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Caratterizzazione del Personaggio: Descrizione e Discorso, Appunti di Critica Letteraria

Storia della LetteraturaLinguistica applicata alla letteraturaTeoria della letteraturaNarratologia comparata

Il processo di caratterizzazione di un personaggio attraverso le descrizioni definite, la narrazione diretta e indiretta, la psiconarrazione e il monologo interiore. Il testo illustra come Jane Austen, Balzac e altri scrittori utilizzano diverse tecniche per rendere i personaggi vividi e realistici. Vengono inoltre discusse le differenze tra psiconarrazione consonante e dissonante, il ruolo del narratore e la distinzione tra diegesi e mimesis.

Cosa imparerai

  • Come la psiconarrazione consonante e dissonante influiscono sulla rappresentazione del personaggio?
  • Come Jane Austen utilizza la descrizione diretta per caratterizzare i suoi personaggi?
  • Come il monologo interiore aiuta a profilare il linguaggio e la prospettiva del personaggio?
  • Come la distinzione tra diegesi e mimesis influenza la caratterizzazione del personaggio?
  • Come il narratore assume differenti ruoli nella narrazione?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 14/01/2020

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Scarica Caratterizzazione del Personaggio: Descrizione e Discorso e più Appunti in PDF di Critica Letteraria solo su Docsity! CRITICA E TEORIA DELLA LETTERATURA MODULO A Narratologia: sono gli strumenti che servono per l’interpretazione dei testi narrativi. Si sviluppa a partire dagli anni ’60 , nasce nel formalismo russo dal punto di vista teoretico. I testi narrativi principalmente parlano dei personaggi. Differenza tra testo narrativo e racconto > proposta da Gennet. 1. > più letterario, genere discorsivo 2. > la narrazione è breve, semplice (esempio i testi della Munro). PROCESSO DI CARATTERIZZAZIONE DEL PERSONAGGIO Processo di costruzione della fisionomia del personaggio (noi li immaginiamo in un certo modo) > - questo processo parte da “descrizioni definite” > es. topo brigante (sintagma nominale) ; - oppure tramite dei nomi propri > il nome è difficile perché non ci permette di capire la descrizione del personaggio. Bonomi (studioso della filosofia del linguaggio) vede come in un testo il primo passo è creare un modello di rappresentazione. Il racconto mette in scena individui particolari > non tende all’astrazione . Ci sono esempi con in Balzac e in Rosso Malpelo che si discostano un po’ da quanto è stato detto > nel caso di Balzac il protagonista viene presentato come “ un uomo di 50 anni (indefinito); mentre in Rosso Malpelo si parla di un “ragazzo con i capelli rossi”. ELEMENTI DI CARATTERIZZAZIONE DI UN PERSONAGGIO - aspetto fisico - fisionomia morale; - caratterizzazione sociologica, morale, etica, ideologica - proprietà sociologiche Anche il cambiamento è importante > si può figurare il personaggio a partire dal suo cambiamento psicologico. La categorizzazione può essere mediata da soggetti diversi > un personaggio che si descrive a solo, un personaggio che caratterizza un altro personaggio. 1. narratore etero-diegetico > non è un personaggio del racconto e caratterizza i personaggi di cui parla. In questo caso si può comporre la fisionomia del personaggio in modo coerente o no. In questo caso tocca al lettore completare e arricchire la rappresentazione del mondo narrativo. Il lettore deve seguire due principi: 1. realtà > i personaggi che trova nel libro si presuppone che siano come quelli che si trovano nella realtà (cfr. Dalt Walton) 2. mutua credenza > principio storicistico; es. Se interpreto Machbet con un principio di realtà credo davvero che abbia avuto una visione, se invece lo interpreto sotto questo punto di vista credo che abbia avuto una allucinazione. Comunque, nonostante il lettore cerchi di essere completo nella caratterizzazione del personaggio alcuni elementi rimarranno sempre incompiuti > alcune proprietà nella vita del nostro personaggio rimarranno indefinite (da questo punto di vista si realizza il principio di realtà, perché