Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Appunti completi di Economia ed Organizzazione Aziendale, Appunti di Economia Aziendale

Appunti di tutte le lezioni di Economia ed Organizzazione Aziendale della facoltà di Ingegneria Gestionale

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 24/09/2023

linzi12
linzi12 🇮🇹

4 documenti

1 / 22

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Appunti completi di Economia ed Organizzazione Aziendale e più Appunti in PDF di Economia Aziendale solo su Docsity! CREDITI Esistono diverse tipologie di crediti: • Crediti commerciali (verso i clienti, per fatture non ancora incassate), inscrivibili quando i ricavi da vendita sono maturati; • Crediti tributari (rimborso di imposte non dovute da parte del fisco), inscrivibili quando si manifesta l’obbligo di pagamento dell’imposta da parte di terzi. • Crediti finanziari a breve. PATRIMONIO NETTO Rappresenta la differenza tra le attività e passività del bilancio, individuando il capitale di pieno rischio. Vi possono essere delle riserve di: • Capitale • Utili, risultanti dal bilancio d’esercizio approvato (periodo precedente), ovvero ciò che avanza dall’anno precedente. Le variazioni di patrimonio netto sono dovute a: • Aumenti/riduzioni di capitale • Aumenti/riduzioni di riserve • Distribuzione degli utili (dividendi) • Utile/perdita dell’esercizio ΔCS + ΔRIS - DIV ± UTILE/PERDITA Se si prevedono delle passività future, è possibile creare i seguenti fondi: • Fondi per rischio, per passività di natura determinata ed esistenza probabile. Creati ciò per passività potenziali, caratterizzate da uno stato di incertezza (si presentano solo se si verificano determinate condizioni); • Fondi per oneri, per passività di natura determinata. Vengono stimati in sede di bilancio per obbligazioni assunte che si verificheranno in futuro. TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO Rappresentato dalla liquidazione, ciò una prestazione economica che spetta al lavoratore in caso di fine di rapporto lavorativo. Per ogni esercizio viene accantonata nel fondo, oltre al fondo già presente ad inizio esercizio, una quota pari ad una frazione degli stipendi maturati nello stesso periodo. DEBITI Rappresentano delle passività operative ed obblighi collegati alla gestione (debiti verso i fornitori, acconti clienti, ..). Possiedono tali caratteristiche: • Sono debiti non onerosi o debiti ad interesse implicito; • Non sono per forza di breve periodo; • Vengono determinati al momento dello scambio; • Sostituiscono pro-tempore le entrate/uscite di denaro; • Con il pagamento di questi, si verificano variazioni di denaro. Sui debiti generalmente vengono pagati degli interessi, attraverso un rendimento prestabilito e costante, tramite una cedola (rata). Se parliamo di obbligazioni zero-coupon gli interessi vengono pagati unitamente al capitale alla scadenza (NO rate). MUTUI Sono prestiti rimborsabili attraverso precisi piani di rientro (ammortamento), dalla durata variabile (generalmente più anni). Due tipologie di mutui: • All’italiana, per i quali si hanno rate di importo decrescente con quote di rimborso di capitale costanti (Es. ogni mese pago 1000$, gli interessi sono calcolati sulle rimanenze del periodo precedente). In questo modo, si hanno interessi decrescenti; • Alla francese, per i quali si hanno rate di importo costante, comprensive di interessi e rimborso del capitale. RATEI E RESOCONTI PASSIVI I ratei passivi si identificano per la presenza simultanea di: • Quote di competenza dell’esercizio, ma che origineranno esborsi in esercizi successivi; • Comuni a 2 o più esercizi. I resoconti passivi si identificano per la presenza