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Anatomia e Funzioni dell'Apparato Digerente: Mucose e Esofago Gastriche, Appunti di Igiene

Le mucose respiratoria e olfattiva, la terza parte della faringe (ipofaringe) e le funzioni digestive del esofago. Viene inoltre descritta la struttura e le funzioni della tonaca muscolare, tonaca avventizia, tonaca mucosa e tonaca sottomucosa. Le principali sostanze prodotte dalle ghiandole gastriche vengono elencate, compreso il ruolo di gastrina.

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 08/03/2024

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Scarica Anatomia e Funzioni dell'Apparato Digerente: Mucose e Esofago Gastriche e più Appunti in PDF di Igiene solo su Docsity! L’APPARATO RESPIRATORIO E’ formato da diverse strutture che permettono la realizzazione di una funzione vitale di estrema importanza rappresentata dalla respirazione. Questa funzione permette gli scambi di ossigeno e di anidride carbonica tra il sangue e l’aria ambientale; questi scambi avvengono nei polmoni dopo che l’aria ambientale raggiunge i polmoni attraverso le vie aeree. Le vie aeree sono rappresentati da una serie di strutture di due categorie chiamate vie superiori e inferiori. Le vie aeree superiori sono rappresentate da: 1. Il naso ossia una struttura localizzata al centro della faccia e che rappresenta la principale via d'ingresso dell’aria nelle vie aeree. Il naso è costituito da due parti: ● parte esterna definita piramide nasale che è formata da una parte ossea. ● una parte cartilaginea. La piramide nasale e formata dalla pelle. 2. La faccia inferiore della faccia della parte anteriore presenta due cavità chiamate narici che permettono la comunicazione tra parte esterna e interna del naso rappresentata dalle fosse nasali uno destro e uno sinistro separata da una struttura chiamato setto nasale. 1 superiore che separa le fosse nasali dal cervello attraverso una posizione di tessuto osseo attraverso la quale passano: 1) parete mediale formata dal setto nasale e una parete laterale ad andamento irregolare per la presenza di alcuni sporgenze chiamate turbinati. La superficie delle fosse nasali e rivestita da due tipi di mucosa: ● mucosa respiratoria formata da pseudo stratificato con cellule di forma cilindrica sulla cui superficie troviamo alcune strutture chiamate ciglia vibratili che trattengono le impurità dell’aria. ● mucosa olfattiva formata da particolari cellule nervose chiamate cellule schultze che rappresentano i recettori olfattivi responsabili del senso dell’olfatto. All’interno delle fosse nasali troviamo lo sbocco di due cavità localizzate nelle ossa adiacenti e tali cavità vengono chiamate seni paranasali. E’ una struttura cava con una forma di imbuto e una lunghezza di circa 12 cm. Origina dalla parte posteriore delle fosse nasali e scende nel collo dove poi continua con altre due strutture delle quali uno appartiene all’apparato respiratorio e l’altro appartiene all’apparato dirigente. La faringe comunica con le fosse nasali attraverso due orifizi chiamate coane nasali. Lungo il suo percorso e in base alla posizione la faringe viene divisa in tre parti: ● Una parte viene chiamata rinofaringe posizionata posteriormente al naso e rivestita da un epitelio pseudostratificato con cellule di forma cilindrica. ● Seconda parte chiamata orofaringe e posizionata dietro la cavità orale ed è rivestita da un epitelio con cellule appiattite ed e un epitelio pluristratificato. ● Terza parte della faringe è definito ipofaringe localizzata nella parte superiore del collo. Lungo il percorso della faringe troviamo altri due orifizi che rappresentano lo sbocco delle tube uditive eustachio che mettono in comunicazione la faringe con l'orecchio. 1) tratto della via aerea è laringe è una struttura cava proseguimento della faringe ed costituita da tessuto cartilagineo che forma due strutture particolari. La prima è chiamata cartilagine tiroidea (visibile al centro del collo nei soggetti di sesso maschile e solitamente definita pomo all’addome. La seconda è chiamata epiglottide (struttura che agisce come una valvola che chiude le vie respiratorie e durante la deglutizione) del cibo. Nella cavità interna della laringe troviamo alcune pieghe alcune corde vocali le quali durante il passaggio dell’aria vivranno permettendo così l’emissione di suoni vocali. 2) tratto successivo delle vie aeree rappresentata dalle vie aeree, struttura cava che prosegue della laringe e scende dal collo fino alla parte superiore del torace. La trachea è formata da tessuto cartilagineo che forma degli anelli a forma di c aperti posteriormente; l’apertura posteriormente e chiusa da una banda composta da una mescolanza di tessuto fibroso e tessuto muscolare. Gli anelli cartilaginei della trachea di rimanere sempre aperta. Al suo termine la trachea prosegue nel tratto successive rappresentato dai bronchi. 3) I bronchi sono 2: uno destro e uno sinistro e sono chiamati bronchi principali: i due bronchi principali sono formati da tessuto cartilagineo è il bronco principale di destra è più corto e con calibro maggiore mentre il bronco sinistro è più lungo in quanto deve scavalcare per raggiungere il polmone. I due bronchi principali raggiungono i polmoni al centro della pancia mediale del polmoni stessi in una zona particolare chiamato ilo polmonare. Dopo essere entrati nel polmone i due bronchi principali si dividono in alcuni rami chiamati bronchi lobari; 3 per il polmone destro e 2 per il polmone sinistro; al loro volta i bronchi lobari si dividono in diversi rami le cui terminazioni arrivano agli alveoli polmonari man mano che i bronchi si ramificano diminuisce il loro diametro mentre nei bronchi più grosso è il tessuto cartilagineo mantengono il diametro. La presenza di tessuto muscolare può ridurre il diametro del bronco fino ad determinare la sua chiusura Il 2° ambiente è quello liquido rappresentato dal sangue. Gli scambi tra questi due ambienti avvengono grazie alla caratteristica dei gas di sciogliersi nel liquido e questa caratteristica dipende da un aspetto particolare chiamata pressione parziale di un gas. Questo particolare ci permette di vedere che le pressioni parziali dei gas vuoto, in particolare l’ossigeno ha una pressione