se io dovessi incontrare una persona per strada non potrei mai immaginare fatti della sua vita). Questa informazione si lega ad una corrente > semantica dei mondi possibili : siamo tutti portati a dire che i personaggi dei mondi fittizi non esistono, però sembrano essere fra di noi. L’applicazione dei mondi possibili è metaforica > gli enti sono indeterminati rispetto alle proprietà L’elaborazione di questi personaggi, a differenza delle persone reali, è ermeneutica > si vuole elaborare con un’operazione di interpretazione qualcosa che ha una funzione tematica. I personaggi servono anche per portare a conoscenza un tema che noi ricaviamo non attraverso un discorso saggistico, ma grazie alle vicende che il nostro personaggio deve affrontare. Da questo punto di vista i personaggi letterari sono anche personaggi esemplari . Il concetto che ci interessa di “esemplarità” è quello elaborato da Nelson Goodman (fa riferimento sia ai personaggi romanzeschi, tragedia o satira) > noi vediamo i personaggi come individui che appartengono ad una certa categoria che esemplificano determinate qualità a cui noi facciamo riferimento. Come esempio di quanto riportato c’è un esempio in particolare che appunto esemplifica questo concetto: Pagina di 1 12 - “La commedia umana” di Balzac > crea un universo letterario con alcuni personaggi che ritornano> vuole creare una società in tutte le sue varianti e stratificazioni. Secondo Balzac (prefazione del 1842) il personaggio è inteso come una determinata specie sociale > il singolo personaggio esemplifica un gruppo storico sociale. In questo senso un personaggio non è mai una rappresentazione di un individuo reale > rappresentano gruppi di persone, non un singolo. I marxisti hanno elaborato idee vicine a quello che dice Balzac > Luccach torna sull’opera di Balzac e dice che la categoria centrale realistica è il tipo (tipicità morale o atteggiamento attraverso la vita). es. “L’eredità del barone” Rappresenta un personaggio che rappresenta scene morali, sociali e il modo di vivere secondo un rifiuto del giudizio sociale > personaggi che rappresentano la possibilità dell’esistenza. Il processo della categorizzazione è ciò che portiamo avanti ermeneuticamente come lettori. Uno scrittore russo aveva notato che tra i modi che usa Jane Austen per caratterizzare i suoi personaggi ci sono la loro descrizione diretta > attribuzione di proprietà, citazione diretta dei personaggi stessi. Inoltre la fisionomia del personaggio è elaborata anche in relazione a come il personaggio parla > - discorso diretto: battute del personaggio dette sottoforma di citazione, fra virgolette. 1. legato > alla narrazione viene aggiunto il verbo dicendi (disse Giovanna) 2. libero > la citazione delle parole del personaggio senza il verbo dicendi. TIPOLOGIE DEL DISCORSO 1. discorso diretto libero > permette maggiore possibilità di caratterizzazione del personaggio; le parole sono un momento di caratterizzazione indiretta > leggiamo direttamente ciò che dice il personaggio. 2. discorso diretto legato > si crea un’occasione per il narratore di caratterizzare il modo di parlare del personaggio, commentare le parole. Viene aggiunto il verbo dicendi 3. discorso indiretto legato > maggiore mediazione , cambiano i tempi verbali (per il personaggio gli avvenimenti sono al presente, mentre per il narratore sono al passato) ; cambiano le forme della deissi 4. discorso narrativizzato > discorso del personaggio raccontato e narrato attraverso la qualifica dell’atto linguistico che lo costituisce. 