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Appunti completi esonero Morandini: lezioni + libri (storia dell'educazione), Dispense di Storia dell'Educazione

La dispensa contiene tutto quello relativo all'esonero della prof. Morandini del corso di Storia dell'educazione e Letteratura per l'infanzia, della facoltà di Scienze della Formazione Primaria (Collegno). Nel file sono presenti: tutte le lezioni della professoressa + riassunto volume "I libri per l’infanzia: dagli alfabeti ai pop-up" + riassunto volume "Vita scolastica e pratiche pedagogiche nell'Europa moderna" + riassunti brevi di ogni argomento trattato.

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 14/11/2022

nicole.ni
nicole.ni 🇮🇹

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Scarica Appunti completi esonero Morandini: lezioni + libri (storia dell'educazione) e più Dispense in PDF di Storia dell'Educazione solo su Docsity! Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 EDUCAZIONE DEI CETI POPOLARI Per noi è scontato che i bambini vadano a scuola. Ma quello che per noi ora è scontato in passato non lo era; è frutto di un processo che si è affermato poco alla volta nel tempo. Educare le classi popolari una volta era ritenuto come inutile, se non addirittura pericoloso. Prima del XVII secolo l’unico tipo di educazione esistente era quella prettamente professionale, per imparare un mestiere. Anche la terminologia è variata nei secoli. Il tema della disabilità ad esempio in passato era trattato con un linguaggio che ora sarebbe considerabile come offensivo (esempio: fanciulli deficienti, legato non al significato, ma all’etimologia. Deficere: mancanza di qualcosa). Quando parliamo di prime esperienze di educazione dei ceti popolari facciamo riferimento alla seconda metà del 1600. Le prime furono le piccole scuole à intesa come esperienza scolastica di scarsa importanza (erano considerate come scuole di serie B rispetto alle grandi scuole, i collegi). Possibile che prima non esistevano forme di educazione per queste classi? Esisteva, ma era un’educazione funzionale all’acquisizione di un mestiere. Non esisteva l’idea di un’educazione per tutti prima delle piccole scuole. Erano scuole che non avevano la pretesa di fornire un’educazione approfondita; ma era un insegnamento soprattutto di carattere pratico (minimo di conoscenze e abilità per partecipare alla società e al mondo del lavoro). Era un insegnamento basato sullo studio della lingua volgare, cioè quella del popolo. Questo è un altro elemento che le distingue dalle grandi scuole (in cui si studiava latino). Bambini di ceti bassi educati > capaci nel loro lavoro > riescono a mantenersi e a mantenere le loro famiglie > meno rischi di sviluppo di delinquenza. Quando cominciano a diffondersi queste piccole scuole non dobbiamo pensare che la strada sia stata lineare. Si tratta di una diffusione infatti molto lenta e disomogenea. Ma come mai? Perché il promotore di queste scuole non era l’autorità statale (che avrebbe garantito maggiore omogeneità). I promotori sono rappresentati dalle congregazioni religiose o da singoli benefattori, che decidevano di destinare parte delle loro risorse per dar vita a queste piccole scuole. Ovviamente questi benefattori non erano ben distribuiti in tutta Italia, da cui deriva questa disomogeneità. Anche perché lo stato si dedicava a formare la classe dirigente, non aveva interesse nei confronti del resto del popolo. Un altro fatto che caratterizza la disomogeneità è che esistono forti resistenze soprattutto negli ambienti più conservatori, che dunque non considerano questa educazione delle classi popolari come positiva. Anzi la definiscono come un rischio, pericolo per la società. Interessante è pensare che chi è a favore dell’educazione delle classi popolari e chi è invece contro partono dalle stesse idee, dagli stessi valori iniziali (anche se le prospettive e i punti di vista sono opposti). Vediamo queste ragioni: Ragioni di partenza PRO CONTRO Religione Il mondo protestante è strettamente connesso al concetto di educazione. Una vera e propria dottrina che si differenzia da quella cattolica. Una dottrina caratterizzata dal “sacerdozio universale”; Lutero ci dice che tutti possono essere sacerdoti e tutti possono entrare direttamente in contatto con Dio attraverso la lettura delle sacre scritture (non possibile invece nella dottrina cristiana). Perché ricade sul piano educativo? Perché i Educazione come strumento per promuovere un atteggiamento critico verso la verità di fede. Si ha paura che ci siano divergenze di opinioni, di interpretazioni della fede stessa. Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 fedeli per entrare in contatto con Dio devono saper leggere le sacre scritture e devono capirle. Lutero traduce infatti la Bibbia dal latino al tedesco. Dunque viene alimentato il processo di alfabetizzazione. La Chiesa cattolica cerca di evitare la diffusione della riforma protestante e lo fa attraverso l’educazione dei ceti popolari (non era convinto che fosse qualcosa di importante). Lo fa solo per “salvarsi”, è una preoccupazione unicamente di natura religiosa. Economiche e sociali Educando le persone possono sorgere nuove professioni, nuovi mestieri (in un’epoca in cui l’economia è basata sull’agricoltura, le 10-12 ore nei campi). Nuovi mestieri meglio pagati, più remunerativi, più sicuri. Ridotto il rischio di fenomeni di disagio sociale. Esempi: tipografo, cartografo Paura che ci fosse un sovvertimento dell’ordine sociale (classi basse che iniziano nella scalata, che portano ad aspirare a qualcosa di migliore). C’era anche paura dal punto di vista economico, poiché se la gente decideva di abbandonare l’agricoltura, c’era il rischio di mancanza di manodopera nei campi. Altri fattori che favoriscono l’educazione delle classi popolari: • Fattori climatici: tra pianura e realtà montane i tassi di alfabetizzazione sono diversi (maggiori in montagna). L’anno agricolo è più breve nelle zone più fredde e il “tempo morto” viene utilizzato nella logica dell’alfabetizzazione. I fanciulli venivano dunque inviati a scuola, mentre gli adulti venivano alfabetizzati di sera nelle stalle (le veglie). Vediamo dunque le due tipologie di scuole nel dettaglio. Le piccole scuole: numero limitato di esperienze. Siamo di fronte a modelli di organizzazione ben definiti nei tempi, nei contenuti e nei metodi. Sono le antenate della scuola elementare moderna. Scuole della dottrina cristiana: educazione in ambito cattolico. Centrate sull’insegnamento del catechismo e inizialmente solo sulla lettura. È un’esperienza molto più povera non solo per quanto riguarda i contenuti, ma anche più semplice per quanto riguarda l’organizzazione. Tali scuole agivano infatti nei momenti in cui i bambini andavano in Chiesa (un’ora sola a settimana). Esperienze di piccole scuole nel contesto europeo 1. Comenio (attuale Repubblica Ceca). Egli istituisce la scuola vernacolare (sulla lingua volgare). 2. De la Salle (Francia) Fonda la congregazione dei Fratelli delle scuole cristiane (grazie a cui nasceranno le scuole torinesi). Erano anche chiamati “ignorantelli”, poiché si occupavano dell’educazione delle classi definite come ignoranti. 3. Giuseppe Calasanzio (Spagnolo, ma si trasferisce a Roma) Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 comandate”). Il controllo della struttura era molto rigido, la disciplina era ferrea. Se poi andiamo a analizzare meglio i contenuti noteremo che la cultura era unicamente umanistica e religiosa (letteraria, modello scientifico poco considerato). Dunque la direzione comune di questi due percorsi educativi non ci deve stupire. Collegio romano, uno dei più prestigiosi (dei gesuiti). Il modello principale è proprio quello dei gesuiti: congregazione che nasce negli anni del Concilio di Trento e che ha come obiettivo l’educazione della classe dirigente. Fondati da Sant’Ignazio di Loyola (origini spagnole). Modello che si diffonde presto in diversi stati europei, sia dal punto grafico che temporale (si afferma in tutto il mondo cattolico). La Ratio Studiorum (ordinamento degli studi, 1599), il modello di formazione della classe dirigente creato dai gesuiti, un modello che rimane attivo in Europa fino alla metà del 1700. Vediamo di capire nel concreto che cosa studiavano; tenendo presente che l’istruzione deve essere funzionale poi alla prosecuzione degli studi. I ragazzini di 11/12 anni potevano seguire un percorso articolato in cicli differenti (non li frequentavano tutti). Vediamo quindi il percorso: • 8 anni, 5 anni umanistici + 3 filosofici à coloro che volevano essere formati e basta. • 12 anni, 5 anni umanistici + 3 filosofici + 4 teologici à coloro che volevano entrare nei gesuiti (noviziato interno). Spieghiamo meglio: 1. Studi umanistici (5 anni) à istruzione linguistica e letteraria completa (lingua latina e greca, letteratura latina e greca). 3 classi di grammatica, 1 di letteratura e 1 sulla retorica. Dunque si studiavano anche i classici, gli autori più importanti. Ma i gesuiti erano cattolici, questo ha influito? Si, poiché non tutti i classici venivano proposti, c’era un’epurazione di quelli considerati come licenziosi (magari si salvavano alcune opere e se ne escludevano altre). Solo contenuti conformi al modello educativo cattolico. 2. Studi filosofici (3 anni) à le tre classi erano le seguenti: logica + fisica e cosmologica + metafisica ed etica. Anche in questo caso i filosofi venivano studiati in relazione al modello di pensiero cattolico (anche in questo caso veniva fatta una selezione, non si studiava tutto). Si studiava in particolar modo Aristotele. Ma era nato prima di Gesù cristo, come mai veniva studiato allora? Si studia l’interpretazione che San Tommaso d’Aquino fa della dottrina di Aristotele (non lui direttamente). Aristotele à motore immobile che muove tutto il resto. Come fu interpretato? Questo primo motore immobile coincide con Dio. 3. Studi teologici (4 anni) à classi di teologia, di lingua ebraica e delle Sacre Scritture Invece per quanto riguarda l’organizzazione, la struttura e il metodo? Alcune delle idee di Comenio vengono riproposte. Vediamo quindi le innovazioni: • Distinzione graduale delle classi e dei corsi à per noi la classe è un gruppo omogeneo per età, livello di sviluppo e conoscenze acquisite. Una volta questo concetto non esisteva, è stato qualcosa di graduale. Nel tempo inizia ad affermarsi questa idea di “classe” verso fine 500, inizio 600. Oltre al fatto che si capisce che il processo di apprendimento deve avvenire per tappe, in modo graduale. • Necessità di favorire l’apprendimento attraverso molteplici e assidue esercitazioni à si inizia a capire che l’apprendimento per essere efficace non può essere astratto, ma deve passare tramite un’esperienza concreta. Iniziano a sorgere le prime esercitazioni pratiche molto frequenti. Ovviamente si trattava di una pratica funzionale agli obiettivi di formazione del collegio (per diventare ad esempio avvocati). Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 Due tipi di attività didattica: • Disputa à avveniva tutti i sabati da parte degli alunni della classe. Si tratta di una discussione pubblica e solenne preparata con cura ed impegno. Si sceglieva l’argomento e le due parti, affidandole agli allievi e chiedendo loro di essere convincenti nel portare avanti le loro idee. • Declamazione à saper recitare passi di autori antichi o di composizioni in prosa (sempre al sabato). Questo serviva a rendere familiare ai bambini il parlare in pubblico. • Capacità di esporre in pubblico e difendere le proprie tesi. John Locke, situazione in Inghilterra La logica inglese è profondamente diversa. Perché la realtà del Regno Unito presenta una diversità considerevole. Vediamo quindi di studiare il contesto inglese dell’epoca di John Locke. Situazione politica à in Europa abbiamo monarchie assolute (monarca che ha potere completo di vita e morte sui sudditi, carica per autorità divina, sopra la legge). In Inghilterra c’è una monarchia costituzionale (il re governa sia in nome di Dio che nel nome della nazione). C’è un parlamento a cui il sovrano deve rendere conto. Nella realtà inglese non si parla di sudditi della monarchia, ma si parla di cittadini, che possono esercitare dei diritti e dei doveri (promuovere una capacità critica in questi soggetti). L’economia europea è sostanzialmente di tipo agricola (i possedimenti terrieri sono dei nobili, hanno la ricchezza economica maggiore). In Inghilterra la base è invece il commercio, infatti la classe sociale principale è la borghesia. Quindi la classe dirigente a cui devo far riferimento è più ampia (media e alta borghesia). Situazione socio-economica à caratterizzata da un’economia basata sul commercio (impero coloniale). È un periodo in cui la borghesia compie un’ascesa sociale. Situazione filosofico-culturale à corrente filosofica dell’empirismo (la conoscenza si acquisisce a partire dall’esperienza, tramite i sensi). Sorta in Inghilterra. I sensi sono quindi il canale privilegiato che mi permette di apprendere. Formazione di un soggetto autonomo, un cittadino in grado di scegliere autonomamente, capace di governarsi, di gestirsi. Si parla allora di un apprendimento basato sull’osservazione e sull’esperienza (rifiuto della logica mnemonica). Educazione morale dei nobili à Gesuiti: logica precettistica (insegnamento di precetti, di regole, ti dico cosa puoi fare e cosa no). Si imparava a memoria cosa era consentito e cosa era vietato. Locke: attraverso l’esperienza, sottoporre i nobili a dure prove fisiche (per temprare il carattere e per autodisciplinarsi). John Locke e le caratteristiche che un “gentleman” (nobile e borghese) deve avere: • Non necessariamente di nobili origini; dunque non ci si basa sul prestigio o sulla ricchezza familiare. Quello che qualifica l’uomo sono le sue competenze personali (logica di competitività). • Virtuoso, dunque un uomo corretto moralmente (buone abitudini). Al punto tale che da maggiore importanza all’educazione rispetto che all’istruzione. • Esperto, quindi deve sapersi occupare della gestione degli affari dello Stato. L’istruzione secondo Locke deve essere preferibilmente dispensata in famiglia (idea di istruzione privata). Vediamo quindi la sua proposta in merito al piano di studio. • Anche per lui un soggetto non è definibile come colto se non studia il latino; ha però un ruolo che non è così centrale come accadeva nel collegio dei gesuiti (ridimensionamento della cultura classica). Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 • Valorizzazione delle lingue moderne: quindi anche lo studio dell’inglese e del francese (una volta la lingua che si usava ovunque). • Studio della geografia, proposta per l’ampliamento coloniale del Regno Unito. • Studio di discipline matematiche e scientifiche (non presenti nel collegio dei gesuiti). • Formazione etica, dunque un certo modo di comportarsi. • Attività pratiche come ad esempio il giardinaggio. • Attività abitudinarie delle elite, come equitazione, scherma, polo, danza, ecc… Crisi del modello gesuitico Cosa del modello dei gesuiti non corrispondeva alle esigenze della borghesia? Era: 1. Troppo lungo à i borghesi avevano un’attività di commercio e 8 anni di studio era un periodo che non si potevano permettere. Avrebbe perso un introito economico e avrebbe dovuto pagare una somma ingente per seguire il percorso (doppia perdita). 2. Centrato sulla cultura classica à qualcosa di inutile all’esercizio del commercio. 3. Metodo d’insegnamento empirico à il borghese necessitava di avere una pratica, dell’esperienza, maggiore concretezza. Il modello dei gesuiti entra in crisi attorno alla metà del 1700 (per ragioni riguardanti il contesto esterno). 600 à nuovo modo di intendere la conoscenza, la Rivoluzione Scientifica (Galileo e il metodo sperimentale). Prima la conoscenza partiva dalla dimensione teorica per arrivare a quella concreta (parto da dei principi per realizzare la realtà), era il metodo deduttivo. Con questa nuova visione si ha esattamente l’opposto, parto dalla realtà stessa, osservo e attraverso l’osservazione determino i principi che regolano la realtà (metodo induttivo). Affiancamento dunque della filosofia alle varie scienze (fisica, astronomia, chimica e biologia). 700 à nascita degli stati nazionali. Il sovrano faceva difficoltà ad assicurarsi che tutti i suoi sudditi rispettassero le sue regole; si avvaleva dunque di dei funzionari che eseguivano il lavoro per lui (apparato amministrativo e burocratico formato ad hoc). Lotta dei sovrani nazionali nei confronti dei gesuiti, di natura politica, poiché questi funzionari devono essere formati autonomamente (e non dai gesuiti). Lo stato nazionale ha bisogno del monopolio dell’istruzione secondaria e si deve liberare dei gesuiti (iniziano a espellerli dai loro territori). La scelta di eliminare i gesuiti apre però a tutta una serie di problematiche: gli edifici ci sono, ma chi metto a insegnare? Occorre tempo per preparare un corpo docente laico. Si sceglie di utilizzare rappresentanti di altre congregazioni religiose. Perché pensa di poter esercitare un controllo su di loro quando non era in grado di farlo sui gesuiti? I gesuiti erano molto più autorevoli, avevano molto più potere. EDUCAZIONE FEMMINILE (EDUCAZIONE DI GENERE) Gli studiosi in educazione ci hanno impiegato molto tempo per iniziare a studiare l’educazione femminile; infatti non si va molto indietro, solo agli anni 90’ del secolo scorso (primi libri che ricostruiscono la storia dell’educazione femminile). Nel contesto italiano abbiamo due professoresse italiane che hanno aperto la strada: Simonetta Olivieri e Carmela Covato. Come mai si è pensato che fosse necessario dedicare studi appositi all’educazione femminile? E perché non è stato fatto prima? C’era la grande difficoltà di non riuscire a reperire le fonti, poiché a lungo nella società la componente femminile è stata denigrata. Le fonti, gli strumenti e gli elementi per dimostrare l’esistenza di educazione femminile è il matrimonio, dunque i registri parrocchiali. Si notava infatti se l’uomo e la donna erano in grado di firmare, dunque di scrivere. Spesso si Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 Le donne viste dalle donne Andiamo ad una autrice italiana dell’Ottocento, torinese, Giulia Molino Colombini. Lei scrive un’opera intitolata sull’Educazione della donna (1851), divisa in tre volumi. Donna al pari dell’uomo nell’uso della ragione; si riconosce una uguaglianza dal punto di vista intellettuale. Siamo ormai in una logica emancipazionistica. Però se andiamo a vedere il ruolo che secondo lei una donna ha, lei continua a credere che debba fare ancora la moglie e la madre. Lei ci dice infatti che “tutto questo non deve distoglierla dal suo ruolo principale, quello di moglie e madre”. Il primo lavoro al di fuori della famiglia per la donna sarà poi quello di insegnante di scuola elementare. Ovviamente non inteso come quello attuale, ma meno ore per avere ancora tempo di occuparsi della casa e della famiglia. E ovviamente si parla di istruzione di bambini piccoli (non se ne parlava ancora di insegnanti nei gradi secondari o addirittura nelle università). JEAN JACQUES ROUSSEAU Ginevra, 1712-1778. Importante pedagogista e anche dal punto di vista filosofico. Qual è la sua visione di uomo? Sappiamo che ci parla di uomo facendo una prima distinzione: • Uomo naturale: uscito dalle mani del creatore, un uomo buono. Visione ottimistica, un uomo fondamentalmente buono, mentre la chiesa cattolica aveva una visione pessimistica (uomo che nasce col peccato naturale). • Uomo civile: considerato da lui come un uomo corrotto. In particolare nella società del suo tempo, quella del 1700: stati nazionali con a capo dei re assoluti. Società in cui la forte monarchia sovrasta i sudditi, dunque i cittadini non hanno un loro pensiero, non esercitano uno spirito critico (fanno quello che gli ordinano e basta). Due visioni profondamente contrapposte. Pensa inoltre che l’uomo alla nascita sia una tabula rasa, su cui ancora non c’è scritto nulla (nega che venga al mondo con delle idee innate). Si tratta secondo lui di un uomo che nasce fondamentalmente buono. Egli pensa dunque a un modello educativo per questo particolare tipo di uomo. Vediamo la sua idea di educazione attraverso tre caratteristiche: 1. Deve rispettare e valorizzare questo uomo naturale; 2. Impara attraverso l’esperienza, quindi fin dai primi giorni di vita (apprendimento dalla sua nascita); 3. Devo dargli un’istruzione che sia al di fuori del contesto sociale, poiché il contesto sociale è ciò che lo corrompe e che non lo fa rimanere “buono”. Non posso quindi inserirlo in una scuola pubblica, ma deve essere un’educazione privata. 4. Basata sull’esperienza, ma anche sulla curiosità. Esempio: Emilio decide di coltivare fave in un terreno. Il suo appezzamento però un giorno viene distrutto. Emilio aveva coltivato le sue fave in un appezzamento non suo. Impara sulla sua pelle il concetto di proprietà privata. Qual è il ruolo del maestro? È stato lui a creare le condizioni per far fare esperienza a Emilio. 5. Processo volto a favorire lo sviluppo delle capacità originali del soggetto, che in una logica del 1700 è un’affermazione rivoluzionaria. Ogni forma di educazione è dunque differente. Devo partire dal mio soggetto così com’è e al centro di tutto io colloco il mio fanciullo. Nella visione tradizionale non accadeva così, si educava il fanciullo per farlo tendere a un modello definito a proprio (li si formava per diventare qualcosa). Per Rousseau si scopre cosa il fanciullo diventerà strada facendo, insieme al fanciullo stesso. Lui ci dice “occorre formare l’uomo prima del magistrato, del soldato, del prete”. Non più un modello predefinito a cui tendere e uniformarsi. Cambia quindi anche il ruolo del maestro. Nella logica di Rousseau deve essere in grado di predisporre le condizioni ideali per ogni tipologia di esperienza (un ruolo per niente banale). Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 Concetto di educazione negativa o indiretta, proprio perché il maestro indirizza tutto “da dietro le quinte” (negativa non come qualcosa senza valore). Maestro che sta un passo indietro al bambino, che funge da regista del processo educativo. Egli intuisce un concetto di infanzia simile a quello che abbiamo nei nostri tempi. Infanzia con le sue caratteristiche, i suoi tempi, le sue capacità di sviluppo, ecc.. Prima il bambino veniva considerato come un adulto in miniatura; dalla sua interpretazione invece gli si inizia a dare una certa importanza. Scoperta della prospettiva evolutiva All’interno dell’Emilio lui ci propone un percorso educativo suddiviso per tappe. Egli si rende conto che lo sviluppo del soggetto avviene in modo progressivo. Egli pensa a un percorso vero e proprio anche per Emilio; si tratta di un percorso molto lungo dalla nascita fino al 25esimo anno di età, quando si sposa con Sofia (periodo di ingresso nell’età adulta). Lui suddivide questi 25 anni in 4 periodi: • 0-2 anni, Stato di sensibilità indifferenziata à periodo in cui il bambino osserva il mondo circostante; • 2-12 anni, Fase della conoscenza sensoriale à fase molto lunga che si caratterizza con l’utilizzo dei sensi. È una conoscenza senso-motoria; • 12-15 anni, Fase della conoscenza razionale à una conoscenza cognitiva, più astratta; • 15-25 anni, Fase della vita morale e religiosa à la colloca così tardi perché per lui l’apprendimento avviene con l’esperienza; perciò il fanciullo a quest’età ha già fatto esperienza di momenti difficili (morte, ecc…). Il bambino inizia a porsi dunque delle domande e quindi gli si possono fornire delle risposte. Cosa possiamo obiettare alla sua idea? Lui ci propone un percorso che lavora in categorie, come se il bambino fosse un soggetto composto da cassetti divisi che si sviluppano in momenti diversi. In realtà tutte queste competenze vengono sviluppate contemporaneamente (visione eccessivamente frammentata dei bambini). Critiche à la religione ha una visione pessimistica dell’uomo. La Chiesa è convinta che l’uomo nasca già con un’idea di Dio, in realtà Rousseau ci dice che questa visione religiosa nasce solo a partire dall’adolescenza. Vediamo queste critiche tramite la figura di Sigismondo Gerdil, un cardinale cattolico che nel 1763 dopo l’Emilio pubblica l’Anti-Emilio. Vediamo cosa crede: • Valorizzazione della dimensione religiosa, che per Rousseau era un aspetto marginale (lo inserisce solo nella fase matura). • Critica ai sensi, che possono essere fallibili come strumento cognitivo. A volte i sensi possono sbagliare e non corrispondere alla realtà. • Educazione elitaria, utopica e controproducente, dunque una vera e propria critica all’educazione privata e in solitudine. Anche in ambito politico e sociale, viene negoziata l’idea di patria. JEAN MARIE ITARD (1774-1838) Medico francese che viene considerato come padre della pedagogia speciale. Famoso per il suo contatto con Victor, ragazzo vissuto in mezzo alla natura. Egli fu il primo che riuscì a dimostrare quanto la medicina moderna è in grado di fare con la disabilità (se ho una diagnosi precisa). Itard prende Victor in custodia e lo educherà a casa: esperienza molto interessante. Si presuppone che sia stato abbandonato all’età di 5-7 anni e nel suo studio prova a dare delle risposte a dei quesiti di Rousseau: Com’è l’uomo allo stato di natura? Può l’uomo svilupparsi completamente fuori dalla società?. Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 Vediamo meglio il suo lavoro con Victor, il ragazzo selvaggio. Vediamolo suddiviso in momenti: • Analisi iniziale à Itard ha una visione diversa rispetto al suo collega Pinel. Entrambi si accorgono che Victor non sa compiere funzioni intellettuali di base (parlare, caldo-freddo, bene-male) + le sue funzioni sensoriali sono poco sviluppate (no sentimenti morali). Però le diagnosi dei due medici sono profondamente differenziate. Itard: no anomalie genetiche, lo ritiene come un soggetto educabile. Per lui c’è speranza di un trattamento pedagogico. Pinel: arretratezza come qualcosa di congenito, non educabile. C’è poi anche la governante che sviluppa un affetto profondo e sincero nei confronti del ragazzo. • Risultati raggiunti à il medico si applica in modo rigoroso e sistematico nell’educazione di Victor. Da vita a un materiale pedagogico originale basato sull’approccio di Skinner (premi e punizioni). Usa questo metodo per ben 5 anni, ma al termine si rende conto che questa strategia non è stata efficace, anzi i risultati sono abbastanza deludenti. Egli arriva a raggiungere modesti livelli di percezione sensoriale (caldo-freddo), non riesce a raggiungere competenze di astrazione (come il linguaggio), non raggiunge una natura cognitiva o sociale e non riesce a renderlo capace di stabilire relazioni con i suoi simili. Come mai ci sono stati questi problemi nella sua educazione? Innanzitutto perché alcune competenze sono legate strettamente all’età evolutiva del bambino (o si impara a quella precisa età o non si impara più). Victor ormai era un adolescente, troppo grande per apprendere certe cose. Inoltre lo sviluppo della personalità del soggetto è legato a fattori di tipo culturale, dunque vivere in una società (senza qualcuno con cui confrontarsi non si può sviluppare interamente). JOHANN HEINRICH PESTALOZZI (1746-1827) È un pedagogista svizzero e il contesto storico in cui vive insieme alle sue vicende personali influenzano molto il suo pensiero. Per quanto riguarda le sue vicende biografiche: • Il padre muore giovane e l’educazione sarà affidata alla madre. In ambito pedagogico darà grande importanza alla famiglia e al ruolo della madre. • Importante è anche la figura del nonno materno che vive in campagna. Grazie a lui acquisisce familiarità con il mondo contadino (aspetto che servirà). Da tenere conto sono anche le vicende storiche: • Vive nel periodo della Rivoluzione Francese, che influenza fortemente il suo pensiero. Viene anche influenzato molto da Rousseau (tiene un diario come lui). Visione ottimistica dell’uomo alla nascita (Rousseau) > durante la Rivoluzione assiste a moltissima violenza e crudeltà > appena il popolo viene lasciato a sé stesso si scatena tutto questo > la società ha un ruolo fondamentale quindi nella formazione dell’individuo (solo in un contesto sociale si imparano le regole per vivere in modo pacifico). • Rivoluzione industriale che lo condiziona per quello che avviene in ambito contadino. Molti si trasferiscono in città e abbandonano le campagne, non rendendosi conto di quello a cui stavano andando incontro (turni eterni, sempre uguali, senza sicurezza, senza senso o significato). Il miraggio di una vita migliore si va quindi ad infrangere. Le classi contadine vanno quindi educate a conoscere il mondo industriale, ad averne consapevolezza e uno sguardo critico Le istituzioni educative Pestalozzi propone tante esperienze, alcune anche lunghe diversi mesi. Vediamo qui di seguito le sue esperienze principali e quelle più significative rispetto al suo pensiero (sempre in relazione alla sensibilità verso le classi contadine): Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 - classi differenziali: destinate a soggetti svantaggiati, con quoziente intellettivo inferiore al normale - scuole speciali: minoranze psichiche gravi e per handicappati sensoriali L’integrazione viene poi resa possibile solo nel 1977 con la figura dell’insegnante di sostegno. FRIEDRICH FROEBEL (1782-1852) Egli fonda i Giardini dell'infanzia (Kindergarten). Egli ha degli elementi che lo accomunano a Rousseau, ma ha anche delle concezioni ben diverse, vediamole tutte: • Natura religiosa à l’uomo è inteso come manifestazione del divino, che a differenza della natura è consapevole di esserlo. Ciò che distingue la natura dall'uomo è la consapevolezza; • Potenzialità innate à per lui un individuo viene al mondo con tutte le potenzialità già in sé, non come una tabula rasa. Giunge come un seme che poi dovrà svilupparsi e crescere tramite l'azione dell'educatore e il processo educativo; • Leggi naturali dello sviluppo à entrambi pensano che l'infanzia abbia delle caratteristiche specifiche e dei ritmi di apprendimento ben definiti (dimensione evolutiva). L'uomo è sottoposto a uno sviluppo secondo leggi naturali così come le piante e gli animali. In questo il maestro deve favorire lo sviluppo del bambino senza costringerlo, ma assecondando i suoi tempi. Giardini di infanzia Progetto che negli anni 40 dell'Ottocento ha molto successo, ma che giunge poi in una fase critica negli anni 50 (tanto che il governo prussiano decide di chiuderli). Perché? Contesto politico: Si pensa che i giardini d'infanzia siano luoghi in cui si diffonde una politica sovversiva (idea veicolata dai prussiani) e spesso si considera questa idea come anticlericale, dunque che va contro alla religione. In realtà si tratta di accuse non reali, che penalizzano i giardini d'infanzia fino alla loro chiusura in maniera ingiusta. Nel 1861 verranno poi nuovamente aperti e diventeranno talmente famosi da andare al di là dei confini tedeschi. Una delle caratteristiche principali di queste scuole è la centralità del gioco. Esso viene definito come strumento di espressione della personalità e allo stesso tempo come strumento che consente di cogliere in modo intuitivo l'essenza della realtà. Vediamo ora alcune delle attività proposte in queste scuole: • Doni: Giocattoli con valori simbolici, come i concetti di forma e numero. Attività che vengono sottoposte a seconda dei diversi stadi di sviluppo del bambino (ad esempio si parte dalla sfera per poi arrivare al cilindro e al cubo). La conoscenza bel bambino in questo modo passa dall'essere globale all'essere analitica. Si tratta di una sequenza logica e progressiva, attraverso la quale il bambino parte dall'intero che già conosce però poi scomporlo e arrivare a conoscere anche tutte le parti. Tutti i giochi simbolici trasmettono al bambino concetti fondamentali, come appunto la forma, il numero, ecc… Quello che però in Froebel manca è il concetto di parola. N.B: egli pone particolare attenzione anche ai materiali che vengono usati per questi giochi, perché a seconda del materiale alcuni giochi possono essere proposti o meno (per evitare anche che si facciano male). Esempio: la palla come simbolo della totalità. Le maestre sono principalmente femmine all'interno dei giardini d'infanzia. Perché non sono presenti figure maschili? Questo per garantire continuità per la vita familiare e la vita a scuola e anche perché ci troviamo negli anni 40 dell'Ottocento. Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 • Giardinaggio e allevamento: per permettere una conoscenza della realtà dal punto di vista concreto e materiale (oltre che per promuovere una socializzazione). In particolare lui introduce due tipi di aiuole: quelle piccole che sono affidate al singolo per sviluppare in lui un senso di responsabilità e autonomia e quelle grandi per collaborare insieme agli altri bambini nella cura delle piantine. • Giochi e canti: per avvicinarsi alla dimensione spirituale, religiosa; concepita come qualcosa di trasversale che costituisce lo sfondo di tutte le attività. Gioco importante dal punto di vista sociale (permetteva di cogliere l’essenza della realtà). Si tratta a tutti gli effetti di una realtà innovativa per il periodo in cui sorge. MODELLI DI EDUCAZIONE INFANTILE NELL’ITALIA DELLA PRIMA META’ DELL’800 Si Pensa sostanzialmente a due modelli di educazione. Visione assistenziale (di custodia e stanze di ricovero) Luoghi che offrono ospitalità (luoghi caldi e dei pasti), principalmente con lo scopo di promuovere un'educazione morale e religiosa. A Torino, alla fine degli anni 20 in risposta alla necessità di trovare impiego per molte donne sorgono le industrie manifatturiere. In questo periodo Importante è l'esperienza dei Marchesi di Barolo (una delle famiglie più ricche del Regno di Sardegna), che per beneficenza danno via all'iniziativa delle stanze di ricovero. Essi erano convinti che l'istruzione fosse uno strumento importante per la conservazione dell'ordine sociale costituito; proprio per questo all'interno di queste stanze essi insegnavano a leggere (anche alle donne popolari, con lo scopo di educare i loro figli), oltre che proporre un'assistenza. Si proponeva quindi un livello minimo di istruzione che permetteva che tutto rimanesse tale. Se volessimo quindi riassumere le caratteristiche possiamo farlo in questo modo: • visione prevalentemente assistenziale • offerta di ospitalità e pasti caldi • base di educazione morale e religiosa (in base ai bisogni socio economici delle donne che lavoravano ed erano costrette ad abbandonare i bambini in mezzo alle strade in quelle ore) • idea di istruzione come conservazione dell'ordine sociale Visione che coniuga assistenza e necessità di educare Come esponente di questa esperienza abbiamo Ferrante Aporti. I suoi primi asili vengono creati in Lombardia e poi vengono esportati in Piemonte (dove lui morirà). Lui propone un percorso di educazione integrale che comprende tutte le dimensioni della personalità del bambino: • Dimensione fisica: ginnastica per la prima volta (un'ora al giorno). Egli si accorge che rinforzava e irrobustiva i bambini, che dunque tendevano ad ammalarsi di meno. Però solo nel 1878 la ginnastica viene inserita come materia ufficiale alle elementari; • Dimensione intellettuale: li si avviava alla lettura e alla scrittura per ragioni di contesto, poiché i bambini della famiglie povere non necessariamente avrebbero avuto l'opportunità di frequentare la scuola elementare. Lo si faceva tenendo conto che essi parlavano in dialetto e quindi Aporti propose di insegnargli questo attraverso la nomenclatura (partire dal linguaggio dei bambini per poi insegnare l'equivalente in italiano); • Partire dalla loro esperienza personale: Insegnare l'italiano non serviva solo per fare in modo che tutti parlassero la stessa lingua, ma fungeva anche per creare coscienza e un'identità nazionale (patrimonio di un intero popolo). L’istruzione viene quindi vista come strumento per il progresso economico e sociale di una nazione. Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 Ferrante Aporti (1791-1858). Era un sacerdote cattolico lombardo, la cui informazione avvenne a Vienna. Fu Direttore di una scuola elementare, ma anche di asili infantili; esperienza che lo porterà a interessarsi della fascia d'età 3-6 anni (per promuovere lo sviluppo di certe capacità già in questa fase). Offre un contributo importante su un duplice piano: • Istituzione di asili infantili in base a un modello che si diffonderà poi in tutta la penisola; • Formazione dei maestri secondo delle scuole di metodo dove si insegna pedagogia (scuole nate in contesto tedesco). Egli propone questa formazione specifica per gli insegnanti attraverso lezioni di metodica. Importante è anche il suo contributo nell'aggiornamento della formazione del maestro. • Apertura di scuole normali ispirate a quelle austriache. A differenza dai Marchesi di Barolo affianca educazione e assistenza. Aporti è un cattolico-liberale, convinto che se la società progredisce tutti ne traggano beneficio à ci sono degli aspetti positivi da valorizzare tramite l'istruzione che consente il progresso economico della nazione. Manuale Educazione e ammaestramento. Prima esperienza: nel 1828 a Cremona viene aperta una scuola per bambini da 2 a 6 anni di classi agiate (a pagamento). Solo in un secondo momento si penserà le classi popolari. Nel’800, inoltre, abbiamo anche scuole urbane e rurali, con contenuti diversi (differenziazione man mano che si affermavano sul territorio). L’obiettivo di tutti questi asili era garantire un'assistenza ai fanciulli e il loro sviluppo integrale: • Fisico à pulizia e cura del corpo, estremamente importante la ginnastica; • Morale à religione, catechismo, imparare preghiere e pratiche religiose; • Intellettuale à insegnamento di lettura, scrittura e della lingua italiana soprattutto per chi parlava il dialetto. Realtà piemontese à 1839, il processo di formazione della società è estremamente complicato; tutti coloro che vogliono promuovere la creazione delle società infantili devono chiedere approvazione a Carlo Alberto. Dopo il 1815 nella fase di restaurazione, in Piemonte, quasi tutte le associazioni assistenziali e scolastiche erano gestite da congregazioni religiose (i laici e gli aristocratici però danno vari problemi). Compromesso: approvazione del comitato misto di ecclesiastici e laici, ma solo se c’è posto per del personale-insegnante religioso (suore). La volontà era quella di promuovere una forma di istruzione finalizzata all’acquisizione di una autonoma capacità di giudizio e di un’etica ispirata ai principi cattolici. I LIBRI PER L’INFANZIA: DAGLI ALFABETI AI POP-UP Palazzo Barolo fondo di 200 esemplari, scritti tra 800 e 900 in inglese, francese e italiano. Evoluzione in questo periodo dell’immagine e del concetto di infanzia, cambia infatti sia la struttura che le tematiche affrontate da questi abecedari (tutto legato a diversi modi di concepire il periodo infantile). Formato e struttura à rettangolari o quadrati, generalmente A4; ma anche tascabili o di dimensioni nuove (piccole valigette). Successivamente iniziano anche a sorgere i fogli rilegati mobili che permettono un più facile uso interattivo, ma anche i pop-up, i giochi, i quiz, gli indovinelli, le curiosità, ecc… Volendo nascono anche gli alfabeti multilingue. Le copertine sono solitamente molto colorate e il numero di pagine varia in maniera considerevole da un testo all'altro. Ovviamente più il libro è particolare più è alto il coinvolgimento dei bambini lettori. Le illustrazioni à Comenio fu il primo a introdurre le illustrazioni accanto alle lettere dell’alfabeto (Orbis pictus, 1658). Egli associò fonicamente le immagini al suono delle parole, poiché dal suo Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 EDUCAZIONE FEMMINILE (CAP. 3) Solo anni 90 secolo scorso à istruzione poco importante per le donne à più importante è educarle a essere obbedienti e servizievoli Educazione: Ceti elevati Ceti popolari padre a decidere, madre modello + educandato (2 anni) come il collegio, ma meno discipline e maggiore educazione competenze pratiche per la casa, mansioni, oltre che allevare e coltivare per mantenersi + scuole dottrine cristiane (domenica) XVI à Silvio Antoniano à poco educate, certe cose non dobbiamo insegnarle XVII à abate Fenelon à educarle ma non per loro (tanto non faranno strada), ma per fare in modo che sappiano educare i loro figli per la società XVIII à Rousseau à Sofia educata a essere una buona moglie, in famiglia (tramite la bambola) 800’ à Giulia Molino Colombini à ruolo principale è sempre quello di moglie e madre + lavoro come insegnante Jean Jacques Rousseau Uomo naturale buono (tabula rasa) à uomo civile corrotto dalla società del 1700 Sua idea di educazione: • valorizzare l'uomo naturale • esperienza quindi anche curiosità • educazione privata fuori dal contesto sociale • sviluppare le capacità originarie del singolo Maestro à predispone le condizioni per far fare esperienza al soggetto Lo sviluppo del soggetto avviene in modo progressivo: 0 – 2 anni: sensibilità indifferenziata (osservano) 2 – 12 anni: conoscenza sensoriale (sensi) 12 – 15 anni: conoscenza razionale (astratta) 15 – 25 anni: vita morale e religiosa (solo in un secondo momento) Sigismondo Gerdil à Anti-Emilio à valorizzazione religiosa + critica i sensi che possono essere fallibili + un'educazione elitaria e estranea alla società può essere controproducente JEAN MARIE ITARD Victor educabile à approccio di Skinner à alcune cose non le può più imparare alla sua età (cresciuto ormai fuori dalla società) JOHANN HEINRICH PESTALOZZI (CAP. 5) Svizzero, senza padre (morto), educato dalla madre e dal nonno (vita contadina) IDEE à Rivoluzione Francese: la società ha un ruolo nella formazione del soggetto (vede tanta violenza in quel periodo) + Rivoluzione Industriale: molti abbandonano la campagna, vuole far capire ai contadini che la vita in fabbrica non è bella come immaginano Le sue esperienze educative: • Neuhof à scuola-collegio per i figli dei contadini (internato) à mestiere + educazione morale e intellettuale • Burgdorf à scuola comunale di cui fu maestro e direttore • Yverdon à (20 anni) modello che poi divenne famoso in tutta Europa Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 Lui individua essenzialmente due agenzie educative importanti: famiglia scuola madre al primo posto, lei deve favorire lo sviluppo che sia: - sereno (il bambino si deve fidare di lei) - armonico (sinergia tra le parti) Leonardo e Gertrude à accettare lo stato sociale e impegnarsi nel lavoro complementare alla famiglia. Modello: parola + forma + numero. Dimensioni: - cognitiva (mente) - morale (cuore) à col tempo riterrà la più importante - fisica (braccio) Maestro à insegnare come la madre rispettando intuizione, gradualità e ordinamento delle conoscenze Gli scritti di Pestalozzi diventarono un'importante modello à educazione e istruzione come strumento per formare la coscienza del popolo (soggetti attivi, partecipi e emancipati) maggiore popolazione giovanile + paura di una nuova rivoluzione + manifestarsi del concetto di nazione Giuseppe Mazzini generazione di giovani capaci, aperti al progresso, alla novità. Con idee, valori e voglia di partecipare alla nazione Vincenzo Gioberti libertà e autonomia personale à religione per l'unificazione italiana Carlo Cattaneo Progresso e evoluzione. mentalità aperte e libere di pensare (verità e libertà) Altre esperienze furono le seguenti: • Toscana, 800 à Raffaello Lambruschini à educare in nome dell'autorità (reprimere i geni del male) • Anni 30-40 à persona al centro, uomo a immagine di Dio (Antonio Rosmini) • Anni 40-50 à Regno di Sardegna à formazione maestri + editoria scolastica • Giovanni Bosco, anni 40 à Iniziative assistenziali e educative INFANZIA DISABILE NEL TEMPO (CAP. 7) L’immagine di questi soggetti muta nel corso dei secoli: - antichità à rimozione e eliminazione fisica - medioevo à ira divina verso i genitori (eliminazione) - 16-17 sec à esclusione e segregazione perché non utili - illuminismo à prima teoria di cura, educabili (Eduard Seguin) - 19-20 sec à inserimento sociale nelle scuole speciali (pedagogia emandatrice). 1977: insegnante di sostegno, ma prima sorgono le classi differenziali Sordomuti Ciechi Rachitici e deficienti per inserirli in comunità. Prima a gesti + parola, a livello avanzato solo uso della parola fa leva sul tatto à Louis Braille 1829, in 64 segni, puntini in rilievo in uno spazio rettangolare (programma e libri precisi) affetti da deformazioni delle ossa. Toglierli dalla strada e assicurare cura e igiene (importante la ginnastica) FRIEDRICH FROEBEL E I GIARDINI D’INFANZIA (CAP. 6) Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 Idee di Froebel In relazione alla visione di Rousseau: uomo come manifestazione del divino (sa di esserlo) + ha delle potenzialità innate (no tabula rasa) + ha i suoi ritmi naturali di apprendimento (il maestro deve osservare i suoi tempi). Giardini d’infanzia o Kindergarten à chiusi dai prussiani, ma riaperti nel 1861. Lui li vedeva come luoghi in cui i bambini sbocciano seguendo le loro inclinazioni personali à centralità al gioco (visione sociale): • Doni: giocattoli con valori simbolici, in sequenza logica, graduale e progressiva, dall'intero alle parti. Importante fare attenzione ai materiali usati (che non si facciano male) • Giardinaggio: aiuole singole (autonomia e responsabilità) o collettive (collaborazione) criticato duramente: tutto troppo pericoloso e insufficiente Educazione infantile à con la rivoluzione industriale molte donne trovano un impiego > bambini lasciati per strada > nascita di asili che offrissero una visione assistenziale (inizialmente gestiti da donne ignoranti in situazioni disastrose). Asili à ospitalità + pasti caldi + assistenza + educazione morale e religiosa. Tutto anche per mantenere l'ordine sociale creato Ferrante Aporti à ecclesiastico, direttore di una scuola elementare, si rende conto che le difficoltà sono dovute a un insegnamento tardivo > dà vita alle scuole di carità gratuita (2-6 anni). Si concentra su: • Spazi à aule e grandi pulite e organizzate • Programma à dimensione fisica (ginnastica che irrobustisce) + intellettuale (lettura e scrittura anche in base al dialetto) + esperienza (coscienza e identità nazionale) • Giochi e ricreazione à lezioni di massimo 30 minuti • Punizioni à ammonizioni • Metodo à esempi concreti • Insegnanti à formazione tramite scuole di metodo Problema della religiosità: le scuole erano gestite da congregazioni religiose à compromesso inserire personale religioso all'interno delle scuole non gestite da persone ecclesiastiche LIBRI PER L’INFANZIA Evoluzione concetto di infanzia à si riconoscono le loro caratteristiche Formato Illustrazioni Temi A4, rettangolari, fogli mobili, copertine colorate Comenio il primo con immagini e parole. Agostino Fecia con ben 26 illustrazioni. I colori si fanno sempre più vivaci Guerra (meno paura), moralità (buona condotta), natura mestieri fantascienza progresso cibo giochi e fiabe PEDAGOGIA COME SCIENZA AUTONOMA (CAP. 4) Inizio 19esimo secolo à prime “teorie sull'educazione” (nuova sensibilità più matura) Kant à formazione morale dell'individuo (attività a scuola + tempo libero, molto valore all'attività conoscitiva diretta) Cultura generale morale: obbedienza (rispetto e sottomissione), sincerità (verità e moralità), socievolezza (buoni rapporti), proporzionalità (età e interessi dei soggetti) • Religione à insegnare ai bambini la vera concezione di Dio • questione sessuale à sesso come protezione della specie Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 3. L’invenzione della stampa à stampa a caratteri mobili + libro vade mecum più facile da maneggiare (primi testi tascabili). La produzione di tutti questi nuovi libri diede una spinta poderosa alla diffusione di nuova cultura. Nacquero anche moltissimi manuali scolastici (primi testi personali degli allievi, prima c’era solo il libro del maestro). 