parziale maggiore negli alveoli rispetto al sangue per cui l’ossigeno passa dagli alveoli al sangue; per quanto riguarda l’anidride carbonica la pressione parziale sarà maggiore nel sangue rispetto agli alveoli per cui lo scambio avverrà dal sangue agli alveoli; per quanto riguarda l’azoto la pressione parziale nel sangue sarà inferiore a quella dell’aria presenti negli alveoli per cui lo scambio dei gas avverrà tra sangue e alveoli. Al livello di respirazione interna i gas vengono scambiati tra due ambienti diversi uno liquido rappresentato dal sangue e uno solido rappresentato dalle cellule dei tessuti. Nella respirazione interna gli scambi avvengono in base al principio della pressione parziale di un gas e in particolare per quanto riguarda l’ossigeno la pressione parziale e maggiore nel sangue rispetto alle cellule per cui l’ossigeno passa dal sangue alle cellule per quanto riguarda l'anidride carbonica la pressione parziale è maggiore nelle cellule rispetto al sangue per cui il gas passa dalle cellule al sangue; per quanto riguarda l’azoto la pressione parziale e maggiore nelle cellule rispetto al sangue per cui il gas passerà dalle cellule al sangue. La meccanica respiratoria avviene normalmente in maniera autonoma senza un controllo della volontà. Ne deriva che esistono dei centri di controllo al livello cerebrale che controllano direttamente la frequenza degli atti respiratori. Questo centro di controllo chiamato centro respiratorio cerebrale e sensibile alla quantità di anidride carbonica presente nel sangue; infatti se aumenta la quantità di anidride carbonica presente nel sangue il centro respiratorio aumenta la frequenza degli atti respiratori e viceversa se diminuisce la quantità di anidride carbonica nel sangue il centro respiratorio diminuisce la frequenza degli atti respiratori. Accanto al centro respiratorio cerebrale esistono altri centri di controllo localizzati alla periferia del corpo i principali sono 3: Il primo (chemiocettori): sono localizzati nell’arteria aorta poco dopo la sua origine dal ventricolo sinistro. I chemiocettori sono sensibili all’aumento dell’anidride carbonica nel sangue e alla diminuzione dell’ossigeno nel sangue; quando si verificano queste variazioni i chemiocettori inviano dei segnali al centro respiratorio cerebrale che a sua volta modificherà la frequenza degli atti respiratori. Il secondo (pressocettori): localizzati negli alveoli polmonari e sensibili alla dilatazione degli alveoli dura nte l’inspirazione. Quindi i pressocettori rilevano il momento in cui si raggiunge la massima dilatazione degli alveoli sono pieni di aria e di conseguenza bloccano l’inspirazione e stimolano l’inizio della espirazione. Il terzo (recettori muscolari): sono strutture localizzate al livello dei muscoli della gabbia toracica e controllano la distensione di questi muscoli durante l’inspirazione bloccando quando è arrivata al massimo livello stimolando di conseguenza la espirazione . APPARATO DIGERENTE L’apparato digerente è un apparato composto da una serie di organi cavi disposti in sequenza, accanto ai quali troviamo due organi parenchimatosi che collaborano alle funzioni dell’apparato digerente. Le funzioni dell’apparato digerente sono tre:  digestione degli alimenti  assorbimento delle sostanze nutritive  eliminazione di sostanze di scarto Il primo tratto dell’apparato digerente è costituito dalla bocca, ossia una cavità localizzata nella parte inferiore del volto. La bocca è delimitata da due strutture: una superiore e una inferiore, denominate labbra, costituite da tessuto muscolare rivestito da mucosa. Al suo interno la bocca presenta tre principali pareti: -la prima è quella superiore, chiamata palato o volta palatina. Separa la bocca dalle fosse nasali. Il palato è diviso in due porzioni: una anteriore definita palato duro, perchè formata da tessuto osseo e l’altra porzione, chiamata palato molle, perchè formata da tessuto muscolare. -la seconda parete è definita inferiore, o pavimento della bocca. È formata da numerosi muscoli, al di sopra dei quali è appoggiata la lingua. La lingua è un grosso organo muscolare che presenta due facce: -la faccia superiore, rivestita da mucosa, sulla quale troviamo alcuni rilievi, definiti papille gustative, che rappresentano i rilevatori dei quattro gusti principali: il dolce, il salato, l’amaro e l’acido. -la faccia inferiore, rivestita da mucosa, che al centro presenta una grossa piega definita frenulo linguale, la cui funzione è di fissare la lingua al pavimento della bocca per evitare spostamenti non necessari di essa. -la parete laterale, formata dai denti e dalle guance. Le guance sono formate da numerosi muscoli definiti mimici, che permettono le espressioni facciali. All’interno della bocca troviamo altre strutture importanti definite ghiandole salivari, ossia delle ghiandole esocrine che producono un secreto definito saliva. La saliva è un secreto acquoso che contiene proteine, sali minerali, sostanze necessarie alla difesa dell’organismo e un enzima particolare chiamato lisozima, necessario alla digestione di alcuni alimenti. La saliva, inoltre, presenta la funzione di impastare e lubrificare gli alimenti triturati dai denti per formare il bolo alimentare. La produzione di saliva avviene attraverso due gruppi di ghiandole: -primo gruppo: ghiandole salivari maggiori. Qui troviamo tre ghiandole principali. La prima è definita ghiandola parotide. È localizzata sotto l’orecchio, e la saliva viene emessa sulla faccia interna della guancia; La seconda ghiandola è la ghiandola sottolinguale, localizzata nel pavimento della bocca, la cui saliva viene emessa sul pavimento della bocca accanto al frenulo linguale; La terza ghiandola è la ghiandola sottomandibolare, localizzata nel pavimento della bocca, la cui saliva viene emessa sul pavimento della bocca. -secondo gruppo: ghiandole salivari minori. Sono costituite da una serie di piccole ghiandole salivari contenute all’interno delle guance, delle labbra e del palato molle. Il secondo tratto dell’apparato digerente è la faringe. La porzione interessata all’apparato digerente è rappresentata dell'orofaringe, che inizia dalla parte posteriore della bocca e scende nel collo per proseguire come ipofaringe che si congiunge con