5. discorso indiretto libero > non è un’enunciazione narrativa che si può attribuire al narratore, in questo caso si vuole riprodurre il discorso del personaggio, ma tutto ciò non è detto in modo esplicito > lo si capisce per: - variazione del registro molto percettibile - vengono presentati i fatti come se fossero noti a tutti - non viene messo il verbo dicendi - viene usato il parlato del personaggio, e ritroviamo la sua prospettiva. - differenza dei centri deittici; - mescolamento tra presente e passato > “now and past” questo però non stona perché siamo abituati al discorso indiretto libero, e quindi cogliamo intuitivamente che la diversità dei riferimenti temporali è dovuta alla presenza dei centri deittici “adesso erano”. Si passa da una minima mediazione narratoriale, ad un intervento massiccio del narratore Si può parlare di Dual Voice > fa emergere questa compresenza di due linguaggi che può diventare problematica se parlare di “dual voice” significa parlare di due soggettività. > una teorica della letteratura ha osservato che se ci concentriamo sulle marche dell’espressività notiamo che le soggettività non possono essere due, si può rappresentare solo una delle due. • il personaggio è presente come centro deittico, come centro prospettivo, soggetto linguistico e come soggetto di un’esperienza caratterizzata dal senso emotivo> il narratore invece no • ci sono poi anche forme ibride, dove è difficile capire quale struttura sintattica ci sia. I personaggi comunque si rendono noti tramite una relazione caratterizzante > viene definito anche attraverso la relazione dei personaggi e anche attraverso il lettore. Il modo migliore per cogliere il personaggio è parlare di lui come possibilità di esistenza> una possibilità che appartiene anche alla mia stessa identità. Bactin scrive un saggio “La parola nel romanzo” che serve per elaborare una stilistica riguardante il romanzo > la stilistica tradizionale (studio del linguaggio, strutture sintattiche) è una stilistica che sembra appropriata alla lirica o da generi diversi dal romanzo. > secondo lui per analizzare il romanzo si deve superare il distacco fra formalismo astratto e l’astratto ideologismo dello studio della parola artistica. Pagina di 2 12 sentiva senza esserne pienamente consapevole. In questo racconto abbiamo un esempio di monologo narrato fatto in prima persona. Il discorso è collegato con la PROSPETTIVA, problema che si pone da Harry James in avanti . Si parla di focalizzazione. 1. Focalizzazione 0 o non focalizzazione > il testo ci offre una quantità di informazioni superiori a qualsiasi personaggio. Esempio> Promessi Sposi . Ha la capacità di muoversi nello spazio e sa darci informazioni molteplici , anche sulla interiorità dei personaggi. (per descrivere la reazione di Don Abbondio viene usata la psiconarrazione) 2. Focalizzazione interna> assume il punto di vista di un singolo personaggio. Esempio: Il canale del dolore, Wallace. E’ il personaggio principale a mettere a fuoco quello che lo circonda. Monologo narrato in focalizzazione interna. Può essere fissa, e quindi la focalizzazione è sempre su uno stesso eprsonaggio, multipla, variabile. 3. Focalizzazione esterna: il narratore racconta come se ne sapesse meno dei personaggi, è un personaggio esterno e racconta solo ciò che vede, non quello che sentono i personaggi. Esempio: Colline come elefanti bianchi, Hemingway Ovviamente non esistono testi con una sola focalizzazione, spesso ci sono cambi di focalizzazione: Papà Goriot, Balzac. Il testo è caratterizzato dalla focalizzazione 0, ma in alcuni punti si restringe e si passa alla focalizzazione interna. Esistono anche racconti di allargamento di prospettiva > la prospettiva in un racconto della Munro era quella del bigliettaio, improvvisamente la prospettiva si allarga e il narratore parla degli orizzonti ideologici (focalizzazione 0). Si parla di un focalizzatole e un oggetto focalizzato > si dividono i punti di vista interni ad un personaggio e quelli esterni che sono visibili o invisibili; abbiamo due dicotomie trasversali che possono generare 4 possibilità: • Punto di vista interno a un personaggio su oggetti percettibili • Punto di vista interno a un personaggio su oggetti impercettibili • Punto di vista esterno su oggetti percettibili • Punto di vista esterno su oggetti impercettibili Parlando di Dovstoeskij Bactin dice che propone una categoria della polifonia che rimanda a una pluralità di voci e di discorsi . Dovstoeskij pensa al personaggio come portatore di un’esperienza del mondo, ha un’ideologia e quindi tutti i personaggi hanno visioni diverse. Charles Taylor