare del tempo siamo passati dal sistema del singolo uomo ai moderni sistemi economici dove troviamo all’interno tante unità elementari che aiutano l’uomo al soddisfacimento dei bisogni e queste unità elementari sono appunto le aziende. Parliamo di aziende e nell’ambito dell’economia aziendale, troviamo tante definizioni che derivano da autori che si sono occupati di questo tema nei loro trattati di economia aziendale. La definizione più completa è quella elaborata da Gino Zappa, l’inventore dell’economia aziendale e prima di lui c’era Fabio Besta suo maestro che scriveva di ragioneria, quindi in realtà l’economia aziendale è figlia della ragioneria che si occupa in senso più ampio di aziende e di come strutturarle. Questa fase scientifica si completa con Gino Zappa che nel 1926, durante l’inaugurazione di uno dei primi anni accademici della facoltà di economia e commercio ca foscari di venezia, crea proprio il termine e la disciplina di economia aziendale, e definisce l’azienda dicendo: “un istituto economico, un’istituzione di ordine economico destinata a perdurare nel tempo“, e cosa fa questo istituto economico? per soddisfare i bisogni umani, che come vedremo è la ragion d’essere comune a tutte le aziende, compone e svolge in continuo di produzione, acquisizione e consumo della ricchezza. Quindi questa istituzione economica che dura nel tempo, per svolgere il suo compito ribadito da zappa ovvero del soddisfacimento dei bisogni dell’uomo, compie tutta una serie di processi in continua coordinazione e strettamente correlate tra di loro, correlazione in relazione all’attività che: o producono o portano ad acquistare o a consumare della ricchezza al fine sempre di soddisfare i bisogni umani e inoltre parlando di ricchezza in termini economici parliamo di un aggregato di beni o di risorse non stop a disposizione di una certa persona o di un certo ente in un certo momento. Quindi ribadiamo che l’istituto economico per soddisfare i bisogni o produce la ricchezza o acquista oppure la consuma attraverso tutta una serie di processi: questa è l’essenza della definizione completa di zappa che ci fa vedere gli elementi fondamentali dell’istituto aziendale, il quale si caratterizza per la durevolezza, (quindi destinato a durare nel tempo) dinamicità (cioè compone e svolge in continua coordinazione), ordinamento secondo proprie leggi (cioè si organizza) ed ecco che ritorna il termine organizzazione, secondo delle norme interne tramite circolari ecc... anche se non possono essere contrari alle norme esterne… … che poi soddisfa anche dei bisogni, poi certamente bisogna vedere se sono leciti o meno. Però l’ordinamento secondo proprie leggi significa che all’interno delle aziende si hanno delle circolari, delle direttive, che permettono di dare un ordine alle attività che devono essere svolte. Tensione verso fini comuni, non tutti gli autori vedremo e le organizzazioni sono d’accordo con questa definizione, l’azienda tende ad un fine comune per tutti i partecipanti e quindi questo aspetto della tensione verso i fini comuni dei partecipanti all’azienda dovrebbe essere un aspetto che in qualche modo dovrebbe essere presente per le aziende; e in effetti tutti i teorici più importanti sostengono questa tesi, ma troveremo un momento più in là che c’è qualcuno che non è d’accordo appunto con questa teoria. Relativa autonomia che significa che l’istituto aziendale è relativamente autonomo dall’esterno e quindi autonomo finanziariamente, autonomo nelle scelte che fa, ed è questo appunto il concetto di relativa autonomia. Se parliamo ovviamente di un istituto, di un ente come l’azienda, la prima cosa che dobbiamo fare è classificare in qualche modo questo istituto, questo ente, e quindi dobbiamo dare luogo alla classificazione appunto delle aziende. La prima forma di classificazione possibile per le aziende è quella proprio basata sulla definizione di Zappa, cioè sull’elemento principale, fondamentale di tutte le aziende è il soddisfacimento dei bisogni. In base a questo elemento o meglio in base a come le aziende soddisfano i bisogni parliamo di: • Aziende dirette, che soddisfano appunto direttamente i bisogni • Aziende indirette, che in qualche modo soddisfano questi bisogni indirettamente. Vediamo questo concetto meglio. Aziende dirette che svolgono un’attività essenzialmente di consumo volta all’ottenimento di un risparmio, che però è soltanto eventuale. Che significa? Che