l’esofago. L’orofaringe è una struttura muscolare rivestita da un epitelio stratificato, e ha la funzione di permettere il transito del cibo. esocrine, che producono diverse sostanze che intervengono nella digestione del cibo. Tra le sostanze prodotte da queste ghiandole le principali sono: -la pepsina, che digerisce le proteine -la lipasi gastrica, che digerisce i grassi -l’acido cloridrico (Hcl), che scioglie numerose sostanze degli alimenti. Sempre nella mucosa, ma a livello del piloro, troviamo un gruppo di ghiandole endocrine, che producono un ormone definito gastrina, che stimola la produzione di altre sostanze delle ghiandole gastriche. Il quinto tratto dell’apparato digerente è l’intestino. È un organo cavo a struttura tubulare, diviso in due porzioni, definite rispettivamente intestino tenue e intestino crasso. Intestino tenue: è una struttura tubulare con una lunghezza di circa 7 metri e di diametro compreso tra i 2,5 e i 4 cm. È diviso in 3 porzioni: La prima è definita duodeno, ed è il tratto dell’intestino tenue che segue direttamente il piloro. La seconda porzione è definita digiuno, così chiamata perché il transito del cibo è talmente veloce che fa risultare questa porzione di intestino spesso vuota. La terza e ultima porzione dell’intestino tenue è chiamata ileo e unisce l’intestino tenue con il tratto successivo dell’intestino. Questa unione avviene attraverso una struttura particolare definita valvola ileo-ciecale; questa valvola permette il passaggio in avanti del materiale intestinale ma ne impedisce il suo ritorno all’indietro. La parete dell’intestino tenue, uguale in tutte e tre le porzioni, è formata da 4 tonache, di cui abbiamo già parlato. -tonaca mucosa. La superficie di questa tonaca, formata da un epitelio monostratificato, si solleva per formare delle pieghe chiamate valvole conniventi; queste valvole presentano, sulla loro superficie, ulteriori pieghe definite villi intestinali. Questi villi sono molto numerosi e in media in un individuo adulto sono presenti in numero di 4 x 10 alla sesta; la struttura dei villi è formata da tessuto connettivo contenente numerosi vasi sanguigni, e all’esterno troviamo un rivestimento di epitelio monostratificato. -tonaca sottomucosa; è costituita da tessuto connettivo ricco di vasi sanguigni e nervi. -tonaca muscolare. Qui troviamo tessuto muscolare liscio, che forma due strati: uno più esterno con andamento longitudinale ed uno più interno a disposizione circolare. -tonaca sierosa, costituita da una membrana epiteliale rappresentata dal peritoneo viscerale. La seconda parte dell’intestino è l’intestino crasso. È una struttura tubulare con una lunghezza di un metro e mezzo (1,5) e un diametro compreso tra i 3,5 e i 6 cm. É diviso anche lui in 3 porzioni. La prima porzione è definita cieco: è la porzione più corta dell’intestino crasso, con una lunghezza di 6 cm. É a fondo cieco, cioè è chiuso in fondo. Il cieco è unito all’ultimo tratto dell’intestino tenue attraverso la valvola ileo-ciecale. La parete chiusa del cieco presenta, sulla sua superficie, una piccola struttura tubulare chiamata appendice vermiforme. La seconda porzione è chiamata colon. È la porzione più lunga dell’intestino crasso e viene divisa a sua volta in 3 parti: -colon ascendente. È una porzione con andamento verticale che percorre tutta la regione e la fossa iliaca sinistra sino al confine con la regione del fianco sinistro; in questa zona il colon ascendente forma una curva chiamata flessura colica destra, che si continua con il secondo tratto del colon. -colon trasverso. È una porzione disposta orizzontalmente; parte dal fianco destro, attraversa la regione ombelicale e arriva al fianco sinistro, formando una curva chiamata flessura colica sinistra. -colon discendente. Parte dal fianco sinistro e percorre verticalmente la fossa iliaca sinistra. La terza porzione dell’intestino crasso è definito intestino retto. È lungo solo 14 cm e termina con una struttura muscolare in cui il tessuto muscolare è disposto in maniera circolare, formando una struttura particolare chiamata sfintere anale, che regola l'emissione delle feci all’esterno. La parete dell’intestino crasso è formata da 4 tonache: -tonaca mucosa: è la più interna, formata da un epitelio monostratificato. La superficie di questa tonaca presenta numerose pieghe longitudinali. A differenza dell’intestino tenue, la mucosa dell’intestino crasso non presenta villi intestinali. -tonaca sottomucosa: è formata da tessuto connettivo in cui è contenuto un notevole numero di vasi sanguigni e nervi. -tonaca muscolare: è formata da tessuto muscolare liscio disposto a formare due strati: il primo strato è lo strato interno, in cui il tessuto muscolare è disposto in maniera circolare e determina i movimenti del contenuto intestinale definiti movimenti peristaltici. Il secondo strato è quello più esterno in cui il tessuto muscolare è disposto longitudinalmente, e forma tre strisce muscolari definite tenie. -tonaca sierosa: è una membrana epiteliale definita peritoneo viscerale, che riveste tutta la superficie dell’intestino crasso. ORGANI ANNESSI ALL’APPARATO DIGERENTE (ne fanno parte ma sono messi in posizioni differenti dagli altri organi, e hanno strutture diverse da quelle degli organi dell’apparato digerente) Si tratta di due organi separati dalle strutture dell’apparato digerente, che però partecipano direttamente alle funzioni fondamentali dell’apparato digerente. Gli organi annessi all’apparato digerente sono rappresentati da fegato e pancreas. chiamate peptoni. Inoltre, nello stomaco, inizia la digestione dei grassi, che vengono trasformati in emulsione. Il terzo livello della digestione avviene nell’intestino tenue, dove interviene il succo pancreatico e la bile prodotta dal fegato. La bile agisce sulla emulsione dei grassi provenienti dallo stomaco e permette l’azione della lipasi pancreatica per completare la digestione dei grassi. Inoltre, nell’intestino tenue, interviene la tripsina, che agisce sui peptoni provenienti dallo stomaco e li trasforma in singoli aminoacidi. Infine, sempre nell’intestino tenue, interviene l’amilasi, che completa la digestione degli amidi iniziata in bocca. Nell’intestino tenue, al termine del processo digestivo, avviene un’ulteriore