riprende la visione bactiniana > riflette sui modi della costituzione dell’identità personale nella modernità : non esistono identità in isolamento > “costruisco la mia identità attraverso il dialogo interno/esterno con le altre persone”. Flaubert nel 1857 scrive a una sua corrispondente che il romanzo non è l’esposizione delle personalità dell’autore, si deve aprire alla comprensione dell’altro in modo da rappresentarlo in forme polifoniche. MOBILI DI FAMIGLIA - MUNRO 1. IN FUGA Racconto incentrato su : - Carla - Suo marito Clark - Mrs Jamieson Il racconto ci situa nella prospettiva di Carla , inizia con il ritorno di Sylvia e come Carla lo percepisce dalla finestra. Dalle prime battute troviamo: - psiconarrazione - Monologo interiore - Monologo narrato La prima pagina mescola tutti questi modi di narrazione, per raccontare il ritorno di Sylvia e la prospettiva di Carla. Appare subito problematico il modo in cui Clark potrebbe reagire alla notizia. Si passa alla sequenza successiva che rende nota la relazione tra Carla e Clark, resa anche difficile dalla situazione economica e lavorativa. La relazione viene raccontata attraverso quello che accade abitualmente ; viene raccontato il carattere di Clark attraverso i ricordi di Carla e senza di essi il personaggio non può essere Pagina di 5 12 caratterizzato perché la descrizione è basata tutta sulle percezioni di Carla > è intraprendente ma spesso e volentieri molto litigioso. Lei soffre delle situazioni di difficoltò in cui la spinge. Si recuperano un po’ di antecedenti e viene detto che la loro relazione è iniziata con la fuga di Carla dai genitori ma ora la sua relazione è monotona, quasi noiosa, e ha sempre bisogno di un diversivo per spezzare tutta questa monotonia, spera in un cambiamento . A questo punto c’è un’analessi> si torna indietro nel tempo e ci viene raccontato che cosa è successo con Sylvia Jamieson. La conversazione viene rappresentata in forma sfuggente, abbiamo un discorso diretto libero ,e un corsivo per indicare che si tratta di un discorso passato. A questo punto si ritorna al presente e la focalizzazione è incentrata su Sylvia > i personaggi finora ci appaiono nelle loro relazioni reciproche, Clark prima viene rappresentato da Carla, poi da Sylvia e poi da Leon, il marito morto. L’immagine che ci facciamo dei personaggi è una stratificazione delle diverse immagini dei personaggi che riceviamo anche attraverso gli altri personaggi> per questo motivo a volte un personaggio può essere rappresentato da due immagini contraddittorie (ad esempio succede con Carla). Sylvia la ricordava in un certo modo ma adesso le cose sono cambiate, e non ritrova più la ragazza spensierata che si ricordava ; di fronte alle manifestazioni di disperazione di Carla, Sylvia è infastidita . I dialoghi fra i due personaggi di Sylvia e Clark dopo la fuga di Carla > il lettore percepisce che le reazioni di Clark potrebbero essere violente , e la conversazione è resa attraverso la prospettiva di Sylvia . Si vede che i due personaggi hanno due prospettive diverse di Carla. Ad un certo punto della narrazione però i due sembrano condividere lo stesso sentimento. Flora > era stata comprata da Clark , è un personaggio di rilievo per le proiezioni di cui è oggetto ; ci viene detto che Carla la sogna due volte: - con una mela rossa in bocca che avanza verso il suo letto > crisi sessuale dei due coniugi - Carla vede Flora che scappa e si ferisce > tentativo di fuga Clark la vede come una femmina adatta a procreare, e questa idea non si discosta da quello che lui pensa sulle donne; Carla ha un’immagine di lei più complessa, la vede come un’amica matura e inoltre è il primo personaggio a introdurre la tematica della fuga. La fuga è naturalmente un argomento che ricorre spesso, e viene introdotto anche all’inizio quando si parla della prima fuga che ha fatto Carla, che è scappata dai genitori per andare a vivere con Clark ; la seconda fuga viene rappresentata secondo la prospettiva di Sylvia > la vediamo meditare sull’errore di ortografia che Carla ha commesso sul bigliettino che ha lasciato . L’immagine più vera di Carla è quella di Clark, ovvero una donna che non sa stare da sola, tanto che dopo la fuga ritorna dal marito perché non si vede da sola. Anche quando ritorna si vede qualcosa nel loro rapporto di “malato”, in quanto lui vuole farle capire che gli è mancata, ma allo stesso tempo la vuole far sentire in colpa, e infine dice una battuta poco felice, scherzosa, ma allo stesso tempo si può percepire una minaccia velata. Carla pensa che sia stato Clark ad uccidere Flora > inizia a riflettere sulla sua condizione, è bloccata li con un uomo che avrebbe potuto ucciderla e ci appare come una persona prigioniera e c’è una dicotomia tra il personaggio di Flora e quello di Carla. Riprendiamo a parlare della struttura del racconto. Intreccio> è sinonimo di storia o fabula ; serie di eventi che sono raccontati in modo non cronologico, ma secondo la disposizione dell’autore. L’intreccio potremmo dire che è di ascendenza aristotelica > emerge dall’interazione dei diversi personaggi (Clark, Carla e Sylvia). Un’altra osservazione sull’intreccio è il suo dialogismo: azione dei personaggi > il tentativo di fuga di Carla è in relazione ai comportamenti di Clark, ma anche un’esortazione all’autonomia da parte di Sylvia. Relazione incastonata> sono costrutti che troviamo nei mondi privati dei personaggi (sogni / fantasticherie ..) Buray Cure in un saggio osserva che l’intreccio è “il principio formale di composizione che presiede all’assemblaggio dei comportamenti in grado di essere simili a noi”. Gli intrecci sono una molteplicità infinita, i narratologi hanno cercato di fare uno schema che potesse riassumere gli intrecci narrativi : • Equilibrio iniziale • Rottura dell’equilibrio • Ripristino dell’equilibrio Pagina di 6 12 E’ uno schema molto generico, tanto che si sono molti intrecci che sono difficili da ricondurre a questo modello. Questo discorso ci porta a fare riflessioni sul tempo> tempo della storia vs tempo del racconto. Un elemento rilevante della configurazione è quello che riguarda il tempo degli eventi, Gente riguardo a questa tematica propone: - ordine > eventi che non sono raccontati nell’ordine in cui sono successi (Iliade). L’ordine è anacronico, Genet crea due categorie: 1 analessi> si torna indietro nel tempo , rispetto al presente narrativo viene raccontato qualcosa che è avvenuto in precedenza. Queste analessi hanno una portata e un’ampiezza; 2 prolessi> compio un salto in avanti per poi tornare al presente narrativo. CI viene detto qualcosa sullo sviluppo della narrazione e dopodiché si ritorna al presente. Un limite per questi due fenomeni non esiste - Durata : a eventi di una certa durata può essere dato più o meno tempo. Un evento molto lungo, spalmato su più anni può essere raccontato in due righe, e allo stesso modo un racconto di poche ore può occupare molte pagine - Ellissi : nel racconto viene omesso qualcosa, nel caso di alcuni racconti ci può essere un’omissione di due anni - Pausa : si tratta del caso inverno, dove c’è la descrizione dettagliata di una scena statica. - Frequenza : episodi raccontati più di una volta Il primo modo in cui la storia è intreccia è mediante il trattamento del tempo > ordine - durata - frequenza. La fine spesso è indicata come il momento decisivo del racconto, illumina tutto retrospettivamente> quest’idea porta a pensare all’intreccio come una struttura propulsiva. L’interpretazione della fine dipende da ciò che precede. In questo senso iniziamo a cogliere l’idea ermeneutica del testo come totalità MOBILI DI FAMIGLIA - MUNRO 2. PASSIONE E’ un racconto del 2004 ; inizia il racconto con la prospettiva di Grace , lo si capisce da uno sguardo che si poggia sulle cose e ci vengono descritte le cose che lei non si ricordava. Troviamo un now in the past “adesso era sorto il paese”> la protagonista coglie i cambiamenti del paesaggio e li confronta con quelli che si ricorda. In particolare cerca un lago, viene detto che sono passati 40 anni dall’ultima volta che l’ha visto > quindi Grace è cresciuta, è una donna adulta . La prima sequenza si chiude con una