nell’ambito di quella definizione di Zappa, con i processi di produzione, consumo, acquisizione della ricchezza, le aziende dirette consumano essenzialmente ricchezza per dare dei servizi normalmente agli appartenenti all’azienda stessa. Questa aziende sono infatti anche dette aziende di erogazione, perché erogano qualcosa agli appartenenti all’azienda. Quindi l’obiettivo principale è quello di soddisfare direttamente i bisogni degli appartenenti all’azienda e se resta un po’ di ricchezza alla fine, quella ricchezza viene messa da parte e si crea quella che in senso economico indichiamo come risparmio, cioè ricchezza che avanza dai processi, in questo caso, di consumo e viene messa di lato, ma il risparmio per questo tipo di aziende è soltanto qualcosa di eventuale, perché questo tipo di aziende normalmente devono essenzialmente consumare e soddisfare direttamente i bisogni dei partecipanti. Quali sono le tipologie di aziende dirette? Tipicamente le aziende pubbliche, quindi per esempio anche il sistema sanitario rientra nell’ambito di quelle che sono le aziende dirette, perché dovrebbero consumare tutta la ricchezza messa a loro diposizione per soddisfare, in questo caso, il bisogno di salute degli appartenenti magari ad una comunità di riferimento, ad un territorio di riferimento. Quindi lo stato, le regioni, i comuni e quindi tutti gli enti pubblici, ma anche le famiglie per esempio sono secondo questa accezione, rappresentano delle aziende dirette, perché appunto sono aziende nel senso che soddisfano i bisogni di coloro che partecipano alla famiglia stessa, quindi l’obiettivo è quello di consumare della ricchezza per soddisfare le persone che sono all’interno della famiglia. Quindi secondo questa accezione anche la famiglia in qualche modo può essere considerata un’azienda. Accanto alle tipiche aziende dirette, che come vi ho definito tendono a soddisfare i bisogni di coloro che appartengo all’azienda: lo stato quelli che sono all’interno dello stato; il comune coloro che si trovano all’interno di un determinato comune e cosi via; si sono sempre più affermate a partire dagli anni ’90 in poi nel nostro paese tutte quelle aziende che soddisfano bisogni di altre persone, di persone all’esterno senza avere come scopo quello del soddisfacimento diretto e quindi parlo essenzialmente di quella aziende no profit e il no profit sta ad indicare proprio quello, che non hanno un fine di lucro e quindi di guadagno, ma hanno un fine che è tendenzialmente il soddisfacimento di bisogni di persone che però sono esterne e quindi ad esempio le famose ONG, che vanno a salvare e di cui ora si parla molto, che vanno a salvare in mare coloro che scappano dalle varie situazioni e dalle varie guerre. Queste ONG sono comunque delle organizzazioni su base volontaria, che vanno a svolgere un servizio a favore di altri, aiutando magari le organizzazioni statali, i corpi statali, però pur non essendo un’organizzazione pubblica, statale e svolgendo un servizio non a favore dei componenti dell’azienda stessa, dell’ONG (organizzazione non governativa) ma a favore appunto di soggetti esterni, come coloro che emigrano o colore che vengono salvati. Queste ONG e simili sono tipicamente aziende, che hanno appunto questa logica di evoluzione rispetto alle vecchie aziende dirette e quindi anziché soddisfare i bisogni di coloro che appartengo alla famiglia, in realtà soddisfano dei bisogni esterni. Accanto a queste aziende dirette abbiamo le aziende indirette, che invece svolgono un’attività essenzialmente di produzione ed infatti vengono chiamate anche aziende di produzione volta, sicuramente e non eventualmente, all’ottenimento di un utile. Perché si chiamano aziende indirette? Perché il loro scopo principale è quello di soddisfare chiaramente chi li costituisce e quindi di far guadagnare l’utile a chi le costituisce ma indirettamente devono sempre soddisfare dei bisogni umani, perché se non si trova qualcuno che acquista il prodotto/servizio, è chiaro che non si vende ed è chiaro che non si ottiene l’utile e quindi il guadagno ripromesso e quindi ecco perché si chiamano aziende indirette o aziende di produzione e nella logica dell’economia aziendale pura si chiamano anche imprese, in quanto attività/aziende che hanno un fine di carattere lucrativo e che le distingue da tutte le altre tipologie di aziende, quindi le imprese in economia In queste società avviene che tutti i soci sono solidalmente