attività definita assorbimento intestinale. Questa attività si realizza attraverso i villi intestinali, che catturano i principali elementi ottenuti dalla digestione (che sono rappresentati dagli zuccheri, dagli amminoacidi e dai grassi). Questi elementi assorbiti vengono riversati nei capillari sanguigni presenti all’interno dei villi intestinali, e attraverso il sangue vengono trasportati ai tessuti e alle cellule per il successivo utilizzo. Al termine dell’attività di assorbimento il materiale residuo inutilizzato costituisce il materiale fecale, che verrà successivamente eliminato. APPARATO IMMUNITARIO Questo apparato è costituito da un insieme di organi e di particolari cellule definiti nel loro insieme strutture immunocompetenti ossia in grado di generare una barriera di difesa nei confronti di batteri, virus e altre sostanze estranee al nostro organismo. In alcuni casi questo apparato è in grado di reagire anche con componenti del nostro organismo e in questo caso parliamo di auto-immunità. Gli organi che compongono il sistema immunitario sono 3: - la milza: è un organo parenchimatoso localizzato nella regione del fianco sinistro ed è formato da 2 porzioni la prima più esterna è definita polpa rossa così chiamata per il suo colore rosso pupo dovuto alla presenza di una certa quota di sangue e di globuli rossi che costituiscono una riserva per i casi di necessità. la seconda zona più interna è definita polpa bianca per il suo colore biancastro dovuto alla presenza di un elevato numero di cellule di difesa immunitaria appartenente alla categoria dei globuli bianchi. - i linfonodi: sono strutture di dimensioni variabili da qualche mm a qualche cm sparsi in alcune zone del corpo e in particolari zone possono riunirsi in gruppi chiamati stazioni linfonodali. Le principali stazioni linfonodali sono presenti nella zona ascellare, nella zona latero-cervicale, nella zona retro-auricolare e nella zona inguinale. I linfonodi sono costituiti da cellule di difesa immunitaria ed hanno la funzione di trattenere e distruggere virus, batteri e sostanze estranee. - le tonsille: sono due strutture localizzate al livello dell’orofaringe e sono formate da un insieme di cellule della difesa immunitaria con la funzione di filtro si dell'aria che di tutte le sostanze estranee che penetrano attraverso la bocca. Le cellule che intervengono nell’attività del sistema immunitario fanno parte dei globuli bianchi/leucociti che rientrano nella categoria delle cellule del sangue. cellule principali tra i leucociti sono rappresentati dai linfociti, dai granulociti, i monociti e macrofagi. Dal punto di vista funzionale il sistema immunitario presenta diverse possibilità di difesa dall’aggressione da parte di virus, batteri e sostanze estranee. La prima barriera di difesa dalla pelle e dalle mucose senza soluzione di continuità e soprattutto nelle mucose troviamo liquidi organici come la saliva o il succo gastrico che contengono sostanze ad azione anti batterica o anche virale. Quando l’organismo viene aggredito da virus o da batteri la reazione di difesa da parte del sistema immunitario non è immediata tanto che almeno nelle prime ore i virus e i batteri possono moltiplicarsi senza trovare ostacoli nella loro moltiplicazione; in questo caso parliamo di infezione ossia un’invasione da parte di virus o batteri ma senza che sia ancora comparsa una vera e propria malattia. Dopo un certo tempo dall'aggressione dell’organismo il sistema immunitario reagisce attraverso due vie di difesa: - infiammazione/flogosi: è una reazione di difesa nei confronti di agenti lesivi con lo scopo di neutralizzarlo o perlomeno di ridurre i danni provocati dagli stessi agenti lesivi. Quando si attiva il processo di infiammazione si evidenziano 5 situazioni particolari che rappresentano l’espressione tipica: 1.immunità propriamente detta: Entrambe queste vie hanno lo scopo di evitare lo sviluppo di una malattia. Quando si attiva il processo di infiammazione si evidenziano 5 situazioni particolari che rappresentano l’espressione tipica: -la prima espressione del processo infiammatorio prende il nome di Rubor: corrisponde all'arrossamento nella zona di infezione ed è determinato da un aumento della quantità di sangue che arriva nella zona di infiammazione, con lo scopo di allontanare le cause di infiammazione. -la seconda espressione del processo infiammatorio prende il nome di Tumor: ossia il gonfiore della sede di infiammazione dovuto a una raccolta di liquidi che hanno lo scopo di neutralizzare le cause di infiammazione. -la terza espressione del processo infiammatorio prende il nome di Calor: ossia un riscaldamento della sede di infiammazione, il cui scopo è quello di neutralizzare gli agenti responsabili dell'infiammazione. -la quarta espressione del processo infiammatorio prende il nome di Dolor: ossia il dolore nella sede di infiammazione, in quanto le sostanze prodotte dall'organismo, in corso di infiammazione, provoca un dolore nella sede di infiammazione. -la quinta espressione del processo infiammatorio prende il nome di Functio Lesa: ossia una limitazione della funzione della zona sede di infiammazione. Queste cinque situazioni rappresentano una reazione rapida alle cause di infiammazione, anche se sono delle reazioni aspecifiche, in quanto valgono per qualsiasi agente causale del fenomeno infiammatorio; sono determinate da sostanze che il nostro organismo produce nel momento in cui inizia l’infiammazione. Le sostanze implicate nel processo infiammatorio sono 4: -Istamina: è la prima sostanza che interviene nell’infiammazione e svolge un’azione diretta sulle pareti dei vasi sanguigni dove determina un rilassamento della muscolatura dei vasi sanguigni che facilita l’arrivo di una maggiore quantità di sangue nella zona infiammata. -Serotonina: la cui azione è di collaborazione con la istamina sulla muscolatura dei vasi sanguigni. -Prostaglandine: sono un gruppo di sostanze che nel corso di infiammazione contribuiscono a determinare il rumor e il dolor. -Chinine: sono un gruppo di proteine che agiscono sulla muscolatura liscia dei vasi sanguigni provocando la dilatazione durante i processi infiammatori e intervengono anche nelle reazioni allergiche. 