riflessione a carattere interrogativo , è intimorita, si chiede che cosa si aspettava di trovare. Ci sono tre possibili riflessioni: - ritrovare il passato intatto - Le cose che si aspettava di rivedere sono andate in rovina con il passare del tempo - Passato cancellato Il personaggio è morso da un rovello morale. Il passaggio successivo ci presenta la famiglia Trevors > il racconto a questo punto si rivolge al passato (ANALESSI). A questo punto tutto il racconto si svolge in questo passato, per cui si potrebbe anche dire che l’attacco sia in prolessi, per poi tornare nel tempo passato. C’è la presentazione della famiglia Trevors, Mr e Mrs Trevors, tre figli e uno è solo figlio di Mrs Trevors, avuto da una relazione precedente > Neil. Vengono descritti attraverso una caratterizzazione: - lui > persona solida e affettuosa, un po’ noiosa , incapace di raccontare, - Lei > persona spiritosa, ha avuto una vita difficile ma ci scherza su, non è drammatica ed è molto brava a raccontare le cose. Il primo incontro con i Trevors avviene in un albergo dove Grace lavorava come cameriera> Maury, uno dei figli, le chiede di andare al cinema con lui. Lei è un po’ reticente in quanto pensa che il suo invito fosse solo per una scommessa > dopo un attimo di esitazione accetta l’invito. In questo atteggiamento si percepisce una cosa che sarà importante in seguito, ovvero ka mancata comprensione fra i due . In questo breve scambio di battute sembra di “comprenderlo tutto intero” > coglie l’ingenuità e la determinazione. I due vanno al cinema e vanno a vedere “il padre della sposa” > questo film causa in Grace una reazione di rabbia, al che Maury rimane sconcertato. Pagina di 7 12 Esistono poi narratori più visibili e altri meno; si può partire da un minimo fino ad arrivare ad un massimo. Esempi: - Roberto Bolano “i Detective” > battute di dialogo , qui abbiamo una minima visibilità del narratore, perché ci sono solo parole che appartengono ai personaggi - R. Bolano “puttane assassine” > anziché le battute del personaggio abbiamo la interpretazione delle sue battute da parte del narratore . C’è un narratore extra eterodiegetico che riferisce le battute dei personaggi e non si palesa in nessun modo - Honoré Balzac “Papa Goriot” > qui il narratore è ancora più visibile perché formula anche opinioni - Thomas Mann> arriva a formulare giudizi morali, il narratore diventa evidente . Un altro modo in cui il narratore assume una certa fisionomia è mediante lo skaaz > forma di prosa narrativa che nel suo lessico, sintassi e selezioni di intonazioni manifesta un orientamento verso un discorso orale del narratore. Il narratore onnisciente rappresenta tutti questi tratti > non c’è oggetto di dubbio, tutto quello che dice è vero Funzioni che svolge il narratore: - funzione narrativa - Funzione di regia: irrompe la narrazione degli eventi, fa un intervento e dice come andrà avanti, gestisce il processo narrativo - Funzione ideologica > testimoniale / filosofica-morale La questione della narrazione più o meno visibile ci porta ad una dicotomia fra DIEGESI e MIMESI > appare in Platone e Aristotele, Platone distingue i modi “mimetici” da quelli “diegetici” > il narratore può cedere la parola ai personaggi (mimetici), che riproducono nella narrazione scritta i modi della rappresentazione drammatica ; d’altra parte può riformulare i discorsi e quindi la narrazione assume atteggiamenti diegetici. Tutte le arti sono mimetiche e rappresentative, e poi ci sono arti drammatiche che imitano e rappresentano per mezzo dell’azione. Questa dicotomia torna nella letteratura ma in un’accezione diversa> “show and telling” e poi riferita alla scrittura romanzesca. - narratore inattendibile> concetto che risale a uno studioso americano. Passo dei Malavoglia che parla di come la Longa prende il colera , si capisce immediatamente che fatti narrati non sono andati veramente cosi. Inattendibilità rispetto ai fatti : ci racconta dei fatti che a posteriori giudichiamo non essere accaduti. In alcuni casi possiamo maturare una simpatia verso il narratore , imputiamo la sua