e illimitatamente responsabili per le obbligazioni contratte dalla società. Quindi nella s.n.c. tutti i soci rispondono degli obblighi, che sono contratti in qualche modo nello svolgimento dell’attività, rispondono illimitatamente con il proprio patrimonio personale. Quindi se non ci sono soldi nella società il socio può essere chiamato dal fornitore o da un esterno a pagare direttamente lui (questo è il principio dell’illimitatezza, “i soci rispondono illimitatamente con il proprio patrimonio”); ma oltre a rispondere illimitatamente l’altro principio è che rispondono solidalmente, questo significa che se vengo chiamato dal fornitore perché conosce me, nella s.n.c. io devo andare dagli altri soci e dire “ho dato 100 a questo fornitore perché non c’erano soldi in società, ora gentilmente ripartiamo questi 100 tra di noi” perché appunto c’è il principio di solidarietà tra i vari soci. Da questo ne deriva che la s.n.c. è basata innanzitutto su attività piccole, con pochi capitali, e poi su soci che si conoscono tutti tra di loro, in modo tale da evitare problemi, per es. uno paga e l’altro se ne è scappato. Spesso sono delle società che si creano su base familiare. S.a.s. invece è tipica su base familiare. Ogni tanto beccano qualcuno e cercano di smontarlo, per es. recentemente c’è stato il caso di un prof di ingegneria a Palermo che aveva all’aeroporto tutta una serie di cose tramite una società dove lui però risultava il socio accomandante. Che significa socio accomandante? In una società in accomandita semplice i soci si distinguono in 2 categorie: • gli accomandanti, che mettono i soldi e non hanno nessuna responsabilità. Possono avere solo una parte dell’utile, del guadagno della società • gli accomandatari, che sono né più né meno che come i soci della s.n.c. … Cioè rispondono con il proprio patrimonio personale. L'accomandante, se per caso la società va male, rischia di perdere solo la quota che ha messo ma inoltre la sua responsabilità è assolutamente limitata. Lui non può amministrare la società. L'accomandatario amministra la società, risponde col proprio patrimonio personale… Quando si costituisce una società in accomandita semplice? Nei casi in cui ci sono delle incompatibilità. Il professore che ha incompatibilità con l'esercizio di attività d'impresa dove rischia di fallire, si mette come socio accomandante e magari mette la moglie o la mamma che è l'amministratrice della società. Questo è un possibile esempio. Nella società in nome collettivo, chi avanza soldi, va da lui o da lei e dice: "tu mi devi dare i soldi" e uno non può dire di no. Una volta che non c'è più il capitale, quello glieli deve dare con il proprio capitale personale. Quelli più furbetti cercano di blindare il patrimonio, facendo qualche attività (illecita), perché rischiano che qualcuno gli aggredisce il patrimonio perché nella società in nome collettivo, finito il capitale, vengono a cercare direttamente i soci e non si scappa! Nella S.P.A o società per azioni la logica è diversa. La s.p.a è il modello di riferimento per le società di capitali ed è una società dove tutto il capitale è diviso in tante piccole quote che si chiamano AZIONI e le azioni hanno anche la particolarità di essere dei titoli di credito. Cioè di avere tutta una normativa specifica per cui possono circolare, possono essere vendute liberamente all'interno dei mercati come quello di BORSA o il mercato secondario che è quello delle BANCHE, per cui le azioni godono di vita autonoma. Se le porto avanti nel tempo, il rischio può essere che se la società va male, io perdo soltanto il valore delle azioni ma proprio perché c'è una netta separazione tra la società e i soci che in questo caso si ha attraverso quelle che sono le azioni, in particolare, proprio per questo la responsabilità è limitata esclusivamente alle quote che ho sottoscritto. NESSUNO potrà venirmi a cercare per dirmi che devo metterci altri soldi! Le azioni ti possono fare guadagnare bene però se la società fallisce, tu perdi tutto! Le azioni sono un qualcosa di perverso. E' vero che io limito la responsabilità ma se io sono un vecchietto in pensione e avevo 20 mila euro da parte e ho messo i soldi in azioni in una società che poi fallisce, io perdo tutte le azioni e quindi tutti i miei soldi. Diciamo che nelle s.p.a, sotto il profilo aziendale c'è una responsabilità limitata e cioè io non rispondo oltre le azioni che ho, però l'arma può diventare a