simultanea di: • Ricavi già incassati, ma di competenza di esercizi successivi; • Comuni a 2 o più esercizi. CONTO ECONOMICO Include tutti i ricavi ed i costi relativi ad un esercizio. L’entità deve presentare un’analisi dei costi, secondo una classificazione basata sulla loro natura e destinazione. • Classificazione per natura (ammortamenti, costi amministrativi, …); • Classificazione per destinazione, più utile perché fornisce più informazioni significative rispetto alla prima classificazione, ma può comportare un maggiore grado di discrezionalità. I principi contabili internazionali, PCI, non prevedono forme obbligate per il conto economico, mentre i principi contabili nazionali, PCN, prevedono: • Classificazione dei costi per natura; • Struttura prestabilita del conto economico. Attraverso il conto economico viene evidenziato il valore totale della ricchezza create/distrutta dalla gestione dell’esercizio. ANALISI DI BILANCIO Cos’è il bilancio? È un modello che rappresenta l’azienda come un sistema aperto che interagisce con l’esterno Attraverso il bilancio si hanno informazioni circa: • Mezzi a disposizione dell’impresa (capitale investito) e le fonti necessarie per ottenerli (capitale di finanziamento) • Risultato economico dell’esercizio (reddito) • Flusso di cassa netto Da cosa è composto? Secondo i principi nazionali, il bilancio è costituito da: • Stato patrimoniale • Conto economico • Rendiconto finanziario • Nota integrativa (permette di interpretare in maniera corretta e più approfondita i valori nelle tavole di sintesi, attraverso varie informazioni dettagliate sui vari elementi del bilancio) • Altri documenti (es. relazione sulla gestione) Secondo i principi internazionali, il bilancio è costituito da: • Stato patrimoniale • Conto economico • Rendiconto finanziario • Variazioni patrimonio netto • Nota integrativa • Altri documenti Quali sono le fasi per la costituzione del bilancio? 1. Lettura del bilancio d’esercizio 2. Riclassificazione degli schemi 3. Definizione dell’insieme delle dimensioni di analisi 4. Definizione degli indicatori per ciascuna dimensione 5. Definizione del settore di riferimento per l’acquisizione delle medie di settore 6. Valutazione delle dimensioni (sulla base degli indicatori e delle medie di settore) Come si legge la RELAZIONE SULLE GESTIONE? Per analizzarla in maniera corretta, si valutano: • Contesto in cui l’impresa opera • Evoluzione dei mercati a monte e a valle • Principali strategie utilizzate • Evoluzione del rapporto con altre imprese del gruppo (se esistenti) Come vengono utilizzati gli SCHEMI DI SINTESI? Questi vengono utilizzati per verificare la presenza di macroscopiche variazioni rispetto ai dati del periodo precedente, studiandone e comprendendone le ragioni di tali cambiamenti. Come viene usata la RELAZIONE DI SOCIETÀ DI REVISIONE? Questa consiste nell’aggregazione/disaggregazione delle voci di bilancio in classi omogenee, permettendo di analizzare l’impresa in riferimento a: • Struttura patrimonio e situazione finanziaria • Formazione del reddito generato • Formazione dei fabbisogni/eccedenze monetarie generate Inoltre, è utile per: • Evidenziare i risultati parziali delle singole aree gestionali • Facilitare la comprensione delle relazioni tra gli aggregati di bilancio RICLASSIFICAZIONI S.P. —————->Riclassificazione finanziaria, Riclassificazione funzionale C.E.