inattendibilità ai limiti di finitudine di un essere umano. Es > racconto di Wallace quando era ancora bambino . Questi racconti inattendibili sono frutto di narratori omodiegetici, per gli extra eterodiegetici questo problema non si pone. Il dubbio di inattendibilità si verifica quando sappiamo che l’autore la pensa diversamente rispetto al narratore ; il lettore si confronta con la realtà e si rende conto che quello che viene detto è inattendibile. Per questo motivo lettori diversi possono giudicare diversamente il narratore. - autore implicito> ci sono alcune situazioni in cui sembra che a raccontare sia l’autore (cfr quello che dice Booth), si confronta con l’idea che l’autore deve essere impersonale, impassibile e indifferente. Booth studia come l’autore sembra intervenire nel proprio testo per guidare il lettore verso l’interpretazione, formulando giudizi morali. Secondo lui in passo di “Amelia” c’è una enunciazione diretta dell’autore> si parla di un autore implicito, una sorta di figura che non esiste ma ci istruisce in modo silenzioso. E’ un concetto confuso - Lettore implicito > è il lettore “modello”, virtuale. Tutte le competenze richieste dall’autore per capire il testo sono in questo lettore implicito. - Storia che si rivolge a colui che è dentro la storia e agisce > METALESSI Questi dispositivi che “compromettono” la stabilità del romanzo creano una certa inquietudine nel lettore> cerca in tutti i modi di darsi una risposta, creare congetture per rendere più verosimile il racconto Bart propone una distinzione fra testi leggibili e testi scrivibili > i primi sono quelli che sappiamo come leggere, i secondi sono quelli che si scrivono ma non sappiamo ancora come leggere > dobbiamo quindi trovare una strategia di lettura. Atto narrativo > atto linguistico che produce il racconto. Pagina di 10 12 Nel caso della TED talk, per capire la temporalità dell’atto narrativo, possiamo chiedere a dei testimoni, assistere a una registrazione; in un testo scritto le uniche informazioni che abbiamo sono quelle del testo, quindi la temporalità può essere determinata solo parzialmente> possiamo servirci dei tempi verbali, e quindi dedurre che il racconto è stato fatto a posteriori, ma non di più. In alcuni casi può anche essere fuorviante > se i tempi verbali sono al presente non vuol dire che quello che viene raccontato è contemporaneo alla vicenda. Racconto ulteriore: definizione di Genet, la narrazione si svolge quando i fatti sono già accaduti , ed è il tipo di rapporto più frequente Racconto anteriore: racconto profetico o oracolare, che si svolge prima che i fatti si compiano. Racconto simultaneo: contemporaneo agli eventi che sono raccontati (telecronaca). In un testo letterario ovviamente è impossibile fare questa cosa, ma si ritengono tali i racconti in cui l’atto narrativo utilizza i verbi al presente e riferisce gli eventi nel loro ordine cronologico. Teoria strutturalista e il narratore Il narratore viene inteso come figura testuale, non ha a che fare con l’autore. Barthes > Introduzione all’analisi strutturale dei racconti Lamenta il fatto che sia impossibile trovare un modello generale che vada bene per tutta la letteratura > i testi sono troppi e l’elaborazione della teoria sarebbe impossibile. “l’analisi narrativa è condannata ad una procedura deduttiva > è obbligata a concepire un modello ipotetico di descrizione e a scendere verso i vari generi possono accostarsi o discostarsi…” In questo senso i narratologi strutturalisti dicono di aver trovato una teoria sul narratore “universale”. Tutto parte da un modello ipotetico di descrizione. Detto questo l’autore per gli strutturalisti non può essere pensato come colui che genera l’opera traducendo in essa il proprio pensiero, cosa che invece la critica letteraria, secondo Barthes, ci invita ad accogliere. Alcuni scrittori, come ad esempio Cervantes, la vedono così, mentre altri autori più moderni come ad esempio Calvino o Wallace la vedono di più come gli strutturalisti. Secondo gli strutturalisti il soggetto umano è la risultante di strutture che lo precedono e