doppio taglio nel momento in cui le azioni possono vivere di vita autonoma. Queste società di capitali hanno la caratteristica (Società per azioni, società responsabilità limitata, società in accomandita per azioni) di essere separati dalla cosiddetta PERSONALITA' GIURIDICA, cioè la società è un titolare autonomo di diritti e di doveri. Se io compro l'autovettura da FCA Italy, i rapporti sono con FCA e non sono con i soci (Marchionne, Elkann…) di quella società. La società è un SOGGETTO che risponde attraverso i suoi organi per le obbligazioni. La società responsabilità limitata non ha le azioni, ha le QUOTE e quindi serve quando io voglio fare delle iniziative più piccole, limitare la responsabilità, facciamo quattro quote da 5 mila euro e arriviamo a 20 mila euro, abbiamo la società che risponde autonomamente come soggetto autonomo. Con la S.R.L faccio iniziative medio/piccole non avendo l'obbligo di metterci il mio patrimonio personale e quindi sono le preferite per svolgere le attività levandosi un po' di responsabilità. Le società in accomandita per azioni hanno la caratteristica di avere accomandanti e accomandatari, però qui il capitale è rappresentato da azioni. In realtà è una forma di società poco utilizzata. Cooperative: Società cooperative a responsabilità limitata o società cooperative a responsabilità illimitata. I soci possono avere una responsabilità limitata a quanto hanno conferito, come avviene nelle società di capitali, oppure illimitata e rispondere con il proprio patrimonio personale. Vi dicevo SCOPO MUTUALISTICO per cui le cooperative hanno molte agevolazioni. C'è stato un periodo in cui molti invece di farsi le società di persone o di capitali, facevano le cooperative in modo da avere riduzioni di tasse. Poi se ne sono accorti e hanno cambiato la norma per fare sì che le cooperative non potessero distribuire utili, non potessero svolgere delle attività di tipo lucrativo, ma soltanto delle attività mutualistiche a favore dei soci… … una volta per fare sì che le cooperative non potessero assolutamente distribuire utili, non potessero assolutamente svolgere delle attività di tipo diciamo lucrativo ma soltanto appunto delle attività mutualistiche a favore dei soci. Chiaramente tutto questo in estrema sintesi, e per concludere il quadro della natura giuridica dobbiamo parlare di aziende private e aziende pubbliche: • Le aziende private sono quelle che appunto normalmente sono sottoposte alla normativa privata (codice civile), normalmente sono di proprietà privata, di soggetti privati • Le aziende pubbliche sono appunto istituti pubblici che fanno riferimento ad un organo pubblico, ad un ente pubblico, e normalmente sono gestite attraverso l’applicazione di norme di diritto pubblico, di diritto appunto amministrativo (comuni, regioni, e così via…) anche se anche qui, questa cosa che una volta era molto chiara poi si è andata perdendo; per esempio nelle aziende sanitarie c’è una commistione, cioè sono aziende pubbliche però spesso hanno degli aspetti che richiamano le aziende private nelle norme, o i contratti che si fanno con i dipendenti adesso sono contratti privati mentre prima erano contratti pubblici, quindi c’è tutta una logica ad incastro che ha un po’ scompaginato questa distinzione Le DIMENSIONI: piccole, medie e grandi aziende. Distinzione basata: • sull’entità del capitale investito • sul numero dei dipendenti • sul volume delle vendite Non abbiamo il tempo e la possibilità di approfondire, però sicuramente a livello europeo nel 2003 c’è stata la raccomandazione della commissione europea che ha stabilito quali erano i limiti, e più recentemente nel 2012 (recepito nel nostro codice civile nel 2015) c’è stata una disposizione sempre della commissione europea, una norma europea che ha stabilito le differenze tra le entità, per distinguere piccole, medie e grandi aziende, e addirittura ha aggiunto la categoria delle microaziende. E perché quest’ultima disposizione del 2012 è molto importante? Perché questa disposizione influenza il bilancio, quindi il rendiconto che alla fine dell’anno le società (e in particolare le società per azioni, le s.r.l.) devono presentare, perché a seconda che si tratti di micro, piccola, media o grande azienda, devono presentare tutti i documenti che compongono il bilancio oppure ne devono presentare soltanto una parte alcune. Quindi questa è la storia in sintesi che sta dietro l’importanza delle