4. Una nuova sensibilità affettiva à maggior investimento emotivo ed economico da parte dei genitori nei confronti della prole. Studi sulla documentazione iconografica da parte di Philipe Aries= prima il compito di educare i figli era della comunità, perché i genitori tendevano ad avere un certo distacco (temuta l’alta mortalità infantile). Tutto cambia, nasce una maggiore sensibilità, aumenta il desiderio di volerli educare in prima persona. 3 La "rivoluzione scolastica” tra nascita degli Stati moderni e Riforma religiosa Rivoluzione dell’istruzione à aumenta l'interesse per l'educazione, maggiore domanda e offerta (nascita della scuola per come la conosciamo). Educare era inteso come introdurre rapidamente ed efficacemente il bambino nella vita degli adulti; gli si insegnava ad obbedire, a rispettare i valori e i costumi, a costruirsi un futuro per poter mantenere la famiglia (istruire nel vero senso della parola). Il concetto di realizzazione personale compare solo nella seconda metà del 700; anche se dal 500 già ci sono alcuni tentativi di introdurre modelli educativi e significati più complessi e articolati. Non dimentichiamoci che frequentare una scuola vera e propria non era possibile per la maggior parte della popolazione. Sebbene le scuole si stavano moltiplicando, moltissime famiglie non potevano permettersi di mandare i bambini a studiare. Stati Nazionali: portò allo sviluppo di amministrazione e burocrazia, fondamentali per far andare avanti la macchina statale (cultura scritta). Un buon suddito non era dunque solo chi era in grado di andare in guerra, ma anche chi era in grado di gestire il fisco, l'amministrazione di giustizia e chi aveva un'adeguata preparazione. Lo stato dunque fece aumentare la domanda di istruzione e formazione, anche se per molti anni il potere politico si mostrò disinteressato alla gestione della scuola. Anche perché l'istruzione era tradizionalmente affidata agli uomini di chiesa. Parlando di Chiesa e facciamo anche riferimento alla riforma protestante e alla controriforma cattolica à la riforma protestante aveva messo a nudo l'ignoranza di buona parte del clero, che contribuiva a screditare la religione di fronte ai fedeli. È quindi necessario pensare a una formazione che sia opportuna e che diventi una pratica obbligatoria. 4 Il modello educativo collegiale Il collegio (collegium) è l'antefatto dell'attuale scuola liceale. Tali luoghi avevano il compito di dare un'adeguata istruzione, ma allo stesso tempo di formare buoni cristiani (credenti e in grado di salvare la propria anima). Condurre quindi l’uomo alla sua vera realizzazione, alla salvezza eterna, ad essere un cittadino suddito, fedele e capace (carattere anche funzionale dell’educazione). Un obiettivo era quello di rendere i figli in grado di avere un rapporto con il contesto sociale in cui erano inseriti, con lo scopo di perpetuare i beni ereditari. I ricchi che potevano permettersi un'istruzione lo facevano con l'obiettivo primario di salvaguardare la fortuna familiare. Il modello dell'educazione collegiale è duplice: vedi seminario e collegio da appunti. Specializzazione dei libri didattici à oltre a ideare nuove modalità didattiche vennero prodotti i libri esplicitamente destinati alla scuola. 5 La crisi del modello educativo rinascimentale e l’istruzione utilitaristica di Locke Con il passare del tempo l'educazione collegiale si rivelò sempre meno adeguata alle nuove circostanze. Il mondo collegiale era troppo rigido rispetto alle diverse aspettative della popolazione scolastica (stava infatti aumentando il numero di persone in cerca di istruzione). Il corso proposto dai collegi era eccessivamente lungo oltre che costoso e dunque l'investimento di tempo e di denaro era cospicuo, non ugualmente possibile per tutti. Oltre al fatto che un'educazione umanistica di quel tipo non era funzionale alle esigenze delle famiglie dedite al Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 commercio e alle attività produttive. Un esempio di nuovo tipo di istruzione ci arriva da John Locke. Vedi Locke su appunti. 6 L’emergere di una nuova concezione dell’uomo Nuova idea di uomo: si studia l'uomo e i suoi meccanismi biologici e cognitivi. Per la prima volta viene posto l'accento sulle differenze tra adulto e bambino. Si fa strada anche una nuova idea di infanzia, di bambino come soggetto dotato di sensi e di ragione, che dunque doveva imparare a servirsene nel modo migliore. L’obiettivo doveva essere quello di aiutarlo a muovere i primi passi all'interno del contesto naturale e sociale. Non sia più il concetto di età imperfetta, ma bensì nasce il concetto di età da tutelare. Si pensano a nuovi campi in cui educare il bambino, come ad esempio: • educazione fisica: ovvero una parte dedicata al corpo, all'igiene, alla ginnastica e alla crescita fisica; • educazione intellettuale: proposte innovative in grado di rispettare i tempi e le modalità di apprendimento dei bambini. Sfruttare ad esempio la pratica e l'osservazione dei bambini, introducendo solo in un secondo momento le nozioni teoriche. Innovativa fu senz'altro la scelta di insegnare non il latino ma il volgare, che tutto sommato era la lingua parlata dai bambini (il latino rimase come insegnamento nelle scuole superiori). Difficile fu anche il dibattito sull'insegnamento morale, che in precedenza coincideva con l'insegnamento della religione cristiana. Nel corso del 700 si fece largo una maggiore forza laica, quindi un'educazione morale non nei confronti di Dio, ma nei confronti dello Stato, con l'obiettivo di dare vita a cittadini. 7 L’educazione “naturale” secondo Rousseau Vedi Rousseau su appunti 8 La scuola tra riforme e Rivoluzione: il progetto di Filangieri Nel momento in cui l'educazione arrivo ad indicare la formazione dell'uomo nel suo complesso, diventò una questione politica. Vediamo quindi una serie di autori che si occuparono di questo: • Montesquieu: individuando nella paura il fondamento dell'educazione impartita dalle tirannie, nell'onore la base dell'educazione nelle monarchie e nella virtù quella dell'educazione repubblicana; • Rousseau: i modelli educativi scolastici in vigore non erano adeguati alle esigenze della società, quindi era necessario individuarne di nuovi, riorganizzando parzialmente o complessivamente l'istruzione da ogni parte d'Europa; • Filangeri: codice organico di leggi come unico strumento adatto a riformare il sistema scolastico. Nel suo modello educativo veniva descritta una formazione continua della cittadinanza. La prima educazione (5-18 anni) era definita come scuola dell'obbligo e prevedeva un'educazione di base per tutti. Poi a seconda della ricchezza dei singoli, c'era la possibilità di proseguire negli studi (i ricchi inoltre prevedevano l'internato, mentre le altre classi partecipavano a una scuola diurna). Il secondo tipo di educazione riguardava i costumi, dunque la moralità pubblica (valori e modelli civici). La terza forma di educazione veniva definita come istruzione pubblica e prevedeva università, accademie e stampa. T1 Silvio Antoniano, Tre libri dell'educazione christiana dei figliuoli (1584) à Il padre deve conservare la pace e la tranquillità domestica oltre che provvedere al nutrimento e al sostentamento dei soggetti. Si deve curare di moglie e figliuoli; questi ultimi vanno anche educati da lui (chi non lo fa commette un gravissimo peccato nei confronti di Dio). Allevare Bene i propri figli è una cosa importantissima sia per i privati che i pubblici interessi. A chi si appartenga all'educazione dei figliuoli, al padre od alla madre à L'educazione è comune a madre e padre; Anche se ovviamente delle figliuole si occuperà maggiormente la madre. La cura nell'infanzia appartiene alla madre, mentre quando il fanciullo crescerà sarà il padre a sorvegliare il figlio. Se Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 tutti i fanciulli debbano, o no, a prendere le lettere à la società ha bisogno di uomini che facciano cose diverse, quindi è bene che apprendano almeno queste tre cose: leggere, scrivere e fare di conto. Facoltà che utilizzeranno lungo il corso di tutta la loro vita in diverse mansioni. T2 John Locke, Pensieri sull'educazione (1693) à ci vuole molta cura nel formare la mente dei bambini, poiché le si dà l'impronta che dovrà avere poi per tutta la vita. Nel bene o nel male tutto si farà risalire all'educazione ricevuta. Un errore che spesso si commette è non educarli ragionare, spesso li viziano e li amano eccessivamente, assecondando ogni loro capriccio. Se così accade nel piccolo crescono anche le cattive abitudini e quando sono troppo grandi da non essere più assecondati dai genitori, poi ormai è troppo tardi (adulti caparbi e testardi). Dell’Istruzione à leggere e scrivere sono saperi necessari, ma non i più importanti. Cercate un ma maestro che sappia insegnargli le buone maniere, che sappia alimentare e sviluppare le sue buone disposizioni, correggendo le cattive. Della scrittura à insegnargli a tenere bene la penna fra pollice e indice ancora prima di insegnargli a scrivere. Si insegna poi a disporre la carta e a collocare bene braccio e corpo. Infine si insegna loro a scrivere correttamente. Del francese à non appena impara l'inglese è bene imparare il francese, lingua viva e molto usata nella conversazione. Del latino à solo dopo il francese. Lingua necessaria per un gentiluomo. T3 Claude Adrien Helvetius, Dell’uomo, delle sue facoltà intellettuali e della sua educazione (1774) Il momento in cui ha inizio l'educazione à alcuni mesi dopo la nascita sorgono i sensi, che gli permettono di scoprire il mondo intorno e che imprimono nella sua memoria tutta una serie di conoscenze. Gli educatori dell'infanzia à il bambino impara a capire, a vedere, ad autocorreggersi tramite i propri sensi (azione di questi organi come la più importante della sua educazione). L’educazione dell'adolescenza à nel momento in cui si esce dal collegio e si entra nel mondo, educazione meno uniforme e costante di quella infantile. Si risvegliano le passioni e l'uomo inizia a sviluppare i suoi gusti e il proprio carattere. Il carattere dell'uomo e l'effetto immediato delle sue passioni, e le sue passioni spesso sono l'effetto