2.Immunità propriamente detta: è successiva al processo infiammatorio è generalmente è decisiva per l’eliminazione degli agenti esterni e quelli della scomparsa delle conseguenze provocate dall'aggressione da parte di agenti esterni. Mentre il processo infiammatorio è aspecifico ed agisce contro tutto quello che viene dall’esterno, l’immensità propriamente detta è specifica ossia agisce esclusivamente verso singoli agenti che aggrediscono l’organismo. Nell’ambito dell’immensità propriamente detta gli agenti aggressori vengono definiti antigeni normalmente indicati con la sigla Ag, questi Ag vengono riconosciuti da una particolare categoria di leucociti e in particolare dai linfocito( globuli bianchi )di tipo B i quali dopo aver riconosciuto l’Ag iniziano a produrre particolari proteine definite anticorpi normalmente indicati con la sigla Ab. I linfociti B per la loro azione di produzione di anticorpi vengono definiti cellule responsabili dell’immunità umorale-anticorpale. (Linfociti B producono gli anticorpi che vanno a finire nel sangue e cercano gli Ag per eliminarli). Gli anticorpi sono sostanze proteiche definite anche IMMUNOGLOBULINE la sua sigla è Ig. Gli anticorpi dal punto di vista della loro struttura sono formati da alcune porzioni: -parte o regione costante: in quanto presenta in tutte le categorie di anticorpi delle caratteristiche analoghe. -parte i regione variabile: così definita in quanto rende ogni anticorpo specifico per un singolo antigene. Le immunoglobuline vengono divise in 5 categorie principali indicate ciascuna con una lettera identificativa: -Ig A: è una categoria di immunoglobuline presenti in alcune zone particolari dell’organismo E in particolare sulla mucosa della bocca e sulla superficie degli organi dell'apparato respiratorio ed inoltre è presente in alcuni liquidi dell’organismo come le lacrime, la saliva e il latte materno. Data la loro presenza in queste sono particolari queste immunoglobuline hanno una funzione di barriera in quanto cercano di opporsi all’ingresso degli antigeni. -Ig D: svolgono una funzione importante per l’attività dei linfociti B. -Ig E: sono poco presenti nel sangue e sono più presenti nei tessuti e svolgono un’azione importante nel determinare le reazioni allergiche. -Ig G: sono le immunoglobuline presenti in maggiore quantità nel sangue ma vengono prodotte più tardivamente rispetto alle altre e rimangono nell’organismo più a lungo di tutte le altre e siccome passano dalla madre al bambino sono importanti nella immunità del neonato nell’arco del suo primo anno di vita. -Ig M: sono solitamente le immunoglobuline più precoci a comparire dopo l’arrivo dell antigene ma rimangono nel sangue circolante per periodi limitati di tempo. Le funzioni dell’apparato digerente sono 3: 1. LA DIGESTIONE DEGLI ALIMENTI 2. L’ASSORBIMENTO DELLE SOSTANZE NUTRITIVE 3. ELIMINAZIONE DI SOSTANZE DI SCARTO LA BOCCA ossia una cavità localizzata nella parte inferiore del volto. È delimitata da due strutture, una superiore e una inferiore, denominate labbra, costituite da tessuto muscolare rivestito da mucosa. Al suo interno, presenta 3 pareti principali: ● SUPERIORE = chiamata palato o volta palatina, che separa la bocca dalle fosse nasali. Il palato è diviso in due porzioni, una anteriore definita palato duro, perché formata da tessuto osseo; una posteriore definita palato molle, perché formata da tessuto muscolare. ● INFERIORE O PAVIMENTO DELLA BOCCA = formata da numerosi muscoli, al di sopra dei quali è appoggiata la lingua. La lingua è un grosso organo muscolare, che presenta due facce: 1. FACCIA SUPERIORE = rivestita da mucosa, sulla quale troviamo alcuni rilievi, definiti papille gustative, che rappresentano i rilevatori dei quattro gusti principali ossia, il dolce, il salato, l’amaro e l’acido. 2. FACCIA INFERIORE = rivestita da mucosa e al centro presenta una grossa piega definita frenulo linguale, la cui funzione è di fissare la lingua al pavimento della bocca, per evitare spostamenti non necessari della lingua. ● PARETE LATERALE = formata dai denti e dalle guance. Le guance sono formate da numerosi muscoli, definiti muscoli mimici, che permettono le espressioni facciali. All’interno della bocca, troviamo altre strutture importanti, definite ghiandole salivari, ossia delle ghiandole esocrine, che producono un secreto, definito saliva. La saliva è un secreto acquoso che contiene proteine, sali minerali, sostanze necessarie alla difesa dell’organismo, è un enzima particolare chiamato lisozima, necessario alla digestione di alcuni alimenti. Inoltre, la saliva presenta la funzione di impastare e lubrificare gli alimenti triturati dai denti per formare il bolo alimentare. La produzione di saliva avviene attraverso due gruppi di ghiandole: 1. GH IANDOLE SALIVARI MAGGIORI = in cui troviamo 3 ghiandole principali: ● la prima è definita ghiandola parotide, localizzata sotto l'orecchio e la cui saliva viene emessa sulla faccia interna della guancia; ● la seconda ghiandola è la ghiandola sottolinguale, localizzata nel pavimento della bocca, e la cui saliva viene emessa sul pavimento della bocca, accanto al frenulo linguale; ● la terza ghiandola è la ghiandola sottomandibolare, localizzata nel pavimento della bocca e la cui saliva viene emessa sul pavimento della bocca. 2. GH IANDOLE SALIVARI MINORI = costituite da una serie di ghiandole salivari contenute all'interno delle guance, delle labbra e del palato molle. FARINGE La porzione interessata all'apparato digerente è rappresentata dell'orofaringe, che inizia dalla parte posteriore della bocca e scende nel collo per proseguire come ipofaringe, che si congiunge con l'esofago. L'orofaringe è una struttura muscolare, rivestita da un epitelio stratificato ed ha la funzione di permettere il transito del cibo. ESOFAGO È un organo di forma tubulare, lungo circa 25 cm e con un diametro di 21 cm, che può raddoppiare durante il passaggio del bolo alimentare, grazie all'attività dei muscoli contenuti nella parete dell'esofago. L'esofago inizia nel collo come continuazione dell'ipofaringe, scende successivamente attraverso il mediastino, attraversa il diaframma, e sbocca nello stomaco. Nella zona di ingresso dell'esofago nello stomaco, troviamo una zona di tessuto muscolare, disposta a formare un anello, chiamato cardias, che permette il passaggio del cibo dell'esofago allo stomaco, ma non il suo ritorno all'esofago. La parete dell'esofago è formata da 4 tonache: 1. TONACA MUCOSA= rappresenta la tunica più interna ed è formata da una mucosa con un epitelio stratificato, questa mucosa si solleva per formare delle pieghe longitudinali che si distendono durante la dilatazione dell’esofago. 