lo trascendono , strutture che non controlla nella propria coscienza e che agiscono in lui al di là delle sue deliberazioni. Il soggetto dell’enunciazione narrativa dovrà essere individuato non nell’autore ma in una figura testuale, in un soggetto inteso come mero soggetto linguistico> a raccontare non sarà l’autore ma il narratore. E’ una sorta di alter ego la cui distanza nei riguardi dello scrittore può essere più o meno grande Ragioni che portano a staccare autore da narratore: - ragione teorica - Ragione che ha a che fare con il concetto di finzione > il racconto funzionale è racconto non referenziale, il testo non fa riferimento a niente che sia realmente accaduto. Altre prospettive > Ermeneutica Papa Goriot vs Se una notte d’inverno un viaggiatore Sono simili i due romanzi dal punto di vista narratologico? Il romanzo di Calvino mette in luce una messa in scena ludica e metafinzionale > il lettore è una figura ficta, e anche l’autore; dare la stessa interpretazione a Papa Goriot non viene così facile, essendo un romanzo legato a una poetica realista > gli strutturalisti direbbero che anche qui c’è un “narratore” e un “narratario” , ma è difficile pensare che prima dello strutturalismo la pensassero davvero così> di sicuro pensavano che a parlare fosse l’autore. In un saggio scritto da Balzac sulla Certosa di Parma di Stendhal si legge chiaramente che si parla di una narrazione che avviene fra autore e lettori. Giustifica l’autore per i fatti poco corretti dicendo che lui se ne lava le mani, come Tacito. La scelta ermeneutica parte dall’ipotesi che anche l’attribuzione dell’enunciazione narrativa deve essere fatta da un’analisi complessa dell’opera , si deve tenere conto degli orizzonti culturali in cui quell’opera è nata > diversità del pensiero sulla letteratura di autori e lettori di epoche diverse GUERRA E PACE - TOLSTOJ L’episodio narra quello che è accaduto durante la guerra della terza coalizione > Tolsoj riprende un evento delle guerre napoleoniche e lo racconta legandolo a vicende di personaggi inventati. Il principe Andrej torna e sulla porta di casa incontra Franz, che gli dice che i francesi sono nuovamente su di loro; appare Bilibin che informa il principe della presa del ponte da parte delle truppe napoleoniche . Il racconto procede in narrazione extra-eterodiegetica , e quindi c’è un narratore o l’autore che racconta. Il discoro è discorso libero e legato > mediante questo scambio di battute apprendiamo da Franz che Napoleone sta avanzando e successivamente che i francesi hanno preso il ponte di Thabor ; viene utilizzato anche l’espediente della psiconarrazione. Pagina di 11 12 Bilibin sollecitato dal principe diventa un narratore intra-omodiegetico, non è un personaggio della storia che racconta ma comunque i fatti successi ricadono anche su di lui. Il narratore quindi coincide con l’autore , e viene fatta una battuta su come “neanche Bonaparte lo sa” che fa vedere una critica in contro luce, come per dire che i fatti accaduti non sono avvenuti grazie all’abilità militare di Bonaparte, ma grazie alla fortuna. Andrej dice che l’armata russa è perduta, e di fronte a questa reazione sconsolata, Bilibin procede con un secondo e più ampio racconto composto da tre parti: - indica l’antefatto - Riferisce i discorsi con i quali i marescialli francesi avrebbero disposto la presa del ponto - Il ponte è stato preso e i francesi si dirigono verso Andrej E’ un racconto incassato e svolge una funzione drammatica RACCONTO Con questa parola non si parla solo della narrativa ma c’è stato un allargamento di orizzonti che comprende anche le scienze politiche, marketing… E’ un elemento della narrativi, la maggior parte dei racconti sono finzionari e letterari e stiamo quindi individuando tre proprietà: - Narratività - Finzionalità - Letterarietà Il racconto rappresenta dei personaggi che sono individui particolari; oltre che ad essere particolari possono anche essere esemplari, e quindi che rimandano ad ascendenze filosofiche particolari o morali Pagina di 12 12
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