—————->Riclassificazione a costo del venduto, Riclassificazione a valore aggiunto STATO PATRIMONIALE E RICLASSIFICAZIONE FINANZIARIA La riclassificazione finanziaria permette di vedere se l’impresa è in grado di rimanere in condizione di equilibrio finanziario; tale versione di S.P. rappresenta infatti lo STATO PATRIMONIALE FINANZIARIO. Lo S.P.F. viene costituito organizzando gli IMPIEGHI e le FONTI secondo criteri temporali legati ad aspetti finanziari. Definiamo: • Liquidità: come attitudine di un’attività a trasformarsi in mezzi monetari • Grado di liquidità: come velocità con cui una risorsa si trasforma in moneta • Esigibilità: come attitudine delle passività a determinare esborsi economici Qual’è lo scopo della riclassificazione finanziaria? Lo scopo è quello di rappresentare l’attitudine degli impieghi e delle fonti a procurare/richiedere mezzi monetari (criterio RICLASSIFICAZIONE-FINANZIARIA). In particolare:
 IMPIEGHI————-> Classificano in funzione della loro durata e sono valutati sulla liquidità FONTI —————> Classificano in funzione della loro scadenza e sono valutati sull’esigibilità 
 
 Liquidità crescente Esigibilità crescente Impieghi Fonti 1) CAPITALE IMMOBILIZZATO: attività a lungo potenzialmente liquidabili oltre i 12 mesi successivi a chiusura del bilancio 2) CAPITALE PERMANENTE: passività a lungo termine 3) CAPITALE CIRCOLANTE: attività a breve, parzialmente liquidabile entro i 12 mesi successivi a chiusura del bilancio 4) CAPITALE CORRENTE: passività a breve termine INDICI DI BILANCIO Gli indici sono delle relazioni tra grandezze che presentano una connessione di tipo: • LOGICA • FUNZIONALE (flusso generato da un livello, STOCK) Gli indici vengono distinti in: • MARGINI (differenze) • INDICATORI o RATIOS (quozienti) In funzione delle loro finalità si distinguono in: • INDICI DI SOLIDITÀ PATRIMONIALE • INDICI DI REDDITIVITÀ • INDICI DI SOLVIBILITÀ (o LIQUIDITÀ) • INDICI DI SVILUPPO Mentre, a seconda della loro tipologia si classificano in: • INDICI STATICI O STRUTTURALI (relazione fra stock i cui valori sono desumibili dallo stato patrimoniale riclassificato) • INDICI DINAMICI (rapporti tra grandezze di cui almeno una è grandezza di flusso, la cui intensità è desumibile da conto economico riclassificato o rendiconto finanziario) 1 2 3 4 
 REDDITIVITÀ Indica il rapporto tra un risultato economico ed il relativo volume di capitale necessario per produrlo Gli indici di redditività rispondono a 2 domande: 1. Quanto ha reso ogni unità monetaria investita? 2. Quanto ha reso da una particolare classe di investitori? (azionisti, banche, …) Le grandezze di flusso (F) sono misure dinamiche riferite al periodo amministrativo (sono effetto della gestione) Le grandezze di livello (L) sono misure statiche, che esprimono lo stato di un componente del patrimonio aziendale in un determinato momento 
 REDDITIVITÀ DEL CAPITALE INVESTITO - ROI Esprime il rendimento del capitale investito in azienda, indipendentemente dalle scelte di finanziamento. Mette in evidenza il grado di efficienza della gestione aziendale a livello operativo ROI = ( RICAVI NETTI /CAPITALE INVESTITO) x ( RISULTATO OPERATIVO / RICAVI NETTI ) = TURNOVER ( cioè rotazione del capitale investito) x ROS ( redditività delle vendite ) In particolare, scomponendo il ROI analizziamo: 1. ROS: identifica il reddito disponibile nell’azienda, per $ di fatturato, dopo aver coperto tutti i costi della gestione operativa. È un indice che è influenzato dalla dinamica dei mercati di sbocco, dinamica dei mercati di approvvigionamento e dalle scelte connesse al grado di rigidità della struttura produttiva; 2. TURNOVER: pone in relazione il fatturato ed il capitale investito; inoltre rileva la velocità di disinvestimento delle risorse aziendali. Dipende dal settore di attività. Definiamo:
