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Nascita Totalitarismo in Germania e Italia: Rivoluzioni Frustrate e Regimi Autoritari, Appunti di Storia Contemporanea

Come in Germania e in Italia si svilupparono tentativi rivoluzionari che vennero soffocati all'inizio, portando alla nascita di regimi autoritari. In Germania, l'Era di Spartaco e la figura di Rosa Luxemburg furono brutalmente repressi, mentre in Italia, il Paese non reagì adeguatamente alla trasformazione in un regime totalitario. Il documento traccia la nascita di nuovi partiti politici di massa, le agitazioni sociali e le reazioni violente delle istituzioni. In Italia, il Partito Fascista iniziò a crescere in maniera inaspettata, sfruttando la debolezza del governo e la disperazione della popolazione.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 11/05/2022

giorgiafurl
giorgiafurl 🇮🇹

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Scarica Nascita Totalitarismo in Germania e Italia: Rivoluzioni Frustrate e Regimi Autoritari e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! 1 STORIA DELL’EUROPA CONTEMPORANEA 01-03-2021 CONFRONTO STORIA ITALIANA E TEDESCA NEL SECONDO DOPO-GUERRA Sono i due paesi nei quali in Europa si sono sviluppate le due dittature più grandi del ‘900, fascismo e nazismo. Italia e Germania hanno avuto almeno in certi momenti della storia degli sviluppi paralleli: - Paesi Europei molto importanti che hanno raggiunto la loro unità nazionale molto tardi, nascono entrambi da numerosi stati frammentati, con forme di governo molto diverse à all’unità italiana (1861) mancano ancora il Veneto (annesso nel 1866), la Città di Roma (annessa nel 1870), Trentino-Alto Adige e il Friuli- Venezia Giulia (annesse dopo la 1 GM) à Germania non è uno stato unitario fino al 1871 quando viene proclamato il Secondo Reich, che dura relativamente pochi anni (fino alla fine della 1 GM à caduta del 2° Reich, quando Guglielmo II scappa in Olanda e la Germania diventa la Repubblica di Weimar - Italia e Germania (allora conosciuta ancora come Prussia) si aggregano intorno ad uno stato periferico à l’unità italiana avviene attorno al Regno di Sardegna (Dinastia Savoia) e l’unificazione tedesca invece avviene grazie ed intorno alla Prussia degli Rollenzonnen (?) - Entrambe le unificazioni avvengono anche grazie all’aiuto di due figure molto importanti, di due uomini politici à per l’Italia fu fondamentale per l’unione Cammillo Benso Conte di Cavour, che era ministro dell’agricoltura del Regno Sabaudo e che ha delle intuizioni per cercare di portare le potenze europee dalla parte dell’Italia e poi tutta, mentre per la Germania fondamentale fu Otto Von Bismark che ha una visione precisa di quel è lo scopo e di come raggiungerlo, lo scopo è l’unione della Germania e questa attraverso la sconfitta dei nemici (sia interni che esterni) che impediscono questa unificazione à i due erano quasi coetanei, Cavour muore pochi mesi dopo il raggiungimento dell’Unità Italiana e dunque non segue gli sviluppi della sua politica, mentre Bismark vive il periodo dell’unione e rimane in carica come cancelliere della Prussia dal 1862 al 1871, e poi della Germania fino al 1890, ha tempo di consolidare le proprie idee e i propri scopi - Italia à mancanza in Italia di una linea forte di governo, di fatti l’Italia nel primo decennio dopo l’unificazione si trova ad affrontare tutta una serie di problemi difficili da risolvere, tra cui: il brigantaggio a sud del paese à in Italia per contrastare a questi problemi post-unificazione si creò uno stato centralizzato, che non fu con il senno di poi la soluzione migliore da adottare. - Germania à si crea invece uno stato federale con i “land”, che hanno ognuno una propria amministrazione locale attenta ai bisogni personali di ciascun “land”, nonostante sono riuniti ad un’amministrazione centrale. - Brigantaggio al Sud Italia à lo stato centralizzato non sa come affrontare e risolvere questa situazione e l’unica cosa che fa è mettere in campo delle Leggi Speciali e facendo larghissimo uso dell’esercito per cerare di mantenere l’ordine pubblico e questo diede vita in Italia a due ordini di problemi molto gravi o all’interno di un’Italia liberale, vi erano questi elementi che erano palesemente autoritari e che propizieranno in qualche modo l’ascesa del fascismo negli anni successivi o disperdo di energie causerà anche un indebolimento dell’esercito italiani, che fallì nelle varie guerre coloniali nelle quali si trovò a partecipare l’Italia, con numero se sconfitte drammatiche (es. Sconfitta di Adua) - Germania invece fonda la Germania post-unitaria, fonda la propria forza sull’esercito che sarà un punto di forza, ma porterà rapidamente ad un eccesso di autoritarismo e militarismo. Germani verrà considerata poi responsabile della 1° GM e poi successivamente varrà duramente sanzionata al termine del conflitto - Altra cosa che contraddistingue questi due paesi è che da una parte abbiamo una stabilità politica (Germania dopo 150 anni ha avuto solamente una 50ina di governi, quindi una maggiore stabilità politica), mentre dall’altra abbiamo un’instabilità politica (Italia in 160 anni di unità ha avuto più di 130 governi diversi, ogni anno quasi un nuovo governo, con eccezione del periodo della dittatura fascista che dura circa 20 anni) 2 - Germania si fonda sull’aristocrazia terriera e all’inizio della sua storia trova i propri vertici, si civili che militari, in questa categoria à Italia invece c’è una divisione netta e profonda tra la parte Sud e la parte Nord del paese, per cui al Nord l’aristocrazia o la classe borghese dirigente preferisce dedicarsi ai propri interessi commerciali e all’industria ed è molto legata al fatto economico più che al fatto amministrativo, al Sud invece abbiamo un’aristocrazia basata sul latifondo che vive di rendita dei latifondi + la piccola media borghesia che va ad impegnarsi nel settore terziario e va ad occupare cariche politiche e statali, non orientata alla produzione e questo causa dei grossi problemi all’Italia - Elemento che riavvicina la storia di Italia e Germania à sono i due paesi che ospitano i due peggiori totalitarismo del ‘900, le due peggiori dittature, che sono Nazismo e Fascismo à sono due totalitarismi di natura molto simile e si basano sul controllo della popolazione, sul riarmo e sul mito del passato. Entrambe arrivano da situazioni difficili legata anche alla 1° GM, dove per l’Italia si parla di vittoria mutilata, mentre per la Germania la fine del primo conflitto mondiale si parla di “pugnalata alle spalle”, poiché la Germania è stata tradita dai suoi stessi rappresentati che non sono stati in grado di gestire la situazione - COSTITUZIONI o Italiana viene elaborata da un’assemblea costituente e che entra in vigore nel 1° gennaio del 1948, che è una costituzione che è stata approvata e studiata, molto bella ma che spesso non ha dato i risultati sperati o Germania nel 1949 (la parte ovest) si da una legge fondamentale “Grundgesechts” che è la formazione di uno stato basato sulla democrazia e sul federalismo, costituzione che al’ momento dell’unificazione con la parte Est del paese verrà mantenuta è applicata in tutto il paese 02-01-2021 FONTI Una delle cose importanti per lo storico sono le fonti à storico studia qualcosa che è passato, che non è più visibile. La storia contemporanea pone allo storico nuovi bisogni, necessità e quindi sono anche necessarie nuove fonti à una volta si chiamavano non tradizionali, ora sono fonti di uso comune. Le fonti sono la risorsa strategica della ricerca storica, senza queste lo storico non può avere strumenti per procedere nel suo lavoro. Lo storico si basa su fatti e fonti che riescono a trasmettere le domande e le inquietudini di un tempo passato e a renderle attuali. Questo cambiamento della prospettiva dello studio della satira è avvenuto tra anni 60 e 70 del 900 e soprattutto all’interno della storiografia anglosassone (in particolare americana) à soprattutto gli interessi degli storici americani sono cambiati, si sono allargati e estesi anche ad argomenti non tradizionali. Prima si studiavano solo grandi avvenimenti e personaggi, ci si inizia a interessati ad argomenti più ristretti à storia delle donne, della famiglia, della sessualità. Per fare questo non è possibile servirsi di strumenti tradizionali à oggetti materiali e fonti scritte, documentarie. Lo storico utilizza le fonti che meglio si adattano all’epoca che sta studiando e agli interessi che ha (es. se si occupa della storia di uomo politico sono importanti le carte di archivio, discorsi ufficiali, leggi che politico ha sottoscritto). Quando si vuole fare una ricerca intorno a un argomento si deve essere in grado di trovare e utilizzare tutte le fonti di cui si ritiene di aver bisogno e capire qual è la struttura gerarchica di queste fonti (quale è più importante). Quando ci si occupa di storia politica o storia delle ideologie nazionali ci si trova difronte a fonti che sono più importanti o meno importanti à studiando le ideologie/questioni politiche sono più importanti i documenti che troviamo negli archivi. (Con parola documenti ci si riferisce alle carte prodotte da una persona o un ente à leggi, discorsi politici ecc.). 5 08-03-2021 Fonti internet à le più nuove e recenti, sono largamente e facilmente disponibili. Il fatto che siamo continuamente connessi è qualcosa che ci favorisce o alla lunga ci danneggia? Sul lungo periodo non possiamo ancora dare una risposta. Questo flusso continuo di informazioni ci condiziona à per molti si parla di regressione nell’apprendimento, nell’alfabetizzazione, per la popolano italiana si parla di analfabetismo di ritorno à fino a un certo punto della nostra storia in molte zone della penisola l’istruzione primaria era difficoltosa (soprattutto Sud ma anche zone rurali del Nord) à analfabetismo significa non essere in grado di leggere e scrivere, erano coloro che non avevano avuto accesso neanche alla scuola dell’obbligo (a causa di povertà, bambini dovevano aiutare in casa lavorando). Oggi in questo mondo così tecnologizzato parliamo di analfabetismo di ritorno (o ritorno all’analfabetismo) à molti non sono in grado di capire quello che vedono o leggo oppure danno un significato stravolto a quello che leggono à eccesso di informazione crea il suo esatto contrario à rigetto dell’informazione. [Luddismo = rifiuto delle tecnologie] Fonti audiovisive à in ordine abbiamo cinema, televisione e internet à fanno parte della nostra quotidianità ma spesso non li considerano come fonte per lo studio della storia. Questi mezzi di comunicazione ci trasmettono tutta una serie di altri aspetti della realtà, ci trasmettono informazioni e ci trasmettono divertimento. All’intero del prodotto cinematografico possono esserci informazioni che possono arricchire il nostro vissuto à cinema ah valore documentario à da una parte ci influenza e dall’altra può diventare fonte storica. Questi documenti audiovisivi oggi sono utilizzati dagli storici per ricostruire alcuni aspetti de passato, ma vengono utilizzati anche dalla mediazione di chi non è storico, non è specialista à gli storici non son gli unici che possono entrare in contato con le fonti audiovisive, tutti possono entrarci in contatto, studiarli e divulgarli. Lo storico che intende studiare il passato deve imparare ad usare quel materiale che è diverso dal materiale tradizionale. Una volta avere accesso ai materiali filmarti era relativamente complicato, ora è facilissimo. Storico doveva redigere un nuovo testo dopo aver letto i documenti à se documenti erano cartacei si passa da testo scritto a testo scritto; nel momento in cui il documento è audiovisivo lo storico fa un passaggio in più, deve portare sulla pagina scritta qualcosa che è in movimento. Il cinema non è una cosa omogenea, è fatto di tante professionalità che collaborano assieme e che danno vita a un prodotto (industria cinematografica è una industria ed ha tutte le regole di un’industria). La prima cosa sulla quale lo storico deve interrogarsi è: come è fatto un film? Regista e montatore decidono che parte della pellicola tenere e qualche buttare. Il regista è l’autore (assieme allo sceneggiatore, autore dei dialoghi), è colui che pensa come il film dovrà risultare alla fine à autorialità. [Epoca d’oro cinema hollywoodiano dagli anni 30 agli anni 50 à tempo ideale 1h30min] Il montaggio, la scelta che il regista e montatore Fanon di cosa tenere o eliminare, può rappresentare un problema per lo storico perché alcune inquadrature sono state eliminate à lo storico deve interrogarsi perché viene mostrato qualcosa e qualcosa no. La sensibilità varia a seconda delle epoche storiche e dei paesi. 6 09-03-2021 Informazioni rispetto a come è fatto un film à prodotto industriale che come ultimo scopo ha quello di vendere ed essere visibile a molte persone per rientrare nei costi ed essere proficuo e produttivo. Una delle caratteristiche fondamentali del film è il montaggio, di girano molte più ore di pellicola di quante poi effettivamente vendono montate e mostrate à montaggio mette di fonte ad un primo problema “autorialità”, ossia il libero arbitrio del regista, la storia è raccontata secondo lo stile e l’idea del regista o del produttore (= colui che mette il denaro per realizzare la pellicola, e che quindi ha molta vice in capitolo. Altro aspetto interessante del cinema è quello della colonna sonora che accompagna scene e situazioni à giovano un ruolo importante nella formazione delle impressioni del pubblico: - Sonoro naturale à quello che la scena ha indipendentemente dalla musica che si mette à rumori che il protagonista sente nel moneto in cui viene girata la scena - Sonoro artificiale à messo come commento musicale alla scena successivamente, da l’input alle sensazioni che io voglio trasmettere al pubblico, induce il pubblico a sviluppare un certo pensiero, prepara lo spettatore ad avvenimenti successivi Tutto ciò è fatto per tenere lo spettatore inchiodato alla storia, crea una simbiosi spettatore-storia, cra una certa empatia e condivisione di sentimenti. Notizia data nuda e cruda VS Notizia data da una certa testata televisiva (fatto ieri) - Articolo commenta e attira il lettore à con un titolo a sensazione (spesso il titolo può anche essere ingannevole per indurre il potenziale lettore e leggere la notizia) Una stessa storia può essere raccontata in mdi diversi a seconda di chi la racconta, come, dove, in che epoca la racconta e con quale scopo la si vuole raccontare. La ripresa è qualcosa di grezzo, materia da lavorare à il film finito è poi una sorta di interpretazione di un dato punto di vista (solitamente del regista). Lungometraggi = sono narrativi, raccontano una storia (che può essere già esistente) Film di informazione = servono per raccontare qualcosa, hanno un referente sempre, ossia un elemento concreto del mondo esterno a cui fanno riferimento e grazie al quale la storia è sviluppata e viene raccontata (es, una gara sportiva, una partita di calcio, un qualsiasi evento) à guardandolo so più o meno cosa aspettarmi da questo tipo di film. È un riflesso di un avvenimento che c’è stato. Film di finzione = è stato costituito un team per raccontare una storia, è una storia scritta, che spesso parte da un romanzo e viene rielaborata à si crea un gruppo di attori, scrittori, regista e produttore che si mettono insieme per realizzare il prodotto finale (non c’è una ragione esterna come per il Film di Informazione, ma nasce da un’idea e intorno a quest’idea si sviluppa e viene portata a termine) à guardandolo non so cosa mi aspetto, poiché non segue un evento estrano, ma bensì racconta una storia, quindi devo essere in grado di catturare l’interesse del pubblico e mantenere l’attenzione fino alla fine del mio film (stupire, non annoiare il pubblico). È un lavoro autonomo, che rappresenta un universo chiuso Doppiaggio = fondamentale, gli italiani sono maestri assoluti nel doppiaggio di film e serie TV - “The Nanny” à nella versione italiana la tata è ciociara, si ritrova a NY ed è circondata da strane figure di zie eccentriche à la versione americana è invece legata alla comunità ebraica di NY. - Chi ha comprato la serie ha ipotizzato che la versione originale non era adatta al mercato italiano e quindi molti dettagli sono stati cambiati per renderlo più adatto al mercato italiano (creazione di un impatto migliore per il mercato italiano, di modo tale da non annoiare il pubblico) 7 Fondamentale per il cinema è il rapporto che si deve mantenere con il pubblico à non urtare il pubblico, non dire e fare cose che possano infastidire o rappresentare degli eccessi. Tre gruppi principali di persone su cui concentrare la propria attenzione (per Case Cinematografiche di Hollywood): - Uomini - Donne - Film che possono andare bene un po’ per tutti (= Tertium Quid) Genere cinematografico à è qualcosa che si intuisce in modo molto diretto dagli elementi del film: - Plot à intreccio e storia - Setting à luogo dove la storia si svolge - Characters à i personaggi che possiamo trovare nel film Queste cose sono molto fisse, ma allo stesso tempo anche molto intercambiabili. Si cerca sempre di soffermarsi su pochi e ben definiti campi di interesse ai quali la gente è abituata L’Italia ha delle storie incredibili da raccontare, che spesso non vengono raccontate à importanti sono per esempio le storie dell’800, con le varie guerra di indipendenza che hanno poi portato alla successiva unificazione del nostro paese (non sono mai state raccontate queste storie). Nel momento in cui io regista voglio raccontare una storia devo iniziare chiarendo e separando ciò che è attendibile da ciò che non lo è à spesso in molti film storici o film che percepiamo come storici, troviamo dei personaggi che non sono esistiti, personaggi verosimili. Altra cosa importante è stabilire una cronologia degli eventi à gli anacronismi non sono sempre tollerati, bisogna stabilire una cronologia degli eventi e non commettere errori cronologici. Altra cosa importante è che la storia è la memoria che un paese ha del proprio passato e quindi il funzionamento della memoria dipende anche dal momento storico in cui il paese si trova al momento della creazione del film à quando una storia viene ripresa a molti anni di distanza le prospettive potrebbero cambiare e distorcere la percezione dei vari eventi. Vanno tenuti presente quindi: - Il momento della narrazione à il momento in cui viene raccontata - La storia raccontata Il lavoro di chi realizza film è in gran parte condizionato anche dell’organizzazione del periodo a cui ci interessiamo. All’interno della società vi sono poi gruppi ed ognuno di questi ha una propria versione e lettura del passato e spesso la sostiene! La storiografia è utile per capire come una data società ha definito sé stessa e come ha interpretato la propria situazione, la propria storia passata, la sua memoria. I leader ci hanno lasciato le loro testimonianze dirette, la gente comune spesso e volentieri no quindi è necessario rivolgersi ad altri materiali e quindi rivolgersi anche al cinema à è importante capire anche il genere in cui un certo film si colloca, perché ogni genere cinematografico ha delle proprie caratteristiche e ci d delle chiavi di lettura diverse per poter leggere in modo accurato e significativo un film. Registi spesso per far capire al pubblico che un film è storico scelgono di utilizzare alcuni dettagli esplicativi e vanno sottolineanti in modo chiaro alcuni eventi e la loro natura storica. Un film in generale non può avere la pretesa di riprodurre perfettamente il passato, non è una verità assoluta. - Mette delle letture su Ariel à da leggere se vogliamo per approfondire il tema 15-03-2021 FILM – “C’ERAVAMO TANTO AMATI” Differenze e similitudini tra storia italiana e storia tedesca: 10 § 1919 elezioni durante le quali i liberali perdono la maggioranza e c’è un successo dei socialisti e dei popolari cattolici § Giolitti viene chiamato a potere à risolve la questione di Fiume § In questo momento di incertezza instabilità per la classe politica, ma anche economica fa leva il Fascismo che progressivamente tra il 1920-21 che comincia a diventare e a dimostrare di essere anti-socialista à iniziano azioni contro gli esponenti delle leghe rosse della zona agraria padana § Fascisti vengono usati dalla classe dirigente per scardinate le agitazioni e il fascismo cresce in maniera inaspettata § C’è un tentativo da parte di Giolitti di usare il fascismo per ridurre alla ragione socialisti e popolari à sfruttamento di questi apparati para-militari § Fascismo comincia a raccogliere molti consensi soprattutto tra persone che non sopportavano più il controllo socialista nelle campagne § Maggio 1921 elezioni à i fascisti hanno una prima legittimazione politica, approfittano della debolezza dei governi liberali per diventare protagonisti § Agosto 1922 in risposta di uno sciopero che voleva affermare i diritti dei lavoratori à i fascisti dimostrano la loro forza e Mussolini diventa quindi una figura sempre “importante” § Camicie nere cominciano ad entrare a Roma, primo ministro di allora va dal Re per firmare lo Stato d’assedio e mobilitare l’esercito à Re non lo firma, dà a Mussolini l’incarico di formare il nuovo governo = fine definitiva dello Stato Liberale § Mussolini esercita una politica autoritaria soprattutto contro io movimenti operaio à fondazione Milizia e Gran Consiglio de Fascismo + continua a promettere la normalizzazione, ossia una volta risolte le agitazioni le cose sarebbero ritornate al loro posto e ha infatti in quel momento l’appoggio del Papa, dei Liberali, è appoggiato anche dal Potere Economico del paese à lo vedono come un baluardo contro l’avanzata dei comunisti e dei socialisti § 1924 elezioni à ulteriore rafforzamento Fascismo e qui avviene la svolta determinata dal fatto che a seguito di queste lezioni e del discorso che Matteotti fa denunciando le violenze squadriste e denunciando i brogli elettorali --< Matteotti viene rapito e assassinato e questo è il momento in cui si potrebbe tornare indietro (= sdegno del paese) § Le opposizioni abbandonano la Camera à l’opposizione è troppo debole per mettere in crisi il governo di Mussolini § 3 gennaio 1925 à Discorso al Parlamento dove minaccia di usare la forza contro le opposizioni e in questo modo riconquista potere e si comincia a passare alla Dittatura § Tra 1925-26 ci saranno una serie ci cambiamenti che portano fine allo Stato Liberale e quindi trasformazione completa del totalitarismo + sciolti tutti partiti tranne quello fascista § Regime fascista a partire della fine 1926 diventa un regime reazionario a tutti gli effetti, Stato Autoritario basato sul consenso di massa à partito coinvolge soprattutto i ceti medi § Cresce il partito numericamente § Fascismo riesce ad avere una grande forza di attrazione sulle masse à sia perché usa la forza, sia perché crea delle strutture che riescono in qualche modo ad attrarre la massa anche in modo subdolo § Sapiente utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa à cinema = regime crea una vera e propria cittadella a Roma (Cinecittà) dove si girano pellicole + Istituto Luce che crea 11 una serie di mini-documentari che negli an ni del fascismo hanno come protagonista il Duce per esaltare e glorificare il Fascismo e la figura del Leader + la radio è fondamentale perché attraverso questa vengono trasmessi i discorsi di Mussolini per tutto il paese § Italia scivola nella dittatura precocemente - 1922 in Russia nasce il primo nucleo dell’URSS - Europa fine anni ’20 sembrava che la situazione stesse andando pian piano normalizzandosi, anche in Germania - L’economia tedesca è strettamente legata all’economia americana (come un po’ tutta l’Europa) à a seguito di questa esplosione dell’economia americana e degli investimenti che gli americani avevano fatto in Europa (minuto 01.21, ma penso inutile) - Crisi finanziaria americana successivamente fa collassare anche le economie europee (tra cui Austria e Germania) à inizia anche simbolicamente la decadenza della Gran Bretagna = traballa la sua figura di banchiere del mondo, tutti sono impreparati ad affrontare questo e comincia una grave crisi in Europa - Crisi parte dagli USA e coinvolge mondo occidentale porta al successo del Nazismo in Germania, è una crisi che non risparmia nemmeno i paesi economicamente più avanzati 16-03-2021 Film che rientra in uno dei generi cinematografici più popolari di quegli anni, ovvero la commedia all’italiana. Neorealismo = è qualcosa di estremamente originale e negli anni dell’immediato dopo guerra si presenta non solo nel cinema, ma anche nella narrativa italiana. Gli anni tra le due guerre sono gli anni che vedono sorgere in Europa diversi tipi di totalitarismo, ci si rende conto che i governi tradizionali che hanno retto l’Europa non sono più sufficienti a guidare e controllare la situazione dei paesi. Regimi tentano di porsi come dimostrazione che è possibile un nuovo ordine politico à problema è che questi governi sono governi dittatoriali che accentrano il potere nelle mani di un capo/leader. Capo in cima e poi tutta una serie di uomini fedeli a questo capo carismatico à popolazione viene regimentata in tutta una serie di gruppi che servono a tenere occupata la popolazione (anche il tempo libero viene in qualche modo fissato e controllato à la vita viene totalmente controllata e manovrata). C’è anche un rigido controllo mezzi d’informazione e della cultura che vengono controllati da organi preposti, che impongono le notizi da dare (scelgono cosa far sapere alla popolazione e cosa nascondere). Sui giornali è raro trovare racconti di qualcosa che potesse ledere l’immagine del regime. Regimi cercano un piano economico e sociale che rappresentasse una terza via tra capitalismo e comunismo à questa terza via non presa mai veramente piede, risulta inconsistente nei fatti, ma l’idea ha un forte livello di attrazione per gli strati sociali intermedi della popolazione (grande borghesia). Borghesi industriale e agraria furono i maggiori fautori dell’ascesa di questi regimi, considerati in grado di mantenere un certo ordine sociale (che nei primi anni post-guerra si stava sgretolando) à assecondano semplicemente i propri interessi personali. Ceti medi che sono internamente diversificati: - Giovani in cerca di stimoli e di nuove avventure - Piccoli intellettuali che avevano bisogni di nuove certezze e di un riconoscimento all’interno della società - Piccola borghesia delusa da solo la situazione era stata gestita dai partiti liberali e democratici del loro paese, ma al contempo erano spaventati da una possibile svolta verso la sinistra. Fascismo e Nazismo danno una nuova prospettiva a questi ceti medi, un’idea di appartenenza e la possibiltà di poter essere riconosciuti. 12 C’è anche la convinzione che appartenere ad un gruppo li metta in una condizione di poter essere inseriti in una struttura sociale basata sul merito. Leader indicano chiaramente alle popolazioni un nemico à obiettivo chiaro da combattere e raggiungere. Sono tutte caratteristiche che fanno ci che questi paesi abbiano l’opportunità di combattere il senso di annichilimento, di impotenza e anonimati provocato dai processi di massificazione che la società aveva messo in atto in quegli anni à resistenza contro la società di massa, anche se in modo contraddittorio si tende ad esaltare alcuni aspetti di questa società, usando certe caratteristiche per riuscire ad entrare nei consensi della popolazione. Furono abili con i mezzi di propaganda, informazione e istruzione e anche a sfruttare tutte le associazioni (soprattutto quelle giovanili = giovani erano visti come un’opportunità per la patria, uno strumento da utilizzare). Regimi riescono ad adattarsi alle caratteristiche della società di massa e sfruttarne al meglio i meccanismi nel modo più produttivo per raggiungere i propri scopi. Regimi hanno la pretesa di dominare in modo totale sulla società, di avere il controllo totale sulla società di modo da condizionare i comportamenti dei cittadini e forgiarne e plasmarne la mentalità. Il punto di partenza di entrambe le dittature avviene in co-comitanza. Hitler primo tentativo che fa è a ridosso del 1923, in un momento di grave instabilità della società à inflazione alle stesse., alta disoccupazione nel panorama tedesco. Tenta un colpo di Stato (Colpo di Monaco). Hitler era il capo di una piccola associazione, che era una specie di partito politi/gruppo paramilitare, che vave un programma nazionalista e un po’ confuso dal punto di vista della strategia, non aveva ancora un programma ben definito. Hitler passa da essere un personaggio sottovalutato ed insignificante ad arrere un leader mondiale estremamente temibile à 1933 dopo 10 anni diventa il leader di un partito che rappresenta almeno 1/3 dell’elettorato tedesco e in quell’anno riceve l’incarico di formare il governo. Fino al 1929 (Crisi di Wallstreet) le cui conseguenze ricadono su tutti i paesi in cui gli Usa avevano investiti e soprattutto ricade sull’Europa Occidentale à fino a quel momento il partito era marginale e molto spesso si serviva della violenza contro gli avversari politici à partito fondava la sua forza su una formazione armata. Hitler in prigione ha avuto modo di riflettere à partito aveva bisogno di un volto e riesce ad ottenere poi il sostegno finanziario anche da ambienti vicini all’industria tedesca. Si da dei punti molto chiari per il suo programma: - Denuncia al trattato di Versailles che aveva giudicato la G come prima responsabile della 1 GM + ingenti danni di guerra da pagare, depotenzializzata dal punto di vista militare (esercito ridotto) - Riunire tutti i tedeschi in una grande Germania à ci sono popolazioni che non fanno parte della Germania, prima di tutto gli austriaci (lui aveva origini austriache), vi erano popolazioni che parlavano tedesco, ma che non facevano parte della Germania - Altro nemico erano gli Ebrei, perché detentori del grande capitale e quindi visti come nemici del popolo tedesco - Fine del sistema parlamentare che Hitler ritiene corruttore della società tedesca - Tutto questo è contenuto nel libro di Hitler “Mein Kampf” - Idea della razza ariana come razza superiore che è stata inquinata da un rimescolamento di razze considerate inferiori à popolo tedesco ha queste caratteristiche per lui ed è destinato a conquistare e dominare il mondo - Ebrei erano ritenuti responsabili dei danni finanziari della Germania + gli venne attribuita la colpa del bolscevismo/comunismo che secondo Hitler nasce da loro poiché ne sono i portatori. 