2. SOTTOMUCOSA = formata da tessuto connettivo, nel quale troviamo numerosi vasi sanguigni. 3. TONACA MUSCOLARE = formata da tessuto muscolare striato volontario, formata nella parte superiore dell’esofago e da tessuto muscolare liscio involontario, nella parte inferiore dell’esofago. Questo tessuto muscolare permette all'esofago, di compiere alcuni movimenti definiti movimenti peristaltici, che permettono la discesa del cibo lungo l'esofago verso lo stomaco. 4. TONACA AVVENTIZIA= tonaca più esterna dell'esofago costituita da tessuto connettivo che collega l'esofago alle strutture circostanti. STOMACO È un organo cavo, localizzato nella regione del fianco sinistro, ed ha una forma a sacco. Lo stomaco è diviso in 4 porzioni: 1. CARDIAS = corrisponde alla zona di passaggio tra esofago e stomaco. 2. FONDO = ossia quella porzione superiore dello stomaco a forma cupoliforme, appoggiata alla faccia inferiore del diaframma. 3. CORPO = costituisce la parte centrale dello stomaco e presenta due facce e due bordi: ● FACCIA ANTERIORE: è rivolta verso i muscoli che formano ● FACCIA POSTERIORE: rivolta verso la colonna vertebrale. ● PICCOLA CURVATURA: primo bordo, più corto e concavo ● GRANDE CURVATURA: secondo bordo più lungo e convesso ● PILORO= rappresenta la zona di passaggio tra stomaco e intestino. La parete dello stomaco è formata da 4 tonache: 1 . TONACA SIEROSA è la più esterna formata da una membrana epiteliale definita peritoneo viscerale che avvolge la superficie questa zona il colon ascendente, forma una curva, chiamata flessura colica destra che si continua con il secondo tratto del colon o COLON TRASVERSO: è una porzione disposta orizzontalmente e parte dal fianco destro, attraversa la regione ombelicale e arriva al fianco sinistro dove forma una curva, chiamata flessura colica sinistra o COLON DISCENDENTE: che parte dal fianco sinistro e percorre verticalmente la fossa iliaca sinistra. ● RETTO Ultimo tratto dell’intestino crasso, lungo solo 14 cm e termina con una struttura muscolare in cui il tessuto muscolare è disposto in maniera circolare, formando una struttura particolare chiamata sfintere anale, che regola l’emissione delle feci all’esterno. La parete dell’intestino crasso è formata dagli stessi strati in tutta la sua lunghezza, è formata da 4 tonache: ● TONACA MUCOSA Ossia la tunica più interna, formata da un epitelio monostratificato. La superficie della tonaca mucosa presenta numerose pieghe longitudinali. A differenza dell’intestino tenue, la mucosa dell’intestino crasso non presenta villi intestinali. ● TONACA SOTTOMUCOSA È formata da tessuto connettivo, in cui è contenuto un notevole numero di vasi sanguigni e nervi. ● TONACA MUSCOLARE È formata da tessuto muscolare liscio disposto a formare due strati: ▪ STRATO INTERNO In cui il tessuto muscolare è disposto in maniera circolare e determina i movimenti del contenuto intestinale definiti movimenti peristaltici. ▪ STRATO PIÙ ESTERNO In cui il tessuto muscolare è disposto longitudinalmente e forma 3 strisce muscolari definite tenie. ● TONACA SIEROSA È una membrana epiteliale definita peritoneo viscerale, che riveste tutta la superficie dell’intestino crasso. ORGANI ANNESSI ALL’APPARATO DIGERENTE Si tratta di due organi, separati dalle strutture dell’apparato digerente, ma che partecipano direttamente alle funzioni fondamentali dell’apparato digerente. Sono rappresentati da fegato e pancreas. FEGATO È un organo parenchimatoso, localizzato all'ipocondrio destro e presenta una superficie liscia e un colorito rosso bruno. Il fegato presenta 2 facce: ● Una superiore rivolta verso il diaframma ● Una inferiore rivolta verso il colon trasverso Risulta diviso in 2 porzioni asimmetriche, chiamate lobi, e questa divisione viene effettuata da una banda di tessuto connettivo, chiamata legamento falciforme. Sulla faccia inferiore del fegato, troviamo una struttura a forma piriforme, chiamata cistifellea o colecisti, la cui funzione è di contenere un liquido, prodotto dal fegato e definito bile. Al suo interno il fegato è formato da cellule definite epatociti affiancate l 'una alle altre e tra le quali transitano capillari sanguigni definiti sinusoidi. Gl i epatociti si raggruppano a formare le unità funzionali base del fegato chiamate lobuli epatici: al centro di ogni lobulo troviamo una vena, chiamava vena centro lobulare e raccoglie il sangue proveniente dai capillari s inusoidi. Dal punto di vista della funzione, il fegato è una ghiandola esocrina, perché produce un secreto rappresentato dalla bile. Il fegato interviene nell’utilizzo di numerose sostanze, utili per l’organismo: ● GLI ZUCCHERI In questo ambito il fegato: ▪ è in grado di catturare il glucosio proveniente dal cibo e di trasformarlo in glicogeno, che consiste in uno zucchero di riserva, che viene trattenuto dal fegato e ceduto all’organismo nei momenti di necessità e interviene sui grassi: partendo da prodotti provenienti dalla dieta, ▪ è in grado di produrre alcune molecole particolari rappresentate dal colesterolo e alcune proteine fondamentali per la costituzione dell’organismo BOH partendo dagli aminoacidi, introdotti con gli alimenti. ▪ produce alcune proteine essenziali per alcune funzioni dell’organismo, come ad esempio, le proteine della coagulazione del sangue; ▪ interviene nella inattivazione di numerose sostanze tossiche, provenienti da reazioni dell’organismo, oppure introdotte dall’esterno PANCREAS è un organo parenchimatoso localizzato al centro dell’addome BHO. Presenta una forma grossolanamente a martello, ed è suddiviso in lobuli pancreatici. Dal punto di vista delle funzioni, il pancreas viene considerato come una ghiandola che produce 2 tipi di sostanze: ● boh ● sostanze che compongono il SUCCO PANCREATICO Le principali sostanze sono rappresentate da 3 enzimi: ▪ TRIPSINA Interviene sulle proteine, trasformandole in amminoacidi. ▪ AMILASI PANCREATICA Interviene nella digestione degli amidi. ▪ LIPASI PANCREATICA Interviene sui grassi, trasformandoli in molecole semplici. LA DIGESTIONE È l’attività fondamentale dell’apparato digerente, viene svolta a diversi livelli grazie a numerose sostanze che agiscono sugli alimenti. Il primo livello della digestione avviene in bocca, grazie all’azione della saliva che impasta gli alimenti triturati dai denti e comincia la digestione degli amidi grazie all’azione della amilasi salivare. Il secondo livello avviene nello stomaco, grazie all’intervento dell’acido cloridrico che agisce sulle proteine tumori dell’intestino crasso. ● ECCESSIVO CONSUMO DI ZUCCHERO BIANCO Questo errore alimentare prevede l’utilizzo, fin dalla prima infanzia, di alimenti dell’industria dolciaria e di bevande zuccherate. Tutti questi alimenti comportano sia dei danni diretti provocati dagli zuccheri come ad esempio la carie dentaria, sia danni indiretti, in quanto questi alimenti determinano una eccessiva introduzione. Questo errore alimentare determina quindi danni a strutture dell’apparato digerente e determina un’altra patologia. ● ECCESSIVA INTRODUZIONE DI SALE La principale causa di questo errore alimentare è l’utilizzo eccessivo del sale da cucina; normalmente vengono utilizzati quotidianamente da ogni persona circa 15gr al giorno di sale, mentre la quantità di sale quotidiana per ogni individuo dovrebbe essere di circa 6gr al giorno. Nell’alimentazione quotidiana bisogna tener conto che tutti gli alimenti contengono una certa quantità di sale per cui bisognerebbe ridurre la quantità di sale aggiunto durante la preparazione de i cibi. • ABUSO DI SOSTANZE ALCOLICHE Questo errore alimentare è rappresentato da un uso eccessivo di tutte quelle bevande che contengono alcool. L’utilizzo di queste bevande determina alcune conseguenze: ▪ Eccessiva introduzione di kilocalorie ▪ Danni al fegato, in quanto sono responsabili della cirrosi epatica e di tumori al fegato ▪ Possono provocare danni al sistema nervoso, provocando situazioni di demenza alcolica ▪ Le sostanze alcoliche provocano frequentemente una situazione di dipendenza. Accanto a queste s ituazioni relativi al contenuto della dieta in senso qualitativo e quantitativo, es istono altri 3 possibili errori alimentari: ▪ Distribuzione dei pasti nell’arco della giornata: l’errore più frequente è rappresentato dall’abitudine di saltare la colazione; la colazione, infatti, rappresenta da sola circa il 25% dell’introduzione giornaliera di nutrienti, per cui la sua abolizione provoca danni all’organismo. ▪ Ambiente in cui si consuma il cibo: la assunzione di cibo necessita di un ambiente tranquillo, per cui è opportuno pranzare o cenare senza distrazioni rappresentate ad esempio, dalla lettura, dall’utilizzo del cellulare, o dall’utilizzo della televisione. La mancanza di tranquillità durante la alimentazione può influire negativamente sulla digestione. ▪ Preparazione e conservazione: una errata preparazione degli alimenti può determinare una alterazione di alcune caratteristiche del sapore, rendendo il cibo non commestibile; inoltre, alterazioni di preparazione possono determinare lo sviluppo di sostanze tossiche per il nostro organismo. Dal punto di v ista della conservazione degli alimenti, dobbiamo tener conto che una errata conservazione provoca danni degli alimenti, causati principalmente da sviluppo di batteri all’interno degli alimenti, e ciò determina nella maggior parte dei casi la produzione di sostanze tossiche per il nostro organismo; di conseguenza si dovranno mettere in atto adeguati metodi di conservazione, che possono essere divisi in due categorie: ● METODI FISICI D I CONSERVAZIONE Legati principalmente alla temperatura. In questo ambito possono essere utilizzate sia le basse temperature che le alte temperature; per quanto r iguarda le basse temperature s i utilizzano 3 modalità: ● REFRIGERAZIONE Conservazione ad una temperatura di 4 gradi che rallenta la possibilità di alterazione e la conservazione a questa temperatura è limitata nel tempo. ● CONGELAMENTO In cui la temperatura di conservazione è compresa tra i -18 e i - 23 gradi. Questo sistema permette la conservazione degli al imenti per periodi compresi tra 1 mese e 4 mesi, a seconda della temperatura di lavoro del congelatore. ● SURGELAZIONE In questo caso l'alimento viene sottoposto a temperature comprese tra i -30 e i -50 gradi e viene portato a queste temperature in un tempo molto breve, e questo procedimento solitamente è industriale per la produzione di alimenti che conserveremo a livello domestico a temperature comprese tra - 18 e -23 gradi. Congelamento e surgelamento sono procedimenti di conservazione utilizzati prevalentemente per cibi solidi. Non sono adatti per cibi liquidi che non possono essere conservati a temperature inferiori ai 2 gradi. Gl i alimenti congelati e surgelati devono essere scongelati prima del loro utilizzo a temperatura ambiente per alcune ore; inoltre, un prodotto decongelato andrebbe consumato totalmente e non ulteriormente ricongelato. Inoltre, gli alimenti congelati o surgelati devono essere mantenuti in involucri impermeabili Questo sistema permette la conservazione degli alimenti per alcuni giorni, in quanto determina l’eliminazione di tutti quei microrganismi che potrebbero alterare gli alimenti. Per quanto riguarda la conservazione delle alte temperature sono 3: ▪ PASTORIZZAZIONE È una metodica in cui l’alimento viene riscaldato ad una determinata temperatura per un tempo predefinito, tanto che, in base al parametro temperatura e al parametro tempo, possiamo distinguere due tipi di pastorizzazione: ➢ LENTA Con una temperatura di 65 gradi e un tempo di 30 minuti. ➢ RAPIDA Con una temperatura di 72 gradi per 15 secondi. Attualmente la pastorizzazione rapida è quella più usata, soprattutto per alimenti liquidi come il latte, i succhi di frutti e i sughi di pomodoro. ▪ BOLLITURA È il sistema più antico di conservazione delle alte temperature, con questa metodica, l’alimento viene portato ad una temperatura di 100 gradi per un determinato periodo di tempo, in relazione al tipo di alimento. ▪ STERILIZZAZIONE È un procedimento che permette la distruzione di tutti i microrganismi mediante un apposito apparecchio (ureteri, vescica, uretra). Per risolvere il problema dell'eliminazione delle sostanze di rifiuto intervengono diversi apparatti (quello digerente, quello respiratorio e la pelle). L'escrezione è quindi l'eliminazione delle sostanze del metabolismo, inutili o dannose, che si accumulano nel sangue. I principali prodotti dell'escrezione sono: • L'anidride carbonica, provieniente dalla respirazione; • L'urea, prodotta dalla demolizione delle sostanze azotate. L'escrezione avviene attraverso: • La pelle, che elimina l'acqua e sali in eccesso; • I polmoni, che eliminano l'anidride carbonica; • I reni, che eliminano l'urina. Gli organi principali dell apparato urinario sono rappresentati dai reni e dalle vie urinarie. I reni sono organi parenchimatosi localizzati nella regione del fianco destro e sinistro ed hanno una lunghezza di 12 cm, una larghezza di 6 cm e spessore 3 cm. Ciascun rene presenta due faccine e due bordi: le due facce sono definite faccia anteriore e faccia posteriore, mentre i due bordi sono definiti mediale e laterale. Il bordo mediale presenta al centro un’area definita ilo renale dove troviamo l’ingresso dell'arteria renale e l’uscita della vena renale e delle vie urinarie. Ciascun rene è circondato da una massa di tessuto adiposo chiamata capsula adiposa renale la cui funzione è di proteggere il rene stesso. Osservando il rene in sezione troviamo una divisione del rene in due zone una più esterna definita corticale nella quale troviamo le unità funzionali base del rene, è una zona più interna definita midollare nella quale troviamo le strutture di origine delle vie urinarie. La struttura funzionale base del rene è costituita dal nefrone che risulta composto da due porzioni, la prima è definita glomerulo e la seconda tubulo renale. Numerosi nefroni sono presenti all’interno della zona corticale di ciascun rene è rappresentano la struttura filtrante del rene stesso. Il glomerulo è composto da un gomitolo di capillari compresi tra due arterie ed ha la funzione di filtrare il sangue attraverso le cellule endoteliali che formano la parete dei capillari. Il prodotto di questa filtrazione è definito urina primitiva che dal glomerulo viene inviata al tubulo che è localizzato nella zona midollare del rene. Nel transito lungo il tubulo l’urina primitiva subisce numerose trasformazioni e in particolare viene recuperata una buona parte di acqua e vengono anche recuperare diverse sostanze come sali minerali e il recupero è condizionato dalle necessità dell’organismo e dall’intervento di due sostanze particolari: la prima sostanza è un ormone ADH che controlla il recupero di acqua in base alle esigenze dell’organismo, la seconda sostanza è chiamata aldosterone che controlla il recupero di sali minerali soprattutto di sodio e potassio. Al termine del passaggio nel tubulo l'urina primitiva diventa urina definitiva la cui quantità sarà di vita 1,5l al giorno. L'urina definitiva deve avere alcune caratteristiche specifiche in particolare: -il volume: il volume normale è di 1,5l al giorno, volumi maggiori o uguali a 2l al giorno indicano alterazioni della funzionalità del rene è in particolare del sistema di controllo attraverso ADH, volumi uguali i inferiori a 1l al giorno indicano danni al sistema di filtrazione da parte del glomerulo. -colore, odore, trasparenza: in condizioni normali l'urina definitiva presenta un colore giallo paglierino, un odore definiti aromatico anche in relazione con i cibi consumati e devono essere trasparenti. -peso specifico (è definito come il peso di un materiale diviso per il suo volume): il valore di questo dato in condizioni normali è pari a 1010 se più alto o più basso c’è qualcosa che non va. -pH: in condizioni normali il pH delle urine è influenzato dalla dieta, in condizioni normali di dieta il pH delle urine è compreso tra 5,5 e 7,5. -componenti normali presenti nell’urina: in condizioni normali sono presenti nelle urine alcuni componenti con percentuali specifiche e precisamente l’acqua con una percentuale del 96%, i derivati dell’azoto in una percentuale del 2%, i sali minerali in una percentuale del 2%. -contenuti patologici: si tratta di sostanze che le urine non devono contenere e tra queste sostanze ricordiamo le proteine (la presenza di proteine nelle urine indica sempre un danno a livello della filtrazione del glomerulo), zuccheri (la loro presenza nelle urine indica un eccesso di zuccheri nel sangue e la loro incapacità di essere utilizzati da parte di cellule e tessuti), cellule del sangue sia globuli rossi che globuli bianchi (la presenza di globuli rossi indica un danno della filtrazione a livello del glomerulo mentre la presenza di globuli bianchi indica la presenza di una infezione a livello del rene). VIE URINARIE sono costituite da una serie di organi cavi che raccolgono l'urina definitiva e ci permettono di portarla all’esterno del corpo, la prima struttura delle vie urinarie è costituita dagli ureteri uni destro e uno sinistro che originano dalla zona del ilo renale e scendo verso il basso percorrendo le due fosse iliache destra e sinistra. Essendo organi cavi la loro parere è formata da 4 tonache: la prima è la tonaca mucosa formata da un epitelio di transizione. La seconda tonaca o sottomucosa è formata da tessuto connettivo contenente vasi sanguigni. La terza tonaca o tonaca muscolare è formata da tessuto muscolare liscio. La quarta tonaca sierosa e che riveste la superficie interna degli ureteri. Il secondo tratto è rappresentato dalla vescica è un organo cavo impari la cui funzione e di raccogliere l'urina definitiva prima della sua emissione. La parete della vescica è formata da 4 tonache: La prima è la tonaca mucosa formata da un epitelio di transizione. La seconda tonaca o sottomucosa è formata da tessuto connettivo ricco di vasi sanguigni. La terza tonaca o tonaca muscolare è formata da tessuto muscolare liscio disposto con andamento circolare e questa muscolatura è in grado di dilatarsi durante la raccolta delle urine è di contrarsi nel momento di emissione delle urine La quarta tonaca è la tonaca sierosa che riveste la superficie dell’organo. Il terzo tratto definito uretra la cui funzione è quella di portare l'urina definitiva dalla
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