 ROI GLOBALE, ovvero la redditività globale del capitale investito: = RISULTATO OPERATIVO AZIENDALE / CAPITALE INVESTITO ROI FINANZIARIO (ROI*) = RISULTATO OPERATIVO AZIENDALE / CAPITALE INVESTITO NETTO COSTO MEDIO COMPLESSIVO DELL’INDEBITAMENTO (ROD*) = ONERI FINANZIARI / MEZZI TERZI FINANZIARI (MT*) REDDITIVITÀ MEZZI PROPRI - ROE Misura il tasso medio di remunerazione dei mezzi propri investiti all’interno dell’azienda dai conferenti di capitale di rischio. Descrive l’impatto della gestione aziendale nel suo complesso, ovvero RISULTATO NETTO / MEZZI PROPRI e risente di: • Redditività operativa • Grado di indebitamento • Costo medio di indebitamento • Incidenza gestione fiscale e straordinaria In forma analitica, il ROE è dato da ROE = ( ROI* + ( ROI* - ROD* ) x ID* ) x ( RN / ( ROA - OF ) ) TASSO DI AUTOFINANZIAMENTO Denota: • La capacità dell’impresa di generare e mantenere all’interno risorse finanziarie; • La capacità di crescita del capitale investito senza esborso a finanziamenti esterni; • La quota di variazione dei mezzi propri, dovuti alla ritenzione ( trattenimento ) egli utili ( RISULTATO NETTO- DIVIDENDI ) / MEZZI PROPRI TASSO DI DIVIDENDO d ( PAY-OUT RATIO ) Denota la % del risultato netto che si è trasformata in dividendi e che non è più disponibile nell’impresa DIVIDENDI / RISULTATO NETTO LIQUIDITÀ 1 L’analisi di questa componente strutturale richiama valori a breve scadenza dello stato patrimoniale ( attivo e passivo), con lo scopo di individuare potenziali rischi o squilibri. Analizza: • La capacità di generare flussi monetari e finanziari, tali da mantenere costante l’equilibrio tra attivo e passivo a breve; • La capacità di far fronte tempestivamente ed economicamente ai propri impegni verso i finanziatori. INDICE DI LIQUIDITÀ PRIMARIA 1 LIQUIDITÀ IMMEDIATE / PASSIVO A BREVE Esprime la quota degli impegni a breve scadenza che un’impresa sarebbe in grado di fronteggiare sul momento, attingendo alle proprie risorse liquide. È una misura restrittiva: se dovesse essere > 1, potrebbe indicare un eccesso di liquidità non investita INDICE DI LIQUIDITÀ PRIMARIA 2 ( ACID RATIO ) ( LIQUIDITÀ IMMEDIATE + LIQUIDITÀ DIFFERITE ) / PASSIVO A BREVE Con valori << 1, l’impresa è a rischio, poiché mancano i presupposti per una piena copertura delle uscite future. N.B. le liquidità differite comprendono i crediti commerciali a breve, i crediti finanziari a breve ed i crediti diversi a breve, ovvero tutti fondi di valori liquidabili entro il periodo di un anno. MARGINE DI TESORERIA 1 ( MT ) MT = LIQUIDITÀ IMMEDIATE - PASSIVO A BREVE MARGINE DI TESORERIA 2 ( MT’ ) MT’= LIQUIDITÀ IMMEDIATE + LIQUIDITÀ DIFFERITE - PASSIVO A BREVE EVIDENZIANO I POTENZIALI RISCHI FINANZIARI DOVUTI AD UN ECCESSIVO INDEBITAMENTO A BREVE SVILUPPO L’analisi dello sviluppo focalizza l’interesse sulla crescita aziendale, sotto il profilo operativo e strutturale. L’analisi prevede un confronto, che può essere effettuato sia con l’esterno, ovvero con le principali rivali, sia all’interno, analizzando lo sviluppo in termini di impatto finanziario e della redditività delle politiche perseguite. TASSO DI VARIAZIONE A CAPITALE INVESTITO ΔCI% = ΔCAPITALE INVESTITO / CAPITALE INVESTITO INIZIALE Analizza la solidità dell’impresa TASSO DI VARIAZIONE DELL’ATTIVO A BREVE ΔATTIVO CORRENTE / ATTIVO CORRENTE INIZIALE • Se i due sono allineati, si parla di un andamento fisiologico; • Se il 1° < 2°, può indicare una razionalizzazione nella gestione del capitale circolante. TASSO DI VARIAZIONE ATTIVO FISSO NETTO ΔATTIVO FISSO / ATTIVO FISSO INIZIALE TASSO DI VARIAZIONE DEI MEZZI PROPRI ΔMP% = ΔMEZZI PROPRI / MEZZI PROPRI INIZIALI TASSO DI VARIAZIONE DEI MEZZI TERZI ΔMT% = ΔMEZZI TERZI / MEZZI TERZI INIZIALI TASSO DI VARIAZIONE DELLE VENDITE FATTURATO (T) - FATTURATO (T-1) / FATTURATO (T-1) Il tasso a valore aggiunto assume la stessa espressione. 