immediato delle situazioni nel quale si trova. Le cause principali della contraddizione dei precetti educativi à perché l'educazione pubblica è affidata a due forze con interessi diversi (stato e religione). Si è dunque ancora lontani da un piano educativo sensato e coerente. Insegnare solo il vero à quando il sistema religioso si confonderà col sistema nazionale allora si riuscirà a sviluppare nei cittadini un senso di correttezza. T4 Jean-Jacques Rousseau, Emilio o dell'Educazione (1762) à un uomo abbandonato fin dalla nascita sarebbe il più alterato di tutti, dunque una madre deve “innaffiare la giovane pianta evitandone la morte”. Nasciamo deboli e abbiamo bisogno di forze, è l'educazione a fornirci tutto ciò di cui siamo sprovvisti alla nascita e che ci servirà da adulti. Attraverso però diversi tipi di educazione è prevista una realizzazione perfetta. L’educazione non è altro che abitudine, impariamo dalle nostre personali esperienze sul mondo. Ciascuno deve essere educato per svolgere il proprio ruolo. T5 Sigismonde Gerdil, Riflessioni sulla teoria e la pratica dell'educazione contro i principi di Rousseau (1763) à tre tendenze principali naturali delle nostre determinazioni: le sensazioni piacevoli o spiacevoli, la convenienza o la disconvenienza degli oggetti, le idee che dalla ragione ci son porte dalla perfezione e dalla felicità. La natura forma gli uomini gli uni per gli altri à l'uomo isolato non può soddisfare i suoi bisogni, non può perfezionarsi e non ha gli strumenti per vivere con gli altri uomini. L’uomo è fatto per la società, dunque va allevato con gli altri. Privare l’uomo dalla società e volere che eserciti le sue facoltà naturali è come privare l'occhio della luce e pretendere che eserciti le sue funzioni. Della nascita ossia della condizione à anche i poveri uomini hanno bisogno di imparare a diventare ragionevoli. Della istituzione pubblica à per lui non devono più esistere, come i termini patria e cittadini. Pretendere che la filosofia basti a formare il cittadino è un grave errore: Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 negli studi. La sua intenzione era quella di assicurare ai poveri almeno la scolarizzazione iniziale. • Diede anche molta importanza anche alla formazione degli insegnanti (esigenza di formare i maestri). T1 Giovanni Amos Comenio, Didactica Magna (1657) à due cose ci convincono che posto nelle scuole ci debba essere per tutti i bambini di qualsiasi ceto sociale: 1) tutti gli uomini nascono come tali, dunque devono essere avviati per prepararsi dignitosamente alla vita e al loro ruolo e 2) anche se siamo molto diversi e ci sono anche soggetti ebeti o minorati questo ci deve spingere ancora di più a educare tutti. L’istruzione e l'educazione delle scuole deve essere universale à nelle scuole va insegnato tutto a tutti, ovviamente non tutto nello specifico, ma una base di tutte le conoscenze (ingegni, scienze, arte, lingue, costumi, ecc…). Il fondamento delle riforme scolastiche e l’ordine accurato in ogni cosa à l’arte dell’insegnare non richiede niente altro che una disposizione del tempo e delle materie fatte a regola d’arte. Disegno della scuola di lingua nazionale à per prima cosa la gioventù deve essere affidata alle scuole di lingua nazionale (anche se alcune famiglie erano maggiormente a favore delle scuole di lingua latina). Lo scopo della scuola nazionale è insegnare a tutta la gioventù a: leggere speditamente, scrivere, fare conti e calcoli necessari, misurare, cantar melodie e inni sacri, la storia sacra, memorizzare, le condizioni economiche e politiche, nozioni principali del cielo e le arti meccaniche. Altre indicazioni: programmi suddivisi in sei classi, a ciascuna classe sono destinati dei libri propri (in modo che gli studenti siano accompagnati). I libri sono dunque sei, uno per ogni classe; libri di cui i soggetti devono avere estrema cura. Altri avvertimenti: alle scuole vengono assegnate quattro ore (le restanti spese in faccende domestiche), nelle due ore del mattino ingegno e memoria, nelle due ore del pomeriggio non si trattano più argomenti nuovi, ma ci si concentra sulla ripetere ciò che è stato imparato in giornata. T2 Giuseppe Calasanzio, Breve relazione del modo che si tiene nelle Scuole Pie per insegnar li poveri scolari (1610) à l'insegnamento elementare non è funzionale solo alla formazione religiosa, ma indispensabile anche per porre ai ragazzi dei ceti più umili nella condizione di integrarsi in modo positivo nella società (avere buoni costumi e esercitare mestieri e attività professionali). T3 Jean Baptiste de La Salle, Conduite des ecoles chretiennes (1720) à raccolta di pensieri e consigli: nei momenti difficili preghiamo il Signore, quindi ricordiamo di essere mediatori di Dio. Gli educatori devono essere motivati a istruire giovani e a conservare la loro innocenza (portare loro il buon esempio oltre che ispirarli tenendoli lontani dai vizi). Un insegnante deve dare tutto se stesso ai propri allievi. Si deve evitare che i ragazzi saltino la scuola per vagabondare tutto il giorno; bisogna affidare loro l'incombenza di partecipare alla vita scolastica regolarmente. Seguire come e le inclinazioni dei singoli soggetti, soprattutto se nuovi senza correggerli immediatamente. Non si deve esigere dagli idioti e dagli sciocchi quello che non possono dare, quello di cui non sono capaci, è bene accontentarsi del poco che sanno fare. L’attenzione degli insegnanti deve essere distribuita equamente tra tutti. Cap 3 à La scuola delle donne. Aristocratiche, borghesi, popolane 1 Una storia di esclusione: le donne a scuola Ovunque è dimostrato che i processi di alfabetizzazione e di scolarizzazione femminile si svolsero ovunque in modo più lento rispetto a quelle maschili. C’era proprio l’idea che uomini e donne dovessero avere futuri e destini diversi. Vedi appunti. Solo a cavallo tra XVII e XVIII cominciò a registrarsi una maggiore attenzione verso l’educazione femminile; specialmente tra le famiglie Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 delle elites (lettura e scrittura utili anche per le donne). Tutto però veniva ancora svolto con prudenza. Esse inizialmente venivano educate nella casa paterna: educate a comportarsi più che alle nozioni. 2 La donna nella cultura pedagogica tra Sei e Settecento Appunti “donna nella Trattatistica” 3 Le donne dei ceti elevati Centrale era il tema della pudicità e della verginità, dunque si poneva molta attenzione alle relazioni della donna, la si seguiva sempre, la si controllava costantemente, ecc… Sostanzialmente era il padre a destinare sua figli alla vita che avrebbe vissuto in futuro. Donne alta borghesia: istruzione religiosa, ma anche leggere e scrivere (ma senza renderle vanitose e superbe). Ridotte ad esempio le letture che erano loro concesse; si sceglievano testi e autori che prediligevano la descrizione di donne oneste e cristiane (anche qualche opera greca o latina). Veniva dato ampio spazio a lavori come il cucito, impegni come la gestione di grandi dimore con tanto personale di servizio, ma anche educazione morale e norme di comportamento. Se la famiglia se lo poteva permettere si faceva anche ricorso a figure educative esterne alla famiglia, allo scopo di completare la formazione avviata dal padre. Talvolta esse venivano anche internate nei conventi per seguire la vita monacale o venivano inviate agli educandati per essere istruite. Educandati: solo 2 anni, programma estremamente diverso rispetto a quello maschile (entrambi però a pagamento). + appunti delle lezioni 4 Le donne dei ceti popolari Forte educazione alla religiosità, alle buone maniere e alla buona educazione, ma anche la lettura per comprendere i testi sacri (mai praticamente anche la scrittura). Particolarmente importante era il lavoro manuale per apprendere un mestiere e per mantenersi in modo onesto e dignitoso (se non erano sposate). Questo loro inserimento nel lavoro non permetteva un’ascesa sociale, ma anzi si insegnava loro a risparmiare tendenzialmente per imparare a tenere d’occhio i mariti. Intorno al XVII nacquero le prime “piccole scuole” anche per loro: appunti lezioni. 5 Uno sguardo al primo Ottocento in Italia Lo scoppio della Rivoluzione Francese e il crollo dell’Ancien Regime portarono a successive trasformazioni nell’assetto socio-economico e nella mentalità; di conseguenza cambia anche l’identità femminile. In particolare, ci fu una netta distinzione tra la vita privata e quella pubblica. Anche se per molto le donne continuarono ad essere viste prevalentemente come mogli e madri, qualche biografia propose una visione diversa. Visione della Chiesa à figura materna e coniugale, compito di salvaguardare la famiglia, ricca di virtù come pazienza, saggezza, docilità, ecc… Poco alla volta però si diffuse l’importanza di istruire le donne e le scuole femminili assunsero la stessa importanza di quelle maschili. + appunti le donne viste dalle donne. T1 Silvio Antoniano, Se alle figliuole si debba, o no, fare apprendere le lettere (1584) à insegnare loro a leggere, a scrivere un pochino e a operare un po’ nell'aritmetica, ma non a poetare o imparare le lingue come viene insegnato ai maschi. T2 Francois de Salignac de la Mothe Fenelon, Importanza dell’educazione delle fanciulle (1687) à l'istruzione dei ragazzi riguarda il bene pubblico, le fanciulle invece non devono essere sapienti poiché la curiosità le rende vane e altere. Basta che sappiano reggere le loro case e obbedire ai mariti senza ragionare di più (bisogna temere le scienziate ridicole). Loro sono più deboli degli uomini dunque le loro occupazioni sono meno importanti nel pubblico bene di quelle degli uomini. Certamente la cattiva educazione delle donne fa più male la cattiva educazione degli uomini (le considerano come più pericolose se mal educate). Le donne non devono spingere la loro curiosità oltre, non devono essere curiose ma devono stare al loro posto. Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 T3 Jean Jacques Rousseau, L’educazione di Sofia (1762) à dalla buona educazione delle madri dipende l'educazione dei figli, delle loro passioni, dei loro costumi, dei loro gusti e dei loro piaceri. Si educano le donne per fare in modo che siano utili a formare i futuri uomini. La donna è fatta per obbedire all'uomo, ai suoi vizi e ai suoi voleri, sempre un passo sotto di lui. Le giovani donne vanno infatti rese docili e obbedienti. T4 Esercizi che si pratticano in Viterbo nelle Scuole destinate per istruire le Fanciulle della Dottrina Cristiana di Rosa Venerini (1718) à lavori manuali come i ricami e i disegni. Le faccende domestiche, come la pulizia e la cura continua della casa. Saper stare a tavola, cucinare, obbedire. T5 Caterina Franceschi Ferrucci, Divertimenti e svaghi adatti alle fanciulle (1851) à la lettura di libri buoni può governare la loro fantasia, vengono escluse le cose troppo frivole. Non tutto viene dato alle donne, per non sviluppare la loro malizia, ma per mantenere la loro innocenza. L’inconsapevole giovinetta deve rimanere tale, avvalendosi di desideri irrealizzabili. T6 Giulia Molino Colombini, Economia domestica e lavori donneschi (1851) à va mantenuto l'ordine della famiglia oltre che l'economia domestica, il buon stato della casa, la cura dei membri della famiglia e l'amorevolezza nei loro confronti. Le donne sono quindi essere ammaestrate nei lavori donneschi: ricamare, rammendare, rappezzare, saper riconoscere le merci e spendere correttamente, occuparsi con amore dei figli. Cap 4 à Verso la pedagogia come scienza autonoma 1 Da “scienza del metodo” a “scienza dell’educazione dell’uomo” Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX sorsero i primi tentativi di delineare le prime “teorie dell’educazione”, per arrivare a una nuova sensibilità più matura. Si iniziò a riflettere sui fenomeni educativi e sulla formazione intellettuale e morale dell’uomo. Ad accelerare tutto questo processo ci fu l’Illuminismo. Si tratta di un processo destinato a prolungarsi per tutto l’Ottocento fino al Novecento e che avrà due direzioni: • Kant e Herbart à delineare la fisionomia ideale dell’”uomo morale” come base della pedagogia moderna (risposta all’esigenza umana di formazione e perfezionamento). Herbart invece propose la pedagogia come disciplina autonoma, vale a dire come scienza (con uno specifico campo di indagine). • Itard e Richter à più rinnovata e approfondita conoscenza dell’infanzia; scoperta di questo periodo come età primordiale dell’uomo (nascita delle forme elementari di educazione anche con bambini molto piccoli). Si cominciò anche a considerare l’educazione di soggetti ritenuti come “non normali”, con una nuova visione: la loro educabilità. 