dimensioni. Infine l’UBICAZIONE. Classicamente l’ubicazione richiamava la distinzione… ubicazione → “dove hai la sede?” • Azienda indivisa: questa ditta non ha succursali. Tipico di quelli delle pompe funebri perché sono tutti cugini, poi si “sciarriano”, e questa ditta non ha succursali, e poi quello di fronte ha l’altro negozio di pompe funebri che anche lui ha lo stesso cognome però appunto non hanno succursali, cioè svolgono l’attività da soli in un solo posto, la tipica azienda indivisa • Le aziende divise invece sono quelle che classicamente svolgono l’attività divise in più posti, in più luoghi, ecco il concetto di ubicazione, hanno più sedi, succursali, filiali. In realtà la divisione però può essere sia per luoghi, che è quella che vi ho detto (più sedi, più succursali, più filiali e così via… ), ma anche le aziende possono essere, ed ecco che il criterio dell’ubicazione si incomincia a “imbastardire”, possono essere divise per rami, per rami significa che a tutto… (non continua) pensiamo alle assicurazioni: oltre ad avere tutta una serie di filiali varie o di agenzie varie, all’interno svolgono l’attività del ramo vita, l’attività della responsabilità civile (la RCA: Responsabilità Civile Auto) e così via, quindi hanno una divisione che è per rami, e spesso e contemporaneamente anche per luoghi, però la divisione per rami è proprio quella per attività diverse E ancora, se questo non bastasse, un’altra forma di divisione delle aziende è quella tipica delle aziende industriali, di produzione industriale, che possono essere divise orizzontalmente o verticalmente, che significa? • Negli stabilimenti di produzione industriale, dove tutti i reparti ottengono tutti la stessa cosa, quindi il reparto A ottiene un certo prodotto, il reparto B, il reparto C sempre lo stesso prodotto e così via: tutti ottengono lo stesso prodotto identico, e questa è una divisione orizzontale • Ci possono essere invece le imprese industriali che hanno i reparti organizzati in sequenza: nel reparto A entrano le materie prime ed esce un semilavorato che viene passato al reparto B, dove poi esce un ulteriore semilavorato ad un altro grado di lavorazione e così via, quindi nelle aziende divise verticalmente ogni reparto svolge un’attività che è precedente rispetto a quella del reparto successivo, e conseguente a quella del reparto che appunto lo precede, quindi sono messi appunto a catena in una logica verticale Ecco la distinzione di aziende divise orizzontalmente o verticalmente, più tipica appunto delle produzioni industriali. Infine l’ultima frontiera di questa classificazione delle aziende in base all’ubicazione è rappresentata da un modello molto utilizzato ai giorni nostri che è il modello dei cosiddetti GRUPPI AZIENDALI, quindi l’ultima derivazione che amplia il concetto, e se vogliamo, stravolge tutto sommato il concetto della classificazione per ubicazione perché l’ubicazione aveva ragione una volta quando c’era la sede, adesso però stiamo vedendo come via via si va spostando… Dicevo la categoria dei cosiddetti gruppi aziendali, che cosa sono? I gruppi aziendali si caratterizzano per la compresenza dei seguenti elementi: • più aziende giuridicamente distinte tra di loro • struttura societaria delle aziende, che appunto sono riunite in gruppo • legame derivante dal possesso di un buon numero di azioni o quote di tutte le società del gruppo da parte di una sola • unitarietà economico-finanziaria delle società del gruppo Quindi tante società, tanti soggetti giuridici completamente distinti gli uni dagli altri. Tutte queste società sono legate tra di loro dal fatto che ce n’è una, che normalmente appunto prende il nome di capogruppo, corpo rettore o holding, che detiene un buon numero, non necessariamente la maggioranza, ma un numero tale che permetta di imprimere a tutte le altre società l’unitarietà di indirizzo della gestione. anche quelli in comodato cioè in prestito all’azienda stessa. Ma l’importante è che questi mezzi sono espressi da valori monetari. • Combinazione di processi: per parlare di combinazione di processi dobbiamo introdurre il concetto di Sistema d’azienda, cioè analizzare l’approccio sistemico all’azienda in modo da poter dire che quando parliamo di sistema d’azienda indichiamo gli elementi aziendali considerati nelle relazioni che li legano. Quindi andare a considerare i singoli elementi che tra di loro si complementano, vedere che tipo di relazioni si