15 L’Italia nella 2 GM aveva avuto una grande prova di forza di volontà, aveva combattuto con orgoglio soprattutto durante la guerra partigiana, eppure nel dopoguerra di questa forza di volontà ne rimane ben poca. Tutto ruota attorno a questi tre personaggi, che sono molto diversi tra di loro: - Gianni (avvocato) - Antonio (il portantino dell’ospedale) - Nicola (intellettuale di sinistra) Questi 3 personaggi rappresentano le contraddizioni di quella generazione che ha combattuto la guerra e che nonostante la guerra l’abbiano vinta, hanno in loro un senso di sconfitta e di rimpianto, perché non sono riusciti a trasportare nel dopoguerra quegli ideali per i quali avevano combattuto à sentono a livello conscio che quegli ideali erano stati traditi, che la “società giusta” per la quale combattevano è rimasto un obiettivo non raggiunto. Film ha una sceneggiatura perfetta, scritta dallo stesso Ettore Scola + due grandi sceneggiatori dell’epoca (Ditta Age e Scarpelli à erano nell’immaginario collettivo dell’epoca al cinema più commerciale e comico, ma si dedicano in quegli anni alla commedia all’italiana e sono bravi a raccontare un’Italia che deve scendere a patti con sé stessa). In questo film raccontano di questa Italia che deve scendere a patti con se stessa, e lo fanno raccontando su due binari paralleli gli eventi pubblici e i sentimenti intimi dei protagonisti, che arrivano ad avvicinarsi qualche volta, me non arrivano mai davvero ad incontrarsi effettivamente nelle avventure e disavventure dei personaggi à questi personaggi, nel dopoguerra vivono una sorta di smarrimento, si trovano straniti da quello che succede. È importante notare che questi 3 personaggi rappresentano una simbologia molto schietta, perché ogni personaggio principale ha con sé una certa immagine del loro essere e del paese à ognuno di loro è simbolo/metafora di una certa porzione dell’Italia del dopoguerra. Abbiamo il personaggio di Antonio (attore: Nino Manfredi), che è forse quello più risolto tra i tre, quello che è riuscito a conciliare al meglio quello che era con quello che avrebbe voluto essere à è quello che riesce a rimanere più saldamente ancorato a quei principi per i quali ha combattuto durante la guerra: - È iscritto al Partito Comunista e riesce per tutta la sua vita a non scendere a patti, a non svendere i propri principi di fronte ai repentini cambiamenti di cui è spettatore à cambiamenti repentini che avvengono all’interno della società italiana di quegli anni - Riesce sempre a confrontarsi con le varie difficoltà che la vita gli pone davanti, senza svendere la propria natura - Accetta di essere discriminato sul lavoro, lavora in un ospedale dove le suore sono padrone (§Italia dove la chiesa ha un peso), ma non arriva a cambiare per ottenere un miglioramento/avanzamento di carriera lavorativa - Decide di continuare a combattere la sua guerra per avere una società più giusta e per rivendicare i suoi diritti, e lo fa dal basso con gli strumenti che sono a sua disposizione - Verso la fine del film lo vedremo fare una cosa comune di quegli anni à mettersi in file di notte per garantire l’iscrizione a scuola ai propri figli - Combatte non solo una lotta dal punto di vista lavorativo e sociale, ma è anche uno che combatte continuamente per i propri sentimenti à è quello dei tre più realizzato anche dal punto di vista sentimentale à anche in questa battaglia di sentimenti di barcamena per 30 anni, perché il suo rapporto con Luciana è riuscito a costruirsi à Luciana fa un percorso anche lei di adeguamento, è il miglior uomo possibile che possa avere, colui che le può garantire una certa stabilità emotiva - Antonio è il personaggio più positivo, più idealista, ma non è idealista in modo sterile, è concretamente idealista, scende a patti con quello che è che può essere, sia dal punto di vista lavorativo/sociale sia dal punto di vista sentimentale 16 Un altro personaggio è quello di Gianni (attore: Vittorio Gasman à che è uno delle maschere principali della commedia all’italiana): - Durante la resistenza e quindi durante la sua giovinezza, è stato probabilmente tra i tre quello più idealista, ma nello svilupparsi della storia è quello che poi scende più a patti con il potere, non vuole sacrificarsi per i propri ideali - Attirato dalle sirene della ricchezza e del boom economico, scende a parte con il potere spesso anche andando contro gli stessi ideali per i quali lui aveva combattuto durante la guerra - Sceglie di mettere da parte le proprie idee, ideologie e i propri sentimenti, perché ha la forte volontà di seguire le ambizioni che non sono sempre ambizioni nobili à la sua indole è profondamente individualista - È incurante dei sentimenti degli altri (degli amici e delle donne che lo amano) - Alla fine della guerra diventa avvocato, e invece di sfruttare la sua professione in modo positivo e produttivo seguendo gli ideali per i quali aveva combattuto e che aveva portato avanti durante la resistenza, si allea con uno che approfitta del boom economico, un “palazzinaro” (attore: Aldo Fabrizzi) à questo palazzinaro che è un simpatizzante fascista e che quindi è molto lontano da questi ideali di libertà, uguaglianza e di un mondo più giusto per i quali lui aveva combattuto - Per convenienza abbandona anche Luciana, che sembrava un grande amore per il quale sembrava disposto anche ad abbandonare l’amicizia con Antonio - Abbandona Luciana perché si crea la prospettiva di arricchirsi, elevarsi socialmente e di entrare in certi giri che contano nella capitale à gli si propone l’occasione di sposare le figlia del “palazzinaro (Elide) la sposa solo per interesse, vuole una vita agiata, vuole migliorare la sua condizione economica, vuole allontanarsi dagli ambienti dai quali proviene ed entrare in quei giri giusti, ma in realtà non ama Elide - Gianni ama sé stesso à ma è sempre sul filo del rimpianto, sa benissimo che avrebbe potuto essere una persona migliore, ma che ha rinunciato di esserlo per la villa con la piscina e la vita agiata - È il “traditore” à dei suoi principi in primis, dei suoi amici e delle sue donne (sia di Luciana, ma anche di Elide in qual modo) Il terzo personaggio è Nicola (attore: Stefano Sattaflores), è l’intellettuale del gruppo che rispecchia quei movimenti di sinistra che ruotavano intorno al partito comunista dell’epoca. - Pur appartenendo ad un partito di massa non vuole confondersi con la massa - È un intellettuale che sulla lunga distanza non usa le sue capacità per metterla a servizio per costruire un mondo più giusto à si rivela assolutamente inadatto ad interpretare il cambiamento in atto della società, è immobile sulle sue posizioni ed è incapace di accettare qualunque tipo di cambiamento - Incapace di ridimensionare il suo ego smisurato, si ritiene molto più importante perché si considera intellettualmente superiore agli altri à ma in realtà non lo è - Ci dà l’impressione di essere una figura inutile, elemento di disturbo, è capace solo di fare critiche non costruttive che poi però non mette in atto - Per seguire le sue ambizioni lascia la famiglia e il lavoro, per seguire ambizioni che poi non arriva a raggiungere - Va a Roma perché vuole scrivere di cinema, ma si riduce a fare il critico cinematografico che non ha nemmeno la possibilità di firmarsi con il suo nome à quando qualcuno legge le sue critiche non sa nemmeno chi sta leggendo, chi scrive la critica (è un uomo senza nome) - Forse solo alla fine del film sembra prendere coscienza che la sua vita è molto diversa da quella che avrebbe voluto e che ha avuto una serie fallimenti dal punto di vista lavorativo, dal punto di vista umano (non è riuscito a tenere insieme la sua famiglia) e anche fallimento politico (quegli ideali che aveva combattuto durante la resistenza si sono sfaldati) L’ultimo personaggio, che non fa parte proprio del gruppo dei tre amici, è quello di Luciana, intrepretata da Stefania Sandrelli. Donna che si è alla fine stabilizzata. 17 All’inizio è una figura credulona, ingenua e fragile che insegue la moda del momento e le ambizioni cinematografiche, come era molto comuni per le giovani donne in quell’epoca. Tenta il suicidio per amore di Gianni, che l’ha tradita à alla fine trova una sua dimensione creandosi una famiglia normale con un marito che è buono e giusto che le vuole molto bene. Non è il grande amore da film à alla fine ha questa stabilizzazione in una vita tranquilla e neutra. Molti nella figura di Luciana hanno letto una metafora della società italiana, che ad un certo punto dopo aver seguito i propri sogni e le proprie ambizioni, rinuncia a tutto quello che non è palesemente realizzabile ed accetta una serie di compromessi per riuscire a vivere e a sopravvivere. Questo film e questi personaggi rappresentano una rivoluzione all’interno del panorama della commedia all’italiana e questo film rappresenta davvero un’innovazione per lo stile del racconto e per il modo di scrivere un racconto per il cinema. 22-03-2021 Continuo Film – “C’eravamo tanto amati” Commedia all’italiana à genere che aveva a grandi linee caratteristiche del film di commedia, che aveva connotazione all’italiana à volontà di scrivere difetti e miserie umane dell’italiano medio che riesce a cavarsela scendo a patti con i propri principi. È considerato il capolavoro di Ettore Scola à raggiunge vette altissime all’interno del cinema e della commedia italiana. Portando anche innovazioni nel modo di raccontare la società italiana di quel periodo. Utilizzo del meta-linguaggio à meta-cinema = il personaggio si rivolge, durante alcune scene, direttamente allo spettatore. Questo film porta una serie di innovazioni nello stile e nel racconto e della commedia all’italiana: - Le voci narranti si alternano per raccontare la porzione di realtà che meglio conosce e che meglio può spiegare al pubblico/spettatore à c’è una forte vocazione teatrale, si concede il vezzo di concedere ai personaggi dei monologhi, che sono difficili da trovare al cinema (si trovano più al teatro) - Questi personaggi si rivolgono direttamente allo spettatore (guardano direttamente in macchina, sono in scena ma si estraniano dalla scena in quel momento) à raccontano quello che è avvenuto dal loro punto di vista (sono dei narratori onniscienti, sanno già cosa è successo e a volte sanno qualcosa in più dei personaggi che agiscono in quella scena). - Questo film ha questa caratteristica molto teatrale à sospensione della vicenda tramite il “buio” = si oscura ciò che c’è alle spalle del personaggio, che diventa poi voce narrante e il protagonista è in piena luce (effetto occhi di bue che si trova nel teatro) L’altro espediente narrativo ampiamente utilizzato è il flashback à tornare al passato è un modo per chiarire il presente e capire cosa sta accadendo. Film circolare che si apre e si chiude nel presente, frammentato da un lungo flashback a sua volta intercalato da altri flashback. Questo espediente ha anche una forte valenza narrativa e serve a sottolineare l’impatto che queste piccole storie (le storie personali dei 4 protagonisti) hanno sulla Storia globale dell’Italia e viceversa (come piccola e grande storia si intersecano in continuazione tra di loro e sono inscindibili l’una dall’altra). Altro espedente è il passaggio da diversi tipi di pellicola à passaggio dal bianco nero al colore. Il bianco nero serve per raccontare i fatti passati, soprattutto i fatti riguardanti la guerra, è un omaggio al genere cinematografico fondante della storia del cinema italiano à il neorealismo, il genere più originale all’inetrno della storia del cinema italiano. 20 teorizzare che il neorealismo avrebbe dovuto diventare uno strumento di crescita sociale per l’Italia e comincia quindi a sviluppare una vera e propria ossessione per Vittorio De Sica. Professore dunque abbandonava casa, famiglia e lavoro per andare a Roma e conoscere De Sica. Inizialmente quindi non era la storia del 3 amici, ma di un solo personaggio ossessionati da De Sica. à “Noi crediamo di cambiare il mondo ed invece è il mondo che cambia noi” = è la frase simbolica con la quale sarebbe dovuto terminare il film, che poi viene mantenuta anche se la storia di fondo venne cambiata. “C’eravamo tanto amati" è pervaso da una sorta di pessimismo, che è riconducibile alla sconfitta dei personaggi à ideali per cui avevano combattuto durante la guerra non sono stati pienamente realizzati. I 3 protagonisti sono simboli di tre diversi aspetti di questa sconfitta. Laddove Antonio è l’unico che ci dà l’idea di essere rimasto integro con la sua dignità, non ha rinunciato né a sperare né a lottare; gli altri personaggi ci dimostrano come il resto della società vada a sfaldarsi. Il personaggio di Antonio vuole essere momento/motivo di speranza nei confronti del futuro italiano. Scola utilizza il cinema come fosse testimone di lungo periodo, come strumento rivelatore che mostra al pubblico una certa società. Film ha l’ambizione di raccontare come eravamo, come l’Italia sarebbe voluta cambiare e come è diventata e cambiata nel tempo senza riuscire a mantenere le promesse che erano state fatte. (FINE FILM) STORIA DELLA GERMANIA Il sistema di potere che il terzo Reich aveva imposto sulla Germania stessa, era un sistema di dominio che era bassato su un irrazionale e cieco fanatismo à i tedeschi erano obbligati (anche nei territori occupati) a mantenere ingenti truppe per mantenere l’ordine, perché spesso nei paesi occupati dalla Germania vi erano dei moti di ribellione molto importanti, i quali spesso sfociavano in resistenza armata. Contro i metodi della Germania nazista si è rivoltata un’ondata di odio che si è riversata anche verso il popolo tedesco. In molti paesi si sviluppano questi moti di resistenza all’occupazione fascista, che vanno dalla semplice non collaborazione alla diffusione clandestina ovviamente di materiale antinazista, trasmissione di materiali agli alleati (aiutare i soldati americani e inglesi) e anche vere e proprie opere di sabotaggio. Attraverso una nascosta rete di collaborazioni che riusciva a passare le linee e riusciva ad aiutare i soldati americani e inglesi che venivano paracadutati oltre le linee e che aiutavano la formazione della resistenza armata. Piccoli gruppi di antinazisti e antifascisti. In Jugoslavia e Grecia questi moti di ribellione diventarono veri e propri movimenti popolari anche ben organizzati contro i tedeschi Punto di svolta fu quando la Germania, dopo il patto di non aggressione di Molotov-Ribbentrop, attacca l’Unione Sovietica, a quel punto i comunisti e tutti i partiti di sinistra d’Europa si uniscono per lotta armata contro i nazisti. Spesso le idee di fondo erano talmente diverse che era difficile trovare una linea comune. La resistenza era solamente una parte di quello che accadeva nell’Europa occupata dai nazisti, perché in tutti questi paesi parte della popolazione (per molte ragioni e spesso anche solo per opportunismo) decise di collaborare coi tedeschi e dare ai tedeschi quello che volevano à le forze di occupazione della Germania in ogni paese trovarono un appoggio. - Le sorti della guerra cambiano tra il 1942 e il 1943 à quando la potenza tedesca comincia a scricchiolare su più fronti, inizia a sgretolarsi, subiscono 3 gravi sconfitte: una nel pacifico che è la “Battaglia del Midway” dove gli americani riescono a sconfiggere i giapponesi e le altre due grandi sconfitte che vedono direttamente coinvolte la Germania, in particolare la disastrosa conclusione dell’assedio di Leningrado che vede migliaia di tedeschi morti e sconfitti dal lungo periodo di assedio alla città di Leningrado. 21 - In più gli attacchi degli angloamericani si aprono su nuovi fronti à nell’estate del 1943, le truppe angloamericane arrivano in Italia e da lì cominciano a risalire la penisola mettendo in grave difficoltà il Governo italiano, che alla fine deciderà di arrendersi e firmare armistizio con le forze alleate (Re fugge da Roma e si rifugia in Puglia, caduta di Mussolini + fuga di Mussolini nel nord Italia). - 1943-44 à una volta vinto assedio di Leningrado i sovietici prendono l’iniziativa sul fronte orientale à luglio 1943 ultimo attacco dei tedeschi era stato respinto con forza e armata rossa comincia avanzata verso occidente - Primavera 1945 conquista di Berlino à queste vittorie dell’unione sovietica vengono ottenute con un enorme sforzo organizzativo e con un enorme sacrificio di vite di vite umane, ma grazie a questo la Russia riesce a conquistarsi un ruolo di rilievo nel panorama delle grandi alleanze (Francia, Inghilterra e Stati Uniti) à la Russia inizia ad avere ruolo importante nelle varie Conferenze di pace (Conferenza di Teheran fine 1943, quando Roosevelt, Churchill e Stalin si incontrano e organizzano sbarco in Normandia). All’interno della Germania non ci fu mai una vera resistenza da parte della popolazione nei confronti del nazismo, ci furono casi più o meno sporadici soprattutto in ambito delle università, ma ci fu un solo unico caso di tentativo di abbattere il governo nazista che però non venne dal basso, ma venne dagli alti ranghi dell’esercito tedesco. Tra il ’43/’44 alti ranghi dell’esercito si rendono conto che con l’ingresso degli USA nella guerra e con la sconfitta sul fronte Russo, la situazione cominciava a diventare realmente preoccupante e dunque cominciano a congiurare per cercare di sovvertire la situazione e tentato di rimuovere Hitler dal potere à questa congiura prenderà la forma di un vero e proprio attentato contro Hitler, che vara luogo nel luglio del 1944, un mese dopo lo sbarco in Normandia. Nel luglio 1944 all’interno del quartier generale del Führer nella Prussia orientale à misero una bomba nel quartier generale, ma Hitler si salvò à i congiurati vennero torturati e i diretti interessati vennero impiccati con corde di piano forte e appesi a ganci di macellaio per sottolineare tradimento che avevano compiuto nei confronti del Führer. La guerra poi andò avanti, senza altre interruzioni, anche se era chiaro che la guerra stesse andando in sfavore ai tedeschi. 23-03-2021 LA SCENEGGIATURA [Nota: Inizia parlando di sceneggiatura in generale e di quella di “C’eravamo tanto amati” in particolare]. La sceneggiatura nasce da un’idea à Chi ha quest’idea? L’idea può averla chiunque, anche se di solito ci sono proprio delle persone che fanno questo mestiere. All’interno del cinema italiano abbiamo avuto sceneggiatori meravigliosi, che si sono occupati anche di regia, che hanno scritto veramente grandissime pagine di cinema, spaziando da un genere all’altro. Sia uomini che donne, una delle più grandi sceneggiatrici = Suso Cecchi d’Amico, che ha firmato dei capolavori del cinema italiano, tra cui anche molti film di Luchino Visconti. La sceneggiatura nasce da un’idea, l’idea ovviamente però può cambiare nel corso del tempo, soprattutto se a lavorare ad una stessa sceneggiatura c’è più di un soggetto, come ad esempio per “C’eravamo tanto amati”, dove ci sono il regista Ettore Scola, ma anche Age & Scarpelli, che erano due vulcani di idee. Le cose, quindi, possono cambiano in corso d’opera ed anche di molto, anche attraverso il brain storming, quindi si comincia da un abbozzo di storia possibile, oppure da un evento, oppure ancora un personaggio, da qui si parte e si comincia a strutturare una storia. Ovviamente poi il soggetto della sceneggiatura può essere originale, quindi storie di fantasia oppure fatti realmente accaduti, oppure derivata da un’opera letteraria. 22 Ovviamente nel momento in cui si ha quest’idea, l’idea deve essere trasformata in immagini à quindi scrivere una sceneggiatura significa elaborare il racconto che si ha in mente e che deve passare attraverso diversi stadi di lavorazione. Il primo stadio è avere un soggetto, ovvero qualcosa da raccontare, può essere un piccolo racconto oppure uno spunto narrativo. La prima idea che Scola ebbe a proposito di questo film, era che doveva avere a che fare con un intellettuale che voleva diventare un critico cinematografico ossessionato da “Ladri di biciclette” e da Vittorio De Sica, quindi questa è l’idea iniziale. Questo personaggio secondo il primo abbozzo doveva aver fatto la Resistenza, poi doveva abbandonare tutto per andare a Roma e seguire Vittorio De Sica. Poi Rossellini si mette a lavorare più seriamente al soggetto, sicuramente ci sarà stato un brain storming con gli altri sceneggiatori e sarà venuta fuori un’idea simile che partiva dall’idea iniziale, ma che diventò qualcosa di molto più complesso, che mantenne gli spunti iniziale, ma che venne approfondita e girata in un modo diverso dalle intenzioni originali di Scola. L’intellettuale ossessionato da “Ladri di biciclette” viene mantenuto (nel film è Nicola) e viene mantenuto in qualche modo anche il personaggio di De Sica. Il soggetto, quindi, può essere originale oppure può un adattamento di un film che viene tratto da racconti o da romanzi à quando si tratta di un adattamento si fa un altro lavoro, non ci si inventa niente oppure solo il necessario per arricchire la storia, anche perché leggere un racconto o vederlo trasposto sullo schermo non è uguale, ci sono codici narrativi diversi che sulla pagina scritta funzionano, ma cinematograficamente possono essere un assoluto disastro, quindi si fa un lavoro di contenimento. Alla fine, quello che non si può trasporre cinematograficamente va eliminato o modificato, quindi a volte ci saranno anche cambiamenti o stravolgimenti à i registi usano degli espedienti cinematografici, ad esempio una voce fuori campo (voce del personaggio) che permette di far sentire i suoi pensieri, oppure trasforma i pensieri del personaggio in un dialogo, così il personaggio potrà esprimere a voce ciò che prima era scritto. Ci sarà, quindi, una rilettura personale da parte del regista o degli sceneggiatori dell’opera originale/opera di partenza. Per passare poi alla realizzazione ci dovrà essere un trattamento (= spunti narratici che mi sono preparato o che ho inventato) ed una scaletta (= per passare dal momento letterario a quello della costruzione del film). Quindi a questo punto, dopo che ho avuto il mio soggetto, cioè la mia idea originale o la mia idea ispirata a qualcosa, dopo che ho fatto il trattamento e la scaletta, ho la sceneggiatura (= la sceneggiatura sono un tot di pagine nelle quali ci sono tutte le scene del film messe in ordine). Il film sarà composto quindi di tutte queste scene che verranno girate una dopo l’altra, non necessariamente nell’ordine narrativo finale previsto, perché poi esiste anche il montaggio, per cui poi uno può scegliere come accostare le scene, ad esempio per continuità logica o continuità temporale, per contrasto, con il flashback o il flash forward ecc., tutti espedienti che servono per movimentare l’azione e la storia. Nella sceneggiatura sono descritti: - ambienti à se una scena si svolge all’aperto o in interni, se si svolge all’aperto, poi se si svolge in un parco, se si svolge in riva al mare, se si svolge ai giardinetti, mentre se si svolge in interni, si svolge in cucina, in salone, in corridoio. - personaggi che partecipano alla scena - cosa fanno i personaggi nella scena (parlano, ridono, cantano, scherzano, fanno l’amore, ecc.) ed aggiunti anche i dialoghi - Questo è quello che viene distribuito agli attori ed a tutta la troupe ed è ciò in base al quale si lavora. Nel film “Germania anno zero” (di Rossellini), la sceneggiatura originale fu estremamente scarna, perché Rossellini lavorava in questo modo. 25 Nel febbraio 1945 ci sarà un’altra conferenza, molto più nota di quella di Mosca, la Conferenza di Yalta, dove si incontrano anche con Roosevelt, il presidente americano à qui mettono in tavola il problema che alla fine della guerra che ne sarà della Germania? L’esperienza passata parta a pensare che una pace troppo punitiva potrebbe essere controproducente à questo è uno dei casi in cui la storia avrebbe dovuto insegnare qualcosa, perché alla fine della 1 GM, aver voluto punire la Germania con sottrazione di territori + ingenti danni da pagare è stato assolutamente controproducente, perché ha creato nel popolo tedesco un sentimento di rivalsa e di risentimento, che alla lunga, ha poi portato all’ascesa del partito nazionalsocialista à ha provocato una crisi economica enorme, devastante per il popolo tedesco. Si cerca una soluzione di compromesso: - Germania, per il momento – questa dovrebbe essere una soluzione temporanea, poi sappiamo che questa situazione, invece come sappiamo durerà più di 40 anni – verrà divisa in quattro zone di occupazione, ognuna delle quali verrà assegnata. Ora condivido lo schermo, ditelo se non si condivide. È una normale cartina della Germania. La Germania verrà divisa e controllata da vari commissari: uno sovietico, uno statunitense, uno inglese e uno francese. La cosa più importante sarà quella di dover sottoporre la Germania a misure radicali di denazificazione, cioè far capire ai tedeschi che hanno fatto delle cose terribili durante la guerra. Inoltre, i popoli dei paesi liberati dal domino tedesco ma non solo, anche l’Italia, che sarebbe stata libera dal fascismo, avrebbero potuto esprimersi tramite libere elezioni. Durante la conferenza di Yalta l’Unione Sovietica si impegnò anche ad entrare in guerra contro il Giappone, che fino a quel momento era stato affare esclusivo degli Stati Uniti, e che era l’unico paese che non mollava il colpo. Mentre i grandi della terra, Roosevelt, Churchill e Stalin, discutevano a Yalta su cosa si sarebbe dovuto fare dell’Europa, era già scattata l’offensiva finale per favorire la caduta del Reich à da lì a pochi mesi, il Reich sarebbe finito definitivamente. Yalta è a febbraio, la fine della guerra in Germania si ha all’inizio di maggio, ma già alla fine di aprile le sorti sono più che decise. A metà gennaio c’era stata questa ultima disperata controffensiva tedesca sulle Ardenne, però gli alleati erano riusciti a riprendere l’iniziativa su tutti i fronti, sia a Est, sia a Ovest. L’Armata Rossa sovietica avanza e conquista Varsavia, riesce ad attraversare tutto il territorio polacco e a febbraio è già a pochi chilometri da Berlino, che per ragioni strategiche, Stalin voleva raggiungere prima degli angloamericani. Questo perché Berlino, oltre a essere la capitale del Reich, era anche simbolicamente importante à arrivare per primi a Berlino, voleva dire anche affermare una certa superiorità rispetto agli alleati. L’Armata Rossa riuscì anche a cacciare i tedeschi dall’Ungheria, per poi puntare su Vienna, che viene raggiunta il 23 di aprile, e poi su Praga, all’inizio di maggio. Gli angloamericani, invece, arrivano da occidente, perché sono sbarcati in Normandia, hanno contribuito alla liberazione della Francia e adesso passano il Reno, il 22 di marzo. Cominciano a dilagare in Germania, incontrare grosse resistenze della popolazione, che è assolutamente fiaccata dai bombardamenti, dalla fame, dagli stenti. In più, la popolazione civile in Germania è per la maggior parte composta di donne e ragazzini, perché gli uomini sono quasi tutti stati arruolati, sono al fronte o sono dispersi per l’Europa. Sul fronte i tedeschi continuano a combattere con accanimento, soprattutto sul fronte orientale, perché a questo punto temono molto di più i russi à sanno che i russi saranno più feroci, proprio perché hanno subito di più rispetto agli occidentali. L’esercito tedesco cerca di proteggere le fughe delle popolazioni civili che si spostano per non essere colpite dalle rappresaglie dei soldati sovietici. 26 NB: lo stupro di guerra, che spesso viene messo in atto durante tutte le guerre, verrà largamente praticato contro la popolazione tedesca, contro le donne tedesche. Ci saranno centinaia di migliaia di bambini, dopo la guerra, nati da questi stupri, e per questo anche difficilmente accettati dalla società. Ci sono stupri su tutti i fronti ma vengono ricordati in modo particolarmente drammatico quelli perpetrati dai soldati dell’Armata Rossa. Armata che vuole ridurre la Germania a una zona di occupazione dell’Unione Sovietica. Alla fine di aprile le avanguardie alleate raggiungono il fiume Elba e si congiungono ai sovietici per accerchiare Berlino. Sempre ad aprile crolla anche il fronte italiano: la nostra Festa della Liberazione il 25 aprile, quando c’è un’insurrezione generale in alcune città, anche del nord, tra cui Bologna, liberata il 22 di aprile grazie anche all’intervento dei soldati polacchi. In Italia c’è un’insurrezione generale contro i tedeschi à i tedeschi abbandonano Milano e Mussolini, che sta tentando di fuggire travestito da soldato tedesco, viene riconosciuto e arrestato sul Lago di Como, mentre sta cercando di scappare in Svizzera. Viene catturato e viene fucilato a Dongo, sul Lago di Como e poi, qualche giorno dopo, il 28 di aprile, verrà portato a Milano, verrà appeso in Piazzale Loreto, che è un luogo simbolico, perché l’anno precedente alcuni operai antifascisti erano stati uccisi, proprio in Piazzale Loreto, e i loro cadaveri erano stati esposti come monito per future ribellioni della popolazione, per cui c’è tutta una storia alle spalle, di questa drammatica e terribile azione di Piazzale Loreto. Il 30 marzo i russi entrano a Berlino e, nel momento in cui tutto è perduto sul serio, Hitler si suicida nel bunker della cancelleria. A questo punto ai tedeschi non resta che arrendersi. A firmare l’armistizio sarà l’ammiraglio Karl Dönitz, che aveva assunto la presidenza, che offre immediatamente la resa incondizionata agli alleati. Il 7 maggio viene firmato l’Atto di Capitolazione e tra l’8 e il 9 di maggio c’è la fine delle ostilità. La guerra, almeno in Europa, è finita. Poi ci saranno ancora alcuni mesi di guerra, ma solo sul fronte del Pacifico, fino a quando dopo le bombe atomiche anche il Giappone deciderà di arrendersi. A questo punto, dopo la capitolazione del maggio 1945, la Germania, di fatto, scopare in quanto stato unitario, perché, secondo gli accordi di Yalta, gli alleati applicano il regime di occupazione e decidono di dividere la Germania in 4 zone di influenza. Già all’inizio di giugno 1945 c’è la dichiarazione dei quattro comandanti alleati in capo, uno francese, uno inglese, uno americano e uno sovietico. Le questioni che riguarderanno la Germania nel suo insieme spetteranno a un Consiglio di Controllo interalleato, di cui fanno parte i quattro comandanti in capo à anche la città di Berlino viene divisa in quattro zone di influenza. Durante un’altra conferenza che si svolge nel luglio del 1945 e che vede protagonisti sempre Stalin, Churchill e – non più Roosevelt, ma Truman, che è il nuovo presidente degli USA, vengono prese varie decisioni in attesa che si possa stipulare un vero e proprio trattato di pace. La Germania perde tutti i territori che aveva acquisito con l’Anschluss, per cui perde l’Austria a oriente il confine viene fissato lungo la linea Oder-Neiße, per cui i territori a est di questa linea di demarcazione vengono affidati a una amministrazione polacca, fino al trattato di pace; la Germania perde qualcosa come 114mila km di territorio, che significa perdere anche 9,5 milioni di abitanti, una tragedia nella tragedia. Non è tanto la perdita territoriale, è la dispersione umana à si creerà un terribile problema di profughi che hanno perso tutto, che diventano apolidi, che non sanno dove andare, che vengono raccolti in campi di fortuna, che cercano di tornare in Germania o di spostarsi da dove si trovano, perché queste regioni devono essere svuotate dalla popolazione tedesca, devono essere epurate. Oltre 7 milioni di tedeschi, che nel corso degli anni si erano spostati in Europa e in quel momento erano residenti nell’Europa centrale e orientale, per cui in Cecoslovacchia, in Ungheria, in Jugoslavia, devono lasciare tutto quello 27 che hanno, le loro terre, i loro beni, le loro case, vengono espulsi e si mischiano a tutti quei rifugiati che fuggono di fronte all’avanzata dell’Armata Rossa. C’è uno spostamento di popolazione che interessa oltre 13 milioni di persone à la Germania, oltre a tutto il resto, ha anche il problema di essere diventata un enorme campo rifugiati, con enormi problemi di rifornimenti alimentari, enormi problemi di alloggio e di disoccupazione della popolazione. Le decisioni di Potsdam, in qualche modo, creano e rischiano di provocare un completo collasso economico della Germania. C’è questa enorme minaccia che incombe sull’economia tedesca, legata alla distruzione del potenziale bellico e alla rimozione di impianti produttivi non necessari alle produzioni che vengono autorizzate dagli alleati. Gli alleati, nelle loro zone di influenza, possono procedere con prelievi, di materiali o di beni, per cui smantellamenti e trasferimenti à questo lo farà soprattutto l’Unione Sovietica, primo, perché ha avuto i danni più ingenti, secondo, perché la zona di influenza sovietica è anche una delle zone più industrializzate della Germania, per cui c’è materiale da prendere. I vincitori hanno questa idea à da una parte devono punire, perché non possono essere lasciati impuniti i danni della 2 GM, ma devono anche rieducare i tedeschi, i quali devono essere informati di tutti i crimini, di tutti gli orrori che il Reich di Hitler ha commesso in quegli anni di potere à denazificazione del popolo tedesco. Gli alleati tentano di incoraggiare una rinascita à vengono riconosciuti partiti democratici, viene rispettato l’esercizio delle libertà pubbliche dei tedeschi, c’è una riforma del sistema giudiziario e dell’insegnamento, perché anch’esso era stato profondamente e radicalmente influenzato dalle idee naziste. Bisogna cancellare il nazismo, che è ritenuto l’origine responsabile di tutti i mali che la Germania ha sofferto, ma anche causato nel resto dell’Europa à è un obiettivo, soprattutto psicologico, che va raggiunto per evitare che possa nascere un’altra volta un pericolo tedesco. In questo momento le preoccupazioni principali dei tedeschi sono molto basilari: - Sopravvivere à è la grande preoccupazione dei tedeschi. Mangiare e avere una casa. Ritrovare i parenti, perché questo spostamento di massa di profughi, ha creato la lacerazione del tessuto sociale e la dispersione delle famiglie tedesche e riprendere a lavorare. - Ricostruire le città che sono distrutte e in molti casi completamente rase al suolo. La Germania ha un compito difficile, ma anche le amministrazioni alleate hanno un compito veramente difficile. Ciascuno dei quattro comandanti in capo – anche perché c’è una certa mancanza di coordinazione – porta avanti nella zona che è di sua competenza una politica conforme agli interessi del paese d’origine. Emergono subito una serie di divergenze, che diventeranno sempre più profonde, con lo svilupparsi della Guerra Fredda à la Germania diventa una vera e propria terra contesa. La denazificazione e la democratizzazione non sono un’operazione così semplice à uesta denazificazione dev’essere più o meno severa, a seconda dei crimini commessi, ma seconda delle varie zone di influenza. USA e Francia, all’inizio, avranno un comportamento estremamente rigoroso, nella loro volontà di estirpare il nazismo. Gli inglesi, invece, pensano che sia sufficiente eliminare i più compromessi col regime e tentare di rieducare gli altri. Alla fine del 1946, nella parte Ovest della Germania, in quella che è detta “Trizona”, che poi diventerà la zona occidentale, le persone vengono arrestate con l’accusa di aver fatto parte del regime nazista, vengono anche arrestate o internate. Anche i Russi portano avanti questa politica con arresti, detenzioni, destituzioni à 75 mila a Est vengono ritenuti colpevoli e vengono imprigionati. 30 Questo delitto orribile che il bambino compie ai danni del padre doveva venir ribaltato, doveva esserci un ribaltamento anche dell’ideologia nazista, doveva esserci un forte messaggio di speranza, di valori universali e umanitari, una sorta di catarsi di questo personaggio. Nella prima stesura ci sarebbe dovuto essere anche un intervento diretto di Marlene Dietrich, di questa grande attrice tedesca che era emigrata in Occidente in disaccordo col regime nazista, che doveva essere una sorta di commentatrice storica e critica della vicenda. C’è una descrizione molto accurata dell’ambientazione, di come dovrà essere il luogo in cui il bambino vive, in particolare della casa (io qui leggo dagli appunti veri di Franchina): “la casa: è un edificio semidistrutto, in cui sono rimasti abitabili solo due appartamenti, uno al terzo e l’altro al quarto piano; Alfred abita al terzo; l’appartamento è diviso da quattro famiglie, di cui ognuna possiede una stanza; la cucina e il lavabo sono in comune; le famiglie sono: la famiglia Kämpfer, il signor Radamarzt (?), la signora Anne Luise Klotz e la famiglia Essling” Da questa prima sceneggiatura che stende Franchina, passa un anno, nel quale Rossellini si dedica ad altro, nel quale girerà un mediometraggio, La voce umana, con Anna Magnani. Nel frattempo, lui e lo sceneggiatore Franchina litigano furiosamente e Franchina esce definitivamente dal progetto, però quello che aveva fatto in qualche modo rimane à Franchina non avrà più neanche i nomi nei titoli di testa del film, però l’idea e alcune situazioni che aveva inventato rimarranno. Quando l’idea di realizzare “Germania, Anno Zero” verrà ripresa, la realizzazione diventerà molto più cruda, molto più drammatica di quanto era nelle intenzioni del primo sceneggiatore. La Germania, Anno Zero à Anno Zero vuol dire che la guerra ha posto una cesura insormontabile tra il prima e il dopo e la Germania deve ricominciare da zero, è distrutta, annientata, deve essere ridemocratizzata, deve essere denazificata, deve essere ricostruita in toto, deve ripartire da zero. Questo è il senso del titolo à il film dall’essere una favola drammatica e molto poco consolatoria diventa una vera e propria tragedia di un pessimismo quasi assoluto. Come sceneggiatore, subentra Carlo Lizzani à molto grato a Rossellini e non è solo sceneggiatore, ma anche aiuto regista di Rossellini in Germania, Anno Zero. Germania, Anno Zero verrà girato principalmente a Berlino, tutti gli esterni sono girati a Berlino e verranno girati tra l’agosto e il settembre del 1947, mentre poi si finirà di girare alcune scene di interni a Roma, sul finire del ’47 e nei primi mesi del ’48. La cosa importante è che il protagonista assoluto di questo film deve essere un bambino, non un ragazzo o un ragazzino, è un bambino, che viene sommerso da responsabilità e da avvenimenti molto più grandi di lui, molto più difficili, molto più gravosi di quelli che un bambino potrebbe normalmente sopportare. A mano a mano che si comincia a girare, Germania, Anno Zero prende la sua forma definitiva, nella Berlino di quei giorni, nei quali si gira, di quella fine estate del 1947. Rossellini dà vita alla realtà umana e sociale di Berlino di quei giorni, proprio quello che vede, quello che sente a Berlino. E grazie a questo contatto, vero e reale con la popolazione berlinese, con la città, con la gente, nascono anche molti episodi, che prima non erano previsti, personaggi che prima erano solo abbozzati vengono approfonditi, oppure vengono inseriti personaggi nuovi e viene deciso che il finale sarà tragico, che Alfred diventerà Edmund e che la fine che lo attende è il suicidio. Fra regista e sceneggiatore ci sono quindici giorni di discussioni rispetto alla sceneggiatura, sulla quale si dovrà lavorare, e ne escono quindici pagine, che rappresentano quindici scene che verranno girate, che in poche righe raccontano chiaramente lo sviluppo anche dell’itinerario psicologico di Edmund, del percorso che Edmund compie durante il film. Lizzani ebbe a dire di queste quindici scene, di questo percorso di Edmund, “come le stazioni di una via crucis”, perché in effetti è un percorso dolorosissimo quello che compie Edmund, anche se le espressioni di Edmund sono 31 spesso intellegibili: è triste, è angosciato, non sorride mai, ovviamente non ha nulla di cui sorridere, ma è difficile capire che cosa prova veramente Edmund. Quindi non c’è una vera e propria sceneggiatura, ma c’è una sorta di traccia per le riprese à “la sceneggiatura veniva scritta mentre si girava”, proprio questa è la caratteristica un po’ del cinema di Rossellini. Berlino in quei giorni è una città distrutta, è una città fantasma è lo scheletro di quello che era. In qualche modo, anche Germania, Anno Zero è un fantasma, che prenderà consistenza solamente nel momento in cui le riprese saranno finite. Rossellini non voleva attori professionisti, era uno dei fattori del neorealismo quello di non utilizzare attori professionisti, perché gli attori professionisti hanno la tecnica per recitare, mentre i registi del neorealismo vogliono la realtà, vogliono vere espressioni di dolore, di stupore, di sofferenza sui volti dei loro protagonisti. Per cui, le comparse vengono scelte tutte per strada e quindi sono le casalinghe che fanno la fila per comprare un pezzo di pane, sono coloro che praticano la borsa nera, sono i veri poliziotti, sono anche le prostitute e i clienti delle prostitute, che girano in quei giorni per le strade di Berlino. Molto spesso, e questo lo dice di nuovo Lizzani nelle sue memorie, i dialoghi erano improvvisati, si chiedeva a questi protagonisti presi per la strada: “tu che cosa diresti in questa situazione?” e se avesse potuto funzionare si sarebbe utilizzato quello che suggerivano questi protagonisti. Il metodo di Rossellini è di fatto una mancanza di metodo à non è una cosa che tutti possono fare, lo può fare chi ha le capacità intellettuali e pratiche di fare una cosa del genere. Questo film rappresenta una continua avventura, in cui si intrecciano l’esperienza artistica della realizzazione del film e l’esperienza umana, del racconto di quella popolazione di Berlino vera, che girava per le strade della città in quei giorni à un atteggiamento etico di chi guarda la realtà, ma anche un atteggiamento estetico, perché Rossellini è un regista e quindi ha un occhio particolare per la descrizione di quello che vede, di quello che sta raccontando. Per cui, la realizzazione di questo film si sviluppò a strettissimo contatto con la realtà, con quello che c’era a disposizione in quei giorni. 29-03-2021 IL CORPO DEL DITTATORE Che fine ha fatto il corpo di Hitler? Sappiamo che Hitler si suicida il 30 aprile 1945 nel bunker della cancelleria, ma che cosa ne è stato del suo corpo? La stessa domanda può essere fatta per il corpo di Mussolini. Quando c’è una vittoria così chiara come questa degli Alleati, il vincitore si interroga sempre su cosa fare del capo nemico (capo militare, capo politico, ecc.), poiché nonostante tutto il capo è un catalizzatore di energie, di consensi che avrà sempre un certo numero di seguaci che lo rimpiangeranno anche negli anni futuri. Spesso, in vista della sconfitta di un paese, le potenze vincitrici si interrogano anche sulla possibilità di prendere questo leader decaduto, questo presidente o comandante in capo, e tenerlo in “standby” (magari in carcere o da parte), per poi magari riproporlo con un’immagine “ripulita” qualche anno dopo. Alla fine della Seconda guerra mondiale, alla fine del ’44 quando era chiaro che la Germania e l’Italia erano già a pezzi e non c’era possibilità di sistemare la questione, mentre la Germania stava crollando, ci si interroga su che cosa si farà con i rispettivi capi di questi paesi. Mussolini Mussolini cerca di scappare in Svizzera con alcuni gerarchi e con la sua amante Claretta Petacci. Viene riconosciuto da un gruppo di partigiani, viene fermato e viene giustiziato à viene catturato a Giulino di Mezzegra, un paesino sul lago di Como e poi il cadavere viene portato a Milano per essere poi esposto in piazzale Loreto. 32 Piazzale Loreto era un luogo scelto con cura perché l’anno precedente lì erano stati giustiziati ed esposti al pubblico, come monito della ferocia nazista, i cadaveri dei capi partigiani. A Loreto il cadavere di Mussolini, insieme a quello dei gerarchi, è steso per terra, la voce si diffonde per Milano e gliene fanno di tutti i colori. Sul cadavere di Mussolini sputano, lo calpestano, ci urinano sopra. Allora, i cadaveri vengono appesi a testa in giù e, per praticità probabilmente, vengono appesi sulla pensilina di una pompa di benzina in piazzale Loreto. Ce li ricordiamo così, in particolare quello di Mussolini che, di fatto, non aveva più la faccia perché gliel’avevano calpestata e quello di Claretta Petacci, a cui una mano un po’ più rispettosa degli altri aveva chiuso la gonna con una spilla da balia per evitare che scendesse e che mostrasse nella morte le parti intime, una cosa indecorosa per un cadavere. I cadaveri fascisti vengono rimossi da Piazza Loreto dopo il 28 aprile, la salma viene portata in ospedale per fare l’autopsia di questo cadavere, poi la salma viene tumulata in una tomba anonima al cimitero monumentale di Milano, non si vuole far sapere dove sia la salma di Mussolini, ma tutti più o meno sanno dove si trova in realtà. Tanto è vero che l’anno successivo (23 aprile 1946), la sua tomba viene trafugata da un gruppo di giovani ex fascisti. Il furto viene rivendicato da un sedicente partito democratico fascista attraverso dei volantini e comunicati inviati a tutti i principali giornali, compreso l’organo del partito socialista (L’avanti) e quello del partito comunista (L’unità). Mentre la salma è dispersa, viene avvistata ovunque e questo fa sì che si riparli di Mussolini, che il suo ricordo sia tutt’altro che qualcosa di legato al passato, ma che sia qualcosa di ancora presente. Alla fine di luglio 1946 viene arrestato un componente della banda che ha effettuato il furto e anche altri componenti del gruppo, tra cui un frate francescano che si chiama Padre Zucca e si ritrova a salma. Il corpo è stato, prima, portato a casa di uno di questi neofascisti in Valtellina, poi è stato trasportato nel convento di Sant’Angelo e poi è stato spostato ancora. Il 12 agosto viene trovato chiuso in un baule, avvolto in 2 sacchi di gomma in un armadio a muro in una cella della Certosa di Pavia à la cosa più importante da fare in quel momento fare in modo che la vicenda non fosse di dominio pubblico, anche se ha avuto grande eco sulla stampa e sui mezzi di informazione dell’epoca. Il corpo, a questo punto, viene portato in una cappella del convento dei Cappuccini a Cerro Maggiore, sempre nei pressi di Milano e la salma rimane lì per 9 anni, fino a quando, la vedova Rachele Mussolini (quasi in “esilio” sull’Isola di Ischia) chiederà la restituzione del corpo del marito (nel 1957), da allora il corpo del duce riposa nella tomba della famiglia Mussolini a Predappio, luogo di origine di Benito Mussolini. Tutt’oggi Predappio è luogo di pellegrinaggi, dove nostalgici del periodo fascista e di Mussolini, tutti gli anni in occasione di eventi commemorativi (es. anniversario marcia su Roma, morte di Mussolini), gruppi di neofascisti si riuniscono e marciano con un certo clamore in onore del Duce, cosa che in Italia sarebbe illegale e passibile di legge à l’apologia di fascismo è ancora reato in Italia. A Predappio c’è anche un business attorno al corpo del Duce, che diventa un simbolo attorno al quale si riuniscono coloro che ritengono che quelle idee fossero giuste, non fossero rappresentative di una dittatura, ma rappresentative ancora oggi di un grande periodo per la storia italiana, la storia di un uomo che loro ancora celebrano. C’è un business di oggettistica e souvenir sul quale, credo, l’intera città di Predappio vive e prospera. Lenin È il padre della rivoluzione, muore precocemente due anni dopo la nascita dell’Unione Sovietica (1924). Quando muore Lenin il suo corpo viene imbalsamato per essere esposto al pubblico e diventare simbolo della Rivoluzione Russa (Lenin è colui che ha reso possibile questa rivoluzione). Per contenere e celebrare il corpo del leader morto viene costruito un mausoleo sulla Piazza Rossa à quando nel 1953 morirà anche Stalin, successore di Lenin e leader dell’Unione Sovietica anche durante il periodo della Seconda guerra mondiale, compiendo a sua volta tutta una serie di nefandezze all’interno dell’Unione Sovietica 35 Lo si guarda da fuori come si osserverebbe un animaletto al microscopio perché “Germania Anno Zero” va molto oltre la “semplice” storia che racconta, va oltre l’ambiente che rappresenta, va oltre il risvolto morale e a volte anche oltre il pessimismo che trasuda tutta la pellicola. Si parte dall’osservazione del micro e si arriva alla composizione di un macrocosmo à c’è un'attenzione per i piccoli gesti e per le piccole cose, i movimenti che sembrano banali o casuali, però in realtà il rigore formale delle immagini è assolutamente perfetto. C’è da parte di Rossellini la volontà di costruire un vero assoluto, senza metafore e simboli à le cose sono così – questo è quello che vedo e che riporto. La macchina da presa, seguendo Edmund, rivela il reale e quello che si vedeva a Berlino mentre il film veniva girato nella tarda estate del 1947 à viene mostrato il disfacimento della città, devastata e distrutta dopo la 2 GM. Osservando Edmund, Rossellini si limita a registrare una realtà fenomenica à lo guarda davvero come si guarderebbe una cavia da laboratorio. Qui ci sono i due livelli della narrazione: - La realtà - La finzione à finzione è verosimile ed assimilabile in qualche modo alla realtà – che si comporta comunque secondo le intenzioni del regista. Rossellini vuole registrare quello che sta avvenendo a Berlino in quei giorni e questa registrazione, trattandosi di un’opera cinematografica, ovviamente è un processo di creazione perché viene creata una storia di un personaggio, che non è esistito, ma che come lui ne sono esistiti a centinaia. Per cui questo personaggio registra una realtà che è più vera del vero. È talmente precisa questa ricostruzione, secondo quello che Rossellini vede, che la realtà proposta da Rossellini è più vera del vero e così perfetta che davvero è più grande della verità. Le vicende di Edmund, i suoi rapporti con il padre, con i suoi fratelli, i suoi vicini di casa, con gli altri ragazzi, con il maestro e con la stessa città di Berlino – e tutti questi rapporti lo porteranno poi alla decisione finale drammatica di commettere un suicidio – sono e diventano il modello di un’esperienza totale e totalizzante che è quella di Edmund che può andare a finire quasi solo così. Quindi, quel microcosmo che Rossellini va ad analizzare, diventa un macrocosmo per cui la storia e le vicende della città di Berlino senza però che Rossellini debba utilizzare né simbolismi, né metafore = è successo così, questo è quello che succede a Berlino. Rossellini sembra quasi interessarsi solo ad Edmund, solo a ciò che fa e sente Edmund à segue le peregrinazioni di Edmund per la città di Berlino e poi fa dei primi piani bellissimi, dove vediamo il volto emaciato di questo bambino che si meriterebbe un’infanzia che non ha e non potrà avere per diverse ragioni. Lo sguardo di Edmund è molto significativo à è uno sguardo di una certezza lancinante e il suo comportamento è spiazzante, a tratti sembra quasi un automa che fa le cose perché così vanno fatte. Segue talmente tanto Edmund che sembra addirittura trascurare gli altri personaggi, tant’è che ci sono delle incongruenze e delle precisioni nell’intera narrazione del film, ma non si notano perché nell’insieme è perfetto così com’è. Edmund diventa l’immagine concreta di un’esperienza di vita intensa, profonda e drammatica laddove gli altri personaggi diventano solo un contorno, girano intorno ad Edmund che provoca tutta una serie di reazioni in Edmund, ma che non possono essere protagonisti in qualcosa di centrale. Questa disperazione che si prova mentre si guarda il film e la figura di Edmund, molti critici l’hanno individuata in qualcosa di assolutamente autobiografico per quanto riguardava le vicende personali di Rossellini à il figlio di Rossellini, Marco Romano, era morto giovanissimo proprio in quegli anni e infatti il film è dedicato al figlio. Questa disperazione che Rossellini prova per sue motivazioni personali e che la città di Berlino prova per motivazioni sue personali, si ritrova soprattutto nella sequenza finale, quando Edmund vagabonda per la città quando decide di farla finita. 36 È una sequenza intensa, è una situazione drammatica che lascia lo spettatore senza parole e senza fiato perché il senso di solitudine e di abbandono di questo bambino non ammette nessun tipo di commento e di divagazione in quello che sta succedendo. In più Rossellini utilizza gli strumenti che ha a sua disposizione e con un montaggio quasi impercettibile e con questa chiusura che è quasi improvvisa e rapidissima e si conclude con il corpo senza di vita di Edmund in mezzo alle macerie di una città. Rossellini durante un’intervista disse che “Germania Anno Zero” era freddo come una lastra di vetro, ed è questa l’impressione che abbiamo, non è uno spettacolo. Non si va al cinema per divertirsi con “Germania Anno Zero” ma non poteva essere raccontata questa storia in un modo diverso da come è stata raccontata, quello che usa Rossellini è l’unico tono possibile con cui raccontare la arida disperazione del dopoguerra tedesco. Germania Anno Zero, fa parte della “Trilogia di Guerra” di Rossellini, nella quale tutti e tre sono in qualche modo film didattici, che raccontano la tragedia della guerra che l’Europa aveva vissuto negli anni immediatamente precedenti, è la rielaborazione di fatti storici e di atteggiamenti e di comportamenti che erano determinati da quel clima. Sempre Rossellini dice a questo proposito à “ho voluto soltanto osservare, guardare, obiettivamente, moralmente, alla realtà e cercare di esplorarla in modo che da essa scaturissero tanti dati dai quali si potessero poi trarre certe conseguenze”. L’obiettivo di Rossellini è quello di dare un messaggio di apertura al mondo, bisognava a questo punto ripartire da zero à la guerra aveva riportato indietro l’orologio in qualche modo, bisognava ricostruire e ripartire, aprirsi al mondo e alla contemporaneità. Il finale di “Germania Anno Zero” è apparso chiaro = “era una luce di speranza, si accendeva la speranza e il gesto che il bambino fa di suicidarsi è un gesto di abbandono, di stanchezza con il quale esso si lascia alle spalle tutto l’orrore che ha vissuto e al quale ha creduto perché ha agito secondo una morale precisa. Lui si abbandona a questo grande sonno che è la morte e da lì nasce il nuovo modo di vita, il nuovo modo di vedere, l’accento di speranza e di fede nel futuro, nell’avvenire e negli uomini”. Film sembra pessimista, ma in realtà l’intenzione di Rossellini è quella di realizzare una fiaba che insegnasse che dopo una tragedia si deve ricominciare, ripartire da 0, con grande difficoltà, ma bisogna andare avanti, dimostrare che siamo ancora vivi. Le donne che parlano nel film sono molto poche, sono tutte donne che stanno sullo sfondo che raccolgono tutto quello che è possibile raccogliere, che aiutano ad eliminare le macerie, che sono in ogni dove nelle città tedesche. Le stesse donne che si trovano a vivere all’interno dell’appartamento dove si trovano Edmund e la sua famiglia hanno tutte una connotazione ben precisa. STORIA DELLA GERMANIA (continuazione) La Germania viene di fatto divisa in quattro zone di influenza e viene suddivisa anche la città di Berlino. Proprio perché non si sa e non ci si sente in grado di decidere per le sorti della Germania, per il momento si fa in modo che la Germania venga amministrata dalle potenze vincitrici. La situazione precipita dal punto di vista politico e alla fine della guerra comincia un’altra guerra, che non è una guerra combattuta direttamente, tra USA e URSS, che prende il nome di “Guerra Fredda”. Si combatterà per motivi ideologici e territoriali in tante parti del mondo, con l’appoggio degli USA da una parte e con quello dell’URSS dall’altra, ma le due superpotenze non arriveranno mai a scontrarsi direttamente. La Germania è di fatto uno dei luoghi più caldi di questa Guerra Fredda, perché è da subito oggetto del contendere, è un luogo simbolico, sta nel centro dell’Europa, è il nemico sconfitto e da lì devono passare tutte le interazioni fra i contendenti. 37 Alla fine della 2 GM bisogna decidere e capire che cosa fare di questo paese, bisogna riorganizzare lo stato per denazificarlo ed educarlo in maniera democratica. Bisogna riorganizzare anche la vita politica della Germania e bisogna riorganizzarla su basi democratiche. Già tra il maggio e il settembre 1945 gli alleati hanno creato dei “lander” e indetto delle consultazioni elettorali, municipali, per le varie città. Nei vari “lander” vengono approvate delle costituzioni che rendono possibile la creazione di governi locali responsabili di fronte alle assemblee elette nella primavera del 1947. Le zone di controllo sono profondamente diverse a seconda di chi è il paese che controlla e dove, nella parte occidentale, si può trovare una mediazione fra i vari comitati di controllo; la parte orientale rimane qualcosa di diverso, di alieno e difficilmente omologabile alle decisioni prese ad occidente. In occidente, i “lander” riescono ad affermare rapidamente la loro autonomia rispetto alle amministrazioni militari e riescono a portare avanti un’opera di democratizzazione ed in pochi anni rinascono e si riaggregano i vecchi partiti politici o nascono nuovi partiti politici portando ad un multipartitismo che è decisamente incoraggiato ad ovest. Nella parte orientale, la situazione è abbastanza differente perché qui sono i comunisti che si impadroniscono del potere. Per esempio uno dei partiti che aveva avuto più successo nella Germania (prenazista) è il Partito Socialdemocratico (SPD), che era stato duramente perseguitato dai nazisti, rinasce molto rapidamente all’interno della Germania nel dopoguerra, però si divide tra idee più radicali e più conservatrici e ci si oppone comunque e sempre ad una fusione con il partito comunista à fusione che, però, avverrà nella parte orientale della Germania, quella che formalmente, all’inizio, è sotto il controllo sovietico. Questa fusione si realizzerà nell’aprile del 1946 ad est quando l’SPD si unirà con i comunisti dando vita alla SED – il Partito Socialista Unificato – che sarà il partito di maggioranza per i successivi quarant’anni in quella che poi, a partire dall’ottobre 1949, diventerà la Germania Est. L’SPD, il Partito Socialdemocratico, che traeva le proprie origini dalla Germania prenazista ha un grande successo a ovest per tante ragioni à ha dei buoni leader, è ben organizzato in quanto si tratta di un’organizzazione forte e stabile, e anche perché mantiene un certo atteggiamento critico nei confronti degli alleati. La presenza alleata serve per mantenere l’ordine all’interno del paese, ma con il passare del tempo la popolazione tedesca comincia a diventare insofferente rispetto questa presenza e questo controllo straniero sul proprio territorio. 40 Abbiamo visto in “Germania anno Zero” com'è la situazione anche dal punto di vista proprio emotivo fosse disastrosa à il paese era un paese sconfitto e devastato, era una popolazione sconfitta che stava duramente pagando i danni della guerra a livello economico, ma anche e soprattutto a livello morale. Quindi bisognava (nella parte Ovest) da una parte distogliere i tedeschi dalla tentazione di aderire in qualche modo al comunismo che rappresentava comunque un alternativo, una possibilità di uscita almeno a livello ideale da questa situazione e bisognava dall'altra parte ridurre i costi dell'occupazione per riavviare la macchina economica e sconfiggere la disoccupazione che in quel momento affliggeva a tutti i livelli popolo il popolo tedesco. Problema è che accanto a tutte queste problematiche si affianca la Guerra Fredda à le cose vanno ulteriormente complicandosi in qualche modo, da dove gli alleati hanno bisogno di rilanciare economicamente la Germania anche perché la Germania diventa di fatto una pedina importantissima all'interno nell'economia della Guerra Fredda, perché si trova al centro dell'Europa. Per cui è strategica sotto tanti punti di vista perché la Germania è in potenza un colosso economico, quindi è importante che la Germania riprenda a funzionare nel migliore dei modi. Per la Germania occidentale, le potenze alleate che la controllano (quindi Stati Uniti Gran Bretagna e in misura minore la Francia) prevedono un fondo di aiuti per queste zone occupate che è pagato sovvenzionato per la maggior parte da contributi provenienti dagli Stati Uniti. Gli Stati Uniti forniscono alla parte occidentale della Germania (quella che è sotto il controllo delle tre potenze occidentali) 1 miliardo e 600 milioni di dollari. Poco dopo entrerà in vigore anche il Piano Marshall e la Germania occidentale beneficerà assolutamente di questi contributi per la ricostruzione che arriveranno dallo European Recovery Plan (ERP) ed è il piano Marshall che prevede per la Germania occidentale un miliardo e mezzo di dollari, che verranno elargiti alla Germania nel corso di 4 anni dal 1946 al 1952 e serviranno per la ricostruzione del paese. Questo è un contributo assolutamente fondamentale per il rilancio economico del paese, per ridurre il deficit commerciale che attanaglia il paese, per favorire anche la ripresa degli investimenti in Germania. Questo aiuto finanziario procede di pari passo con la creazione di organismi incaricati di rimettere in ordine anche la situazione monetaria della Germania, bisogna tracciare le grandi linee della politica economica tedesca. Gran Bretagna e Stati Uniti lavoravano di comune accordo e arrivarono a un certo punto alla fusione a creare una bizona nel settembre del 1946 à zona che era dotata di consiglieri tedeschi, che davano il loro parere e fornivano le loro competenze, in materia di rifornimenti di trasporti, di economia di finanza. Nel maggio poi del 1947, gli anglo-americani favoriscono anche la creazione di un consiglio economico che avrà sede a Francoforte e comincerà ad occuparsi di riforma monetaria à all'inizio del 1948 sempre a Francoforte, verrà fondata una banca centrale che servirà in qualche modo le 3 zone occidentali per preparare una fondamentale e radicale riforma monetaria nel paese. Nel giugno del 1948, il Deutsche Mark andrà a sostituire il vecchio Reichsmark. Il Deutsche Mark servirà per riportare un po' d’ordine anche dal punto di vista economico all'interno della Germania. Si prospetta il fatto che ci sarà una limitata emissione di denaro, questo appunto per limitare l'inflazione quindi lo scarso valore del denaro e questo cambiamento dava subito una grande fiducia nei mercati perché c'è bisogno di nuovi investimenti nel paese à ovviamente questa riforma va a colpire chi ha dei risparmi o chi vanta dei crediti da altre in imprese. Però ha un grande merito, cioè quello di essere riuscita a far sparire progressivamente il mercato nero, di essere riuscita a incoraggiare l'aumento della produzione industriale. Nel secondo semestre del 1948, dopo che il Deutsche Mark è entrato in corso, la produzione industriale aumenta quasi del 50% che è bel traguardo e anche a favorire tutte quelle merci che sono ancora ferme nei magazzini della parte occidentale ed è questo sempre l'obiettivo degli Stati Uniti, cioè quello di far rifiorire in qualche modo il capitalismo tedesco e in questo progetto americano (di questo progetto degli alleati), la situazione è favorita dalla presenza di un personaggio sulla scena politica della Germania orientale che è Ludwig Erhard. 41 Ludwig faceva parte della CDU (Christlich Demokratische Union Deutschlands) cioè dal Partito Cristiano Tedesco ed era stato il direttore dell'amministrazione economica della bizona anglo-americana à Ludwig era un fervente sostenitore dell'economia di mercato. È convinto di poter rifondare la potenza economica tedesca sulle basi del libero mercato e sull'iniziativa individuale e questi sono principi chiaramente legati al capitalismo, per cui gli anglo-americani sono ben lieti di sostenere le sue politiche e lui è ben lieto di accettare d'aiuto angloamericano. Nel momento in cui si fonderà la Germania occidentale, la repubblica federale tedesca, Ludwig diventerà il Ministro dell'economia della Repubblica federale e sarà Ministro dell'economia per molti anni dal 1949 (cioè dal momento della fondazione) fino al 1963. Le cose sono un po' diverso invece nella parte orientale sotto il controllo dell'Unione Sovietica, perché per tante ragioni le autorità sovietiche non riescono ad ottenere gli stessi risultati dal punto di vista economico che sta ottenendo invece nella ripresa della Germania Ovest. Ovviamente nella parte est del paese, si cerca di perseguire un miglioramento delle condizioni della popolazione attraverso una via socialista dello sviluppo; per cui con la nazionalizzazione delle maggiori imprese e con una serie di pianificazioni dell’economia. A partire dal 1948, il 40% della produzione è garantito proprio dal settore industriale che è stato nazionalizzato. Il problema è che però molte aziende chiavi della parte orientale sono direttamente controllate da imprese sovietici; sono direttamente controllate da Mosca e inoltre è questo l'avevamo detto anche ieri e forse anche nelle lezioni precedenti, l'industria della Germania Est che è prima della guerra era di fatto fra le più progredite dell'intera Germania proprio perché della parte orientale del paese faceva parte ad esempio quella regione sulla quale si era affondata ramificazione tedesca cioè la Prussia. Queste ragioni erano state pesantemente colpite dalle.. (??13.13-13.15) industriali, dalle requisizioni portati avanti appunto dal governo sovietico dopo la guerra e quindi la ripresa di queste aziende avviene in modo più lento, più difficoltoso. Questa è la situazione appunto nel 1948 quando con la guerra fredda appena cominciata ma già assolutamente inarrestabile nelle sue conseguenze, si capisce che questa divisione della Germania non solo non sarà una cosa breve ma potenzialmente è un qualcosa di irreversibile, di non più prorogabile; non ci sono terreni comuni di discussione, non ci sono margini di trattative per trovare un accordo fra potenze occidentali e Unione Sovietica. Abbiamo già detto che c'era stata una prima fusione fra la zona americana e la zona inglese che all'inizio era stata solamente una bizona di carattere economica, ma ben presto i consigli amministrativi di queste due zone ampliarono le loro sfere di competenza, di influenza. Quindi si comincia a creare anche un organismo parlamentare di fatto nei vari Länder per sorvegliare e coordinare questi consigli e per far funzionare l'attività politica economica di queste regioni. Nell'aprile del 1947, c'è una conferenza che si tiene a Mosca per cercare di capire appunto dove si sta andando, che cosa si ha intenzione di fare della Germania. Questa conferenza di Mosca si rivela per un totale fallimento perché appunto non ci sono punti di contatto, non si riesce a trovare la quadra; ci sono dei disaccordi fra i quattro paesi vincitori che non sono sanabili a proposito del problema tedesco. Gli inglesi e gli americani in più hanno già l’idea di creare/di fondare uno Stato della Germania occidentale. Fra l’altro, poco dopo l’apertura della conferenza di Mosca che era stata all’inizio di marzo 1947 ed è durata nel mese di aprile, c’era stato il famoso messaggio al congresso il 12 Marzo del 47 di Truman nel quale appunto s’erano delineati i principi della sua dottrina “la dottrina Truman” perciò il tentativo di preservare la democrazia in quei paesi che potevano essere a rischio di comunismo. Per cui si delinea dopo questo discorso che Truman tiene al congresso la politica che gli Stati Uniti nel futuro “la politica del containment”, nei confronti dell'Unione Sovietica. Il contenimento noh? Non possiamo permettere che nessun paese, che oggi gravità nella sfera democratica degli Stati Uniti, cambi d’impostazione diventi comunista cada in qualche modo nelle mani di Mosca; per cui bisogna e proprio l'imperativo di quegli anni per gli Stati Uniti soprattutto e per i paesi occidentali che sono alleati degli Stati Uniti, l'imperativo è quello di limitare la diffusione del comunismo e anche la concessione di aiuti economici e militari a certi paesi (in particolare a quelli che più direttamente sono minacciati da l'unione dunque dal Comunismo) diventa qualcosa di normale diciamo 42 così per la politica statunitense. Ovviamente la Germania è in cima alla lista perché appunto la Germania a queste due anime diciamo, sarebbe molto semplice perdere il controllo della situazione a favore dell'Unione Sovietica. Poco dopo questa situazione, la Germania comincia anche a beneficiare concretamente di quegli aiuti economici che arrivano dalla European Recovery Plan (cioè dal Piano Marshall); aiuti che vengono offerti in realtà anche a Mosca e anche ai paesi che poi entreranno a far parte definitivamente del blocco orientale. Ma una delle clausole per accettare questi finanziamenti, era necessariamente quella di mostrare i bilanci e ovviamente nessuno vuole mostrare i bilanci a uno stato considerato nemico. Per cui l’Unione Sovietica e tutti coloro tutti i paesi che in qualche modo gravitano intorno all’Unione Sovietica, rifiutano di accettare questi aiuti che provenivano dal piano Marshall. La rottura definitiva avviene fra novembre e dicembre sempre del 1987, quando si tiene a Londra una conferenza dei ministri degli esteri di queste quattro potenze coinvolte nella occupazione della Germania e cui si verifica la rottura definitiva. Non c'è più margine di discussione, non si può più salvare la situazione. Nel febbraio del 1948, il Consiglio Economico di Francoforte diventa a tutti gli effetti un Parlamento costituito dai membri eletti negli 8 Länder degli occidentali à questo porta ad ulteriore divisione tra gli stessi tedeschi. I Cristiano-Democratici che sono diretti che in quel momento da Konrad Adenauer sono favorevoli a uno stato provvisorio, che però sia limitato alle 3 zone occidentali. I socialisti invece rifiutano ogni tipo di soluzione che comporti una divisione del paese e possa compromettere quella che si auspica a essere una futura riunificazione. Ciò che accade però nel 1948 porta rapidamente sia a cristiano democratici sia ai socialisti socialdemocratici tedeschi da parte occidentale ad aderire ai progetti occidentali. Che cosa accade nel 1948? Intanto c'è un colpo di stato a Praga, la Cecoslovacchia era tendenzialmente orientata a mantenere un equilibrio all'interno del proprio paese, ma questo colpo di stato porta decisamente la situazione ad orientarsi verso il socialismo e il comunismo. I sovietici abbandonano il consiglio di controllo alleato e capita anche che ci sia il blocco di Berlino nella città di Berlino. Nel giugno del 48, i tre paesi alleati occidentali riconoscono che a questo punto è assolutamente indispensabile dare al popolo tedesco la possibilità di ritrovare la propria unità, che in quel momento era adatta per perduta, era necessario dare una forma di governo che fosse libera e democratica secondo ovviamente le idee e le ideologie orientali. Si invitano i presidenti dei Länder occidentali a riunire una Assemblea costituente (a Londra), che è incaricata di preparare e di presentare una bozza di Costituzione, che preveda una forma di Governo Federale e un potere esecutivo centrale dotato di poteri sufficienti per poter governare. Tutto questo però indispettisce Mosca, poiché Mosca non viene di fatto interpellata su nessuna di queste questioni e quindi abbiamo il Blocco di Berlino. Berlino seppur divisa i 4 zone, poi in due (Berlino Ovest e Berlino Est), si trova completamente all'interno della zona orientale. Ciò significa che per portare rifornimenti alla parte occidentale della città, era necessario passare attraverso il territorio controllato dall’Unione Sovietica. Stalin decide che tutte le vie di accesso per terra, per fiume vengano assolutamente bloccate à la rete ferroviaria viene bloccata, la rete stradale viene bloccata, quella fluviale viene bloccata à questo blocco dura quasi un anno (dal 24 giugno del 1948 al 12 maggio del 49) = blocco totale della città. Stalin spera che questo atto di forza convinta gli occidentali ad abbandonare Berlino à la parte occidentale non avendo più rifornimenti di nessun tipo rischia il collasso, rischia di morire la popolazione. Soluzione per Berlino Ovest = ponte aereo, gli americani ed inglesi aerei per quasi un anno, paracadutano merci e beni di prima necessità nella parte ovest della città e questo permette la sopravvivenza della città di Berlino. 45 Avevano dunque fatto un po' il doppio gioco e questo proprio in nome della produzione per poter mantenere per quanto possibile l’industria italiana a salvo à la priorità della dell'industria italiana era stata quella di mettere i materiali, gli impianti industriali in salvo per poter proseguire dopo la fine della guerra con la produzione. Com'era la struttura industriale italiana in quegli anni? à vi erano per lo più piccole fabbriche e lavoratori artigiani e poi c'erano in prossimità delle grandi città vi erano le industrie (già dall’800 era considerato il triangolo industriale quello tra Genova, Torino, Milano) à vi era dunque in queste zone una concentrazione di capitali e di mezzi produttivi, c'era l'industria vera che operava soprattutto nel settore idroelettrico, nel settore tessile e nel settore alimentare. Poi c’erano altri settori particolarmente attivi prima della guerra che sarebbero diventati molto importanti nel futuro industriale del paese ovvero le fabbriche d’acciaio, quelle di automobili ovviamente Torino e Milano erano all'avanguardia per questo e della chimica che però erano ancora in secondo piano in questo momento. Confi e industria che era ancora l'organizzazione che raccoglieva intorno a sé i rappresentanti delle imprese, si era proposta due obiettivi post-bellici: - Gli imprenditori avrebbero dovuto avere completa libertà di controllo sul luogo di lavoro e la produzione capitalistica non avrebbe dovuto risentire di nessuna pianificazione statale à si sperava in nessuna svolta a sinistra. - Volevano ritornare in possesso del diritto di licenziare gli imprenditori à al momento della fine del conflitto mondiale, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia - dove erano concentrate le fabbriche - aveva reso illegale licenziamenti proprio perché era un momento drammatico à gli Alleati avevano approvato e appoggiato questo provvedimento, perché temevano tumulti e ovviamente in una situazione già difficile ed economicamente precaria vivere e subire un licenziamento poteva essere davvero qualcosa di estremamente drammatico per una famiglia. L’industria contribuì al raggiungimento di accordi nazionali per stabilizzare le paghe e ridurre al minimo il problema e la possibilità di agitazioni fra i lavoratori. Molti di questi imprenditori avevano creato delle vere e proprie fortune sotto l'economia controllata dallo Stato fascista. Alla fine della guerra dovevano tutti convertirsi al liberismo, al libero gioco delle forze di mercato. Tutti però avevano una grandissima preoccupazione per la legge e per l'ordine perché con la fine della guerra non erano finiti completamente i disordini, i problemi. C'era veramente fame di terre soprattutto nel centro-sud per cui molti lavoratori della terra occupavano illegalmente questi apprezzamenti semplicemente per poter sopravvivere à la disoccupazione come sempre accade in un paese che esce dalla guerra e che deve riconvertirsi in paese poi sconfitto come era l'Italia, di fatto il problema ovviamente è ancora più grave; si verificavano quasi quotidianamente manifestazioni anche violente dei disoccupati, di coloro che non avevano lavoro e che quindi non avevano possibilità di provvedere a se stessi, alle proprie famiglie. Per cui queste situazioni, la giustizia sommaria, l'occupazione delle terre le rivolte, le manifestazioni violente andavano al più presto fermate, tutti questi problemi dovevano essere eliminati per dare inizio ad una ricostruzione pacifica all'interno del paese. Per fare questo, gli imprenditori, per avere una certa libertà d’azione nelle loro prospettive future cominciarono ad appoggiare al Partito Cattolico, che era nato negli anni della guerra sulle ceneri di quello che era stato il Partito Popolare di Don Sturzo (smembrato dal fascismo). La DC (Democrazia Cristiana) diventerà negli anni postbellici il maggior partito italiano à sarà il partito di maggioranza del paese, di fatto fino alla fine della cosiddetta Prima Repubblica travolta poi negli anni all'inizio degli anni 90, dallo scandalo di Tangentopoli e quindi dal crollo della cosiddetta politica tradizionale. 46 La Democrazia Cristiana sarà di fatto il partito più importante all'interno dell'economia politica del paese ed era un partito organico alla borghesia italiana à fra i fondatori della Democrazia Cristiana c'era anche Enrico Falck. La sede di Sesto sorge, sorge sulla cosiddetta “ex area Falck” per cui aveva una nascita anche dall'alto in qualche modo. La maggior parte del mondo degli affari in epoca liberale diciamo così prima dell'avvento del Fascismo nel paese, aveva soprattutto sostenuto il Partito Liberale. Il Partito Liberale era sempre stato il tradizionale rappresentante politico degli interessi dell’imprenditoria, però dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, non riuscì ad adattarsi alle condizioni dell'Italia postbellica, che erano cambiate enormemente e per cui i dirigenti che erano stati al comando nell'epoca prefascista, non compresero neanche la necessità di creare una vera e proprio partito di massa. Ritorna il concetto della presenza di un Partito di massa à un partito in grado di attrarre non solo le élite, ma di attrarre anche un vasto numero gruppo di popolazione, in qualche modo cioè di coinvolgere sia il grande imprenditore sia il borghese impiegatizio sia gli strati meno abbienti della popolazione, un partito in grado di capire, di captare le esigenze e le necessità di tutte queste classi sociali à questo il partito liberale non riuscirà mai a farlo, poiché non riesce a mettere in atto una propaganda politica, che fosse in grado di raggiungere un pubblico più ampio, più vasto di quello della semplice borghesia delle grandi città. Invece la Democrazia Cristiana aveva queste caratteristiche, queste caratteristiche di essere un partito di massa perché era fondamentalmente un Partito interclassista à questo significava che appunto aveva istanzia, proposte, attenzioni per diverse classi sociali e questo era un prerequisito fondamentale per creare un partito moderno di successo e per di più poteva appoggiarsi anche all’istituzione della Chiesa Cattolica (molto forte ai tempi). La Chiesa Cattolica con le sue varie organizzazioni era una delle pochissime organizzazioni parastatali in qualche modo che non era mai cessata neanche durante il regime fascista. Per cui riusciva a conquistarsi a portare dalla propria parte anche i cattolici e i cattolici erano il 90% della popolazione italiana (dal grande imprenditore al contadino). Aveva appunto poi anche questa organizzazione che si occupava di lavoro agrario à la Coldiretti aveva alleati che erano delle sorte di patronati, che gestivano i problemi dei lavoratori, erano organizzazioni collaterali che riuscivano a garantire una certa assicurazione assistenza sociale ai lavoratori. Per cui la Democrazia Cristiana poteva contare su una valida base di massa (contadini, proletari, lavoratori, cattolici). La propaganda era rivolta specialmente alla classe media à la classe media poteva valere voler dire quasi qualunque cosa: artigiani, commessi, impiegati, piccoli funzionari e i ceti medi urbani che nel ventennio fascista erano stati la vera spina dorsale del consenso a Mussolini e che ora dopo la fine del regime fascista, in molti casi si trovavano anche abbastanza disorientati dalla apparente distruzione di tutti quei valori che erano stati portati avanti durante l'epoca fascista. La Democrazia Cristiana invece dava garanzia, perché riaffermava la morale cattolica, prometteva di salvaguardare la proprietà, di limitare il potere dei grandi monopoli, quindi, era un po' populista un po' filo-capitalista à aveva tutta una serie di punti di attrazione per appunto diverse classi sociali. Proteggeva chi sia produceva sia chi consumava e faceva appello ai valori tradizionali della famiglia. Le organizzazioni cattoliche dopo la guerra furono in prima linea per assistere alle altre organizzazioni che sono uscite dalla guerra distrutte e provate. Le organizzazioni cattoliche erano ramificate sul territorio, partivano dal basso, partivano dalle parrocchie e quindi conoscevano la situazione sul territorio e pr questo riuscivano a dare un aiuto economico diretto a chi aveva veramente bisogno, riuscivano a fare assistenza, a fare beneficienza à avevano attenzione per i problemi della famiglia, andavano oltre le divisioni di classe e soprattutto si rivolgeranno alle donne, che erano quelle che più assiduamente frequentavano le parrocchie che erano più direttamente coinvolte nella gestione dell'economia familiare che quindi erano più facili in qualche modo da convincere. 47 Il programma di Alcide De Gasperi, che alla fine la guerra divenne il primo leader della Democrazia Cristiana e anche il primo Presidente del Consiglio espresso della Democrazia Cristiana, era abbastanza semplice e si fondava appunto sulla morale cattolica, su una democrazia rappresentativa, sull’anticomunismo perché il comunismo continuava a destare preoccupazione nell'italiano medio. La chiesa si appoggiava al Vaticano, di conseguenza, alla chiesa sembrava in qualche modo che la Democrazia Cristiana fosse in quel momento il partito più esplicitamente di destra all'interno del paese (di destra vuol dire conservatore), un partito che non è per rivoluzioni sociali ma che aveva anche un'altra anima, cioè quella forza evangelica riformista e anticapitalista. Quindi la DC per De Gasperi doveva restare assolutamente democratico, perché non doveva perdere il nord del paese, dove si erano svolte le battaglie più dure per la liberazione e laddove la popolazione era più orientata a votare chi quelle battaglie le aveva fisicamente condotte per cui i comunisti e i socialisti. Da sola la Democrazia Cristiana, all'inizio non avrebbe potuto far nulla perché aveva bisogno anche dell'appoggio di altri partiti e sapeva anche che molte chance di vittoria si appoggiavano sulla collaborazione necessaria con la classe imprenditoriale del paese per avere risorse e consensi. In questi anni poi anche l'Italia beneficerà di aiuti economici importanti da parte dello European Recovery Plan e del Piano Marshall perché si la Germania era un partner importante, ma anche tutta l'Europa era un mercato immenso con i quali Stati Uniti volevano cooperare e quindi era necessario ricostruire le capacità economiche dell'intero continente e anche dell'Italia. A partire dal 1966, sempre gli Stati Uniti mandarono aiuti concreti e continui all’Italia tramite un'associazione che si chiamava UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) e che appunto dava aiuto alle popolazioni italiane in difficoltà e gli aiuti tramite UNRRA rappresentarono per diversi anni la maggior parte delle merci che arrivavano in Italia. Tanto è vero che fra fine della guerra, grazie alla conoscenza diretta che in quegli anni si ebbe degli Stati Uniti e degli americani attraverso la presenza alleata in Italia, dal 1945 al 1948 comincia a nascere in Italia un vero e proprio mito degli Stati Uniti dell'American Way of life, un mito che rimase fortissimo anche negli anni avvenire. L’America era vista come punto di riferimento dal punto di vista economico, ma non solo anche dal punto di vista culturale à l'influenza del modello americano veicolata dagli oggetti americani a partire dal cinema, a seguire con la musica, con i capi di abbigliamento (blue jeans), tutte immagini che esportarono questa immagine dell'American Way of Life, questa voglia di America, che in qualche modo si collegava a che con la democrazia. La democrazia americana era facile da comprendere, perché la sua idea era veicolata da questi oggetti, dal consumo, dal benessere, dalla libertà di comprare, ecc. Durante la guerra, le condizioni della popolazione italiana erano peggiorate in modo consistente, come erano peggiorate anche in tutto il resto dell'Europa, che di fatto che fu uno dei principali teatri della guerra. Per cui alla fine del conflitto, centinaia di migliaia di italiani si trovarono senza casa, perché molte case erano state bombardate quindi erano inagibili. L'inflazione aveva eroso i salari degli operai, tutti i lavoratori dipendenti in generale à dal 1938 al 1945, il costo della vita era cresciuto di 23 volte, non così ovviamente era stato per il valore dei salari, che era inferiore di molto a questa crescita dell'inflazione. C'erano ancora delle disparità enormi fra il nord e il sud del paese, laddove i versanti meridionali erano ancora il settore più povero della forza lavoro del paese. C’era un enorme disoccupazione alla fine della guerra à in Italia erano ritornati i prigionieri, coloro che erano stati deportati nei campi di lavoro di concentramento in Germania in Polonia in Cecoslovacchia, gli internati e tutta una massa di persone che erano alla ricerca di un lavoro, che però sul territorio italiano in quel momento di fatto non esisteva e a cercare lavoro erano soprattutto gli uomini, che erano ex Partigiani, ex soldati smobilitati, ma anche fascisti che in qualche modo dovevano reinserirsi nel vivere civile. 50 Era stato un capo partigiano estremamente risoluto e anche molto capace, ma una volta messo a capo del governo non riuscì a dare il meglio di sé e si dimostrò molto incerto. Dietro il fallimento di Parri come capo del governo c’erano ovviamente diverse ragioni à per esempio, i limiti del partito da cui veniva e della sinistra in generale. Il Partito d’Azione era un partito che si era formato mettendo insieme diversi partiti politici, che si erano di fatto sciolti durante l’epoca fascista. All’interno del Partito d’Azione convivevano diverse anime: - c’erano esponenti radicali - esponenti del socialismo liberale - esponenti della socialdemocrazia Queste diverse anime paralizzarono un po’ l’azione del partito stesso. Quasi subito ci si rese conto che in questo partito c’era una carenza di dirigenti, poiché la maggior parte dei dirigenti del Partito d’Azione erano questi capi partigiani che si erano incaricati della lotta durante il conflitto, ma che dopo la 2 GM erano tutti tornati alle loro occupazioni precedenti, alla loro vecchia vita, ritirandosi così dalla politica attiva. Nel febbraio del 1946 il Partito d’Azione indisse il proprio primo congresso e tutti questi problemi vennero alla luce, esplosero, e ci fu una prima scissione di questo partito e il Partito d’Azione cedette membri a diverse altre formazioni. All’interno del governo Parri che va dal giugno al novembre del 1945 la sinistra, e come sinistra intendiamo oltre al Partito d’Azione anche il Partito comunista e il Partito Socialista di Unità Proletaria aveva la maggioranza, ma non riuscì a farne un uso positivo. Sia il Partito Comunista che il Partito Socialista di Unità Proletaria, pensavano che le elezioni che si sarebbero verificate a breve avrebbero dato loro la forza di maggioranza. Quindi diedero grandi concessioni ai socialdemocratici e ai liberali per far si che le elezioni non venissero posticipate. Però tutto in quel momento giocò a favore di De Gasperi e della Democrazia Cristiana che da una parte riuscì a rinviare le elezioni di alcuni mesi e d’altra parte riuscì a strappare diverse concessioni. De Gasperi per esempio venne nominato Ministro degli Esteri, per cui era in contatto strettissimo con gli Alleati, i quali decisero che le elezioni amministrative avrebbero dovuto precedere quelle politiche all’interno del Paese. Le elezioni politiche si tennero nella primavera nel 1946 e si tennero più tardi di tutto gli altri Paesi che erano stati occupati dai nazisti e in questo periodo di attesa le “vittime” furono soprattutto i membri dei Comitati di Liberazione Nazionale. Sia il Partito d’Azione che il Partito Comunista speravano che questi Comitati di Liberazione Nazionali potessero servire come strumenti di democrazia diretta all’interno del Paese. Ma la Democrazia Cristiana in primis, i pochi liberali e gli Alleati non volevano che rimanessero sotto varie forme questi Comitati di Liberazione Nazionale tanto è vero che si sciolsero e sparirono dal panorama politico italiano. Nel novembre del 1945 poi i liberali decisero che era giunto il momento di sbarazzarsi di Ferruccio Parri, ritenuto non valido per la posizione che occupava e per questo Parri fu costretto a dimettersi. I comunisti e i socialisti stavano già pensando di sostituire Parri con De Gasperi à De Gasperi dalla fine della guerra, come Ministro degli Esteri, aveva conquistato la fiducia anche della sinistra anche se i suoi obiettivi e le sue posizioni erano molto distanti da quelli della sinistra. Nel dicembre 1945 De Gasperi diventa il secondo Presidente del Consiglio e la sinistra appoggia De Gasperi sperando di assicurarsi un periodo di tregue preelettorale. Un periodo di tranquillità per preparare le elezioni. Tuttavia, la sinistra si trovò ad affrontare un paio di sorprese non proprio gradite. Innanzitutto si ostinò che la questione istituzionale, ossia la decisione di far diventare l’Italia una repubblica o di mantenere la monarchia, doveva essere decisa tramite un referendum o non da un’assemblea costituente perché 51 non solo la sinistra era divisa ma anche la DC à l’elettorato era profondamente diviso e De Gasperi aveva paura che queste divisioni venissero alla luce perché l’elettorato della Democrazia Cristiana era composto in parte da monarchici e anche perché l’elettorato della DC aveva posizioni più conservatrici rispetto a quello dei partiti di sinistra. Quindi se la decisione tra monarchia o repubblica fosse stata presa da un’Assemblea Costituente, questa frattura sarebbe stata evidente a tutti, quindi per evitare che questa dicotomia/frattura si manifestasse, De Gasperi portò avanti l’idea che dovesse essere un referendum popolare a decidere le sorti del paese italiano à l’Assemblea Costituente doveva limitarsi a stilare una Costituzione. Durante i primi governi, la tradizionale struttura statale e amministrativa italiana era ancora quella fascista perché fino a quel momento erano al potere i fascisti à queste strutture non vennero smantellate, anzi erano le uniche strutture presenti e vennero addirittura rafforzate. In quegli anni (soprattutto la sinistra) dimostrarono uno scarso interesse nel riformare il potere centrale e sottovalutarono il problema pensando che le istituzioni fossero neutrali, cosa che invece non erano infatti c’erano persone che avevano un chiaro schieramento politico e questo creò tanti problemi, i quali poi si manifestarono per la sinistra, che era convinta che avrebbe vinto a mani basse le prime elezioni. L’altro problema che sul lungo periodo si rivelerà devastante fu quello di non cercare riforme burocratiche à la burocrazia del Paese rimase sostanzialmente la stessa di prima della guerra. In questo periodo non ci fu un tentativo serio di rinnovare l’amministrazione centrale a Roma, quindi rimasero molto simili a quelle fasciste settori chiave dell’amministrazione statale italiana come la sanità, l’economia, la giustizia, non era cambiato niente, anche se i volti erano volti nuovi. Dal punto di vista amministrativo, non ci furono grossi cambiamenti à ci fu qualche tentativo di cambiamento, però ci si rese ben presto conto che epurare dai fascisti o dagli ex fascisti l’amministrazione pubblica italiana avrebbe significato chiuderla. Per cui a meno che i funzionari non si fossero resi colpevoli di gesti eclatanti era impossibile cacciarli perché l’obiezione che potevano tranquillamente muovere era questa “l’ho fatto solo per non perdere il lavoro”. Si crearono in Italia le commissioni per l’epurazione, che si rilevarono però un totale fallimento perché vennero lasciati liberi alcuni fra i maggiori responsabili del fascismo. La magistratura non fu toccata dall’epurazione e cosa peggiore il codice penale, il codice Rocco, che rimase in vigore per decenni e decenni nonostante alcune modifiche. Nel giugno 1946 lo stesso Palmiero Togliatti promulgò un’amnistia à la propose per motivi umanitari, ma sollevò una valanga di critiche perché sfuggirono alla giustizia fascisti conclamati, e molti torturatori. Ci fu un certo malcontento in diverse aree del Paese. Alla fine, paradossalmente l’unica effettiva epurazione che avvenne fu quella da parte dai ministri democristiani contro partigiani e antifascisti che erano entrati nell’amministrazione statale subito dopo l’insurrezione nazionale, post aprile 1945. L’apoteosi di questa epurazione dei partigiani avvenne tra il 1947 e il 1948 quando il Ministro degli Interni era Scelba, responsabile delle forze dell’ordine e della polizia, il quale epurò dai partigiani la polizia. Questa è la ragione per cui le forze dell’ordine sono più vicini alle posizioni di destra e non sono indipendenti. Con che motivo decisero di allontanare i partigiani? I socialisti e i comunisti erano stati troppo accondiscendenti, prima delle elezioni politiche, quindi non esisteva una vera maggioranza. Erano governi fatti dai partiti e dai personaggi che avevano vinto la guerra. In linea di massima non ci sarebbero dovuti essere fascisti ma elementi più conservatori erano rimasti al loro posto, specie in alcuni posti chiave. Togliatti, il Ministro della Giustizia, era comunista, si mostrò accondiscendente in nome della pace, della pacificazione del Paese. 52 Non esacerbiamo ulteriormente gli animi no, era questa la linea di questo atteggiamento. D’altra parte il partito più conservatore dell’epoca cioè la Democrazia Cristiana che era vicina a posizioni, alle posizioni degli USA, in… non ancora era Guerra Fredda conclamata ma agli esordi, quindi c’era il terrore di un’avanzata dei comunisti e per questo vennero fatti allontanare dai settori di loro competenza, quindi Scelba Ministro degli Interni, quegli elementi che potevano risultare di disturbo, ovvero alcuni partigiani. Mi chiedevo quale fosse per la popolazione in questo momento il sentimento verso il fascismo, nel senso… non erano riusciti a epurare… però più che altro la popolazione come vedeva il fascismo dopo la guerra? Ovviamente il rapporto col passato è qualcosa di soggettivo quindi non posso dire che tutti genericamente erano contro il fascismo. All’indomani della fine della guerra laddove noi sappiamo che l’iscrizione al Partito era un’iscrizione di massa un po’ perché si veniva “spinti caldamente” ad iscriversi al partito, poiché se iscritti si ottenevano benefici, all’indomani della guerra i fascisti non esistevano più, nessuno avrebbe più ammesso che era simpatizzante del fascismo anche se prima per il fascismo in Italia c’era stato un grande entusiasmo. C’era stato un generale allontanamento, soprattutto nelle regioni del nord che avevano vissuto l’occupazione nazista e i disastri dell’occupazione nazista. La popolazione abbandonò in fretta, perché poi presto si riaffacciarono alla scena pubblica e politica diversi partiti che richiamavano alle idee e alla figura del fascismo, nell’immediato dopoguerra si era stanchi della guerra, si era stanchi delle conseguenze che la guerra aveva portato nell’economia e nella vita sociale del Paese, perciò gli italiani erano mediamente più interessati a superare questo periodo, che ad appoggiare o continuare ad appoggiare le posizioni del fascismo. Ci fu un allontanamento per lo meno formale dal fascismo in quegli anni. Ovviamente l’Italia usciva dalla guerra e aveva i suoi problemi di carattere economico e sociale. Il primo anno della guerra vide una relativa stabilità dei prezzi nonostante il livello della produzione si fosse di molto abbassato. La produzione del 1945 non arrivava nemmeno ad un terzo della produzione che c’era stata nel 1938 quindi l’anno precedente allo scoppiò della 2 GM à questo perché l’Italia dipendeva molto dall’importazione delle materie prime, dal momento che noi ne abbiamo poche. Quando la guerra finisce si decide in modo unanime di abbandonare quel sistema artificioso, che era stato portato avanti dal governo fascista che era l’autarchia, che era la speranza della realizzazione dell’assoluta dipendenza dalle importazioni da altri Paesi (= tutto si doveva produrre internamente). L’autarchia venne abbandonata in favore della liberalizzazione degli scambi commerciali e ricominciò l’importazione di materie prime che erano assolutamente necessarie per rimettere in sesto l’economia del paese italiano, per cui gli imprenditori optarono per una strategia liberista. Ovviamente questo tipo di economia era molto vicino alle idee portate avanzi dagli USA, quindi comunisti e socialisti in questo si trovarono un po’ spiazzati, perché il modello sovietico non era in nessun modo paragonabile e applicabile in Italia, non furono mai in grado di opporre al sistema liberista un sistema altrettanto valido. Questa situazione creò loro una serie di problemi politici e istituzionali à però in quel momento c’era una precedenza assoluta che erano le elezioni. Socialisti e comunisti in questo frangente avevano davvero poche idee in materia economica, per cui tutta la questione economica del paese venne subordinata al liberismo portato avanti dagli imprenditori. NB. Anche gli imprenditori rischiarono per qualche tempo una sorta di epurazione, poiché in passato avevano in qualche modo collaborato con il regime (= collaborare col regime significava avere tutta una serie di limitazioni per cui molti industriali italiani erano molto coinvolti col fascismo). Durante una conferenza nel 1945 Togliatti ammise che l’industria privata aveva un’importanza fondamentale per l’economia italiana e non poté fare nessun accenno alla nazionalizzazione come era avvenuto o stava avvenendo nei Paesi nell’Est. Questa idea era considerata assolutamente utopistica, non realizzabile nel nostro Paese, per cui la sinistra si dimostrò inadatta in tutti i modi a contrastare le idee economiche che venivano dalla parte più legata agli USA. 55 Dopo le elezioni nel luglio del 1946 c’è un rimpasto del governo e si arriva al secondo governo di De Gasperi. La prima cosa à i partiti che hanno ottenuto pochissimi voti, il primo fra tutti è il Partito d’Azione, ma anche il Partito Liberale, i loro esponenti vengono esclusi dal governo. I Comunisti e i Socialisti vengono privati di alcuni dicasteri, i Repubblicani hanno un ruolo assolutamente marginale. Tuttavia, i Democristiani stavano vivendo una profonda crisi al proprio interno e nello stesso tempo il paese era in una situazione economica terrificante, c’era l’inflazione, i prezzi al dettaglio crescevano in modo incontrollabile e di questo parte dell’elettorato accuso Democrazia Cristiana, di fatti nelle successive elezioni amministrative la Democrazia Cristiana perse in modo disastroso. De Gasperi riceveva anche grosse pressioni, da parte del Vaticano e del Papa perché volevano che si rompesse definitivamente con comunisti e socialisti. In questo però De Gasperi fu abbastanza prudente, per prima cosa perché il concordato non era stato ancora incluso nella Costituzione per cui voleva ottenere comunque questo risultato e oltretutto si doveva ancora perfezionare e firmare il trattato di pace che poneva fine alla 2 GM e quindi doveva esserci anche l’approvazione a questo trattato di tutte le potenze alleate. De Gasperi sicuramente non intendeva far durare questa coalizione quasi innaturale più del necessario però voleva scegliere con accuratezza il momento giusto per distruggerla. Nel gennaio del 1947 De Gasperi fece un famoso viaggio negli Stati Uniti à viaggio che entra nella mitologia della guerra fredda, poiché pare che durante questo viaggio De Gasperi ricevette dal presidente Truman l’ordine di cacciare i comunisti (quindi la sinistra) dal governo. Anche se De Gasperi si rendeva perfettamente conto che i tempi non erano ancora maturi per una decisione del genere. In più in questo frangente rimaneva ancora un’altra questione in sospeso molto grave è molto sensibile, che era quella della Questione di Trieste à nell’aprile del 1945 gli Jugoslavi si erano annessi alcuni territori che precedentemente facevano parte dell’Italia: il territorio di Isonzo, della Venezia Giulia e in quelle terre la popolazione di origine italiana fu sottoposta a un severissimo regime di occupazione dalla parte degli Jugoslavi. Tanto è vero che molte di queste popolazioni furono poi costrette a fuggire ad andare davvero in esilio. Ovviamente in questa situazione di assoluta intransigenza da parte del Governo Jugoslavo, il DC si trovava in difficoltà, e quindi si arrivo ad una sorta di compromesso con la Trieste Italiana e l’entroterra Jugoslavo, però ci vorranno anni per sistemare questa questione. Nel 1946-48 la situazione era complicata e Trieste era una città ancora occupata dalle truppe alleate, occupata militarmente, la situazione si risolverà solamente nel 1954, quindi molti anni dopo. I conflitti sociali erano all’ordine del giorno perché i problemi sociali e non solo erano tanti, e questi conflitti aumentarono nel periodo successivo al referendum e alle elezioni dell’assemblea costituente. Nel 1946 i prezzi erano sempre in di più crescita, la disoccupazione era a dei livelli quasi intollerabili e ovviamente il malcontento era generalizzato ed investiva sia il partito di maggioranza relativa, cioè la Democrazia Cristiana, sia le sinistre che erano all’interno di questo governo di coalizione. Nell’agosto del 1946 ci fu ad esempio una rivolta di ex partigiani, che erano rimasti assolutamente oltraggiati da quell’amnistia portata avanti da Togliatti contro i fascisti. Questo movimento si sviluppò in tutta Italia Settentrionale, laddove gli ex partigiani chiedevano una revoca dell’amnistia. La situazione era estremamente tesa e per alcuni giorni si temette che De Gasperi avrebbe fatto intervenire l’esercito. Invece fece intervenire gli ex leader dei Comitati della Liberazione Nazionale dell’altra Italia, che parlando con gli ex partigiani, riuscirono a convincerli a tornare a casa. Questo però non fermò tutto una serie di ondate di agitazioni spontanee contro la disoccupazione perché la situazione nel paese era veramente terrificante e stava diventano insostenibile per la popolazione. In questo momento furono particolarmente attivi in queste agitazioni le donne e i prigionieri di guerra, che erano ritornati a casa --< dopo l’estate, soprattutto al nord, le agitazioni si smontarono. 56 Continuarono alcune agitazioni da parte degli impiegati nell’edilizia di Roma, che erano stati minacciati di licenziamento e questo causò ovviamente delle ripercussioni, ci furono 2 morti oltre a 150 feriti, e continuarono le agitazioni nelle campagne. Il culmine di queste agitazioni e nell’autunno del 1947 con i Comitati di Agrari, che rivendicavano le terre incolte per sé. Questa protesta però si ridusse poi quasi a nulla. Nel giugno del 1947 ci fu un accordo che venne firmato dal nuovo Ministro dell’Agricoltura (Antonio Segni) à accordo in base al quale i mezzadri avrebbero ottenuto il 53% della produzione e i proprietari si impegnavano ad investire un 4% annuo dei loro guadagni per migliorare le condizioni dei poteri. Alla fine, questa lotta è andata avanti e dai mezzadri si risolse in un quasi fallimento. Il clima di agitazione che seguì le elezioni del 1946 rese più difficile per la Democrazia Cristina il dover allontanare le definitivamente le forze di sinistra dal governo, perché avere i communisti e i socialisti al governo svolgeva una sorta di azione frenante contro queste manifestazioni, impediva in qualche modo che si realizzasse una vera e propria guerra civile. Nel gennaio del 1947 ci fu un rimpasto di governo, si arrivò al terzo governo De Gasperi, in questo governo l’importanza del DC aumentava, ma l’aumento non riguardava solamente l’influenza della Democrazia Cristiana all’interno del governo, la situazione contingente portava anche a dei problemi reali e concreti perché appunto il tasso di inflazione continuava a salire. Nel 1947 a febbraio finalmente hanno firmato il Trattato di Pace, che però si rivelò un colpo abbastanza duro per le aspettative della Democrazia Cristiana, perché l’Italia perdeva tutte le sue colonie e doveva pagare le riparazioni ai paesi che aveva invaso con più o meno successo (= doveva pagare le riparazioni alla Russia, alla Grecia, alla Iugoslavia, all’Albania e all’Etiopia). E la questione di Trieste non si risolse ancora in modo definitivo perché Trieste venne dichiarata territorio libero e la penisola Istriana venne data alla Iugoslavia. Nell’aprile del 1947 si svolgono le elezioni regionali in Sicilia e la DC in questa regione passa da un 33,6% (percentuale ottenuta durante le elezioni del referendum nel 1946) a il 20,5%, cioè perde 13% che sono tantissimi. Quindi De Gasperi capisce che deve muoversi in fretta, e capisce che a causa sulla lunga distanza, e alle sinistre al governo, le gerarchie ecclesiastiche avrebbero alla lunga abbandonato il partito e una volta che queste abbandonando, la DC sarebbe risultata completamente annientata alle imminenti elezioni politiche che erano previste per la primavera del 1948. Quando appunto i patti lateranensi furono inseriti in Costituzione, De Gasperi si rende conto che aveva ottenuto il massimo che poteva ottenere dalla coalizione antifascista e quindi capì che quello era il momento giusto per la rottura. In quel frangente si verificarono due avvenimenti internazionali che incoraggiarono in qualche modo De Gasperi a prendere questa decisione: - Il 5 maggio del 1947 i comunisti vennero cacciati con successo dal governo in Francia, i due maggiori partiti comunisti dell’Europa occidentale si ritrovavano: uno in Italia che era il più forte in assoluto e altro in Francia. Il secondo motivo che spinse De Gasperi a prendere questa decisione fu la rapida evoluzione della politica americana. - Nel marzo del 1947 Truman aveva enunciato il proprio pensiero, ovvero quella che poi verrà conosciuta come dottrina Truman à la dottrina di Truman Era una sorta di assioma per la sicurezza degli Stati Uniti, è importante per gli Stati Uniti stessi difendere l’indipendenza dei popoli liberi, non era possibile in alcun modo cedere nessuna posizione al comunismo e ai paesi comunisti. L’1 maggio del 1947 la tensione dell’opinione pubblica italiana viene completamente distolta dalla grande politica internazionale, dalle decisioni del governo da prendere à l’attenzione viene catalizzata intorno al mondo contadino siciliano , specialmente in un piccolo paese, Portella della Ginestra, che si trova in provincia di Palermo. 57 In Sicilia c’era stata una vittoria dei partiti di sinistra, pesante sconfitta, pesante perdita della Democrazia Cristiana e i contadini lavoratori siciliani si riuniscono in una piana a Portello della Ginestra, che era circondata da alture per festeggiare la Festa dei Lavoratori il 1° maggio, una settimana dopo quella vittoria sulla Democrazia Cristiana. In questa piana si trovavano circa 1500 persone e improvvisamente da una delle alture arrivò fuoco con le mitragliatrici, che si scagliarono sulla gente che era si riunita pacificamente per festeggiare la Festa dei Lavoratori à artefice di tutto ciò era un bandito siciliano di nome Salvatore Giuliano, che era andato a ricordare ai contadini chi effettivamente detenesse il potere nella provincia (11 morti e 65 feriti). Chi erano però i mandanti di Salvatore Giuliano? Non si seppe mai chiaramente, l’episodio rimase piuttosto scuro, Salvatore Giuliano venne assassinato. Dopo questi fatti De Gasperi si dimise di nuovo, il governo si spostò al centro e le elezioni vennero rinviate dall’ottobre del 1947 all’aprile del 1948. In questo nuovo governo centralista che si venne a creare, vennero assegnati due ministeri chiave: - quello degli Interni che venne affidato a Mario Scelba con tutte le conseguenze - la vicepresidenza del consiglio, nonché il Ministero del Tesoro che venne affidato a Luigi Einaudi. Mario Scelba à era un conservatore inflessibile, era quello di cui aveva bisogno la Democrazia Cristiana in un momento del genere, cioè un momento di crescente tensione sociale e politica. Abbiamo detto Scelba epura polizia carabinieri dagli ex partigiani; e polizia carabinieri vengono sempre più spesso invitati a intervenire con forza e spesso anche con violenza contro le manifestazioni operaie e contadine. A questo punto c’è anche un cambio all’interno del partito comunista nel modo di porgersi, perché i comunisti vengono espulsi dal governo, ma Togliatti continua a mantenere un atteggiamento misurato e moderato sperando che De Gasperi con questo modo di comportarsi di Togliatti avrebbe prima o poi capito il suo errore, cioè quello di aver allontanato dal governo questa forza comunista. Però i comunisti avevano un altro problema à non erano del tutto “liberi”, nel settembre del 1947 i dirigenti del Partito Comunista Italiano vennero convocati in Polonia per partecipare a una riunione e in questa occasione sia il Partito Comunista Ptaliano che quello francese vennero messi sotto accusa per essere stati troppo concilianti con le forze e i partiti borghesi dei loro paesi. In questa circostanza Longo (= uno dei rappresentanti poi autorevoli del partito comunista italiano), difese la condotta del partito durante la guerra, accettò le critiche che venivano mosse al partito comunista post-bellico, ma difese comunque le proprie posizioni) Siamo a questo punto nel 1947, il mondo era di fatto diviso in due blocchi, per cui tutte le potenze imperialiste, in primo luogo gli Stati Uniti, erano pronti a lanciare un’offensiva contro l’Unione Sovietica e a questo ovviamente i comunisti occidentali avrebbero dovuto opporsi, col problema che però vivevano in un Paese Occidentale (= quindi in paesi non comunisti) à comincia di fatto la Guerra Fredda. L’alleanza che Togliatti aveva propiziato con la Democrazia Cristiana aveva tuttavia portato a veramente scarsissimi risultati. Però Togliatti continuò a credere che questa posizione moderata fosse assolutamente preferibile a uno scontro frontale, quello scontro frontale che aveva dato disastrose sconfitte negli anni ‘20 e ‘30. In realtà il fatto di trovarsi all’opposizione rappresentò quasi un sollievo per molti dirigenti del partito comunista che non doveva più scendere a compromessi con il nemico, ma poter fare opposizione aveva in qualche modo i suoi vantaggi. Tanto è vero che nell’autunno del 1947 ci fu una nuova ondata di proteste sociali e gli attivisti di sinistra (= comunisti) non si trovarono nello sgradevole ruolo che non era di loro competenza. Nel settembre del 1947 ci fu sciopero dei braccianti della Pianura Padana, uno sciopero di 12 giorni contro le Grandi Oroprietà capitalistiche nella Valle Padana, che era la regione più ricca del paese. 60 - È l’anno del blocco di Berlino del quale abbiamo parlato, quindi un momento di forte tensione internazionale sempre legato al tema della Guerra Fredda. - Nel luglio del 1948 si verifica un attentato al Capo del Partito Comunista Palmiro Togliatti à mentre sta uscendo da Montecitorio dopo una seduta parlamentare viene raggiunto da 3 colpi di proiettile sparati da uno studente di giurisprudenza siciliano, Antonio Pallante, che era un fervente anticomunista e un simpatizzante del Partito del Movimento dell’Uomo Qualunque, era un qualunquista così detto, militante, e in questo frangente con Togliatti in fin di vita e la preoccupazione per la sua salute che durò diversi giorni, si crea un clima assolutamente teso. L’attentato avviene il 14 luglio del 1948, il 15 luglio Gino Bartali vince il Tour de France à Bartali era uno degli eroi del ciclismo italiano, c’erano allora pochi sport popolari in Italia, uno ovviamente era il calcio ma in quegli anni il ciclismo lo era ancora di più, gli eroi del ciclismo erano conosciutissimi ed estremamente famosi in tutta la penisola. Questa vittoria di Bartali, in una scena di Ladri di biciclette si vede sul muro la scritta che inneggia a Bartali e al ciclismo, quindi c’è un eco di questo avvenimento all’interno del film e questa vittoria si rivela provvidenziale, perché distrae in qualche modo gli italiani dall’insurrezione in quel frangente sembrava davvero molto probabile. Subito dopo essere stato operato, Togliatti invitò tutti i dirigenti del Partito comunista e i sostenitori del Partito a interrompere le manifestazioni, invitò tutti alla calma. Togliatti aveva sempre voluto la legittimazione dei comunisti come una potenziale forza politica di governo, per cui non era la rivoluzione la via per ottenere il potere per diventare un Partito di governo, dovevano essere le elezioni, questa era la sua idea e lo era sempre stata. Ladri di Biciclette è il capolavoro del neorealismo e possiede tutte quelle caratteristiche che caratterizzano il cinema di questa corrente del Neorealismo. L’ambientazione è assolutamente reale, è la Roma del 1948 con le sue strade, il suo traffico, la sua gente, i mercati, tutto è ripreso dal vivo per cui anche semplicemente gli sfondi di quella città sono un importante documento per ricostruire com’era la vita di Roma in quell’anno. Gli attori che De Sica utilizza sono tutti attori non professionisti, perché voleva la giusta faccia per il giusto ruolo, l’intensità doveva nascere dalla realtà di questi personaggi. È una vicenda drammatica che racconta la durezza della vita quotidiana delle classi popolari senza alcun tipo di concessione, niente lieto fine perché il finale è aperto, ti spezza il cuore il finale con questi due esseri umani che vanno incontro alla vita ma non sanno cosa la vita gli riserverà da quel punto in poi à sanno che cosa è la loro vita ma non sanno se ci sarà un miglioramento, è il cosiddetto finale aperto. De Sica l’anno precedente aveva avuto molto successo con un’altra pellicola di stampo neorealista che è Sciuscià, è il termine popolare con il quale nell’Italia del dopoguerra si indicavano i lustrascarpe, era un’italianizzazione del termine americano “shoes shiner” à film che racconta, sempre con tutti i canoni del neorealismo, la storia di due bambini che per sopravvivere in un ambiente ostile com’è quello dell’Italia del secondo dopoguerra fanno i lustrascarpe. Nonostante questo film avesse avuto grandi riconoscimenti e fosse stato molto apprezzato soprattutto all’estero, De Sica fece molta fatica a mettere insieme i soldi per realizzare questa pellicola, per realizzare Ladri di biciclette. Gli unici che si dimostravano disposti a finanziarlo e dargli i soldi per finanziare il progetto erano gli americani, ma volevano avere una qualche certezza di un rientro economico per cui i produttori americani volevano imporre a De Sica come protagonista nella parte del padre di Antonio un divo americano di grande richiamo dell’epoca, nella fattispecie Cary Grant, una vera star hollywoodiana. Però questo avrebbe significato per De Sica scendere a compromessi, che non aveva intenzione di accettare, per cui pur di mantenere la propria libertà espressiva e creativa rifiutò l’offerta degli americani, si indebitò per poter realizzare questo film, mise anche in crisi economica la sua famiglia per realizzare Ladri di biciclette. 61 Questi attori che lui va a cercare per le strade di Roma si mostrano assolutamente straordinari, sono perfetti in quel ruolo, perché Lamberto Maggiorani ed Enzo Staiola sono veramente Antonio e Bruno in qualche modo, sono personaggi straordinari, ognuno dei personaggi scelti da De Sica è perfetto in quel ruolo. Il padre, interpretato da Lamberto Maggiorani ed il figlio Bruno, interpretato da Enzo Staiola e qui spendo poche parole à è un bambino molto piccolo, Staiola sembra ancora più piccolo di quanto non sia in realtà ed è un bambino che lavora, ha sulle spalle la responsabilità di portare i soldi a casa e in un certo frangente sarà l’unico a portarli, quando il padre è disoccupato. Questo bambino rappresenta la situazione di durezza economica, sociale di quel periodo, la piaga del lavoro minorile e la piaga dell’abbandono scolastico che erano strettamente collegate fra di loro ed entrambe motivate dal fatto di dover aiutare la famiglia. Un lavoro, per quanto precario e poco pagato com’era il lavoro minorile, significava per una famiglia mangiare o non mangiare e quindi estremamente importante. Questi due “attori”, attraverso i loro personaggi e sotto la guida sapiente di De Sica, senza il quale probabilmente non sarebbero riusciti a rendere bene questi personaggi, riescono a trasmettere una miriade di emozioni, a ricostruire una storia che è più reale del reale. È una ricostruzione di fatti non realmente accaduti ma possibili, quotidiani in quell’Italia del secondo dopoguerra, perché Ladri di bicilette incarna l’immaginario collettivo italiano, ma diventa così popolare all’estero anche perché incarna l’immaginario collettivo internazionale sull’Italia di quel periodo, tant’è vero che vinse anche l’Oscar come miglior film straniero quell’anno. Ladri di biciclette, che è la radiografia dell’Italia nel 1948, che vedeva il paese spaccato in due a causa del conflitto politico, DC contro Fronte popolare. Antonio, padre disoccupato che faticosamente trova un lavoro come attacchino, grazie a questa bicicletta che viene recuperata dal Monte di Pietà, e Bruno, questo bambino che lavora e non va a scuola. Si imbattono in una serie di situazioni e personaggi che sono rappresentative del clima sociopolitico dell’epoca. Per esempio, c’è la scena della stazione di polizia dove Antonio va a denunciare il furto della sua bicicletta, e in questo frangente vediamo un reparto della celere, i cosiddetti celerini di Scelba, che parte a la volta di un comizio per mantenere l’ordine, quindi questo è un fatto di assoluta attualità, perché in quel momento la polizia diventava sempre più rilevante nel mantenere l’ordine pubblico nella situazione italiana che era difficile da gestire, e Scelba era il gran maestro di cerimonia del mantenimento di questa situazione di calma. Poi vediamo una scena dove c’è una riunione di un comitato sindacale (rappresenta tutti i problemi del lavoro che investivano l’Italia nel 1948), ci sono le dame di carità che forniscono pasti ai poveri ma solo dopo la messa, un po’ quel ricatto, se si vuole mangiare bisogna comportarsi in un certo modo (ciò che si era fatto durante la campagna elettorale). Poi vengono mostrati tanti di coloro che stanno male, in primis i protagonisti che sono a un livello pericolosamente di pura sussistenza, ma vengono mostrati anche coloro che stanno bene, coloro che non hanno problemi a mettere insieme il pranzo con la cena e che possono permettersi un pasto completo in trattoria. Roma è protagonista, come in Germania anno zero Berlino era protagonista al fianco di Edmund e della sua famiglia, Roma qui viene descritta e raccontata attraverso una sorta di lunga passeggiata à passeggiata attraverso questa Roma del 1947-48, che si sta pian piano risollevando dalla guerra, ed è una passeggiata fatta con il pretesto di cercare questa bicicletta rubata e attraverso la passeggiata emerge uno spettacolo ricco, vivido, di quell’Italia del dopoguerra, con i suoi drammi, con i segni del conflitto ancora visibili, il conflitto è terminato da pochi anni e i segnali di una rinascita che sta per cominciare. La vicenda di Antonio per gli spettatori contemporanei, per gli spettatori di oggi, risulta forse ancora più tragica, questo personaggio sembra incapace di far fronte alla vita, di avere almeno la prospettiva che un giorno potrà entrare a far parte della ripresa, del miracolo economico, sembra quasi che per lui non ci siano prospettive, sembra incapace di reagire e porsi nei confronti di questo mondo. 62 Lo spettatore sa che da lì a qualche anno ci sarà il miracolo economico, Antonio non lo sa, vive centellinando la sua disperazione. Ladri di biciclette è un esempio di cinema puro, non ci sono attori, non c’è la storia con la S maiuscola, c’è ma resta sullo sfondo, però c’è una piccola storia, una storia personale che è di una drammaticità insostenibile e insopportabile, che monopolizza tutta l’attenzione dello spettatore e c’è una perfetta illusione estetica della realtà, si ha quasi la sensazione che non ci sia più il cinema e questo probabilmente lo avvertivano di più gli spettatori contemporanei di quanto non riusciamo ad avvertirlo noi, che ci sia solamente la realtà, quella miseria che all’epoca la gran parte della popolazione italiana viveva e soffriva ogni giorno. Uno degli sceneggiatori del film era Cesare Zavattini, il quale aveva elaborato la teoria del pedinamento à pedinare una persona significa seguirla e questa teoria nel suo cinema, ma non solo, è la teoria che la macchina da presa debba seguire i personaggi come se li seguisse in tempo reale e in effetti l’ultima mezz’ora di Ladri di bicilette è quasi completamente priva di salti, il tempo della narrazione corrisponde perfettamente al tempo che ci vorrebbe per fare quelle cose in quel tempo esatto. Nell’ultima mezzora di Ladri di biciclette, ciò che accade è esattamente quello che succede ‘realmente’ nella vita dei due protagonisti in quella precisa mezzora e fu probabilmente l’esperienza della guerra che permise a Zavattini di inaugurare questa riflessione sul cinema, che era alla base della realizzazione del cinema del neorealismo. Nei suoi scritti Zavattini notava come la vita e lo spettacolo alla fine spesso coincidessero e questo lo portò al desiderio e convinzione, che era necessario immettere storie più vicine alla realtà all’interno del cinema e la necessità anche di fare della realtà stessa un racconto à scrisse “il tempo è maturo per buttar via i copioni e pedinare gli uomini con la macchina da presa”, questa era la prima enunciazione della sua teoria del pedinamento, Zavattini prospettava l’idea di un cinema capace di cogliere la verità e permettere agli uomini di raccontarsi come se stessero scrivendo la loro autobiografia, come se si stesse operando una sorta di auto indagine, un percorso introspettivo per conoscere se stessi. È proprio per questa ragione che De Sica, seguendo questo pensiero zavattiniano, decide di sostituire gli attori professionisti con gente presa dalla strada, tutta l’impalcatura di Ladri di biciclette ruota attorno alla bravura di Lamberto Maggiorani, questa persona che interpreta Antonio perché aveva la faccia perfetta à il film ebbe enorme successo, divenne popolare anche all’estero, anche lui ebbe successo e ricevette da più parti offerte per cominciare una carriera da attore. Lui ci provò ma non era un attore, era Antonio di Ladri di biciclette, quando gli veniva chiesto di recitare un ruolo che non era il suo, non si dimostrò in grado di farlo per cui la sua carriera nel cinema non decollò mai. Altrettanto bravo è l’altro protagonista del film, Enzo Staiola, che era un bambino di 8 anni e che interpreta Bruno. Quelle lacrime che De Sica quasi gli estorce dicendogli ‘sei un ciccarolo’ diventano il fulcro, il punto centrale del racconto e sono lacrime che ti straziano e che commuovono lo spettatore à le lacrime sono centrali per la conclusione del film, per dare quel senso di sospensione e della colpa, della miseria e della vergogna, sono così toccanti e famose che diventano un punto centrale della storia del cinema, sono l’epica del cinema. De Sica lavorava in un modo completamente diverso da quello di Rossellini, questa sceneggiatura è naturale e semplice, ma era frutto della personalità di coloro che ci lavoravano e di numerose stesure successive. Per prima cosa era una sceneggiatura tratta da un romanzo, non era una storia vera, ma arrivava già da una pagina scritta, romanzo del 1946 che ha lo stesso titolo e scritto da Luigi Bartolini. A questa sceneggiatura lavorano diverse persone (De Sica stesso, con Zavattini, Suso Cecchi d’Amico, che era una delle migliori sceneggiatrici della storia del cinema italiano). In questo film De Sica voleva valorizzare anche i luoghi e le luci e rappresentare la realtà naturale di quella Roma che doveva essere raccontata senza finzioni e sovrastrutture, doveva essere presentata come la vivevano i romani dell’epoca à questo provocò al regista delle critiche anche abbastanza pesanti e di origine politica e religiosa. 65 Apro una parentesi à il cinegiornale = quando si andava al cinema c'erano ancora i cinegiornali, ovvero questi brevi servizi che venivano proiettati prima e dopo lo spettacolo, che si chiamavano appunto “settimana incom”, che raccontavano di avvenimenti di costume o di attualità dei giorni precedenti. Ovviamente non potevano avere l'immediatezza temporale che aveva il telegiornale, dove le notizie arrivano con una velocità che a quell'epoca era assolutamente impensabile, gli avvenimenti raccontati dalla “settimana incom” ovviamente erano vecchi di qualche giorno se non di qualche settimana. La trasmissione delle notizie e il commento delle notizie da parte dei quotidiani avveniva sempre necessariamente con almeno 24 ore di ritardo perché un quotidiano, , adesso i tempi probabilmente sono un po' cambiati grazie anche al fatto che la composizione di un giornale è elettronica, però il giornale va stampato su carta e una volta in tipografia si mandava il pezzo e c'era qualcuno che fisicamente lo componeva e poi andava in stampa. Ovviamente bisognava chiudere il giornale perché poi fosse nelle edicole a partire da quando aprivano, alle 5 del mattino, perciò era necessario chiudere il giornale nel tardo pomeriggio. A volte c'erano delle edizioni straordinarie se qualcosa succedeva dopo Le 5 del pomeriggio, ma ovviamente i tempi erano completamente diversi. Ritorno a bomba su Togliatti e sul suo attentato à probabilmente avete visto nella “settimana incom” come quest’uomo a letto, ancora ricoverato in ospedale invitasse tutti alla calma e alla pazienza, per cui anche in questo frangente con un'occasione notevole per scatenare il proprio elettorato, i propri sostenitori verso la direzione di una vera e propria rivoluzione sociale, perché il momento sarebbe stato perfetto dato che gli animi erano assolutamente esasperati, si invita invece la popolazione alla calma. Le tensioni all'interno del paese sono tante à dalle questioni economiche alle questioni politiche come questa, non solo si sono perse le elezioni, ma c'è anche in giro qualche oppositore che va ed attenta alla vita dei leader della sinistra, e ovviamente questo malcontento diffuso, queste tensioni appunto che ci sono per tutta l'Italia portano anche dall'altra parte all’esasperazione della reazione da parte delle forze di polizia nel gestire l'ordine pubblico, perché la gestione dell'ordine pubblico è fondamentale in questo frangente. E in questo frangente si verifica un’ulteriore rottura, la rottura di quelle forze politiche che condividevano all'interno del sindacato, della CGIL à all'interno di questo sindacato convivevano sia le forze di sinistra, nella difesa dei lavoratori, che le forze più moderate, anche di stampo cattolico. Appunto questa situazione porta ad una rottura definitiva, tanto è vero che quando si parla delle sigle sindacali ancora oggi in Italia si citano le tre principali sigle sindacali che sono appunto la CGIL, la CISL e la UIL. Questa decisione da parte della maggioranza socialcomunista di proclamare, nel momento dell’attentato a Togliatti, uno sciopero generale dà l'occasione alla componente cattolica all'interno del sindacato di trovare un pretesto per staccarsi dal sindacato e dare vita ad una nuova Confederazione sindacale, appunto la CISL, che è la sigla sindacale che rappresenta l'elettorato cattolico. Successivamente, ci sarà un ulteriore distacco da parte di repubblicani e socialdemocratici, che invece daranno vita alla terza sigla sindacale che è la UIL. È svanito l'ultimo barlume di quella unità antifascista che l'Italia aveva trovato durante la 2 GM, che per qualche tempo era stata mantenuta per cercare di rimettere in piedi e in ordine il paese. Da questo momento in poi l'Italia avrà questi due schieramenti contrapposti, che in qualche modo rappresentano una divisione molto più estesa e molto più profonda che è quella fra il mondo occidentale legato agli Stati Uniti e il mondo orientale legato all’unione Sovietica. Le elezioni del ‘48 danno la misura del cambiamento à gli italiani hanno scelto il partito che avrebbe governato il paese non solo nei successivi 5 anni, ma che sarebbe stato fino agli anni ‘90 del 1900 il partito di maggioranza relativa dell'Italia, perché era un partito fondamentalmente moderato, che non spaventava l'elettorato italiano che è sempre un po' restio a spingersi agli estremi. 66 Ma mentre scelgono ciò, forse non tutti gli italiani sono consapevoli che stanno scegliendo davvero il loro futuro per i successivi 40 e passa anni, perché scelgono un sistema economico, che è il sistema capitalista di fatto, e scelgono anche la loro collocazione internazionale, che è dalla parte degli Stati Uniti, dalla parte dell’Occidente. Per cui queste forze moderate e liberali che reggono il paese, bloccano in questo frangente ogni tentativo di introdurre nel sistema economico italiano elementi forti di trasformazione. In questo momento il ministro del bilancio negli anni ’47-’48, era Einaudi, e in questo momento diede vita ad una manovra economica molto decisa che mirava a porre fine all’inflazione galoppante che stava creando grossi problemi al paese. I dollari, sterline o marchi che erano le tre monete forti per eccellenza. La lira non ha mai avuto queste caratteristiche, per cui per cui per risolvere questi problemi (= inflazione), l'instabilità monetaria e anche il risanamento del bilancio del paese che era in condizioni disperate, Einaudi portò avanti questa politica di inasprimenti fiscali e tariffari di svalutazione della lira. Perché si valutava la lira? à Perché svalutando una valuta si favoriscono le esportazioni, perché ovviamente le esportazioni e il commercio avvengono in valute pregiate, generalmente se svaluto la mia moneta ho più possibilità che un paese straniero acquisti i miei prodotti perché al cambio l'acquisto risulterà vantaggioso. Quindi si svaluta e non di poco e c’è anche una restrizione del credito e quindi dei prestiti. Questa linea molto dura di Einaudi ottenne però alla fine alcuni degli obiettivi che si era proposta, dato che appunto il commercio cominciò a riprendersi grazie al fatto che i prodotti italiani erano convenienti sul mercato, la lira recuperò il proprio potere d'acquisto. Molti dei capitali che erano stati esportati rientrarono in Italia, i ceti medi che sono tradizionalmente i più risparmiatori e quindi accumulano in qualche modo ricchezza, riacquistarono fiducia nel paese e con questo miglioramento globale si verificò anche un calo dei prezzi del quale si avvantaggiarono i lavoratori salariati, ossia quelli che hanno uno stipendio più o meno fisso, e se il costo della vita cala ovviamente avendo uno stipendio fisso ci si avvantaggia, si ha più potere di acquisto. In questo frangente, però, venne abolito il blocco della disoccupazione à era impossibile licenziare i lavoratori e questo blocco venne eliminato per dare più movimento in qualche modo all'interno del mercato. Questa fu la grandissima svolta => cominciarono ad arrivare i fondi del piano Marshall, e questo fu assolutamente fondamentale nel poter riavviare le attività economiche all'interno del paese. Fra il 1948 e il 1951 arrivarono in Italia un miliardo e 300 milioni di dollari che servirono all'Italia per importare laddove non ne disponesse (alimentari e materie prime) per dar modo all'industria di recuperare e di riprendere il proprio lavoro. Dal punto di vista politico si conclusero anche gli accordi del trattato di pace à l'Italia era una nazione sconfitta, è vero nell'ultima parte della guerra aveva collaborato al lavoro degli alleati e per questo si cercò di non essere così restrittivi nei confronti dell'Italia, ma era un paese sconfitto e anche in parte responsabile di alcuni avvenimenti tragici del secondo conflitto mondiale. Per cui doveva pagare le riparazioni agli Stati che aveva attaccato direttamente, quindi alla Russia, alla Grecia, alla Jugoslavia, all’Albania e all’Etiopia, per cui c'erano diversi paesi di cui l'Italia era debitrice. Doveva poi ridurre la consistenza delle proprie forze armate, rinunciare a tutte le colonie, e questo generalmente viene visto come qualcosa di non deleterio per l'Italia, poiché alla fine degli anni ‘40 e gli anni ’50-‘60 furono gli anni della decolonizzazione. I tempi erano cambiati, le popolazioni ex coloniali avevano preso una nuova consapevolezza e quindi cominciarono a lottare per ottenere una propria indipendenza, una libertà dall’occupazione. L'Italia, costretta a cedere le proprie nelle proprie colonie alla fine della 2 GM, si liberò di questo “problema” delle colonie che invece colpì tutte le potenze coloniali. 67 La Gran Bretagna, per come era strutturato il suo impero e anche per una gestione molto accorta in qualche modo riuscì a limitare i danni poi con la creazione del Commonwealth, quindi mantenendo legate a sé le ex colonie in un “reciproco” scambio commerciale e culturale. La Francia che ebbe enormi problemi nella gestione della richiesta di indipendenza da parte delle sue colonne. L’Italia essendo costretta a cedere le colonie di fatto non ebbe problemi per quanto riguarda la gestione delle indipendenze coloniali. La questione più gravosa per l'Italia in questi anni è una questione che andrà avanti per parecchio tempo, fino al 1975, ed è la questione della rettifica dei confini, soprattutto è problematica la questione del confine orientale. L'esercito di Tito alla fine negli ultimi tempi della guerra aveva occupato la penisola istriana e rivendicava il possesso della città di Trieste à questo aveva dato vita anche ad uno scontro vero e proprio tra italiani e slavi. La Jugoslavia era fatta di tante etnie diverse, in particolare in quella regione erano presenti sloveni e croati: questo conflitto andava avanti da anni, la situazione era stata esasperata durante il fascismo, poiché il regime fascista aveva portato avanti una durissima repressione contro le minoranze etniche presenti all'interno del territorio controllato dall’Italia. Nelle zone di Trieste, di Gorizia e dell’Istria erano stati uccisi e deportati, con un'accusa molto generica di complicità col fascismo migliaia di cittadini italiani à il caso delle Foibe, molti di questi cittadini italiani accusati di essere simpatizzanti del fascismo furono gettati vivi nelle foibe, che sono queste fratture del terreno molto profonde tipiche di quella zona. A causa di questi, molti italiani provenienti dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, sono costretti a fuggire => diventando così profughi, non avevano più una casa, non avevano più identità, non avevano più niente di quello che erano stati. Furono costretti a scappare in Italia dove trovarono anche per lunghi periodi delle vere e proprie sistemazioni di fortuna, nei cosiddetti campi profughi. Alla fine del ‘46 si era data al confine orientale una sistemazione, che poi però era del tutto provvisoria à alla Jugoslavia venne assegnata la penisola istriana, escluse però Trieste e Capo d’Istria, che entravano a far parte del cosiddetto territorio libero di Trieste. Quella zona venne divisa in una zona A e in una zona B: - la zona A comprendeva appunto Trieste e i suoi dintorni, e rimase occupata dagli alleati per diversi anni per gestire la situazione e il confine - la zona B, che comprendeva tutto il resto della penisola istriana, venne affidata alla Jugoslavia. La spartizione di questo territorio venne sancita solamente dopo enormi tensioni nell’ottobre del 1954, per cui quasi 10 anni dopo la fine della guerra, la zona B finiva tutta definitivamente sotto il controllo degli jugoslavi, mentre la zona A era affidata al controllo dell'Italia e Trieste diventava non più città aperta, ma finiva sotto il controllo dell’Italia. Questa divisione venne messa solamente nel 1975, quindi 30 anni dopo la fine della guerra col Trattato di Osimo, nel quale le parti si riconoscevano la reciproca sovranità. Fino a quel momento era ancora qualcosa che provocava forti tensioni. L’Italia come abbiamo detto prima pur essendo un paese sconfitto, è stata graziata à era un paese estremamente debole dal punto di vista economico, privo di forza militare, era dunque un pese che doveva per forza appoggiarsi alle forze vincitrici per potersi risollevare dopo la guerra. E questa decisione venne presa dopo un acceso dibattito nel marzo del 1949, quando l'Italia decide di aderire al cosiddetto Patto Atlantico, alla NATO à tra le potenze fondatrici della NATO vi erano USA, Canada, Gran Bretagna + successivamente questo trattato venne esteso anche a paese che non si affacciavano sull’Atlantico, si aggiungono la Francia, La Norvegia, l'Islanda, Il Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo e l’Italia ovviamente. 70 Però, la coalizione di sinistra venne sconfitta, la Democrazia Cristiana e i suoi alleati persero i voti e guadagnarono sia la sinistra, sia la destra neo-monarchica Fascista. La Democrazia Cristiana mancò all’obiettivo di raggiungere il 50% più 1 dei suoi voti. Fallito questo tentativo di Coalizione Centrista, nel 1953 si assisterà ad una lunga fase di transizione alla ricerca di nuovi equilibri politici all’interno del Paese, un Paese che però finalmente cominciava ad avanzare, a diventare la 5° o la 7° potenza industriale del Mondo, nel frattempo cominciavano anche a rafforzarsi i legami con l’Europa più avanzata, del nord Europa (Francia, Germania che già stava vivendo una forte ripresa, parliamo di Germania ovest), per cui tra i primi anni Cinquanta e la prima metà degli anni Cinquanta cominciano a formarsi tutte quelle alleanze con gli altri Paesi Occidentali ed Europei. Nel 1951, abbiamo la prima grande Organizzazione Internazionale di Paesi Europei che comprende 5 Paesi Europei e altri 3 (Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda e Belgio), dove vengo stipulati degli accordi per la costituzione della CECA nella gestione dell’acciaio e del carbone, importanti materie prime per le industrie di quegli anni. Da questo primo esperimento poi nasceranno anche altre ed importanti forme di aggregazione, sotto gli auspici di un rinnovato accordo tra Francia, Germania e Italia, nel 1957 dall’adesione di differenti Paesi al Mercato Comune Europeo contestualmente nasce l’EURATOM (il Mercato per l’energia atomica in Europa) e la Comunità Economica, che poi durerà per diversi anni fino al 2009 quando verrà assorbita dall’Unione Europa, EURATOM e CCE entrano in vigore nel 1958, per cui si ha un grande fermento in Europa a livello di accordi, non solo politici, ma anche commerciali con gli altri Paesi Europei. Nel frattempo, dopo le elezioni che hanno visto la sconfitta della Democrazia Cristiana nel 1953, De Gasperi decide di dare le dimissioni e morirà l’anno successivo. A partire dal 1955 si hanno una serie di tentativi per programmare la ripresa del Paese. Nel 1956 viene istituito il Ministero per la Partecipazione Statale, nella speranza di coordinare le attività delle aziende a partecipazione statale, laddove le due maggiori sono l’IRI e l’ENI. Si ha una svolta in una volontà del potere politico di intervenire laddove è necessario, nonostante apparteniamo ad un movimento di sfera capitalista, dove il punto di riferimento sono Stati Uniti, si ha una volontà del potere politico in Italia laddove è necessario nella gestione dell’economia con aiuti e con assistenza. In questa seconda legislatura dal 1956-1958, alla viglia del boom economico, si ha una nuova classe di dirigenti, che si erano formati nelle file dell’Azione Cattolica durante gli anni Venti e negli anni Trenta, e che si dimostrano più favorevoli all’intervento nell’economia anche da parte dello Stato. I personaggi più importanti in questo periodo sono Moro, Taglianti, Rumor e Fanfani. Nel 1954 il Segretario della Democrazia Cristiana diventa Amintore Fanfani, che prende delle decisioni importanti come quello di rafforzare la struttura organizzativa del Partito e di svincolarlo da alcuni condizionamenti, che arrivavano alla Democrazia Cristiana dalla Confindustria à un ente esterno, il quale appoggio era stato fondamentale per l’ascesa della Democrazia Cristiana e l’ascesa del potere soprattutto nel 1948. Nel 1955 viene eletto Gronchi come Presidente del Consiglio à è consapevole di come questa coalizione sia debole, e si rende conto di come il Partito Socialista sarebbe stato importante come interlocutore per i Partiti Centristi (= l’intervento del Partito Socialista diventerà sempre più importante). Si stava allontanando sempre di più il Partito Comunista. Nel 1956 poi succederanno differenti avvenimenti che manderanno in crisi il Partito Comunista Italiano, di cui erano 2 i principiali: 71 - Il XX Congresso del Partito Comunista Sovietico, il cui Segretario del Partito Comunista era Krusciov, denunciano i crimini di Stalin, per cui ci ha una messa in discussione di una figura fondamentale e comica per tutti i partiti Comunisti del Mondo - Si verificano i fatti di Ungheria Questi due importanti avvenimenti creano dei veri traumi all’interno del Partito Comunista Italiano e in generale per tutti i militanti di sinistra. Rimanere fedeli al modello dell’Unione Sovietica comincia a diventare abbastanza problematico, per cui anche il Partito Socialista vive questa situazione come un sistema per attuare un programma diversivo e di distacco dal Partito Comunista. Crea così delle condizioni così da creare all’interno del governo una maggiore apertura a sinistra, soprattutto verso il Partito Socialista, che poi a meta degli anni Sessanta entrerà di fatto in quello che viene definito come il Pentapartito, cioè i Partiti di governo non saranno più 4 ma 5, si aggiungerà anche il Partito Socialista. I FATTI SUCCESSI IN UNGHERIA NEL 1956 I fatti successi in Ungheria, non furono solo traumatici per l’Ungheria, ma anche per i Partiti Comunisti dei Paesi Occidentali, come per esempio l’Italia. L’Ungheria era un Paese molto fiero ed indipendente, nel 1866 quando faceva parte dell’Impero Asburgico riesce a costringere il Governo di Vienna a concedere una serie di norme all’Ungheria e alla popolazione ungherese, per equiparala a quella austriaca all’intento di una più vasta struttura dell’Impero Asburgico à a partire dal 1866 l’Impero Asburgico viene definito anche Impero Austroungarico, perché anche Budapest ha un suo parlamento, è competente in differenti materie, soprattutto quelle di carattere amministrativo e locale ed ha una sua fisionomia ed un suo valore decisionale all’interno dell’impero. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, si conclude con la sconfitta oltre che della Germania anche dell’Impero Asburgico, che viene frammentato come misura preventiva per l’espansione del Comunismo nell’Occidente. Molti di questi Paesi come la Cecoslovacchia, la Romania, i Paesi dell’Est, la Jugoslavia e l’Ungheria vengono definiti come Stati cuscinetto, cioè Stati che bloccano in qualche modo l’avanzata delle idee comuniste verso Occidente. L’Ungheria viene dichiarato uno Stato indipendente, e poi a partire dagli anni Trenta e poi allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale sarà un Paese Filonazista, entrerà nel 1931 al fianco della Germania e dell’Italia, ovviamente poi con la sconfitta di questi due Paesi, soprattutto della Germania, l’Ungheria viene invasa anche per vicinanza territoriale dall’Armata Rossa e la ristrutturazione degli anni successivi diventerà uno Stato satellite dell’Unione Sovietica. Entrerà nel 1949 del Patto di Varsavia à verrà istituito ed insediato in Ungheria un governo filosovietico e comunista, ma l’Ungheria già nel 1956 vuole sottrarsi a questo controllo da parte dell’Unione Sovietica. Fine di ottobre e l’inizio di Novembre del 1956 avremo in Ungheria un’insurrezione popolare armata per uscire dalla dipendenza dell’Unione Sovietica. Si comincia con delle manifestazioni pacifiche di studenti, ma poi queste manifestazioni pacifiche si trasformano in una vera rivolta contro l’Unione Sovietica in Ungheria. il Primo Ministro ungherese Nagy in questo periodo dà ampie concessioni ai manifestanti, non sta dalla parte dell’Unione Sovietica, anzi cerca di favorire questa situazione e l’Ungheria esce il 1° novembre dal Patto di Varsavia. Queste è però una decisione unidirezionale à il governo sovietico dopo due giorni manda a Budapest l’Armata Rossa, per cui la Rivoluzione Ungherese del 1956 si conclude nel sangue tra il 4 e 7 novembre 1956. La rivoluzione si conclude e si assiste ad una Restaurazione Filogovernativa e Filosovietica à si contano moltissimi morti (+ di 3000 morti) e alcuni ungheresi non moriranno negli scontri, soprattutto coloro che si erano resi responsabili di tensioni e capi popolo, che vennero invece giustiziati. 72 Questa politica tutt’altro che democratica dell’Unione Sovietica, nei confronti di un Paese satellite, che non può decidere del proprio assetto politico e territorio, del proprio governo e deve sottostare alle direttive che arrivano dall’alto, da Mosca, crea dei problemi di coscienza molto gravi, anche all’interno dei Partiti Comunisti europei, in particolare in Italia, dove il Partito Comunista è scosso da questi avvenimenti nel profondo e si assiste ad un calo degli iscritti. La presa di posizione contro questi avvenimenti verrà presa anche da molti intellettuali italiani dell’epoca che erano iscritti al Partito Comunista, come per esempio, Visconti (che era un simpatizzante del Partito Comunista). Questi avvenimenti creano una diffusa protesta fra gli intellettuali vicini al Partito Comunista à Pasolini rinnegò questi avvenimenti e come era stata gestita la situazione da parte dell’Unione Sovietica, e anche la violenza con cui si rispondeva di quella che sembrava una legittimata volontà di indipendenza degli ungheresi. 20-04-2021 Con la seconda legislatura in Italia e cambiando anche la situazione economica, ovviamente cambiano tante cose all'interno del paese. Ci saranno anche dei grandi e sostanziali cambiamenti sociali che si manifesteranno con tutta la loro forza più avanti negli anni ‘60 inoltrati e negli anni ‘70. Siamo all’inizio di quel periodo che è conosciuto come boom o miracolo economico, che rappresenta il culmine di un processo di crescita economica, che era iniziato dopo il 1950 grazie soprattutto agli aiuti del piano Marshall e ad una grande voglia di rinascita anche della popolazione italiana. Il miracolo economico viene considerato quel periodo compreso all’interno della terza legislatura, ovvero quel periodo compreso fra il 1958 e il 1963 à l’Italia aveva in questo periodo un tasso di sviluppo incredibile, che era in quegli anni inferiore solo a quello della Germania occidentale. In questi anni ovviamente l'Italia riesce anche a ridurre quel divario che aveva con la maggior parte dei paesi industrializzati dell’epoca. Negli anni precedenti (1952-1958), il prodotto interno lordo (PIL) aveva avuto una crescita annua che si aggirava intorno al 5%, negli anni del boom economico (1958-1963) il PIL era cresciuto enormemente, arrivando al 6,5%. Era cresciuto anche il reddito pro capite degli italiani à nel 1951 era di circa 300.000 lire l'anno, nel 1963 aveva raggiunto oltre le 500.000 lire all'anno. In questo periodo si sviluppò in Italia soprattutto l'industria manifatturiera. Ovviamente il punto di riferimento per capire il progresso rimane sempre il 1938, per riuscire a capire lo sviluppo post-bellico. Gli anni della guerra vengono considerati “nulli” nel campo dello sviluppo, anche se certi tipi di industria (= industrie legate alla produzione bellica). In questi anni di “boom economico”, non solo l'industria manifatturiera va a gonfie vele, ma si ha un incremento significativo anche di altre realtà industriali nel nostro paese, per esempio quelle legate all'industria pesante, all’industria siderurgica, quella meccanica, quella chimica, che invece vedevano Italia un po’ indietro rispetto ad altri paesi europei. Questo perché? Perché grazie a quei famosi aiuti internazionali si aveva avuto la possibilità di rinnovare gli impianti, i macchinari, ma anche di implementare le tecnologie implementate in questo tipo di industria. In più, erano state messe in atto, alcune misure per favorire anche le esportazioni dei prodotti italiani e le esportazioni cominciarono a essere una voce importante all'interno dell'economia del paese, soprattutto per quanto riguardava gli elettrodomestici à questo comincia ad avvicinare l'Italia ai paesi più industrializzati e porta l'Italia a diventare un paese, che finalmente può permettersi beni di consumo voluttuari, non di pura sussistenza e l'industria dell'abbigliamento. I prodotti italiani cominciano a diffondersi sia per produzione, che per la loro presenza sul mercato nazionale ed internazionale, grazie appunto a tutte quelle manovre che erano state fatte a livello economico per rendere la lira più forte sui mercati internazionali e anche grazie ad una certa stabilità dei prezzi. 75 La storia del film racconta la vicenda è quella di una famiglia di migranti che viene dalla Lucania, dalla Basilicata, la famiglia Parondi, che si trasferisce per lavoro dalla Basilicata a Milano à sono 5 fratelli e una madre, che dice che i suoi figli sono come le dita di una mano. Il primo figlio Vincenzo à già emigrato a Milano, dove lavra come manovale e muratore, e poi viene raggiunto dai fratelli che sono Simone, Rocco, Ciro, e Luca. Questo ci dà un’idea di come funzionasse la migrazione in generale, all’interno di ogni famiglia c’è spesso sempre uno che va via per primo e quando questo poi si adatta e comprende bene le possibilità economiche che può avere, poi successivamente viene raggiunto dal resto della famiglia à fenomeno della catena migratoria, che non sono avveniva in Italia per quanto riguarda le migrazioni sud-nord, ma anche per le migrazioni oltreoceano. Vincenzo ha fatto in qualche modo da apripista e la famiglia poi lo ha seguito à abbiamo durante il film che l’abbia fatto un po’ contro la sua volontà, perché questo spostamento gli destabilizza i progetti che aveva cominciato nella realtà milanese. Ognuno dei 5 fratelli è a suo modo indipendente, tanto è vero che i 5 fratelli hanno tutti una loro personalità, meglio raccontata all’interno del film sono quella di Rocco e quella di Simone, molte cose capiamo anche di quella di Vincenzo e quella di Ciro soprattutto, ma anche di altri personaggi minoritari che rimangono sullo sfondo, ma hanno la loro importanza all’interno della storia. Perché Visconti sceglie proprio la Basilicata? à c’è un famoso film che è stato fatto recentemente, “Basilicata coast to coast” con Rocco Papaleo, e c'è questa canzone che comincia con un parlato all'interno del film che dice “la Basilicata non esiste” tanto è vero che la Basilicata fra le regioni italiane è quella meno conosciuta, perché per secoli è stata una regione estremamente impervia, estremamente periferica del nostro paese con anche difficoltà logistiche nel raggiungerla, in più la rete ferroviaria in Basilicata è pressoché inesistente per questo, per molti era quasi un concetto astratto la Basilicata. La Basilicata era un luogo di confino, durante il fascismo molti oppositori politici venivano mandati qui à per esempio il libro di Carlo Levi Cristo si è fermato a Eboli. Eboli è l'ultimo paese della Campania prima del confine con la Basilicata, nemmeno Cristo si spingeva fino in Basilicata, la Lucania come terra dimenticata da Dio. La scelta della Basilicata da parte di Visconti ha alle spalle un complesso punto do vista intellettuale e raffinato. Foto di un famoso fotografo francese Henri Cartier-Bresson, che ha rappresentato la Basilicata à questo fotografo aveva fatto questo lungo viaggio in Basilicata e aveva preso di questa regione delle immagini bellissime, che avevano un non so che di esotico. All'inizio degli anni ‘50 poi, un uno studioso italiano, il fondatore dell'antropologia moderna in Italia, Ernesto De Martino aveva fatto uno studio approfondito sulla Basilicata e proprio in quel periodo, cioè alla fine degli anni ‘50, cominciavano ad uscire le varie pubblicazioni con gli esiti di questa ricerca che era stata condotta sul campo à Visconti che era un aristocratico intellettuale senti parlare di queste cose e vide le fotografie e quindi Visconti decide di utilizzare la Lucania nel suo racconto (la utilizza principalmente all’inizio del film, perché poi appunto tutta la famiglia va al nord e il resto del film è ambientato a Milano). La famiglia Parodi arriva a Milano con tutti i problemi che una famiglia meridionale poteva avere nel momento in cui si trasferiva in quest’epoca, perché ovviamente l'emigrazione porta con sé anche tutta una serie di pregiudizi, si ha paura di quello che non si conosce à l’Italia era un paese unito da ormai cento anni, ma ancora non era avvenuta una vera unificazione, forse non è venuta nemmeno oggi una vera unificazione fra il Nord e Sud. Molti immigrati che arrivavano da Sud a Milano a Torino e altre città del Nord spesso trovavano dei cartelli con scritto “non si affitta ai meridionali”. Questo lo vediamo chiaramente nel film Rocco e i suoi fratelli, quando arrivano a Milano e portano le loro cose in una specie di cantina, con delle finestrelle à una casa migliore arriverà solamente quando Rocco comincerà a far fortuna come pugile e potrà permettere alla sua famiglia di andare a vivere in una casa vera. 76 Visconti come tutti i grandi registi ha delle caratteristiche che lo rendono distinguibile dagli altri, ha una sua cifra stilistica, delle caratteristiche alle quali si attiene nella realizzazione delle sue opere, un suo modo di scrivere e di realizzare i suoi film. Una delle grandi cifre stilistiche di Visconti è quella del riprendere spesso delle opere letterarie, infatti quasi tutti i suoi film arrivano da opere letterarie precedenti. Il primo suo film, ad esempio, Ossessione del 1943 è liberamente ispirato a Il postino suona sempre due volte di James M. Cain. La terra trema è ispirata a I Malavoglia di Verga e un po’ di questo Sud Italia, ritornerà anche all'interno di Rocco e i suoi fratelli per esempio nei valori della terra, del passato, della famiglia da contrapporre invece a quelli di questa nascente società dei consumi e che cattura e divora chi arriva da una realtà più genuina, più legata alle tradizioni come quella di Rocco. Il film “Rocco e i suoi fratelli” ha i piedi ben piantati nell'epoca nella quale viene realizzato, ma allo stesso tempo ha una cultura classica che aderisce all'archetipo della tragedia greca à le ascendenze letterarie di questo film sono molteplici ed estremamente complesse. La tragedia greca è quella che probabilmente ha portato in scena nel modo più efficace e drammatico la crisi dei legami familiari e del loro progressivo corrompersi. Queste tradizioni, questo corrompersi dell'uomo e della società al mutare delle condizioni di vita dei personaggi e Rocco e i suoi fratelli è una tragedia greca, è una tragedia. Quindi Rocco potrebbe essere addirittura considerato un ideale prosecuzione de La terra trema, esseri umani che esprimono la propria infelicità, la propria impossibilità di raggiungere completamente le proprie aspirazioni. Nei “Malavoglia” era tutto spiegato la teoria dell'ostrica, cioè l'ostrica deve stare attaccata allo scoglio e la famiglia dei Malavoglia dovrebbe rimanere attaccata ad Acitrezza e non aspirare ad avere maggiori ricchezze perché staccarsi, fare l'ostrica che si stacca dallo scoglio implica il fatto che si rimanga in balia dei marosi, si rimanga in balia delle onde e non si sa come poi può andare a finire la storia. La famiglia Parondi che ha deciso di staccarsi dalla sua terra d'origine, andando a Milano, per certi versi richiama un po’ questa teoria dell'ostrica. Passando dalla pagina scritta allo schermo nell’elaborare il linguaggio, si deve adattare il linguaggio, che deve essere il linguaggio proprio del regista, dello sceneggiatore => regista e sceneggiatore possono avvalersi di molteplici suggestioni letterarie, non necessariamente ad una sola. Nel film di Visconti, importante e centrale è la città, con le sue caratteristiche che a volte sono anche drammatiche, soprattutto per la famiglia Parondi, perché trasformano dei rapporti familiari che erano quelli originali della famiglia, ma che avevano le loro radici in millenni di tradizione, e creano o contribuiscono a creare contrasti fra i fratelli e questi contrasti generano poi una tragedia, una tragedia che tocca il suo culmine ovviamente quando Simone uccide Nadia, la prostituta. Al centro della disgregazione di ogni rapporto familiare, di ogni solidarietà fraterna ci sono appunto queste situazioni, c'è l'incontro tra Simone e Nadia e poi tra Nadia e Rocco e la rivalità tra i due fratelli per una donna che forse è uno dei temi più consueti della storia della letteratura o in generale del cinema. C'è anche la famiglia che ha una funzione importantissima, perché nel cinema di Visconti spesso ritroviamo la dissoluzione dei valori, la dissoluzione della famiglia, Visconti porta spesso sullo schermo quanto sono problematici i rapporti familiari che spesso finiscono in passioni drammatiche e che aggiungono altri temi, altre problematiche. È una trasformazione in negativo, tema ricorrente nel cinema di Visconti, dove in molti film il tema spesso centrale è quello della famiglia, dei legami di sangue che arrivano a dissolversi, spesso in modo veramente drammatico, a volte addirittura con l’omicidio. Rocco e i suoi fratelli è forse il film che esprime al suo meglio questa caratteristica, questa poetica del cinema di Visconti, i problemi insiti all’interno dei rapporti familiari à mentre racconta questi drammi umani racconta anche 77 di una città, che non è ancora la Milano da bere degli anni ‘80 ovviamente, ma non è neanche come ci si aspetterebbe la Milano del miracolo economico, del boom, è una Milano grigia, inospitale, dove questa famiglia non si trova a proprio agio. L’unico che pare trovarsi veramente a proprio agio, che riesce a costruirsi con la fatica e con il lavoro una certa capacità di vivere all'interno di Milano recependone i caratteri e i valori è Ciro, che studia la sera per prendere un diploma, che lavora come un mulo e che alla fine si impiega al portello, all'Alfa Romeo. Racconta Milano da punto di vista desolante e riesce a raccontarlo con gli occhi di chi arrivato in quella città dopo un lunghissimo viaggio pieno di speranza per miglioramento sociale e che invece poi non vede quelle speranze. Per questa famiglia le speranze che avevano prima di partire, si mutano in delusioni, quando non diventano veramente dolore e tragedia. Visconti non aveva mezze misure nel raccontare le sue storie perché il suo era un lavoro che oltre ad essere ispirato alla tragedia, al melodramma, spesso era anche una versione che si ricollegava appunto ad opere letterarie, ad opere letterarie che avevano di per sé questa forza epica, questa forza narrativa, e a volte erano anche opere vicine al melodramma, per cui alla tragedia in sé, la melodrammaticità delle opere di Visconti è sempre costruita a tinte forti. I sentimenti che dovrebbero sorreggere la famiglia finiscono per devastarla, è quasi sempre un cinema che racconta la distruzione e l'autodistruzione dei suoi personaggi. In Rocco e i suoi fratelli traduce il tema sociale della migrazione dal sud al nord, in un epos familiare con delle caratteristiche che sono quasi bibliche, anche perché arriva a trasporre sullo schermo un'altra fonte letteraria estremamente importante che è la tetralogia di Thomas Mann legata alla storia di Giuseppe e dei suoi fratelli, una storia che è presa dalla Bibbia à Giuseppe è uno dei 12 figli di Giacobbe, ed insieme al fratello minore, Beniamino, era il più amato perché era figlio della seconda moglie Rachele, gli altri fratelli, che sono figli della prima moglie sono gelosi di Giuseppe e del rapporto che ha col padre e per questo lo vendono a dei mercanti che stanno andando in Egitto, Giuseppe finisce appunto in Egitto, prima tutta una serie di vicende drammatiche e traversie poi grazie alla sua intelligenza riesce a diventare consigliere del faraone e quando i fratelli arrivano in Egitto in cerca di prosperità, perché una grave carestia ha colpito il mondo dell'epoca non lo riconoscono e lui poi invece si farà riconoscere e tutti insieme poi riusciranno a rientrare in nella terra natia e tornare in Palestina. C’è questa storia del viaggio, della famiglia, dell'importanza della famiglia e della famiglia che non sempre ti sostenere, i fratelli di Giuseppe l'hanno venduto, ma Giuseppe poi è in grado di perdonarli, di riportarli in Israele. Visconti era un uomo estremamente colto e questa sua cultura si riverbera costantemente nelle sue opere, per cui in Rocco e i suoi fratelli ci sono suggestioni letterarie di quegli anni, ma ci sono anche tutte una serie di altre opere che arrivano dalla tradizione letteraria classica e che lui ha ben presente e che riesce ad utilizzarle e ad inserirle nella storia che vuole raccontare. La fonte più accreditata => tutti indicano una raccolta di racconti di Giovanni Testori, che era appunto una raccolta di racconti che raccontava quella realtà milanese di fine anni ‘50 vista dalla parte degli ultimi, un racconto di Milano fatto ad episodi, il libro nel quale sono contenuti s'intitola Il ponte della Ghisolfa, che racconta la Milano della periferia, quella che si destreggia fra piccola criminalità (anche Testori era omosessuale e questo lo racconta nelle sue opere). Racconta di un miracolo economico che non ha raggiunto tutti, non ha raggiunto determinati ceti sociali e determinati quartieri della città. Viene quindi raccontata la vicenda di Rocco Parodi à si svolge la vicenda dei personaggi de Il ponte della Ghisolfa così come si svolge la vicenda di Rocco Parodi. Milano è una città che per questi personaggi è incomprensibile e che diventa una metafora della perdizione perché tutto ciò che di male succede ai Parodi succede a Milano, e forse succede perché sono arrivati a Milano. 80 Questa struttura federale appunto è rispettosa dell'autonomia dei Lander nei confronti del governo federale, che però nello stesso tempo cerca anche di estendere le proprie le proprie competenze. I Lander della Germania federale che erano stati comunque ripristinati nel 1947 avevano ciascuno un proprio Parlamento e un proprio governo e avevano la propria autonomia per alcune pratiche, come per esempio la polizia, l'insegnamento, i culti, l'informazione, la vita municipale ed i diritti dei vari Lander erano garantiti dal Bundesrat, che era il consiglio federale formato dai delegati dei vari governi dei Lander e il consenso dei rappresentanti di questi delegati dei governi dei Lander era indispensabile per ratificare anche i decreti del governo. Il governo federale a sua volta, cioè quello che riuniva e sovrintendeva nei vari Lander aveva competenza su materie più generali diciamo così gli affari esteri, la moneta, le dogane poi il servizio postale, le ferrovie quindi le infrastrutture del paese. A questa struttura rigida, si cerca di dare qualche correzione alle antiche consuetudini per porre rimedio ad alcuni difetti che si erano riscontrati nei governi precedenti. Per esempio, il governo federale viene dotato degli strumenti finanziari necessari per evitare l’instabilità governativa e che i poteri vengano concentrati nelle mani del Presidente della Repubblica, in questo nuovo sistema, in questa Federazione il bund riceve il 35% dell'imposta sui redditi, i dazi doganali e altre imposte e gran parte delle entrate fiscali. Ciascun singolo Lander conserva i mezzi finanziari più importanti per cui il 65% delle imposte e altro tipo di entrate. In questo nuovo sistema il presidente la Repubblica ha una funzione più che altro rappresentativa, viene eletto ogni 5 anni dai deputati del Bundestag e dai vari Lander e si limita sostanzialmente a ratificare la scelta del cancelliere, che invece arriva dalla maggioranza parlamentare. I poteri del Cancelliere d'altro canto vengono rafforzati, risponde davanti al Bundesrat quindi al Parlamento federale e per rovesciarlo eventualmente i deputati avrebbero dovuto avere già indicato un suo successore con la maggioranza assoluta dei voti del Parlamento. Il cancelliere sceglie i ministri e sceglie anche l'indirizzo che deve dare al proprio governo, ha ampi poteri e la cancelleria è sotto il suo controllo. Uno dei più famosi Cancellieri della storia tedesca e sicuramente Konrad Adenauer era il leader del partito di maggioranza che esce dopo le prime elezioni, che si svolgono con la nascita della Germania federale nel 1949 ovvero il leader del Partito Cristiano Tedesco. Diventa Cancelliere che ha già 73 anni, ma ha alle spalle una lunga carriera politica à prima dell'avvento del nazismo in Germania era stato un attivo militante dentro del Partito Cristiano Tedesco ed era stato anche sindaco di Colonia. Adenauer era un vero uomo di Stato, aveva uno spiccato senso della politica e del paese e anche grazie a questo riesce ad imporre il suo punto di vista alla Germania occidentale, ma non solo perché sarà tra i fondatori della Comunità Europea, ma sarà anche tra coloro che spingeranno affinché la Germania occidentale entri a far parte della NATO à riesce a fare questo in età molto avanzata per un lunghissimo periodo di tempo perché rimarrà di fatto al potere fino al 1963. Nel corso degli anni senza mai rinunciare alle proprie convinzioni, né religiose né filosofiche, con la sua politica dimostra di essere un abile uomo politico capace di piegare anche la realtà che lo circonda in funzione di quello che ritiene giusto e di ciò che ritiene meglio per il futuro del suo paese o meglio della parte occidentale del suo paese. È un uomo che è capace di tutto e si lascia coinvolgere in intrighi anche abbastanza complicati per ottenere i propri scopi e si mostra nel corso del tempo sicuramente un politico autoritario, che estende il suo potere anche al di là della cancelleria. 81 La Germania in quanto miracolo economico/boom economico, in questi anni non ha non ha uguali, riesce a ritornare anche grazie al lavoro incessante dei tedeschi occidentali e grazie ai contributi americani alla favorevole congiuntura economica di quel periodo. Però Adenauer nel corso degli anni sarà costretto anche a difendere strenuamente la propria politica, le proprie idee perché non era così automatico e facile capire e appoggiare certe idee di Adenauer. In questi anni la vita politica tedesca è dominata da due parti: - Germania Occidentale à i partiti i vari erano partiti presenti sia a Occidente che a Oriente, ma per la le diverse situazioni che queste due Germanie vivevano al loro interno lo sviluppo e l'importanza dei vari dei vari partiti cambia, diventa molto diversa tanto è vero che laddove nella Germania orientale c'è un sistema parlamentare con un partito di maggioranza relativa in questi anni ovvero la sede del Partito cristianodemocratico, è un partito di operato di opposizione SPD cioè il Partito Socialdemocratico quindi un partito blandamente di sinistra, così più altri partiti minori fra cui il più grande dei partiti minori è DFP ovvero il Partito Liberale Tedesco, anche in questi anni avrà un po’ almeno all'inizio della politica tedesca del primo che il secondo dopoguerra avrà un po’ il ruolo di arbitro della situazione. - In Germania orientale invece si va rapidamente verso il consolidarsi di un partito unico, che all'inizio è formato prevalentemente da socialisti e da comunisti, ma che nel tempo estromette i socialisti per diventare un vero e proprio partito comunista molto vicino alla posizione l'ideologia del partito unico sovietico. Allora negli anni ‘50 la SDU, cioè il Partito Cristiano Democratico tedesco, ha nelle varie elezioni sempre la maggioranza relativa dei voti e rafforza la propria posizione. Questo partito è il partito di maggioranza tanto è vero che in alcune regioni soprattutto le regioni a prevalenza cattolica come ad esempio la Baviera sarà appoggiato dalla sua diramazione locale che è la CSU che è il partito cristiano bavarese ed è il partito appunto più importante nelle regioni a maggioranza cattolica, ma a questo partito aderiscono anche i notabili nelle regioni a maggioranza protestante. È un partito fondamentalmente conservatore che però non è ostile a tutta una serie di riforme, si rende conto che le riforme sono assolutamente necessarie in un paese in rapida trasformazione e in ripresa qual è la Germania di quegli anni. Il fatto che vinca un partito conservatore, un partito che ha forti legami in qualche modo un poco con l’Italia, ma ci sono delle differenze sostanziali con il partito italiano, nonostante alcune caratteristiche siano molto simili. Questo partito in Germania si fa anche portavoce dei tradizionali valori tedeschi e dei valori cristiani, quindi si ritorna alla tradizione in qualche modo per dare stabilità al paese à anche qui la paura del bolscevismo e della caduta verso sinistra è forte, ci ha la necessità assicurare il legame della Repubblica federale tedesca con l'occidente, quindi con gli Stati Uniti, ma non solo perché nell’idea generale di Adenauer c'è anche la creazione di un’Unione Europea vera e propria, perché Adenauer capisce che l'unico modo per poter riportare la Germania ad essere un paese è proprio questo, cioè creare anche Europa che conti qualcosa a livello internazionale. La SPD diventa una vera e propria macchina elettorale a servizio di Adenauer e delle sue posizioni politiche. Il Partito Liberale tedesco era il partito dei notabili tedeschi, difensore dello Stato e sostenitore del liberalismo economico à è un partito che nasce e si propone all’inizio come ago della bilancia delle sorti della Germania, ma che progressivamente continua a decrescere nei propri consensi: - nel 49 aveva quasi il 12% dei voti poi scende nel 53 a poco più del 9% fino arrivare alle elezioni del 57 quando otterrà meno dell’8%. e in seguito fra il 1957-1961 uscirà dalla coalizione di governo, perché sempre più in disaccordo con l’autoritarismo di Adenauer. Durante questo periodo ovviamente durante i vari cancellierati di Adenauer, il partito socialista si opponeva ovviamente ad alcune idee della SDU à si opponeva al federalismo, al liberalismo economico, all' ipotesi del 82 riarmo della Germania, alla politica europea e atlantica, quindi all'entrata della Germania occidentale in queste compagini di alleanze occidentali. La SPD continua però ad avere riscontro in termini di voti intorno al 30% à l'SPD soffre anche della mancanza di un leader, perché fino al 1952 era guidata da Kurt Schumacher che darà una linea ben precisa, ma viene a mancare proprio nel 1952 ed i suoi successori non saranno all'altezza di gestire il confronto con una figura come quella di Adenauer. Piano piano però anche il Partito Socialdemocratico, nell'ottica di questa ripresa economica della Germania, modifica lievemente il proprio programma politico e si allinea alle regole, alle condizioni dell'economia di mercato accettando l'integrazione nella politica atlantica, però continuerà a mantenere una resistenza ai monopoli e una volontà di una più equa ripartizione del reddito nazionale. Nel momento in cui l'elettorato sarà stanco dopo 14 anni più di governo Adenauer, si premierà la SPD e ci sarà appunto un cambio. Le istituzioni democratiche all'interno della Repubblica Federale dimostrano in questi anni di lavorare bene di essere capaci, di essere all'altezza del compito che si sono prefissate e piano piano il regime governativo si stabilizza e anche gli alleati o i potenziali alleati, perché ovviamente si guarda con timore rispetto a quello che accade in Germania occidentale da parte delle potenze vincitrici, gli alleati risultano comunque abbastanza rassicurati dalla politica di Adenauer e arriveranno appunto a assecondarlo per far ritornare la Repubblica Federale tedesca alla sua piena sovranità. Adenauer è convinto che la ripresa della Germania il raggiungimento della piena sovranità della Germania che ancora era controllata fortemente dalle potenze occidentali dovesse passare proprio attraverso delle tappe obbligatorie fondamentali: - la prima era quella di integrarsi nel blocco occidentale, diventare parte di quel blocco occidentale - il secondo punto che Adenauer ha in mente che perseguirà in modo veramente tenace è quello della costruzione di una Europa Unita Queste sono le strade che Adenauer identifica affinché la Repubblica Federale possa in futuro avere garantita la propria sicurezza e attraverso cui la Germania potrà ritrovare un proprio posto di rilievo sulla scena della vita politica internazionale. Adenauer si dimostra un anticomunista e questo non può che far piacere a Washington, che lo vede e lo percepisce come un potenziale alleato, in questo senso un esponente ancora in pectore dell'atlantismo e poi appunto questo fatto che lui è un convinto europeista è conscio del fatto che è necessario risolvere tutti i problemi che ormai sono diventati quasi endemici con la Francia. Riconciliarsi con della Francia e d’altra parte favorire la formazione di una unità europea e la Germania in questo giocherà un ruolo fondamentale à Adenauer è apprezzato da Washington come un baluardo contro un possibile espansionismo sovietico in quelle in quelle aree, però anche Londra e Parigi, i governi di Londra e Parigi lo guardano con interesse e con approvazione, perché riesce a mettere insieme diverse istanze è intransigente nelle sue decisioni politiche, però si dimostra molto flessibile per quanto riguarda invece le tattiche da adottare in ogni singola situazione per raggiungere i suoi i suoi scopi. Il disarmo tedesco è uno dei punti dei primi punti durante il postguerra à con gli accordi del settembre del 1949, la Germania si impegnava al disarmo e ci si opponeva alla costruzione di forze armate tedesche. Tuttavia, qualche giorno dopo questi accordi Adenauer lascia intendere che la Germania su richiesta delle altre potenze occidentali potrebbe decidere di partecipare alla difesa europea, alla creazione di un futuro possibile esercito europeo e questo provoca ovviamente le reazioni dei paesi più direttamente interessati a questa situazione, che sono ovviamente la Gran Bretagna e la Francia. Nel giugno del ‘46 Winston Churchill dichiara che in un futuro esercito nella creazione di un futuro esercito europio, la presenza di un contingente tedesco sarebbe stata assolutamente necessaria. 85 L’integrazione definitiva avviene nel 1960 con una serie di accordi, che consentiranno alla Francia di poter continuare a usufruire del carbone della regione e la Germania Federale accetterò la canalizzazione del fiume Mosella da parte dei francesi. Questo rappresenta un grande successo per Adenauer, perché uno dei traumi della conclusione della 2 GM era stato anche quello di aver perso numerosi territori, presi con la forza durante il 3° Reich, ma che avevano creato un numero impressionante di profughi che si erano ritrovati ad essere stranieri in quello che consideravano i loro territori nativi. Ci si riprende un pezzo di Germania e viene rimosso quell’ultimo ostacolo per una riconciliazione con la Francia. L’altro problema che rimarrà sul tavolo fino alla fine della divisione tedesca è il problema della riunificazione che con l’avanzare della Guerra Fredda è sempre più difficile da ottenere. Più passano gli anni, più la divisione diventa qualcosa di politico, sociale e economico e la differenza tra gli abitanti dei due paesi diventa sempre più difficile da colmare. Adenauer era fermamente convinto che se una riunificazione doveva avvenire, questa sarebbe dovuta avvenire con l’unione della parte est dei paesi dalla Repubblica Federale tedesca, una repubblica che ormai era completamente occidentalizzata, vicina alle posizione degli USA (ovviamente dall’altra parte non si voleva mollare il colpo) e in effetti la Repubblica Federale tedesca giocava una forza d’attrazione enorme, perché era diventata sempre più forte e più unita e gravitava nell’orbita di un’Europa, che si stava unendo e stava diventando sempre più rilevante anche a livello internazionale. Non era possibile consentire che questa riunificazione avvenisse sotto gli auspici dell’Unione Sovietica e della Germania Est, non si poteva cedere di un millimetro. Ci sono diverse proposte anche da parte dell’Unione Sovietica affinché la riunificazione avvenga: - nel 1952 Stalin propone agli alleati un Trattato di Pace che prevedeva una Germania unita e neutrale, ma Adenauer vedeva questa mossa dell’Unione Sovietica come un tentativo di impedire che la Germania entrasse a far parte della compagine occidentale, e per questo, Adenauer non si fidava delle proposte di Stalin. - Stalin quindi propone una Germania unita e demilitarizzata, ma dall’altra gli alleati proteggono la Repubblica Federale tedesca che avrà tutto l’aiuto possibile da parte degli alleati per realizzare pacificamente una riunificazione del paese e si propone per far questo di svolgere in entrambe le parti (EST e OVEST) delle libere elezioni sotto la tutela e il controllo internazionale delle Nazioni Unite [né la Germania est ne la Germania Ovest facevano ancora parte dell’ONU e non ne fanno parte fino al 1973]. Quando nel 1955, Stalin è già morto e iniziano a cambiare alcune cose all’interno dell’Unione, si spera in un possibile apertura à Adenauer nel 1955 si reca in Unione Sovietica vuole parlare anche della possibile riunificazione della Germania e crede che questa riunificazione sia possibile e che l’Unione Sovietica sia ancora disposta a discutere. Ma i risultati di questo viaggio furono deludenti, si riesce solo a liberare prigionieri di guerra tedeschi che erano ancora detenuti in Unione Sovietica. Nel settembre 1955 la Repubblica Federale e Unione Sovietica firmano un Trattato, in base al quale la Repubblica Democratica Tedesca ottiene pieno controllo sulla sua politica interna e estera, Germania occidentale riconosce la Germania orientale. Dopo il 1955 la questione della riunificazione tedesca finisce su un binario morto, non ci sono le condizioni per parlare di una simile circostanza. In occidente si ritiene che l’unica soluzione per una riunificazione tedesca possano essere le libere elezioni da svolgersi a occidente e oriente sotto il controllo delle Nazioni Unite e questo avrebbe rappresentato l’unico possibile passo verso la riunificazione, ma Mosca non può accettare una soluzione di questo tipo à per Mosca la riunificazione deve passare attraverso un accordo fra i due paesi, ma Adenauer non è disposto ad accettare un accordo su queste basi perché per i dirigenti della Repubblica Federale l’altra Germania (quella Orientale) non esisteva fino a quel momento, era semplicemente la zona di occupazione sovietica. 86 Solo la Repubblica Federale poteva essere considerata vera Germania, o l’erede del Reich + i tedeschi dell’est erano sottoposti a un regime comunista imposto dall’Unione Sovietica à dopo il 1955 non c’è nessuna possibilità di trovare un accordo che stia bene ad entrambe le parti. Per altro, la Germania Orientale si riteneva l’unica e vera Germania, quella fondata sui veri principi democratici, la repubblica che aveva davvero allontanato per sempre il nazismo, tanto è vero che nella Costituzione della Repubblica Democratica del 7 Ottobre 1949 si diceva che la Germania era una Repubblica Democratica indivisibile e che alla Repubblica Democratica tedesca si affidava la missione nazionale, quindi la riunificazione sarebbe dovuta avvenire attorno al nucleo orientale secondo questa costituzione à cosa che agli stati occidentali non andava a genio. Già nell’ottobre del 1949 la Repubblica Federale si era dotata di un Ministero degli Esteri + prendeva gran parte delle decisioni degli alleati, mentre invece la Repubblica Democratica era stata riconosciuta solo dalla Russia e dagli stati che gli erano vicini (Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia e Cina e gli altri paesi comunisti). Non c’è quindi in quegli anni una base solida per discutere e decidere sull’unificazione della Germania, dopo il fallimento della trattativa l’Unione Sovietica restituisce alla Germania Democratica la sua piena sovranità, compresa quella di avere relazioni con la Repubblica Federale (= trattato del 1955 che sancisce, i due paesi si guardano e si confrontano, si riconoscono nel 1955 piena uguaglianza, rispetto e nessun intervento di un paese nelle faccende interne dell’altro). La Germania Occidentale nel 1955 entra nella NATO e la Germania Orientale entra a far parte del patto di Varsavia. In questo frangente appunto per mantenere l’ordine c’è bisogno di una polizia segreta, che non si fa scrupoli nell’usare la violenza, il ricatto, tutto il peggio del peggio che una polizia segreta, un organismo dittatoriale di fatto può mettere in campo per controllare le vite dei propri cittadini. Possiamo dire che il recupero della piena sovranità concesso dall’Unione Sovietica alla Repubblica Democratica è solo di facciata, perché in realtà la Repubblica Democratica tedesca rimarrà sotto la stretta di Mosca, non avrà tutta questa liberà e il segretario generale della SED, il quel presiederà il consiglio di stato con un pugno di ferro per molti anni nella DDR, dovrà ricorrere numerose volte ai sovietici per reprimere il dissenso all’interno del proprio paese. L’anno cruciale nella divisione delle due Germanie il 1961, perché come avevamo già visto in occasione della crisi del ’48-49 (= la famosa istituzione del ponte aereo che permette la sopravvivenza di Berlino ovest), uno degli oggetti del contendere era appunto un’enclave occidentale all’interno della parte orientale del paese à questa zona occidentale che viene rimessa brutalmente in discussione a partire dal 1958, quando Ulbreich dichiara che gli occidentali non hanno nessun diritto di rimanere a Berlino, poiché è una città della Germania Orientale edunque non è più possibile avere un’occupazione occidentale. A quel punto Krusciov, che era il segretario del Partito Comunista Sovietico (che aveva portato una certa apertura, perché nel 1956 aveva messo in discussione i crimini portati avanti da Stalin, per cui c’era stato un ampio dibattito all’interno del paese) appoggia questa opposizione di Ulbreich e nel novembre 1958 manda un ultimatum agli occidentali. Bisogna cominciare delle trattative per trasferire alla DDR i pieni poteri su Berlino, chiedere agli alleati di lasciare il controllo sulla parte ovest della città di Berlino à Berlino deve diventare una città aperta, neutrale, smilitarizzata sotto il controllo delle Nazioni Unite, non può più essere divisa e non può più essere sotto il controllo occidentale. Lo scopo dell’Unione Sovietica è quello di far riconoscere in qualche modo la DDR, che non era riconosciuta a livello internazionale, parte dei paesi occidentali ancora non riconoscevano la DDR, come paese vero e proprio. Berlino aveva un’enorme importanza, il suo unico problema era che Berlino era il punto nel quale avveniva una vara e propria “emorragia” => da li scappavano, era il punto più semplice per passare ad occidente. Nel momento della nascita delle due Germanie (1949), fino alla costruzione del muro (12-13 agosto 1961), attraverso Berlino erano passati ad ovest 1.8 milioni di persone circa. 87 Perché erano così preoccupati i tedeschi orientali? à Perché era una questione di immagine del territorio (= immagine propagandistica), e in più a scappare non erano coloro che non erano più abili al lavoro e che non erano più utili alla produttività del paese, ma a scappare erano soprattutto coloro che avevano un maggior livello di istruzione e una maggiore preparazione tecnica, preparazione per la quale il governo della Repubblica Democratica aveva sborsato fior di quattrini à per cui era veramente un’emorragia anche dal punto di vista economico e anche per questo Berlino rappresentava veramente una spina nel fianco per la Germania Democratica, ma più in generale per i paesi del Patto di Varsavia e per i paesi del Commecon e per l’Unione Sovietica. Per di più quegli anni erano anni abbastanza complicati anche dal punto di vista politico, perché cominciava una più globale distensione tra Unione Sovietica e USA, e dall’altra parte c’erano problemi anche spaventosi per l’economia politica mondiale, per esempio al “crisi cubana” nel 1961. Nell’estate del 1961 il presidente Kennedy e Krusciov si erano incontrati per risolvere il problema, anche il problema di Berlino, città della quale non si sapeva bene cosa fare e bisognava trovare al più presto una soluzione, e l’unica soluzione che la Repubblica Democratica e i Sovietici riuscirono a trovane nel 1961 era quella di costruire un muro che divideva in due la città per isolare fisicamente i settori orientali da quelli occidentali. Gli occidentali in questo momento non protestarono più di tanto, si limitarono a dissentire alla costruzione del muro, si pensò di risolvere la questione prima in via negoziale e poi eventualmente con l’uso della forza, ma già nel 1962 le cose erano cambiate. Questo fu un duro colpo per l’immagine della Repubblica Democratica, perché se un paese ha bisogno di costruire un muro per trattenere i propri cittadini c’è evidentemente qualcosa che non va nella gestione del paese, perché altrimenti i tuoi cittadini non avrebbero voglia di andarsene per cercare sorti migliori da un’altra parte. 27-04-2021 La Germania orientale viene proclamata il 7 ottobre del 1949, che un paese che dal punto di vista internazionale è isolato, perché almeno all’inizio è riconosciuto solamente dagli Stati del blocco sovietico, degli stati vicini all’Unione Sovietica + l’altro problema che caratterizza la nascita della Repubblica Democratica e che rende le basi per la sua formazione particolarmente deboli è la sua subordinazione all’Unione Sovietica e questo rappresenta per molti aspetti una vera e propria arma a doppio taglio, perché da una parte l’Unione Sovietica diventa l’unico sostegno della DDR, unico partner politico e militare e anche economico per diversi anni, è il maggior acquirente dei prodotti della DDR, impone alcune politiche economiche, perché l’Unione Sovietica avendo tutti questi paesi satelliti aveva anche una politica di distribuzione della produzione per rendere più funzionale il gruppo di Paesi che all’Unione Sovietica erano legati, il governo di Mosca aveva appunto creato un sistema, che si bilanciasse con la produzione di alcuni prodotti in certi Paesi e non in altri, per provvedere al sostentamento e al buon funzionamento dell’intera macchina economica e politica. Il futuro e lo sviluppo della parte orientale della Germania sono strettamente collegati alle decisioni di Mosca à negli anni la DDR diventerà uno dei più fedeli alleati dell’Unione Sovietica. La situazione di partenza per la Germania orientale, post-guerra, non era certamente positiva per l’economia. La DDR aveva subito molte privazioni, come riparazioni di guerra da parte della stessa Unione Sovietica + la parte orientale era una delle più industrializzate à la DDR aveva una buona base industriale a differenza degli altri stati comunisti, forse ad eccezione della Cecoslovacchia, in particolare della regione della Boemia. La DDR aveva questo, però era stata distrutta era stata indebolita dalla 2 GM e poi dalle espropriazioni portate avanti dalla stessa Unione Sovietica. Poi aveva anche il problema dell’esodo della popolazione nella parte Ovest, che si esaspererà in modo particolare a ridosso della creazione del muro di Berlino fra metà degli anni ’50 e anni ’60 à questo era un grande problema per il mondo lavorativo, poiché venne a mancare molta manodopera. Subito dopo la creazione di due stati indipendenti, uno ad Est e uno ad Ovest, ci furono gravi ripercussioni dal punto di vista economico, perché nel tempo, essendo stato un Paese solo, anche se diviso formalmente a partire 90 Con la riforma amministrativa del 1952 nella DDR vengono aboliti i 5 Lander storici, e vengono messe da parte le loro autonomie che erano consolidate ormai à al posto di questi Lander, vengono creati dei distretti che dipendono direttamente dal potere centrale. Tutte le decisioni vengono prese dalla SED, in base ad un principio di centralismo democratico, non tanto democratico perché ogni forma di dissenso è bandita, e tutti gli iscritti alla SED, quindi una stragrande maggioranza della popolazione devono accettare le scelte del partito. Anche in Germania Est si crea un ceto, che ha un sostrato burocratico politico amministrativo, chi svolge quelle funzioni all’interno del Paese, entra a far parte di questo meccanismo ed è visibile all’interno della società perché ha un reddito e uno stile di vita, che è diverso da quello degli altri cittadini à l’adesione al regime al di là delle ragioni ideologiche, era anche legata al fatto che se ne ottenevano dei benefici. Per mantenere tutto ciò bisognava utilizzare una buona dose di terrore, nel corso degli anni la SED visse anche una serie di epurazioni al suo interno, una delle più importanti si ebbe pochi anni dopo la creazione dello stato tedesco nel 1953, quando ci fu un importante insurrezione operaia in tutta la Germania, mezzo milione di persone prese parte a questa insurrezione che poté essere sedata solo con l’intervento dei carri armati tedeschi, che portò alla sostituzione di un buon 70% dei dirigenti del partito. Nel febbraio del 1956, quando si svolge il 20ismo congresso del partito comunista sovietico quello dove Nikita Krusciov denuncia i crimini di Stalin e si procede ad una destalinizzazione del Paese, in quell’occasione parte dell’opposizione a Ulbricht e al suo eccessivo autoritarismo nei confronti della gestione del paese, questa opposizione alza la testa, pensa che sia arrivato il momento giusto per chiedere una maggiore democratizzazione e una decentralizzazione dei processi decisionali, che non siano tutti legati a poche persone all’interno del partito. Il 1956 è anche l’anno in cui si verifica l’insurrezione dell’Ungheria, c’è un’insurrezione anche in Polonia, per cui in tutta questa situazione Ulbricht sa che non può mantenere il potere in DDR, senza l’appoggio diretto dell’Unione Sovietica, appoggio che ottiene e grazie al quale riesce ad allontanare i propri oppositori. Gli oppositori che chiedevano maggior democrazia, vengono espulsi dalla SED e spesso vengono anche processati e incarcerati à alla fine degli anni ’50 Ulbricht è quanto mai forte all’interno del paese, il suo potere è veramente forte. La repressione è accompagnata da una serie di provvedimenti politici à uno di questi provvedimenti è quello di creare un efficiente sistema scolastico all'interno del paese, che valorizzi il merito, che dia la possibilità anche alle classi sociali che tradizionalmente non l'avevano, di raggiungere i più alti gradi dell'Istruzione. Questo sistema cominciò ad avere un buon successo, tant’è vero che in questo periodo il numero dei figli degli operai iscritti all'università nella DDR è 8 volte superiore a quello dei figli di operai iscritti all'università nella Repubblica Federale. Il problema era il livello di istruzione di questo sistema scolastico della DDR, in quanto era molto più basso e ovviamente molto più regimentato di quanto non lo sia nella Repubblica Federale. E di nuovo (l'esempio di quello che dicevo ieri) questo continuo confronto con la repubblica federale, un continuo guardarsi allo specchio perché è il metro di paragone più evidente, più diretto, più logico. C’è un avvicinamento anche dal punto di vista economico della DDR al modello sovietico, quindi uno stato altamente centralizzato, con dei piani di sviluppo quinquennali come quelli che esistevano in Unione Sovietica à con un forte dirigismo, un forte controllo governativo nei confronti del sistema produttivo del paese. C'era una distribuzione di materie prime, beni di soccorso, prodotti industriali alle imprese nazionalizzate con prezzi stabiliti, importi di produzioni, norme produttive sempre decise dall'alto. Per la Germania Democratica si sceglie uno sviluppo dell'Industria pesante trascurando la produzione dei beni di consumo voluttuari, si segue il modello sovietico. Questo però crea dei problemi all'economia della Germania orientale che tradizionalmente era orientata in tutt'altra direzione perché la produzione precedente era specializzata in industria leggera. 91 Era estremamente all'avanguardia per tutta una serie di innovazioni e questo crea dei problemi di trasformazione prima di tutto, del tipo di produzione che si vuole attuare in DDR. Oltre al fatto che la DDR mancava quasi completamente di materie prime, di fonti energetiche (il carbone, l’acciaio si trovavano da un'altra parte della Germania unita, la Ruhr) per sviluppare l’industria pesante à per cui la DDR comincia a dipendere dall'Unione Sovietica Con il fatto che si stabiliscano questi piani quinquennali con obiettivi da raggiungere, molto spesso l'incremento della produzione previsto dal piano quinquennale, è subordinato anche ad un quasi sfruttamento della manodopera, un incremento della produttività operaia à spesso le condizioni di lavoro e di vita della popolazione non migliorano o migliorano molto lentamente. Questo porta a quella sollevazione operaia, che comincia con richieste economiche à questi moti insurrezionali che cominciano rivendicando meno ore di lavoro, più salario etc. e si cominciano a fare anche richieste di tipo politico. Questa insurrezione viene sedata, con una richiesta di aiuto direttamente a Mosca che manda l'armata rossa à sono morte 70 persone + altre 20 persone circa che vengono giudicate dai Tribunali Militari + numero spaventoso di arresti (13.000/15.00 persone) à anche qui abbiamo un’altra epurazione del partito. A partire dal 1957 si decise di procedere a ritmi accelerati nel costituire le basi materiali del socialismo. Un’ulteriore attenzione alla pianificazione, che riguarda l’agricoltura = collettivizzazione forzata delle terre sul modello sovietico. Queste terre erano state espropriate agli Junker e ridistribuite ai contadini più poveri, che non avevano però i macchinari adatti per coltivarle. La SED porta avanti una massiccia propaganda, affinché vengano costituite delle fattorie collettive, delle cooperative di produzione, che mettono in comune i mezzi per coltivare la terra alle quali i vari contadini avrebbero dovuto aderire volontariamente (ma chiaramente nulla qui è volontario). Alla vigilia degli anni ’60 ci si rende anche conto che questi progetti, questi piani stabiliti erano assolutamente sovradimensionati e progressivamente si è costretti a metterli da parte e tornare a più miti consigli in qualche modo. La Stasi è un vero e proprio organo di controllo di polizia, simile al KGB, che già da anni era in funzione in Unione Sovietica e serviva per controllare le vite dei cittadini e il loro comportamento nei confronti del partito. Della nascita della Stasi viene data notizia nel febbraio del 1950, l'organo ufficiale di stampa del partito della SED pubblica un brevissimo comunicato che dice che il partito ha deciso di trasformare il direttorio per la salvaguardia dell'economia popolare (che dipendeva dal Ministero dell'Interno) in un Ministero autonomo à il Ministero per la sicurezza dello Stato. In realtà poi questo Ministero nel corso degli anni sarà tutt'altro che irrilevante per la storia della DDR, perché quasi immediatamente diventa una delle istituzioni che più di tutte le altre, avrebbe influenzato l'esistenza del paese. Questo mistero veniva comunemente definito dai tedeschi orientali e non solo la Stasi. - Allora ci viene da chiederci perché un annuncio così discreto? così low profile? o Perché lo Stato è appena stato creato à non solo si temevano le reazioni interne (che la popolazione non gradisse una cosa del genere) sì temevano anche le reazioni internazionali, perché in un paese veniva costituito un organo di polizia segreta, tipico delle dittature. o La SED aveva l’obiettivo di far passare inosservato quello che stava facendo ovvero spostare la Germania orientale verso una vera e propria dittatura, una dittatura di stampo Staninista. Nel corso degli anni si sarebbero susseguite tutta una serie di persecuzioni politiche a danno di coloro che non erano d'accordo col pensiero unico portato avanti dal partito à il modello politico della DDR si allineava perfettamente a quello dell’Unione Sovietica e la DDR si integrava all'interno del blocco orientale. Nei primi anni (dal 1950 al 1955), la Stasi si afferma come il principale strumento di terrore istituzionale al servizio della SED e questo lo si vede benissimo nel film “Le vite degli altri”. 92 È un film che racconta una situazione a posteriori, diretto da un regista che non è un regista particolarmente prolifico, che oltre a questo film non ha poi diretto altri capolavori. Se fosse stata raccontata da Oriente il film non avrebbe mai visto la luce. Se fosse stato raccontato da Occidente (in concomitanza con gli avvenimenti che raccontava) avrebbe creato degli incidenti internazionali di proporzioni mai viste, per cui in questo caso c'è stata la necessità di lasciar decantare gli avvenimenti e di mettere una distanza sufficiente fra sé e gli avvenimenti che si raccontavano. Il film racconta una storia non vera, racconta di questi personaggi che non sono realmente esistiti, ma è una storia verosimile, una storia che potrebbe essere accaduta a persone con caratteristiche simili a quelle raccontate nel film in un'epoca simile a quella della narrazione. La SED arrivava in modo subdolo ed estremamente pervasivo nella vita di coloro, che venivano presi di mira da questa organizzazione, in mille modi diversi, con ricatto, con le minacce, con le intercettazioni, con la richiesta a persone più o meno vicine alla persona su cui si stava indagando di fare da spia, di fare delle delazioni. La scena in cui si parla con la dirimpettaia di Dreyman e dimostra, che è meglio stare zitti perché la Stasi conosce tutto della sua vita e non solo conosce tutto della sua vita, conosce tutto anche della vita di suo figlio. La Stasi lavorava su due fronti: - un fronte interno a DDR perché voleva andare a trasformare in profondità il sistema politico e sociale del paese e trasformarlo in una società pienamente comunista - poi andava ad operare anche oltre Cortina, perché continuava questa contrapposizione al sistema occidentale nella cornice complessiva della guerra fredda. Il film si concentra su gli intellettuali come portatori di un libero pensiero, chi osava dire qualcosa contro il partito, contro il sistema vigente in un certo paese veniva bloccato, portato quasi ad uccidersi à e questo succede per il vecchio poeta, che ad un certo punto non può più lavorare, non può più pubblicare, non può più fare il lavoro che sa fare, e alla fine è così esasperato dalla situazione, che preferisce suicidarsi e il suicidio di questo personaggio, ma in generale l’alto numero di suicidi che in quegli anni si verificarono e questo invece è un dato certo, rispetto a prima dove vi dicevo dato verosimile. Abbiamo dei personaggi che istintivamente ci stanno simpatici per i quali parteggiamo, Christa per esempio, che vive il suo dramma, sa che se non cede alle lusinghe, alle avance di quel funzionario della Stasi, che è veramente disgustoso in quanto abusa del proprio potere, commette delle violenze in modo subdolo nei confronti di chi non ha possibilità di ribellarsi e Christa arriverà anche lei a suicidarsi perché non sopporta, non ha la forza di opporsi. Nel momento in cui questo funzionario della Stasi ascolta le vite degli altri – lui non ha una vita, ha questa casa dove non c'è un particolare che possa identificare una sua passione al di là del lavoro, lui lì ci va a dormire, è nato e cresciuto con la Stasi, lui non ha una vita. Deve ascoltare le vite degli altri per metterli in difficoltà, ma in nome di che cosa? à è questo il punto di svolta, il momento in cui lui si rende conto che non ha una vita e che è chiamato a distrugge le vite degli altri. Chi controllava la Stasi? Il partito, ma chi controllava il partito? la Stasi. Chi si ritrovava nell'occhio del ciclone poteva essere usato, poteva essere arrestato, poteva essere condannato e non c'era nessun organismo superiore al quale appellarsi. E si chiedeva, tra l'altro, ad altri cittadini, ad altre persone di essere complici in questa situazione. Se si rende qualcuno complice dei propri misfatti sarà molto più difficile che questi altri si ribellino perché sono a loro volta colpevoli. Nel corso degli anni ci furono veri propri arresti di massa che avevano i crismi dello stalinismo, ovviamente, perché per effettuare questi arresti bisognava avere le confessioni e le confessioni degli imputati venivano estorte anche e soprattutto con la violenza. La gente non veniva torturata solo in modi tradizionali, vengono privati del sonno, vengono isolati e sono tutti espedienti che non lasciano tracce fisiche vere e proprie, non lasciano cicatrici, ma danno un maggior senso di impotenza, di spaesamento. Sono tutte tecniche che venivano insegnate alla scuola della Stasi per piegare la 95 La Meglio Gioventù è un film corale, che però parte da un rapporto fra 2 personaggi, due fratelli, Matteo interpretato da Alessio Boni e Nicola Interpretato la Luigi Locascio. Che struttura ha questo film, qual è la formula narrativa della meglio gioventù? La struttura è quella di un affresco storico, film si propone di raccontare 30 anni di storia italiana, comincia la storia di questi due fratelli del loro rapporto, comincia nel 1966 appena finito il boom economico e arriva appunto fino ai giorni in cui il film viene realizzato ovvero il 2003. - I giovani diventano una vera e propria categoria sociale, fino alla Seconda guerra mondiale la giovinezza non era considerata un valore, era un’epoca di passaggio nella vita di ciascuno, ma non aveva nessun tipo di significato particolare, molto spesso si passava dall’infanzia all’età adulta quasi senza soluzione di continuità per tutta una serie di ragioni. - L’altra grande tematica che viene affrontata in questo film è quella dell’Università à Matteo, frequenta la facoltà di lettere e filosofia e Nicola quella di medicina, perché questi sono anni importanti per tutta una serie di riforme scolastiche che cambiano completamente la possibilità di accesso all’istruzione da parte dei giovani italiani. - L’altra grande tematica che viene toccata, sempre in qualche modo riferita ai giovani è quella dell’alluvione di Firenze, che è davvero un momento cruciale, perché per la prima volta ci si accorge di quanto i giovani da una parte siano lontani da quella descrizione spesso sfavorevole, spesso molto critica che ne davano i mass media à mass media raccontavano i giovani come sfaccendati, capelloni dediti agli scooter, al tempo libero al rock n’roll e poco altro, in realtà in questo frangente i giovani diventeranno fondamentali e otterranno un appellativo estremamente elogiativo per quello che faranno in questo frangente nel novembre 1966. Si guadagneranno l’appellativo di angeli del fango. - L’altra tematica che emerge attraverso il personaggio di Giorgia, che è questa ragazza un po’ disturbata interpretata da Jasmine Trinca. È la riforma, la Legge Basaglia à fino a quel momento le cure di natura psichiatrica offerte dalla sanità pubblica italiana erano estremamente repressive e anche disumane, ma con l’impegno del medico psichiatra Basaglia, ci sarà nel 1978 un importante riforma. - E l’ultima tematica che emerge dal film in modo abbastanza marginale attraverso il personaggio di Giulia, che è la moglie, la compagna di Nicola, è quello dell’adesione sempre dei giovani o in maggioranza da parte dei giovani alle brigate rosse, che forse è il nome col quale la massa conosce o identifica il fenomeno terroristico in Italia. I giovani cominciano ad assumere un ruolo sempre più importante all’interno della società, divenendo anche fisicamente, diventano un target per la pubblicità, un target per i consumi perché proprio in questo momento, nel momento in cui c’è questa fortissima ripresa economica, la società tradizionale diventa la società dei consumi, dove non solo abbiamo necessità di quello serve per sopravvivere e vivere, ma c’è anche una certa induzione condotta da i mezzi di comunicazione di massa, dalla pubblicità, da una serie di fattori esterni vogliamo desideriamo e di nuovo quasi abbiamo bisogno del superfluo + i consumi cosiddetti voluttuari, cioè non l’acquisto di beni durevoli, di beni di prima necessità ma di beni effimeri e di beni voluttuari, puramente voluttuari. Pasolini sarà uno dei critici più accesi di questa società dei consumi, che prospera a danno della società tradizionale à questa situazione è data proprio da il benessere che comincia a diffondersi, si è usciti si da una guerra, ma la produzione è aumentata, i salari sono aumentati, è aumentato il potere d’acquisto, quindi la possibilità di comprare beni oltre il necessario, quindi gli abiti necessari, il cibo necessario, e quindi ci si orienta verso questi beni voluttuari che vanno da appunto i mezzi di trasporto individuale: - lo scooter diventa in questi anni un mezzo di trasporto prettamente giovanile, i ragazzi, e non solo in Italia - a partire dalla metà degli anni ‘50, grazie alle utilitarie prodotte dalla Fiat, prima la 600 e poi la 500, la motorizzazione si diffonde in tutto il paese, anche con una certa rapidità grazie anche alla contemporanea costruzione di infrastrutture, le autostrade per esempio, che permettono lo spostamento. 96 Abbiamo parlato diffusamente a proposito di Rocco e i suoi fratelli, ma comunque di quei primi anni 50 del fenomeno dell’emigrazione interna, il fatto di possedere una vettura di proprietà permette a chi ad esempio è emigrato al nord di far ritorno nella terra d’origine durante le vacanze e anche le vacanze diventano un nuovo concetto nella vita quotidiana degli italiani, fino alla metà degli anni ‘50 le vacanze erano un concetto del tutto ignoto alla maggior parte della popolazione à anche perché in una economia prevalentemente rurale le vacanze non esistono, un campo ha bisogno di essere accudito tanto a gennaio quanto ad agosto, un capo di bestiame ha bisogno di essere nutrito a marzo come a settembre, per cui non c’era nella società agricola italiana un vero e proprio tempo libero, il tempo libero è un invenzione legata allo sviluppo industriale, dove è previsto dal contratto di lavoro un periodo di interruzione del lavoro. Ilmondo giovanile che comincia ad avere tutta una serie di nuove possibilità di nuove opportunità a partire dalla possibilità di studiare à prima era difficile che una famiglia proletaria avesse la possibilità di far studiare i propri figli + la situazione dell’istruzione in Italia era abbastanza elitaria, si garantiva un’istruzione minima elementare. - Per esempio la scuola elementare la si poteva frequentare senza alcun tipo di problema, ma già il fatto dell’estrazione sociale di provenienza scattava con la frequenza delle scuole medie, fino alla riforma scolastica del 1962, che introdusse il secondo ciclo di studi, cioè le scuole medie inferiori uguali per tutti, fino al 1962 c’era già una forte differenziazione in base anche alle possibilità economiche della famiglia d’origine, per cui finite le scuole elementari i ragazzi dovevano già scegliere un indirizzo di studi che avrebbe inevitabilmente condizionato il seguito della loro vita. C’erano tre grandi orientamenti prima del 1962 à c’era il ginnasio, dopo le scuole elementari i figli della buona borghesia, i figli dell’aristocrazia i figli di chi se lo poteva permettere, sceglievano appunto il ginnasio dove si conducevano degli studi prevalentemente classici, poi c’era una soluzione di mezzo che erano le scuole commerciali. L’ultima scelta era quella del cosiddetto dell’avviamento professionale, per cui erano degli istituiti nei quali si insegnavano concretamente meccanica piuttosto che falegnameria e alla fine di questo triennio ci si andava ad impiegare in una mansione molto pratica di questo tipo. - Nel 1962 viene introdotto il ciclo unico per le medie inferiori, ovvero quella scuola media generalista che abbiamo frequentato tutti che prolunga di tre anni ancora il momento della scelta, questo è possibile anche perché c’è un benessere più diffuso, c’è più possibilità di far studiare i propri figli e quindi questa età di mezzo, quella che oggi si chiama adolescenza viene di fatto creata. - C’è ancora una forte discriminazione sociale, perché in base alla ‘riforma gentile’ della scuola di Giovanni Gentile (= ministro fascista), l’unica scuola superiore che si sceglieva appunto dopo le scuole medie inferiori che permetteva di accedere a tutte le facoltà universitarie era il liceo classico, e questo ovviamente era un potente spartiacque sociale à questa discriminazione venne abolita nel 1969 anche grazie alla protesta degli studenti, anche perché i giovani sono anche la parte più consapevole del paese in quegli anni - i giovani diventano sempre più riconoscibili anche per i loro gusti, per i loro gusti nel vestire. A partire da questi anni, c’è tutta una serie di produzioni che sono indirizzate ai giovani, per cui i giovani diventano visibilmente riconoscibili, per come tagliano i capelli o non li tagliano e questa è davvero l’epoca dei cosiddetti capelloni à i ragazzi si lasciano crescere i capelli o si fanno il ciuffo perché spesso sono influenzati da dei modelli che spesso arrivano anche dall’estero. Alla fine degli anni ‘50 ci fu sui i giornali un enorme polemica per un certo tipo di cultura giovanile che era considerata assolutamente deleteria per la morale dei ragazzi, una cultura che era mutuata dall’arrivo in Italia della musica americana, del rock n’roll di figure come Elvis Presley, che aveva questa specie di ciuffo, sul mercato italiano iniziamo ad arrivare i blue jeans, che da indumento di lavoro diventa un indumento jolly da porta tutti i giorni in tutto il mondo. Queste nuove generazioni ascoltano una musica che è completamente diversa da quella dei loro padri, una musica che è di rottura, una musica che gli adulti non capiscono. 97 Musica cambia e nasce l’industria musicale, dove nascono fenomeni internazionali che vengono esportati e arrivano anche in Italia à per esempio Elvis Presley, tutta la musica americana di quegli anni legata al rock n’roll e anche al jazz, perché già negli anni 30 e negli anni 40 il jazz che arrivava dagli Stati Uniti era considerato dai i giovani come assolutamente interessante e apprezzabile. Dalla Gran Bretagna arrivano i gruppi più interessanti di quegli anni à i Beatles, i Rolling Stone e arriva tutta una musica, che cambia e rivoluziona davvero il mondo giovanile e in Italia nel nostro piccolo ci sono dei cantati che sono dei cantanti alla fine degli anni 50 veri e proprio cantanti di rottura rispetto ai melodici precedenti i cosiddetti ‘urlatori’, questi ragazzi che cantano ispirandosi a modelli stranieri, per esempio Mina e Adriano Celentano erano considerati dei cantanti di rottura, Celentano perché si muoveva sul palco, lo chiamavano il “molleggiato”, e Mina fu una delle prime urlatrici perché cantava davvero, intanto cantava in inglese, perché “urlava” non modulava la voce la ma esprimeva a pieno come facevano i cantati americani. All’inizio di Novembre del 1966, in questo momento in cui la situazione è abbastanza complicata già per tante ragioni di carattere politico e sociale, piove da parecchi giorni e il bacino dell’Arno si ingrossa sempre più e ad un certo punto, il 4 novembre l’Arno straripa e inonda completamente la città di Firenze, ma non solo Firenze à è una tragedia per la città di Firenze dal punto di vista umano, ma anche culturale. Quando le acque dell'Arno si ritirano tutto è sommerso dal fango e in questo frangente nasce spontaneamente l'impegno di quei ragazzi, che venivano considerati fannulloni, che da ogni parte d'Italia, ma anche da ogni parte del mondo, si mobilitano per andare a Firenze. Da tutte le parti del mondo arrivano questi giovani che spontaneamente decidono di dare una mano dimostrando di non essere dei fannulloni à nel film “La meglio gioventù” questo viene raccontato molto bene e si mettono a disposizione delle autorità fiorentine per dare una mano per salvare preziosi libri e edizioni antiche, per tirarle fuori fisicamente. In più era un momento di intenso sviluppo economico per il paese, quindi la manodopera è sempre più richiesta e i giovani in generale hanno la possibilità di accedere a posti di lavoro ben pagati, o pagati comunque in modo dignitoso per cui cominciano ad avere anche un forte potere d'acquisto, cambiando anche le regole della società à spesso sono fuori casa, per esempio sono i 5 fratelli Parondi che abbiamo visto in Rocco e i suoi fratelli, quindi non sono più uniti e ognuno ha le sue alle sue attività, o sono emigrati al nord senza il nucleo il nucleo familiare. Hanno un lavoro che permette loro di pagare tutti i conti. Hanno quindi una possibilità economica, una possibilità di acquisto per cui la categoria dei giovani è estremamente variegata, c’è però chi si allarga sempre più, c’è chi ha la volontà di vivere in un certo modo, che contraddistingue questi ragazzi. La società sta cambiando molto più velocemente di quanto le istituzioni riescano a recepire à la società reale è molto più avanzata di quanto venga percepita dalle istituzioni, che quindi fanno sempre un po’ di resistenza nel concedere cambiamenti. La società non è qualcosa di statico, è qualcosa in continua evoluzione e non è detto che il cambiamento sia sempre per il meglio, ma i fattori che contribuiscono sono sempre numerosi e variegati, a volte sono imprevedibili e portano dei cambiamenti che sono molto più veloci di quanto poi si riesca a recepire. Tra la metà degli anni ‘60 e i primi anni ’70, la società sta subendo così tanti cambiamenti, che il potere politico non riesce a capirli, anzi cerca di portare le lancette dell'orologio indietro, cosa che è impossibile da fare e questo porta necessariamente e quasi inevitabilmente a degli scontri sociali. La maggior parte di questi scontri avviene soprattutto in un anno cruciale che è il 1968 à anno che mette in luce i problemi e le problematiche di gruppi eterogenei di persone che ogni singolo paese ha. La società cambia e ha diversi livelli, con diverse velocità, ma in tutto il mondo occidentale è legata a questioni politiche, economiche e culturali. I nemici che vengono individuati sono principalmente di carattere sociale, di carattere politico à nemici sono, la borghesia e i capitalisti, c’è la volontà di cambiare questa società, di trasformarla in qualcosa di più giusto e equo. Il 1968 coinvolge chiunque, soprattutto i giovani, gli operai e i studenti e i gruppi etnici minoritari.
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