2 “L’abbozzo di una teoria dell’educazione” secondo Kant Immanuel Kant (1724-1804), studiò la fisica, la metafisica e la cosmologia, ma anche la filosofia. Alla base della sua filosofia stava la convinzione che il fattore obiettivo su cui fondare il conoscere e l’agire non si trovi nella realtà esterna, ma nella struttura interna della ragione. Egli distingueva dunque i fenomeni dai noumeni. Per Kant dunque il fine ultimo dell’educazione coincideva con la formazione morale dell’individuo; un uomo libero per lui può essere morale. Egli in particolare decide di distinguere l’educazione in: • Fisica: quella in comune con gli animali, l’ammaestramento; • Pratica o morale: la cultura che insegna all’uomo a vivere come ente libero. Secondo lui infatti l’educazione dell’uomo si distingue in tre momenti continuativi e progressivi: meccanica cultura scolastica (apprendimento delle nozioni e delle conoscenze fondamentali), la cultura pragmatica (la prudenza) e la cultura morale (la moralità). Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 T2 Johann Friedrich Herbart, Pedagogia generale dedotta dal fine dell’educazione (1806) à non educare troppo, asteniamoci dal voler esercitare un potere superfluo. Ma non si può pensare di non educare affatto, come non ci si potrà limitare a insegnare il minimo. Il problema di fondo è che manca un governo in grado di decidere tutto questo. I. Il fine dell'educazione è semplice o molteplice? à Bisogna badare a diverse cose: se si conosce il metodo per insegnare quel concetto e se quel metodo ci garantisce l’insegnamento della scienza nella sua totalità. Essendo inoltre molteplici le tendenze umane, molteplici sono anche le cure per l’educazione che possono essere messe in atto. Si deve dunque fornire ai soggetti i fini necessari per costruirsi un futuro e anche quelli che nella vita adulta gli permetteranno di scegliere quale strada vuole seguire. II. Plurilateralità dell'interesse: energia del carattere nella moralità à gli interessi ovviamente sono molteplici e possono portare il soggetto a volersi dedicare ad occupazioni anche molto diverse nel corso della sua vita. L’educatore ha quindi il compito di cercare di garantire uno sviluppo armonico delle facoltà stesse dell’uomo. T3 i procedimenti dell’insegnamento secondo Herbart à l’insegnamento analitico si eleva meglio al generale (attenti al minimo per costruirsi qualcosa di generale). Il totale può essere suddiviso in piccole cose isolate da affrontare poco per volta. Tale tipo di insegnamento deve curare due cose: fornire gli elementi singoli e preparare il soggetto al loro collegamento (combinare). T4 Jean Itard, Memoria sui primi progressi di Victor dell’Aveyron (1801) à senza una civiltà in cui stare persino gli animali risultano essere più deboli. L’uomo selvaggio è a tutti gli effetti colui che non vive in relazione con la società (il sistema sociale è fondamentale anche se spesso viene completamente ignorato). I fanciulli abbandonati dalla società infatti falliscono, qualsiasi sia il loro sforzo. Diagnosi dell'autore: ritardo recuperabile à intelligente solo in relazione ai suoi bisogni primari di sopravvivenza in natura. No astrazione, no cultura, no morale, no educazione, no tutto quello che siamo abituati a riconoscere in un bambino. Criteri di rieducazione à il suo isolamento è ciò che lo ha condotto allo stato attuale in cui vive (ha circa lo sviluppo di un bambino di 10-12 mesi). Gli obiettivi dell’educazione di questo soggetto sono molteplici: fargli amare la vita in società, risvegliare la sua sensibilità nervosa, estendere la sua sfera delle idee, condurlo all’uso della parola e abituarlo ad esercitare la sua mente in continuazione tramite esercizi. Primo bilancio e conclusioni di ordine generale à nei 9 mesi di lavoro con lui i risultati sono i seguenti: sa confrontare distinguere e giudicare, che indipendentemente da quello che si pensava riesce a concentrarsi e a prestare attenzione ai lavori che gli vengono dati. La sua educazione e dunque è possibile. Deduzioni: 1. L'uomo è inferiore a un gran numero di animali se si ritrova a nascere in natura senza avere relazione di alcun soggetto. 2. La moralità dell'uomo non è altro che qualcosa che nasce dalla socialità (quello che noi consideriamo come qualcosa in più rispetto agli animali, non è altro che qualcosa di imparato). 3. Il maggiore apprendimento dell'uomo avviene tramite imitazione, specialmente nei primi anni di vita e tale capacità si indebolisce con l'avanzare dell'età (dunque è fondamentale nel primo sviluppo di un bambino). Cap 5 à L’educazione del popolo 1 Primi segnali di modernità Tra 700 e 800 la pedagogia mutò nuovamente, avvicinandosi alla “modernità”; anche perché dopo la rivoluzione francese sorsero nuovi stili di vita (non più guidati dai ceti aristocratici). Si affermò dunque la necessità di una diffusa educazione del popolo, a partire alla cura per l’infanzia. Dunque istruzione elementare per tutti per estirpare l’analfabetismo, ma anche rivalutazione di infanzia e adolescenza (maggiore tutela, rispetto, assistenza, affetto, educazione). L’educazione fu Nicole Sugliano Scienze della formazione primaria (Collegno) 2022/2023 quindi concepita come un dovere della società e dunque si moltiplicarono le esperienze e i modelli educativi. 2 Pestalozzi e l’educazione del popolo Società alfabeta à in Italia fu più lenta rispetto agli altri paesi, all’inizio del secolo non saper leggere e scrivere era qualcosa di socialmente accettato. L’istruzione diventa uno strumento insostituibile sia per il rapporto individuale che in relazione alla vita sociale. Nuove professioni unirono lo sforzo per eliminare l’ignoranza: maestri e maestre, guide, divulgatori popolari, preti e suore. Proposte di Heirich Pestalozzi à rendere i ceti popolari capaci di avvalersi della nuova società economica. Il suo grande sogno era quello di risollevare le classi. Una delle suo opere più importanti in tal senso fu Leonardo e Gertrude (1781-1787): moglie e marito che con l’aiuto del parroco e del maestro del villaggio riportano un buon governo e un’armonia nella piccola società. Figura di Gertrude: tipica madre che educa i suoi figli. Il metodo di Pestalozzi è altamente innovativo à il maestro deve insegnare, proprio come fa la madre, rispettando le leggi dell’intuizione, della gradualità e dell’ordinata sistemazione delle conoscenze. I maestri dunque partivano da situazioni familiari e vicine ai bambini, cose spontanee. Ogni personaggio del testo è associato a un significato pedagogico: • Podestà: autorità oppressiva • Leonardo: debolezza umana capace di riscattarsi se qualcuno se ne occupa • Gertrude e il maestro: funzione educativa • Feudatario: potere politico che si cura dei suoi cittadini 3 Il popolo alla ribalta della storia Gli scritti di Pestalozzi circolarono molto in tutta Europa; molti ne apprezzarono la genialità pedagogica. Si creò dunque una pedagogia interessata all’educazione del popolo: scolarizzare masse indistinte di persone ignoranti, superstiziose e spesso ai limiti della civilizzazione. Spieghiamo dunque le ragioni della salita del popolo alla ribalta: 1. Manifestarsi del concetto di nazione, intesa come tradizione di ogni popolo; 2. Timore che le masse potessero dar vita a una nuova rivoluzione, nuova ribellione, violenza e disordine; 3. Crescita della popolazione giovanile, dovuta al periodo di pace. Non si poteva lasciare il popolo estraneo a questi epocali cambiamenti. 4 La mappa della pedagogia italiana Alcuni paesi inoltre svilupparono delle aspirazioni sul piano politico: “nazioni”. Ogni “stato nazionale” iniziò a definire le proprie caratteristiche specifiche e l’educazione e la pedagogia furono concepite come strumenti attraverso cui formare la coscienza di un popolo. Accenniamo a tre principali interrogativi: • Popolo incoraggiato ad emanciparsi e a diventare un soggetto attivo e decisivo nella vita sociale, economica e anche politica della nazione. • Come educare il popolo, dunque con quale metodologia. • Chi ha il compito di provvedere all’educazione del popolo, lo stato, le famiglie o chi altro. 5 La pedagogia politica Vediamo tre autori interessanti in merito a questo argomento: Giuseppe Mazzini à preparazione di una nuova generazione di giovani, capaci e aperti al progresso e alle novità. Obiettivi primari dell’educazione: solidarietà, sacrificio personale, dovere, unità. Educazione e coscienza politica finalizzata alla partecipazione democratica delle sorti della vita di una nazione. Ogni nazione per lui poggiava su degli ideali coltivati nel tempo che per non andare dispersi avevano bisogno di un’autorità che li rispecchiasse e li coltivasse senza tradirli. Alla scuola pubblica e statale associava la trasmissione di uno stile di vita guidato da idee e valori. Nicole Sugliano Educazione e letteratura per l’infanzia 2022/2023 Vincenzo Gioberti à diffusione di conoscenze formate ai principi di libertà e di autonomia personale; ma la sua visione fu profondamente segnata dalla presenza cattolica. La tradizione religiosa conteneva tutte le condizioni per raggiungere il riscatto politico e l’unificazione italiana. Nelle sue opere ci sono pochi cenni pedagogici. Carlo Cattaneo à promuovere gradualmente il progresso scientifico e l’evoluzione dell’Italia. Egli pensò soprattutto alla formazione di mentalità aperte al futuro, razionali e libere di pensare. La sua educazione era basata su tre principi fondamentali, vediamoli: • Verità: esito dell’osservazione empirica basata sui dati. • Libertà: non impedimento, come autonomia, volontà, disciplina. • Federalismo: forma di governo diversa e opposta allo stato centralizzato. Egli rinnovò anche molto la scuola: diffusione dell’istruzione tecnica e professionale, nuovi metodi di insegnamento adeguati all’età e ai tempi di apprendimento di ognuno. 