instaurano, sapendo che questi elementi possono essere considerati tutti separatamente. Giusto per comprendere l’idea di sistema d’azienda, il sistema è rappresentato da questi elementi connessi tra loro [mostra slide credo dei puzzle], però possono essere sganciati; aldilà delle loro relazioni possono essere analizzati singolarmente. E allora la più tipica rappresentazione di sistema d’azienda che si dà è una rappresentazione di questo genere: l’azienda in rapporto con una serie di soggetti, cosiddetti attori sociali, che variamente rappresentati dai diversi autori, in realtà possono essere riassunti all’interno di questa figura di riferimento, possono essere riassunti questi vari attori sociali che formano sistema con l’azienda nella categoria dei fornitori, dei lavoratori, dei finanziatori, delle banche, dei clienti… … L’azienda in rapporto con una serie di soggetti, i cosiddetti attori sociali che, variamente rappresentati dai diversi autori, in realtà possono essere riassunti all’interno di questa figura di riferimento. Quindi possono essere riassunti questi vari, cosiddetti Attori Sociali che formano sistema con l’azienda nelle categorie dei: • Fornitori; • Lavoratori; • Finanziatori; • banche; • Clienti; • Istituzioni; • Comunità nazionale e locale. Qualcuno aggiunge anche Direttori e altri soggetti, ma questi sono quelli più rappresentativi che sono, a pensarci bene e l’abbiamo visto per i lavoratori prima e per i finanziatori (quindi gli apportatori di capitali), dei soggetti che hanno questo doppio vincolo con l’azienda. Nel senso che hanno degli interessi nei confronti dell’azienda, in particolare l’azienda ha interesse a tenerli uniti e con le frecce bidirezionali, ma in qualche modo anche loro (in particolare lavoratori e finanziatori) hanno qualche interesse che non è prevalente, ma sicuramente rilevante. Tutti gli altri sono anch’essi portatori di interesse nei confronti dell’azienda, per cui, in questa logica sistemica, tutte queste categorie di attori (chiamate in Italia Attori o Interlocutori Sociali) vengono indicati con il nome di Stakeholder, cioè detentori di un interesse, di uno Stake, quindi portatori di un interesse nei confronti dell’azienda. Le frecce bidirezionali stanno ad indicare la logica sistemica. Ad esempio il lavoratore ti dà una prestazione, quindi vi sono tutta una serie di aspettative di ritorno; lo stesso i finanziatori e così via. Quindi ogni singola categoria è portatrice di aspettative, di interessi, in relazione a questo rapporto che si ha con l’azienda, per cui tutti insieme tengono in piedi l’azienda. Se, per esempio, i fornitori dell’Alitalia domani si svegliano e vanno a chiedere tutti i soldi, ossia il milione al giorno che perde l’Alitalia, sicuramente da questo lato il sistema si incrina e c’è il rischio che l’azienda chiuda. Se non saranno i fornitori, la comunità nazionale o gli organi di controllo che fanno riferimento alla comunità nazionale, si pensi all’inossidabile vecchio politico palermitano Vito Riggio che è da 100 anni presidente dell’ENAC (Ente nazionale per l’aviazione civile). Vito Riggio ha detto chiaramente: “Noi facciamo volare Alitalia, però se vediamo che ci sono condizioni che non sono più sostenibili, nonostante l’aiuto dello stato, gli daremo un’autorizzazione settimana per settimana per volare”. Questa è una condizione particolare perché il sistema si è incrinato ed in questo sistema c’è il rischio che, ripeto per caso di specie, se il fornitore si sveglia perché percepiscono che non sono più garantiti… (interrompe il discorso) Qui, per esempio, i lavoratori hanno percepito che erano garantiti dallo stato, per cui hanno detto NO all’accordo che si doveva fare per Alitalia, perché tanto ci sarà lo Stato dietro. I fornitori probabilmente stanno percependo la stessa cosa, sicuramente ci sarà una rete tale per cui stanno cercando di dire “state calmi perché adesso cerchiamo di venderla tutta in blocco, così siamo tutti felici”. Tuttavia se questa cosa non dovesse andare in porto, chiaramente, il sistema esplode perché una o più categorie non creano più quell’effetto di sinergia, cioè di energia che va crescendo, che scaturisce, appunto, dalle varie aspettative dei componenti del sistema. Caratteristiche del Sistema. In qualche modo qua e là sono emerse: • Unitarietà del sistema. • Scindibilità. Abbiamo detto che le varie parti del sistema sono Scindibili, i vari soggetti in questo approccio per