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APPUNTI COMPLETI PALEOGRAFIA, Appunti di Paleografia

Appunti completi del corso di scrittura della storia antica del professor Ansani. Università degli studi di Pavia.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 27/01/2019

ElisaRubinoUNIPV
ElisaRubinoUNIPV 🇮🇹

4.4

(30)

79 documenti

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Scarica APPUNTI COMPLETI PALEOGRAFIA e più Appunti in PDF di Paleografia solo su Docsity! PALEOGRAFIA PRIMA LEZIONE DALL’ETA’ ROMANA AL MEDIOEVO Storiadellascrittura.blogspot.it Libri consigliati: Petrucci, Breve storia della scrittura latina, 1989 (in alternativa Cencetti, Paleografia latina 1978) poi da leggere sempre Petrucci, prima lezione di paleografia. PALEOGRAFIA: è una storia che va dall’età romana del I secolo fino alla fine del Medioevo, la scrittura di cui si rievoca la storia è quella fatta a mano, quella che prevede la conoscenza di una lingua, la capacità di tradurla in segni grafici, dal momento in cui diventa tecnologia corrente per la diffusione di testi scrittila stampa, la storia della scrittura diventa storia della calligrafia. Dopo il I secolo si ha materiale piuttosto numeroso, prima di quella data si hanno solamente frammenti, scritture che pervengono attraverso la casuale trasmissione della storia, dal I secolo in poi si è più fortunati, si ha un numero cospicuo di testimonianze che cresce col tempo. Nel novecento sono venuti alla luce molti nuclei di papiri, o archivi di tavolette, relativi ai primi secoli dell’età cristiana. Gli ultimi secoli del Medioevo dal punto di vista grafico sono meno interessanti perché presentano poche novità, l’ultima è solamente un ritorno ad un’epoca molto risalente, alla fine del Medioevo si iniziò a scrivere con un tipo di scrittura che adoperiamo oggi. La storia della scrittura è significativa fino al 9 secoloetà carolingia. La storia della scrittura è cambiata molto nel corso degli ultimi due tre secoli, in Germania ed in Francia, in Italia in ritardo rispetto agli altri paesi. Gli storici della scrittura hanno per lungo di tempo evitato di comprendere nel proprio orizzonte di studi materiali graficamente significati, materiali epigrafici, oppure i papiri, le monete, le cortecce d’albero (qualsiasi scrittura su un supporto), limitandosi alle scritture che pervenivano su pergamene e libri. Si usa spesso la storia della scrittura per individuare le falsificazioni, oppure per collocare la posizione di un testoper cui gli aspetti grafici dei codici che lo tramandano sono importanti. E’ considerata ausiliaria la paleografiacome scienza pratica per decifrare le antiche scritture. Nell’8 secolo i diplomi degli imperatori erano scritti in maniera diversa rispetto a quelli del 13, e qua la paleografia insegna a decifrare e capire al meglio le scritte, discorso che vale anche per testi non documentari. In generale, fino agli anni 30-50 del 900 si ha dato poca autonomia alla paleografia, considerata più che altro ausiliaria. Negli anni 20-30 del 900 era prevalente una storia della scrittura costruita attraverso i codici, attraverso testi di tipo letterario o religioso, liturgico. Fino alla fine del Medioevo era predominante la quantità dei testi di quel tipo, in quel periodo c’è anche la tradizione manoscritta di testi di cui non c’è pervenuta nessuna traccia. Non c’è un manoscritto del I secolo dell’Eneide, e neanche uno delle normative di età tardo-romana. In molti casi è stata omessa tutta la massa di testimonianze grafiche che riposava negli archivi delle città, delle chiese e dei monasteri, ad oggi capita spesso di usare la parola documentoè un atto scritto relativo ad un evento che abbia una dimensione giuridica. Oggi un documento può essere anche uno scontrino, ma ovviamente anche l’atto di un notaio con la quale si acquista un immobile. Un documento è anche la costituzione della repubblica italiana, giuridicamente e politicamente importante, documento, anche se falso, la donazione di Costantino una donazione fatta per iscritto=documento. La donazione che un conte del 10 secolo disponeva a favore di un monastero o di una chiesa, cattedrale etc. Dall’età romana arrivano documenti di vendite di schiavi, frammenti di atti giudiziari, resoconti scritti di processi. I documenti all’inizio sono in forma singoli, su un foglio di pergamena oppure un ritaglio di rotolo di papiro, ma che ad un certo punto diventano libristatuti delle corporazioni medioevali, statuti comunali che vengono riscritti a distanza di uno o due secoli quando i comuni entrano a far parte di un progetto signorile più grosso. Una quantità anche difficilmente catalogabile, col rischio di tralasciare pezzi importanti. Anche nello