6 Raffaello Lambruschini e il cenacolo toscano Toscana dell’800, un ambiente fecondo per lo sviluppo di riflessioni pedagogiche ed innovative sulle esperienze educative. Fu anche pubblicata una rivista, “Antologia” (1821-1833) da diversi autori. Centro della rivista una pedagogia sociale a largo spettro su tratti comuni che uniscono i vari studiosi: • Visione moderata dei ceti capaci di mettere in campo audaci riforme in ambito agrario; • Buona conoscenza della cultura pedagogica europea; • Dichiarata avversione verso la pedagogia negativa pensata da Rousseau; • Spiccato interesse per la diffusione di scuole elementari e asili beneficio dei ceti popolari; • Semplice visione religiosa per aiutare gli uomini ad accostarsi ad una fede non superstiziosa. La figura di maggior spicco di questo cenacolo fu Raffaello Lambruchini, tema centrale della sua pedagogia è il punto di mediazione tra autorità e libertà. Se non si può educare in nome della sola autorità non è neppure accettabile che l’allievo “si faccia da sé” (lui crede in una stretta correlazione). Educatore: non abbandona il figlio/allievo a sé stesso; non lo deve soffocare, ma svolge un’azione selettiva. Il suo compito è di impedire che nell’uomo sorgano i geni del male, li deve reprimere. Vediamo quindi alcune delle caratteristiche da lui pensate per l’educazione: a) Indagine psicologica: cogliere l’indole e il carattere dell’alunno per individuare tutto quello che va contrastato; b) Indiretta: stare attenti a non mettere il soggetto in contatto con gli aspetti negativi della società (solo esempi che siano positivi per il soggetto); c) Ispettore: il ruolo che lui si dava: diritto delle famiglie di scegliere la scuola, invito ai maestri di pensare alla didattica prima di tutto osservando i soggetti e diffondere asili d’infanzia e scuole; d) Religione: alla base dell’educazione morale. 7 Antonio Rosmini e il primato della persona Anni 30 e 40 nuovo polo di riflessione pedagogica, quello di Antonio Rosmini. Al centro lui mette il concetto di persona come uomo a immagine di Dio, per questo egli ripensò ad alcune istanze dell’educazione cristiana: • Critiche all’Illuminismo à poiché manca l'aspetto religioso, viene svalutata la dimensione spirituale del soggetto; • Saper volere à decide della bontà della vita, nel perfezionamento della volontà si perfeziona l'uomo educandolo anche sul piano morale. Tale educazione intesa come moralità è un diritto inalienabile dell'uomo. • Eguaglianza sostanziale à diritto educativo come diritto naturale, indipendente dalle costituzioni civili e dalle scelte politiche; Nicole Sugliano Educazione e letteratura per l’infanzia 2022/2023 Asili infantile VS Giardini d’infanzia à il modello di Froebel era stato criticato duramente: giardini troppo pericolosi, trppa concentrazioni sui giochi, solidi insufficienti per introdurre i concetti matematici, ecc… T1 Friedrich Wilhelm August Frobel, L’educazione dell’uomo (1826) à l'uomo diventerà consapevole di sé, pensante e intelligente affinché metta in atto la sua conoscenza del divino. Le norme derivanti dalla conoscenza e dalla penetrazione di questa legge all'essere pensante e intelligente per il riconoscimento della sua vocazione ed il raggiungimento del suo destino, costituiscono la sapienza dell'educazione. Scopo dell'educazione è l’attuarsi di una vita fedele alla sua vocazione pura incontaminata e santa. Essere saggio è la massima aspirazione dell'uomo, il massimo che potrebbe raggiungere. La prima educazione del bambino avviene in famiglia à perciò il giovane uomo sin dalla sua nascita deve essere compreso, lasciato libero della sua forza (non va ostacolato nel suo sviluppo). Deve quindi imparare in autonomia, provando cadendo e rialzandosi; in questo modo poco a poco si svilupperanno in lui tutti i sentimenti della vita adulta (tranquillità, gioia, dolore, sorriso, pianto, irrequietezza, ecc…). Il primo vero e proprio sentimento che il bambino sviluppa è quello d'amore, di comunione nei confronti della madre (momento importantissimo per la vita attuale e futura del bambino). Il massimo appoggio che è un padre e una madre possono dare al loro figlio è proprio questa prima relazione d'amore. La scuola continua e perfeziona l'attività educatrice à lo scolaro quando entra nella scuola esce dalla considerazione puramente esteriore delle cose per entrare in una considerazione più elevata e spirituale delle medesime (scuola come posto in cui si impara la maggiore qualità delle cose). Si chiamerà maestro colui che riesce a dimostrare a far conoscere l'intimità spirituale delle cose. Il fanciullo ripone un’immensa fiducia nella scuola. Nel Kindergarten matura la prima educazione sociale del bambino à il gioco avvia il bambino all’età adulta, cioè al lavoro. Proprio per questo era previsto un giardino diviso in due zone: piccole aiuole da curare individualmente e aiuole più grandi da gestire collettivamente (una sezione comune). I bambini possono fare ciò che vogliono delle piante, anche sbagliando nel curarle, poiché dall’esperienza degli errori possono imparare. Inoltre le piante vengono presentate a loro senza distinzioni e saranno poi loro a confrontarle trovando punti in comune e punti di differenza. T2 Ferrante Aporti, Manuale di educazione e ammaestramento per le scuole infantili (1846) à egli sottolinea nel manuale l’importanza di adottare anche per i bambini di età inferiore ai 6 anni un programma di educazione articolato in dimensioni: 1. Educazione e istruzione intellettuale: oggetti e i loro nomi disposti sistematicamente; 2. Educazione e istruzione morale: tutta una serie di discipline fisse dedicate a questo scopo; 3. Educazione e istruzione fisica: tutta una serie di esercizi ginnici in base alla loro età. Altre curiosità: i fanciulli quando apprendono imparano per prima cosa il nome delle cose (inutile imparare i dialetti). Amano ascoltare storie e racconti, pongono dunque maggiore attenzione quando si tratta di storie, favole, ecc… Fanno moltissime domande. Amano cantare e fare giochi di parole. Cap 7 à Il diritto all’educazione dei soggetti disabili: un lungo e faticoso cammino 1 La percezione della disabilità nella storia Il disabile da sempre è stato rilegato ai margini della società insieme a tutti coloro che venivano considerati come diversi (vagabondi, mendicanti, lebbrosi, poveri, ecc…). Vedi appunti. 2 La conquista della parola Nicole Sugliano Educazione e letteratura per l’infanzia 2022/2023 Istituzioni per i sordomuti à il modello francese era basato sulla mimica, quindi sull'utilizzo dei gesti per poter comunicare con i soggetti privi di udito che non conoscevano la lingua dei segni (metodo veloce e anche molto facile da apprendere). Il modello tedesco era invece orale puro, quindi consisteva sull'insegnamento della parola attraverso la parola (il labiale dunque). In Italia subito dopo l'unità il numero complessivo di strutture rivolte ai sordomuti era di 27, con una netta sproporzione verso il nord che penalizzava il meridione. Nonostante la difficoltà nel portarli avanti, questi istituti avevano un importante ruolo educativo ed etico sociale: assicuravano l'istruzione a questi soggetti e potevano fornire loro una formazione professionale per essere poi inseriti in comunità. Sul piano metodologico possiamo suddividere tre fasi: 1. Modello francese (1800-1861) à l’internato poteva preservare il sordomuto dai pericoli del mondo esterno, evitando abbandono e miseria; 2. Sistema misto à insegnamento dei gesti accompagnato dalla parola specialmente nella fase conclusiva del percorso. Questo per promuovere lo sviluppo dell'apparato respiratorio e la capacità di emettere suoni anche se non percepiti; 3. Svolta oralista (1872) à quindi la conoscenza del modello tedesco. 3 Oltre il buio Istruzione ciechi à fine 700 dal francese Valentin Hauy che iniziò a pensare che far leva sul senso tattile di questi soggetti potesse essere una buona idea. Fu infatti lui il primo a dar vita a delle lettere in rilievo. La vera riforma come sappiamo però fu quella di Louis Braille, che nel 1829 diede vita a un sistema basato su 64 segni corrispondenti ai caratteri dell'alfabeto, ai numeri e alle note musicali (puntini in rilievo in uno spazio rettangolare). In Italia le istituzioni educative rivolte ai ciechi sorsero dal 1838: • Programma à in linea con quello adottato nelle scuole elementari + insegnamento musicale e ginnastica. Tutto aveva lo scopo di favorire l'autonomia di questi soggetti. • Materiale didattico specifico à libri stampati con caratteri braille, strumenti musicali, collezioni tattili, ecc… Coeducazione: insegnanti inseriti a coppie nelle classi. 1923 anno in cui sorse l’obbligo scolastico. 4 L’educazione dei rachitici e dei deficienti Educazione di rachitici e deficienti à i rachitici sono quei ragazzi affetti da deformazioni multiple delle ossa correlate ad un insufficiente regime alimentare e a scarse cure igieniche. Le scuole che vennero aperte per questi bambini avevano il compito di toglierli dalla vita in strada, assicurandogli un'ospitalità e una prima educazione. Le scuole accettavano soggetti con età compresa tra i 5 e i 10 anni e davano estrema importanza alla ginnastica: propensione al movimento. Oltre che una corretta alimentazione e igiene. Ovviamente va da sé che le maestre occupate a lavorare in queste scuole dovessero avere una formazione precisa. T1 Tommaso Pendola, Della necessità di educare il sordomuto (1833) à egli diffonde il dovere della società di educare anche questi soggetti tramite appositi istituti; ricordando che il sordomuto spesso e volentieri è un vantaggio per la società. Sordomuto come giovane sventurato, inabile alla vita e alla società. Giovani spesso abbandonati alla solitudine e a un terribile destino esiliati. Se solo si pensasse invece di educarli, il vantaggio sarebbe notevole. T2 Augusto Romagnoli, Ragazzi ciechi (1924) à i bambini ciechi mostrano le stesse vivacità dei bambini vedenti; seguono le ombre, si dondolano, esplorano allo stesso modo (l’unica differenza è la maggiore paura dei parenti). Si può pensare a dei veri e propri livelli di giochi funzionali a promuovere un corretto e adeguato esercizio muscolare (orientamento spaziale ad esempio per imparare a conoscere e ad eludere ostacoli che si possono trovare lungo il percorso). In questo Nicole Sugliano Educazione e letteratura per l’infanzia 2022/2023 modo ad esempio si insegnò alle bambine a correre in maniera spedita, anche con altri soggetti intorno e evitando oggetti. T3 Alberto Gamba, Cenni popolari sul rachitismo e sull’educazione fisica dei bambini (1877) à rachitismo come malattia dei bambini che è caratterizzata dalla deformazione multipla delle ossa (rarefazione, friabilità e rammollimento), spesso collegate a disturbi della nutrizione. È una malattia che si suppone sia nata nelle epoche antiche in cui la malnutrizione era frequente (carenza di alcuni aspetti nutritivi del sangue). Si tratta di una malattia molto frequente nelle classi sociali inferiori poiché è caratterizzata da malnutrizione e scarse cure igieniche. Sono spesso figli di genitori che passano tutto il loro tempo a lavorare per mantenere la famiglia e che dunque se riescono a salvarsi è solo grazie alla carità della società. Vennero infatti istituite proprio delle scuole per bambini rachitici con lo scopo di salvarli dalle strade in cui erano stati abbandonati. Molti ragazzi infatti dopo essere entrati in queste scuole miglioravano notevolmente le loro condizioni fisiche. T4 Sante De Santics, L’educazione dei deficienti (1915) à caratteristiche e il funzionamento dell’asilo-scuola o della scuola autonoma, aperto a Roma per bambini deficienti à indipendente, edificio arioso, vasto terreno per esercizi ginnici, luminosa, sobria, ma carina, assidua vigilanza anche di un medico-psichiatra che può dare un grosso contributo. Presente anche un giardino, ovviamente con caratteristiche diverse da quelle del giardino classico. Ovviamente ognuna di queste scuole ha un suo programma con una propria velocità specifica anche in base ai soggetti che frequentano l’istituto. Il maestro di solito ruota, arriva e sta tutta la mattinata, occupandosi di discipline diverse. I bambini vengono promossi alla classe successiva in base alla loro pagella, fino ad arrivare alla “classe terminale”, l’ultima classe raggiungibile in cui i bambini deficienti rimangono e cercano di mantenere attive tutte le conoscenze che hanno appreso fino a quel momento.
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