soggetti sono scindibili tra di loro. • Complementarietà. Ancora più apprezzabile in quell’immagine del puzzle, in cui si vedevano le parti complementari che si incastravano tra di loro. Allora le varie parti di un sistema, in generale, sono unitarie, scindibili e complementari tra di loro. In particolare Scindibilità e complementarietà si possono realizzare in azienda considerando il sistema di azienda come parte integrante del sistema di mercato del “più generale” (1:16:38) sistema d’ambiente. Qui c’è un’altra rappresentazione del sistema di azienda perché quello che abbiamo visto prima è una rappresentazione per attori, stakeholder, quindi una rappresentazione che potremmo definire con riferimento ad un aspetto MICRO, cioè di singoli soggetti; questo invece è un aspetto MACRO. Quindi gli aggregati, il sistema di azienda che fa parte del sistema di mercato, che può essere distinto in mercati di acquisizione e di sbocco, del più generale sistema di ambiente che può essere suddiviso in tante partizioni. Allora vediamo che l’approccio sistemico è un approccio flessibile, cioè non è che tu dici “questo è il sistema e consideri che quello è esclusivamente il sistema”. In realtà si può guardare il sistema con riferimento ad una categoria di soggetti, ossia gli attori (come abbiamo fatto prima) oppure a degli aggregati, quindi il sistema di azienda, quindi fare altre riflessioni con riferimento all’azienda, che è un sistema che fa parte di altri sistemi; quindi abbiamo sempre un approccio sistemico, però da un’altra prospettiva. Infine abbiamo un’ulteriore prospettiva per individuare la combinazione di processi, che è quella che stiamo andando a cercare. Abbiamo le caratteristiche del sistema di azienda più specifiche, al di là di quelle che generali di un sistema. Il sistema di azienda è: • Aperto; • Sociale; • Teleologico; • Equifinalizzato. Aperto. I sistemi possono essere: • Aperti o chiusi. Chiuso è un sistema cosiddetto meccanicistico, meccanico, cioè è un sistema che ha tutte le risposte al suo interno con un funzionamento che è tutto circoscritto al suo interno. Classico esempio del sistema meccanico è l’orologio, che mi dà sempre un certo tipo di risposta; quindi che ha meccanismo che da sempre un tipo di risposta al tipo di input che gli arriva che è sempre lo stesso, come la carica o la batteria. Il sistema Aperto no. Il sistema aperto è detto Organico-Biologico perché si adatta agli input che via via gli arrivano. Quindi si adatta diversamente a input, a stimoli diversi che gli arrivano dall’esterno dai soggetti o dall’ambiente; ecco perché il sistema d’azienda è un sistema aperto. Sociale. È un sistema sociale perché fa parte degli aggregati della società, quindi è all’interno di una determinata società e rappresenta un aggregato sociale e quindi ha un risvolto “sociologico”. Teleologico. È un sistema teleologico, cioè è un sistema di scopo. Abbiamo visto che tutte le aziende soddisfano i bisogni, poi possono avere degli scopi più specifici come il fine di lucro, che è tipico delle imprese. Equifinalizzato. È un sistema equifinalizzato. Tornando a quello che si è detto all’inizio parlando dell’istituto, che equilibra i diversi fini dei vari soggetti, equifinalizzato significa questo, ossia che tende sempre a trovare un equilibrio tra le finalità diverse dei soggetti, dei vari stakeholder che abbiamo visto prima. Un’altra rappresentazione, che è quella che a noi interessa del sistema d’azienda, è quella del cosiddetto Sistema degli Accadimenti. Il sistema degli Accadimenti è l’espressione massima del sistema d’azienda e rappresenta ciò che in essa avviene sia internamente che in relazione all’ambiente esterno. Quindi il sistema degli Accadimenti, ossia ciò che accade, con una vecchia terminologia di coloro che c’erano prima dell’economia aziendale, all’interno e all’esterno dell’azienda, tutto quello che avviene rappresenta il sistema degli Accadimenti. All’interno del sistema degli accadimenti è possibile individuare il sottosistema, quindi un ulteriore sistema, che è quello dell’operazione, che è un sottosistema degli accadimenti relativo alle attività che concretizzano l’amministrazione dell’azienda. Allora che cosa sono le operazioni, almeno in questa prima approssimazione? Le operazioni sono delle attività, quindi degli accadimenti, se vogliamo, che concretizzano l’amministrazione dell’azienda.
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