 
 
 
 ANALISI DEGLI INVESTIMENTI L’analisi dei progetti di investimento è finalizzata ad individuare quali progetti intraprendere. Ciascun progetto è caratterizzato da: • Un investimento iniziale; • Flussi di cassa distribuiti lungo un certo arco di tempo; • Un valore di recupero finale.
 I concetti principali legati a questa analisi sono: • I flussi ( conto economico, rendiconto finanziario ); • I livelli ( stato patrimoniale ). In finanza, una risorsa ( asset ) rappresenta una successione di flussi di cassa. STATO PATRIMONIALE 
 Distinguiamo: • Attività fisse AF : attività immobilizzate materiali ed immateriali • Capitale Circolante Operativo CCO: RMP ( rimanenze materie prime) + RPF ( rimanenze prodotti finiti ) + CRCL ( crediti verso i clienti ) - DFORN ( debiti verso i fornitori ) • Cassa • Patrimonio netto MP : capitale di rischio • Debiti finanziari MT* : capitale di prestito 
 
 
 AF CCO CASSA MP MT CONTO ECONOMICO EBITDA EBIT EBIT NOPAT RN = ( 1-T ) x ( EBITDA - AMM - OF ) = ( 1-T ) x EBIT - ( 1-T ) x OF =
 = NOPAT - ( 1-T ) x OF NOPAT = NET OPERATING PROFIT AFTER TAXES ( utile operativo netto dopo le imposte) FLUSSO DI CASSA OPERATIVO FCO* = NOPAT + AMM - ΔCCO ± ALTRE RETTIFICHE FLUSSO DI CASSA INVESTIMENTI FCI* = + VENDITA AF - INVESTIMENTI in AF FLUSSO DI CASSA FINANZIARIO FCF* = ΔMT* - ( 1-T ) x OF + ΔCS - DIV Esempio -Ricavi 3 prodotti ————> i = A, B, C T = 2, ….., 10 ———> TASSO DI CRESCITA RICAVI DALLE VENDITE ΔRPF - CONSUMO MP - CONSUMO ENERGIA - COSTO DEL LAVORO MARGINE OPERATIVO LORDO ( MOL ) - AMMORTAMENTO MARGINE OPERATIVO NETTO ( MON ) - ONERI FINANZIARI UTILE PRIMA DELLE IMPOSTE - IMPOSTE UTILE PERDITA PRINCIPIO DI EQUIVALENZA Per questo principio, 2 successioni di flusso di cassa sono equivalenti se e solo se hanno lo stesso van FLUSSI DI CASSA DI PROGETTO - PROGETTI INCREMENTALI Progetti stand-alone : vengono realizzati come attività imprenditoriali indipendenti - Il CONTO ECONOMICO non tiene conto degli oneri finanziari, ma si considera il NOPAT; - FLUSSI DI CASSA = FCO + FCI per ogni t = 1, 2, …, T -FCO = NOPAT + AMM + ΔCCO ± altre rettifiche -FCI = + VENDITA AF - INVESTIMENTI AF -TRATTAMENTO FISCALE ——> se EBIT è negativo non si applica l’aliquota Progetti incrementali - Sono realizzati all’interno di attività imprenditoriali esistenti - Si deve tener conto dello scenario senza progetto ( business as usual ) - Progetto permette di idealizzare una situazione tramite conti economici degli stati patrimoniali - Bisogna tener conto degli usi alternativi delle risorse - Il progetto produce EFFETTI INCREMENTALI (δ) sulle attività già esistenti FCO = NOPAT + δNOPAT + AMM + δAMM - ΔCCO - δ ΔCCO con FCO = NOPAT + AMM. - ΔCCO senza FCI = + VENDITA AF - δVENDITA AF - INVESTIMENTI AF - δINVESTIMENTI AF con FCI = + VENDITA AF - INVESTIMENTI AF senza STAND-ALONE • Conto economico RICAVI DALLE VENDITE ΔRPF ΔRSL -CONSUMO -SERVIZI -LAVORO MOL-EBITDA -AMM MON-EBIT -IMPOSTE NOPAT ( 1- T ) x MON = ( 1-T ) x EBIT TIR- Tasso di rendimento interno Tasso che annulla NPV di un progetto Σk t=0 Ft / ( 1+TIR )t = 0 Bisogna confrontare il TIR con il COSTO OPPORTUNITÀ del capitale r : • Se esborso iniziale e poi solo incassi, progetto scelto se TIR>=r • Se incasso iniziale e poi solo esborsi, progetto scelto se TIR<=r. Il TIR presenta alcune criticità : • Non sempre è definito ( radici multiple, … ), quindi la soluzione proposta non ha senso; • Prevede di confrontarsi solo con 1 r ( mentre potrebbero esserci tassi diversi su anni diversi, sarebbe necessaria una media ponderata ); • Non tiene conto degli effetti di scala, che posso avere effetto sul rendimento; • Penalizza i progetti con più incassi futuri. Se i FLUSSI DI CASSA presentano 1 solo cambio di segno, allora esiste 1 solo TIR Il TIR viene valutato solo sul capitale investito VAN Rendita finita costante: VAN = Σk t=0 ( Ct / r ) * ( 1-1/1+r^k) Rendita illimitata costante: VAN = lim (k->infinito) Σk t=0 ( Ct / r ) * ( 1-1/1+r^k) = C / r Rendita finita crescente a tasso costante: VAN= lim (k->infinito) C/(r-g) * [1-( 1+g /1+r)^k)] = F / r-g Teorema di Fisher É possibile separare le decisioni di consumo da quelle di investimento. -Spesso i livelli di flusso futuri posso essere rappresentanti da una variabile aleatoria discreta, per cui sarà necessario calcolare il valore atteso del VAN, ricostruendo la variabile aleatoria, dimostrando che VAN atteso = VAN dei flussi attesi Si utilizza l’albero delle decisioni, nel quale viene associata una probabilità alle varie scelte possibili, determinando infine la probabilità del verificarsi di un determinato valore di VAN. Quando non vale più il VAN -Se non vale il teorema di Fisher -Se c’è elevata aleatorietà, il VAN è caratterizzato da alta varianza -Può esserci più di un valore r -Se un flusso è rappresentato da una probabilità condizionata (VAN atteso≠VAN dei valori attesi). PAYBACK PERIODO ATTUALIZZATO-PBP É il numero minimo di anni necessari per recuperare gli investimenti. - Se PBP > valore prestabilito (COP) scartato - Scelgo il progetto con il PBP più basso. PBP = min {t: Σk t=0 Ct / (1+r )^t > Σk t=0 l Ct l / (1+r )^t } PROFITABILITY INDEX-PI Rapporto fra il valore attuale degli incassi e quello degli esborsi. -Se PI <1 , scarto il progetto -Scelgo il progetto con PI maggiore PI = Σk t=0, t: Ct>0 Ct / (1+r )^t > Σk t=0, t: Ct<0 l Ct l / (1+r )^t PROGETTI SCALABILI Progetti che possono essere simultaneamente attivati per due o più volte VAN = VAN(i)*N PROGETTI REPLICABILI Progetti che possono essere attivati ancora ogni volta che si concludono VANPR = (E / r) * ( 1- 1/ (1+r)^N-k) con E= equivalente annuo del progetto iniziale P PROGETTI CON LACUNE INFORMATIVE Progetti in cui mancano informazioni di almeno un flusso
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved