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Appunti corso storia dell'arte contemporanea, Appunti di Storia dell'arte contemporanea

Appunti dettagliati del corso, la maggior parte delle lezioni è stata sbobinata

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 28/06/2024

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rossella-colangelo-1 🇮🇹

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Scarica Appunti corso storia dell'arte contemporanea e più Appunti in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! 1 STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA 23-24 02-10 Lezione introduttiva Metà anni 60’ arte concettuale Dematerializzanti→ 1968 articolo “The dematerialization of the art object” “ARCHIVIO È POTERE” in quanto manifestazione del potere MARCHEL DUCHAMP Questione del museo immaginario CARLO ALFANO→ pittore e scultore italiano. Gran parte della sua produzione è nell’ambito della ricerca concettuale ACCESSIBILITA’/INACCESSIBILITA’ → Natura “elitaria” di coloro che frequentano alcuni archivi Nel 1971 l’artista tedesco Hans Haacke per una mostra personale al museo Guggenheim di New York tra i lavori esposti voleva esporre il Shapolski et al., Manhattan Real Estate Holding, a Real-Time Social System, as of May 1, 1971 L’intero lavoro consisteva in 142 fotografie, 142 fotocopie che ne descrivevano la natura e 9 photostat (fotocopie) introduttive e delle mappe Consultando i dati del catasto di New York Hans raccoglie dati attraverso i quali emerge una forte speculazione di tipo finanziario su alcuni edifici in determinate zone di New York. Con dei dati accessibili a tutti metteva in mostra i movimenti speculativi e come gli edifici diventavano proprietà di poche società aumentando il loro valore economico Hans Haacke è uno dei maggiori esponenti della Critica istituzionale Il Guggenheim Museum blocca la mostra perché era particolarmente sconveniente. Vengono mostrati diversi spostamenti di proprietà degli edifici. È un lavoro che si inserisce pienamente nella corrente concettuale ma con risvolto politico e polemico particolarmente forte Per Hans il contesto politico e il contesto sociale sono materiale artistico Oltre all’accessibilità c’è anche l’uso che si fa dei dati DEFINIZIONE DI ARCHIVIO→ Tradizionalmente, l’insieme di documenti prodotti, ricevuti o comunque acquisiti da un soggetto produttore (ente, istituzione, famiglia, individuo) per fini pratici di auto documentazione. Per la sua individuazione sono indifferenti sia la tipologia del soggetto produttore (pubblico o privato, individuo o soggetto collettivo, semplice o complessa organizzazione) sia la tipologia dei documenti (relazioni, catasti, registri, fotografie, disegni ecc.) e dei relativi supporti (tavolette cerate, pergamene, carta, supporti informatici ecc.). Indica anche il luogo fisico dove sono collocati i documenti. Il bisogno di collezionare e preservare per tentare di attenuare la spinta antietica tra memoria e oblio, vecchio e nuovo, ordine e disordine, finito e infinito, e quindi... Nel dibattito contemporaneo l’archivio si lega in particolare: - Al problema della crisi di memoria (Sigmund Freud); - Del rapporto con il potere (Michel Foucault); 2 - Del bisogno ma anche dell’inaffidabilità di testimoni e testimonianze (Giorgio Agamben); - Di un’equa e ampia rilettura delle fonti che tenga conto dell’alterità (Gayatri Chakravoty Spivak); - Dei nuovi media e della deperibilità dei supporti che trasmettono i dati nel mondo digitale (Wolfgang Ernst, Boris Groys). Parallelamente, quando non addirittura in anticipo rispetto al pensiero teorico, questi e altri quesiti sono emersi nel lavoro degli artisti che hanno scelto l’archivio come soggetto di indagine e paradigma formale Nel 1962 l’artista Robert Morris realizza lo Schedario → fatto da schede cartacee ordinate alfabeticamente che riportano tutto ciò che concerne la produzione dello schedario È un’opera tautologica, racconta come è fatto, è autoanalitico Nel momento in cui smembriamo un dato e lo riorganizziamo in un altro ordine, quell’oggetto assume un altro significato Carlo Alfano (1932-1990)- Stanza per voci, 1968-69 Telaio di alluminio, c’è un astuccio all’interno del quale ci sono delle bobine contenenti ritratti e autoritratti sotto forma di parole, la cornice è l’unico elemento classico mantenuto Ci sono delle piccole fessure da cui escono i suoni Elenchi dei cognomi presi dall’elenco telefonico di Chicago Artista che ha un suo alter ego (come nell’Ulisse di Joyce) Tipo di struttura legato all’esposizione dell’archivio 04-10 Introduzione di un discorso che tiene conto delle novità tecniche che vengono introdotte insieme alle avanguardie storiche Il collage, il papier collè e il ready-made sono un esempio particolarmente efficace Giorgio De Marchis utilizza una domanda provocatoria per parlare delle avanguardie nel suo libro “Scusi ma è arte questa?” pubblicato nel 1991 È come se ci muovessimo attraverso queste frasi su una serie di luoghi comuni che molto spesso emergono quando parliamo di arte contemporanea Estratto di un saggio del 2003 pubblicato dalla storica dell’arte: “Un pubblico poco informato degli sviluppi della storia dell’arte novecentesca coglie una forte cesura tra l’arte antica e quella moderna, una cesura non facilmente spiegabile, che fa apparire i fenomeni figurativi contemporanei come proposte comprensibili solo ad un ristretto numero di iniziati e fatte da artisti sganciati da problemi reali del proprio tempo e dediti a divagazioni puramente intellettuali. Ma se si ricostruiscono, con rigoroso metodo storico, gli avvenimenti fondamentali dell’arte moderna, ci si rende conto degli stretti, inevitabili legami che collegano in una storia culturale unitaria arte e letteratura, arte e musica, arte e filosofia, arte e scienza e che rivelano continui rimandi tra produzione figurativa e vicende storiche contemporanee, anche laddove tali legami con la storia del proprio tempo non sono esplicitamente dichiarati dagli artisti o dalle loro opere” 5 Rischio è una delle parole che può aiutare sicuramente una temperatura elevatissima del lavoro di un artista di avanguardia È come se avanguardia e ‘900 si sovrapponessero Nelle loro diversità e intrecci sono movimenti che dovendo trovare un terreno comune, questo terreno lo possiamo individuare nella volontà di ripensare le categorie dell’immaginario e della creazione nonché ridefinire sia il senso che i modi della pratica artistica, il perché e il come si fa arte Questo termine è un termine che non è associabile solo al territorio artistico ma si può estendere ad altri campi, come cinema, teatro, letteratura, fotografia La scuola di arte e architettura Bauhaus nel 1919 e lungo tutta la sua storia che si sviluppa fino al 1933 rende possibile l’insegnamento e l’apprendimento di modi avanguardistici di pensare e progettare il presente e di conseguenza il futuro, attraverso workshop, una didattica innovativa, cioè unisce alla sperimentazione la possibilità di creare una didattica innovativa che tiene dentro le diverse arti in modo tale che questi contenuti d’avanguardia si strutturino e si leghino non soltanto a un ambito ristretto bensì alla produzione industriale Metodo di insegnamento all’ avanguardia Il critico italiano Renato Poggioli nel 1962 scrive questo volume che si chiama “Teoria dell’arte d’avanguardia” e avanguardia diventa sinonimo di gusto per la provocazione, profanazione, attivismo, anticonformismo, abbattimento dell’arte come una realtà consolidata data una volta per sempre Mettendo in discussione l’idea di arte data una volta per sempre c’è quel bisogno di fare tabula rasa, azzerare Più tradi, un critico tedesco, pubblica nel 1974 un altro volume importante nella riflessione di tipo teorica dell’avanguardia: dice che l’avanguardia ha un obiettivo fondamentale, affidandosi al potere della profanazione compie l’autocritica dell’alte al tempo della sua istituzionalizzazione Avanguardia è profanazione del già noto, scardinamento dei luoghi comuni, rottura, innovazione ma è anche autocritica dell’arte stessa nell’epoca della sua istituzionalizzazione Un’altra parola legata ad alcuni movimenti d’avanguardia è la parola UTOPIA La possibilità dell’arte di riscrivere il presente, di progettare il futuro su basi completamente diverse Questa unione di avanguardie di utopia passa attraverso uno step intermedio: la relazione diretta dell’arte con la vita Il binomio arte-vita è un binomio praticato dagli artisti d’avanguardia così come molti artisti d’avanguardia (come il Futurismo, o come ciò che Breton proclama all’interno del Manifesto surrealista del 1924: il surrealismo che aveva messo in tensione due mondi apparentemente distanti ma che potevano fondersi nella surrealtà, la realtà stessa e il sogno, faceva riferimento a una liberazione dell’individuo che doveva compiersi nella liberazione della società stessa e quindi nella messa in discussione del reale e degli aspetti sociali- Freud e Marx) Matisse (1869-1954)-Donna con cappello (esposta al Salon d'Automne del 1905, assieme a nove altre opere d'arte appartenenti al gruppo di espressionisti francesi definiti, a partire da questa esposizione, Fauves) 6 Tripudio di accoppiamenti di colore che mal furono digeriti da una platea non abituata a questi contrasti cromatici Si parlava di una pentola di colori gettata in faccia al pubblico Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938)- Marcella, 1909 e Femme au miroir, 1913- 1920 È la figura leader del movimento del ponte come una delle realtà più importanti dell’espressionismo tedesco La Germania è stata terra fondamentale per l’espressionismo Spigolosità del segno, non corrispondenza della figura femminile e della sua immagine riflessa nello specchio L’avanguardia essendo uno spazio dove gli artisti praticano il rischio- inteso in termini creativi (ci saranno dei rischi reali quando alcuni artisti annoverabili nelle file del movimento dada verranno ricercati dalle SS e saranno costretti ad andare altrove o ad esempio Carlo Levi, famiglia di origine ebrea, agli inizi degli anni 30 fa una forte attività politica, viene ricercato dai fascisti, viene mandato in Basilicata, ecc.) è strisciante in molti artisti, soprattutto nei tedeschi, un profondo senso di inquietudine, di irrisolutezza Autrice della prima monografia su Picasso, Gertrude Stein Nel 1938 quando scrive non ragiona solo del lavoro di Picasso ma in poche righe condensa quello che è stato il ‘900 Ragiona su Picasso e sui meccanismi di fratturazione e scomposizione dei piani, esaltando questo aspetto e legando il lavoro di Picasso a quella che è la natura stessa del ‘900 “Il ‘900 è questo, è un’epoca in cui tutto si spacca, tutto si distrugge, tutto si isola dal resto. È molto più splendido di un periodo dove tutto è più conseguente. I prodigi della natura sono più splendidi dei normali eventi naturali. Dunque il ‘900 è splendido” Perché tutto ciò che si spacca è più bello di tutto ciò che è conseguente? È una distinzione che sottende due concezioni diverse, del tempo e dello spazio La linearità consequenziale del tempo che in arte vuol dire figure scorciate dalle più grandi alle più piccole tutte riconducibili verso un unico punto di fuga: la PROSPETTIVA LINEARE Invece una realtà che frantumandosi, spaccandosi così come capiterà da questo momento in avanti (dalle Demoiselles d'Avignon, opera proto-cubista, in 7 avanti), in questa frantumazione, in questo fratturarsi di piani, nella distruzione della prospettiva lineare c’è un cambiamento di paradigma Questo cambiamento di paradigma presuppone il non affidarsi più alla consequenzialità lineare Quattro anni prima, un altro poeta, Paul Valery, ha formulato riflessioni profonde sulla crisi del proprio linguaggio, si è sottratto alla pubblicazione di ciò che scriveva per più di un decennio Ha preso delle posizioni politiche molto forti Dice “Le nostre arti belle sono state istituite boh e il loro uso sono stati fissati in un’epoca ben distinta dalla nostra e da boh è insignificante rispetto a quello di cui noi disponiamo e da uomini il cui potere d’azione sulle cose era insignificante rispetto a quello di cui noi disponiamo. Ma lo stupefacente aumento dei nostri mezzi e la loro utilità e la loro precisione, le idee e le abitudini che essi introducono garantiscono cambiamenti imminenti e molto profondi nel boh del bello. Tutte le arti…” Questo pezzo è citato nel saggio di un altro filosofo tedesco Walter Benjamin, nel libro “L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica”, parla di tecniche Le innovazioni tecniche sono indice di una trasformazione che inevitabilmente si riverbera nella produzione artistica Picasso-Demoiselles D’Avignon, 1906-1907 La storia stessa di questo dipinto e la sua storia espositiva del dipinto è molto interessante per capire come le stesse interpretazioni cambiano nei decenni Quest’opera è stata realizzata tra il 1906 e il 1907 La composizione di questo lavoro ha un’accelerazione nel 1907 ma la posizione stessa dell’artista nei confronti di questo soggetto come della sua resa pittorica È un’opera molto grande che viene dopo il periodo blu, il periodo rosa, Picasso la dipinge a 21 anni (capacità di assimilare velocemente tutto quello che vuol dire arte, di evolvere cronologicamente in un arco di tempo ristretto) Nel 1907 quando pensava di aver terminato questo lavoro che è il frutto di numerosi studi e disegni preparatori lo fa vedere ad altri colleghi artisti ma non viene apprezzato L’opera dal 1939 è al MOMA (aveva aperto 10 anni prima) Prima del 1937, prima che André Breton consiglia ad un couturier, Jacques Doucet, di acquistarlo per una cifra conveniente, l’opera era stata vista raramente Studio di Picasso → Atelier di Jacques Doucet → MOMA Un’opera capitale dell’inizio del ‘900 che testimonia il punto di arrivo della ricerca picassiana, della ricerca di un giovanissimo artista che è considerata una delle opere con cui si può cominciare la storia dell’arte del ‘900 per una serie di ragioni, una di queste è la distruzione di una prospettiva di tipo lineare che conduce tutto ad un unico punto di vista Questo spazio vuoto tra le cinque figure nella loro nuda crudezza, in particolare le due figure di destra, il cui volto è completamente rovesciato rispetto alla posizione del corpo, il cui volto è reso attraverso una rappresentazione che ha un richiamo diretto con le maschere africane Questo lavoro aveva avuto una scarsa fortuna espositiva, una conoscenza molto limitata 10 Subito dopo la realizzazione delle tipe, 1908, Picasso comincia a lavorare in maniera intensa con George Braque sul cubismo La parola "cubismo" fu usata per la prima volta in maniera derisoria da Henri Matisse, come testimonia il poeta Guillaume Apollinaire, nel 1908: Matisse era membro della giuria del Salone d'autunno, che aveva rifiutato cinque dei sette quadri inviati da Georges Braque Fu poi il critico d'arte Louis Vauxcelles a parlare di "pittura fatta a cubi" per commentare, a novembre del 1908, da una mostra retrospettiva di Cézanne del 1907, all’Estaque, presso Marsiglia, in questa occasione disse: "Braque maltratta le forme, riduce tutto, luoghi, figure, case, a schemi geometrici, a cubi" Questo ultimo termine non dispiacque a Braque e ai pittori della nuova scuola, tanto che da allora le opere di Pablo Picasso, Braque e altri pittori vennero denominate cubiste In che modo il sodalizio Braque-Picasso porta ad una prima fase di natura analitica a cui segue una fase sintetica che porterà all’utilizzo dei papier collè e del collage Braque (1882-1963)-Il Portoghese, 1911 e Picasso-Ritratto di Henri Kahnweiler , 1910 Abbiamo da un punto di vista procedurale un tipico esempio di arte cubista Le figure ritratte vengono scomposte in un’infinità di piani che si intersecano, che si dispiegano sulla superficie, generati da molteplici punti di vista (non c’è più la prospettiva lineare) Non c’è solo un’immagine frontale del volto di Kahnweiler Tutta questa scomposizione, questo scompaginamento dell’immagine stessa si frattura, si frantuma, si spacca e viene ricomposta con questo succedersi, con questa scomposizione di piani che sembra quasi continuare al di fuori dello spazio della tela stessa perché è come se fosse una realtà deflagrata, scomposta, che si amplia, che quasi viene penetrata dalla realtà circostante Il processo di scomposizione e ricomposizione (anche di natura mentale) intorno al 1911-12 è come se per gli artisti stesse raggiungendo un punto di non ritorno che può condurre ad un’astrazione Ma volendo Braque e Picasso mantenere un rapporto ancora stretto con la realtà fenomenica sebbene sottoposta a questa riformulazione cominciano a fare un passo completamente diverso Per Picasso vuol dire il cosiddetto collage, che è una tecnica mai usata in ambito artistico e Braque utilizza il papier collè Il collage è una tecnica che nel momento in cui viene annessa all’ordine artistico prevede l’utilizzo di frammenti di realtà inseriti all’interno della tela 11 Picasso-Natura morta con sedia impagliata, 1912 La prima opera in assoluto più importante È un piccolo collage, c’è una parte dipinta sottoposta a questo processo di scomposizione realizzata pittoricamente seguendo i principi stessi della tramutazione cubista e della sua composizione anche attraverso a queste lettere che fanno riferimento a jeux, journal, gioco Picasso eleva al quadrato la sua finzione, noi immaginiamo che la sedia impagliata ci sia davvero È come se noi dovessimo vedere sul piano di una sedia una natura morta, con il bicchiere, la frutta e un pezzo di giornale Ma Picasso sostituisce alla paglia di Vienna una tela cerata e intorno a questo ovale su cui incolla una corda N.B. Picasso non inventa il collage Quasi tutti gli esponenti d’avanguardia hanno utilizzato il collage Angela Vettese si chiede “Perché il collage ha avuto tanta fortuna?” e si chiede soprattutto “Come mai una pratica che si può dire da sempre a disposizione degli artisti ha assunto tanta importanza proprio in quel periodo? Si può spiegare il fenomeno ricordando che il modello rinascimentale del quadro finestra, dominato da un’armonia interna che metteva in evidenzia un rapporto simbiotico tra uomo, natura e architettura dovette essere rimpiazzato da tecniche che riflettevano una visione del mondo decisamente inquieta. Occorreva catturare ed esprimere il rumore, la velocità, la parcellizzazione del tempo in unità sempre più piccole e veloci. L’elemento primario del collage è «sempre o quasi un frammento» e se è un oggetto intero come una scatola di fiammiferi o un pacchetto di sigarette è evidente che si tratta di un oggetto tolto, strappato al suo mondo. Il suo carattere di frammento è essenziale al collage, che mi permette di intervenire sulle pretese di integralità di ogni rappresentazione” Il collage frantuma la rappresentazione e viene messa in discussione l’integralità della rappresentazione 12 09-10 La pratica del papier collè e del collage non sono pratiche riconducibili al solo albero cubista Quello che accadrà anche nelle altre avanguardie è sperimentare la possibilità di modificare lo statuto dell’opera mettendo dei collage Questa è un’evidenza particolarmente chiara di quanto anche nell’ambito dell’avanguardia futurista nata grazie alla pubblicazione del Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti il collage venga utilizzato Carlo Carrà (1881-1966)-Manifestazione interventista, 1914 Lavoro nel quale la tecnica collagistica che in questo caso prevede prevalentemente l’utilizzo di frammenti di carta di quotidiani ritagliati su cui l’artista interviene pittoricamente sono strettamente legati alla partecipazione di Carlo Carrà alle questioni politiche In quest’opera si vede come l’intenzionalità belligerante di Carlo Carrà che alle sue origini nel Manifesto del 1909 (esaltazione dello schiaffo e del pugno, la guerra come sola igiene del mondo) Come una frammentazione dei piani attraverso il montaggio dei frammenti di giornale secondo una ricostruzione circolare dal quale dipartono questi raggi, quasi un’ellissi che mostra questa sua forza con la presenza della bandiera italiana, slogan di tipo politico, riproposizione di suoni onomatopeici Sintesi del 1913 dei manifesti che sono stati già pubblicati dal 1909 al 1913 non soltanto da Filippo Tommaso Marinetti ma bensì da una serie di artisti che il critico, poeta, letterato Marinetti coinvolge nella storia di questo movimento La risonanza maggiore di questo manifesto avvenne solo quando venne pubblicato su Le Figaro, un quotidiano che si premurò di sottolineare che la responsabilità di questo contenuto così forte, così intenso, era ad ascriversi strettamente all’autore Il messaggio era talmente forte all’interno del manifesto futurista che Le Figaro prese le distanze da possibili ripercussioni I contenuti furono talmente importanti, dirompenti da creare una frattura su un piano letterario Su un piano artistico fu soltanto quando nel 1912 i futuristi (Marinetti, Russolo, Carrà, Boccioni, Severini) andarono a Parigi in occasione della mostra che si svolse alla galleria Bernheim-Jeune Ciò che stava accadendo a Parigi era già pervenuto in Italia grazie a Gino Severini che da Milano si era trasferito a Parigi e divenne il tramite della conoscenza, della novità, ma soprattutto della grammatica cubista Intorno al 1912 quei principi di dinamismo, di velocità che sono tipici dell’avanguardia futurista si strutturano intorno a una nuova grammatica compositiva che è quella della frammentazione dei piani e della loro nuova riformulazione appresa grazie ai lavori di Braque e Picasso 15 Il segno + è legato al linguaggio futurista che vedeva in quel segno una velocizzazione della comunicazione stessa Scultura polimaterica, assemblata con materiali diversi, è stata restaurata più volte Molte opere sono andate perse o si sono distrutte È una delle poche sculture realizzate attraverso questi materiali diversi ad essere sopravvissuta Boccioni aveva cominciato a riflettere sulla questione della necessità di trasformare la scultura intorno al 1911-12 tanto che nel 1912 è l’autore del Manifesto tecnico della scultura futurista, un manifesto che proclamava un rinnovamento dei modi e delle ragioni del fare scultoreo all’insegna del trascendentalismo fisico, basato su forme legate a un “infinito plastico apparente” e un “infinito plastico interiore”, cioè sull’estensione delle forme nell’ambiente circostante proprio come un prolungamento della loro struttura nell’ambiente scultoreo in cui vive il soggetto Ma Boccioni, in questo manifesto, affermò la necessità di “distruggere la nobiltà tutta letteraria e tradizionale del marmo e del bronzo. Negare l’esclusività di una materia per la intera costruzione d’un insieme scultorio. Affermare che anche venti materie diverse possono concorrere in una sola opera allo scopo dell’emozione plastica” Tra questi infiniti materiali ci mette il vetro, il legno, il cartone, il ferro, il cuoio, la stoffa, gli specchi, la luce elettrica, ecc. In questo lavoro si vede che ci sono degli inserti pittorici all’interno, il colore viene utilizzato direttamente sul legno, ma questo è metallo che ha anche delle parti in plastica La figura del cavallo è come se fosse una figura letteralmente scomposta all’interno della quale fluisce lo spazio Quello che interessa Boccioni non è il cavallo in sé e basta, ma è il dinamismo, la sua mobilità Il cavallo sta superando la forza d’attrito che lo spinge nello spazio stesso Contemporaneamente a quel lavoro collagistico (vedi Picasso), un artista italiano arriva ancora a proporre cose nuove Boccioni dice: “affermare che anche 20 materie diverse possono concorrere in una sola opera allo scopo dell'emo- zione plastica. Ne enumeriamo alcune : vetro, legno, cartone, ferro, cemento, crine, cuoio, stoffa, specchi, luce elettrica, ecc.” Contemporaneamente anche in ambito italiano si ragiona su una scultura che è data dall’assemblaggio di diversi materiali, un collage tridimensionale Forme uniche della continuità nello spazio, 1913 Un’altra delle estensioni della poetica futurista non può non riguardare anche le sperimentazioni su un medium recentissimo come quello della fotografia Le prime sperimentazioni di ambito fotografico datano 1839 Già agli inizi del secolo scorso aveva visto 16 Étienne Jules Marey, fotografie fatte per scopi di tipo scientifico, con il suo salto alla pertica, un obiettivo aperto e chiuso in maniera cadenzata in modo che su un’unica lastra fotografica fosse possibile registrare il salto con l’asta di questo atleta, 1890-91 Giacomo Balla, il più influenzato dalle ricerche di tipo fotografico del 1913 che traduce pittoricamente i percorsi di movimento e le sequenze dinamiche A Roma, dove Giacomo si trovava, c’erano i fratelli Bragaglia che erano stati degli sperimentatori nell’ambito della cronofotografia F.lli Bragaglia-Giovane che si dondola, 1912 Fotografia che registra il movimento del volto da un lato all’altro Si tratta di un’unica lastra fotografica su cui il volto che dondola non riesce a essere impresso univocamente come un ritratto frontale ma ne registra lo spostamento La fotografia presuppone una sua riproducibilità ma quando nasce è in qualche modo usata come una subordinata alla pittura stessa Quando agli inizi del ‘900 vediamo questo tipo di sperimentazione in ambito fotografico che gli artisti traducono in pittura cominciamo a vedere come la fotografia non sia subordinata o funzionaria alla pittura Con questo tipo di fotografie e l’effetto che hanno sulla ricerca pittorica vediamo che si comincia ad innescare una specie ribaltamento tra la relazione pittura-fotografia Non è una fotografia funzionale a dipingere in maniera precisa il reale ma è una fotografia che determina una trasformazione della pittura stessa Ritratto poli fisiognomico di Boccioni, 1913 È il volto frontale e di lato in questo movimento di collo Visione del volto da molteplici punti di vista La tecnica fotografica subisce un avanzamento proprio negli stessi anni in cui la pittura sta ridisegnando la sua grammatica e la sua impostazione, sta mettendo in discussione soprattutto la necessità di rappresentare la realtà così com’è Giacomo Balla-Dinamismo di un cane al guinzaglio,1912 I dipinti ci danno proprio l’effetto dell’applicazione della cronofotografia 17 È la pittura a registrare l’avanzamento di tipo fotografico così come la fotografia ottocentesca aveva scelto come soggetti paesaggi, ritratti, ecc. Le mani del violinista, 1912 La scomposizione di natura cubista insieme ad una tensione verso la rappresentazione di un corpo al movimento saranno alle basi di questo dipinto del 1912 realizzato da Marcel Duchamp, fratello di altri pittori, veniva da una famiglia particolarmente edotta dal punto di vista tecnico Il quadro viene rifiutato a Parigi e viene esposto all’Armory Show di New York del 1913 Marcel Duchamp-Nudo che scende le scale, 1912 Si vede la capacità di Duchamp di condensare, di mettere a frutto quelle che sono l’attenzione alla scomposizione e la frammentazione dei corpi Si vede un’irriverenza nei confronti di un soggetto come il nudo che di solito è stato sempre un nudo adagiato, fermo, che non si muove nello spazio ma quello che emerge è anche una natura macchinica del corpo stesso, come se avesse una parte robotica, come se fosse qualche cosa che prescinde il solo aspetto umano Nel 1913 Guillaume Apollinaire pubblica un testo molto importante legato ad una prima sistemazione di tipo storico-critico delle ricerche cubiste che si intitola “Les Peintres cubistes, Méditations esthétiques” in cui dedica uno spazio ai papier collè e al collage di Picasso ed è abbastanza facile ipotizzare che Duchamp non poteva ignorare l’esistenza di questo testo quando realizza il suo primo ready made Ruota di bicicletta, 1913 Questa ruota, posizionata al centro di uno sgabello da cucina, inizialmente non era stata destinata da Duchamp all’esposizione, anzi con quella ironia che ha caratterizzato la sua intera storia intellettuale, aveva definito questo ready made un passatempo Nel 1914 nel suo atelier l’artista compra al bazar dell’ Hotel de Ville questo scolabottiglie su cui scrive una breve frase inaugurando un’altra categoria, quella di collage del testo su oggetto E quando sta per partire per gli Stati Uniti dove la sua arte avrà una straordinaria evoluzione nonché un riconoscimento molto più ampio, l’America ha appena dichiarato la sua partecipazione al primo conflitto mondiale Anticipo per il braccio rotto, 1915 È una pala da neve, c’è molta ironia da parte di Duchamp 20 Duchamp dice ancora: «C'è un punto che voglio stabilire molto chiaramente: la scelta di questi ready made non fu mai dettata da un qualche diletto estetico. La scelta era fondata su una reazione di indifferenza visiva, unita al tempo stesso a un'assenza totale di buono o cattivo gusto… di fatto un'anestesia totale» Il ready made punta sull’efficacia dell’intenzionalità È come se Duchamp avesse posto degli interrogativi che sono ancora oggi al centro del dibattito Duchamp comincia a realizzare questi ready made ben prima che si possa parlare di una nascita vera e propria di Dada La riproduzione fotografica consente di fare uno dei cosiddetti ready made rettificati C’è una definizione di Giulio Carlo Argan, storico dell’arte, che dice che se la Ruota di bicicletta è la pars costruens del ready made la Gioconda con i baffi- L.H.O.O.Q.,è la pars destruens, la parte distruttiva Una riproduzione fotografica della Gioconda a cui Duchamp ha posto pizzetto e baffi, e cui ha posto quelle cinque lettere puntate, secondo molti alludono alla frase francese “ella ha caldo al culo”, acronimo con cui in maniera divertente Duchamp spiega il sorriso su cui si sono interrogate generazioni di storici dell’arte o se lo leggiamo come look individuano l’imperativo del verbo guardare in inglese Anche in quest’altro lavoro così come era stato per Fontana, Duchamp si fa aiutare dalla fotografia, cosa che accade anche per una fotografia realizzata da Man Rey in questa Tonsura, la trasformazione a cui l’artista si sottopone è altrettanto interessante Duchamp presenta sé stesso quando realizza la cosiddetta Scatola in valigia, 1941 Cristina Baldacci cita sia la Scatola in valigia che il Merzbau di Schwitters come una sorta di piccoli musei portatili Questa piccola scatola in valigia che se chiusa sarebbe una specie di valigetta abbiamo delle riproduzioni delle opere dell’artista Sono quasi gli stessi anni in cui André Malraux teorizza il suo museo immaginario: è un museo non fatto da reperti, oggetti, dipinti nella loro materialità bensì dalle loro riproduzioni La cosa interessante è che ben prima che André Malraux conierà questa definizione Duchamp si è già costruito il suo museo portatile Anche in questo caso c’entra la questione della merce, una merce che nei primi due anni del ‘900 comincia ad invadere in maniera molto più massiccia la vita quotidiana 21 Duchamp realizza il suo primo ready made nel 1913, lo realizza ben prima che a Zurigo si riuniscano numerosi artisti, anche poeti, scrittori, ballerini, coreografi, musicisti e partecipino alle attività promosse innanzitutto da Hugo Ball e dalla sua compagna Emmy Hennings in un luogo che diventerà leggendario, che si chiama Cabaret Voltaire Quando parliamo dell’avanguardia Dada parliamo di un fenomeno diversificato che interessa diverse città non soltanto europee, non soltanto Zurigo, non soltanto Colonia, Hannover e Berlino, non soltanto Parigi ma grazie alla spola che Duchamp comincerà a fare tra Parigi e New York anche gli Stati Uniti d’America In quei cinque anni Duchamp ha smesso di fare un’arte retinica, un’arte che riguarda soltanto l’aspetto visivo e abbia cominciato a realizzare opere sulla base di una cosiddetta indifferenza visiva Zurigo è città svizzera, paese neutrale durante le vicende della prima guerra mondiale, arrivano a Zurigo numerosi artisti, poeti, ecc. che scappano dal conflitto, non sono come i futuristi italiani che decideranno di prendere parte al conflitto (Il conflitto si porterà Umberto Boccioni e Antonio Sant’Elia, 1916) Perché il Cabaret Voltaire si chiama così? Voltaire era stato l’autore del pamphlet “Candido o l’ottimismo” nel quale metteva in discussione l’ottimismo di Leibniz che ha sostenuto che il nostro è il migliore dei mondi possibili Voltaire non sposava delle tesi di tipo pessimistico, ma si interrogava su questo ottimismo Intitolare a Voltaire il cabaret era un richiamo alla messa in questione di quell’ottimismo che non poteva essere sostenuto a cuor leggero Non si può ignorare la questione terminologica, “dada”: non ha una sua spiegazione logica, perché è esattamente il nome di una illogicità Se la logica ha condotto l’Europa- e non solo- a farsi la guerra come è possibile per gli artisti che stanno scappando dalla guerra fare riferimento alla razionalità, alla logica, o alle loro manifestazioni di linguaggio, la concezione della storia Che dada non significhi nulla e che ci sia una predisposizione verso l’illogicità così come verso il caso, ovvero dada può essere spiegato come la ripetizione dell’affermazione “da, da”, di una delle lingue che venivano parlare all’interno del cabaret oppure può essere un’allusione al cavalluccio a dondolo di tipo francese, un’affermazione che accoglie tutto, un sì che si accoglie come possibilità infinita dell’arte o un aspetto ludico come il cavalluccio o un altro aspetto, la mancanza di significato, è proprio nell’illogicità che si trova un senso Dada è stato tante cose insieme e una delle cose che ha proclamato Dada a Zurigo è stata quel superamento dei confini linguistici Nel Cabaret Voltaire erano esposti lavori che molto spesso utilizzavano l’assemblaggio o il collage ma si faceva musica, si leggevano poesie onomatopeiche, si declamavano versi privi di senso, si recitava 22 In questo scardinamento dei confini linguistici è stato un ambito fondamentale e straordinario Kurt Schwitters (1887-1948) Uno degli esponenti di Dada ad Hannover Tra gli esponenti di Dada in Germania è una figura isolata, ed è particolarmente noto per il suo Merzbau (costruzione merz), Colonna Merz→ fatta attraverso un assemblaggio caotico, vengono isolate delle sillabe È realizzata attraverso la giustapposizione illogica di diversi elementi che hanno in cima questo volto Se vediamo la ricostruzione del merzbau realizzato dal 1923 al 1943 quel caos e quella giustapposizione non ci sono Questa colonna, così come il Merzbau originario, era stato realizzato da Schwitters all’interno del suo atelier, che in molti hanno definito uno dei primi environment, un atelier che viene trasformato in un’opera di natura ambientale grazie all’accumulo di cicche di sigaretta spente, biglietti del tram, ciocche di capelli, carta, elementi recuperati che alludono alle persone che frequentavano l’atelier e alla vita dell’artista Avrebbe detto lo scrittore James Joyce che mette a punto proprio negli stesi anni dal punto di vista letterario questo concetto, il Merzbau era un work in progress, è un lavoro che si dà nel suo accrescimento, nella sua trasformazione, nella sua evoluzione, nel suo accumulo, e nel montaggio e nell’assemblaggio di tutti questi pezzi Furono i tedeschi a bombardare lo studio di Schwitters che intanto aveva dovuto lavorare a una sua fuga Il merzbau era cresciuto talmente tanto che aveva sfondato il soffitto Quando è stato ricostruito ha avuto una sorta di formalizzazione Baldacci fa riferimento al merzbau quando parla di quegli artisti contagiati da questa smania di collezionare e archiviare Di fatto tutto quello Schwitters aveva assemblato nel merzbau derivava proprio da questo ma derivava anche da un’attenzione, un recupero degli elementi che non avevano nulla di direttamente artistico ma che diventavano tali attraverso quella scelta Nel 1920 a Berlino viene organizzata la Dada-Messe, la fiera internazionale Non si tratta solo di una mostra, ci sono dipinti appesi alle pareti, sculture sui generis, scultura con faccia di maiale (L’angelo prussiano) A Berlino Dada, rispetto all’ambiente anarchico che vige a Zurigo, assume delle connotazioni politiche molto più schierate Nell’ultima edizione della rassegna “Documenta” un artista contemporaneo palestinese che ha citato in un lavoro del 2021 quella scultura cambiandogli uniforme mettendo quella dell’esercito israeliano è stata censurata In occasione della mostra del 1920 ci sono diversi lavori Hannah Höch (1889-1978)-Taglio col coltello da cucina, 1919 25 La questione dell’allargamento alla realtà russa che nel ’17 comincerà ad essere quella sovietica è particolarmente rilevante Ci sono diverse avanguardie sovietiche, ebbero più di un tempo e più di una direzione I rapporti che anche lo stesso Marinetti ebbe con molte realtà russe furono stretti e interessanti, tant’è che intorno ai primissimi anni del secondo decennio si parla anche di una sorta di Cubo-futurismo legato a quelle esperienze Kasimir Malevich rappresenta intorno agli anni in cui realizza Quadrato nero su sfondo bianco, 1915 e Quadrato bianco su sfondo bianco , 1918, l’estrema radicalizzazione dell’avanguardia e dell’astrazione Uno storico dell’arte francese ne ha parlato come un’apologeta della frattura, cioè se Kandinskij arriva all’astrazione attraverso l‘esaltazione del colore, quindi ci arriva “delicatamente” e che Mondrian ci arriva attraverso una ricerca particolarmente attenta sulla scomposizione cubista, la rottura operata da Malevich è molto radicale tanto che le superfici pittoriche vengono azzerate e occupate da figure geometriche che rappresentano il grado zero della pittura Quadrato nero su sfondo bianco è l’opera chiave della sala destinata a Kasimir Malevich per la mostra “0.10” che si svolge a San Pietroburgo e viene posta in una posizione che ne fa quasi un’icona laica che determina una frattura importantissima nelle avanguardie Presente a questa mostra è un altro artista russo che a Parigi aveva frequentato lo studio di Picasso, Vladimir Tatlin (1885-1953) Sulla scorta del lavoro picassiano legato soprattutto alla questione della scomposizione nonché dell’utilizzo di media diversi ed eterogenei realizza i cosiddetti Controrilievi ad angolo, 1915 È un lavoro che al di là dell’assemblaggio è un lavoro aggettante, un lavoro che presuppone la parete ma che supera la bidimensionalità della tela, realizzato in ferro, alluminio, altri materiali Le dimensioni sono sconosciute perché è andato perduto A Tatlin non interessa dei materiali la capacità di fingere di essere qualcosa, (vedi la cera intagliata del collage di Picasso), non gli interessano proprio le potenzialità del materiale stesso, la tenuta del materiale, le potenzialità formali Anche in questo caso Controrilievo ad angolo del 1914-15, vediamo la corda, il ferro, il legno Tatlin sottopone i materiali stessi ad una scomposizione e a un uso particolarmente ardito 26 Evidentemente circola tra gli artisti, in questo caso tra quelli che fanno parte delle avanguardie sovietiche, un bisogno di superamento della bidimensionalità che si esplicitano in questo modo Questa è una ricostruzione che risale al 1965 del Proun di El Lissitzky Proun sta per “Progetto per la fondazione di nuove forme artistiche” in russo El Lissitzky aveva cominciato a dipingere già dei quadri astratti e a realizzare degli assemblaggi Nel 1923 realizza un lavoro, che è un lavoro di natura ambientale da percorrere, che viene realizzato per l’esposizione “The Great Art Exhibition” a Berlino Sono queste le nuove forme artistiche che corrono lungo tutta la parete, adattandosi al perimetro dello spazio, creando un’opera di natura ambientale nella quale lo spettatore può muoversi cambiando punto di vista ma rimanendo all’interno di questo lavoro El Lissitzky viene ricondotto ad un’evoluzione di natura astratta Qualche anno dopo, prima gli viene commissionata la realizzazione di un altro spazio per un’ esposizione che si tiene a Dresda, e poi dal conservatore del museo di Hannover, Alexander Dorner, El Lissitzky viene incaricato di realizzare uno spazio all’incirca di 20m² posto alla fine del percorso espositivo del museo dedicato alle opere astratte El Lissitzky realizza l’Abstract Cabinet,1927 La cosa interessante è che queste pareti sono fatte da pannelli scorrevoli Ci sono queste pareti zigrinate che facilitano il movimento delle opere stesse e lo spettatore poteva muovere le opere intervenendo nella determinazione dell’allestimento Danno all’osservatore questa prerogativa, non usuale, di trasformare gli allestimenti 27 Di fatto, sebbene possa sembrare arduo come paragone, il Merzbau di Schwitters e lo spazio degli astrattisti in questo percorso museale sono considerati le prime installazioni ante litteram del ‘900 Le “installation art” (molto diverse dalle “installation of art”) hanno una dimensione ambientale, consentono allo spettatore di muoversi all’interno di uno spazio che, come nel caso di El Lissitzky può essere addirittura trasformato dall’intervento dello spettatore stesso Si insinua nella relazione tra spettatore e opera la possibilità che lo spettatore diventi una sorta di co-autore dell’opera (guidato dalle prerogative che l’artista stesso mette a disposizione) Normalmente quando si parla di installazioni si trovano dei lavori giudicati antesignani nel Merzbau di Schwitters, nel Proun di El Lissitzky, nell’esposizione internazionale del surrealismo del 1938 aperta dal Rainy taxi di Dalì Lavori strettamente legati ai destini dell’avanguardia fondamentali in questi decenni che preludono ad un coinvolgimento di gran lunga superiore dello spazio e dello spettatore che sarà una prerogativa degli anni ’60 Giorgio de Chirico (1888-1978) Artista italiano nato in Grecia alla fine dell’800 È giovanissimo quando realizza una delle sue opere più famose, il cosiddetto Ritratto premonitore di Guillaume Apollinaire, 1914, figura centrale nelle sorti di Parigi, intesa come città crogiolo di diverse tendenze artistiche, dove tutte le tendenze sembrino avere casa e ospitalità La messa in discussione della rappresentazione fatta da Giorgio De Chirico ha una declinazione diversa cioè De Chirico non scompone, non frantuma i piani come fanno i cubisti MA dall’interno corrode la pittura attraverso una organizzazione prospettica che viene messa in crisi Non riusciamo a trovare un punto di fuga Collezione personale dell’artista che mette insieme cose disparate, come questo busto di Orfeo con gli occhiali da sole, il calco di una conchiglia, in alto il profilo di Apollinaire (non è in primo piano) con fori, una sorta di segno di gesso Premonitore perché nei punti indicati da De Chirico Apollinaire fu colpito durante la sua partecipazione al primo conflitto mondiale Accanto in una particolarissima intelaiatura spaziale c’è anche un arco che allude ad un volume architettonico molto più grande della proporzione di una formina della sabbia Giorgio De Chirico mette in discussione la rappresentazione non stravolgendola alla maniera dei cubisti, dei futuristi ma corrodendola dall’interno perché la presentazione congiunta di elementi disparati riconducibili a tempi diversi, ordini di grandezza diversi, sono una messa in discussione della storia e del racconto nella loro continuità lineare De Chirico mette in discussione la linearità, la consequenzialità, cadenzata e organizzata È un’opera di collezione privata famosissima perché rappresenta una delle vette assolute raggiunte da Giorgio De Chirico nel cosiddetto periodo ferrarese, ovvero durante la Prima Guerra mondiale, quando, dalla Grecia era transitato velocemente per Firenze, poi da Monaco va a Parigi e poi torna chiamato per partecipare alla guerra, e a Ferrara lo compra Carlo Carrà e poi Filippo de Pisis Nel 1917 De Chirico inaugura la cosiddetta stagione metafisica, una stagione di cui è sicuramente uno dei principali esponenti insieme a Carlo Carrà 30 è stato anche il sovvertimento del linguaggio, inteso come prodotto di uno stato di realtà e di cose che vuole essere messo in discussione Una delle cose fatta all’interno di Dada è stato questo uso degli oggetti (readymade di Duchamp) ma anche in ambito surrealista assistiamo ad una preponderante presenza di oggetti, i cosiddetti objets trouvés che derivano dal readymade duchampiano ma hanno altre connotazioni perché portano con sé l’indifferenza visiva Man Ray (1890-1976)- Cadeau, 1921 Ferro da stiro su cui l’artista inserisce chiodi sulla piastra in modo che l’oggetto viene privato della sua funzione e c’è anche un’allusione alla sfera erotica e sessuale→ presuppone dei vestiti strappati C’è sempre l’allusione alla sfera sessuale, d’altronde è inevitabile all’interno di un movimento che si pone la slatentizzazione dei traumi o dei desideri nascosti che la dimensione erotica sia centrale Un’altra delle ragioni strettamente artistiche sono legate a quella massiccia presenza di oggetti della vita quotidiana a cui viene dato un nuovo senso→ defunzionalizzazione all’ennesima potenza Duchamp-Porta, Rue Larry, 1927 Apre e chiude contemporaneamente uno spazio È una porta che serve e non serve Sublime ironia da parte di Duchamp Nel 1936 si tiene una mostra alla galleria Ratton, “Exposition Surréaliste D’objectif” La produzione di oggetti fu molto intensa soprattutto a partire dal 1930 ma raggiunse il suo culmine tra il 1936 e il 1938 Si parte dall’esperienza dei readymade Mentre il readymade è un oggetto distorto dalle sue funzioni si aggiungono agli oggetti surrealisti altre funzioni “Esposizione surrealista di oggetti matematici, naturali, trovati e interpretati, mobili, irrazionali oggetti d’America e d’oceano” C’è lo Scolabottiglie, la Chitarra assemblata di Picasso, la Venere a cassetti di Dalì 31 Si tratta di materiale disparato a tal punto che alcuni oggetti rappresentati appartengono a mondi diversi C’è un insieme disparato di oggetti (molti dei quali di chiara marca surrealista) Ci sono reperti etnografici così come ci sono reperti assimilati all’interno dei lavori Come se aprissero la lettura verso mondi lontani da quello europeo Gli artisti surrealisti si appropriano all’interno delle loro creazioni e nelle esposizioni di questo potere che riconoscono ai reperti etnografici, che alludono a qualcosa che ancora spaventa, l’altro, il diverso, il lontano È come se questi elementi fossero in grado di portare altre realtà magiche, poetiche, e sconosciute Maschere, feticci, le opere, tutto presentato all’interno degli stessi spazi uno accanto all’altro Oggetti privi di quella classificazione scientifica ma scelti per la loro capacità di suggerire, alludere all’ignoto, portare l’altro e il diverso all’interno dell’esposizione Alberto Giacometti (1901-1966)-La Boule Sospendue, 1930 (la sfera sospesa), gabbia di ferro da cui parte un filo sospeso attaccato a una sfera di gesso che ha una scanalatura che lambisce una mezzaluna La lettura fatta da Rosalind Krauss, critica americana, dice “In questa opera due forme racchiuse in una gabbia, un cuneo reclinato e una palla con una fessura, appesa ad un montante posto in cima alla gabbia, sembrano toccarsi, nel senso che la palla pare oscillare carezzevolmente sulla forma a mezzaluna sotto di lei. Questo contatto ha l’aria manifestamente sessuale perché le forme somigliano molto a genitali, ma la profonda ambiguità che cala su di essi rende l’identificazione di genere oggetto di costante indecisione. Il cuneo, che sembra una vulva può essere interpretato anche come sesso maschile. La palla, considerata maschile dal suo ruolo attivo, appare femminile per via della fessura, e il continuo incrociarsi di questo gioco di identificazioni che a sua volta indica l’oscillazione del pendolo della struttura che finisce per produrre quell’atto di declassificazione che Georges Bataille aveva indicato come funzione dell’informe È esattamente in questa ambiguità la forza di questo lavoro André Breton -leader dei surrealisti- si innamorò di questo lavoro che aveva un che di primitivo Nel 1938, a Parigi, in un momento delicatissimo della storia europea (l’anno prima Picasso presenta Guernica perché c’è l’esposizione internazionale a Parigi dove si fronteggiano il padiglione tedesco e quello sovietico) Parigi di lì a poco sarebbe stata coinvolta direttamente nel secondo conflitto mondiale 32 Questo gruppo di artisti provenienti da diversi paesi→ in un momento di irrigidimento nazionalista che vede l’esaltazione dell’identità nazionale I surrealisti organizzano la mostra internazionale “Exposition Internationale du Surrealisme” Tra gli organizzatori ci sono André Breton e Paul Éluard, dietro le quinte ritroviamo Marcel Duchamp, consiglieri speciali Dalì e Max Ernst, maestro delle luci Man Ray (Quando normalmente vengono elencate le operazioni considerate come precorritrici di una tendenza installativa si fa riferimento al Merzbau di Schwitters, al Proun di El Lissitzky, all’ Abstract Cabinet e alla mostra sul surrealismo del 1938) La mostra prevedeva delle particolari condizioni che la rendevano non solo per gli occhi ma anche per gli altri sensi Si veniva accolti dal Rainy Taxi di Dalì→ sembra lasciato lì da così tanto tempo che la natura se l’è ripreso Lumache visibili sul volto dei passeggeri, c’è la polvere Taxi sottoposto alla pioggia artificiale durante tutto il tempo dell’esposizione Ai visitatori veniva fornita una torcia per percorrere una strada occupata dalle più belle strade di Parigi dove c’erano dei manichini reinterpretati dagli artisti invitati  Manichino di Dalì: corpo magnetico, cucchiaini che si attaccano alla pelle, testa quasi di uccello  Manichino di André Masson: testa nella gabbia, pube sostituito da una cartucciera con dei veri proiettili Questo percorso veniva fatto al buio; il pavimento era sommesso per la presenza del terriccio, quasi ad alludere una dimensione naturale e non museale La mostra culminava nella sala allestita da Duchamp Entrati in questa sala centrale saremmo stati impauriti dall’incombere di sacchi di carbone attaccati al soffitto C’è una stufa centrale che accesa emana calore e fiamme su cui durante l’esposizione è stata posizionata una macchina per il caffè e sprigionava l’odore del caffè In occasione dell’apertura della mostra vengono organizzati anche dei balletti estemporanei Tutto questo rimanda alla polisensorialità che questa mostra emanava Questa esposizione nella sua articolazione, viene considerata una installazione ante litteram Duane Michals (1932)-Things are queer, 1973 Fotografo americano Non ci sarebbe un lavoro del genere senza i surrealisti e Magritte È una mise en abyme di materia surrealista La fotografia non restituisce la realtà, ma la mette in discussione Interno perfettamente chiaro di un bagno, c’è un problema in più perché c’è una differenza di scala tra il bagno e la gamba pelosa di un uomo Il fotografo ci fa capire che l’uomo è dentro un bagno in miniatura con altri elementi dentro un negozio di esposizione C’è un ulteriore scarto→era l’immagine che qualcuno sta vedendo all’interno di una pubblicazione 35 Naples, 1942 Città suggerita attraverso le scale, i vicoli Piccoli elementi di tela strappata fingono di essere bucato steso Toward the Blue Peninsula, 1953 Realizzato per Emily Dickinson Vedendo i lavori di Robert Rauschenberg (artista neo-Dada) ci si rende conto di quanto il lavoro di Joseph Cornell sia stato osservato, guardato e preso in considerazione Pinturicchio Boy, 1942-52 Le riproduzioni fotografiche di un artista dell’Umanesimo fiorentino come Pinturicchio sono la testimonianza di quell’accostamento tra fotografie che sono riproduzioni di capolavori importanti e altri elementi Habitat Group for a Shooting Gallery, 1943 Qui viene fuori tutta la sua passione per l’ornitologia attraverso questi assemblage di immagini di pappagalli estratte da libri di ornitologia insieme ad altri elementi Mona Lisa, 1940-42 La riproduzione fotografiche di capolavori artistici era parecchio osservata dagli artisti in questo periodo Va immaginata come una scatola che si chiude che porta all’interno il sorriso enigmatico della Monna Lisa e il particolare delle mani Nina Leen (1914-1995) 36 Rivista americana Life, importante per la diffusione delle notizie in ambito americano Su questa rivista viene pubblicata una fotografia che ritraeva coloro che per una ragione specifica erano stati definiti Gli Irascibili: si trattava di un gruppo di artisti, al centro c’è Pollock, che esordiscono negli anni ’40, sono per lo più americani o si sono trasferiti a New York in fuga dall’Europa (Willem de Kooning, Mark Rothko) Cominciano a lavorare in un momento delicatissimo della storia mondiale, molti di essi sono direttamente e indirettamente coinvolti dalle questioni che riguardano la WW2 Vengono definiti “irascibili” perché in occasione di un’inchiesta che viene redatta per definire gli sviluppi dell’arte americana nonché legata ad alcune esposizioni organizzate dal Metropolitan Museum di New York sulla scena artistica americana vengono completamente esclusi e inviano una lettera dai toni poco carini per chiedere spiegazioni. Da qui il nome Un’altra definizione poco appropriata è quella della Scuola di New York, anche se molti di essi non si riconoscevano in questa definizione e non ambivano a diventare un vero e proprio gruppo Sono i principali protagonisti di una corrente decisiva per le sorti dell’arte americana che è quella dell’Espressionismo Astratto Molti di essi, tra cui Pollock, sono anche esponenti della Action Painting, “pittura d’azione”: è uno stile di pittura nella quale il colore viene fatto gocciolare spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele, invece che applicato con attenzione. L'opera che ne risulta enfatizza l'atto fisico della pittura stessa Jackson Pollock (1912-1956) è stato un pittore statunitense, considerato uno dei maggiori rappresentanti dell'espressionismo astratto o action painting Fotografia tratta dal film di Hans Namuth, 1950 Pollock ha in mano un pennello che non sta usando in maniera tradizionale, l’ elemento più importante è che la tela è per terra, sta usando una tecnica diversa da quella tradizionale, chiamata dripping, tecnica dello sgocciolamento, che era già stata sperimentata da Max Ernst, che somigliava ad una pittura data sulla tela come se volesse riprodurre il volo di una mosca -caotica, non regolare- che viene esaltata attraverso la centralità dell’azione stessa Non avere la tela di fronte, nella quale rappresentare ciò che l’artista ha davanti a sé o guarda attraverso una finestra, ma immergersi nella tela stessa e lasciar sgocciolare o schizzare il colore rappresenta un cambio di paradigma È un cambio di paradigma che avrà delle conseguenze notevoli e che trasformerà la tela in uno spazio nel quale l’azione è centrale Nel commento fuori campo del film (a colori) l’artista dice: “Io non lavoro partendo da disegni o schizzi colorati, io dipingo direttamente, e dipingo solitamente sul pavimento. Mi piace lavorare su una tela grande, mi sento meglio, più a mio agio in uno spazio grande. Con la tela stesa sul pavimento posso camminarci intorno, lavorare da quattro lati diversi, essere letteralmente dentro al quadro. A volte utilizzo un pennello ma più spesso preferisco utilizzare una stecca. Talvolta verso il colore direttamente dal contenitore. Mi piace 37 utilizzare una pittura fluida che lascio sgocciolare. Voglio esprimere i miei sentimenti più che illustrarli. La tecnica è solo un mezzo per riuscirci” La tela diventa uno spazio su cui l’artista si esprime con veemenza ma anche sperimentando una verità assoluta Harold Rosenberg, critico, letterato, ha coniato il termine Action Painting, nel suo saggio The American Action Painters (1952) dà la seguente definizione: «Ad un certo momento i pittori americani, uno dopo l’altro, cominciarono a considerare la tela come un’arena in cui agire, invece che uno spazio in cui riprodurre, ridisegnare, analizzare o “esprimere” un oggetto reale o immaginato. La tela non era più dunque supporto della pittura bensì un evento. Il pittore non si accostava più al cavalletto con in testa un’immagine, ma con in mano della materia per trasformare in qualche modo quell’altro pezzo di materia che gli stava di fronte. L’immagine sarebbe stata il risultato di tale incontro. La pittura d’azione ha la stessa metafisica sostanza dell’esistenza dell’artista: la nuova pittura insomma ha tolto via ogni separazione fra arte e vita» Il binomio arte-vita viene declinata diversamente dagli artisti dell’action painting, tutto questo prevede un rapporto diretto dell’artista con la sua opera Schizzi e sgocciolamenti prolungati, dove il segno si assottiglia o si allarga a seconda dell’azione dell’artista stesso sulla tela Pollock-Foresta Incantata, 1947 e Number 1, 1949 Si tratta di dipinti realizzati attraverso la tecnica del dripping, che mettono in scena altre caratteristiche come quella dell’ all-over, “a tutto campo”, pittura dappertutto che sembra quasi continuare al di là dei limiti del quadro Willem de Kooning (1904-1997) È stato un pittore e scultore statunitense d'origine olandese Woman I, 1950–52 Dipinto che mantiene il rapporto con la figurazione Qualcuno ha visto come la messinscena del rapporto tra vittima e carnefice laddove il ruolo tra la donna ritratta e il pittore che l’ha realizzata e il ruolo che ognuno ha che si scambia continuamente È il pittore che dà e nega il corpo della modella ritratta Anche la stessa impostazione, la resa della modella con questo ghigno violento che sembra trasformare la modella in carnefice dell’artista 40 Ritroviamo quindi, tra le tecniche proposte in ambito Neo-Dadaista, una tecnica che consiste nel montaggio di fotografie all’interno di lavori che abbiamo visto sia nel Dada storico che in quello berlinese; non con quegli accenti politici e di denuncia, ma come di elementi che raccontano di una quotidianità esasperata, anche di dolore C’è un altro aspetto, il rapporto con l’orizzontalità , molto visibile in Monogram, 1955-59 Base su cui l’artista ha incollato fotografie e intervenuto pittoricamente e ha inserito una capra impagliata inserita in uno pneumatico, a ricreare oggettualmente l’idea del monogramma (carattere risultante dalla congiunzione e parziale sovrapposizione delle lettere di una o più parole) Qui ci sono elementi tridimensionali che si sovrappongono l’uno sull’altro Perché questo rapporto con l’orizzontalità e quindi con uno spazio reale che rientra nel lavoro degli artisti? Come ha detto Roberto Boatto, con il New-Dada “il noi si sostituisce all’io”, dove per “io” si intende uno spazio intimo in cui l’artista interviene Con gli artisti del New-Dada si ristabilisce un contatto con lo spazio esterno, ma anche con uno spazio che recupera elementi di scarto I ritagli fotografici dei quotidiani sono tracce della realtà che ritornano nelle opere degli artisti Collection, 1954-55 Si vede molto chiaramente che ad entrare in questo assemblage ci sono le strisce dei fumetti L’artista lavora in collaborazione con altro tipo di materiale La cultura di massa è rappresentata dai ritagli di giornale, fumetti, pagine di riviste, riprese e recuperate Una sorta di opera dove la memoria individuale sposa elementi di una recente memoria collettiva Odalisk, 1955 In questo caso è particolarmente evidente quanto i rapporti tra high culture e low culture si stanno assottigliando tantissimo perché la riproduzione delle odalische è insieme a una pin-up di una rivista insieme ad una gallina impagliata su questo assemblage tridimensionale Targa, segnale stradale e altri elementi recuperati per strada, provenienti dalla vita urbana 41 Elementi oggettuali di scarto a cui gli artisti destinano nuove storie e nuove direzioni Robert Rauschenberg ha avuto un rapporto molto intenso con Napoli grazie al gallerista Lucio Amelio, che quando aveva invitato Rauschenberg a realizzare una scenografia per il San Carlo Rauschenberg aveva girato per i quartieri spagnoli a recuperare elementi di scarto e ne aveva fatto pezzi della sua scenografia, realizzata alla fine degli anni ‘70 Il critico francese Pierre Restany nel testo del 1961 “40 gradi intorno Dada” fa riferimento a questo gruppo francese che è un po’ il contraltare europeo della situazione neo-dadaista americano Arman- Poubelle ménagère, 1960 Tutto ciò che la società dei consumi rigetta, elimina che diventa quasi un racconto del mondo Nella galleria di Iris Clert, due artisti francesi, Arman e Yves Klein, hanno realizzato due mostre che in realtà sono l’una il contrario dell’altra Le Vide di Klein, 1958→ aveva smontato completamente la galleria di Iris Clert, l’aveva ridipinta di bianco, anche se erano ancora riconoscibili le tracce dei quadri dell’esposizione precedente e il giorno del vernissage aveva offerto un cocktail blu (il blu è un colore fondamentale per l’artista) Lì aveva venduto queste zone di sensibilità pittorica immateriale Questo cocktail blu che avrebbe lasciato nelle urine degli spettatori una persistenza di ciò che non avevano potuto vedere perché lo spazio era vuoto Le Plein di Arman, 1960→uno spazio talmente pieno che non può lasciar entrare nessuno, tutto è stato accumulato all’interno Entrambi gli artisti sono legati alla stagione neo-realista Home, Sweet Home, 1960 Maschere di gas accumulate La maschera antigas porta con sé aspetti tragici dell’esistenza Violino bruciato, Venivano fatti con la fiamma ossidrica dall’artista stesso 42 César Baldaccini (1921-1998) Meglio conosciuto come César, è stato uno scultore francese, seguace della piena libertà creativa e caposcuola delle tendenze materiche, caratterizzate da compressioni ed espansioni radicali di oggetti, metalli e rappresentazioni fantastiche di animali Ricard, 1960 Appropriazione di un’auto di scarto diventa una sorta di monolite di ferraglia che prende il titolo dalla scritta “ricard” presente sul camion stesso Fotografia dell’opera Omaggio a New York che Jean Tinguely realizza a marzo 1960 nel cortile del MOMA, si tratta della foto prima dell’auto-distruzione dell’opera stessa Invitato a realizzare una sua esposizione sulla scia di questa riscoperta dell’oggetto Realizza un assemblaggio attraverso il montaggio di questo ingranaggio ambientale fatto da ruote che si collegano ad altre ruote, ad altri meccanismi elettrici Si tratta di un enorme assemblaggio di scarti provenienti dalla vita urbana che al momento del via di Tinguely vennero sottoposti a una piccola esplosione che ne determinò l’esplosione Negli anni ’60 l’autodistruzione degli oggetti stessi era una delle scelte possibili Ciò che interessa a Tinguely è la durata dell’evento, l’autodistruzione si consuma in circa 15 minuti Un altro degli artisti coinvolti nella storia del Nouveau Réalisme è Mimmo Rotella (1918-2006), un artista italiano di origini calabresi che si trasferisce a Milano Realizzava una forma diversa di collage: i suoi erano décollage Prelevava dalla strada, dall’accumulo di manifesti uno sull’altro, li ritagliava e li reintegrava Scotch Brand,1960 Marylin, 1960 45 Aby Warburg (1866-1929) Storico dell'arte, ha cominciato a lavorare immaginando di condurre la sua ricerca essenzialmente su un aspetto, la sopravvivenza della classicità nel Rinascimento In realtà la sua ricerca, il suo progetto, sia quello della biblioteca che quello del Bilderatlas, hanno trasformato il modo con cui le scienze umane e sociali guardano a se stesse e interpretano il mondo Biblioteca dedicata alla dea greca della memoria, Mnemosyne, madre di tutte le altre dee Warburg apparteneva a una famiglia tedesca di banchieri particolarmente facoltosa Era il primogenito La leggenda mano che sulla spiaggia dell' Elba, avesse fatto una proposta che trovò incredulo e contento suo fratello più piccolo ovvero, “ Ti cedo il mio diritto di primogenitura, in cambio tu dovrai acquistare tutti i libri che io ti chiederò” Voleva costruire una biblioteca, inizialmente privata, e poi pubblica, intesa come aperta a un élite di studiosi dell'università di Amburgo Warburg aveva in mente una biblioteca particolare, oggi si direbbe una biblioteca transdisciplinare Dobbiamo riconoscere a questo storico dell'ante, a questo studioso di scienze umane una grande lungimiranza In questa biblioteca non erano custoditi soltanto testi di storia dell'arte, che era la sua principale occupazione, ma anche di storia della letteratura, storia delle scienze, matematica, c'erano libri di magia, astronomia e astrologia Il modo con cui Warburg sistemava i suoi libri può dirci molto sulla sua impostazione e sul suo metodo di lavoro I testi, che aveva accumulato negli anni e che accumulerà fino alla sua scomparsa, non erano organizzati né in ordine cronologico né alfabetico A partire da un libro, i libri che c'erano accanto erano organizzati secondo la legge del buon vicinato, cioè per facilitare se stesso e i suoi studenti nelle ricerche, aveva organizzato un sistema secondo il quale, a partire da un problema sollevato in un volume, intorno a quel volume bisognava collocare i testi che potevano contenere delle risposte Come se da ogni testo si potesse partire per orientarsi nei beni principali, le risposte le si poteva trovare intorno Era come se andando in biblioteca si potessero fare delle vere e proprie ricerche sul campo a partire da un volume È un lavoro molto particolare, viene messo in cura Fu chiamato a fare una lezione per testare che tutto fosse ritornato alla normalità Immaginare una biblioteca organizzata in questo modo sembra una cosa complessa Trattandosi di una biblioteca in espansione, voleva dire che ogni nuovo libro avrebbe ritrasformato tutto Questo aspetto è anche legato al nostro meccanismo di riposizionare le informazioni sulla base di un’affermazione nuova Ogni nuova informazione entra in questo sistema e rimodula ciò che ha intorno La biblioteca che Warburg ha costruito fino alla sua scomparsa venne trasferita a Londra quando nel 1933 Hitler sale al potere in Germania I suoi allievi caricarono tutta la biblioteca e la trasferirono a Londra Oggi la biblioteca fa parte della University of London 46 Bilderatlas Mnemosyne, 1928-1929 L'opera incompiuta di Warburg, consiste in un montaggio di riproduzioni fotografiche di opere d'arte realizzate a partire dai libri che componevano la sua biblioteca ad Amburgo, giustapposte e fissate in maniera provvisoria su pannelli rivestiti da teli neri Contemporaneamente a questo progetto, che metodologicamente ci può far accendere una lampadina rispetto al metodo di lavoro del Bilderatlas, dedicato alla dea della memoria É un progetto che ha come obiettivo capire come l'occidente si fosse costruito una memoria culturale cui confluivano e convivevano diverse discipline Warburg aveva un particolare interesse per le immagini fotografiche Voleva raccontare come l'occidente si era espresso in immagini e come l'occidente si mostrava attraverso le immagini Ciò che riteneva non all' altezza erano i manuali di storia dell'arte organizzati cronologicamente, la successione di tipo cronologico a Warburg stava stretta perché lui faceva un ragionamento del genere: ciò che è stato prodotto durante l'età umanistica e durante l'età rinascimentale ha più similitudini con l'età classica, quella greca o dell' antica Roma che al Medioevo stesso In questa sua personale riorganizzazione che fa a meno del criterio cronologico, gli interessava capire come fosse possibile che alcune forme tenute più ai margini durante le epoche possano ricomparire successivamente Il principio da cui parte è quello di ritrovare la sopravvivenza della classicità del Rinascimento Lontani sulla linea del tempo ma vicini dal punto di vista di affinità culturale Organizza una serie di tavole, 63 tavole per circa 1000 immagini 63 pannelli di velluto nero su cui sono state organizzate le immagini scelte e organizzate da Warburg a partire dalla Primavera di Botticelli, dal Déjeuner sur l’herbe di Manet A partire da alcune opere d'arte particolarmente famose, Warburg ha costruito intorno a questi lavori questo buon vicinato, questa parentela con altre immagini Ci troveremo di fronte reperti artistici, lavori pittori, lavori scultorei, lavori anche di arti minori affiancati gli uni agli altri a partire dalla ripresa di un tema Quindi avremo tutta la storia che ci dice del esempio Déjeuner sur l’herbe del 1863 di Manet a delle sue progenitrici in alcune opere di Giorgione, Tiziano fino alla classicità È un'organizzazione della storia dell'arte che mette in discussione la scansione di tipo cronologico L ‘operazione che Aby Warburg fa è un'operazione che lavora sui frammenti della storia che vengono ricomposti Progetto dedicato alla memoria culturale fatto attraverso le immagini fotografiche realizzate dalla sua collaboratrice Gertrud Bing per la maggior parte Ogni nuova parentela andava a ridiscutere l’ ordine, ogni nuova scoperta di tipo fotografico che arrivava in questo archivio enorme ridisegnava le parentele, allargava i legami, ricostruita la storia dell’arte secondo forme completamente diverse La ricerca ha ovviamente un limite, perché a Warburg interessava l'antico nel Rinascimento; si blocca all'età etrusca, non va indietro nell'età primitiva non 47 esplora lo spazio cronologico precedente ma è di per sé un aspetto rivoluzionario per il mondo della storia dell'arte Un'altra figura fondamentale in questa ricostruzione è André Malraux (1901- 1976) È stato anche un politico insieme a De Gaulle La costruzione di un processo di orientamento nella produzione artistica attraverso i secoli sia stata riorganizzata attraverso la possibilità di accedere al materiale fotografico Museo Immaginario→ Se il lavoro sull'opera d'arte non viene fatto con l'opera d'arte presente nella sua materialità ma attraverso la sua immagine, ognuno può ricostruirsi su un piano immaginario un museo, un percorso organizzato secondo criteri che non sono quelli canonici e tradizionali André Malraux pare in crisi il metodo canonico a partire da un principio: quanto attribuiamo alle opere, e di conseguenza all’interpretazione che diamo alle civiltà che le ha prodotte, sia attendibile e non frutto dell'incondizionata fiducia che riponiamo nelle nostre capacità di decodificare il passato Confronto tra un'opera di Picasso e una scultura sumera→ quello che Malraux fa attraverso l'utilizzo di un patrimonio fotografico enorme è quello che ci consente di ritrovare legami, parentele, richiami tra opere d’arte lontanissime nel tempo le une dalle altre È un passaggio particolarmente importante perché il museo immaginario potrebbe essere anche un libro, il museo immaginario è un museo senza pareti Un confronto del genere è reso possibile dalla fotografia La fotografia, che dematerializza il lavoro artistico e che ci da la possibilità di confronto, di tipo canonico perché le fotografie utilizzate da Malraux sono fotografie di tipo codificato, che molto spesso riprendono le sculture extra occidentali secondo una formula "davanti, dietro", come se fossero foto segnaletiche, consentono di superare il tempo, superare la questione di tipo cronologico Anche il lavoro fatto da Malraux è un lavoro che pone le sue fondamenta nell'utilizzo della fotografia come materiale su cui lavorare, su cui costruire percorsi completamente inediti Questione della fotografia: In che modo l'uso della fotografia interviene e diventa un documento storico, importante, attraverso cui leggiamo il passato? Foto che sono diventate elementi cardine del racconto della storia (es. foto dei Beatles) Baldacci dice: pag. 23 "I documenti che l'archivio... ma possiamo davvero fidarci di loro? Sappiamo che ciascun documento è stato selezionato in un dato momento in funzione della sua presunta utilità diventando un testimone involontario, e sappiamo anche che ogni punto di vista sulla realtà oltre a essere incompleto dipende dai rapporti di forza connaturati nella società; ne risulta che i documenti sono fonti storiche inevitabilmente distorte, vestigi e monumenti costruiti a vantaggio di autorità passate che per essere utilizzati nel presente devono essere sottoposti a una messa in discussione perenne. Il noto monito benjaminiano risuona ancora oggi con forza. Non è mai documento di cottura senza essere allo stesso tempo documento di barbarie. Esiste però 50 Molti hanno provato a spiegare e decifrare i simboli In realtà il significato definitivo Boetti l’ha depositato da un notaio Quando viene realizzato il lavoro è come se Boetti da una parte volesse trovare degli elementi comuni, e quindi un tentativo di classificazione rispetto a un gruppo caratterizzato da una cosiddetta “anarchia linguistica” (ogni artista si esprimerà secondo delle modalità che non possono essere sicuramente condotte all'univocità) Dall’altra parte è un modo di eludere la classificazione Boetti partecipa alla maggior parte delle esposizioni curate da Celant, tra il 1967-68 e il 1970, fino alla mostra di Harald Szeemann Ricchezza creativa, facilità creativa che presuppone l' impossibilità dell'artista di riconoscersi in uno, e la sua tendenza ad immaginare artefici molteplici Serie di Arazzi Realizzazione di una serie molto cospicua, alcune dedicate alle mappe in piano (atlanti e mappe rappresentano un'ipotesi di classificazione e della possibilità di immaginare nella bidimensionalità ciò che non è bidimensionale) Tentativo di rendere leggibile e visibile qualcosa per aumentarne la comprensione La serie delle mappe nasce nella metà degli anni ’70 quando l’ artista comincia i suoi viaggi in Afghanistan Un altro dei binari all’interno dei quali l’artista si andrà ad inserire è quello oriente-occidente Comincerà ad essere attratto dal Medio Oriente In Afghanistan amplierà il numero degli artefici dei suoi lavori affidando la realizzazione di questi arazzi alle donne afgane (1989) “A” e “B” di Alighiero e Boetti, ma c’è anche un riferimento alle prime due lettere dell'alfabeto, una delle più note forme di classificazione L'uno diventa molteplice perchè l'artefice reale non è Alighiero Betti in sé, ma un gruppo di donne sconosciute L’ artista si è già scisso, e affida a queste ricamatrici la realizzazione degli arazzi Ogni paese è reso attraverso i colori della propria bandiera, ma ci sono delle incongruenze L' Unione Sovietica non esiste più, le questioni tra Ucraina e Russia non sono visibili Non c’è Israele Ogni mappa nel momento in cui ci dovrebbe dare una informazione precisa sullo status quo, fallisce perché l’ordine non è uguale nel tempo Ordine e disordine,1973 Piccolo arazzo La pratica del ricamo e della tessitura è molto ricorrente nella produzione dell’artista Boetti partecipa nel 1968 alla mostra Arte povera più azioni povere agli Antichi Arsenali di Amalfi, una di quelle mostre chiave non solo per il territorio campano, ma per le relazioni che grazie a Germano Celant e Marcello Rumma (organizzatore della mostra) ha modo di svolgersi, in un luogo lontano dai centri più famosi della produzione artistica italiana 51 Servizio televisivo organizzato per l'occasione, Alighiero con la compagna dell'epoca Anne Marie Sauzeau Mostra gli artisti a lavoro e non solo 6 Sensi, 1974-75 Anche qui c’è un alfabeto, virgole in corrispondenza di alcune lettere Pannelli lunghissimi, fatti con la biro blu Si formano le scritte “vedere”, “gustare”, “toccare”, “odorare”, “udire”, al quale si aggiunge il sesto senso “pensare” Non importa che tipo di materiale si usa L’artista rientra perfettamente in quella temperie post-minimalista che ha anche delle attitudini concettuali Bonetti sceglie un codice per rappresentare i 6 sensi Specchio cieco, 1975 Fa capire quanto Boetti fosse in grado nella trasformazione dell’io verso il molteplice, di essere particolarmente inclusivo Fotografia dell' artista, si riflette come colui che non può vedere Molto spesso nei lavori di Boetti campeggia la scritta “i vedenti”→ siamo così abituati a usare tutti i sensi che il nostro mondo non include quello dei “non vedenti” In che modo l'artista teneva ad allagare la sfera della creazione e la considerazione per un mondo che non fosse semplicemente racchiuso nella questione della individualità È una mostra che consente agli artisti (Bonetti, Pistoletto, Merz) di aprirsi ad orizzonti internazionali grazie alla presenza di Ger van Elk, ecc. Azione compiuta negli Arsenali dall'artista tedesco Ger van Elk (1941-2014)→ barattolo di vinavil, colla vinilica particolarmente usata Descrive un cerchio e spazza all'interno di questo cerchio tutto ciò che è a terra, quasi a registrare la potenzialità di attrazione ma anche rispetto agli scarti Una delle cose più importanti è la messa in discussione dell’opera in quanto oggetto e in quanto oggetto finito Qui c’è l’azione, l’atto Giulio Paolini (1940)- Giovane che guarda Lorenzo Lotto, 1967 È colui, insieme ad Alighiero Boetti, che ha un'attitudine concettuale tra le più spiccate È la riproduzione fotografica di un dipinto di Lorenzo Lotto realizzato a metà del ‘500 Il soggetto rappresentato viene ribaltato e insignito di un ruolo, colui che sta guardando il pittore Rappresenta noi che guardiamo l'opera Luciano Fabro (1936-2007)-Italia rovesciata, 1968 Idea di capovolgimento che interessa la penisola Giovanni Anselmo (1934-2023)-Senza titolo, 1968 Cespo di insalata tra due monoliti di granito 52 Dà il senso di una relazione tra ciò che dura insieme ad un elemento organico che si avvizzisce Jannis Kounellis (1936-2017)- Pappagallo, 1967 In occasione della mostra che Kounellis realizza a Roma Vengono usate delle lastre d’acciaio contenenti del cotone, dei cactus e una lastra con un trespolo con sopra un pappagallo vero Ingresso di elementi naturali all'interno del lavoro Pino Pascali (1935-1968) che attraversa 32 mq di mare circa,1967 Lastre di vetro, sotto acqua colorata con il blu e l’anilina Modularità della lastra Elementi naturali (acqua, aria, terra fuoco) molto spesso usati dagli artisti di arte povera “povero” è da riferirsi al teatro povero del regista polacco Jerzy Grotowski che voleva eliminare dal teatro qualsiasi orpello Uno dei lavori di Boetti che vengono più spesso citati da Cristina Baldacci sono questa serie che lui realizza sulla classificazione dei fiumi Classificando i mille fiumi più lunghi del mondo, 1970-77 A metà degli anni’70 insieme alla compagna Anne Marie Sauzeau realizza questa serie di libri e lavori che riportano in sequenza i nomi dei fiumi, a partire dal Nilo Il lavoro sui fiumi impegnerà moltissimo Boetti perché, rispetto alla necessità di classificare, il fiume è una cosa difficile da misurare I dati raccolti provengono da governi, università non soltanto europee, istituti geografici, associazioni private e studiosi di tutto il mondo Dice Francesco Clemente: «In un primo momento assunse la forma di un libro e poi di due enormi ricami, come se fossero da uno a mille, a partire dal nulla. Era un’opera di fondamentale importanza per Alighiero poiché metteva in luce l’incoerenza, la contraddittorietà e la frammentarietà del sapere ufficiale. Anche in questo caso vengono a fondersi diversi elementi; l’ attrazione di Alighiero per la geografia e l’allegoria, il carattere mistico del fiume, il suo significato zen e la tortura, dal momento che tutte le nozioni scientifiche sono influenzate dalla volontà economica e politica. Mille fiumi è un'opera esemplare perché mette in comunicazione mondi che altrimenti non entrerebbero in contatto tra loro, dimostrando che non esistono meri risultati di fatto» Di fronte a questo lavoro ci troviamo nella capacità dell' artista di mettere in discussione il noto, e soprattutto svelare quei meccanismi che sono legati a ragioni politiche A proposito di questo lavoro l'artista dice: «È un lavoro linguistico, nato dall'idea delle classifiche, è fatto sulla misurazione. I fiumi sono difficilissimi da misurare; ci sono tanti metodi di lettura sulla lunghezza dei fiumi. Ci sono fiumi temporanei, stagionali, e ciò pone il problema della loro classificazione; altri che si allungano o si accorciano; inoltre bisogna decidere dove si misura il fiume, se in centro, ai lati a seconda delle curve a destra o a sinistra, e se vi è un'isola il problema diviene più drammatico. L'importanza del lavoro è di raccogliere adesso quintali di documenti» Un altro dei lavori citati da Cristina Baldacci sono i Lavori postali 55 30-10 Carlo Alfano (1932-1990) È stato un pittore e scultore italiano Ha studiato a Napoli, città in cui ha tenuto il suo studio e lavorato, alternando lunghi periodi all’estero, specie in Germania Gran parte della sua produzione è nell’ambito della ricerca concettuale Il lavoro di Carlo Alfano ci mette di fronte a questioni legate alla messa in opera dell'archivio Esordisce negli anni '50, è un artista complesso Non ha nessuna parentela culturale con i gruppi di allora dominanti sulla scena napoletana che riprendevano quell'opposizione tra realismo e astrattismo che aveva connotato la storia italiana a partire dagli anni '40 e per tutti gli anni '50 Anche laddove, alla fine degli anni '50, a Napoli, viene a costituirsi un importante gruppo che si chiama Gruppo Sud capeggiato da Luigi Castellano detto “Luca”, Carlo Alfano rimane sempre un artista distante da questo tipo di ricerche Il Gruppo 58 e la sua attività, anche editoriale, attraverso la produzione e la realizzazione di alcune riviste molto famose, come «Documento Sud» e successivamente con «Linea Sud» proseguiva un discorso di legame con la situazione milanese, diciamo una ripresa del surrealismo e la ripresa di alcuni temi Artista che si è misurato con diversi mezzi Cose da notare:  Forte differenza tra il lavoro di Alfano e quello che si fa a Napoli  Capacità dell' artista di porre questioni che sono legate all'arte cinetico- visuale, così come all' arte concettuale che nella città di Napoli hanno poco spazio Arte Concettuale→ nasce verso la metà degli anni ’60 negli Stati Uniti I concetti e le idee espresse sono più importanti del risultato estetico e percettivo dell'opera stessa Lo storico dell' arte Gabriele Guercio in un suo contributo dedicato all'arte concettuale dice: «Quando, visitando una mostra o vedendo alcuni lavori di cui si capisce poco ci si rifugia nell'aggettivo "concettuale" Sembra un aggettivo riparatore laddove non riusciamo a cogliere il significato o la natura dei lavori Possiamo ricondurre l'arte concettuale ad una stagione precisa: seconda metà degli anni ’60, artisti maschi americani come Sol LeWitt, Joseph Kosuth, Lawrence Weiner È come se la Critica istituzionale (Hans Haacke) fosse un ambito del concettuale, una generazione successiva ai maestri storici Nel 1961 Henry Flynt, musicista e matematico, descrive un’ arte il cui materiale sono i concetti; così come la musica è costituita dal suono, affermando che la concept art è un genere di produzione artistica che lavora con il linguaggio e che a esso sono strettamente legati i concetti È da questo ambito che il termine concept comincia ad entrare in una saggistica prodotta non da un critico distante dalla stessa produzione ma da qualcuno che lavora all'interno Mostra costituita da 4 piedistalli che hanno in cima dei faldoni contenenti delle pagine fotocopiate che riproducono dei saggi; sul piedistallo viene ad essere posizionato qualcosa che non va visto ma letto 56 Nel 1967 a New York si tiene la mostra “Language to be looked at and/or Things to be Read” Abbiamo una sorta di sovrapponibilità tra ciò che si guarda e ciò che si legge Il 1967 è l'anno in cui un artista americano, Sol Lewitt, anche lui particolarmente legato alla sua esistenza a Napoli e la Campania in generale, scrive questo testo che diventa uno dei testi chiave dell'arte concettuale che si chiama “Paragraphs on conceptual art”, fondamentale per la teorizzazione dell'arte concettuale dove si afferma che l'idea è la componente più importante del lavoro e definisce conceptual , (è in questa occasione che l'aggettivo conceptual ritrova un primo utilizzo diretto nel definire alcune produzioni artistiche) utilizzato per la prima volta in maniera sistematica per identificare una precisa forma d’arte, l'arte che impegna la mente, e perceptual, l'arte che interessa la vista e le emozioni C'è la matrice duchampiana in questo tipo di distinzione Sono due connotazioni che ci dicono moltissimo rispetto a ciò che accade nella seconda metà degli anni ’60: molti artisti partecipano alla mostra When attitude becomes form del 1969, dove concept era una delle categorie ospitate da questa mostra Carlo Alfano viene definito (dalla prof) un concettuale post-romantico: l'attitudine concettuale dell'artista non disdegna attraverso una serie di stratagemmi di tipo artistico e attraverso materiali delicatissimi nonché il campo di cui si occupa la sua arte di far rientrare la questione delle emozioni all'interno della produzione artistica Si fa riferimento a Jorg Heiser e Schlegel Anche perché una delle caratteristiche su cui, ad esempio il filosofo Schlegel ha lavorato a proposito del romanticismo è la questione del frammento, che è una questione centrale in Carlo Alfano La nozione di frammentario e di aperto sono tutte nozioni che caratterizzano la tradizione storica del Romanticismo Schlegel nel frammento vede la forza creativa che coinvolge l'osservatore e stimola l'immaginazione Nel 1969 si svolge la mostra Conception, a cui partecipano Sol LeWitt, Joseph Kosuth, Lawrence Weiner, e altri Nel 1968 Lawrence Weiner raccoglie una serie di dichiarazioni in un libro dal titolo “Statements” che è un altro periodico in cui l'artista fa riferimento a cosa può rientrare nell'ambito della questione conceptual Nel 1969 Joseph Kosuth pubblica “Art after philosophy” “The idea is read about rather than looked at”, un’idea è qualcosa che riguarda la leggibilità più che la visibilità Dietro tutto questo c’è Marcel Duchamp A partire dal ‘57-‘58 è la fase più “calda”, accentuazione di tipo espressionistico, anche per l'uso del rosso, presenza della figura umana Sono i lavori con cui Alfano partecipa a questa mostra gli inizi degli anni ’60 a Roma, che viene visitata dal leader della compagine realista che si chiamava Renato Guttuso (Renato Guttuso-Crocifissione,1941) Questa è una fase in cui la figurazione è ancora un ambito esplorato dall'artista con un accentuazione cromatica così caratterizzata 57 Questa figura umana è come se si dileguasse nello spazio stesso Scolature di colore Al principio degli anni ’60 l'artista cambia completamente direzione, anche alla luce di una riflessione molto attenta sulle questioni legate alla rappresentazione Facendosi guidare an che da uno studio fatto sui maestri storici dell'astrattismo (Mondrian) La sua produzione cambia radicalmente Tipo e strutture ritmiche, 1963 Composizione circolare Contrassegnato da questo pattern visivo su cui l'artista pone dei cilindri (trasparenti o in alluminio), che con la rifrazione della luce cambiano completamente la composizione La praticabilità dell' opera o la possibilità dell'opera stessa di modificarsi non soltanto grazie all'azione dell'artista ma quella di chi osserva è qualcosa di condiviso anche da altri artisti Dalla pittura è arrivato all' oggetto, un oggetto fatto con materiali anche drastici, come può essere il plexiglass Di questi lavori si coglie l'incertezza della visione, una mancanza di fissità della visione stessa Una superficie pittorica è qualcosa davanti alla quale noi ci poniamo e osserviamo; queste opere sono legate alla questione di tipo cinetica e alludono al movimento Nel 1966 realizza la sua prima mostra personale nella galleria di Lucio Amelio Cilindro trasparente su questi pattern che assumono una configurazione non più bidimensionale ma diventano una sorta di costruzione, il cilindro stesso può essere mosso Questi lavori vanno sotto il gruppo di Tipi e strutture ritmiche “Struttura” è una parola molto usata nel lessico filosofico e speculativo oltre che nell' arte Sempre nel 1966 questo tipo di lavori assume una dimensione ambientale Abbandonata questa produzione di tipo cinetico-visuale, le cose cominciano a cambiare Delle distanze dalla rappresentazione, 1968-69 Uno dei lavori presentati in occasione della mostra “Vitalità del negativo” da Lucio Amelio che si svolge nel 1969 È una vasca rettangolare che ha al suo interno dell'acqua, segnata da questa luce al neon Ad un intervallo regolare cade una goccia che fa rinfrangere l'acqua all'interno di questo spazio Non è soltanto un evento che modifica uno spazio rettangolare con cornice come se si trattasse di una rappresentazione, ma anche la sua ombra sulle pareti viene modificata Questo, insieme ad altri lavori precede Stanza per voci, Archivio delle nominazioni, 1968-69 60 Documento realizzato nel 1972 ma che ha in sé questa infinità implicita Ad un certo punto ci sono dei salti: è un catalogo fallace perché esibisce una costruzione lacunosa Sia per via degli spazi vuoti, sia per via dell'enumerazione, sia per le figure letterarie che sono convocate, Sembrano spingerci verso una materia difficilmente circoscrivibile Le scelte di Alfano sono significative per ciò che esprimono ma anche per ciò che non mostrano o dimenticano L'artista lavora sia per sottrazione che per eccedenza Si conclude con questo nastro dal cassetto di Leopold Bloom (è una lista infinita di oggetti disparati) Il meccanismo messo in alto da Alfano, nel momento della classificazione, è un momento che sembra costituire un ordine gerarchico, ma che invece è colmo o vuoto di lacune Alfano costruisce un archivio di elementi disparati, amici, artisti, critici, persone sconosciute di Boston Rischi dell'esposizione dell' archivio; Alfano già negli anni '60 pone questi problemi attraverso la realizzazione di questi due dispositivi 61 06/11 Disposofobia→neologismo (2018), tendenza patologica ad accumulare oggetti senza alcun ordine, fino a rimanerne sommersi. Accaparramento compulsivo di oggetti che non vengono né usati né gettati Baldacci fa riferimento alle teorie di Marx che aveva già messo in luce che l'accumulo di cose materiali è figlio, se non conseguenza, della società capitalista È sottintesa la questione del readymade , che non è frutto di un accumulo ma di una appropriazione, è figlia di un momento in cui la produzione industriale comincia a raggiungere livelli elevatissimi e gli artisti fanno i conti con la produzione industriale Si fa anche riferimento al Merzbau di Kurt Schwitters, che non è altro che il frutto di un accumulo strabordante (rifiuti, scarti) Assimilazione che lega le persone a ciò che consumano Baldacci fa anche riferimento al filosofo francese Jean Baudrillard, che vede l'uomo come consumatore di merci Viviamo nel tempo degli oggetti che scandiscono la nostra presenza con la loro incessante successione Dal momento che siamo ormai circondati di roba, è cambiato anche il nostro rapporto con lo spazio che ci circonda Sostituire la gerarchia con l'accumulo → sostituire l'ordine con il disordine Vengono messi in relazione come poli opposti la possibilità di ordinare, attraverso delle pratiche archivistiche e ciò che non è assolutamente ordinato Gerarchia con l'accumulo, composizione con l'addizione; rispetto alla possibilità di mettere in ordine e di dare una forma, abbiamo azioni che invece presuppongono il disordine, l'impossibilità assoluta di creare percorsi leggibili sulla base di un accumulo disordinato Baldacci fa riferimento a 2 esposizioni: When attitude becomes form del 1969 e l’esposizione del 1961 The art of Assemblage che mette insieme artisti delle file neo dadaiste (Jasper Johns) e gli artisti del Nouveau Réalisme francese (Mimmo Rotella) Le avanguardie artistiche sono state pervase dall'impulso alla raccolta e all'appropriazione dei materiali più disparati È un’arte che si fa con tutto Appropriazione e accumulo sono le 2 parole chiave di questa lezione Attribuirsi la proprietà di qualcosa è un atto che ha delle conseguenze molto interessanti in arte Mette in discussione la concezione di spazio e tempo lineare, perchè era già in uso la concezione per gli artisti che ogni artista ha tutta la storia della pittura nella propria testa A partire dal 20esimo secolo questa appropriazione, intesa da qualcuno come furto, è resa esplicita, viene ostentata È come se gli artisti avessero a disposizione fonti infinite con l’avvento di internet Una delle occasioni in cui esiste una sorta di “fare le opere con gli scarti altrui” è il montaggio di spezzoni scartati di film Es. Verifica Incert a , 1964, corto di Gianfranco Baruchello e Alberto Grifi 62 Produzione filmica fatta solo ed esclusivamente attraverso quei fotogrammi tagliati, spezzati e buttati dagli altri registi, che vengono rimontati e acquisiscono un nuovo significato: il found footage Il regista francese Jean-Luc Godard, in una produzione dal titolo Histoire(s) du cinéma, pensava che in arte non è importante dove si prendono le cose, ma dove le si portano Walter Benjamin, filosofo tedesco, viene considerato una figura chiave in tutto questo, perché in alcuni frammenti del suo lavoro, citando anche Charles Baudelaire, fa riferimento allo straccivendolo che è una specie di collezionista, accumula oggetti, spazzatura Se per Benjamin lo straccivendolo è un collezionista, allora il suo archivio non può che essere la discarica si crea questa analogia tra l'archivio come luogo della raccolta, salvaguardia di ciò che non deve essere perso né dimenticato e la discarica, dove le tracce del passato vengono accumulale e abbandonate, perchè ormai logore e prive di interesse Frammento come aspetto centrale William E. Jones (1962) È un regista sperimentale, video artista e scrittore americano con sede a Los Angeles noto per il suo lavoro sui filmati trovati Si è occupato di un aspetto molto particolare legato alla possibilità di attingere e creare lavori attraverso non fonti dirette legate alla storia dell'arte, bensì all’immensa miniera di immagini che è il web, un archivio potenzialmente infinito Flesh and the cosmos, 112 pages, 2015 Un’altra conseguenza dell’appropriarsi è quella di mettere in discussione l’autore come unico agente nella creazione Viene messa in discussione la natura dell' autore stesso come agente univoco della creazione Questione dell’originale, copia, ecc. Presenza di un “io” agente che aziona il motore di ricerca su Internet Jones è colui che ha scelto il testo e ha inserito il testo nella barra di ricerca “Come un mucchio di rifiuti gettati a caso è il più bello dei mondi” È andato a recuperare nel frammento 124 di Eraclito una frase e l’ha messa nella barra di ricerca e sono uscite quelle immagini Le immagini sono messe insieme e diventano un libro di 112 pagine Secondo l’artista lo scopo è quello di dare un ordine estetico all’apparente anarchia della rete Viene messo un verso poetico del passato con delle immagini casuali Quello che interessa l’artista è come le immagini disparate possano essere messe insieme con un principio non scelto dall’artista È un’identità che cambia, quella della rete Nel momento in cui l'artista affida la ricerca al motore, agisce anche per mostrarsi come si comporta il motore stesso È una specie di crash temporale che viene a istituirsi con questo tipo di ricerca È un disvelamento dei meccanismi della rete di associare in maniera di volta in volta diversa immagini a determinati testi 65 08-11 The repair from Occident to Extra-Occidental Cultures, 2012→ 13esima edizione di documenta Baldacci fa l’introduzione a partire dal 1989, che nella storiografia legata alla contemporaneità artistica è l’anno che in qualche modo dà inizio ad un’idea di arte globale Tutto questo è legato a degli eventi che avvengono nel cuore dell’Europa e non solo, come l'abbattimento del muro di Berlino, che rappresenta il crollo dell’URSS, fine della guerra fredda È anche l’anno dei massacri di Tienanmen in Cina Gli eventi storici hanno una ripercussione evidente sulla mobilità dei popoli e sulla possibilità di alcune realtà dimenticate di arrivare alla ribalta A partire dal 1989 gli allargamenti di natura politica portano con sé un allargamento delle questioni culturali ma anche il bisogno di guardarsi indietro e di riscrivere il proprio passato, dando voce ai soggetti meno rappresentanti È un momento della storia globale importante In queste vicende le questioni della gestione delle informazioni, dell’archiviazione dei dati diventano fondamentali La questione dell’archivio è diventata una metafora del rapporto con il passato e con tutti quei processi di conservazione dei documenti Alcuni studiosi che si sono occupati dell’archivio, soprattutto legati ai paesi africani, hanno sostenuto che è banale ricordare che anche una comunità sceglie che cosa ricordare e archiviare In un orizzonte post-coloniale l’archivio, inteso come insieme di fonti, ha un potenziale implicito→ esiste un messo che unisce la volontà di ricordare con la creazione di una identità collettiva e nazionale anche diversa L'uso dell' archivio che viene fatto porta con sé la costruzione di una nuova ipotesi identitaria Processo di decostruzione Decostruire l’ordine istituito da una certa logica di raccolta di immagini e documenti diventa una pratica artistica precisa, che vuole ricollocare e ricreare dei nuovi termini per una nuova narrazione del passato Cambiare i modi dominanti di pensare e i rapporti tra occidentali e non occidentali, rovesciare l'immagine del mondo così come ci appare oggi, guardare dall' altra parte della fotografia, provare a capire come sia diversa la percezione del mondo se si vive a Bagdad, o in Benin, anziché a Berlino o a Boston; comprendere che quando gli occidentali guardano il mondo non occidentale ciò che vedono è spesso un meno specchiamento di loro stessi, delle loro concezioni I lavori presentati in questa lezione sono stati presentati in una rassegna che si svolge ogni 5 anni a partire dal 1955 nella città di Kassel che si chiama documenta A Kassel venivano prodotti i rifornimenti bellici durante la WW2 Anche la Germania ha dovuto riorganizzare la propria narrazione Decidono di istituire una rassegna quinquennale e invitare ogni volta artisti internazionali diversi La prima rassegna fu dedicata ad autisti che utilizzavano un linguaggio di tipo astratto, come se il linguaggio astratto avesse una dimensione sovranazionale 66 La rassegna ha delle motivazioni di tipo politico, cioè riconnettere la Germania ad un dibattito artistico contemporaneo internazionale dopo quelli isolamento che ha vissuto in seguito ai fatti legali al conflitto mondiale; l’impronta di tipo politico è stata mantenuta nel tempo Nell’edizione del 1997 di Catherine David (n.10) il titolo della rassegna è Politics Le questioni di tipo politico sono state sempre al centro Per la prima volta nel 2012 una delle sedi è anche in un territorio extra- tedesco, a Kabul, durante la guerra in Afghanistan Un' altra sede distaccata da Kassel è stata Atene Primo curatore di origine africana nel 2013 Kader Attia (1970) Offre una prospettiva interessante, è francese di seconda generazione, i genitori sono algerini In occasione di documenta n.13 (2012) realizza un' installazione Uno dei fil rouge della sua produzione è quello della riparazione, riparazione di qualcosa non del tutto distrutta La sua installazione consiste in sculture lignee realizzate da artigiani contemporanei di diversi paesi africani Accanto alle sculture ci sono altri elementi disparati, provenienti da mercatini, suk, frutto delle ricerche individuali dell’artista Sembra un deposito che viene a essere presentato Volti e corpi di soldati che hanno partecipato alla WW1 che sono stati oggetto di una riparazione chirurgica da gruppi di medici che hanno poi testimoniato attraverso una campagna fotografica l'evoluzione di questi interventi chirurgici Queste sculture mostrano delle escrescenze, tagli, rigonfiamenti→ come se assumessero i tratti di questo tipo di ferita poi riparata È un modo per l’artista di affiancare vecchi e nuovi traumi È un repair to connect, per connettere tempi, persone e cose diverse; il trauma della WW1 con le ferite legate ad un presente che vede coinvolte alcune nazioni africane Questo gesto consente di mettere fianco a fianco mondi e tempi diversi L' artista dice: “Creare incontri tra il mondo occidentale e quello orientale in momenti emblematici, crudeli o gloriosi della loro storia. Al di là di queste giustapposizioni, questo lavoro cerca di presentare una lettura dell'esistenza attraverso l'universalità, più che un confronto bipolare tra occidente e mondi extra-occidente” In questa ricerca si trasforma in un archeologo, storico, etnografo, alla ricerca di tutti quegli oggetti che possono mostrare come le società in diversi tempi si ricostruiscono, si intrecciano, si mettono l'una di fronte all'altra Gli effetti della guerra con la medicina, con i processi riparatori della scienza C’è un confronto anche con i colonizzatori Da una parte mette insieme la chirurgia, che appartiene a un'idea di scienza moderna, e un sapere artigiano che porta l'idea di sutura e di ferita Capolavori dell’arte greca antica, riviste, trattati di fine '800 scientifici, tutto uno a fianco dell’altro Rendere visibile il trauma, la ferita, con un’operazione non solo legata a quegli ambiti culturali ma tempi e responsabilità di tipo diverso Altri lavori simili 67 Repaired Broken Mirror, 2013 Tela che ci presenta la ferita stessa “stitched canvas” come se fossero pelle Ferita che coinvolge lo spazio stesso dell’esposizione, nel cemento La riparazione è l'atto che è legato ad un processo, ad un tempo necessario che non sostituisce, non rimuove, ma affronta e ripara La riparazione fa i conti con quello che c’è, non sostituisce, non rimuove Steve McQueen (1969) È un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e artista visivo britannico. Proveniente dal mondo della video-arte, si è fatto conoscere da pubblico e critica coi lungometraggi Hunger, Shame, 12 anni schiavo, per il quale ha vinto l'Oscar, e Widows - Eredità criminale È un film-maker, utilizza video e fotografie Ha cominciato a fare film di tipo sperimentale Si può definire un artista attivista I genitori sono di origine caraibica Una delle 3 proiezioni di questo progetto che ha visto presentati insieme due dei suoi film più famosi, Caribs’ Leep, 2002 e Western Deep, 2002 Il salto nel vuoto di un atto fatto per protesta dalla popolazione caraibica Film girato nel 2002 sull’isola di Grenada, luogo di origine dei genitori di Steve McQueen È una commemorazione di un evento storico che risale al 1651, ricorda una forma di resistenza ai francesi, gli abitanti di Granada, per non essere catturati dall'esercito francese, decidono di saltare dal punto più alto dell'isola, andando in contro alla morte C’è una chiesa cattolica sul luogo dove si lanciano Approccio di tipo storico rispetto a questo atto di resistenza Viene ad essere presentato insieme a Western Deep, ambientato nella miniera d’oro più grande dell’Africa Il film segue tutta la discesa degli uomini sudafricani nella profondità, fa molto caldo Qualcosa che è legato al presente, qualcosa che riguarda un episodio di resistenza alle truppe francesi insieme alla storia di un giovane caraibico conosciuto dall' artista che viene ammazzato in un regolamento di conti, e diventa oggetto di un altro lavoro cinematografico, Ashes, 2002-2015 Immagini del giovane che aveva già girato Susan Miller (1940-2019)- The Last Silent Movie, 2007 Non è proprio un film, ma un montaggio di registrazioni e suoni, lo schermo è tutto nero, ogni tanto c'è qualche scritta Dura 20 minuti Voce narrante che ci dà delle brevi informazioni visto che vengono usate molte lingue in questo assemblaggio sonoro Questo assemblaggio sonoro è una lista di un mondo che non c'è più, le voci non vengono più usate Dietro la scomparsa (estinzione) delle lingue c'è la scomparsa (estinzione) degli esseri umani 70 Siamo ai primordi della sperimentazione video Anche Andy Warhol usa la macchina da presa per registrare film sperimentali la questione di Nauman in questa codificazione è legata ad un artista che usa il proprio corpo come medium, che è alla base di tutte quelle ricerche legate all'ambito della performance art La regolarità, una sorta di esercizio disciplinare dell' artista stesso Marina Abramovic (performance art) usa pettine e spazzola in azione ripetitiva Gesti semplici, gesti ordinari 3 minuti in un’opera-Live tape video corridor, 1970 Usa video per smascherare i meccanismi di controllo, che riprendono le nostre azioni quotidiane, non solo dell'artista Che cosa succede se si ripete un’azione fino a stancarsi Il corpo e la posizione sociale sono malleabili Un altro artista americano, legato al concettuale, Dan Graham (1942-2022), Schema, 1966 È uno schema dove vengono elencate le caratteristiche di una pagina scritta: numero di parole, ecc. Il testo continuo diventa una lista Sono caratteristiche di ciò che fanno gli studi linguistici Sta dando al leggibile un peso più ampio del visibile Dan Graham, nel momento in cui definisce questo schema, dichiara alla fine che non è normativo ma è uno schema possibile redatto dall’artista Present Continuous Past, 1974 Lavoro particolarmente articolato, è difficilissimo da filmare È un dispositivo che ci fa capire che Dan Graham è interessato dallo svelare i meccanismi di controllo delle immagini in cui rientriamo L’immagine che vediamo all’interno dello schermo è ritardata di 8 sec Non ci vediamo nella nostra immediatezza ma è un’immagine del passato Bastano 8 sec per disorientarci, per non darci dei termini di confronto e di certezza a cui siamo abituati di fronte ad uno specchio Il mezzo video e lo specchio perdono qualsiasi tipo di certezza nella restituzione dell’immagine Richard Serra (1938)- Verb List, 1967 Ci mostra che produzione artistica non è fatta di un martello e scalpello ma è diventata molto altro È anche autore di Splash (piombo fuso buttato sulle pareti), presentato alla mostra When attitudes become form È un’autodefinizione ma l’artista ci dice che per realizzare una scultura ci vogliono le azioni non solo di tipo tradizionale L’elenco non è concluso, l’ultimo verbo è to continue Lista impossibile da definire Giulio Paolini (1940) È un artista, pittore e scultore italiano, la cui produzione si inscrive in un ambito di ricerca di matrice concettuale 71 Ciò che non ha limiti e che per sua stessa natura non ammette imitazioni di sorta,1968 Il titolo è la definizione dell'infinito Volume in pagine bianche che ha al suo interno un elenco, redatto in maniera particolare, di tutte le persone conosciute all'epoca dall'artista Non è un elenco concluso, ma continuo e infinito Il lavoro con cui si fa iniziare la sua produzione legata alle cosiddette ipotesi di azzeramento, che contraddistinguono l'arte italiana agli inizi degli anni ’60, è Disegno Geometrico, 1960 Tela su cui è stata posta materia bianca cromatica su cui l’artista ha fatto una squadratura È un’azione preparatoria per cominciare a disegnare qualsiasi cosa È come se l’opera fosse la squadratura di tutti i lavori possibili La questione diventa, nella sua materialità, di tipo concettuale Michelangelo Pistoletto (1933)- L’uomo nero, il lato insopportabile, 1970 Quando realizza questo volume è impegnato con il gruppo Lo Zoo (gruppo con cui l'artista si muove tra i paesini delle Cinque Terre) 365 pagine, 131 frammenti realizzati in un mese dove appunta le cose come un diario, annota anche i momenti complessi È un’elencazione di tutto ciò che accade nell’anno sotto forma di pubblicazione, scritto di getto, senza filtri Lawrence Weiner (1942-2021)-Statements, 1967 È uno dei principali protagonisti dell’arte concettuale americana Conteneva delle sintetiche istruzioni in cui queste dichiarazioni rimandano a delle azioni Ognuno di questi enunciati può dar luogo a un’opera anche se per l’autore l’opera è il testo Nel 1968 realizzò una serie di istruzioni per l'uso dei suoi pezzi “L' artista può costruire il pezzo, il pezzo può essere fabbricato anche da qualcun' altro, il pezzo non ha bisogno di essere realizzato. Ognuna di queste possibilità ha il medesimo valore che resta conforme all'intenzione della lista, la scelta resta subordinata alla decisione dell' eventuale acquirente” Christian Boltanski (1944-2021) Figlio di ebreo e cristiana Aveva da sempre lavorato sia sull’elencazione di oggetti, fotografie, memorie “Recherche” , degli anni ’60, fatta attraverso la presentazione di tutto quello che resta della sua infanzia Aveva usato una fotocopatrice xerox per riprodurre alcune foto di famiglia Produceva dei libri in cui utilizzava questa ripetizione di tipo meccanico Lega la sua storia individuale con la storia collettiva Uno dei temi più ricorrenti del lavoro di Christian Boltanski si concentra sulla questione memoria e l’oblio Nel 1995 realizza una lista di autisti che avevano partecipato alla Biennale di Venezia dal 1895 al 1995; (Baldacci) a prima vista questo catalogo sembra una classificazione storiografica più che un memento mori 72 ci si rende conto che tutti i nomi del 20esimo secolo apparteniamo a persone decedute Lavoro per commemorare la Strage di Ustica (1980)→ Aereo di linea viene abbattuto da un missile, muoiono tutti (81) Uno dei grandi misteri italiani, perchè la ricostruzione dei fatti era stata dirottata in altre direzioni Il missile NATO che aveva colpito l’aereo era destinato a Gheddafi, che viaggiava nello stesso momento I familiari delle vittime si sono riunite in un’associazione e hanno portato avanti anche delle azioni legali Dal 2007 l’ aereo riposa nel Museo per la memoria di Ustica È stato trovato ogni singolo elemento e oggetto dell’aereo Quando i familiari hanno deciso di mantenere viva la memoria di questa strage chiamano Boltanski che ha fatto una scelta, non voleva esasperare il danno, ma mantenere la memoria ma senza ripercorrere il ricordo di quello che è accaduto All’ingresso del museo c’è la lista degli oggetti ritrovati delle persone scomparse: sono stati messi nei parallelepipedi, si leggono ma non si vedono Le voci che si sentono non sono quelle originali, perchè avrebbero aumentato la temperatura emotiva dei parenti delle vittime 81 schermi quadrati Le lampade (81) mandano una luce che poi si affievolisce, si spegne e si accende: agonia senza fine Non è un monumento retorico ma è un dispositivo attraverso cui facciamo esperienza di una memoria, non ci sono didascalie lungo il percorso, in modo che l’esperienza sia fatta nella memoria più rigorosa possibile, non è un museo canonico, è un tempio della memoria Personnes, 2010 Al Grand Palais di Parigi Indumenti che rimandano alla persona ma anche alla sua assenza La presenza umana è suggerita dagli oggetti On Kawara (1932-2014) È un artista giapponese, esponente dell'arte concettuale Il suo lavoro coinvolge la coscienza personale e storica del luogo e del tempo La sua pratica è spesso associata all’ascesa dell’arte concettuale, ma per il suo spirito complesso e la sua portata filosofica si distingue nettamente. One million years, 1969 Anni dal 998.031 a.C. al 1969, anno della realizzazione del lavoro La scrittura degli anni, esattamente 1 milione, sotto forma di lista, che trasforma la storia dell’universo e del tempo in 10 pagine Una storia di milioni di anni ridotta a 10 pagine, fa apparire le nostre esistenze una piccolissima parte di una storia che si estende per molto più tempo On Kawara mette in relazione il tempo individuale con il tempo storico Silence, 2015 Mostra tenuta a New York 75 riprodotto, che poi dopo essere stato usato veniva riposto in vetrine costituendo una personale archeologia In occasione della mostra del 1971 La rivoluzione siamo noi, l' artista intrattenne il pubblico attraverso un discorso che possiamo considerare una lezione Come un maestro, come colui che aveva ben chiaro il ruolo e la responsabilità dell'artista nel processo di trasformazione sociale, svolgeva queste lezioni, che venivano chiamate azioni, sulla base di temi come la politica la trasformazione della società Lo slogan cultura= capitale è molto ricorrente nei suoi schizzi Beuys viene definito un artista legato ad un'arte antropologica, che ha nei confronti dell'uomo, delle organizzazioni sociali e della natura e dell’ambiente un profondo interesse Alla fine degli anni ’60- inizi degli anni’70 l’artista insegnava scultura monumentale a Düsseldorf Momento di grande conflitto generazionale oltre che politico, sono gli anni dopo il '68, si schiera accanto digli studenti non ammessi al corso di scultura monumentale Nel 1973 con lo scrittore Heinrich Böll fonda un’università Negli anni '80 si concretizza la sua attenzione per l'ambiente Come un artista sciamano Un altro concetto chiave di Beuys è la scultura sociale, una scultura che non è legata alla lavorazione e alla lavorazione di materiale concreto, ma è qualcosa che si sviluppa nella società Polentrasport, 1981 Museificazione di un'azione che si svolge nel 1981 che vede l’artista partire dal suo studio e arrivare in Polonia (stagione esaltante da una parte perché si sta svincolando dal potere sovietico, e intensa da un punto di vista politico) L' artista aderisce a questo movimento di popolo e fa un'azione, attraversa con il suo camioncino carico di lavori e materiali, attraversa la Germania e arriva a Lodz, Polonia Per 3 giorni spiega il senso di tutto ciò che sta portando, i simboli, alla gente che all'inizio è incredula Dimensione di tipo catartico, ma anche azione di risoluzione di un trauma e di conciliazione La gente capisce il senso dell’azione e alla fine dell’azione, in maniera incauta, l’alista si spinge fino alla Russia, dove viene costretto a tornare indietro Cassa che portava diversi elementi, schizzi/disegni nati da alcune riflessioni, più di 1000 oggetti Trasforma la vita stessa dell’artista in lavoro da condividere, dove la vita è legata da ragioni politiche chiare; il desiderio di conciliazione, la pace La propria vita diventa un dono lasciato in territorio polacco Arena-dove sarei arrivato se fossi stato più intelligente, 1970 Uno dei lavori più complessi Sembra un processo di auto-archiviazione Viene presentato insieme a Das Rudel, 1969, pullman della Volkswagen con dietro 24 slitte 76 Coperta di feltro su ogni slitta, c'era anche il grasso e altri materiali simbolo Raccolta di fotografie familiari, autobiografiche, era stata presentata dopo una manipolazione dell’artista Vitex Agnus Castus Performance realizzata da Lucio Amelio Pianta usata nei miti greci (agnocasto) L' artista è steso per terra, cinto di questa pianta insieme a questo cumulo di materiali, avevano parti in ferro e rame→ conduttori di energia Beuys sfregando con la mano diventava conduttore reale di energia Ci sono elementi blu e gialli→omaggio alla tradizione romantica tedesca, in particolare a Goethe e al suo viaggio in Italia La narrazione autobiografica in Beuys si accompagna anche ad azioni compiute in questo modo Beuys non è stato l’unico a costruire Una narrazione autobiografica attraverso le fotografie (vedi Gerard Richter) Gilbert e George (1943 e 1942)-Underneath the arches (1969) Azionismo viennese Il duo ha realizzato delle mostre attraverso i photopieces: attuavano questo processo di auto-archiviazione conservando elementi fotografici che diventavano spunto delle loro performance The Singing Sculpture: mantenendo la struttura del piedistallo, diventano delle sculture che cantano Canzone degli anni ’30 sui senzatetto Le prime performance di questo tipo erano fatte nelle piazze, in spazi pubblici Per questo tipo di performance non abbiamo molte testimonianze Marina Abramovic-The Biography, anni ‘90 Come se facesse un sunto di ciò che è stata fino a quel momento producendo qualcosa che riproponesse, anche grazie alla collaborazione di altri performer, tutto ciò che aveva realizzato nei decenni precedenti Lo fa a teatro→l’artista ha cominciato ad archiviare sé stessa e lo ha fatto attraverso uno spettacolo sulla performance Il corpo dell’artista secondo molti è diventato una living picture La dimensione performativa dell'azione diminuisce e aumenta l’aspetto visivo dell’azione Per questo The Biography può essere considerato uno spettacolo sulle sue performance, più che performance vera e propria Secondo Baldacci, Marina Abramovic archivia sé stessa con una procedura sempre legata a una temporalità, quella del teatro Dal '92 L' artista ha iniziato ad archiviare sé stessa, la propria esistenza e il proprio operato in un maestoso tableau vivant The artist is present, 2010 Pone il problema sulla presenza dell’artista Se non c’è l’artista finisce il lavoro L'artista gioca sulla polisemia del termine “present”, inteso come dono, “gift” Valie Export (1940)-Tapp und Tasticino, 1968/1989 77 Azioni effettuate a ridosso dei cinema a luci rosse L’artista si veste con questo scatolo di polistirolo completamente nuda, invitando uomini a toccarle realmente il seno Tema della violazione del corpo Action Pants: Genital Panic, 1969 Vestita con un giubbotto di pelle attillato, fucile in mano, pube esposto Suscita scandalo perchè sessualmente provocante Da una parte mostravano il desiderio di liberazione da qualsiasi tipo di restrizione morale Giacomo Grosso (1869-1938)- Supremo Convegno, 1895 C’entra con due artisti rumeni, Alexandra Pirici e Mamuel Pelmus, che nel 2013, alla Biennale di Venezia hanno realizzato un lavoro che si chiama An immaterial retrospective of the Venice Biennale con cui hanno rappresentato la Romania I performer presentano l'opera di Giacomo Grosso, quadri viventi che ripropongono la storia della Biennale attraverso l'azione Si tratta di una retrospettiva immateriale, che sostituisce l'opera stessa attraverso il gesto che la interpreta e la fa rivivere Gonzales Torres (1957-1996) Origine cubana, omosessuale, è stato tra coloro che ha lavorato artisticamente per testimoniare la necessità dei diritti per la comunità LGBT Untitled, 1991 Dopo la morte del compagno realizza lavori con i mucchi di caramelle Il peso delle caramelle corrisponde al peso del suo compagno Partecipazione diretta degli spettatori, richiesta dall’ artista, che possono prendere le caramelle L’opera assume una conformazione diversa nonostante abbia sempre lo stesso peso perché si adatta agli spazi dove viene delicata Ingerire il corpo è un modo per rivivere (simbolo religioso) Letto vuoto, 1991 Immagine intima che diventa pubblica che mostra un'assenza Trattiene il peso dei 2 corpi che hanno lasciato il letto Fotografia stampata e esposta sui cartelloni pubblicitari di New York Tino Seghal (1976)-Constructed Situations, 2013 Non c’è documentazione video e grafica per scelta dell’artista Non esistono foto, filmati, illustrazioni sui cataloghi Azioni collettive che possono essere tramandate solo oralmente C’è solo una didascalia come unica traccia dell’azione Ha scelto deliberatamente di non archiviare se stesso, di non trasformare il suo lavoro in qualcos’altro che non è l'azione stessa Eduardo Kac (1962)-Alba, 2000 Artista delle arti visive americano Una delle prime opere transgeniche realizzate dall' artista Coniglio verde impiantato con il genoma di medusa fosforescente 80 stessi anni in cui la Rai trasmette le prime trasmissioni sperimentali (1952) questi Concetti Spaziali, che erano delle superfici su cui il buco consentiva di emettere questo flusso di luce che entrava e fuoriusciva dalla tela C'è stata un'accelerazione nella seconda metà del '900 nel mondo della televisione Richard Hamilton (1922-2011) con Collage; Andy Warhol (1928-1987) ha usato le immagini provenienti dalle trasmissioni televisive, ad esempio realizzando i ritratti della vedova di JFK, Jackie, 1964; Nam June Paik (1932-2006), artista sudcoreano trapiantato in America, è il primo realizzatore di immagini video Il 1963 è l'anno di questa istallazione con questi televisori dove le sequenze televisive vengono ad essere manipolate con magneti e impulsi sonori Il lavoro di Wolf Vostell è, attraverso l'utilizzo di questo mezzo di comunicazione le cui immagini vengono volutamente distante dall' artista, una denuncia dell'unidirezionalità del messaggio televisivo e della trasmissione televisiva e un avviso rispetto alla dittatorialità insita nel messaggio televisivo In ambito Fluxus questo artista tedesco, proprio perché Fluxus è a sua volta influenzato dall' opera degli artisti dadaisti, in particolare di Marcel Duchamp, il carattere ironico e di scardinamento del linguaggio è particolarmente evidente Angela Ricci Lucchi (1942-2018)e Yervant Gianikian (1942) Coppia nell'arte e nella vita Mostra del 2012 all'Hangar Bicocca di Milano, “NON, NON, NON” E' stata una mostra in grado di percorrere più di 40 anni di carriera svolta Due artisti e cineasti italiani, Gianikian ha origine straniera, figlio di un armeno, particolarmente interessato alle questioni di tipo storico anche per questioni biografiche perché il padre è stato uno dei profughi armeni sopravvissuti al genocidio turco Questioni legale a storia, politica sono state al centro del loro lavoro La differenza di formazione dei due, Gianikian veniva da studi di architettura mentre studi di pittura hanno interessato Angela Ricci Lucchi I temi principali della loro ricerca li hanno visti, attraverso film e installazioni, lavorare sulla storia, memoria della violenza del '900 Soprattutto quello che hanno fatto nel caso di questa lunghissima attività è lavorare sulle conseguenze politiche e sociali delle guerre, del fascismo, del razzismo e del colonialismo Ci presentano immagini di repertorio, ritrovate, scelte, virate cromaticamente dal bianco e nero in cui sono state realizzate e riproposte attraverso colori fortissimi E' importante ricordare un aspetto giocoso, volto a suscitare anche dei ricordi infantili, ma quando è nato il loro incontro a metà degli anni ’70 (nel 1975 Angela ha alle sue spalle la partecipazione alle lotte politiche del ’68), la loro collaborazione nasce dal rimontaggio e dalla "rifilmatura" da parte di Gianikian di una pellicola girata da Ricci Lucchi dando vita ad un nuovo tipo di pellicola Inventano la camera analitica, macchina da presa artigianale con cui tra il cinematografico e l'artistico la coppia salva dall'oblio e dall'usura del tempo vecchie pellicole con un lavoro archeologico che consiste nel rifotografare ciascun fotogramma cambiando di volta in volta colore, velocità, dimensione e orientamento per poi rimandarlo in un nuovo film Vecchi film, documentari, storie legate a questioni come le campagne coloniali 81 Molto spesso questi film appartengono al nostro ventennio fascista, venivano girati proprio per celebrare trionfalmente le campagne coloniali Dissezione della pellicola cinematografica, fotogramma per fotogramma che viene a essere rifilmato all'interno della camera analitica e virato da una percezione della storia completamente diversa L'operazione singolare è quella legata ai profumi e agli odori: convinti che ricreare alcuni profumi (il profumo è un catalizzatore di memoria) iniziarono a produrre nella seconda metà degli anni '70 una serie di film in cui alla colonna sonora veniva sostituita una colonna olfattiva che riempiva lo spazio di essenze, di odori, di fumo capacità di riportarci ad uno spazio che non è legato al suono ma al profumo Uomini, anni, vita, 1990 Viene esaminato uno degli episodi storici più forti del '900 Nasce dal genocidio armeno del 1915 (deportazioni ed eliminazioni di armeni perpetrate dall’Impero ottomano tra il 1915 e il 1919, che causarono circa 1,5 milioni di morti) Dal polo all'equatore, 1987 e Diario africano, 1994, sono legati allo sfruttamento delle popolazioni africane e dei territori africani in seguito alle campagne coloniali Immagini dell' Oriente: turismo da vandali, 2001→ iconografia dell’orientalismo, europei entrano nel quadro esotico, viaggio in India in epoca di gravi tensioni anticoloniali, primo turismo compiuto tra il 28 e il 29, prepara il fenomeno del vandalico turismo di massa Quando Ricci Lucchi e Gianikian cominciano a lavorare in questa camera analitica, spazio che assomiglia molto alle botteghe rinascimentali di esperimenti scientifici alle origini del cinema, la questione della relazione tra il nostro paese come attore in primo piano di politiche coloniali e razziste sembra quasi essere trascurata È attraverso questa riappropriazione e questo viraggio che gli artisti riescono a presentare una sorta di spaccato completamente diverso che era difficilmente accessibile in quegli anni al pubblico italiano Quello che gli interessava era sollevare la questione di chi fossero davvero i colpevoli Questione legata all'attenzione precoce a questo tipo di temi (già in tempi non sospetti o quando questi temi non erano temi dell'agenda pubblica) Questo smontaggio quasi artigianale della sequenza riesce a fare emergere ciò che la sequenza, molto più veloce, nasconde Si vede questo soffermarsi in maniera molto più lenta sulle immagini che dà un altro tipo di visione; trasforma i volti, trasforma i paesaggi È come se ci si prendesse più tempo per vedere l'immagine Il tipo di appropriazione che fanno trasforma completamente l’immagine La loro ricerca artistica nasce anche da un contatto con gli archivi, anche di tipo istituzionale Si sono rivolti a quelle istituzioni che conservano materiali legati al colonialismo italiano in Libia, in Eritrea, in Etiopia in cui molto spesso si nascondevano qualsiasi tipo di crimini e sfruttamenti Stan VanDerBeek (1927-1984) 82 Costruisce un movie-drome, una sala speciale di proiezione a forma di planetario, dove tutte le proiezioni occupano questa sorta di cupola in modo che i film diventano i pezzi che si sovrappongono gli uni agli altri Paolo Gioli (1942-2022) Pittore, fotografo e regista italiano, di cinema sperimentale [Sono tutti artisti che condividono lo stesso anno di nascita (’42); questo vuol dire che la generazione dei ventenni /trentenni alla fine degli anni ’60 e agli inizi degli anni '70 viene folgorata dal mezzo video] L'alista recuperava scarti provenienti da pellicole di diversa lunghezza che venivano del essere commutati in un unico formato, diventando una specie di sperimentazione Un' altra cosa che faceva era questa reinvenzione completa della macchina da presa che diventava una specie di dispositivo artigianale su cui lavorava fotogramma per fotogramma, molto spesso si vedono i tagli delle pellicole diverse Ha anche lavorato direttamente sul positivo e sulle polaroid Antoni Muntadas (1942) Artista di origine spagnola multimediale post-concettuale Political Advertisements → Lavori cominciati alla fine degli anni ’70, ha sempre lavorato con i presidenti americani Lavoro completamente diverso rispetto agli artisti precedenti, più legato allo svelamento dei meccanismi di potere In questi messaggi pubblicitari, realizzati dai candidati alle elezioni per il presidente americano o poi diventati vincitori, ha isolato delle immagini facendo capire quanto i discorsi e anche la costruzione dell'immagine durante le campagne elettorali fosse un elemento di coercizione, ma anche la trasformazione dei candidati stessi in prodotti che utenti ascoltatori dovevano consumare Come i politici vendono la verità ma anche come i politici si trasformano essi stessi in prodotti da essere venduti e scelti Baldacci: «Political Advertisements non è soltanto una composizione di registrazioni d'archivio ma è in sé uno spazio d’archivio così come lo sono anche altri suoi lavori. Video is Television? del 1989, raccoglie frammenti di found footage della storia del cinema e della video art presentando delle scene astratte quasi del tutto illeggibili» In questo montaggio si sovrappongono alcune parole chiave come manipolazione, contesto, pubblico, frammento, che compongono una specie di catalogo di tutte quelle operazioni che vengano fatte con le immagini video Anche in questo caso si tratta di una denuncia delle manipolazioni William E. Jones (lezione del 06-11) Declassified wallpaper, 2015→ ci troviamo di fronte a un altro tipo di operazione: si tratta di testi che sono stati desegretati dalla CIA o da altri organi di sicurezza Ha raccolto tutte quelle inchieste per le quali ci sono stati per molti anni dei segreti di natura militare e non solo Ci testimonia quanto questo processo in realtà faccia emergere solo quello che le istituzioni vogliono, non è un processo di natura democratica 85 Attraversano l'intera nazione tedesca (e non solo) Tutte le loro fotografie sono attraverso il sistema a griglia Di fronte ad un'organizzazione così fredda, ad un bianco e nero così nitido, e ad un posizionamento delle fotografie per tipi, è come se questo tipo di ordinamento fosse lo strumento attraverso cui controllare l’aspetto emotivo, il pathos rispetto ad un paesaggio che sta svanendo Molti di questi esempi di archeologia industriale sono stati demoliti, rimossi Facciate delle fabbriche sembrano facciate di cattedrali, anche se non sanno alcun valore artistico Bernd e Hilla dagli inizi degli anni ’70 vanno a insegnare all’accademia di Düsseldorf, come se dessero vita alla scuola di Düsseldorf di fotografia Impostazione quasi per dare un ordine “Archiviare la memoria” Hans-Peter Feldmann (1941-2023)-Krankenwagen, Nuvole Artista visivo tedesco Impegnato in questa serie di ritratti di persone, gruppi, luoghi, elementi naturali e oggetti Il suo approccio alla creazione artistica era quello di collezionare, ordinare e riproporre Campagne fotografiche tematiche raccolte in pubblicazioni Famiglie a cui vengono tolti i volti, star del cinema Joachim Schmid (1955) Artista berlinese che lavora con la fotografia trovata dall'inizio degli anni '80 Raccoglie le immagini fatte dagli altri Costituisce anche un istituto per il riciclaggio delle fotografie usate Archiv, 1986-1999 Questione della quantità e delle fonti indirette "Canal grande", "Torre Eiffel", paesaggi olandesi Monta le immagini come se fossero griglie Peter Fischli e David Weiss (1952) e (1946-2012) Duo di artisti svizzeri che hanno collaborato a partire dal 1979 Realizzano dei lavori che tengono in considerazione la classificazione Sole, luna e stelle, 2007-08 Raccolta di immagini dei 3 soggetti così come vengono riletti e reinterpretati nei magazine e nelle immagini pubblicitarie Il mondo visibile, 1997 Attraverso gli schermi Raccolte di artisti che attingono a immagini altrui The way things go, 1987 E il lavoro più noto Effetto domino, materiali di recupero, copertoni, paglia, formine di terracotta Ha a che fare con la possibilità di governare il caos e l'imprevedibilità Philip-Lorca DiCorcia (1953)-Thousand, 2007 86 Fotografo americano In questo passaggio Baldacci si occupa di artisti che costruiscono una sorta di archivio personale, o recuperato, o creato Sequenza di 1000 polaroid affiancate l'una dietro l'altra che godono di un accostamento che crea un racconto visivo anche di immagini disparate Complessità di una sequenza diversissima Ed Ruscha (1937)-Every building on the sunset trip, 1996 Pittore e fotografo statunitense, stagione pop Fotografa le stazioni di rifornimento nei sobborghi statunitensi Libro pieghevole che si apre Si tratta di una presentazione di una rappresentazione di tipo fotografico che riesce ad essere esaustiva e interessante sul paesaggio americano Dan Graham (1942-2022) È stato un performance artist e architetto statunitense La sua prima attività artistica anticipa la cosiddetta arte concettuale, a cui spesso viene successivamente associato Nei suoi ultimi lavori ha utilizzato fotografia, video, arte performativa, strutture in vetro o specchi e televisori a circuito chiuso Homes for America, 1966 Arte concettuale Indagine sulle case degli americani Questioni di tipo politico Allan Sekula (1951-2013) Fotografo, scrittore, regista, teorico e critico americano Il suo lavoro si concentrava spesso sui grandi sistemi economici o "le geografie immaginarie e materiali del mondo capitalista avanzato" Fish Story, 1995 This ain’t China: a photonovel, 1974 Martha Rosler (1943)-Semiotics of the kitchen, 1975 Artista, fotografa e critica d'arte statunitense Video realizzato home-made Battaglia di genere, matrice femminista dell'artista Uno dei suoi lavori più importanti Dalla A alla Z nomi degli utensili The Bowery in 2 inadequate descriptive systems, 1974-75 Quartiere vicino Chinatown e Little Italy Viene occupato da uomini e donne stranieri Quando realizza questo lavoro il quartiere era malfamato Processo di gentrificazione Luoghi occupati dai senzatetto, alcolizzati, ecc. Parole usate per definirli e offenderli If you lived here,1991 Ragioni legate alle politiche americane (Ronald Reagan) delle distorsioni per il capitalismo che crea povertà 87 Spazio ricostruito all'interno di uno spazio espositivo Bringing the war home, 2004 Artificio del montaggio Immagini del fronte vietnamita montate con foto di casalinghe usate per la pubblicità Carl Andre (1935)-Passport, 1970 Pittore e scultore statunitense, appartenente alla corrente del minimalismo Lavoro concepito come una serie di immagini che diventano il pantheon personale dell'artista A Baldacci interessa evidenziare anche come in ambito minimalista si lavori e si operi a una costruzione di riferimenti importanti per gli artisti Giuseppe Penone (1947) Artista e scultore italiano, esponente dell’arte povera Forma di auto archiviazione che coinvolge anche il corpo Svolgere la propria pelle, 1970-71 Una delle tante tavole Lavoro interessante perché ci mette di fronte ad una serie molto precisa dell' artista fatta sul proprio corpo L'intero corpo diventa una sequenza, un insieme, che si scompagina attraverso ogni piccolo dettaglio È una vera e propria mappatura del corpo Comparazione tra pelle e pellicola fotografica Nel nostro caso riprende i temi del corpo come archivio: il corpo è naturalmente un archivio Rovesciare i propri occhi, 1971 La pupilla è sostituita da uno specchio Franco Vaccari (1936) Artista e fotografo italiano Nel 1972 alla Biennale di Venezia (dedicata al comparto) gli viene affidato uno spazio molto ampio Il giorno dell'inaugurazione c'è solo la Macchina fotomatic, dove si realizzano le fototessere Esposizione in tempo reale, 1972 Attraverso questo lavoro scardina l'idea di opera e di mostra e ci restituisce dei tipi degli anni '70 Sulle pareti l’ artista invitava chi entrava nella sala a lasciare una traccia in tempo reale attraverso una fotografia Alla fine dell'edizione c'erano 6000 sequenze fotografiche Tendenza degli artisti a cogliere il potenziale di traccia e anche di presenza/assenza Rispetto ai temi è idealmente simile al progetto di Sander, perchè al di là delle differenze formali rispecchiava anch’esso il volto del suo tempo Messa in discussione della mostra data una volta per tutte, perché si costruisce facendosi 90 Trattamento che, a partire dal 1964, Mandela e gli altri detenuti subiscono: erano incatenati e vengono portati nella cava di calce dove vengono pressi a rompere queste rocce e a scavare; la calce viene usata per trasformare le strade dell'isola in bianco Alla fine del giorno gli uomini ricoperti dalla polvere di calce, subiscono gli effetti della luce che riflette sulla pelle Una delle loro ripetute richieste sono gli occhiali da sole → negata Non ci sono fotografie che mostrano Mandela piangere il giorno del suo rilascio; è stato detto che questa luce accecante che derivava dalla calce gli ha portato via la capacità di piangere Bianco-Nero, Visibilità-Cecità L'immagine di Mandela che esce dalla prigione e l'assenza di immagini che lo vedono piangere a causa di questa sovraesposizione della luce Noi immaginiamo che sia l'eccesso di luce che ci da la possibilità di vedere, invece non è così: l'eccesso di luce è qualcosa che porta evidentemente alla cecità 2001, Pennsylvania, 15 aprile, si dice che una delle più grandi collezioni di fotografie storiche del mondo dovrebbe essere sepolta in una vecchia miniera di calce per sempre La miniera, collocata nella Pennsylvania dell' ovest, è stata trasformata in un rifugio antiaereo nel 1950 e ora è nota come Iron Mountain National Underground Storage site L' archivio Bettman and United Press International, che contiene circa 17 milioni di immagini è stato acquistato nel 1995 da Bill Gates Gates sposterà queste immagini da NY alla miniera e le seppellirà 220 piedi sotto la superficie Si è pensato che questo trasferimento conserverà le immagini ma le renderà anche inaccessibili Al loro posto Galles ha programmato di vendere scan digitali delle immagini (ci vorranno circa 453 anni per digitalizzare tutto l' archivio) La collezione include le immagini dei fratelli Wright in volo, JFK Jr. che rende omaggio alla tomba del padre, immagini importanti della guerra del Vietnam, Nelson Mandela in prigione Gates è anche proprietario di altre agenzie fotografiche, possiede i diritti di esporre (o seppellire) di circa 65 milioni di immagini (anche quella di Kevin Carter) La storia di questa società americana, che vede anche il possesso di quelle foto legale ad un altro momento chiave della storia internazionale come Piazza Tienanmen, i cui diritti sono stati venduti nel 2016 alla più grande società cinese di distribuzione di immagini e che successivamente ha ceduto a Getty Images lo sfruttamento economico dei credits Come dice Maria Giovanna Mancini, l'opera di Jaar, che interroga il suo pubblico sui meccanismi non sempre espliciti che governano le immagini, sembra evidenziare con il gesto dell'accecamento il potere ambiguo insito statutariamente nell' archivio Anche l'altro pannello legato all'inizio del conflitto in Afghanistan è ugualmente strutturato intorno alla possibilità di conoscere o non conoscere gli eventi legati agli attacchi in Afghanistan 91 Il passaggio e l’installazione creata dall'artista ci porta direttamente intorno a una delle questioni chiave che vede appaiate le parole “potere” e “archivio”: attraverso una installazione, fredda nella sua conformazione, data esclusivamente da pannelli retroilluminati con tre episodi, un percorso prima buio e poi reso chiaro da questo eccesso di luce, ci mostra una scelta particolarmente precisa dell' artista The Sound of Silence, 2006 Percorso con un semaforo Alla fine del percorso c’è un filmato che mostrava una fotografia realizzata da un foto giornalista americano, Kevin Carter, che realizza questa fotografia in Sudan, in un momento particolarmente drammatico per la nazione che sta attraversando in quegli anni (’90) una profonda carestia (bambina in fin di vita vicino avvoltoio) Il fotografo riceve il massimo riconoscimento per questo scatto (Premio Pulitzer) Qualche hanno dopo l’ artista si suicida a causa della sua “non azione” nei confronti della bambina L’occhio di Alfredo Jaar nei confronti di Kevin Carter va a sottolineare l’estrema visibilità del dramma umano e la cecità di colui che non ha agito L’estrema visibilità non ha condotto ad un’azione Le questioni politiche affrontate da Alfredo Jaar sono particolarmente radicate nel tempo Alla fine degli anni ’70, nel Cile ancora governato da Pinochet, Jaar realizza una vera e propria inchiesta dal titolo Studio sulla felicità Domanda posta in giro per la città, come se fosse un cartello pubblicitario Il lavoro ha visto impegnato l'artista per circa 3 anni, dal 1979 al 1981, ed è diventato uno dei suoi primi lavori allestiti in uno spazio pubblico, fatto interrogando direttamente le persone, chiamate a rispondere anche con timore ad una domanda delicata a causa del regime politico Telecomunicación,1981 Uno dei lavori più noti e famosi È un lavoro sui desaparecidos cileni che utilizza un riferimento alla scomparsa degli attivisti a Belfast In basso c'è una fotografia che è un ritaglio di giornale che ritrae le attiviste che hanno in mano dei coperchi per far rumore e per battere per terra usati per denunciare la scomparsa degli attivisti nel conflitto tra Inghilterra e la Irlanda del Sud (1969) L' artista, memore di questa battaglia, ha installato dei coperchi in giro per la città Uno dei primi lavori che mette insieme battaglie politiche di natura diversa Per entrambe le opere il regime è ancora in corso, espongono l’artista a un certo tipo di rischio, pericolo Diventano però degli elementi disseminati nello spazio pubblico che ricordano e mettono in guardia da tutto questo La relazione dell’artista con lo spazio pubblico è particolarmente proficua perché in anni successivi, quando è stato chiamato a Skoghall (Svezia) nel 2000, è stato invitato a realizzare un progetto d'arte pubblica, ha messo in piedi una vera e propria struttura a partire dalla carta 92 Skoghall è famosa per la presenzia di una cartiera attiva e tutte le iniziative di questa cittadina e la maggior parte della popolazione ruota attorno la produzione della carta L' artista ha realizzato uno spazio espositivo interamente realizzato con la carta, suddiviso in padiglioni occupati a loro volta da interventi di giovani artisti che hanno utilizzato questo tipo di materiale L' artista è partito da un' inchiesta interrogando la comunità rispetto ai propri bisogni e si è reso conto che quello che mancava era uno spazio espositivo ma anche di condivisione di contenuti di tipo culturale Era uno spazio che ha fatto sentire la propria presenza e la propria utilità ma che alla fine è stato volutamente incendiato dall' artista per sottolineare un'assenza Jaar ha rifiutato il finanziamento pubblico per realizzare il suo lavoro e si è rivolto direttamente ai dirigenti della compagnia della cartiera È stata la stessa azienda ad accettare questo tipo di progetto e a finanziarlo Il suo progetto puntava a sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare la curiosità dei cittadini: la presenza e la successiva assenza di un elemento portante della civiltà contemporanea come poteva essere un museo, portava l’attenzione su quello che, fino a quel momento, era stato un problema invisibile agli occhi della città svedese. La comunità divenne dunque ‘spett- attrice’, partecipando positivamente e attivamente alla vita culturale, seppur davvero breve, di Skoghall The Rwanda Project, 1994-2010 Lavoro legato ad un'altra crisi di tipo umanitario per il quale ha realizzato una serie di scatti fotografici che poi sono stati utilizzati per creare una sorta di scatole e sono diventate una raccolta fondi per il Rwanda Questions, Questions, 2008 Lavoro realizzato a Milano, fatto a partire dalla ricerca di Antonio Gramsci e Pier Paolo Pasolini È partita una campagna di affissione nella città Serie di domande che hanno occupato gli spazi pubblicitari, le fermate dell'autobus, le vecchie cabine telefoniche, ecc. La relazione dell' artista con la città, con lo spazio pubblico, va di pari passo con quei lavori che hanno fatto sì che l'artista si interrogasse sulla natura delle immagini e sulle loro proprietà Quello che è centrale insieme alla metafora del buio e della luce è la questione della proprietà dell'immagine, del suo uso, della sua esposizione e della possibilità di interrogarsi Una questione diversamente posta ma altrettanto legata alla fotografia come procedimento tecnico, come frutto di positivo/negativo, buio/luce, diventa centrale per l' artista sudafricano William Kentridge Il padre di Kentridge, Sir Sydney Kentridge, è stato l'avvocato difensore di Nelson Mandela Sin dagli anni ’70 si è occupato di questioni legali e di tutela di una maggioranza di popolazione fino alla fine del regime della segregazione razziale È un artista sudafricano bianco, proveniente da una famiglia di origini ebree, ha studiato scienze politiche 95 L'altro aspetto (1) riporta al centro la questione del teatro, è in realtà lo spazio che consente di performare la storia, ovvero continuare a interrogarla continuamente Performare la storia consente un approccio non dato mai una volta per tutte, è l'esemplificazione di una precisa postura intellettuale dell'artista nei confronti dei dati esaminati 96 29-11 Institutional Critique→ è una forma di pratica e di ricerca artistica, che si sviluppa negli anni ’70, che mette al centro i meccanismi e le storture del sistema dell’arte istituzionale, analizzandola e criticandola Per istituzioni artistiche in questo caso si devono intendere le gallerie, i musei, i maggiori festival e le più grandi fiere, cioè gli esponenti di peso del mercato dell’arte Le origini della institutional critique si possono trovare negli artisti che, nel 1863, si distaccano dal Salon ufficiale proponendo il Salon des Refusés, nella prima mostra degli impressionisti e nelle operazioni di Marcel Duchamp Hans Haacke (1936) Artista concettuale, viene considerato uno dei più importanti esponenti della Institutional Critique La natura dell'archivio viene messa ulteriormente in discussione Una delle priorità di Hans Haacke è quella di utilizzare l' archivio sia come fonte documentaria, sia come dispositivo per l'esposizione La questione del dispositivo rimanda all'utilizzo che Michel Foucault fa di questo termine, per Foucault il dispositivo è un insieme eterogeneo di elementi linguistici e non linguistici con funzione strategica che genera una rete di rapporti, i quali si inseriscono in un gioco di relazioni di potere e finiscono per condizionare certi tipi di sapere da cui vengono a loro volta condizionati L'archivio è per Haacke fonte e dispositivo L'artista tedesco si trasferisce a NY nel 1965 Hans Haacke e molti altri costituiscono agli inizi degli anni ’70 questa realtà che condivide una presa di posizione molto netta nei confronti delle istituzioni museali Non possiamo parlare di un movimento specifico ma di alcuni artisti che condividono questa presa di posizione nei confronti dell'istituzione museale considerata non neutrale Uno dei verbi usati da Baldacci per descrivere i lavori di Hans Haacke è smascherare→ quello che interessa l’artista è smascherare l'illusione che il valore estetico di un'opera d'arte sia sganciato da questioni economiche e politiche Nel momento in cui consideriamo questo aspetto, secondo il quale non esiste valore estetico di un'opera che non abbia delle relazioni e delle conseguenze dettate da una condizione politica, dettate da determinate scelte L' institutional critique è considerata una costola del concettuale; abbiamo detto che l'arte concettuale è un fenomeno che si sviluppa negli Stati Uniti principalmente, e una delle caratteristiche è un atteggiamento analitico, una postura tautologica (Joseph Kosuth), un'arte che riflette su se stessa attraverso il linguaggio Abbiamo individuato nell’arte concettuale l'interscambiabilità con ciò che può essere letto e ciò che può essere visto Nella prima parte della produzione di Hans Haacke (prima di andare in USA ), è interessato a riflettere sui sistemi fisici e biologici, ai sistemi sociali in tempo reale Una delle cose che l'artista osserva di più sono le variazioni dei sistemi fisici e biologici in relazione al contesto→ il sistema non può essere osservato univocamente 97 Metodo che tiene conto di un approccio scientifico e che tiene anche conto della sociologia L' artista infatti si definisce un sociologo amatoriale E' un marxista, agli inizi degli anni '60 la dialettica marxista si intreccia con questioni che riguardano la cibernetica, e la possibilità di migliorare la situazione sociale attraverso la cibernetica (sogno che svanisce negli anni '80) Condensation Cube, 1963-65 Agli inizi degli anni ’60 l'artista realizza lavori che esploravano le interazioni tra i sistemi fisici e biologici e i loro naturali processi La forma rimanda alle sculture minimaliste All'interno del cubo ci sono delle gocce d'acqua che si trasformano É l'esemplificazione di un processo che mette in relazione un oggetto con il contesto e con il luogo fatto di altri oggetti e/o spettatori Una modalità apparentemente dalle forme minimaliste tiene conto di un elemento naturale, l' acqua, soggetto ad una trasformazione Ci dice alcune cose della postura artistica e intellettuale di Haacke→ considerare il contesto politico e sociale come materiali Parla del buer come parte dell'environment, non gli interessa quell'oggetto in quanto tale ma come strumento per rendere esplicito il processo Una delle cose che interessa l'artista è arrivare alla verità, verità e conoscenza devono essere condivisi Artista creatore di un dispositivo che smaschera A breed apart, 1978 "Una razza a parte" Svela i meccanismi del linguaggio pubblicitario Scelta di slogan associati alla macchina Jaguar In che modo viene trattato il popolo sudafricano È esattamente l'esemplificazione di una segregazione, di una differenza di classe oggettiva Automobile usata da una classe agiata Lapsus freudiano che mette in luce questo aspetto N.B. non c'entra con le nostre questioni dell' archivio Arrivato in America comincia ad interessarsi a questioni di tipo politico Nel 1969 diventa parte della Coalizione dei Lavoratori dell’Arte → non artisti, impostazione di tipo politico e una rivendicazione di tipo politico in una fase che per l'America vuol dire la guerra del Vietnam Non cercano la fama o il prestigio degli artisti, si dispongono a lavorare come una comunità che si occupa di alcune questioni e fa delle rivendicazioni molto precise Es. Chiedono a musei come il MOMA o ad altre istituzioni come mai ci siano pochissime artiste donne esposte o pochissimi artisti neri, come mai gli ispano- americani siano completamente esclusi Pongono delle questioni nel 1969 che incrociano quelle battaglie di rivendicazione dei diritti sociali delle minoranze in America Una delle cose più importanti è la questione del contesto→ un'attenzione specifica, non solo come fonte Intende l’arte come strumento di cambiamento sociale
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