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Appunti completi psicopatologia, Appunti di Psicopatologia

Appunti di psicopatologia prof Craig

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 14/10/2022

saira-mancari
saira-mancari 🇮🇹

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Scarica Appunti completi psicopatologia e più Appunti in PDF di Psicopatologia solo su Docsity! QUALI SONO GLI STRUMENTI UTILIZZATI PER INDAGARE LA PSICOTERAPIA E PER ARRIVARE AD UNA DIAGNOSI?  Il colloquio clinico: soprattutto con gli adulti si sta seduti di fronte, c’è un ascolto attivo. Nel setting clinico non ci devono essere barriere, solo così ci possiamo rendere conto della risposta del comportamento. Il colloquio clinico è caratterizzato da due mondi che si incontrano, due persone in relazione. Tutti cerchiamo pretesti per parlare, di solito di noi stessi. Ed è difficile trovare qualcuno disposto ad ascoltare. Si evita di ascoltare con la giustificazione plausibile che non si ha tempo mentre in realtà il vero motivo è la paura dell’intimità, di quella vicinanza relazionale che può spaventare. C’è una differenza tra udire e ascoltare. Il colloquio clinico implica l’ascoltare che è un atto volontario che implica il desiderio di prestare attenzione alla conversazione per comprendere ciò che l’interlocutore sta esprimendo. La relazione è molto condizionata da quelle che definiamo le nostre posizioni esistenziali ovvero quello che penso di me e quello che penso dell’altro (+,-). Nel colloquio clinico dobbiamo cercare di arrivare alle relazioni ++ perché solo in questo modo possiamo creare un’alleanza. Una caratteristica importante per avere una buona relazione anche all’interno di un colloquio clinico è l’empatia. Questa è una delle condizioni necessarie per creare un buon rapporto con il paziente perché crea le basi per sì che quella persona sia predisposta al cambiamento positivo. L’empatia non deve essere scambiata con il termine simpatia e non va confusa neanche con vicinanza emotiva e neanche di contagio emotivo. Il rischio per lo psicologo o il docente è che si faccia travolgere dalle emozioni altrui. L’empatia è definita un’intelligenza percettiva ovvero una modalità relazionale, cognitiva di ordine sia verbale che non verbale. Io devo cogliere gli aspetti verbali e non verbali, emotivi che quando parlo con una persona mi sta trasmettendo. Essere empatico vuol dire attivare quell’ascolto verbale ma soprattutto emotivo. le tre condizioni del colloquio clinico: 1. Congruenza e genuinità: il terapeuta deve essere genuino e sé stesso senza maschera alcuna. Assumere un ruolo troppo professionale fa perdere di autenticità. 2. Considerazione positiva incondizionata: ci aiutano nel momento in cui il terapeuta riesce a trasmettere un grande senso di accettazione al cliente. La persona che abbiamo davanti si deve sentire compresa e accettata così com’è. 3. Comprensione empatica ovvero percepire le esperienze e il loro significato per il cliente, mettersi nei suoi panni pur rimanendo sé stessi. Un altro aspetto del colloquio clinico è che, come in tutte le relazioni, dobbiamo partire da alcuni presupposti: ci deve essere un minimo di volontà da parte di due persone di relazionarsi, una capacità e una minima volontà di entrambi di ricevere informazioni dall’altro, un rapporto che esiste da un certo e per un certo periodo di tempo. Le finalità del colloquio clinico: 1. Fare una diagnosi: per fare questo dobbiamo stabilire e definire una relazione interpersonale analizzando la qualità della domanda e della risposta del paziente. Capire perché quella persona è arrivata. 2. Raccogliere informazioni circa la vita e la realtà della persona. Tutto quello che ci può servire. 3. Dobbiamo spiegare che c’è un colloquio clinico e se la persona lo accetta qual è il percorso di psicoterapia. 4. Stabilire un’alleanza di lavoro ovvero stimolare e sostenere la motivazione della persona al cambiamento.  Assessment (valutazione) clinico: batteria dei test psicologici che noi abbiamo. La cosa importante è la scelta dei test da fare che si basa sulla determinata ipotesi diagnostica. Ci sono diverse tipologie di test, quelli psicometrici e quelli proiettivi. Quelli psicometrici sono i test altamente standardizzati ovvero test validati in tutto il mondo. Test tarati sulla popolazione. I test proiettivi nascono dal paradigma della psicoanalisi, la differenza è che in questi siamo noi che proiettiamo qualcosa di nostro. A differenza dei test psicometrici sono molto interpretativi per questo motivi sono poco utilizzati. I test psicodiagnostici sono: Interviste strutturate Test autovalutativi Tecniche proiettive Test neuropsicologici In base alla nostra ipotesi diagnostica noi somministreremo una batteria di test. Chiaramente per i bambini molto piccoli l’ipotesi diagnostica nasce con il colloquio con i genitori e anche dall’osservazione del bambino. Questi sono tipologie di test che valgono per tutte le fasce d’età. Intervista strutturata: non è il colloquio clinico, l’intervista pone il fatto che una persona fa delle domande specifiche, a differenza del colloquio dove la comunicazione è più assertiva, più libera. Nell’intervista strutturata le informazioni vengono raccolte in forma standardizzata perché le domande sono già predisposte ed organizzate in modo prestabilito. È un test molto utilizzato soprattutto per indagare i disturbi di personalità. Le interviste strutturate in qualche modo sono una guida per il clinico per indagare le diverse aree del DSM e stilare una prima diagnosi. Test autovalutativi: questi sono molto utilizzati nell’ambito infantile perché ci riescono a dare una percezione del bambino con gli occhi del genitore. Questi si collocano accanto e a integrazione dei colloqui clinici. Un es. è il questionario di personalità (MMPI) a carattere autodescrittivo in cui il soggetto deve indicare
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