stesso momento storico può essere adoperata un particolare tipo di scrittura per i libri (biografia di Matilde di Canossa, i libri di sant’Agostina, le storie di Ammiano Marcellino) ed un’altra scrittura per i documenti (tra cui i diplomiconcessioni, donazioni, privilegi rilasciati dall’imperatore a favore di sudditi fedeli, vassalli, chiese, monasteri, città). Se si osserva la scrittura che viene adoperata per produrre una Bibbia, che è il testo più importante per i cristiani, nell’età di Carlo Magno, si farebbe fatica ad indovinare che è stato scritto nello stesso periodo del diploma di Carlo Magno, in quanto presentano scritture differenti. Nella Bibbia si osserva come all’inizio ci sia un’abbreviazione sopra la B di liber: la traduzione è “inizia il libro della Genesi”, il tipo di scrittura è maiuscolache si distingue ovviamente da quella minuscola, che può essere anche corsiva, questa scrittura invece non è corsiva. E’ invece maiuscola che esisteva già da 1200-300 anni a quell’altezza cronologia (25 dicembre dell’800anno di incoronazione di Carlo Magno). Intorno all’800 si adopera nelle prime due righe di un codice che trasmette il testo della Genesi, una scrittura che era stata abbandonata da diversi secoli, ma viene usata solamente per le prime due righe iniziali, la scrittura che si usa per la trascrizione dell’intero testo è un’altra. Il secondo tipo di scrittura è maiuscolasi definisce così perché rispetta determinati schemi, si definisce BILINEARE, rientra entro uno spazio di due linee parallele, quando tutte le lettere che compongono l’alfabeto rientrano perfettamente dentro lo schema bilineare. Questo è il caso dell’incipit della Genesi. Una scrittura minuscola rientra entro uno schema QUADRILINEARE, ovvero entro 4 linee parallele. La scrittura della Bibbia è maiuscola, ma assume all’interno del proprio repertorio delle lettere che sono già minuscole, ad esempio la P-Q. Le prime attestazioni sono del 3-4 secolo ed essendo nell’800 non è più corrente, ma viene recuperata occasionalmente e che contiene già delle lettere minuscole. Se si disponesse di tutto il repertorio alfabetico si potrebbe notare come la morfologia di alcuni segni sia cambiata, come ad esempio la E. Nel testo della Bibbia subentra un terzo tipo di scrittura in corrispondenza della disponibilità di spazio dipendente dalla graduale sparizione verso il margine del foglio della I iniziale miniata. Il terzo tipo di scrittura è minuscola, poiché chiaramente rientra entro lo schema quadrilineare, è sostanzialmente lo stesso tipo di scrittura adottata oggi. La particolarità che troviamo in questa stringa di scrittura che la differenzia dalla nostra è la mancanza di spazio, ovvero nel testo è presente la cosiddetta SCRIPTIO CONTINUA che insieme al sistema abbreviativo costituisce i due aspetti che la differenziano dalla nostra. Ci sono però delle aree di testo in cui la separazione invece è presente. Sono tre scritture appartenenti a tre epoche diverse utilizzate però nella stessa pagina, l’unica che si estranea è quella di mezza, nella sezione centrale affianco alla I miniata, in quanto presente delle differenze tipo la A senza la barretta al centro. Se si confronta tutto ciò con un diploma si vede che il tipo di scrittura usato è differente, il grado di lettura è zero, il sistema grafico è diverso, l’ambito è quello della corte di Carlo Magno, ristretto ed elitario, il tipo di scrittura che viene adoperata cambia a seconda della funzione che l’oggetto scritto esercita. Un manoscritto destinato alla diffusione illimitata come un manoscritto biblico persegue come scopo principale la legibilitàdeve essere letto facilmente da tutti coloro che sanno leggere o impareranno a farlo. La scrittura del diploma di Carlo Magno era quella di un documento che non sarebbe dovuto essere riprodotto, doveva essere unico, riconoscibile nella sua autenticità, chiunque avesse dovuto leggere o osservare avrebbe dovuto riconoscerne la provenienza, non tanto dal punto di vista del testo, ma da quello dell’assetto grafico, la sua provenienza era quella della cancelleria del readopera una scrittura difficilmente imitabile che è canonizzata e bagaglio di conoscenza e di impiego tipico e ristretto ad un numero limitato di scribi, quelli di corte, i notari. La scrittura del sovrano era per sua natura ermetica. Nel diploma si evidenziano parti testuali e simboliche, sono presenti anche grafismi che oggi non dicono nulla, era presente anche il monogramma di Carlo Magno, era presente anche il sigillo, ad oggi non pervenuto. L’aspetto grafico e la presenza di elementi simbolici concorrono nel rendere speciale ed inconfondibile la scrittura prodotta per
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